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Autore: vale93    30/07/2008    5 recensioni
VECCHIA VERSIONE. (NUOVA QUI: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2478857 )
La storia si ambienta durante l'ultimo anno di apprendistato ad Hogwarts, il 7°, e non tiene conto degli ultimi avvenimenti riguardanti il viaggio del trio in cerca degli horcrux nè del fatto che Draco sia diventato un Mangiamorte. Questa non sarà la storia di Hogwarts, nè di come Harry Potter salvò il mondo magico. Non sarà la storia di Voldemort, nè di Lucius, nè di Albus Silente.
Questa sarà la storia di due ragazzi. Draco Malfoy ed Hermione Granger.
Tutto comincia con una scommessa.
"Gli amori vanno via, ma il nostro, ma il nostro no.
Il tempo passa mentre aspetti qualcosa in più
ma non rimette a posto niente, se non lo fai tu.
E intanto ogni cosa, se vuoi, da sempre mi parla di noi.
Stasera sei lontana, mentre io penso a te,
eppure sei vicina a me, non chiedermi perché. 
Sarà che mi hai cambiato la vita, sembra ieri
Eppure mi hai cambiato la vita"
-Draco, tu non vuoi solo usarmi vero?-
Nata dall'ascolto di "Eppure mi hai cambiato la vita".
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Da VI libro alternativo
Capitoli:
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7
Entrarono nel castello senza guardarsi negli occhi. Eppure ad Hermione sembrò che lui avesse rallentato apposta per darle modo di raggiungerlo e tenerle così la porta aperta. Ma era impossibile.
Subito dopo il ragazzo riaffrettò il passo facendo in modo di entrare prima di lei nella sala del banchetto. Lei lo seguì una manciata di secondi dopo. Pochi, ma abbastanza per non far pensare che si fossero incontrati. Draco andò a sedersi senza degnarla più di uno sguardo e così fece lei, raggiungendo i suoi amici che si erano girati a guardarla.
-Che cosa c'è?- chiese appena li raggiunse
-Ti stavamo aspettando. Credevamo che ti fossi persa nella foresta- disse Harry
Lei sorrise.
-Ho perso la cognizione del tempo leggendo, mi capita spesso-
Per tutta la serata fece finta di partecipare ai discorsi dei suoi amici. In realtà i suoi pensieri erano altri. La sua mente era occupata da un paio di occhi ghiaccio che quella sera le erano parsi sciogliersi come neve al sole. Ripensò ai suoi capelli biondi e al suo sorriso... non aveva mai visto Malfoy sorridere. L'aveva visto ghignare, ridere sarcasticamente insieme ai suoi amichetti. Ma mai sorridere. E pensò che svestito del suo solito sdegno acquistava tutto un altro aspetto.
-A che cosa stai pensando?- la voce di Luna la riportò alla realtà.
-A niente, perché?-
-Non dire bugie. Avevi un'aria molto pensierosa-
Accidenti a lei. Possibile che si dovesse sempre accorgere di tutto?
-Ma niente Luna...-
-Ok, se proprio non me lo vuoi dire...- fece la bionda con un'alzata di spalle.
-Ma no, non è che non te lo voglio dire Luna!...- si difese lei, ma lasciò il resto della frase in sospeso, riprendendo a mangiare.
Per fortuna Harry, Ginny e gli altri non si erano accorti di niente. Era più facile troncare il discorso con una persona sola che con una tavolata intera.
Ma non si accorse che anche Ron la stava fissando.

-Dove sei stato?- gli chiese Blaise dopo un po'
-Al lago, come sempre- rispose lui secco.
-No, non come sempre. Hai anticipato gli orari-
Stette in silenzio per un po'. Non sapeva se dirgli o no che quella era l'ora in cui ci andava anche la Granger. Le ultime discussioni con lui l'avevano un po' chiuso. Dov'era finito il Blaise che conosceva? Quello al quale poteva confidare tutto, parlargli, senza essere giudicato; dov'era finito il ragazzo che rimaneva seduto ad ascoltarlo senza interromperlo, senza immischiarsi nei suoi affari? Ma decise comunque di provarci.
-A quest'ora ci va anche la Granger-
Il moro lo guardò con i suoi profondi occhi blu.
-Quindi- disse prendendo un pezzo di carne dal vassoio -Hai deciso di continuare-
-Cosa?-
-A illuderla-
-Blaise ancora con questa storia?-
-Naturalmente-
-Senti, mi hai scocciato con questo tuo modo di fare. Da quando hai deciso di condizionarmi la vita eh? Io mi comporto come sempre. Parliamo di te, invece! Che ti è successo?-
-Sai Draco, le persone cambiano, e crescono-
-Crescono? Crescono?!- rise
-Sì, crescono. Ho cambiato idea su molte cose negli ultimi tempi. E ho deciso che mi sono stancato di fare l'idiota. Essere uno che usa le ragazze come fossero oggetti, che non prova niente per nessuno- rispose calmo il ragazzo tagliando la carne con coltello e forchetta.
Draco rise non credendo alle assurdità che aveva ascoltato e decise di troncare il discorso a quel punto. Non aveva proprio voglia di iniziare un'altra discussione come quella dell'altra sera.
I suoi pensieri deviarono però automaticamente al pomeriggio appena trascorso, a quello che era successo con la Granger.
Che cosa gli era preso? Tutto era stato alquanto strano, indubbiamente. Innanzitutto non si erano insultati neanche una volta, e questo già per il secondo giorno di fila. Poi avevano scherzato. Perché gli era venuta voglia di scherzare? Aveva iniziato lui, ne era perfettamente conscio, ma lei ci era stata. Perché si era sentito così bene, svuotato, libero in sua compagnia? Era come se i momenti passati insieme lo avessero staccato dal mondo, privato della cornice abituale che lo accompagnava ogni giorno. Perché gli faceva questo effetto? Ripensò alla sua faccia corrucciata e poi alla sua risata cristallina. E poi a quegli occhi dorati, luminosi come il sole, caldi come il fuoco... Scosse la testa. Non doveva pensarci.


-Buonanotte-
-A domani-
-Ciao ragazzi!-
Appena le due Grifondoro entrarono in camera la rossa si buttò sul letto.
-Aah.. che bello... Herm, mi sento sempre più innamorata-
-Sempre più innamorata?- chiese la riccia sfilandosi la sciarpa
-Sì.. sento che ogni giorno che passa il mio amore per lui cresce, come una piantina che viene innaffiata con cura, e che tende le foglioline in su solleticandomi il cuore...-
-Per la miseria, che poesia!-
Rise, abbracciando il cuscino.
-Quando si è innamorati è facile essere poetici-
-Davvero?-
Annuì sorridendo come un'ebete.
-Mi inquieti.. Vado a farmi la doccia. Ci metto poco, così poi puoi restare chiusa dentro tutto il tempo che vuoi-
Rise.
Hermione si spogliò, accese l'acqua e cominciò ad insaponarsi. Gambe, pancia, petto, spalle, braccia, mani. Si scoprì a guardarsi i polsi, in cerca di una traccia. Magari erano rimasti i segni delle sue mani... Ma niente. La pelle era candida e immacolata. Non c'erano segni del suo passaggio.
Uscita dalla doccia lavò i denti e asciugò i capelli.
-Ginny- chiamò.
Una volta sola in camera spazzolò i capelli affacciata alla finestra, lo sguardo perso verso la macchia nera della foresta. Poi tirò indietro le coperte del letto e ci si infilò dentro.
Eppure mi hai cambiato la vita.
Che cos'era successo quella sera al lago? Avevano parlato, avevano scherzato, avevano riso-com'era possibile? Lui era Draco Malfoy e lei Hermione Granger. Tutto quello non aveva senso. Perché si era sentita strana quando lo aveva guardato negli occhi? Che cosa ci aveva visto dentro che le aveva mozzato il respiro? Non era sicura di essere stata insieme a Draco Malfoy. Con un ragazzo sì. Ma non con lui. Era troppo diverso. Anche se poi era tornato quello di sempre, non le aveva più rivolto la parola e aveva fatto in modo di entrare in un momento diverso dal suo. Si vergognava? Si vergognava di aver passato del tempo con "la Mezzosangue"? Però le aveva tenuto aperta la porta... Ne era sicura, l'aveva aspettata apposta. Si rigirò nel letto stringendosi nelle coperte. Tutto questo non aveva senso.   

I sotterranei ospitavano all'incirca lo stesso flusso di pensieri inquieti. Draco giaceva nel proprio letto con lo sguardo fisso sul soffitto. Continuava a riflettere su quello che stava succedendo. Non era mai stato in una situazione simile. Accettare quella scommessa lo aveva messo in una condizione nuova che sul momento non aveva neanche considerato. Se fino ad allora tutti i suoi rapporti interpersonali si erano instaurati ed evoluti seguendo lo stesso meccanismo, ora lo schema era cambiato. Bisognava utilizzare nuovi approcci, nuovi argomenti. Con lei doveva essere un ragazzo diverso da quello che era, per raggiungere lo scopo e ingannarla, eppure non riusciva sentirsi finto. Quello che faceva, le parole che usava, non c'era sforzo in tutto ciò. Era come se una parte di lui sapesse esattamente adattarsi alla nuova circostanza come se ne fosse in un certo senso predisposta. Non era difficile essere un altro.
Tutto questo è assurdo, pensò. O sono bipolare, oppure ho un talento innato per la recitazione. Talmente innato da ingannare anche me.
E infine c'era l'altro aspetto, quello che gli poneva più dilemmi di tutti. Come spiegare che oltre a non provare disgusto per la Mezzosangue quel giorno quasi ne aveva provato attrazione? Quale legame univa l'abbandonare la repulsione, fattore indispensabile per la buona riuscita della scommessa, e l'accendersi di un latente interesse? Riflettè sulle probabilità che le fattezze della ragazza potessero solleticare i suoi sensi, e le accettò come buone. Ma qualcosa sfuggiva a questa logica semplicistica e lui lo percepiva. Qualcosa che aveva a che fare con una parte di sè non legata ai sensi.
Sbuffò con insofferenza, stanco di riflettere e lasciò che il sonno lo prendesse.

Hermione aprì piano gli occhi. Una luce accecante si infiltrò fra le palpebre. Sbatté le ciglia e la visione cominciò a farsi più nitida. Si girò su un fianco e affondò ancora di più la testa sul cuscino crogiolandosi nel tepore delle coperte calde. Ancora assonnata non era tornata del tutto alla realtà. Per un po' le sembrò di vivere in una bolla di sapone: non ricordava niente, non pensava a niente. Niente scuola, niente compiti, niente di niente. Solo lei e il suo letto. Poi di colpo si ricordò. Il suo primo pensiero quella mattina fu un viso pallido dagli occhi di ghiaccio. Allora cominciò a riprendere piena consapevolezza di sè ed entrò del tutto nel mondo reale. Si alzò a sedere e si stropicciò gli occhi. Nella sua mente quegli occhi grigi continuavano a fissarla. Con un'insolita frenesia si alzò in piedi e corse in bagno a prepararsi. Si sentiva irrequieta, senza un perché. Il sole dalla finestra sembrava brillare più del solito e guardandosi allo specchio trovò di avere un bell'aspetto. Si pettinò, sistemò i capelli alzandoli a mo' di coda e infine decise di raccoglierli con un cerchietto. Si vestì e rimase a controllare davanti allo specchio di avere tutto a posto.
-Come mai tutta questa vanità oggi?- le chiese la rossa che nel frattempo aveva aperto gli occhi. Hermione non seppe rispondere.
-Ti sta bene il cerchietto, ti scopre un po' il viso. Per chi ti stai facendo bella?-
-Per nessuno, ovviamente- rise
-Come no, come no-
-Davvero! Mi sto solo dando una sistemata-
-Hermione..-
La riccia chiuse il discorso incitandola ad alzarsi e Ginny si fece corrompere. Nonostante tutto, l'evidente buonumore con cui quella mattina si era svegliata sembrava non essere contenibile, tutti se ne accorsero e tutti glielo fecero notare.
-Si può sapere da dove ti viene tutto questo buon umore?- le chiese Neville stropicciandosi gli occhi con la manica del maglione.
-Si è svegliata bene- rispose Ginny al suo posto -Dovevi vederla, si è alzata dal letto arzilla come un grillo!-
Ron la guardò. Il suo viso sembrava effettivamente tradire a tratti una certa agitazione, ma erano momenti fugaci, un attimo dopo tornava a essere l'Hermione di sempre.
La prima lezione del giorno era quella di Trasfigurazione. Aula della McGranitt; compresenza con i Serpeverde. Quando entrò in aula cercò con lo sguardo due occhi di ghiaccio. Loro la videro e rimasero per qualche secondo a ricambiare l'occhiata. Si guardarono del tutto inespressivamente per poco più di tre secondi, poi Hermione gli sorrise, sollevando appena un angolo della bocca. Lui restò impietrito a fissarla, non sapendo che fare. Calcolò velocemente cosa gli convenisse fare e alla fine, di sottecchi, ricambiò. 
Durante la lezione la professoressa McGranitt spiegò che anche agli umani era possibile trasformare parte di sè in animale.
-La trasformazione completa da persona ad animale è possibile se si è un Animagus. Un Animagus è un mago o una strega capace di mutare interamente il proprio aspetto e ritornare umano. Per diventarlo ci vuole molto allenamento e ci si può trasformare in un solo animale. Sembra che la scelta dell'animale non sia lasciata al mago ma che dipenda dal suo animo e dalla sua storia...-
Hermione prestò la massima attenzione. Quell'argomento la interessava molto, aveva sempre desiderato potersi trasfigurare in un animale. Chissà qual era quello che rispecchiava di più il suo animo...
- Tuttavia la trasformazione è molto pericolosa per un principiante. Per questo il Ministero della Magia tiene sotto controllo tutti coloro che sono in grado di diventare Animagus!-
Ecco, come non detto. Rimase male. Avrebbe tanto voluto sapere quale sarebbe potuto essere il suo animale. Guardò la McGranitt. Lei era un Animagus. Lo avevano scoperto subito al primo anno, quando quei due ritardatari di Harry e Ron erano arrivati tardi alla lezione e la professoressa era rimasta ad aspettarli con le sembianze di un gatto tigrato. Chissà perchè un gatto, si chiese.
Al termine della lezione Hermione e i compagni si trasferirono nell'aula di Erbologia; ma per tutto il tempo Hermione continuò a domandarsi quale animale potesse avere affinità con lei. Purtroppo non le venne in mente nulla. E' difficile stabilire quali siano le nostre proprie qualità, definire in maniera imparziale ed esatta il nostro proprio animo.
-Herm...-
Si girò e vide Ron camminarle a fianco, cosa a cui fino a quel momento neanche aveva fatto caso.
-Sì?-
-Emm.. stavo pensando, ti andrebbe se ci andassimo insieme, alla prossima uscita a Hogsmeade?-
La ragazza lo guardò senza capire
-Ma Ron, non so se te ne sei accorto ma ci andiamo sempre insieme!-
-Sì, certo, lo so...- rispose il ragazzo imbarazzato -Ma vedi, io intendevo...-
-Cosa?-
-Beh volevo dire andarci in-
-Hey, cosa fate ancora laggiù? Sbrigatevi!- li chiamò Luna che nel frattempo aveva raggiunto la serra con Harry e Neville.
Hermione si rese conto che nel corridoio erano rimasti loro e pochi altri e considerato il poco spazio disponibile nella serra non se lo fece ripetere due volte.
-Arriviamo!- rispose -Ron, sbrighiamoci-
E così detto affrettò il passo raggiungendo gli amici. Il roscio strinse i pugni lanciando una serie impronunciabile di maledizioni alla bionda e lasciò che la ragazza si allontanasse senza avere la forza di fermarla e finire quello che aveva cominciato. Poi, scuro in volto, raggiunse anche lui i suoi compagni e sparì con loro dietro la porta della serra.
Draco Malfoy, che dal fondo della fila aveva visto tutto, ghignò compiaciuto. Poi entrò anche lui nella serra chiudendo la fila di studenti. 

E anche un'altra mattinata di scuola era appena terminata. L'orda di studenti si avviò affamata nella sala dei banchetti programmando  fra le chiacchiere il resto della giornata. 
-Cosa ne pensate della lezione della McGranitt?- chiese Neville riempiendosi il piatto di patate.
-Favolosa- cinguettò Luna, che da un po' di tempo a quella parte si univa a loro abbandonando il tavolo della propria casa.
-Molto interessante- concordò Harry
-Lo penso anch'io- disse Hermione contenta che l'amico avesse sollevato la questione -Sarebbe fantastico poter essere un Animago, ma per diventarlo bisogna registrarsi al Ministero, e poi la McGranitt ha detto che è molto pericoloso...-
-Sciocchezze- si intromise Harry con la bocca piena.
-Come?-
-Mio padre...- continuò lui, dopo aver ingoiato il boccone -..e Sirius erano degli Animaghi! Ma non erano registrati al Ministero e avevano imparato da soli, senza l'aiuto di nessuno-
-Sì, Harry, ma avranno avuto fortuna... io credo che sarebbe pericoloso- intervenne Neville preoccupato.
-E chi l'ha detto? Se loro ce l'hanno fatta-
-Oh, Harry, non avrai in mente di diventare un Animago!- intervenne Ginny
-Non è quello che sto dicendo, anche se l'idea di certo non mi dispiace, sto solo spiegando ad Hermione che non si dovrebbe far impressionare da quello che ha detto la McGranitt. Insomma, mio padre e Sirius..-
-Lo sappiamo, ma non vuol dire che se l'hanno fatto tuo padre e il tuo padrino sia giusto-
-Chi ha parlato di giustizia? Io ho solo detto che non può essere pericoloso-
-Ok ho afferrato il concetto- intervenne Hermione prevenendo l'accendersi di una discussione -Grazie Harry, sarebbe interessante sapere come abbiano fatto, anche solo per curiosità. Non penso seguirei le loro orme-
-Sicuramente ci sarà qualche libro in biblioteca- suggerì Luna candidamente. Poi aggiunse -Oh! Un gorgosprizzo- e deviò definitivamente la conversazione.
Una volta finito il pranzo andarono a sedersi il cortile. Un venticello frizzante li avvolse seduti sulla panchina e i ragazzi rabbrividirono.
-Sta cominciando a far freddo, eh?- disse Ron
-Già- rispose Harry
-Siamo a ottobre, dopotutto- osservò Hermione.
Un'altra folata d'aria la fece tremare.
-Hai freddo?- chiese Ronald
-Oh, giusto un po' fresco..-
-Ma se hai tremato come una foglia!-
-Sono un po' sensibile- disse ridendo
-Aspetta che ti riscaldo- e le cinse le spalle con un braccio, stringendola a sè. Hermione non fraintese minimamente quel gesto. Dopotutto erano migliori amici. Si accoccolò quindi ancora di più nel suo abbraccio.
Proprio in quel momento passò davanti a loro un gruppo di Serpeverde, fra i quali camminava Malfoy. Quando il biondo li vide in quella posizione si arrestò un attimo, mentre all'altezza del petto una minuscola scheggia invisibile gli punse il cuore di ghiaccio, provocando un leggero suono stridente. Con lo sguardo che passò dai volti dei due ragazzi al braccio del rosso allacciato alle spalle di lei, sentì per un attimo il sangue salirgli alla testa e strinse i pugni contro i fianchi della divisa per evitare di lanciarne uno in faccia a Lenticchia. Hermione però non lo vide, perché i due avevano cominciato a parlare. Allora aveva ragione, le cose stavano davvero così! Fantastico. La cosa che gli dava ancora più fastidio però, oltre al fatto di aver trovato un ostacolo nella riuscita del suo piano, era che lei non si rendesse conto di quanto Weasley ci provasse con lei. Sempre tutto sorrisi e premure, le faceva il solletico sui fianchi solo per avere il piacere di toccarla e le accarezzava il viso quando era triste con il presumibile intento di prenderglielo fra le mani e baciarla. Ma lei non se ne accorgeva! E si lasciava fare tutto da lui, non si rendeva conto di nulla. Ma se ci avesse provato lui a toccarla in quel modo come minimo gli avrebbe tirato un ceffone in faccia. Digrignò i denti.

-Mione, quello che ti volevo dire prima...-
-Uh sì, è vero! Scusami ma eravamo in ritardo e-
Lui le posò un dito sulle labbra -Tranquilla, non c'è problema-
Lei gli sorrise -Ok-
-Ecco, mi chiedevo...- si bloccò, titubante.
Ma poi guardò in quei  profondi occhi dorati che tanto amava e sembrò ritrovare un po' di coraggio
-Insomma, se alla prossima uscita ad Hogsmeade-
-Sì, ho capito, se ci andiamo insieme, ma non capisco, ci siamo sempre andati insieme!-
Il ragazzo si sentì ancora di più in difficoltà. Hermione sembrava non capire.
-Sì, ma io intendevo...-
-Ehi ci siete?-
Ron chiuse gli occhi e inspirò profondamente. E riuscì così a reprimere l'impulso di sferrare una fattura a chiunque li avesse interrotti anche sta volta.
-Sì Luna, stavamo parlando perché?-
E ti pareva. Chi altri poteva essere?!
-Perché vi abbiamo appena chiesto l'ora, nessuno di noi ha l'orologio-
-Oh, ecco ce l'ho io!- fece Hermione alzandosi la manica della divisa -Sono le tre. Ulp! Credo che sia ora di andare! Ragazzi, ci vediamo stasera!- e detto questo si alzò in piedi e prese la borsa da terra.
-Ma.. ma dove vai?- chiese Ron balbettando
-Già, è presto ancora! Almeno un'altra mezz'ora!-
-Voi restate pure! Io ho delle cose da fare. A dopo- e con ciò schizzò via verso le scale.
Ron rimase a guardarla fuggire via. Accidenti! Era la seconda volta che se la faceva scappare così senza essere ancora riuscito a dirle quello che voleva! Ma era così difficile: "Hermione, vorrei che andassimo insieme ad Hogsmeade, ma solo noi due, capisci? Da soli, senza gli altri"?? Sì, lo era. Sospirò e pensò che forse non era giornata. Avrebbe rimandato.

Hermione salì veloce le scale e andò in biblioteca. Entrò e la trovò deserta. Meglio, pensò, così si sarebbe concentrata più facilmente. Filò dritta al suo posticino abituale, sotto alla finestra che dava sul campo di Quiddich. Posò la borsa sul tavolino e ne estrasse i libri. Vediamo, per il giorno dopo aveva Incantesimi, Storia della Magia ed Erbologia. Ce la poteva fare. Con la bacchetta in mano richiamò a sè qualche libro dagli scaffali della libreria che sapeva le sarebbe servito e cominciò a studiare. Purtroppo non riuscì a concentrarsi molto. Ogni dieci minuti guardava l'orologio come se stesse aspettando qualcosa. 15:30. 15:45. 16:20. Sbuffò. Ok, doveva concentrarsi. Si stiracchiò, si mise più comoda sulla sedia, tirò un lungo respiro e si rimise a leggere le pagine fitte di scritte con più attenzione. Questa volta riuscì a concentrarsi, anche perché sapeva che se non avesse imparato bene la lezione del giorno dopo non si sarebbe permessa di uscire di lì. Così studiò ininterrottamente per due ore di fila, senza distrarsi più a guardare l'orologio. Alle 18:10 si fermò. Diede una veloce occhiata all'orologio e vide che aveva ancora un po' di tempo. Il sole fuori dalla finestra aveva appena cominciato a tramontare e caldi raggi color arancio entrarono ad illuminare i libri aperti e le pergamene che giacevano sul tavolino della Grifondoro. Le mancavano poche pagine da studiare ed erano le più facili, una sorta di riepilogo. Così le lesse scorrendole veloce con gli occhi, e dopo aver controllato gli appunti sulla pergamena che aveva a destra del libro rimise tutto dentro in fretta ed uscì.
Erano a momenti le sei e mezza. Fu quasi tentata di scendere direttamente, ma poi pensò che era inutile portarsi appresso la borsa piena di libri di scuola e così salì veloce in camera per lasciarceli. Dentro vi trovò Ginny che seduta sul letto stava facendo la manicure a Luna.
-Oh, ciao!- esclamò quando entrò.
La bionda si girò a guardarla con un sorrisone a trentadue denti
-Ciao Hermione! Scommetto che sei stata in biblioteca, è da quando siamo tornate che tu non ci sei-
-Già.. ho studiato là- rispose, poi posò lo sguardo sulla mano aperta dell'amica -Mm, come te le stai facendo?-
-Blu con una mezza luna in alto al lato su ognuna di esse- rispose Ginny molto concentrata mentre appiccicava un adesivo sull'indice dell'amica.
-Beh, ti si addice molto!- disse andando a vedere -E ti stanno anche molto bene!-
-Già!- rispose lei sempre sorridente.
Hermione sistemò i libri sulla scrivania e si diede una piccola sistemata davanti allo specchio.
-Esci?- le chiese Ginny
-Sì, mi dispiace non restare qui con voi, ma vado in riva al lago...- esitò prima di terminare la frase -a leggere-
La rossa alzò un sopracciglio
-E ti sistemi per andare in riva al lago a leggere?-
-Cosa? Beh, controllavo solo che fosse tutto a posto..- rispose lei e veloce, prima che la rossa potesse aggiungere altro, prese il libro da sopra il comodino e si fiondò fuori dalla camera con un rapido saluto.
Scese le scale di corsa e strinse forte al petto il libro che teneva fra le braccia. Uscì dalla scuola senza neanche curarsi di vedere se ci fosse qualcun altro nei paraggi. Sapeva che a quell'ora nessuno usciva. Quasi nessuno.
Corse nella foresta col cuore che le batteva forte in petto. Per la corsa o qualcos'altro?
Si chiese se sarebbe venuto e si spinse a correre ancora più veloce, voleva arrivare presto. 
Finalmente uno scorcio si aprì fra i cespugli e individuò il familiare luccichio della piatta superficie dell'acqua. Si costrinse a fermarsi, a riprendere il fiato. Quando sentì che il respiro era tornato regolare uscì allo scoperto e avanzò verso la riva del lago. Lo vide lì, seduto, a contemplare le acque profonde di quella pozza gigantesca. Sentì un tuffo al cuore e poi una sensazione di gioia incontenibile gonfiarsi all'interno del suo petto come un palloncino pieno d'aria. Piano si avvicinò. Ma ad un tratto si fermò, a pochi passi da lui. Doveva salutarlo? Un dubbio. Non era più sicura di come doveva comportarsi con lui. Nelle ultime 48 ore si era rivelato una persona completamente diversa da quella che era sempre stata. Ma come poteva sapere se quel cambiamento non era stato solo per quel giorno, solo per un attimo, per poi svanire e far tornare tutto come prima? Chi aveva davanti? Draco o Malfoy? Nel dubbio e nella paura di scoprire l'identità del ragazzo che si trovava di fronte restò immobile, in silenzio. Ma dopo pochi secondi il biondo sembrò accorgersi di una presenza alle proprie spalle e si voltò. I loro occhi si incontrarono. Fuoco e ghiaccio. Oro e argento. E ora? Chi avrebbe vinto? Il fuoco avrebbe saputo ancora una volta sciogliere il ghiaccio oppure questo l'avrebbe gelato come aveva saputo fare per tutti quegli anni? Rimasero così a fissarsi per una manciata di secondi che ad Hermione sembrarono ore. Poi finalmente, lui parlò.
-Ciao-







So ke in qst momento vorreste lanciarmi addosso una fattura, ma è x tenervi sulle spine... nn mi uccidete veero? Se nn lo farete vi prometto ke il prox cap sarà tt interamente dedicato ad Hermione e Draco, solo ed esclusivamente a loro, ok?? Posso essere risparmiata? Graaaazie!^^ e 1 grazie anke a tt qll ke seguono e recensiscono e mettono fra preferiti, in particolar modo a:
Arwen_90
lilycullen
whateverhappened
1 saluto e 1 bacio enorme a tt le mie fan nella speranza d nn averle deluse cn qst cap.. ciauuu ^^
   
 
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