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Autore: Greg90_h    14/07/2008    9 recensioni
«Giuri di dire tutta la verità, solo la verità e nient’altro che la verità? Dì lo giuro.» disse Silente «Neanche morto!» fece Voldemort deciso «E dai peppiacere!». Ennesima ff demenziale. Ho leggermente modificato l'ultimo capitolo, scusate. Leggete e recensite!
Genere: Parodia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Harry Potter, Tom Riddle/Voldermort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La sera dopo, Harry, aveva il suo incontro con Silente.

«Se ti fa qualche avance, colpiscilo con un destro!» stava dicendo Ron ad Harry.

«Ma no – desse Hermione – vai semplicemente in pace e pronto a trattare» e cacciò fuori dal nulla una bandierina bianca. Harry gliela prese e gliela ficcò su per il naso.

«Dai retta a me rispondi al fuoco col fuoco!» continuò Ron

«Non vedo perché dobbiate preoccuparvi così tanto – disse Harry – tralaltro proprio tu, Ron, non ti devi preoccupare per me. Stando alla Rowling sei tu che piaci a Silente…». Ron si alzò di scatto dalla poltrona e corse via urlando con le braccia in aria verso il dormitorio dei maschi fino a sbattere contro la porta chiusa.

«Che cosa gli è preso?» chiese Harry guardando l’amico che si rialzava da terra, apriva la porta del dormitorio e ricominciava a correre urlando.

«Boh, lo sai come è fatto» disse Hermione togliendosi la bandiera dal naso. Harry prese la bandiera bianca di Hermione con l’intento di ficcarla nell’occhio a Silente se mai si fosse comportato in modo strano. Fatto questo si avviò per uscire dal buco del ritratto, dopo che uscì sentì la voce della Signora Grassa.

«Parola d’ordine?» disse

«Ma come? Anche all’uscita, ora?» chiese Harry

«È che volevo sentire la tua voce per un ultima volta, prima del tuo incontro col professor Silente…» disse lei commossa.

«Ma la volete piantare, tutti quanti?!» disse Harry spaventato e scappò via. Salì nello studio del preside e poco ci mancò che non fuggì di nuovo alla vista di molte candele che galleggiavano a mezz’aria intorno alla scrivania di Silente.

«Professor Silente… quella candele…?» chiese Harry mentre iniziava a sentirsi leggermente agitato

«Servono solo per fare luce – disse Silente sulla difensiva – non ti starai facendo prendere la mano dal fatto che… be’…»

«Cosa? – fece Harry imbarazzato – Oh, no, non ci pensa quasi più nessuno…».

«Molto bene – disse Silente rilassato indicando una sedia – se vuoi sederti»

Harry preferiva di gran lunga restare in piedi, ma per cortesia si sedette. Silente alzò la bacchetta e la serratura scattò.

«Così non ci disturbano». Harry deglutì.

«Allora, Harry è arrivato il momento che ti spieghi qualcosa sull’amore (Harry si aggrappò ai lati della sedia). L’amore verso il prossimo. (Harry si rilassò)» Silente continuò.

«L’amore verso il prossimo è la più importante delle forma d’amore; quella che ci spinge a mettere gli altri prima di noi stessi, quella che spinse tua madre a donare la vita per te.». Silente guardò Harry con gli occhi penetranti. Harry dal canto suo iniziò a sbadigliare.

«Quando Voldemort arrivò qui ad Hogwarts – continuò il preside – io capii subito che era un tipo di cui non ci si poteva fidare…»

«E come la capì?» chiese Harry

«Be’, impiccare coniglietti, spaventare gli latri bambini e guardare le opere di Shakespeare senza addormentarsi sono il segno sicuro di un bambino fuori dal comune e malvagio!» disse Silente con fare teatrale.

«E quando all’inizio della saga, dicevate di sapere che Voldemort si trovava in Albania, mentre tutti dicevano che era morto e (tralaltro neanche i Mangiamorte sapevano dove si trovasse)? Come lo sapeva?»

«Questo è uno dei tanti misteri irrisolvibili della storia!»

«Si, ma almeno voi che sapevate, dovevate sapere come potevate sapere!» disse Harry veemente.

«Ma certo, caro» disse Silente che non ci aveva capito un acca. Harry trasalì a sentirsi chiamare “caro” da Silente, ma non lo diede a vedere. Silente ricominciò a parlare dell’amore con un tale trasporto che Harry non potè non sentirsi commosso. Alla fine del discorso il preside restò a guardarlo per un po’ e Harry si chiese teso a cosa mai pensasse… poi, senza preavviso.

«Spero di averti detto abbastanza per farti vincere la causa» disse

«Non direi – commentò Harry – ha cianciato tanto sull’amore, ma non mi ha detto molto su come fare bella figura davanti al Wizengamot!»

«Tranquillo, alla tua difesa penserò io!» disse il preside assumendo una posa da superman che spicca il volo. Harry lo guardò sconcertato.

«Be’ credo che la nostra lezione sia finita qua. Mi pare che l’autore di questa Fanfiction non sappia più cosa scrivere»

«Io vincerò – disse Harry – sono il protagonista»

«Vincerai TU?» fece Silente

«Si, vincerà tu… cioè, no… vincerò io cha detto da voi è tu, ma che in realtà sono io e… cosa stavo dicendo?» chiese confuso

«Se non lo sai tu…».

«Sei uguale a tuo padre lo sai?» disse Silente guardandolo

«E ho gli occhi uguali a quelli di mia madre, lo so!»

«Ah, si… dovevo mettere anche lei nella frase, dopo…». Harry si trattenne con tutte le sue forze dal ficcare la bandiera nell’occhio di Silente come voleva fare prima e si alzò per andarsene, voleva uscire di lì al più presto.

«Oh, te ne vai?» chiese deluso

«Eh, sì, io vado a letto presto… sa, devo crescere!» disse harry inventando una scusa sul momento.

«Ah, ok…». Harry era già con la mano sulla maniglia quando il preside lo richiamò.

«Harry…»

«Sì?»

«Me lo dai il bacino della buonanotte?» chiese speranzoso

«AAAAAAAAAAAAAAAAAAAARRRRGH!»

 

Rieccomi col secondo capitolo. Stamattina mi era venuto meglio, ma non ho potuto scriverlo, così… Spero che vi abbia fatto sorridere lo stesso! Ci vediamo al prossimo chap!

  
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