Fanfic su attori > Tom Hiddleston
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Autore: ClaireCarriedo    09/04/2014    1 recensioni
Un attore deve essere come un foglio bianco. L'elemento neutro su cui colorare un personaggio. La creta con la quale modellare un'altra persona.
Nessun problema esterno, nessun coinvolgimento.
Ma fuori dall'obiettivo è diverso. Una volta che la telecamera non punta più nessuno, la realtà torna a galla.
Sei capace a rimanere sul pelo dell'acqua, senza affogare nel mare dei tuoi sentimenti?
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I've changed my mind

 

 

Il riscaldamento dell'automobile era eccessivamente alto. Chloe tentava di resistere, si era già tolta giacca e sciarpa ma la temperatura stava diventando insopportabile.
«Potreste gentilmente abbassare di qualche grado l'aria condizionata?» chiese, sporgendosi verso il posto del guidatore e quello del passeggero.
«Non vorrai dirmi che hai caldo?» chiese stupita Lauren.
«Mi sto lentamente sciogliendo.»
A quelle parole la donna allungò una mano verso il cruscotto e spense il riscaldamento, facendo tirare un sospiro di sollievo alla ragazza.

Lauren era la sua agente, tra loro c'era un legame molto stretto, qualcosa che andava al di là del semplice lavoro. Una delle poche e vere amicizie che Chloe potesse vantare.
Era tornata da Toronto con la buona notizia di un nuovo provino per l'attrice. Informazione che aveva fatto saltare, letteralmente parlando, di gioia la ragazza.

In quel breve periodo stava vedendo talmente tanti cambiamenti nella propria vita, tra l'altro tutti positivi, che a stento riusciva a camminare senza sentirsi ad un palmo da terra.

Quella volta, per fortuna, non si sarebbe dovuta muovere in metro: sarebbe stato impossibile raggiungere la villa.
La manager aveva noleggiato macchina ed autista per potersi spostare liberamente e raggiungere il luogo che avrebbe fatto da set per il film.

La villa di Sir Jonathan Patterson si trovava molto fuori Londra, sperduta per le campagne dello Yorkshire.

Anche se la loro sarebbe stata solo una visita di ricognizione prima dell'inizio delle riprese, erano partiti molto presto quella mattina data la distanza dalla capitale.

«Credi mi faranno qualcosa ai capelli?» chiese Chloe, con un velo di disperazione.
«Forse no. Al massimo ti schiariranno le sopracciglia per farti sembrare bionda naturale. Tranquilla!»
In quel preciso istante, la ragazza si toccò la fronte come a voler constatare che le sopracciglia fossero ancora al loro posto.

Nelle sue prime apparizioni non aveva mai trovato l'ostacolo dei capelli. Ai registi il suo biondo chiaro, per quanto non naturale, era sempre andato bene.

In questo caso si sarebbe trattato di ben altra produzione e non aveva idea se le avrebbero toccato la chioma o no.
 

Il viaggio si protese per tre lunghe ore, piene di domande per Lauren, alla quale venne richiesto di colmare le curiosità di Chloe.
 

Una volta imboccata la strada acciottolata che avrebbe portato alla residenza, la ragazza si sporse verso il finestrino per poter osservare il panorama. Un luogo luminoso e sorprendentemente allegro.
Il prato lungo tutta la strada rasentava la perfezione.

In meno di due minuti si trovarono a parcheggiare l'auto nell'ampio cortile di fronte alla villa di Mr Patterson.
 

Un paio dei suoi colleghi erano già presenti nel luogo: Ronald Palmer e Tom Hiddleston.

Mentre Lauren si preoccupava di chiamare il regista, tanto per sapere che fine avesse fatto, Chloe si avvicinò, stringendosi nella giacca, ai due attori con la quale avrebbe lavorato, non riuscendo a nascondere a se stessa un vago disagio al solo pensare che con uno dei due avrebbe dovuto girare una scena di sesso.
 

«Buongiorno! È molto che siete qui?» chiese lei, con tutta l'educazione di cui disponeva.

«'Giorno. Siamo arrivati insieme, dieci minuti prima di voi.» rispose Ronald, con evidente sonno. A quanto sembrava anche lui era stato costretto ad un alzataccia per presentarsi sul set.

«Stavamo pensando di fare un giro lungo il cortile, il padrone di casa ci ha intercettati appena siamo scesi dalla macchina per elogiare i suoi giardini. Ti vuoi unire a noi?» domandò simpaticamente Tom.

«Declino l'offerta. Vorrei aspettare Stephen qua, avrei da fargli un paio di domande riguardo il copione prima di iniziare a visitare il posto nella sua totalità.»

Chloe si sentiva in dovere di chiedere a McHill se ci fosse la vaga possibilità di “alleggerire” la scena di pagina 49.
Ancora non era riuscita a metabolizzare per bene la cosa, le serviva tempo o forse la promessa di una possibile modifica.
 

«Come vuoi. Ron, andiamo a farci ques-... a quanto pare non lo faremo nemmeno noi.» disse Tom poco prima di muovere un passo, osservando le macchine di Stephen e Diana fare la loro apparizione nel cortile della residenza.
Le labbra in avanti a formare un'espressione buffa sul viso di Hiddleston fecero ridacchiare Chloe spontaneamente, attirando l'attenzione dell'attore che rise a sua volta, forse non ben conscio del motivo per cui avessero iniziato a farlo.
 

«Buongiorno, splendori!» esclamò, con voce baritonale, Stephen McHill.

Uno alla volta, i tre già presenti salutarono il regista, che pensò bene di regalare un altro abbraccio “mortale” alla ragazza. Una persona decisamente affettuosa, che non risparmio né Tom, né Ronald, salutandoli con una sonora pacca sulla spalla.
«Gli altri non ci raggiungeranno oggi, ma per ora mi sta bene. I vostri personaggi sono quelli che sfruttano molto di più l'interno della villa, piuttosto che i loro.» precisò McHill.

Chloe fu attirata immediatamente dalla figura di Diana che, in modo quasi regale, si apprestava a scendere dalla macchina che l'aveva trasportata fin lì, per poi avvicinarsi al gruppo.
Quella donna la affascinava terribilmente, sempre così posata, sicura di sé. Il solo pensare alla carriera che aveva intrapreso e le ginocchia della ragazza iniziavano a tremare. Recitare in un film insieme a lei si prospettava un sogno.
«Buongiorno.» disse seccamente la donna. Dovevano averla svegliata davvero troppo presto data l'arroganza con cui salutò i colleghi.
«Scommetto che Sir Patterson ha già provveduto a fare i dovuti elogi alla residenza, quindi non mi dilungherò in parole. Appena finirà di discutere con il mio autista, magari deciderà di guidar-... Patterson, che piacere!» esclamò in fine McHill, sollevato dal fatto che il padrone di casa si fosse deciso a collaborare con loro.

Jonathan Patterson era un uomo molto magro, decisamente troppo basso per il lungo cappotto che indossava, sembrava potesse finirgli sotto la suola delle scarpe ad ogni singolo passo. Aveva una voce molto profonda, tradita da una terribile “s” moscia.
«Buondì! Ftavo fuggerendo al fuo autifta di pofifionare l'auto in un pofto più riparato.»
A stento Chloe riuscì a trattenere una risata, dovette portarsi una mano alle labbra per poter camuffare il sorriso.
«Dunque, fe volete cortefemente feguirmi...»
Si apprestarono tutti a seguire il piccolo Sir Patterson per poter visitare la gigantesca residenza.
 

Quando entrarono, ognuno di loro rimase affascinato, lo sguardo perso all'interno dell'immenso atrio.
Era un po' come quei castelli eleganti a volte principi indiscussi dei sogni delle bambine: ampiamente illuminato, le pareti ricoperte di antichi dipinti e, più importante di tutti, al centro del posto un'enorme scalinata di marmo che conduce ai piani superiori.

«Qualfiafi cofa voi vedete in questo luogo ha almeno duecento anni, da quando la villa è ftata cofruita.»
L'enfasi che Patterson metteva nelle sue parole ogni tanto gli faceva sfuggire qualche sputacchio di troppo, di cui purtroppo Diana sembrava il preciso bersaglio a giudicare dagli scatti improvvisi e la faccia oltremodo disgustata.

La visita proseguì per almeno due ore.
Neppure una stanza della residenza fu esclusa e tanti, troppi, pregi furono decantati dal padrone di casa prima che quest'ultimo si sentisse soddisfatto e decidesse di liberare il gruppo di attori.
 

Immediatamente Chloe si mosse verso il regista per poter parlare con lui del copione, ma Stephen venne “rapito” da Diana che, facendo scivolare il braccio sotto il suo, lo trascinò con sé per i meandri del grande giardino della villa.

La ragazza rimase imbambolata a guardarli andare via, vedendo la possibilità di parlare subito con McHill sfumare lentamente.
Avrebbe avuto altre occasione questo era certo, ma doveva assicurarsi di farlo prima dell'inizio ufficiale delle riprese.
 

Ormai rassegnata, pensò di farsi un altro giro per la residenza, andando a studiare meglio quelle stanze che sarebbero state lo sfondo di numerose scene.

Stava salendo le scale, quando si sentì chiamare e voltò la testa per osservare chi fosse.

«Si?» chiese, mostrando un sorriso cordiale.
«Ti dispiace se ti disturbo un attimo?» le domandò Tom, raggiungendola con tre semplici e lunghissimi passi che coprivano tre scalini alla volta.
«Ehm, no. Figurati.»
«Grazie. Stavi per fare un giro?» chiese lui, raggiungendola con tre passi talmente ampi da riuscire a coprire tre scalini alla volta.
«Sì. Avevo intenzione di andare a rivedere un paio di stanze scelte. Vuoi farmi compagnia?»
«Molto volentieri.» rispose lui, sorridendole.

Nel classico imbarazzante silenzio che si interpone tra due conoscenti, si inoltrarono di nuovo nel primo piano della villa, fino a trovare una delle sale che la ragazza aveva intenzione di guardare.

«Fin da quando ho iniziato a recitare, mi è sempre piaciuto girare per il palco, o set in questo caso, per osservarlo nei minimi particolari.» disse lei per tentare di interrompere quel silenzio fastidioso.

«Beh, molti attori lo fanno per entrare in contatto con quello che li circonda.» osservò Tom.
«A te non è mai capitato di farlo?» chiese Chloe ingenuamente, mentre con le dita sfiorava la pesante stoffa verde delle tende.
«A teatro spesso, su un set cinematografico quasi mai.»
«Allora approfitta di questo momento.»
Chloe si girò verso il collega sorridendo di quella che nella sua testa voleva essere sia una frase giocosa, sia un consiglio vero e proprio.
 

In quel momento non calò il silenzio assoluto. Certo, loro non parlavano più, ma erano entrambi concentrati a guardare tutto quello che gli si parava davanti e si poteva sentire chiaramente il rumore che facevano spontando, sfiodando, alzando oggetti.
Erano in una specie di sala di lettura privata piena di polvere, tanti libri e gingilli su cui fermare la propria attenzione.
La ragazza stava togliendo con un dito un leggero velo di polvere da sopra una scatolina per poterne leggere le iniziali incise sopra, quando Tom le si avvicinò ed iniziò a parlare attirando la sua attenzione.

«Mi stavo chiedendo: hai per caso già letto il copione?»
Il tempo per lei di distogliere lo sguardo da ciò che stava facendo e puntarlo su quello dell'uomo, che la sua testa aveva afferrato il nucleo del discorso che si era appena aperto.
«Sì. L'ho letto tutto, più di qualche volta. Perchè me lo chiedi?» domandò scioccamente, immaginando già la risposta.
«Più di qualche volta? Affascinante. Comunque te lo chiedevo perchè, avrai sicuramente visto quello che dovrà succedere tra i nostri personaggi, no?»
Tom le sembrava vagamente a disagio, possibile? Ad ogni modo tentò nel migliore dei modi di non cadere nello stesso baratro, altrimenti quella discussione non sarebbe mai andata a termine.
«Sì.» non riuscì a dire altro.
«Non so se ti è mai capitato di dover girare scene d'amore simili, ma ci tenevo a farti sapere che qualsiasi cosa vorrai fare per non sentirti a disagio, non devi far altro che chiedere. Possiamo andare da Stephen e farla aggiustare, modificare. Insomma, come preferisci.»
Parlò talmente in fretta che Chloe dovette prendere possesso di tutta la propria concentrazione per capire cosa stesse dicendo.

Rimase stupita, piacevolemente stupita.
Lui poteva benissimo fregarsene e fare il suo lavoro, mentre alla prima occasione l'aveva fermata per poterne parlare.
Lauren le aveva descritto un po' il carattere dei suoi colleghi: “Meglio non partire impreparati!” le aveva detto. Ma questo – per quanto minimo – gesto l'aveva spiazzata.

Ciò le fece pensare a quella vena di presunzione che era aleggiata in lei nel momento in cui aveva sperato di poter far cambiare la scena in questione.

«A voler essere sincera, sarà la prima volta in assoluto in cui arriverò ad interpretare un momento simile.» era come dover rispondere a qualcuno che le avesse chiesto se fosse ancora vergine o meno «Ma, voglio dire, da qualche parte si deve pur iniziare, no? All'inizio avevo pensato di parlarne con Stephen ma se voglio che questo film riesca immagino di dovermi attenere principalmente ai suoi progetti.»
Aveva cambiato idea. In meno di due secondi, tutto quello che prima l'avrebbe spinta a tentare di richiedere una modifica era svanito nel nulla.
Il motivo? La cortesia di Tom, senza dubbio. Fu come se le avesse donato della sicurezza in più.
 

«Ripeto: come preferisci. A tempo debito ne riparleremo, se vorrai.» disse, sorridendole di nuovo e mostrando un'espressione comprensiva.
«Ti ringrazio.»
«Non c'è di che. Dunque! Vogliamo continuare lo studio del set?» esordì Tom, in modo scherzoso.
Chloe annuì e rise, riprendendo distrattamente quello che stava facendo poco prima.
 

Sentiva di essere stata un po' troppo volubile con le proprie scelte, ma si rese conto di quanto effettivamente non avesse mai ragionato abbastanza su quanto quella vicenda avrebbe potuto influire sulla propria carriera.
Se la fortuna fosse stata dalla sua parte e il tanto sperato successo fosse arrivato, di scene simili ne avrebbe potute dover girare molte altre. Era arrivato il momento di iniziare.
 

Quando successivamente, sempre in compagnia di Tom, si unì di nuovo al gruppo di colleghi, si rese conto di aver appena iniziato a stringere una prima amicizia.
Si sentiva contenta e soddisfatta come una bambina – e facendo un confronto tra la sua età e quella degli altri, poteva risultare un immagine decisamente realistica.
 

Recuperò Lauren ed una volta in macchina il loro viaggio di ritorno ebbe inizio.

“Una grande giornata.” questo fu il suo ultimo pensiero, prima di addormentarsi con la testa appoggiata al finestrino.







__________
Angolino dell'autrice

Dopo non so quanto tempo, finalmente ecco il secondo capitolo.
Non mi metterò qua a giustificare l'mmensa attesa, vi chiedo solamente di aver pietà di me.

Come avrete sicuramente notato, la figura di Tom inizia a prendere un certo spessore. Con calma, darlings. Con calma.
In questo capitolo si inizia a conoscere un po' meglio anche Chloe sia fisicamente che caratterialmente, tra l'altro spero vi piaccia (sono in un periodo di crisi mistica per quanto riguarda i miei personaggi).
Che aggiungere?
Non saprei, se non un infinito GRAZIE a le personcine che hanno scelto di seguire questa storia. Io già vi voglio bene, anche se magari in realtò state seguendo solo per potermi lanciare una di quelle critiche spaziali. No problema! Anzi, vi invito a lasciarmi i vostri commenti. Potete tranquillamente immaginarmi come una barbona che elemosina consigli.
Vi chiedo solo educazione, niente di più semplice.

Per qualsiasi contatto al di fuori di Efp, vi lascio un paio di link.
Fb: https://www.facebook.com/clairecarriedo.efp
Ask: http://ask.fm/ClaireCarriedo

Bon~
Mi eclisso, altrimenti l'angolino diventa un angolONE.

Pace e amore
Claire~



 

   
 
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