Libri > Percy Jackson
Segui la storia  |       
Autore: AveJackson    18/04/2014    3 recensioni
Grazie a un piiiiccolo incidente, i sette eroi della profezia vengono catapultati in universo non loro e si ritrovano a combattere e a uccidere per un pubblico, ma i nostri ragazzi non accettano una cosa del genere e si ritrovano a combattere una tirannide insieme ad altri ribelli.
Questa è la mia prima crossover, spero di non aver fatto un completo disastro, comunque..... Buona Lettura
Genere: Avventura, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

3-Questo non è normale.

 

Pov. Piper
Diciamo che come primo incontro in questo strano posto non è andato così male (a parte il fatto che la ragazza quando aveva liberato Leo, era caduto con il braccio sinistro su un cespuglio di rovi e…). Mentre camminavamo nella foresta risentii quelle strane voci e non potei trattenere la curiosità:
-Chi è che produce questi suoni?
La ragazza mi rispose:
-Sono ghiandaie imitatrici, degli ibridi. Riproducono la voce dell’uomo e delle melodie.
Mi mostrò una particolare spalletta: vi era raffigurato questo uccello che teneva nel becco una freccia.
Seguimmo la ragazza finché non ci ritrovammo ai margini del bosco e davanti a dei fili ad alta tensione. Naturalmente ci bloccammo tutti, mentre lei continuò a camminare come se non ci fosse nulla che bloccasse il passaggio e che ti avrebbe ucciso all’istante.
Io quasi le urlai:
-Ehi! Attenta, sono…
Non finii di parlai che la ragazza senza nemmeno voltarsi mi rispose:
-Tranquilla…
Si fermò davanti alla recinzione e tese l’orecchio, poi strisciò sotto di essa.
-La corrente non passa mai, solo per due o tre ore, se siamo fortunati.
Annabeth fissò sbalordita la ragazza, mentre Leo si avvicinò con cautela al filo spinato.
-Uhm… Pessimo conduttore, il rame è quasi fuso… è praticamente un miracolo che sia ancora in piedi. Com’è possibile che ancora non l’abbiano cambiato?
-Leo!
La ragazza si girò verso Percy:
-Non ha tutti i torti, ma è meglio che la recinzione rimanga così.
Jason inarcò un sopracciglio.
-Perché sarebbe meglio? Infondo, non servono a proteggere quei cavi col filo spinato?
Lei lo fissò per qualche minuto finché si decise a parlare:
-Ve lo dirò dopo, ma non qui e nascondete le vostre armi.
Decidemmo di ascoltarla e cercammo di nascondere il più possibile la nostra “attrezzatura”.
La ragazza ci condusse lungo un selciato, finché in lontananza non intravidi un ammasso di case seminascosto in una strana nebbia, l’aria puzzava di fumo.
-Questo è il distretto 12.
Ero rimasta senza parole per la quinta volta in quella giornata, eppure, quelle casupole semidistrutte, quell’aria così desolata…
-Cosa è successo qui?
Lei mi guardò, aveva uno sguardo inespressivo.
-E’ difficile da spiegare, comunque io mi chiamo Katniss .
 
Pov. Hazel.
Ora ero seriamente preoccupata. Quel posto aveva qualcosa di sinistro.
Katniss ci condusse per la città e li notai gli sguardi persi degli abitanti che in quel momento passavano davanti a noi: madri scarne portavano in braccio dei neonati, ragazzi con un aria così triste che ti avrebbe corroso l’anima se tu li avessi visti. Mentre camminavamo intravidi un uomo con una bottiglia in mano e vestito di stracci che mi fissava con insistenza, così, in quel momento, strinsi ancora più forte il braccio di Frank. Dopo aver camminato per un po’ Katniss ci portò in una zona residenziale completamente diversa da ciò che avevamo visto: il posto era piena di villette tutte allineate nello stesso modo, erano praticamente immacolate come se non fossero mai state usate.
La ragazza andò a bussare a una di queste villette e sulla porta apparve una ragazzina bionda dagli occhi azzurri.
-Katniss!
-Prim!
La piccola l’abbracciò e in quel momento sull’uscio apparve una donna che pareva essere la madre di Katniss. Si diresse verso di lei, ma si bloccò appena ci vide, aveva un espressione sconcertata.
-Chi sono, che ci fanno qui questi ragazzi?
-Mamma, hanno bisogno di aiuto.
-Katniss sai cosa succede a chi ospita degli estranei…
-Ti prego non posso lasciarli nelle loro condizioni.
Se c’era qualcosa che non mi piaceva e che non mi piace ancora oggi è essere compatita, ma in quel momento avevamo veramente bisogno di aiuto.
-Scusateci signora, abbiamo veramente bisogno di aiuto.
La donna si guardò intorno anche se a mio parere, non c’era bisogno, visto che in strada c’eravamo solo noi e le altre villette sembravano deserte.
-Entrate.
 
*****
-No mi starai dicendo che qui ci si uccide avvicenda, solo per un branco di idioti di un'altra città che se la prende con voi?!?
Okay ero indignata, ammetto che dopo quello che Katniss aveva raccontato su una certa città di nome Panem  e per i suoi “Huger games”, feci letteralmente volare la tazza di latte caldo che la sorella di Katniss mi aveva gentilmente offerto, guadagnandomi l’occhiataccia generale di tutti.
-Hazel, noi settantacinque anni fa perdemmo una guerra terribile e d’allora siamo costretti a combattere, non abbiamo altra scelta. Io stessa…
Si interruppe.
Percy la incitò.
-Tu cosa?
Katniss prese un respiro profondo e poi parlò.
-Io stessa ho partecipato agli Hunger Games.
Calò un silenzio tombale, persino Leo che si era lamentato tutto il tempo per la fasciatura troppo stretta fatta da Prim, si inzittì. Annabeth balbettò:
-Tu…
-L’ho fatto per prendere il posto di Prim, ho visto morire tante persone, è stato terribile…
Abbassò lo sguardo e chinò la testa.
 
Pov. Percy
La conoscevo da nemmeno poche ore, ma la sua storia aveva colpito tutti e io mi sentii male per lei. Katniss riprese a parlare:
-L’anno scorso vinsi grazie all’aiuto di Haymitch, il mio mentore e con me vinse pure Peeta anche lui fa parte del distretto 12. Ma quest’ anno ci sarà l’edizione della memoria, sarà tutto diverso…
-Cos è questa edizione?
Ormai Leo si stava prendendo a morsi la fasciatura senza mostrare alcun ritegno, mentre emetteva qualche imprecazione. Alzai gli occhi al cielo.
-Diciamo che è una versione speciale dei giochi. Katniss, tu hai detto che nella scorsa edizione hanno chiesto il doppio dei tributi vero?
Lei annuì.
-Si, ogni venticinque anni è sempre la stessa storia e ogni volta c’è sempre più spargimento di sangue, per questo è meglio che non vi trovino non vorrei che…
La piccola Prim entrò come furia nella stanza e balbettò:
-Katniss… a-abbiamo visite.
La ragazza si alzò come una furia:
-Come non detto. Prim, nascondili.
La ragazzina ci trascinò per la stanza finché non entrammo in un piccolo studio ben arredato. Prim spostò la scrivania e scostò il tappeto che vi era sotto di essa e li intravidi una specie di manico.
-Ma che…
-Non c’è tempo saltate.
Sollevò il manico e spinse Leo e Frank dentro una specie di botola, Leo emise una specie di gridolino e Frank borbottò:
-Ehi! Ma che modi!
-SALTATE!
Senza farcelo ripetere due volte tutti e cinque saltammo un dopo l’altro nella botola, schiacciando a turno il povero Frank che non era riuscito a scansarsi in tempo.
-Ehi guardate che non sono fatto di acciaio.
-Scusa…
 Prim chiuse la botola sopra di noi e in quel momento non riuscii a vedere più niente.
-Ragazzi… ci siete?
-Si Percy…AHIA! La gamba!
-Scusa Hazel…URGH! LEO!
-Ehi, guarda che ho il tuo piede sulla mia faccia, non credere che io stia meglio di te in questo momento.
-Ragazzi smettetela! Non dobbiamo fare rumore.
Tutti si zittirono, Annabeth ha sempre avuto la dote di un capo e in questo modo riesce sempre a farsi ascoltare da tutti.
Leo grazie al suo potere fece scaturire una fiammella dal palmo della mano. Jason scattò:
-Leo, ma sei impazzito?!? Smettila!
Il ragazzo impaurito spense la fiammella. Jason sembrò rilassarsi e Piper mormorò:
-La fiamma consuma ossigeno e noi non sappiamo se ci sono fessure in questo posto, potremmo morire asfissiati. E’ più sicuro se non…
-Si, si ho capito, calmatevi……
Cercai di alzarmi senza provocare troppi danni e mormorai:
-Annabeth…tu che sei sempre così attrezzata…non è che hai qualcosa…
La ragazza sbuffò:
-Si che ho qualcosa, Testa di Alghe.
Da non so dove tirò fuori una torcia e in quel momento vidi in che posto siamo finiti. Hazel bisbigliò.
-Sembra un deposito per il carbone.
Hazel aveva ragione e noi eravamo immersi in una montagnetta di quel materiale e tutti i miei amici erano neri dalla fuliggine. Mi scappò un mezzo sorriso, ma mi fermai quando sentii alcuni rumori provenire da sopra di noi.
-Ragazzi, non parlate.
Il rumore si fece più forte e sentii un gran movimento come se stessero spostando i mobili.
Annabeth si aggrappò al mio braccio. Ora immaginatevi come ci si doveva sentire trovarsi in una specie di sgabuzzino sotto terra, con sei compagni che stanno per entrare in preda al panico, con qualcuno che ti cerca per farti chissà che cosa e tu che sei bloccato senza poter fare nulla. Se siete riusciti a immaginare tutto questo avrete una vaga idea di come in quel momento mi sentivo. Sopra di noi calò il silenzio, poi si sentì una risata crudele e il coperchio che era sopra di noi, si scardinò cadendoci quasi addosso, ma fortunatamente riuscimmo a scansarci in tempo.
-ECCOLI SONO QUA SOTTO!


Angolo autrice:

Eccomi qui e vi prego di non uccidermi per il ritardo, lo so, sono passate diverse settimane, ma mi è successo davvero di tutto *si inginocchia e si mette a pregare*. Comunque ormai sono qui e ne approfitto per ringraziare chi a recensito, chi a messo la storia fra le preferite, ecc... non sapete quanto io sia felice che la gente legga le mie idee (anche se credo che la maggior parte fanno schifo). Ringrazio anche i lettori silenziosi e spero che si decidano a recensire la storia (sempre se lo vogliono fare, naturalmente). Spero vi sia piaciuto il capitolo e cercherò di aggiornare al più presto. Un abbraccio.

AveJackson
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: AveJackson