Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Yoan Seiyryu    24/04/2014    5 recensioni
[Hans/Elsa]
Hans non è il cattivo della storia. Elsa è rinchiusa nelle Prigioni di Arendelle. Anna è ancora dispersa e non ha fatto ritorno. Al Principe delle Isole del Sud spetterà il compito di proteggere Elsa dalla Congiura che si sta attuando contro di lei, almeno finché Anna non ritornerà. Sarà in grado di sciogliere il cuore della Regina delle Nevi?
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“Anche voi avete paura di me” sussurra Elsa lasciando che le sopracciglia trasformino l’espressione adirata in un moto più dolce simile al dispiacere.
“Io non ho paura di voi, mia Regina. Ma non mi date la possibilità di avvicinarmi e non fate che respingermi con il vostro orgoglio” confessa lui tenendo serrate le labbra in una smorfia.
Elsa corruga la fronte e decide di rivolgere gli occhi verso il pavimento di ghiaccio, non desidera sostenere il suo sguardo a lungo.
“Questo lo chiamate orgoglio, Principe Hans?"
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elsa, Hans
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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IV 

Veleni 





 

 

La neve continua a scivolare sul fiordo. Una lieve ombra di appanno compare sulla finestra davanti a cui Hans sosta per osservare quanto Arendelle sia mutata nell’arco di poco tempo. Si è preoccupato di sapere se la Regina ha consumato i pasti e sapendo che ha interrotto il digiuno non ha potuto far altro che rimanerne lieto. Incontrare il proprio riflesso, ora, lo spinge a riflettere sulla situazione in cui si è ritrovato.
Principe delle Isole del Sud, ultimo di dodici fratelli, si ritrova ad essere il reggente di un Regno che rischia di capitombolargli davanti. Il Consiglio reale che è andato formandosi non fa che criticare le sue scelte e per la prima volta Hans inizia a tentennare. Una responsabilità così grande forse non è in grado di poterla sopportare. Nessuno ha mai fatto affidamento su di lui e la sua famiglia lo ha lasciato crescere quasi in solitudine, senza che alcuno si preoccupasse di cosa un giorno sarebbe diventato. Le Isole del Sud continuano ad agitare diverse problematiche economiche e l’alleanza con Arendelle si sarebbe dovuta rafforzare. Non ha nemmeno spedito nessuna missiva alla propria famiglia, dichiarando il suo nuovo compito. Se non sarà in grado di portarlo a termine, cosa penseranno di lui?
China lievemente il capo e finisce per riflettere sulle parole che la Regina Elsa gli ha proferito il giorno prima. Il suo precoce fidanzamento con Anna rischia di rivelarsi una scelta a dir poco avventata. Che si sia innamorato di lei a causa della medesima condizione in cui entrambi si sono rispecchiati? Morde l’interno della guancia e cade nel buio dei suoi pensieri, tormentato da dubbi sempre più crescenti. I suoi fratelli maggiori gli hanno sempre rimproverato questo lato del suo carattere: il riporre estrema fiducia nelle persone.
“Principe Hans” la voce di Askel, il suo più vicino servitore, si appresta ad entrare nella camera prostrandosi in un inchino elegante “la Regina Elsa richiede la vostra presenza”.
Hans volge l’attenzione su di lui, distaccandosi dal riflesso verso cui ha tentato di trarre qualche risposta che sciogliesse i propri dubbi. Udendo quelle parole non può rifiutarsi, è la prima volta che accade da quando Elsa è stata rinchiusa in prigione.
Per la sua sicurezza. Solo per la sua sicurezza, ripete a se stesso proprio per scagionare una colpa che non sente di riuscire a portarsi sulle spalle. E così si ritrova a percorrere i corridoi freddi del Palazzo, avvolto da un inverno eterno che non dà tregua. Ha percorso così tante volte quegli spazi che ormai gli sembra di vivere lì da anni, o da sempre. Sopraggiungere alle prigioni è ormai un’azione quotidiana che ripete senza sosta ed una volta ritrovatosi di fronte alla cella della Regina lo lasciano entrare.
Ancora una volta il gelo lo avvolge fino a pungergli la pelle, le guance arrossiscono e il respiro si congela.
“Maestà, desideravate incontrarmi?” domanda rivolgendosi a lei, che gli mostra solo la schiena insieme al tintinnio delle pesanti catene che ricadono a terra.
Elsa si volta lentamente ma nel compiere quel movimento si accascia come un filo d’erba tirato dal vento e il ghiaccio del pavimento la accoglie come a volerla proteggere.
“Elsa!”
Hans immediatamente si slancia verso di lei e le solleva la nuca per poi afferrarle il viso e tentare di svegliarla. E’ tiepido il suo corpo, in contrasto con la temperatura che si è creata all’interno della cella. Che ormai abbia creato un proprio calore differente? Non riesce a darsi alcuna spiegazione.
“Elsa!” insiste ancora nella speranza che si riprenda.
Ha perso i sensi ma il respiro inizia a tornare regolare e solo poco dopo qualche istante inizia a riprendere vita, sollevando lentamente le palpebre per mostrare l’azzurro del mare nelle iridi che lo avvolgono con lo sguardo. Non le dà il tempo di pronunciare nessuna parola che la avvolge per la vita e la solleva fino a lasciarla sul giaciglio sul quale si addormenta la sera. Non è abbastanza morbido per una Regina, ma è più di quanto un prigioniero possa desiderare. Le catene tintinnano ed Hans avverte una lieve stretta al cuore, avvedendosi di quanto doloroso debba essere tenere rinchiuse le mani in quelle gabbie d’acciaio.
“Non crucciatevi tanto, Principe Hans” sussurra lei che al solo contatto sembra volersi distaccare.
Quest’ultimo non può permettersi di darle ascolto e si china appena per confermare che si sia ripresa del tutto.
“Avete appena perso i sensi, Maestà. I pasti non sono adeguati?” domanda surclassando la volontà di lei.
Elsa accenna ad un diniego con il capo e appoggia la morbida treccia sul giaciglio. Le braccia tremano ma non per il freddo, gli occhi sono lucidi e spenti.
“Non ho seguito più il digiuno, vi ho dato ascolto” aggiunge sottolineando quanto non le piaccia trovarsi nella situazione di seguire un consiglio da parte di colui che l’ha resa prigioniera.
Hans a quel punto si avvicina al rialzo su cui viene depositato il piatto della consumazione e il boccale di legno dove si pone il refrigerio. Lo osserva con attenzione e nota il colore purpureo adagiato sulle pareti del bicchiere che tende a non sciogliersi.
“Avete richiesto del vino?” domanda per accertarsi di quelle che sono supposizioni.
“No, mi è stato portato per scaldarmi. Ogni sera ne arriva un boccale pieno” risponde lei sollevandosi appena dal giaciglio per osservare i suoi movimenti.
Hans fa schioccare la lingua e si avvicina di nuovo per mostrarle la conclusione dell’idea che si è appena fatto. Un’idea terrificante, a suo parere.
“Il vino ha una minore densità e soprattutto un odore forte. Quello che vi hanno portato invece no. Temo che qualcuno stia cercando di avvelenarvi” non può tenerla all’oscuro, d’ora in poi l’attenzione dovrà farsi maggiore.
Elsa sgrana lievemente gli occhi e tenta di rimettersi a sedere con la dovuta calma, lanciandogli uno sguardo colmo di dispiacere che lui crede di comprendere.
“Conoscete quel tipo di veleno? E chi vorrebbe la mia morte?”
“Sì, proviene da una pianta piuttosto rara che cresce in luoghi altamente soleggiati e dalle temperature calde. Non è mortale a meno che non sia ingerito in forti dosi quotidiane. Dopo pochi giorni dall’assunzione può produrre allucinazioni non eccessivamente gravi ma se non si interrompe il dosaggio l’incombenza della morte è quasi del tutto certa” spiega Hans mentre stringe con forza il boccale “riguardo a chi desideri la vostra morte, temo che siano in molti. Ma vi prometto, Maestà, che troverò il colpevole ad ogni costo. Di certo saranno stati corrotti dei membri della servitù ed inizierò le ricerche dal basso” le assicura.
“Da quanto tempo vi portano questa bevanda, spacciandola per vino?” si appresta a domandare.
“Tre giorni, ormai” risponde lei con un filo di voce.
Ciò che però non si può leggere dagli occhi di Hans è un turbamento ben più profondo. Non solo qualcuno sta tentando di uccidere Elsa, ma quello stesso desidera incastrarlo poiché la pianta con cui quel veleno è prodotto proviene dalle sue terre, le Isole del Sud. Chi desidera far cadere entrambi? Una domanda che si aggiunge ancora ai già gravosi problemi.




 



E’ così, dunque. Sono in molti a desiderare la sua morte e senza che nemmeno se ne rendesse conto ha ingerito dosi di veleno che potrebbero procurarle delle allucinazioni. Rimane distesa sul giaciglio tenendo le braccia dritte a causa delle scomode catene che le pesano ai polsi. Una rabbia crescente si fa strada in lei tanto che avverte il ghiaccio formarsi sull’acciaio, pronto a sciogliere quella prigionia che continua a prolungarsi contro il suo volere. Ma questa volta non funziona e non riesce ad usare i suoi poteri. La debolezza fisica che prova al momento è eccessiva e la rabbia scema fino a scomparire per trasformarsi in rassegnazione, poi in rammarico. Vogliono ucciderla per liberare il Regno da un peso troppo importante. Vorrebbe detestare il Principe Hans che è andato a riprenderla nel suo Palazzo di Ghiaccio, rovinando per sempre quell’idilliaca vita che si era prospettata davanti. Vorrebbe detestarlo, ma non ci riesce. Lo guarda con occhi abbacinanti di una luce smorzata e non riesce a provare nulla che non sia gratitudine.
Per quanto l’abbia costretta ad abbandonare la casa che si è costruita con le proprie mani, per quanto l’abbia trascinata nelle prigioni di Arendelle, non può odiarlo. La gentilezza che le riserva nel prendersi cura di lei, le rigidi attenzioni che pone nell’accertarsi che stia bene e la promessa di trovare il colpevole la rendono per la prima volta meno sola. Hans sta tentando di riposizionarla sul trono come le spetta facendo in modo che nessuno la temi più del dovuto. In qualche modo lui si fida ciecamente della purezza del suo cuore e delle sue buone intenzioni. Sa che non farebbe del male ad alcuno, se non fosse che il suo potere è rischioso e va tenuto a bada. Eppure sa anche che la sua fiducia proviene dall’amore nei confronti di Anna e nient’altro.
“Mia sorella un tempo era a conoscenza dei miei poteri” sussurra distogliendo lo sguardo di Hans che si appresta ad avvicinarsi al giaciglio, per controllare il rinnovato miglioramento della sua condizione fisica.
“Cosa è accaduto allora, perché ne è rimasta stupita?” l’ovvia domanda segue immediatamente, sotto lo sguardo incredulo del Principe che non si è aspettato quella confessione dettata da un’innata confidenza.
“Sono svaniti i suoi ricordi riguardo la mia magia. L’ho colpita. Le ho fatto del male e ha rischiato di morire. Se non avesse dimenticato non sarebbe sopravvissuta” per la prima volta dopo tanto, troppo tempo, gli occhi di Elsa divengono lucidi donando un chiarore maggiore all’azzurro già intenso che possiede.
Hans non aggiunge nessun commento di fronte a quell’affermazione, piuttosto china la testa rispettando quello che deve essere stato un grande dolore.
“Per questo l’avete sempre tenuta a distanza. Non è il vostro cuore ad essersi congelato ma le circostanze che vi hanno impedito di aprirlo di nuovo” solo dopo qualche istante lui si decide ad interferire nel mezzo di un silenzio che sente il bisogno di spezzare.
Elsa inaspettatamente lascia che si formi un mezzo sorriso sul fiore delle labbra. Cede le palpebre affinché non la guardi negli occhi e poco a poco si rialza, mettendosi seduta per riprendere possesso del proprio corpo. Le mani bruciano nel ghiaccio che si è formato all’interno delle catene ma non può liberarle, non può liberarsi.
“Hanno ragione ad avere paura di me. Sono in grado di distruggere ciò che ho di più caro senza averne il minimo controllo” riapre lentamente le palpebre e lo fa sprofondare sul boccale dove sono immerse ancora le macchie del veleno, la conferma della sua mostruosità.
“Potete imparare a farlo”
“In questo modo?” solleva le catene quasi per sbeffeggiarlo “ritirarmi su una Montagna solitaria non è stata una scelta facile ma rimanere lontana dagli altri mi ha permesso di essere me stessa. Lì non potevo fuggire da ciò che sono ed ero in grado di dimostrare che i miei poteri non sono così terrificanti. Convivere è fuori discussione e avreste dovuto lasciarmi lì” rimbrotta con maggiore forza, adesso che acquista le forze.
Hans solleva un sopracciglio e conduce elegantemente le mani dietro la schiena.
“Siete una Regina, Elsa. Il vostro dovere è anche quello di governare su Arendelle e non potete esimervi da ciò per cui siete nata. Fuggire non è una soluzione. Imparerete a convivere con i vostri poteri rimanendo insieme a tutti gli altri”.
Elsa corruga appena la fronte e aggrotta le sopracciglia.
“Avete così tanta fiducia in me, Principe Hans”.
“Come ne ho in Anna. So che presto farà ritorno e insieme a lei riusciremo a sistemare ogni cosa”.
“Una visione utopica e distorta prodotta dalla speranza” si lascia andare ad un umore uggioso e contrastante.
Di nuovo cala il silenzio finché barlumi di luce non entrano dalla finestrella posta in alto, lì dove si intravede la neve che sommerge completamente la terra e le acque.
“Perché non la andate a cercare di persona?” domanda Elsa dopo poco.
Hans prima di rispondere si morde il labbro inferiore e schiarisce la voce.
“Non mi perdonerebbe se sapesse che vi ho lasciata da sola. Le ho promesso che mi sarei preso cura di Arendelle in sua assenza e voi, Elsa, siete la Regina. Per quanto il mio cuore strepiti nel desiderio di andare a cercarla, non posso permettermi di venire meno ai miei doveri”.
La spiegazione piace ad Elsa. Piace in modo troppo sottile. Lo osserva attentamente finché non si convince di aver sbagliato la valutazione che si è fatta su di lui. Il senso del dovere che Hans possiede va ben oltre i sentimenti adolescenziali di cui lo ha considerato schiavo sin dall’inizio. La sua incredibile maturità, nonostante un animo simile a quello di Anna, lo rende affidabile. Si potrebbe persino rivelare un buon marito per sua sorella, una considerazione che prima di allora non si sarebbe concessa di fare.
“Vi ringrazio per ciò che state facendo. E perdonatemi se fino ad ora vi ho mostrato solo parole di scortesia”.
Difficilmente si sarebbe lasciata andare in quel modo ma sente che è giusto farlo. E’ giusto riferire ciò che sente. Nonostante il suo orgoglio l’abbia costretta a fare affidamento solo su se stessa non può fare a meno di ringraziare chi si prodiga nei propri confronti per migliorare una pessima e forse irrisolvibile situazione.
Hans non risponde ma si limita a sorridere. Un sorriso a cui lei inizia poco a poco ad abituarsi. 






 
NdA: 

Salve! Come promesso sto cercando di recuperare visto che avevo lasciato la raccolta parecchio indietro. Siamo al punto in cui si svela un problema piuttosto importante: Chi sta cercando di avvelenare Elsa? Perché voglio incastrare Hans? Prossimamente si saprà qualcosa e tornerà anche Anna, non temete. 
Ringrazio chi ha recensito la scorsa shot e chi ha inserito la storia tra le seguite/preferite/ricordate. Alla prossima!
 
 
   
 
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