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Autore: vale93    20/05/2014    2 recensioni
«C'era qualcosa di estremamente strano e inquietante nel modo in cui si era comportato Malfoy quel giorno, quasi non fosse stato lui a parlare, ma un ragazzo con le sue sembianze. Rivalutò l'ipotesi di un compagno della serpe imbevuto di polisucco, ma ciò le sembrò ancora più assurdo. Chi mai si sarebbe arrischiato a rubare l'identità al figlio del Mangiamorte più temuto della scuola, e per quale scopo?»
La storia si ambienta durante l'ultimo periodo di apprendistato ad Hogwarts, e non tiene conto degli ultimi avvenimenti riguardanti il viaggio del trio in cerca degli Horcrux nè del fatto che Silente sia stato assassinato. Niente di ciò che avviene nell'ultimo libro ha a che fare con questa fiction, che si propone come uno spaccato sulla vita di due dei più interessanti personaggi della saga, sui quali molti aspetti sono rimasti oscuri.
Sul vero carattere di Draco, sul suo rapporto con gli altri, su quello che può succedere fra due individui ostili nel momento in cui si trovano a interagire in ragione di una scommessa ruota la storia che vi apprestate a leggere, la quale trae il suo titolo dall'omonima canzone di Fabrizio Moro.
Genere: Mistero, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Blaise Zabini, Draco Malfoy, Hermione Granger, Il trio protagonista | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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Capitolo 9
~~





 La Rivolta dei Giganti del 1780
-No!- esclamò di colpo, esasperata.
Ron sobbalzò all'istante perdendo la penna di mano.
-Merlino Ronald, è la cinquantesima volta che fai lo stesso errore!-
Il ragazzo arrossì furiosamente abbassando lo sguardo, e tirando una riga decisiva su quella data.
-Milleottocentosettanta, milleottocentosettanta! Quante volte lo abbiamo già ripetuto?- sospirò accasciandosi sulla poltrona di stoffa morbida della sala comune.
Il ragazzo non rispose, grattandosi la testa imbarazzato.
-Hermione, sono un sacco di date tutte uguali, come faccio a non sbagliare?-
La grifoncina lo fulminò inviperita dalla sedia.
-Cosa sta succedendo? Le tue urla si sentono fin sopra le scale.-
Ginny apparve in quel momento dalla rampa che portava al dormitorio, arrotolandosi una sciarpa verde attorno al collo.
-Sta cercando di aiutarmi- rispose il ragazzo pensando in questo modo di gratificare l'amica e acquietarne le ire, -Lunedì abbiamo un compito di simulazione per i M.A.G.O, sono con l'acqua alla gola-
-Come sempre- intervenne Harry sbucando dallo schienale di un divano, e voltandosi a guardare la ragazza scendere le scale.
-Studiare di domenica è l'idea peggiore che potesse venirti Ronald, non impari mai.-
-Scusa sai se ho altre cinque materie da fare per giugno mentre tu te la spassi dalla mattina alla sera-
La rossa gli rivolse un'occhiata gelida e ignorò il commento avvicinandosi all'amica.
-Prenditi una pausa Herm, quanto tempo è che state qui?-
-Un paio d'ore- fece lei sospirando, la testa poggiata allo schienale.
A sentire la parola pausa Ron scattò subito in piedi, illuminandosi.
-Ha ragione, scendiamo in cortile, sono sicuro di aver visto Seamus e Dean varcare l'uscita in questo momento, se ci sbrighiamo-
-Tu non vai da nessuna parte!- sbottò Hermione assestandogli una librata in testa. -Vedi di impararti quella data e di scrivere il tema, quando torno non voglio più sentir parlare di goblin e troll. E non copiare!- aggiunse sfilandogli il libro di storia da sotto il braccio.
Il rosso la guardò allibito boccheggiando a occhi sbarrati ma lei si allontanò senza dargli retta, trascinandosi dietro la sorella, che si voltò appena a tirargli una linguaccia.

Se la vide sfilare davanti assieme alla sorella più piccola di Lenticchia, ridendo per qualcosa che questa doveva aver detto.
La seguì con gli occhi dal muretto del porticato sul quale stava seduto, e accanto a lui Blaise fece lo stesso. Malfoy gli lanciò un'occhiata storta e questi, ignaro, gli rivolse la parola così:
-La vedi tutti i giorni al lago, vero?-
Inarcò un sopracciglio biondo, senza rispondere.
-Ti ci stai mettendo d'impegno-
-Trovarla lì è stata una coincidenza, ho soltanto anticipato i miei orari, nulla di trascendentale.-
Blaise soffocò una risata sarcastica, scuotendo la testa.
-Di' un po', hai problemi?-
-Scusa?-
-Ti crea problemi quello che faccio con lei?-
Lo fissò ammutolito, tornando immediatamente serio.
-Ti ho già detto qual è il problema, mi sembra- rispose. Poi arricciò la bocca in una smorfia -A quanto pare sei tu ad averli- e senza aspettare una risposta si allontanò all'interno della scuola.

-Credo che fosse una cioccorana lasciata lì di proposito, nessuno ha visto chi sia stato, ma quando si è alzata aveva un'inconfondibile macchia marrone dietro alla gonna, dovevi vederla!-
Hermione rise ancora portandosi l'indice all'occhio, dove le lacrime per il divertimento le avevano inumidito le ciglia.
Ginny si agitò imitando le urla di Lavanda Brown e i suoi maldestri tentativi di ripulirsi davanti a tutti. Quando smise di farne l'imitazione, si buttò a braccia aperte sull'erba soffice, i capelli sparsi in morbide spire attorno alle spalle.
-Cielo, se l'è davvero meritato.-
Hermione non rispose, preferendo non esprimere giudizi espliciti sulla sventurata peripezia della compagna. Si guardò velocemente il polso, scostando appena la manica della camicia.
-Rilassati- le disse accorgendosi del movimento -Niente lezioni e niente orari oggi, è l'unico giorno della settimana in cui possiamo restare in pace. Soprattutto voi.- aggiunse alludendo al fratello e a Harry.
Hermione scosse la testa. -Pensavo di andare a fare un giro, per distrarmi-
-Anche oggi?- chiese la rossa alzandosi sui gomiti.
Hermione la guardò interrogativa.
-Credevo saresti rimasta con noi, alle sei io e Luna ci vediamo in camera con una valanga di patatine e di cioccolata, pensavo ti facesse piacere-.
Sbattè le palpebre perplessa, colta alla sprovvista. -Oh.. Non sapevo-
-Già, ultimamente sembra tu abbia un'agenda piena d'impegni, bisogna avvertirti per tempo delle iniziative.-
Arrossì abbassando lo sguardo, e pregò intensamente che lei non se ne accorgesse. Ginny la osservò seria ma sembrò non intenzionata a far domande.
-Allora, ci stai?-
Fece scorrere gli occhi attorno a sè, riflettendo a mente sulla risposta da dare. Poi si voltò con un sorriso affabile. -Certo, che domande. Ma prima ritiro un libro per stasera- disse levandosi in piedi.
L'amica restò a fissarla da terra coi due grandi occhi azzurri e non rispose. Annuì soltanto, accennando un sorriso.
Hermione le fece un cenno con la mano e risalì rapidamente attraverso i portici dentro alla scuola.

Attenta a non farsi scorgere, aggirò il porticato che delimitava tutto il cortile verdeggiante e giunse a una delle uscite secondarie del castello, quella dalla quale Harry Ron e lei erano passati anni prima per andare da Hagrid, il giorno dell'esecuzione di Fierobecco.
Attraversando veloce il parco, passò a est della casa del guardiacaccia, pregando che lui non stesse in quel momento affacciato alla finestra. Si inoltrò all'interno dei fitti tronchi d'alberi scuri, e dopo una camminata più lunga di quella abituale sbucò nelle vicinanze del lago. La sponda su cui avanzava era esattamente opposta a quella dove sedeva di solito, e precisamente dove era seduto Malfoy il giorno in cui l'aveva incontrato per la seconda volta, due settimane prima.
Il ragazzo non sembrava ancora essere arrivato, così ne approfittò per esplorare quella parte di foresta che ancora non aveva mai visitato a fondo. Scoprì una tana, un ruscelletto acciottolato, un albero sul quale potersi arrampicare, e una famiglia di tassi. All'incirca mezz'ora dopo tornò al punto di partenza e alzò lo sguardo sulla sponda opposta, nella quale un ragazzo alto e smilzo si guardava attorno camminando.
Aspettò che il viso si fermasse perpendicolarmente al suo e gli fece cenno con la mano. Lo vide esitare, probabilmente stupito di vederla lì, e poi fare segno di attendere. Con le mani in tasca, percorse tutto il perimetro della pozza scura, raggiungendola come aveva fatto quel giorno di due settimane prima, solo in senso contrario. Quando le si fermò davanti Hermione accennò un sorriso di saluto, senza parlare. Lui guardò lei, poi il lago, e di nuovo lei.
-Com'è sta storia?- chiese incurvando la fronte.
Lei si strinse nelle spalle. -Ho fatto un giro diverso.-
Malfoy annuì, fissandola serio.
Hermione ricambiò lo sguardo senza dir nulla e per una frazione di secondo ricordò la sensazione di smarrimento che l'aveva colta scendendo dalla sua scopa. Abbassò gli occhi d'istinto, fissandosi le scarpe, poi si voltò sorridente verso gli alberi scuri alle loro spalle.
-C'è un ruscello lì dietro, lo sapevi? Proprio un bel ruscello limpido, credo che alimenti il lago-
Si voltò a guardarlo di nuovo. -Vuoi vederlo?-
Draco la fissò per qualche secondo immobile, poi scrollò le spalle. -Come vuoi- disse.
Il torrente era poco distante, e non molto grosso, ma una fila di cinque ciottoli larghi e levigati ne attraversava il corso permettendone l'attraversamento.
-Ho sentito che è successo qualcosa alla Brown stamattina, qualcosa di macchiato e appiccicoso.-
Hermione alzò gli occhi sbalordita, chiedendosi come avesse fatto a saperlo. Ma le voci, come le malelingue, erano le prime cose a girare a Hogwarts, compresi incidenti stupidi e senza alcuna importanza come quello.
-Pare che qualcuno le abbia messo una cioccorana assopita sulla sedia, ma è successo ieri, a Pozioni. Immagino la reazione di Piton a vederla- disse mordendosi il labbro per trattenere un sorrisetto divertito.
Draco sbuffò ironicamente pensando, probabile, la stessa cosa. Cautamente, poggiò un piede sul primo ciottolo bagnato, tastandone l'aderenza con la suola della scarpa. Essa scivolò immediatamente verso il basso.
-Quella ragazza ha tutti i requisiti per essere presa di mira anche dal più mite dei Tassorosso. Avrei voluto esserci- disse con un ghigno. Poi si voltò con espressione maliziosa verso di lei. -Di' un po', non sei dispiaciuta, vero?-
Hermione aggrottò le sopracciglia stupefatta. -Che intendi dire?-
-Fra voi non c'è simpatia, o sbaglio? Vi ho spesso viste bisticciare.-
Emise un soffio dal naso, voltando la testa con un gesto eloquente.
-E' una ragazza particolare, a tratti immatura- disse mettendosi in equilibrio sul ciottolo sul quale la scarpa del ragazzo, un attimo prima, era scivolata. -Ma non per questo posso dirmi felice di quello che le è successo. Non auguro a nessuno una figura del genere-
-Però te la sei risa di gusto quando te l'hanno raccontato.-
Sbarrò gli occhi e per poco non cadde dentro all'acqua.
-Che ne sai tu?- esclamò allibita.
Lui fece spallucce e distolse lo sguardo con indifferenza. -Ti ho vista passare stamattina, assieme alla sorella di Weasley. Devo aver sentito qualcosa.-
Hermione fece mente locale del momento in cui Ginny aveva iniziato a parlarle, e si disse che quello doveva essere stato il modo in cui Draco lo aveva scoperto. Stupita, si chiese in che modo fosse riuscito a sentirle, visto che non aveva fatto minimamente caso a lui nè dentro ai portici nè fuori in giardino. Nel mentre rimuginava, un sottile strato di acqua limpida si infilò con un'ondata sotto alle sue scarpe, e lei vacillò pericolosamente dimenando le braccia.
Malfoy se ne accorse appena in tempo per acchiapparla al volo, evitandole di inzupparsi dalla testa ai piedi. Lo sentì afferrarle le spalle e un attimo dopo ritrovò il viso a due centimenti dalla sua camicia, sbilanciata. Sbarrò gli occhi, sorpresa, e lo sentì ridere rumorosamente sopra di sè, rimettendola dritta.
-Se sei così poco stabile dovresti evitare di metterti nei guai. Forza, scendi.-
Arrossì leggermente serrando le labbra e in quel momento si accorse di una bacchetta di legno a pochi centimenti dai suoi piedi, sospinta dalle onde rade del ruscello. Istintivamente si portò una mano alla divisa, dove la sua premeva ancora contro la stoffa, e rialzò velocemente gli occhi su di lui.
-Malfoy, credo ti sia caduta la bacchetta, controlla.-
Il sorriso del ragazzo si smorzò interdetto e le sue mani si abbassarono sui pantaloni di scatto. Tastò prima una tasca, poi l'altra, poi saettò con gli occhi sul bastoncino zuppo, che ora aveva preso ad allontanarsi lungo il corso del ruscello.
-Cazzo- imprecò spostandola senza alcuna cortesia, e salendo al posto suo sopra al ciottolo. Si protese con urgenza verso la bacchetta, che continuava ad allontanarsi rapidamente, e quando capì che non sarebbe riuscito ad afferrarla zompò nuovamente a terra, rincorrendola lungo la riva.
-Aspetta!- urlò Hermione estraendo velocemente la sua dalla tasca, ma il ragazzo non le diede ascolto, saltando su un altro ciottolo più avanti.
Fu un attimo, una sequenza di azioni rapide e consecutive: Hermione si lanciò dietro di lui, questi la scostò infastidito e un secondo più tardi scivolò dentro al ruscello storcendosi una caviglia. Hermione lo vide cadere in acqua con un tonfo, schiacciandosi la spalla col peso del corpo, il volto contratto in una smorfia di dolore. Allibita, fece un rapido incantesimo di appello alla bacchetta, che era andata a incastrarsi nella fila di ciottoli successiva, e si chinò con aria allarmata sul ragazzo, che gemeva lagnosamente nell'acqua.
-Oh mio dio, non te la sarai rotta? Come stai?-
Draco le lanciò un'occhiata di fuoco e si rialzò immediatamente, sfilandole la bacchetta dalle mani. Lo lasciò fare sbigottita, e lui si portò a riva massaggiandosi il braccio.
Quando mise piede sulla terra ferma, la caviglia che prima aveva storto cedette sotto al peso della gamba e un verso straziato uscì dalle sue labbra pallide. Hermione si precipitò a sorreggerlo, ma lui la spinse via con violenza, guardandola truce.
-Stammi lontana, pensi che abbia bisogno del tuo aiuto? Hai già fatto abbastanza danni per doverne aggiungere altri!-
La grifona lo guardò scioccata, non abituata più a quel tono di voce da almeno quindici giorni. Lui si trascinò zoppicante lungo la riva del lago, raggiungendo a fatica la sponda opposta e sparendo tra gli alberi. Scossa, restò a fissare il punto dal quale era sparito, piantandola lì.


*



-Andrà bene, vedrai.-
-Non ne sono sicuro..-
-Avete settantacinque minuti di tempo, quindici per la copiatura, non più di venti. Buon lavoro!-
Hermione impugnò la penna d'oca abbandonata sul tavolo e l'intinse dentro al calamaio. Accanto a lei Harry e Ron si scambiarono una breve occhiata tesa, e rilessero per la seconda volta la traccia del tema.
La sera prima Ronald era riuscito a scrivere il suo, sbagliando appena un paio di date, che Hermione aveva prontamente corretto con un segno rosso. Non aveva sbraitato, come si sarebbe aspettato, nè fatto commenti poco affabili sulla sua buona memoria. Sembrava essersi imbattuta in qualcosa di ben più grave, nel pomeriggio, perchè la sua espressione statica potesse turbarsi per un simile errore.
Esattamente quaranta minuti dopo consegnò il tema terminato e uscì dall'aula portandosi appresso la borsa.
Nel pomeriggio, si trattenne più a lungo del solito coi compagni in cortile, e alle tre salì in biblioteca come d'abitudine.
 
Scaricò una pila di libri pesanti sul tavolo, immergendocisi all'istante. All'incirca tre ore dopo risistemò metà di quei volumi al loro posto e andò in cerca di un manuale di Pozioni. Scorse con le dita lungo gli scaffali numerati e finalmente si fermò, di fronte a una copertina consumata. Sfilò il volume dal posto in cui stava incastrato e un paio di occhi grigi le si pararono davanti, taglienti.
Sobbalzò, trattenendo improvvisamente il fiato, e il libro cadde a terra.

-Non sei venuta, oggi.-
Hermione chiuse gli occhi e si chinò a raccogliere il tomo.
-Credevo fossi bloccato in infermeria, le ferite sembravano gravi.- Il tono con cui aveva risposto era sarcastico, Draco capì che non gli aveva perdonato l'uscita della sera prima.
-Non è grave, solo una leggera contusione. Posso uscire.-
Alzò le sopracciglia fintamente sorpresa e si girò per tornare al tavolo. Draco la seguì da dietro lo scaffale a cui si era affacciato, e spostò un altro libro all'altezza del suo passaggio.
-Allora che fai, scendi?-
Hermione superò la finestrella e sbirciò nervosamente alle sue spalle.
-E' la settimana di simulazione dei M.A.G.O, devo studiare. Tu no?-
Draco sospirò passandosi una mano fra i capelli, dopodichè fece rapidamente il giro dello scaffale e le si parò davanti, prima che avesse il tempo di andarsi a sedere.
-Credevo di essermi rotto qualcosa, a Gennaio abbiamo la partita, non posso permettermi di non allenarmi.-
Hermione alzò gli occhi su di lui indifferente. -Non è un mio problema.-
Aggrottò la fronte, studiandola serio. Poi abbozzò un sorriso in tralice. -Ora sì che ti riconosco, orgogliosa e pungente. Temevo che non avrei più sentito quel tono fastidioso.-
Hermione gli lanciò un'occhiata gelida e la sua espressione gli disse che non aveva alcuna voglia di scherzare.
-Ti riconosco anch'io, adesso.-
E detto ciò lo superò diretta al tavolo da studio.
Draco si voltò 
accigliato, rimanendo come una statua al centro del corridoio. Strinse appena i pugni lungo i fianchi, le labbra strette, poi fece dietrofront e uscì dalla biblioteca a passo spedito.

~

-Non voglio più sentirtelo ripetere, ti ho già detto com'è andata, qualcuno mi ha fatto uno scherzo, e di pessimo gusto anche!-
La sala comune era occupata da un esiguo numero di ragazze, le quali spettegolavano ininterrottamente sopra al divano attorniate da riviste di moda e caramelle scartate.
Lavanda stava invano cercando di convincere le amiche della sua innocenza, ma queste sembravano non crederle affatto.
Hermione spostò sospirando gli occhi sulla finestra della torre, puntellata da tante piccole gocce battenti, che scendevano dal cielo grigio ormai da una ventina di minuti. Il temporale aveva minacciato di scatenarsi già da quella mattina, ma aveva aspettato naturalmente la fine delle lezioni per potersi abbattere sulla scuola. Harry si sedette in quel momento accanto a lei, massaggiandosi fastidiosamente gli occhi da sotto le lenti.
-Come procede?- chiese rivolgendogli un sorriso annoiato.
-Le date non sono il suo forte, ma con gli ingrendienti è ancora peggio. Spero solo non faccia esplodere l'aula domattina.-
Hermione rise chiudendo il libro che stava leggendo.
Harry la fissò in silenzio per una manciata di lunghi secondi, poi si sistemò meglio gli occhiali sopra al naso, schiarendosi la gola.
-Stavo pensando... credi che Ginny in questo momento stia frequentando qualcuno, non so.. per studiare?-
Hermione gli lanciò un'occhiata perplessa, senza rispondere.
-Sì insomma, ho sentito dire che è diventata molto brava, una delle prime del quinto. Magari impartisce delle ripetizioni.-
-Harry, è un anno indietro, cosa può interessarti delle sue ripetizioni?-
Arrossì leggermente sistemandosi meglio sulla poltrona, imbarazzato.
-Nulla nulla. Thomas cercava aiuto per.. qualcosa. Mi chiedevo solo..-
-Ciao!-
Il moro si interruppe di colpo, fissando a occhi sbarrati la figura dai lunghi capelli rossi appena fermatasi davanti a loro.
-Gin, stavamo proprio parlando di te- salutò Hermione incurvando le labbra in un sorriso.
-Sì?-
-A proposito di certe..-
-Torno da Ron- irruppe il ragazzo alzandosi di scatto. -Ha bisogno di aiuto.-
Ginny lo seguì dileguarsi coi grandi occhi azzurri spalancati ed Hermione trattenne una risata dietro al libro.
-Che gli è preso?- chiese sedendosile a fianco.
-Credo che Thomas gli abbia chiesto se sei disposta a dare ripetizioni- fece lei, vagamente ironica.
-Oh.. no. No, non ho tempo e poi hey, Tom ha miliardi di persone a cui chiedere, perchè dovrebbe chiedere a me?-
-Ah non lo so. Però, che importanza ha? Tanto tu non le dai- disse la riccia alzando di un'ottava il tono della voce, in modo che il ragazzo, nascosto dietro alla porta socchiusa del dormitorio, sentisse.
Ginny scosse la testa perplessa, ma non chiese altre spiegazioni.
-Ho sentito che Malfoy ha avuto un incidente, l'altro ieri. L'hanno visto entrare in infermeria poco prima che tu tornassi. Pagherei se non riuscisse a giocare!-
-Non credo si sia fatto nulla di grave- rispose la riccia storcendo il naso in una smorfia.
-E tu come lo sai?- chiese la rossa inquisitoria.
Hermione boccheggiò esitante senza sapere che dire, poi si portò una ciocca dietro all'orecchio, ridacchiando. -Se fosse stata grave avremmo sentito le sua urla per tutto il castello!-
Ginny emise uno sbuffo divertito. -Sì, come quando lo ha aggredito Fierobecco-
-Già.-
Calò un silenzio delicato, interrotto soltanto dal vociare indistinto delle ragazze sopra al divano.
Hermione pensò alla visita del Serpeverde nella biblioteca, il giorno addietro, e al modo in cui aveva maldestramente tentato di giustificare il suo comportamento. Era solo una sua impressione o erano delle scuse quelle che aveva tentato di porle fra le righe?
Sospirò, rialzando gli occhi castani sul cielo grigio oltre la finestra. La pioggia aveva lentamente preso a ritirarsi, lasciando solo qualche rara goccia tonda sui vetri.
-Mi accompagni a cercare Luna?- chiese l'amica drizzandosi improvvisamente. -Neville le ha dato un aiuto in Erbologia, dovrebbero già aver finito.-
Annuì, scostandosi il libro dalle gambe, e la seguì silenziosa fuori dalla stanza.
Le scale dei sette piani del castello erano pressocchè deserte, con una giornata come quella tutti dovevano aver approfittato per chiudersi in biblioteca o nelle proprie sale comuni. All'altezza del primo piano Luna sbucò assieme al ragazzo in cima a uno scalino, e Ginny corse a salutarla.
Hermione fece per seguirla, ma nel passare davanti a una stanza sentì un familiare vociferare provenire dall'interno, assieme a quello dell'infermiera Poppy. Si fermò a sbirciare dalla fessura e vide l'anziana srotolare una fascia dal braccio del ragazzo, raccomandandogli l'uso di una pomata in boccetta. Malfoy annuì sistemandosi la divisa e in quel momento si accorse di lei, che lo fissava silenziosa dalla porta. Salutò l'infermiera prendendo il medicinale e la raggiunse lentamente, gli occhi grigi nei suoi.

Hermione si scostò appena dall'entrata, vedendoselo davanti, ma lui rimase dentro.
-Credevo non ti fossi fatto niente- disse squadrandolo seria coi pugni distesi lungo i fianchi.
Malfoy accennò un sorriso sghembo.
-Infatti, una leggera contusione, te l'avevo detto.-
-Non credevo ti avessero fasciato-
-Non è nulla.-
Hermione abbassò gli occhi e fece per andarsene, ma lui parlò prima che si girasse.
-Non volevo farti sentire in colpa. E' stata una reazione esagerata. Non c'entri.-
Hermione fissò le piastrelle del pavimento ai suoi piedi e fece un sorriso tirato, inarcando un sopracciglio.
-Che non c'entro lo so perfettamente. Non sei riuscito a farmi sentire in colpa-
Poi alzò gli occhi su di lui, distaccata. -Hai un pessimo carattere, Malfoy.-
Lui restituì l'occhiata con espressione seria e lei fece per compiere un altro passo in direzione degli amici.
-Sei arrabbiata?-
Si fermò.
Draco attese la risposta continuando a fissarla insistente, le mani poggiate sulle ante della porta ancora socchiusa.
-Credevo fossi tu quello arrabbiato- disse con sarcasmo, poi si accorse dell'espressione del ragazzo e smise subito di scherzare. -Impara a controllarti- rispose soltanto in tono mite.
Lui non disse nulla ma incurvò un angolo della bocca. -E' un perdono?-
-E le tue sono scuse?-
Malfoy non rispose e lei sbuffò una risata secca dalle labbra, allontanandosi.
Lui continuò a fissarla finchè non raggiunse il gruppo che era rimasto a parlare, inconsapevole, pochi metri più avanti.
Strinse le labbra inspirando, sulla lingua la parola che non era riuscito a tirar fuori, che gli era rimasta attaccata, appiccicata alla punta. Quella parola che si era sforzato di far uscire già il giorno prima, in biblioteca, ma che gli era rimasta incastrata fra i denti.
Era così difficile, per lui, pronunciare quelle cinque lettere?
Hermione risalì con gli amici lungo le scale che portavano alla torre e lui scese giù, ritirandosi nei suoi sotterranei.










Invito: se decidete di inserire la storia fra le preferite o le seguite, anzichè le ricordate, fatemi sapere cosa pensate, sia in bene che in male, sicuramente c'è qualcosa che potrei migliorare :)

Ringrazio barbarak e laura_ravenclaw_roccati, che hanno commentato l'ultimo capitolo, e tutti coloro che leggono.

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