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Autore: Greg90_h    21/07/2008    2 recensioni
La mia personale intepretazione di cosa è successo dopo la saconda battaglia ad Hogwarts,dove hanno vissuto i protagonisti e altre domande irrisolte dopo il settimo libro della Row, saranno spiegate (spero!!!) insieme a nuovi misteri, svolte ed emozioni in stile Rowlingiano. Basata sulle risposte date dalla Row nella intervista sull'epilogo,se volete delle risposte... «Interessante. Davvero interessante e curioso. – disse Silente – ad essere sincero non trovo strano che quel mago abbia imparato queste cose, ma più che altro, perché non ha mai cercato di combattere contro Voldemort, visto che poteva.». Il mago del ritratto guardò Harry con occhi penetranti. «Vuole dire che, quel mago poteva combattere Voldemort al posto mio?» chiese Harry stupefatto. «A dir la verità – lo corresse Silente – credo che avrebbe potuto benissimo distruggere gli Horcrux, ma non Voldemort stesso. Tra te e Voldemort c’era un legame particolare, che ti ha aiutato a sopravvivere per tutto questo tempo. Con Wonder Magic di certo non avrebbe potuto verificarsi lo stesso fenomeno.» Spero di avervi incuriosito! Leggete e recensite!
Genere: Generale, Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Il trio protagonista
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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12.Il binario nove e ¾

 

L'autunno sembrò arrivare velocemente quell'anno. La mattina del primo di settembre era secca e dorata come una mela e, mentre una piccola famiglia camminava attraverso la rombante strada verso una grande stazione di fuliggine, i vapori delle macchine e il respiro dei pedoni brillavano come tele di ragno nell’aria. Due grandi gabbie scuotevano rumorosamente sui carrelli carichi che i genitori stavano spingendo; i gufi all’’interno di esse gridavano indignati, e la ragazza dai capelli rossi si trascinava tristemente dietro i suoi fratelli, afferrando il braccio del padre.

«Non sarà per molto e poi ci andrai anche tu.» le disse Harry. Lily Luna era la sue terzogenita; due anni più piccola di Albus Severus che quel giorno stava per affrontare il suo primo viaggio ad Hogwarts.

«Due anni – disse Lily tirando su con il naso – Voglio andarci ora!». I pendolari guardavano curiosamente i gufi mentre la famiglia si faceva strada verso la barriera tra i binari nove e dieci. La voce di Albus si allontanava da Harry sopra il clamore circostante, i suoi figli riprendevano l’argomento che avevano sospeso in macchina.

«No! Non andrò a Serpeverde!» stava dicendo Albus.

«James, dacci un taglio» disse Ginny.

«Ho detto solo che potrebbe succedere – disse James sorridendo al fratello più giovane – Non c’è niente di strano in questo. Potrebbe capitare a Serpe…». Ma James capì, dallo sguardo della madre, e cadde in silenzio. I cinque Potter si avvicinavano alla barriera. Con un leggero e vanitoso sguardo sopra le spalle a suo fratello, James prese il carrello dalla madre e cominciò a correre. Un attimo dopo svanì attraversando l’apparente solida barriera tra il binario nove e il binario dieci.

«Mi scriverete, vero?» chiese Albus ai genitori immediatamente, vedendo l’assenza momentanea del fratello.

«Ogni giorno, se vuoi che lo facciamo» disse Ginny.

«Non ogni giorno – disse velocemente Albus – James dice che le persone ricevono lettere da casa almeno una volta al mese.»

«Abbiamo scritto a James tre volte a settimana l’anno scorso.» disse Ginny

«E non vorrai credere a tutto quello che ti dice su Hogwarts? – si intromise Harry – Gli piace scherzare a tuo fratello.» Fianco a fianco, spinsero il secondo carrello davanti, insieme. Mentre arrivavano alla barriera, Albus rabbrividì ma non si scatenarono altri conflitti. Invece la famiglia spuntò dal binario nove e tre quarti, il quale era oscurato da vapore spesso e bianco che stava spuntando dalla scritta rosea “Hogwarts Express”. Indistinte figure stavano camminando come sciami d’api attraverso la nebbiolina, in cui James si era già disperso.

«Dove sono?» chiese Albus ansiosamente, guardando le fosche forme che passavano mentre si facevano strada verso il binario.

«Li troveremo» disse Ginny in modo rassicurante. Ma il vapore era denso ed era difficile riconoscere i volti di ogni persona. Distaccate dagli altri proprietari, le voci sembravano innaturalmente forti. Harry pensò di aver sentito Percy conversare forte sulle regole delle scope magiche ed era abbastanza felice della scusa di non fermarsi a dire ciao…

«Penso siano loro, Al!» disse Ginny improvvisamente. Un gruppo di quattro persone emerse dalla nebbia, stando accanto all’ultima carrozza. I loro volti si focalizzarono solo quando Harry, Ginny, Lily ed Albus si avvicinarono a loro.

«Ciao.» disse Albus, che si sentì immediatamente rasserenato alla vista di Rose, che già indossava la sua tunica per Hogwarts, che gli sorrideva.

«Hai parcheggiato? – chiese Ron a Harry – Io l’ho fatto. Hermione non credeva che potessi superare il test per la patente babbana e tu? Pensava che io confondessi l’esaminatore.»

«No, non è vero – disse Hermione – Ho fiducia in te.»

«In realtà l’ho confuso» sussurrò Ron a Harry, mentre insieme portarono il baule di Albus e il gufo nel treno.

«Avevo solo dimenticato di guardare nello specchietto e andiamo, riesco a utilizzare un Incantesimo Supersensoriato per questo.».

«Hai sentito di Luna?» disse dopo un po’.

«Cosa fa?» chiese Harry

«Si è sposata. Con un certo Rolf, nipote di Newt Scamandro…»

«Quello di Gli Animali Curiosi: Dove Trovarli?» fece Harry sorpreso

«Sì – fece Ron – lei è una naturalista e viaggia per il mondo col suo nuovo marito alla scoperta di nuovi animali magici. Il Cavillo circola ancora e ad Hogwarts hanno un nuovo preside un docente per Difesa Contro le Arti Oscure. Ma  non so chi siano, mentre Fiorenzo è rientrato nel branco: l’ha detto Kingsley. I Centauri vogliono finalmente riappacificarsi con gli umani!». Harry guardò Ron con l’aria felice di chi ha appena trovato risposta alle sue domande leggendo un’enciclopedia. Aveva la vaga impressione che Ron morisse dalla voglia di dirgli tutte quelle novità già da tempo.

«Sapevi che l’Umbridge è stata arrestata?» disse Harry contento di saper qualcosa che Ron ignorava.

«Che bella notizia!» fece il rosso. Dietro il binario, trovarono Lily e Hugo, il fratello più giovane di Rose, che stavano tenendo un’accesa discussione su quale casa sarebbero finiti quando sarebbero finalmente arrivati a Hogwarts.

«Se non sarai in Grifondoro, ti toglieremo la nostra eredità. – disse Ron – ma non fare pressione.»

«Ron!» Lily e Hugo risero mentre Albus e Rose sembravano solenni.

«Non significa questo.» dissero Hermione e Ginny ma Ron non prestò loro attenzione. Notando l’occhio di Harry, annuì di nascosto a un punto di circa cinquanta centimetri lontani. Il vapore era diluito per un momento, e tre persone si alzarono in un sospiro acuto contro la nebbiolina in movimento.

«Guarda chi c’è.». Draco Malfoy stava là con sua moglie e suo figlio, indossando uno scuro cappotto abbottonato fino alla gola. I suoi capelli si ritiravano moderatamente, i quali facevano notare il mento appuntito. Il nuovo ragazzo somigliava molto a Draco così come Albus somigliava ad Harry. Draco vide Harry, Ginny, Hermione e Ron che lo fissavano, annuì bruscamente e se ne andò.

«Quel piccolo Scorpius! – disse Ron sotto voce – Vedi di batterlo in tutte le prove, Rose. Grazie a Dio hai ereditato la testa di tua madre.».

«Ron, per l’amor del cielo! – disse Hermione, mezza severa e mezza divertita. – Non provare a metterli contro prima che abbiano iniziato la scuola!»

«Hai ragione, scusa.» disse Ron, ma incapace di controllarsi aggiunse.

«Non essere troppo amica con lui, Rose. Nonno Weasley non ti perdonerebbe mai se sposassi un purosangue.».

«Hey!». James era riapparso. Si era privato delle sue cose, del gufo e del carrello ed era apparentemente pieno di novità.

«Teddy è tornato.» disse senza respirare, puntando un dito dietro la sua spalla nell’ondata di nuvole di vapore.

«Guardatelo! E indovinate cosa sta facendo? Sta pomiciando con Victoire!» Guardò fisso gli adulti, evidentemente non approvava la loro mancanza di reazione.

«Teddy! Teddy Lupin! Sta pomiciando con Victoire! Nostra cugina! E quando gli ho chiesto cosa stesse facendo... »

«Li hai interrotti? – chiese Ginny – Sei proprio come Ron… »

«…aveva detto che l’avrebbe solo accompagnata e che poi se ne sarebbe andato subito. Ma ci sta pomiciando!» aggiunse James molto preoccupato.

«Oh, sarebbe così dolce se si sposassero! – disse Lily estasiata a bassa voce – Teddy potrebbe far parte della famiglia poi!»

«Viene già a cena circa quattro volte alla settimana. – disse Harry – Perchè non lo invitiamo a vivere con noi?»

«Si! – disse James entusiasta – Non me ne frega niente di condividere qualcosa con Al. Teddy può prendere la mia stanza»

«No! – disse Harry fermamente – Tu ed Al condividerete la stanza fino a che non decida di demolire la casa.».

Controllò il vecchio orologio che era appartenuto a Fabian Prewett.

«Non dimenticare di dare un bacio a Neville da parte nostra!» disse Ginny a James mentre lo abbracciava.

«Mamma! Non posso dare un bacio al professore!»

«Ma conosci Neville!». James spostò gli occhi verso l'alto

«Fuori, sì, ma a scuola è il Professor Paciock, no? Non posso camminare per l’aula di Erbologia e dargli un bacio… » aggiunse scuotendo la testa di fronte alla stupidità della madre, poi si sfogò dando un calcio a Albus.

«Ci vediamo dopo! Non dimenticate di guardare i thestral!»

«Ma pensavo fossero invisibili! Avevi detto che erano invisibili!». Solo James rise, permettendo alla madre di dargli un bacio, diede al padre un abbraccio e poi andò rapidamente nel treno affollato. Lo videro camminare, poi scappare via verso il corridoio per cercare i suoi amici.

«Non ti devi preoccupare dei thestral. – disse Harry a Albus – Sono animali buoni, non c’è niente di pauroso in loro. Comunque, non arriverete a scuola in carrozza, prenderete le barche.». Ginny diede ad Albus un bacio di arrivederci.

«Ci vediamo a Natale.»

«Ciao, Al.» disse Harry a suo figlio abbracciandolo.

«Non dimenticare che Hagrid ti ha invitato a prendere il the il prossimo venerdì. Stai alla larga da Pix. Non combattere con nessuno fino a che non hai imparato come fare. E non farti coinvolgere da James.». Harry pronunciò forte queste ultime parole. La sua Mappa del Malandrino era misteriosamente sparita dalla sua scrivania dopo il primo anno di James a Hogwarts ed Harry aveva il forte presentimento che il suo primo figlio avesse qualcosa a che fare con quella faccenda…

«E se finisco a Serpeverde?» Quella domanda era solo per il padre ed Harry sapeva che soltanto al momento della partenza doveva sforzarsi di dire ad Albus quanto grande e sincera fosse quella paura. Harry si abbassò affinché la faccia di Albus fosse sopra la sua. Albus era l’unico dei tre fratelli ad aver ereditato gli occhi di Lily.

«Albus Severus – disse Harry piano, in modo che nessuno potesse sentirlo se non Ginny, la quale aveva abbastanza tatto da fingere di guardare Rose la quale era già salita sul treno – Ti è stato dato il nome di due presidi della scuola. Uno di loro era Serpeverde e l’altro era la persona più coraggiosa che io abbia mai incontrato.».

«Ma soltanto uno era di…»

«La casa di Serpeverde non guadagnerà uno studente eccellente? A noi non importa. Ma se importa a te, potrai scegliere Grifondoro sopra Serpeverde. Il Cappello Parlante prenderà la tua scelta in considerazione.»

«Davvero?»

«Lo ha fatto per me.» disse Harry. Non l’aveva mai detto a nessuno dei suoi figli, e vide la meraviglia dipinta sul volto di Albus quando glielo riferì. Ma ora le porte stavano sbattendo lungo il treno scarlatto e i vaghi contorni dei genitori si avvicinavano per gli ultimi saluti. Albus salì sulla carrozza e Ginny chiuse la porta dietro di lui. Gli studenti si erano attaccati alle finestre che stavano vicino loro. Tante facce sembravano si fossero girate verso Harry.

«Perché ci stanno guardando tutti quanti?» domandò Albus mentre lui e Rose si girarono per guardare gli altri studenti.

«Non ti preoccupare. – disse Ron – Sono io. Sono estremamente famoso.». Albus, Rose, Hugo e Lily risero. Il treno cominciò a muoversi e Harry camminò accanto ad esso, guardando il volto di suo figlio, già in fiamme per l’eccitazione. Harry continuava a sorridere e a correre, anche se era come un piccolo lutto vedere suo figlio scomparire da lui… L’ultima traccia di vapore salì nell’aria autunnale. Il treno svoltò in un angolo. La mano di Harry era ancora alta per l’addio.

«Starà bene…» mormorò Ginny. Mentre Harry la guardava, abbassò la mano distrattamente e toccò la cicatrice luminosa nella sua fronte.

«Lo so che starà bene.». Harry non fece quasi in tempo a risponderle che un rumore assordante pervase l’aria. Si girò verso la fonte del rumore e vide cosa lo aveva provocato: fuori dalla stazione c’era della gente che correva avanti e indietro. Harry e Ginny si guardarono tesi. Cosa c’era adesso? Harry si guardò intorno: Ron era vicino a lui insieme ad Hermione, ma Draco era sparito. Harry e Ron si guardarono: se in mezzo al tafferuglio, Draco Malfoy spariva, era segno evidente che il biondo era all’origine del problema. Si guardarono per un altro istante prima che Ron dicesse:

«Andiamo.». Harry lo seguì. Uscirono dalla stazione e osservarono la scena dal vivo. Con completa noncuranza verso la strada traboccante di babbani, Wonder Magic si ergeva dritto con la bacchetta tesa e, davanti a lui, stava una persona appesa per un piede a testa in giù.

«Pietà, pietà! Davvero non lo farò più!». L’uomo a testa in giù piagnucolava biascicando parole di scusa.

«Davvero, non lo farò mai più. Lasciami!».

«Cosa non farai più? – disse Wonder Magic con la sua voce gutturale – rubare i soldi ai maghi di passaggio?».

«No! No! No! Io non sono mai stato un borseggiatore! La mia colpa più grande è stata quella di comprare una partita di calderoni rubati!» disse l’uomo a testa in giù. Solo allora Harry capì chi era quell’uomo: era Mundungus Fletcher. Guardò l’uomo che continuava a divincolarsi pensando a quando lo aveva sorpreso a vendere degli articoli che scoprì aveva rubato a casa di Sirius. Anche se Harry lo riteneva colpevole di quanto aveva fatto non si impedì di urlare all’uomo vestito di verde.

«Ehi, tu! – disse – lascialo stare». Tirò fuori la sua bacchetta magica e la puntò contro Wonder Magic. L’uomo non lasciò andare Mundungus e guardò Harry senza alcun sorriso.

«Non parlare di cose che non capisci!». Harry pronunciò il primo Incantesimo che gli veniva in mente, senza aspettarsi veramente che funzionasse.

«Expelliarmus!». Vicino a lui esplosero la voce di Ron e anche quella di Teddy Lupin che era appena arrivato. Avevano pronunciato lo stesso Incantesimo contemporaneamente. Come preso alla sprovvista, Wonder Magic non riuscì a fermare tutti quegli Incantesimi in una volta. La bacchetta dell’uomo in verde volò via mentre Mundungus cadeva a terra e sveniva. Harry non perse tempo e, approfittando del disorientamento di Wonder Magic, gli saltò addosso mandandolo a terra mentre Ron lo raggiungeva di corsa. Hermione e Ginny urlavano di fermarsi mentre Lily incitava il padre agitando una mano nella sua direzione. Hugo guardava la scena a bocca aperta. Il mago vestito di verde si liberò e fuggì via, allontanandosi dalla folla. Harry, Ron e Teddy lo inseguirono fino in un vicolo cieco. Wonder Magic si fermò di colpo annaspando con le mani, chiaramente spaventato dalla sua mancata via di fuga. Harry si lanciò, seguito dagli altri, contro il mago in verde bloccandolo mentre Teddy allungava una mano per togliere il cappuccio che copriva il volto del misterioso giustiziere. Harry guardò sorpreso il volto di Draco Malfoy.

«Tu?» disse. Draco lo guardò pieno di rancore.

«Perché diamine vai in giro conciato così?» chiese Ron sconcertato, indicando l’abito verde con una W ed una M d’argento sul petto.

«Per non farmi riconoscere, idiota d’un Weasley!» fece Draco di nuovo acido.

«Perché stavi aggredendo lui?» disse Harry indicando con un dito in direzione del luogo dove Mundungus si trovava steso a terra.

«Perché se lo meritava.» disse semplicemente Draco ancora tenuto stretto da Harry.

«Per tutto quello che ci hai fatto passare tu – fece Ron – meriteresti di viverci a appeso a testa in giù!»

«Quindi adesso ci spieghi come ti è venuta questa brillante idea.» continuò Harry. Draco iniziò a spiegare.

«A iniziare è stato mio padre…»

«Lucius Malfoy? – fece Ron sorpreso – e perché?»

«Quando il Signore Oscuro era ancora nel pieno del potere, mio padre cercò un modo per difenderci.»

«Difendervi da chi? Dal vostro”datore di lavoro”? Guarda che ormai lo sappiamo che tuo padre era un Mangiamorte!» fece Ron sarcastico.

«Anch’io lo ero un Mangiamorte!» fece Draco risentito.

«Vantatene, sai?» fece Harry.

«Continua» disse Teddy Lupin.

«Bè, prima di essere reclutato, mio padre voleva trovare un modo per poterci difendere dalla furia del Signore Oscuro.

«Fece un viaggio in oriente. Lì alcuni maghi avevano trovato il modo di fare delle magie senza le bacchette magiche. Usavano la volontà stessa per fare degli Incantesimi. Mio padre ci mise molto tempo prima di riuscire ad imparare quest’arte ma ci riuscì e negli anni seguenti insegnò a me.»

«Ma se tuo padre poteva fare delle magie senza bacchetta – disse Harry – perché non si è mai opposto a Voldemort?». Si era ricordato di quando il quadro di Silente gli aveva detto che, se lo avesse voluto, Wonder Magic poteva aiutarli nella ricerca degli Horcrux.

«Perché sarebbe stato da stupidi – disse Draco con l’aria di chi spiega una cosa del tutto ovvia – il Signore Oscuro era comunque più forte! Aveva anni di esperienza, mentre mio padre aveva appena scoperto questa branca della magia, non avrebbe mai potuto sconfiggerlo.»

«Ma poteva sempre aiutarci nella ricerca degli Horcrux» gli disse Harry.

«Mio padre non è stupido, Potter – disse con enfasi – gli conveniva restare dalla sua parte. E poi, – Draco sorrise – al Signore Oscuro ci pensavi tu!». Harry represse a fatica l’istinto di prenderli a schiaffi. Aveva ragione di sospettare che ci fosse Lucius Malfoy dietro al cappuccio di Wonder Magic. Si calmò poi disse:

«Perché adesso andate in giro ad aiutare le persone?». Draco deglutì.

«La cose sono cambiate. – disse con voce bassa – mio padre è cambiato. Dopo la caduta del Signore Oscuro ha deciso di “redimersi” attraverso la figura di Wonder Magic.»

«Perché va in giro col costume?» disse Harry

«Per salvare il nome dei Malfoy. Cosa direbbe la gente se diventassimo all’improvviso dei difensori della legge? Finora la legge l’abbiamo sempre fatta noi e continueremo.»

«E perché vai in giro vestito così anche tu?» chiese Ron.

«Aiuto mio padre. Lo faccio solo per rispetto verso di lui. Me lo chiese tempo fa, quando eravamo ancora al settimo anno. Disse che doveva sistemare delle cose e che io dovevo restare al castello ancora per un po’. Per questo non potevo andarmene.»

«Quando eravamo ancora al castello tuo padre è arrivato e ti ha punito per un furto. Perché lo ha fatto?» chiese Harry.

«E come ha fatto ad entrare?» aggiunse Ron. Teddy li guardava incuriosito.

«Volevo prendere una bacchetta di uno studente – disse Draco rivolto ad Harry – tu avevi vinto la mia. Anche se poi mi hanno comprato una bacchetta nuova. – aggiunse – E comunque mio padre mi ha punito solo per salvare le apparenze. Sarebbe stato strano se avesse aggredito tutti tranne me.»

«E come è entrat…» fece Ron

«Riguardo a come è entrato – fece draco spazientito – Hogwarts è del tutto sprovvista di difese contro maghi che penetrano nella scuola con la forza del pensiero!».

«E perché schioccava le dita per sparire?» disse Harry

«A volte si deve ricorrere a gesti fisici per riuscire ad evocare l’incantesimo che si vuole fare. Per esempio non si può evocare nessuna magia senza avere almeno la bacchetta in man…» Draco si fermò. Evidentemente credeva di avere detto troppo.

«Non si possono fare magia senza la bacchetta? – disse Harry – Perché?»

«Non lo so!» disse Draco. Harry alzò la bacchetta minaccioso

«Non lo so sul serio!» si lamentò Draco. Harry e Ron si guardarono.

«Come fate tu e tuo padre a cambiare voce, quando indossate il costume di Wonder Magic?» chiese Ron.

«Abbiamo gettato un Incantesimo Cambiavoce sul costume: quando indossiamo il cappuccio la voce di chi lo indossa cambia e diventa molto più bassa e gutturale».

«Sentite – disse Draco dopo un po’ – non dite niente ad Astoria, non deve saperlo.»

«”Astoria”? Chi è?» fece Ron

«Astoria Greengrass, mia moglie, genio! Era alla stazione con me.». Dopo un po’ Ted parlò.

«Che facciamo, ora?». Harry teneva ancora Draco per la manica. Lo lasciò di colpo. Draco si sistemò e continuò a guardarli. Dopo un po’ si rialzò il cappuccio e disse:

«Mi raccomando, non dite niente.» Harry annuì. Draco si allontanò.

«E io che pensavo che ci fosse chissà chi dietro il costume!» fece Ron. Harry sorrise.

«In verità, te lo saresti mai aspettato?» chiese Harry a Ron

«In effetti no.» rispose il rosso.

«Credo che faremmo meglio a tornare.» fece Ted. Harry annuì e si riavviò con lui e Ron alla volta della stazione. Ritornando videro Hermione e Ginny che venivano nella loro direzione.

«Cos’è successo?» fece Hermione.

«Abbiamo scoper…» iniziò Ron, ma Harry, vedendo che Astoria era nelle vicinanze, parlò con voce più alta.

«Ci è sfuggito» disse.

«E non avete visto chi è?» chiese Ginny. Harry si avvicinò all’orecchio di sua moglie e le bisbigliò:

«Te lo dico più tardi». Ginny lo guardò incuriosita, ma non fece domande. Draco si avvicinò all’improvviso a sua moglie.

«Dov’eri?» disse lei a lui. Draco intercettò lo sguardo di Harry.

«Ehm… Avevo visto un amico… ero andato a salutarlo – disse lui evasivo – mi sono perso qualcosa?».

«È apparso Wonder Magic!» disse lei entusiasta.

«Ah, lui.» fece Draco imbronciato. Harry si chiese per quanto tempo Draco sarebbe riuscito a mantenere quel segreto.

«Be’, forse faremmo meglio ad andare.» disse ginny dopo un po’.

«Già – fece Harry – tu che cosa fai torni da nonna Andromeda o vieni da noi?» disse poi rivolto al giovane Lupin.

«Avevo già promesso di rimanere da lei oggi, quindi devo andare.» fece lui.

«Allora ci vediamo.» fece Ron. Ted fece un breve cenno con la mano e si Smaterializzò.

«Andiamo anche noi?» fece Hermione a Ron.

«Si, certo – fece il rosso – ti ricordi dove ho messo le chiavi della macchina?» disse muovendo le mani nelle tasche.

«Le hai date a me!» disse lei con gli occhi al cielo. Harry rise avviandosi con Ginny. Harry guardò Ginny e, mentre la guardava, abbassò la mano distrattamente e toccò la cicatrice luminosa nella sua fronte.

 La cicatrice non gli faceva più male da diciannove anni. Ora tutto andava bene.

 

 

 

 

Finita! Spero che vi sia piaciuta, visto che era la mia prima Fanfic così lunga! Ci vediamo alla prossima fic!

  
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