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Autore: Lifaen    13/05/2014    0 recensioni
Salve a tutti! Come si può evincere dal titolo, la trama ruota attorno ad un gruppo di avventurieri che affrontano i demoni che infestano il loro mondo, nel tentativo di liberarlo. Spero vi divertiate a leggere questa storia come io mi diverto a scriverla! Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E così, dopo settimane in cui non aveva fatto altro che starsene solo per il castello, allenarsi, ed occasionalmente uscire fuori a prendere una boccata d’aria, o a fare una passeggiata, si ritrovava nuovamente nella sala oscura, in attesa che la Carezza gli comunicasse il motivo per cui lo aveva convocato.
Lenn era rimasto sorpreso delle proprietà del pugnale che la donna gli aveva donato. La lama di avorio, l’impugnatura finemente lavorata in ossidiana e finimenti dorati, quel coltellino aveva sorpreso il giovane stregone consentendogli di incanalare i propri incantesimi attraverso il metallo dell’arma come si trattasse di un’estensione del proprio corpo. Anche grazie a quello strumento, Lenn sapeva di aver fatto enormi ed ulteriori progressi nella padronanza della sua arte dei fulmini.
Tuttavia, per quanto si fosse allenato fino allo sfinimento nelle settimane precedenti, aveva avuto continuamente la sgradevole sensazione di essere più un raro pezzo da collezione che non un essere umano. I pallidi servitori della Carezza raramente gli rivolgevano più di qualche parola formale; per non parlare poi di Lys e Syl, unite come al solito, che ogni tanto aveva sorpreso a controllare i suoi progressi. Loro avevano liquidato la faccenda come pura curiosità di vedere fin dove avrebbe potuto spingere le sue possibilità; Syl, la sorella maggiore, con i lunghi capelli rossi raccolti in un’elegante coda di cavallo e i penetranti occhi azzurro ghiaccio, aveva commentato di vedere un futuro in continua ascesa per lui, con quello che lo stregone supponeva voler essere un tono gentile ma che era risuonato alle sue orecchie come estremamente neutro.
Ma sopra ogni cosa, più della soddisfazione di essere ulteriormente migliorato, più della sgradevolezza che gli provocavano le occhiate degli abitanti del castello, era assurdo ed inquietante il pensiero di ritrovarsi solo in quel maniero, pur magnifico com’era. Solo, senza i suoi amici.
Non aveva mai passato così tanto tempo senza chiacchierare con almeno qualcuno di loro. Sentiva la mancanza di tutti, indistintamente: Lifaen, il suo mentore ed amico più intimo, una sorta di figura paterna; Keyleth, sempre tanto dolce e comprensiva, con una spiegazione su quasi ogni avvenimento che capitasse o creatura incontrassero; Mildred, sempre così sicura di sé e disponibile ad infondere un briciolo di sicurezza anche a tutti gli altri, dando loro la spinta necessaria a gettarsi all’avventura; Nom, senza il cui aiuto Lenn era certo non se la sarebbe cavata in una miriade di situazioni, dalle scorrerie dei goblin alle battaglie contro i demoni. Ogni tanto si era ritrovato a pensare a come stessero, e se e quanto il loro viaggio li avesse cambiati.
Per parte sua, lo stregone era convinto che il suo “viaggio”, per così definirlo, avrebbe dovuto aspettare il placet della Carezza; ed era anche abbastanza sicuro che la meravigliosa donna stesse valutando in quell’esatto momento se darlo o meno.
Dato che il silenzio si prolungava e l’angelo seduto sul trono di fenice non dava segno di voler parlare per prima, lo stregone prese il coraggio a due mani e cominciò a parlare.
“Mi ha fatto chiamare?”
Lei sembrò soddisfatta che finalmente avesse detto qualcosa, e prese a sua volta a parlare, seducente come al solito.
“In effetti sì, mio giovane stregone. Ti ho fatto chiamare. Avrei una domanda da porti, ed una missione da assegnarti. Se per te non è un problema, comincerei dalla seconda, perché la ritengo ben più importante allo stato delle cose.”
Lenn fece un cenno di assenso, sebbene sapesse ormai perfettamente che quella donna bella da star male avrebbe seguito comunque il suo piccolo programma anche senza quella muta approvazione che aveva appena espresso.
Se c’è una cosa di cui ormai sono sicuro, è che non permette a niente e a nessuno di distoglierla dalle sue decisioni, quando le ha prese.
“Molto bene” continuò la Carezza, con una strana espressione soddisfatta. “La missione che gradirei svolgessi per me è sufficientemente pericolosa da indurmi a smuovere uno stregone di potenza eccezionale come sei tu, penso che non ci sia effettivamente bisogno di dirlo. Ultimamente, sulla costa a sud di queste terre, si è stabilita una creatura che si sta rivelando fastidiosa per i miei commerci con le isole meridionali per il rifornimento delle città che hanno preso coscienza della gravità della minaccia rappresentata dai demoni.”
Lenn annuì. Aveva assistito a parecchi nobili entrare ed uscire dal castello per avere un’udienza con lei, e, dato che la Carezza lo teneva sempre al proprio fianco in quelle occasioni, aveva compreso come fosse abbastanza facoltosa ed influente da permettersi di poter essere il fulcro di una rete commerciale che si stendeva per diverse delle città del continente, non ultime Darknest e Silverbell, dove si trovava Keyleth; fra l’altro quest’ultima aveva di recente inviato un messaggio dove riferiva alla Carezza che una certa Mialee era sopravvissuta all’attacco dell’incappucciato dal mantello bianco, che avevano scoperto chiamarsi Void. Non sapeva altro, ma la Carezza era sembrata sufficientemente soddisfatta delle informazioni ottenute.
“Che genere di creatura? Un demone?” domandò il giovane stregone.
La donna meravigliosa sul trono rise.
“No, si tratta di un drago. Nello specifico, di un drago blu. Non eccessivamente potente ancora, ma già abbastanza molesto. Gradirei te ne sbarazzassi per me, se non ti è di troppo disturbo. Ha già saccheggiato e sterminato più di trenta villaggi nei pressi del suo covo per aumentare il proprio tesoro; un atteggiamento tipico dei draghi, ma che non sono disposta a tollerare.”
Lenn non capiva. Non le era importato nulla del massacro di Fallensun, o almeno così era parso a loro; come mai ora si preoccupava di un drago blu che distruggeva dei semplici villaggi? In ogni caso, lui non era certo disposto a permettere che quella bestia continuasse il suo ciclo di morte e rapina, se era in suo potere fermarla.
“Ci conti. Altro?”.
La Carezza sembrò stupita da tanta laconicità, ma si riprese in fretta, esibendo nuovamente un sorriso raggiante.
“Ovviamente mandarti da solo ad affrontare un drago con le tue attuali abilità equivarrebbe a condannarti a morte certa, ma non abbiamo tempo, temo, di aspettare che il tuo potere si affini ulteriormente, Dio del Fulmine. Perciò assieme a te verrà Syl, per assisterti in battaglia, ed esserti d’aiuto in qualunque altro modo riterrai opportuno. Gradirei, comunque, che vi adoperaste per tornare entrambi a casa sani e salvi” concluse, alzandosi dal trono e scendendo dai gradini per superarlo passandogli di fianco, con una falcata aggraziata che costrinse Lenn a mantenere lo sguardo fisso sul trono vuoto per non perdere il contegno.
“Ha detto che aveva anche una domanda per me” disse, mentre la sentiva avvicinarsi alla porta. “Qual è?”.
La sentì ridere, e si volto solo per vedere gli ardenti occhi rossi di lei fissi nei suoi, in cerca del minimo segno di debolezza, che si costrinse a non mostrare.
“Hai più ripensato alla nostra breve chiacchierata sulla mediocrità e l’eccezionalità?” domandò, un sorriso mellifluo che increspava le labbra perfette.
Lenn non seppe che rispondere, al che lei rise nuovamente, un suono angelico velato di malinconia quasi impercettibile.
“Prenditi dell’altro tempo per pensarci su ancora, allora. Io non ho fretta” disse, uscendo dalla porta, che rimase socchiusa mentre Lenn rimaneva fermo a contemplare la sua ombra allontanarsi, seguendo quel corpo perfetto che ondeggiava sinuoso come le onde del mare.
  
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