12.Il binario
nove e ¾
L'autunno
sembrò arrivare velocemente quell'anno. La mattina del primo di settembre era
secca e dorata come una mela e, mentre una piccola famiglia camminava
attraverso la rombante strada verso una grande stazione di fuliggine, i vapori
delle macchine e il respiro dei pedoni brillavano come tele di ragno nell’aria.
Due grandi gabbie scuotevano rumorosamente sui carrelli carichi che i genitori
stavano spingendo; i gufi all’’interno di esse gridavano indignati, e la
ragazza dai capelli rossi si trascinava tristemente dietro i suoi fratelli,
afferrando il braccio del padre.
«Non
sarà per molto e poi ci andrai anche tu.» le disse Harry. Lily Luna era la sue
terzogenita; due anni più piccola di Albus Severus che quel giorno stava per
affrontare il suo primo viaggio ad Hogwarts.
«Due
anni – disse Lily tirando su con il naso – Voglio andarci ora!». I pendolari
guardavano curiosamente i gufi mentre la famiglia si faceva strada verso la
barriera tra i binari nove e dieci. La voce di Albus si allontanava da Harry
sopra il clamore circostante, i suoi figli riprendevano l’argomento che avevano
sospeso in macchina.
«No!
Non andrò a Serpeverde!» stava dicendo Albus.
«James,
dacci un taglio» disse Ginny.
«Ho
detto solo che potrebbe succedere – disse James sorridendo al fratello più
giovane – Non c’è niente di strano in questo. Potrebbe capitare a Serpe…». Ma
James capì, dallo sguardo della madre, e cadde in silenzio. I cinque Potter si
avvicinavano alla barriera. Con un leggero e vanitoso sguardo sopra le spalle a
suo fratello, James prese il carrello dalla madre e cominciò a correre. Un
attimo dopo svanì attraversando l’apparente solida barriera tra il binario nove
e il binario dieci.
«Mi
scriverete, vero?» chiese Albus ai genitori immediatamente, vedendo l’assenza
momentanea del fratello.
«Ogni
giorno, se vuoi che lo facciamo» disse Ginny.
«Non
ogni giorno – disse velocemente Albus – James dice che le persone ricevono
lettere da casa almeno una volta al mese.»
«Abbiamo
scritto a James tre volte a settimana l’anno scorso.» disse Ginny
«E
non vorrai credere a tutto quello che ti dice su Hogwarts? – si intromise Harry
– Gli piace scherzare a tuo fratello.» Fianco a fianco, spinsero il secondo
carrello davanti, insieme. Mentre arrivavano alla barriera, Albus rabbrividì ma
non si scatenarono altri conflitti. Invece la famiglia spuntò dal binario nove
e tre quarti, il quale era oscurato da vapore spesso e bianco che stava
spuntando dalla scritta rosea “Hogwarts Express”. Indistinte figure stavano
camminando come sciami d’api attraverso la nebbiolina, in cui James si era già
disperso.
«Dove
sono?» chiese Albus ansiosamente, guardando le fosche forme che passavano
mentre si facevano strada verso il binario.
«Li
troveremo» disse Ginny in modo rassicurante. Ma il vapore era denso ed era
difficile riconoscere i volti di ogni persona. Distaccate dagli altri
proprietari, le voci sembravano innaturalmente forti. Harry pensò di aver
sentito Percy conversare forte sulle regole delle scope magiche ed era
abbastanza felice della scusa di non fermarsi a dire ciao…
«Penso
siano loro, Al!» disse Ginny improvvisamente. Un gruppo di quattro persone
emerse dalla nebbia, stando accanto all’ultima carrozza. I loro volti si
focalizzarono solo quando Harry, Ginny, Lily ed Albus si avvicinarono a loro.
«Ciao.»
disse Albus, che si sentì immediatamente rasserenato alla vista di Rose, che
già indossava la sua tunica per Hogwarts, che gli sorrideva.
«Hai
parcheggiato? – chiese Ron a Harry – Io l’ho fatto. Hermione non credeva che
potessi superare il test per la patente babbana e tu? Pensava che io
confondessi l’esaminatore.»
«No,
non è vero – disse Hermione – Ho fiducia in te.»
«In
realtà l’ho confuso» sussurrò Ron a Harry, mentre insieme portarono il baule di
Albus e il gufo nel treno.
«Avevo
solo dimenticato di guardare nello specchietto e andiamo, riesco a utilizzare
un Incantesimo Supersensoriato per questo.».
«Hai
sentito di Luna?» disse dopo un po’.
«Cosa
fa?» chiese Harry
«Si
è sposata. Con un certo Rolf, nipote di Newt Scamandro…»
«Quello
di Gli Animali Curiosi: Dove Trovarli?» fece Harry sorpreso
«Sì
– fece Ron – lei è una naturalista e viaggia per il mondo col suo nuovo marito
alla scoperta di nuovi animali magici. Il Cavillo circola ancora e ad Hogwarts
hanno un nuovo preside un docente per Difesa Contro le Arti Oscure. Ma non so chi siano, mentre Fiorenzo è rientrato
nel branco: l’ha detto Kingsley. I Centauri vogliono finalmente riappacificarsi
con gli umani!». Harry guardò Ron con l’aria felice di chi ha appena trovato
risposta alle sue domande leggendo un’enciclopedia. Aveva la vaga impressione
che Ron morisse dalla voglia di dirgli tutte quelle novità già da tempo.
«Sapevi
che l’Umbridge è stata arrestata?» disse Harry contento di saper qualcosa che
Ron ignorava.
«Che
bella notizia!» fece il rosso. Dietro il binario, trovarono Lily e Hugo, il
fratello più giovane di Rose, che stavano tenendo un’accesa discussione su
quale casa sarebbero finiti quando sarebbero finalmente arrivati a Hogwarts.
«Se
non sarai in Grifondoro, ti toglieremo la nostra eredità. – disse Ron – ma non
fare pressione.»
«Ron!»
Lily e Hugo risero mentre Albus e Rose sembravano solenni.
«Non
significa questo.» dissero Hermione e Ginny ma Ron non prestò loro attenzione.
Notando l’occhio di Harry, annuì di nascosto a un punto di circa cinquanta
centimetri lontani. Il vapore era diluito per un momento, e tre persone si
alzarono in un sospiro acuto contro la nebbiolina in movimento.
«Guarda
chi c’è.». Draco Malfoy stava là con sua moglie e suo figlio, indossando uno
scuro cappotto abbottonato fino alla gola. I suoi capelli si ritiravano
moderatamente, i quali facevano notare il mento appuntito. Il nuovo ragazzo
somigliava molto a Draco così come Albus somigliava ad Harry. Draco vide Harry,
Ginny, Hermione e Ron che lo fissavano, annuì bruscamente e se ne andò.
«Quel
piccolo Scorpius! – disse Ron sotto voce – Vedi di batterlo in tutte le prove,
Rose. Grazie a Dio hai ereditato la testa di tua madre.».
«Ron,
per l’amor del cielo! – disse Hermione, mezza severa e mezza divertita. – Non
provare a metterli contro prima che abbiano iniziato la scuola!»
«Hai
ragione, scusa.» disse Ron, ma incapace di controllarsi aggiunse.
«Non
essere troppo amica con lui, Rose. Nonno Weasley non ti perdonerebbe mai se
sposassi un purosangue.».
«Hey!».
James era riapparso. Si era privato delle sue cose, del gufo e del carrello ed
era apparentemente pieno di novità.
«Teddy
è tornato.» disse senza respirare, puntando un dito dietro la sua spalla
nell’ondata di nuvole di vapore.
«Guardatelo!
E indovinate cosa sta facendo? Sta pomiciando con Victoire!» Guardò fisso gli
adulti, evidentemente non approvava la loro mancanza di reazione.
«Teddy!
Teddy Lupin! Sta pomiciando con Victoire! Nostra cugina! E quando gli ho
chiesto cosa stesse facendo... »
«Li
hai interrotti? – chiese Ginny – Sei proprio come Ron… »
«…aveva
detto che l’avrebbe solo accompagnata e che poi se ne sarebbe andato subito. Ma
ci sta pomiciando!» aggiunse James molto preoccupato.
«Oh,
sarebbe così dolce se si sposassero! – disse Lily estasiata a bassa voce –
Teddy potrebbe far parte della famiglia poi!»
«Viene
già a cena circa quattro volte alla settimana. – disse Harry – Perchè non lo
invitiamo a vivere con noi?»
«Si!
– disse James entusiasta – Non me ne frega niente di condividere qualcosa con
Al. Teddy può prendere la mia stanza»
«No!
– disse Harry fermamente – Tu ed Al condividerete la stanza fino a che non
decida di demolire la casa.».
Controllò
il vecchio orologio che era appartenuto a Fabian Prewett.
«Non
dimenticare di dare un bacio a Neville da parte nostra!» disse Ginny a James
mentre lo abbracciava.
«Mamma!
Non posso dare un bacio al professore!»
«Ma
conosci Neville!». James spostò gli occhi verso l'alto
«Fuori,
sì, ma a scuola è il Professor Paciock, no? Non posso camminare per l’aula di
Erbologia e dargli un bacio… » aggiunse scuotendo la testa di fronte alla
stupidità della madre, poi si sfogò dando un calcio a Albus.
«Ci
vediamo dopo! Non dimenticate di guardare i thestral!»
«Ma
pensavo fossero invisibili! Avevi detto che erano invisibili!». Solo James rise,
permettendo alla madre di dargli un bacio, diede al padre un abbraccio e poi
andò rapidamente nel treno affollato. Lo videro camminare, poi scappare via
verso il corridoio per cercare i suoi amici.
«Non
ti devi preoccupare dei thestral. – disse Harry a Albus – Sono animali buoni,
non c’è niente di pauroso in loro. Comunque, non arriverete a scuola in
carrozza, prenderete le barche.». Ginny diede ad Albus un bacio di arrivederci.
«Ci
vediamo a Natale.»
«Ciao,
Al.» disse Harry a suo figlio abbracciandolo.
«Non
dimenticare che Hagrid ti ha invitato a prendere il the il prossimo venerdì.
Stai alla larga da Pix. Non combattere con nessuno fino a che non hai imparato
come fare. E non farti coinvolgere da James.». Harry pronunciò forte queste
ultime parole. La sua Mappa del Malandrino era misteriosamente sparita dalla
sua scrivania dopo il primo anno di James a Hogwarts ed Harry aveva il forte
presentimento che il suo primo figlio avesse qualcosa a che fare con quella
faccenda…
«E
se finisco a Serpeverde?» Quella domanda era solo per il padre ed Harry sapeva
che soltanto al momento della partenza doveva sforzarsi di dire ad Albus quanto
grande e sincera fosse quella paura. Harry si abbassò affinché la faccia di
Albus fosse sopra la sua. Albus era l’unico dei tre fratelli ad aver ereditato
gli occhi di Lily.
«Albus
Severus – disse Harry piano, in modo che nessuno potesse sentirlo se non Ginny,
la quale aveva abbastanza tatto da fingere di guardare Rose la quale era già
salita sul treno – Ti è stato dato il nome di due presidi della scuola. Uno di
loro era Serpeverde e l’altro era la persona più coraggiosa che io abbia mai
incontrato.».
«Ma
soltanto uno era di…»
«La
casa di Serpeverde non guadagnerà uno studente eccellente? A noi non importa.
Ma se importa a te, potrai scegliere Grifondoro sopra Serpeverde. Il Cappello
Parlante prenderà la tua scelta in considerazione.»
«Davvero?»
«Lo
ha fatto per me.» disse Harry. Non l’aveva mai detto a nessuno dei suoi figli,
e vide la meraviglia dipinta sul volto di Albus quando glielo riferì. Ma ora le
porte stavano sbattendo lungo il treno scarlatto e i vaghi contorni dei
genitori si avvicinavano per gli ultimi saluti. Albus salì sulla carrozza e
Ginny chiuse la porta dietro di lui. Gli studenti si erano attaccati alle finestre
che stavano vicino loro. Tante facce sembravano si fossero girate verso Harry.
«Perché
ci stanno guardando tutti quanti?» domandò Albus mentre lui e Rose si girarono
per guardare gli altri studenti.
«Non
ti preoccupare. – disse Ron – Sono io. Sono estremamente famoso.». Albus, Rose,
Hugo e Lily risero. Il treno cominciò a muoversi e Harry camminò accanto ad
esso, guardando il volto di suo figlio, già in fiamme per l’eccitazione. Harry
continuava a sorridere e a correre, anche se era come un piccolo lutto vedere
suo figlio scomparire da lui… L’ultima traccia di vapore salì nell’aria
autunnale. Il treno svoltò in un angolo. La mano di Harry era ancora alta per
l’addio.
«Starà
bene…» mormorò Ginny. Mentre Harry la guardava, abbassò la mano distrattamente
e toccò la cicatrice luminosa nella sua fronte.
«Lo
so che starà bene.». Harry non fece quasi in tempo a risponderle che un rumore
assordante pervase l’aria. Si girò verso la fonte del rumore e vide cosa lo
aveva provocato: fuori dalla stazione c’era della gente che correva avanti e
indietro. Harry e Ginny si guardarono tesi. Cosa c’era adesso? Harry si guardò
intorno: Ron era vicino a lui insieme ad Hermione, ma Draco era sparito. Harry
e Ron si guardarono: se in mezzo al tafferuglio, Draco Malfoy spariva, era
segno evidente che il biondo era all’origine del problema. Si guardarono per un
altro istante prima che Ron dicesse:
«Andiamo.».
Harry lo seguì. Uscirono dalla stazione e osservarono la scena dal vivo. Con
completa noncuranza verso la strada traboccante di babbani, Wonder Magic si
ergeva dritto con la bacchetta tesa e, davanti a lui, stava una persona appesa
per un piede a testa in giù.
«Pietà,
pietà! Davvero non lo farò più!». L’uomo a testa in giù piagnucolava
biascicando parole di scusa.
«Davvero,
non lo farò mai più. Lasciami!».
«Cosa
non farai più? – disse Wonder Magic con la sua voce gutturale – rubare i soldi
ai maghi di passaggio?».
«No!
No! No! Io non sono mai stato un borseggiatore! La mia colpa più grande è stata
quella di comprare una partita di calderoni rubati!» disse l’uomo a testa in
giù. Solo allora Harry capì chi era quell’uomo: era Mundungus Fletcher. Guardò
l’uomo che continuava a divincolarsi pensando a quando lo aveva sorpreso a
vendere degli articoli che scoprì aveva rubato a casa di Sirius. Anche se Harry
lo riteneva colpevole di quanto aveva fatto non si impedì di urlare all’uomo
vestito di verde.
«Ehi,
tu! – disse – lascialo stare». Tirò fuori la sua bacchetta magica e la puntò
contro Wonder Magic. L’uomo non lasciò andare Mundungus e guardò Harry senza
alcun sorriso.
«Non
parlare di cose che non capisci!». Harry pronunciò il primo Incantesimo che gli
veniva in mente, senza aspettarsi veramente che funzionasse.
«Expelliarmus!». Vicino a lui esplosero
la voce di Ron e anche quella di Teddy Lupin che era appena arrivato. Avevano
pronunciato lo stesso Incantesimo contemporaneamente. Come preso alla
sprovvista, Wonder Magic non riuscì a fermare tutti quegli Incantesimi in una
volta. La bacchetta dell’uomo in verde volò via mentre Mundungus cadeva a terra
e sveniva. Harry non perse tempo e, approfittando del disorientamento di Wonder
Magic, gli saltò addosso mandandolo a terra mentre Ron lo raggiungeva di corsa.
Hermione e Ginny urlavano di fermarsi mentre Lily incitava il padre agitando
una mano nella sua direzione. Hugo guardava la scena a bocca aperta. Il mago
vestito di verde si liberò e fuggì via, allontanandosi dalla folla. Harry, Ron
e Teddy lo inseguirono fino in un vicolo cieco. Wonder Magic si fermò di colpo
annaspando con le mani, chiaramente spaventato dalla sua mancata via di fuga.
Harry si lanciò, seguito dagli altri, contro il mago in verde bloccandolo
mentre Teddy allungava una mano per togliere il cappuccio che copriva il volto
del misterioso giustiziere. Harry guardò sorpreso il volto di Draco Malfoy.
«Tu?»
disse. Draco lo guardò pieno di rancore.
«Perché
diamine vai in giro conciato così?» chiese Ron sconcertato, indicando l’abito
verde con una W ed una M d’argento sul petto.
«Per
non farmi riconoscere, idiota d’un Weasley!» fece Draco di nuovo acido.
«Perché
stavi aggredendo lui?» disse Harry indicando con un dito in direzione del luogo
dove Mundungus si trovava steso a terra.
«Perché
se lo meritava.» disse semplicemente Draco ancora tenuto stretto da Harry.
«Per
tutto quello che ci hai fatto passare tu – fece Ron – meriteresti di viverci a
appeso a testa in giù!»
«Quindi
adesso ci spieghi come ti è venuta questa brillante idea.» continuò Harry.
Draco iniziò a spiegare.
«A
iniziare è stato mio padre…»
«Lucius
Malfoy? – fece Ron sorpreso – e perché?»
«Quando
il Signore Oscuro era ancora nel pieno del potere, mio padre cercò un modo per
difenderci.»
«Difendervi
da chi? Dal vostro”datore di lavoro”? Guarda che ormai lo sappiamo che tuo
padre era un Mangiamorte!» fece Ron sarcastico.
«Anch’io
lo ero un Mangiamorte!» fece Draco risentito.
«Vantatene,
sai?» fece Harry.
«Continua»
disse Teddy Lupin.
«Bè,
prima di essere reclutato, mio padre voleva trovare un modo per poterci
difendere dalla furia del Signore Oscuro.
«Fece
un viaggio in oriente. Lì alcuni maghi avevano trovato il modo di fare delle
magie senza le bacchette magiche. Usavano la volontà stessa per fare degli
Incantesimi. Mio padre ci mise molto tempo prima di riuscire ad imparare
quest’arte ma ci riuscì e negli anni seguenti insegnò a me.»
«Ma
se tuo padre poteva fare delle magie senza bacchetta – disse Harry – perché non
si è mai opposto a Voldemort?». Si era ricordato di quando il quadro di Silente
gli aveva detto che, se lo avesse voluto, Wonder Magic poteva aiutarli nella
ricerca degli Horcrux.
«Perché
sarebbe stato da stupidi – disse Draco con l’aria di chi spiega una cosa del
tutto ovvia – il Signore Oscuro era comunque più forte! Aveva anni di
esperienza, mentre mio padre aveva appena scoperto questa branca della magia,
non avrebbe mai potuto sconfiggerlo.»
«Ma
poteva sempre aiutarci nella ricerca degli Horcrux» gli disse Harry.
«Mio
padre non è stupido, Potter – disse con enfasi – gli conveniva restare dalla
sua parte. E poi, – Draco sorrise – al Signore Oscuro ci pensavi tu!». Harry
represse a fatica l’istinto di prenderli a schiaffi. Aveva ragione di
sospettare che ci fosse Lucius Malfoy dietro al cappuccio di Wonder Magic. Si
calmò poi disse:
«Perché
adesso andate in giro ad aiutare le persone?». Draco deglutì.
«La
cose sono cambiate. – disse con voce bassa – mio padre è cambiato. Dopo la
caduta del Signore Oscuro ha deciso di “redimersi” attraverso la figura di
Wonder Magic.»
«Perché
va in giro col costume?» disse Harry
«Per
salvare il nome dei Malfoy. Cosa direbbe la gente se diventassimo
all’improvviso dei difensori della legge? Finora la legge l’abbiamo sempre
fatta noi e continueremo.»
«E
perché vai in giro vestito così anche tu?» chiese Ron.
«Aiuto
mio padre. Lo faccio solo per rispetto verso di lui. Me lo chiese tempo fa,
quando eravamo ancora al settimo anno. Disse che doveva sistemare delle cose e
che io dovevo restare al castello ancora per un po’. Per questo non potevo
andarmene.»
«Quando
eravamo ancora al castello tuo padre è arrivato e ti ha punito per un furto.
Perché lo ha fatto?» chiese Harry.
«E
come ha fatto ad entrare?» aggiunse Ron. Teddy li guardava incuriosito.
«Volevo
prendere una bacchetta di uno studente – disse Draco rivolto ad Harry – tu
avevi vinto la mia. Anche se poi mi hanno comprato una bacchetta nuova. –
aggiunse – E comunque mio padre mi ha punito solo per salvare le apparenze.
Sarebbe stato strano se avesse aggredito tutti tranne me.»
«E
come è entrat…» fece Ron
«Riguardo
a come è entrato – fece draco spazientito – Hogwarts è del tutto sprovvista di
difese contro maghi che penetrano nella scuola con la forza del pensiero!».
«E
perché schioccava le dita per sparire?» disse Harry
«A
volte si deve ricorrere a gesti fisici per riuscire ad evocare l’incantesimo
che si vuole fare. Per esempio non si può evocare nessuna magia senza avere
almeno la bacchetta in man…» Draco si fermò. Evidentemente credeva di avere
detto troppo.
«Non
si possono fare magia senza la bacchetta? – disse Harry – Perché?»
«Non
lo so!» disse Draco. Harry alzò la bacchetta minaccioso
«Non
lo so sul serio!» si lamentò Draco.
Harry e Ron si guardarono.
«Come
fate tu e tuo padre a cambiare voce, quando indossate il costume di Wonder
Magic?» chiese Ron.
«Abbiamo
gettato un Incantesimo Cambiavoce sul costume: quando indossiamo il cappuccio
la voce di chi lo indossa cambia e diventa molto più bassa e gutturale».
«Sentite
– disse Draco dopo un po’ – non dite niente ad Astoria,
non deve saperlo.»
«”Astoria”?
Chi è?» fece Ron
«Astoria Greengrass, mia
moglie, genio! Era alla stazione con me.». Dopo un po’ Ted parlò.
«Che
facciamo, ora?». Harry teneva ancora Draco per la manica. Lo lasciò di colpo.
Draco si sistemò e continuò a guardarli. Dopo un po’ si rialzò il cappuccio e
disse:
«Mi
raccomando, non dite niente.» Harry annuì. Draco si allontanò.
«E
io che pensavo che ci fosse chissà chi dietro il costume!» fece Ron. Harry
sorrise.
«In
verità, te lo saresti mai aspettato?» chiese Harry a Ron
«In
effetti no.» rispose il rosso.
«Credo
che faremmo meglio a tornare.» fece Ted. Harry annuì e si riavviò con lui e Ron
alla volta della stazione. Ritornando videro Hermione e Ginny che venivano
nella loro direzione.
«Cos’è
successo?» fece Hermione.
«Abbiamo
scoper…» iniziò Ron, ma Harry, vedendo che Astoria era nelle vicinanze, parlò
con voce più alta.
«Ci
è sfuggito» disse.
«E
non avete visto chi è?» chiese Ginny. Harry si avvicinò all’orecchio di sua
moglie e le bisbigliò:
«Te
lo dico più tardi». Ginny lo guardò incuriosita, ma non fece domande. Draco si
avvicinò all’improvviso a sua moglie.
«Dov’eri?»
disse lei a lui. Draco intercettò lo sguardo di Harry.
«Ehm…
Avevo visto un amico… ero andato a salutarlo – disse lui evasivo – mi sono
perso qualcosa?».
«È
apparso Wonder Magic!» disse lei entusiasta.
«Ah,
lui.» fece Draco imbronciato. Harry si chiese per quanto tempo Draco sarebbe
riuscito a mantenere quel segreto.
«Be’,
forse faremmo meglio ad andare.» disse ginny dopo un po’.
«Già
– fece Harry – tu che cosa fai torni da nonna Andromeda o vieni da noi?» disse
poi rivolto al giovane Lupin.
«Avevo
già promesso di rimanere da lei oggi, quindi devo andare.» fece lui.
«Allora
ci vediamo.» fece Ron. Ted fece un breve cenno con la mano e si Smaterializzò.
«Andiamo
anche noi?» fece Hermione a Ron.
«Si,
certo – fece il rosso – ti ricordi dove ho messo le chiavi della macchina?»
disse muovendo le mani nelle tasche.
«Le
hai date a me!» disse lei con gli occhi al cielo. Harry rise avviandosi con
Ginny. Harry guardò Ginny e, mentre la guardava, abbassò la mano distrattamente
e toccò la cicatrice luminosa nella sua fronte.
La cicatrice non gli faceva più male da diciannove
anni. Ora tutto andava bene.
Finita! Spero che vi sia piaciuta, visto che era la mia prima
Fanfic così lunga! Ci vediamo alla prossima fic!