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Autore: Hey Catnip    13/04/2014    8 recensioni
"...la mia attenzione cade su un’altra lettera, poggiata accanto alla mia bisaccia da caccia. Non l’avevo notata prima, deve averla portata Sae mentre dormivo. No, la data risale a mesi prima, poco dopo il mio rientro al distretto 12."
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gale Hawthorne, Haymitch Abernathy, Katniss Everdeen, Peeta Mellark, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Una fredda giornata di gennaio.
I singhiozzi sommessi delle famiglie dei defunti.
Un ragazzo, poco più che un bambino,
cinge le spalle della madre con un braccio
una medaglia al valore stretta nella mano libera.
Il suo volto è una maschera impenetrabile
ma riesco a leggere il dolore nei suoi occhi grigi.
Grigi come i miei. Grigi come il cielo sopra di noi.

Un viale fangoso, un vecchio melo.
La pioggia gelida penetra nelle ossa.
Nell'aria si sente profumo di pane fresco.
Un ragazzino biondo mi scruta curioso
nascosto dietro la schiena della madre che urla.
Rumori, grida, un colpo. Uno zigomo tumefatto e arrossato,
il tintinnio del campanello, due calde pagnotte di pane.




Una limpida notte d'inverno. Il sole sta per sorgere.
Un ragazzo e una ragazza parlano vicino a una recinzione.
Silenzio. Il fruscio delle foglie. La luce rosea dell'alba.
Un bacio inaspettato.
Profumo di arance. Dolce oblio.

Una grotta umida. Lo scroscio di un torrente.
Profumo di pini, odore di sangue.
Paura della notte. Paura della morte.
Un bacio.
Labbra che bruciano. Sopravvivenza.



Una piccola casa sul lago. Lo scoppiettio del fuoco.
Il profumo di cuoio bagnato, di mele, di inverno.
Un sussurro: ti amo.
Anfiteatro cittadino. Gli applausi e le urla.
Pietre preziose e fiamme. Profumo di rose.
Una confessione: è venuta qui insieme a me.





Immagini di ricordi lontani si susseguono nella mia mente nitide e veloci ma scompaiono nel momento in cui sento le labbra di Peeta lasciare le mie.
Indietreggio di un passo, poggiandomi con le mani al davanzale della finestra, la testa che mi gira.
Peeta mi osserva attentamente, la testa leggermente inclinata verso destra, un’espressione confusa che svanisce presto lasciando il posto a una triste rassegnazione.
— L’ho sempre saputo — dice scuotendo leggermente la testa e voltandosi verso il camino — Sempre. Dalla prima volta che vi ho visti insieme. Dopo i Giochi una parte di me ha cominciato a credere che non fosse così. Poi ho scoperto la verità ed è stato terribile, ma ho continuato a sperare che le cose sarebbero cambiate un giorno. Eravamo sempre più vicini  ma sentivo che una parte di te mi era ancora inaccessibile... perchè legata a lui Peeta sospira, fissa le fiamme che danzano nel camino poi continua a parlare.
Gliel’ho anche detto, sai? Eravamo accampati nel negozio di Tigris, tutti dormivano, tranne me e lui che vegliava su di te per paura che potessi farti del male —
Ricordo quella notte e quella discussione ma resto in silenzio ad ascoltare Peeta.
— Quando glielo dissi non mi ha creduto. Mi rispose che non era vero, che tu non avevi mai baciato lui come avevi baciato me — Peeta accenna un sorriso, lo sguardo ancora fisso sul fuoco.
Quello che non ebbi il coraggio di dirgli fu che tu non avevi mai guardato me come guardavi lui, che quando c'era lui con te nei tuoi occhi si accendeva una scintilla e che i tuoi sorrisi più belli erano per lui. Ed è ancora così — Peeta si gira verso di me, sospira e si avvicina.
— L’ho sempre saputo Katniss, e anche tu ­— dice accarezzandomi dolcemente una guancia.
Resto in silenzio a guardare quegli occhi azzurri che sono stati la mia ancora di salvezza in momenti terribili, alla ricerca di parole che non verranno mai fuori. Ma poi ricordo di essermi ripromessa di cogliere sempre l'occasione di dire e dimostrare ciò che provo, quindi mi faccio coraggio e parlo.
— Peeta...sai cosa provo per te. Abbiamo condiviso un'esperienza terribile, l'abbiamo affrontata insieme, come una sola persona. In quei momenti, ma anche dopo, mi sei sempre stato accanto dandomi forza e aiutandomi a combattere ciò che da sola non riuscivo neanche ad affrontare — deglutisco e faccio un passo verso di lui Eri l'unico che potesse capirmi a fondo, o meglio, l'unico a cui ne davo la possibilità. Sei stato il mio porto sicuro, la mia ancora, il mio sostegno, e non potrò mai dimenticarlo. Quando ti hanno portato via... ero distrutta, non passava giorno senza che io non pensassi a te, a ciò che ti stavano facendo —
Peeta emette un piccolo sbuffo di incredulità.
— Credimi, Peeta. Sei stato, sei e sarai una delle persone più importanti per me. Sempre —
Peeta mi guarda intensamente e per un attimo ho paura che possa avere uno dei suoi episodi. Ma quando parla nei suoi occhi non c'è traccia dei pozzi neri che vi ho scorto l'ultima volta e la sua voce è dolce e tranquilla.
— Tu lo ami. Vero o falso? — chiede, sospirando.
Abbasso lo sguardo per un momento, poi deglutisco e mi schiarisco la voce per lasciar uscire quell'unica, ormai innegabile parola.
— Vero —



Da cinque minuti sono qui nell'ingresso a fissare il legno scuro della porta della cucina dove Gale mi aspetta. Non so come comportarmi, cosa dirgli. Coraggio,  mi dico. Faccio un respiro profondo e apro la porta.
Gale è in piedi davanti alla finestra, lo sguardo perso oltre l'orizzonte, una tazza tra le mani. Non appena mi vede la tazza gli cade a terra e si frantuma in mille pezzi. Evitando i cocci e il caffè che copre di nero il pavimento bianco mi avvicino a lui sorridendo.
Mi rendo conto troppo tardi di come in questa situazione lui possa fraintendere il perchè del mio sorriso. E infatti lo fa.
Vedo il dolore invadere i suoi occhi, la mascella serrata, il petto animato da un respiro irregolare. Gale si volta e si incammina verso la porta della cucina che dà sul cortile.
— Aspetta — esclamo prendendogli una mano — Aspetta! —
Gale si ferma, sospira e poi si gira verso di me.
— Aspettare cosa, Katniss? Non c’è bisogno che tu dica altro. Non voglio giri di parole per rendere il boccone meno amaro. Sapevo che sarebbe finita così sapevo c,he avresti scelto lui. L'ho capito tempo fa — dice Gale tristemente.
— Credo che stavolta tu non abbia capito proprio niente —
Faccio un altro passo verso di lui per annullare la distanza che ci separa e lo bacio.
Nell’istante in cui le nostre labbra si sfiorano una miriade di emozioni esplode dentro di me. Un fuoco caldo e avvolgente si accende nel mio petto, si fa strada lentamente nel mio corpo, riempiendo ogni piccola parte del mio essere col suo calore e la sua luce e non si spegne nemmeno quando le nostre bocche si separano. Gale mi guarda, le sopracciglia leggermente aggrottate.
— Io? — con un filo di voce.
— Tu — dico, annuendo.
— Io? — ripete.
— Tu. Sei sempre stato tu — sorrido.
— Perché? — chiede ancora.
La domanda è così strana pronunciata da Gale, un ragazzo solitamente forte e sicuro di sé, ma in questo momento fragile e in cerca di rassicurazioni. E io conosco già la risposta. La conosco da quella sera in cui lui era steso sul tavolo della mia cucina e temevo che morisse. O forse anche da prima, ma ero troppo presa da altro per capirlo. Deglutisco e gli prendo il viso tra le mani.
— Gale... tu sei mio, io sono tua. Qualsiasi altra cosa è impensabile —
Stavolta è lui a baciare me, e il fuoco divampa di nuovo unendosi al suo e bruciando in un’unica fiamma così calda e piacevole da cancellare ogni paura, ogni cicatrice, da annullare ogni turbamento o pensiero. Sento le sue braccia stringermi forte, le sue mani accarezzarmi delicatamente la schiena, i capelli, il viso, vedo i suoi occhi scrutare nel profondo dei miei alla ricerca di qualcosa che gli assicuri che ciò che sta succedendo è reale. Ricambio il suo sguardo e lascio che quelle parole che da tempo vagavano dentro di me si facciano strada verso l'esterno.
— Ti amo — gli sussurro.
— Lo so — risponde lui, con un sorriso beffardo, ripetendo le mie parole di un anno prima e strappandomi una risata.
— Ti amo anche io, Catnip —




Eccomi qui!
Sono tremendamente in ritardo, lo so, ma sono stata impegnatissima,
e poi questo capitolo è così *non trova la parola adatta* che mi ci è voluto un
po' (dalle 18 circa ad ora) per scriverlo e poi sistemarlo.
Vi spiego perchè. Naturalmente, sapevo già cosa avrei dovuto scrivere,
ma non avevo la più pallida di idea di come articolare il tutto.
E poi, la soluzione: flashback.
Ricordi di Katniss su Gale e Peeta: la prima volta che si sono visti,
il primo bacio, la scoperta del loro amore per lei.
Il discorso tra Katniss e Peeta e poi quello tra lei e Gale.
E, finalmente, il nostro finale Everthorne è arrivato!
Spero vi piaccia *.*
Ringrazio le fedelissime che mi seguono sempre e le cui recensioni non mancano mai,
i nuovi arrivati (sperando che ci siano)
e anche coloro che leggono in silenzio, tenendo per sé il loro parere. Al prossimo capitolo!
Love,

Catnip



  
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