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Autore: telesette    13/04/2014    1 recensioni
Nel frattempo, proprio come aveva detto Harlock, Tadashi si stava battendo come un vero leone.
Pure se ferito, e con le forze che venivano a mancargli sempre più, era deciso a non mollare per nessuna ragione al mondo.
Troppe vite a lui care erano in pericolo: Harlock, Maji, Meet, Yattaran, l'anziana ed irascibile signora Masu, il dottor Zero e soprattutto lei...
Genere: Azione, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dottor Zero, Harlock, Tadashi Daiwa, Un po' tutti, Yuki
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Tadashi Daiba si accasciò in ginocchio, con tutta la spada dell'avversario ancora conficcata in quello che, una volta, era il suo braccio destro.
Subito Yuki e Yattaran gli si furono accanto per aiutarlo ma, essendo praticamente sfinito, il poverino crollò svenuto tra le braccia della bionda fanciulla che ripeteva a gran voce il suo nome.
Purtroppo, Tadashi non era in grado di sentire nulla, al momento.
Era vivo, il suo cuore batteva ancora, ma per quanto?
Harlock diede ordine che Tadashi venisse trasportato a bordo dell'Arcadia, in modo che il dottor Zero potesse prendersi cura delle sue ferite, nel mentre che il re Fàrogham si accingeva a rispettare i termini del loro rilascio. Per quanto selvaggio ed inospitale, a differenza del pianeta Terra, su Zàrcos vigèva il massimo rispetto della parola data. Secondo un'antica leggenda locale, infatti, i bugiardi erano condannati dalle divinità a vagare muti, ciechi e sordi per tutto il resto della loro esistenza.
Pur scatenando le ire di Raflesia, una volta comunicatole del suo fallimento, Fàrogham preferiva di gran lunga uno scontro con Mazone piuttosto che attirare su di sé la collera degli dei.
Harlock diede dunque ai suoi l'ordine di reimbarcarsi e di lasciarsi così alle spalle Zàrcos e la brutta esperienza vissuta.
Tadashi era ancora svenuto, quando i potenti motori sollevarono l'astronave fuori dell'orbita planetària, tant'è che i suoi compagni temevano sinceramente che fosse già morto. Il dottor Zero fece tutto quanto in suo potere per curargli le ferite e le varie emorragìe, manifestando grandi dubbi e perplessità circa le condizioni in cui era ridotto il suo braccio. Ci vollero circa dodici ore di intervento, per poter scongiurare il pericolo di arresto cardìaco del giovane semidissanguato, e per tutta la notte Yuki rimase ferma a vegliare davanti alla porta della sala operatoria.
Finalmente il dottor Zero uscì ad informare il capitano sulle condizioni di Tadashi ma, a giudicare dalla sua faccia, non c'era di che essere tanto allegri.

- Le condizioni del giovane Daiba sono abbastanza stabili - spiegò il medico. - Le sue ferite vanno da alcune di lieve entità, altre leggermente più gravi, ma fortunatamente non è stato leso nessun organo vitale! Per quanto riguarda il braccio, invece...

Yuki sussultò.
Anche se temeva di ascoltare la verità, circa le condizioni del povero Tadashi, le era ancora più insostenìbile non saperla.
Harlock notò di sfuggita l'espressione della fanciulla, anch'egli fortemente preoccupato, tuttavìa pregò il dottor Zero di parlare chiaramente e di non omèttere alcun dettaglio.

- La lama ha attraversato completamente le ossa e i muscoli, dilaniàndo spaventosamente l'arto proprio dall'interno - illustrò il medico, sollevando il proprio braccio nudo per permettere agli altri di comprendere più facilmente. - Dal foro di entrata, le falangi si sono letteralmente sbriciolate, assieme al metacarpo; dopodiché il metallo è risalito in linea retta, scavando i tessuti come un rostro, ed è uscito dalla spalla spingendo in fuori vari brandelli impossibili da ricucire; anche servendomi della nano-chirurgìa, dovrei comunque intervenire su una struttura ossea pressoché intatta... il problema è che quel poverino non ha più neanche un osso integro, il suo braccio è come una manica di carne, e una parte ha già cominciato ad andargli in cancrèna!

Harlock annuì gravemente col capo, mentre Yuki sentì il proprio cuore fermare i bàttiti nel petto.

- Sta dicendo che Tadashi perderà per sempre l'uso del braccio destro?
- Mi dispiace molto, capitano, mi creda - sospirò tristemente l'altro. - Quella spada glielo ha praticamente "disintegrato", l'unica cosa da fare, adesso, è un'amputazione definitiva... altrimenti gli marcirànno i tessuti ancora sani e morirà in un modo atroce!

Sentendo quelle parole, Yuki si allontanò istintivamente, per non farsi vedere in lacrime o peggio rischiare di lasciarsi andare in scenàte pressoché inutili. Per rispetto verso di lei, Harlock prese da parte il dottore e gli rivolse ancora una o due domande importanti.

- Mi dica, dottore - esclamò serio. - E' possibile applicare una pròtesi artificiale, oppure ricostruirgli un braccio meccanico in sostituzione di quello mancante?
- Certo, suppongo di sì - si disse il dottor Zero abbastanza convinto. - Quand'ero ancora sulla Terra, ho fatto molti interventi del genere: applicavo braccia e gambe meccaniche alle vittime di esplosioni sul fronte di guerra in Medio Oriente... Ho ancora i progetti di costruzione, tra i miei appunti; con l'aiuto del capo-meccanico, non dovrebbe essere un problema metterne a punto uno funzionante!
- Posso vedere il disegno?
- Aspetti qui, vado a prenderlo!

Poco dopo, il dottor Zero fece ritorno nel corridoio, con un mucchio di carte spiegazzàte e rovinate ma ancora perfettamente leggìbili. Dagli schemi riportati su quei progetti, si evincèva in modo abbastanza chiaro che aspetto avrebbe avuto il braccio di Tadashi, una volta parlato col capo-meccanico per dare il via alla costruzione.

- La struttura di base è in acciaio e titanio - disse Zero, stendendo i fogli sulla parete dimodoché Harlock potesse scorrerli con lo sguardo. - Le giunture e le articolazioni, invece, consistono in una lega speciale: selenio purissimo e manganese, misto ad alluminio per il rivestimento, mentre la batteria è di tipo a idrogeno liquido!

Harlock ascoltò attentamente le parole di Zero, interrompendolo giusto per chiedergli un parere circa alcune piccole modifiche.

- Sostituendo la batteria a idrogeno con una al lìtio, si potrebbe anche supportàre un vano supplementàre, è d'accordo?
- Mmm... in che senso?
- Proprio qui, vede - fece Harlock, tracciàndo un cerchio a matita nella zona dell'avambraccio. - Tra i tirànti che regolano i movimenti delle dita e gli estensòri automatici per fléttere e stendere il gomito: in questo modo, lo spazio sotto il rivestimento diventa perfetto per l'inserimento di congegni e meccanismi aggiuntìvi...
- Ah, sì certo, capisco - borbottò Zero, sfregàndosi il capo pensieroso. - Ma che tipo di congegni vorrebbe installàre, proprio in quel punto?

L'occhio di Harlock brillò, come se fosse ispirato.

- Al tempo - mormorò. - Prima, bisogna augurarci che Tadashi riesca a superare il tràuma del momento: è giovane, e perdere un braccio a questo modo potrebbe anche gettarlo in crisi... è comprensibile!
- Ma allora...
- Diamogli tempo, dottore - tagliò corto Harlock. - Preferisco parlare personalmente con lui, non appena si sveglierà, sperando che mi dìa ascolto!
- Beh, capitano, non c'è molto altro che possiamo fare...
- Lo so - ammise Harlock. - Ma so anche cosa si prova a "perdere" qualcosa, prima di scendere a patti con la razionalità, e non posso decidere al posto di Tadashi se sottoporsi o meno ad un intervento di questo genere!

Dal suo angolino in disparte, Yuki aveva ascoltato tutto in silenzio.
Ogni cosa.

- Tadashi - sussurrò lei con un filo di voce. - Hai rischiato la vita per noi, sacrificando persino il tuo braccio; se solo potessi fare o dire qualcosa per aiutarti, ma non posso... mi sento così inutile, così maledettamente inutile!

Ciò detto, gli occhi della fanciulla si riempirono di lacrime, nel mentre che corse via per evitare che qualcuno potesse vederla piangere.
Tadashi dormiva ancora, sotto l'effetto delle medicine somministràtegli del dottor Zero, col braccio sinistro appoggiato sul petto e ciò che restava del destro inèrte sulle lenzuola.
Yuki entrò piano nella stanza dell'ambulatorio, sperando forse di svegliarsi da un tremendo incubo, ma l'amara realtà era quella che aveva dinanzi agli occhi e non si poteva fare assolutamente nulla per cambiarla.

- Oh, Tadashi - proruppe lei in preda ai singhiozzi, stringendogli le dita tra le proprie. - Tadashi...

Ma l'unico rumore che giunse in risposta alla triste fanciulla altro non era che quello delle apparecchiature atte a registrare le funzioni vitali del giovane addormentato. 

 

continua )

   
 
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