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Autore: Cherrie_2709    15/05/2014    1 recensioni
-Madre...Padre...ho una richiesta da fare-
"Oddio no" pensò Flora
Federico si inchinò ai suoi piedi -Flora, amore mio...-
La tensione nella stanza era palpabile.
-...vuoi sposarmi?-
Silenzio. Silenzio totale. La ragazza stava ascoltando il suo cuore. Sapeva cosa le stava dicendo, ma aveva paura di dar voce ai suoi sentimenti. Prese un bel respiro e si preparò a rispondere. Ma qualcun'altro lo fece per lei.
-NO!- gridò Ezio, senza pensarci due volte.
Genere: Avventura, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ezio Auditore, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Eccomi di nuovo qui ^^ Lo so, è passato davvero tantissimo tempo :( io purtroppo sono una che non si sa affatto organizzare: non riesco mai a fare più di un tot di cose in una giornata T.T vi chiedo, quindi, ancora scusa per la mia lentezza e spero che i capitoli ripaghino di questa attesa u.u

- Parlate, dunque.
- Quanta fretta – disse sdraiandosi comodamente sul letto della sua “nuova” stanza.
- Ora basta, Ezio. Se siete davvero qui per un'importante missione, parlate. Altrimenti, potete evitare di perdere tempo e lasciarmi concludere la mia di missione.
- Perdonami.
- Non osare darmi del tu!
- Perdonatemi – replicò alzando le mani – Sono qui perché, come dicevo, la congiura dei Pazzi si è estesa. O meglio, la Congiura dei Pazzi è conclusa, ma Rodrigo Borgia ha altri uomini. Uno di questi è Emilio Barbarigo, un mercante piuttosto potente. Controlla tutto il mercato presente nel sestiere di San Polo e non credo che la cosa vada bene ai mercanti lì presenti. Non a tutti, comunque.
- Come mai?
- Li comanda tramite un manipolo di guardie sempre in giro per il sestiere e, se non hanno un permesso, vengono cacciati. Ho assistito personalmente all'intervento di una guardia e mi sono trattenuto a stento dall'attaccarla e ucciderla.
- Siete sicuro che sia un uomo di Rodrigo e non un semplice nobile che si diverte a guardare i meno fortunati che soffrono sotto il suo potere?
- Abbastanza, dato che si trovava insieme allo Spagnolo e a Jacopo de' Pazzi quando li ho seguiti. Anzi, devo ammettere che, se ho ucciso Jacopo, è stato anche grazie al suo aiuto.
Flora lo fissò intensamente, aspettando che le desse spiegazioni.
- A quanto pare, Rodrigo non se ne faceva nulla di Jacopo senza il resto della sua famiglia e ha preferito liberarsene invece che aspettare il mio intervento. In ogni caso, l'obbiettivo è stato raggiunto, così sono passato al successivo. A dire il vero, ero sul punto di concludere anche questo, ma il luogo in cui Barbarigo risiede, Palazzo della Seta, ha delle mura piuttosto difficoltose da scalare. Se solo quella ladra non si fosse ferita... - continuò a dire abbassando sempre di più il tono di voce, come stesse parlando da solo e non più con la ragazza.
- Che state blaterando?
- Non sono l'unico interessato al ruolo di Emilio. C'è un piccolo gruppo di ladri che risiede nello stesso sestiere e ha tentato di entrare quando anche io ci ho provato. Gli uomini facevano da diversivo, mentre l'unica donna del gruppo pensava ad infiltrarsi. Ma il palazzo è circondato da arcieri e l'hanno colpita.
- Dannazione, Rosa! - esclamò lei senza pensarci.
- La conoscete?
- Sono entrata in contatto con la gilda di Antonio non appena sono arrivata qui. Ho deciso di tenermi alla larga dopo i trascorsi che ho avuto con i ladri di Napoli, ma Rosa è affidabile e scaltra. Nessuno sa che mi ha aiutata, forse nemmeno Antonio.
- E, per caso, vi ha insegnato qualcosa? Per esempio...come arrampicarsi su muri difficili?
- Può darsi. Ma è una loro tecnica, non spetta a me insegnarvela.
- Oh, andiamo! Non potete privarmi di ciò che mi serve per la mia missione solo perché avete deciso di tenermi il broncio!
- Tenervi il broncio? Credete che lo faccia per divertirmi e vedere la vostra reazione? Io vi odio, Ezio! Io non riesco a vedervi, dannazione!!!
Il ghigno sparì dal viso di Ezio. Divenne serio e, da sdraiato com'era, passò a sedersi.
- Dunque...è così?
- E come dovrebbe essere altrimenti? Io vi amavo, Ezio. Vi amavo per davvero. Per voi ho ferito vostro fratello! E voi avete saputo ricambiarmi dimostrando che non siete in grado di amare un'unica donna. Mi dispiace Ezio, ma un anello non dimostra che volete impegnarvi.
Il ragazzo assunse un'aria che Flora non gli aveva mai visto prima in viso, se non quando aveva dovuto fare i conti con la morte dei suoi famigliari. Era dolore. Ma lei non poteva cedere. Stava male tanto quanto lui e, oltretutto, lei era stata la prima a essere ferita nell'animo.
- E' inutile che assumiate quell'espressione. Se ora siamo in questa situazione, è solo colpa vostra.
Non aveva più nulla da dirgli e lui altrettanto. Con la rabbia e il dolore che le riempivano il cuore, uscì da quella stanza e si diresse verso il covo dei ladri. Aveva bisogno di spiegazioni.
 
- Chi ve l'ha detto?
- Ha importanza?
- No...no, davvero. Però è così. I miei ragazzi hanno tentato di introdursi nel palazzo per concludere la vita di Emilio Barbarigo. Siamo ladri, ma non per questo non ci sta a cuore la gente di Venezia.
- O, molto più semplicemente, con il controllo che Barbarigo esercita sul sestiere non riuscite più a derubare tanto facilmente i mercanti.
- Anche questo, sì.
La ragazza ridacchiò e Antonio con lei.
- Rosa? Sta molto male? - riprese poi Flora.
- Quando è arrivata non era messa affatto bene. Ma delle buone cure e una stampella l'hanno rimessa in sesto. Anche se per un po' non potrà ovviamente fare acrobazie di alcun genere.
- Proprio di questo ero venuta a parlarvi. Il mio informatore mi ha detto che Palazzo della Seta sarebbe normalmente difficile da scalare, vista la scarsa quantità di appigli, ma che Rosa era tranquillamente in grado di muoversi e che, se non fosse stata colpita, sarebbe entrata senza difficoltà.
- Che volete sapere? Conoscete già quella tecnica.
- E' il mio informatore a volerla conoscere.
- Perché ho l'impressione che questo informatore sia più un amico? Comunque non c'è problema, potete tranquillamente insegnargliela voi, no?
- No.
Antonio, che aveva iniziato a versarsi una strana sostanza scura in un calice, si fermò di colpo e tornò a guardare Flora.
- E perché mai? - chiese confuso sorseggiando un po' di quella bevanda.
- Perché...perché il rapporto con suddetta persona è alquanto complicato, Antonio. Ve ne prego, può occuparsene qualcun altro dei vostri?
L'uomo la guardò per qualche secondo, ancora sorseggiando dal calice. Avrebbe voluto sapere di cosa si trattava per via della sua indole curiosa, ma sapeva che non era un buon momento per chiedere.
- E va bene. Va a chiamare questa persona e dille di venire qui domani. Franco può occuparsi della questione.
- Vi ringrazio.
- Prima di andare, volete forse un po' di caffé? Ho notato che fissavate intensamente il mio bicchiere.
- Oh no, grazie. Mi chiedevo solo cosa fosse, ma...sarà per un'altra volta.
 
- E chi è Franco?
- Uno dei ladri, ovviamente. Accontentatevi, per cortesia, e andate al covo domattina. Io avrò da fare.
- Siete sicura di non voler venire?
- Più che certa, Auditore.
Sentirsi chiamare per cognome lo ferì ancora di più. Erano davvero così lontani oramai? Quasi a voler accorciare tutta quella distanza, allungò una mano e afferrò il polso di Flora. Dolcemente la tirò a sé in un abbraccio.
- Non vi chiedo di perdonarmi, – disse con il viso immerso tra i suoi capelli – ma, vi prego, non odiatemi.
La ragazza fu presa totalmente alla sprovvista. Avrebbe voluto spingerlo via con violenza e urlargli in faccia di tutto e di più, ma non ci riuscì. Poteva sentire il profumo tipico del ragazzo, quell'odore con cui poteva identificarlo a occhi chiusi. Per qualche secondo rimase immobile, poi, lentamente, lasciò che le sue braccia avvolgessero la vita di Ezio. Non lo strinse con vigore, ma fu forse l'abbraccio più forte che gli avesse mai dato.
Quando l'abbraccio si concluse, nessuno dei due disse nulla. Flora si limitò ad uscire dalla stanza, scossa da un fastidioso fremito: voleva gridare, piangere, sorridere. Quell'uomo era unico.
 
Il mattino seguente, quando si svegliò, si preparò subito per il suo compito. Voleva sbarazzarsi di quell'uomo, che aveva chiamato padre per anni, il prima possibile. Era curiosa di sapere se Ezio fosse già alla gilda, ma non voleva darlo a vedere.
- Dove andate di bello?
Luigi le sbucò davanti all'improvviso. Forse, se non fosse stata persa nei suoi pensieri riguardo ad Ezio, l'avrebbe sentito arrivare. Poche ore dopo si sarebbe dovuta scontrare con qualche guardia di sicuro, non poteva lasciare spazio alla distrazione. Scrollò via quei pensieri e fece finta di dimenticare l'assassino Fiorentino.
- Vado a scovare Claudio.
- Ma come, ora?
- Prima è, meglio è. Passerò velocemente dal fabbro, dato che ieri ho affrontato diversi inconvenienti, poi partirò con un cavallo. Dovrebbe volermici solo mezz'ora per raggiungere la villa.
- Avete già preso l'armatura che vi ho riportato?
- Certo, perché non avrei dovuto? A proposito, grazie mille.
- Di nulla, Flora.
- Sentite, sono proprio di fretta, perciò ditemi: venite con me o no?
- Mi occupo di far sellare due cavalli mentre siete dal fabbro – rispose sorridendo.
Ormai non era più certa di provare qualcosa per lui, soprattutto dopo aver rivisto Ezio. Ma, sapere che non sarebbe stata sola durante quella battaglia per lei così importante, la faceva sentire meglio.
 
- Davanti al portone ne vedo due, ma credo ce ne sia un'altra che fa il giro della villa.
Luigi e Flora stavano nascosti a qualche metro dalla villa. Non potevano permettersi di irrompervi senza una strategia, non sapendo cosa li attendesse realmente.
- Come fate a dirlo? - chiese il ragazzo incuriosito.
- Beh, basta guardare le dimensioni della villa. Non è possibile che abbia messo due guardie al portone e che abbia lasciato gli altri lati scoperti, altrimenti gli basterebbe dimenticarsi una finestra aperta in estate per essere completamente derubato.
- Ragionevole. Come pensate di muovervi, dunque?
- Ho bisogno che creiate un diversivo. Laggiù – disse Flora – vedo una stalla. Se fate un giro largo dovreste riuscire a raggiungerla senza che vi vedano. Fate in modo che i cavalli facciano baccano, ma vedete anche di non farvi scoprire, altrimenti sarete uno contro tre.
- D'accordo. Ma state molto attenta anche voi.
Il ragazzo si allontanò nuovamente e prese una strada che l'avrebbe portato alla stalla dall'entrata posteriore. Flora, nel frattempo, rimase a guardare. Da dove si trovava non poteva sentire nulla, perciò avrebbe aspettato di vedere le guardie allontanarsi per correre il più velocemente possibile verso la villa. Approfittò di quei pochi minuti per studiare una via d'accesso: dietro la porta d'ingresso potevano esservi altre guardie dopotutto. Le ville di campagna, però, solitamente avevano un cortile interno che precedeva l'entrata vera e propria. Perciò, se fosse salita sul tetto, si sarebbe potuta calare silenziosamente nel cortile per trovare un'entrata non controllata.
Dopo qualche minuto a pensare una strategia, si rese conto del fatto che nessuna delle due guardie del portone si era mossa. Quella che faceva il giro del palazzo – era abbastanza certa di averla vista – non era ancora riapparsa, però. Che avesse visto Luigi e avesse ingaggiato una battaglia con lui? No, avrebbe sicuramente chiamato altre guardie per dargli manforte. Allora cosa c'era di sbagliato nel piano?
Flora fece per allontanarsi dal suo nascondiglio, pronta a raggiungere Luigi per accertarsi che stesse bene, ma non riuscì a fare nemmeno un passo che sentì un forte dolore lancinante alla testa. Lentamente cadde a terra con la vista che pian, piano si offuscava. L'ultima cosa che notò furono due figure in piedi accanto a lei, pronte a prenderla su di peso e portarla chissà dove.
  
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