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Autore: LilyLunaWhite    22/05/2014    1 recensioni
Nuova generazione. Stessi luoghi. Stesse Gilde in lotta tra loro. Però, il Regno di Fiore, non è più lo stesso da quando a governare vi è un nuovo Concilio della Magia. Nuovi complotti. Un mistero da svelare e la continua caccia ai Dragon Slayer. A muovere i fili di questa avventura è il Destino, mentre il Passato non fa che tornare, facendo riaffiorare ricordi perduti nel tempo.
-Dalla Storia.-
"Sentivo qualcosa nella mia mente che voleva liberarsi, che lottava per spezzare le catene che la tenevano imprigionata, stessa sensazione che provai la prima volta che vidi Yami.
Però lui, ora, non era lì con me. Ero sola.
Ormai avevo capito che quello che cercava di riaffiorare era un ricordo lontano, un ricordo che aveva dormito per molto tempo e che ora, una volta risvegliatosi, si era trovato incatenato e si dimenava cercando di liberarsi, ma senza riuscirci.
Liberati!
Dannazione liberati!"
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo storia: Sora - Il Gioco del Destino e del Passato
Titolo Capitolo: Panico A Scuola.
Autrice: Lily
Beta: Lucia
 
Mi decisi di aprire la porta del bagno per comprendere cosa stesse accadendo e quello che mi si presentò davanti mi paralizzò per lo stupore. I ragazzi di tutto l’istituto correvano nei corridori della scuola, disperati e spaventati, cercando di raggiungere l’uscita sul retro dell'edificio e ciò mi sorprese.
Perché uscire dal cancello sul retro, che era più piccolo, e non da quello principale?
Nel pormi quella domanda, però, mi risposi da sola. La causa di tutto quel trambusto si trovava in cortile, davanti al cancello principale.
Mentre riflettevo sulla mia prossima mossa, una ragazza catturò la mia attenzione: stava correndo anche lei verso l’uscita quando, a causa della calca di persone, inciampò e cadde a terra, non riuscendo più a rialzarsi a causa degli altri studenti che correvano senza badare alla sua presenza. La vidi prendersi la testa fra le mani, in un disperato tentativo di difendersi. Mentre fissavo la ragazza, un altro urlo agghiacciante si propagò per tutto l’istituto. Per qualche secondo, tutti, sorpresi, si fermarono chiedendosi come si potesse riprodurre un grido simile.
Approfittai della situazione e corsi verso la ragazza ancora a terra e rapidamente la tirai a me, per poi portarla nel bagno delle ragazze e richiudermi la porta alle spalle. Poggiai la schiena su quest’ultima e ripresi fiato.
Sentii gli studenti urlare nuovamente per il terrore e, più volte, qualcuno sbattere contro la porta del bagno.
La scuola era di nuovo nel caos totale.
Mentre riprendevo fiato, si udii una forte esplosione e il panico prese il sopravvento anche della mia persona. La ragazza che avevo salvato era rannicchiata a terra, con le mani sulle orecchie e evidentemente terrorizzata.
Posai l’orecchio sulla porta sentendo gente urlare qualcosa, sperando che fosse una spiegazione a quello che era successo poco prima. Anche se in modo confusionario, riuscii a cogliere che una forte esplosione aveva mandato in rovina un lato della scuola e sperai con tutta me stessa che non ci fossero feriti in tutto quel casino. Avevo sempre odiato gli studenti di questo istituto perché mi guardavano sempre dall’alto verso il basso, ma di certo non volevo che accadesse loro qualcosa. Nessuno meritava una cosa simile.
Volsi nuovamente lo sguardo verso la ragazza e la vidi alzarsi lentamente da terra e posare poi i suoi occhi castani nei miei e, appena notò il colore delle mie iridi, indietreggiò leggermente.
«Tu sei la famosa ragazza dagli occhi viola.», sussurrò lei impercettibilmente, cercando di nascondere la paura che stava provando.
Sbuffai sonoramente. Non riuscivo ancora a comprendere il perché avessero paura di me. Capivo bene che avevo le iridi di un colore inusuale e forse unico, ma non per questo ero pericolosa. Però, visto che per gli studenti del mio anno ero la figlia del diavolo, la reazione della ragazza che avevo davanti mi sembrava leggermente comprensibile.
«Gradirei essere chiamata con il mio nome, ovvero Luna, se non ti dispiace.», sbottai fredda.
Natai che non l’avevo tranquillizzata, ma al contrario sembrava più intimorita, aggiunsi con tono più dolce: «Tranquilla, non ti faccio nulla e un grazie sarebbe stato più gradito.»
«Scusa…», continuò lei, rilassandosi un po’.
«Mi spieghi cosa sta succedendo?», le domandai senza ulteriori indugi.
Vidi la ragazza dai capelli corvini prendere un respiro e iniziare a spiegarmi cosa stava accadendo.
Poco dopo, mi persi momentaneamente tra i miei pensieri.
Prima mi sveglio nel cuore della notte a causa di un drago con la strana convinzione che quell'incontro fosse reale e ora, a scuola, stava succedendo tutto questo a causa di qualche gruppo fanatico e a quanto pare anche ben organizzato, stando alle parole della ragazza che mi spiegava la situazione.
Una frase che ella pronunciò mi sorprese.
«Scusa, puoi ripetere?», le chiesi sorpresa e al contempo senza parole.
«Quei ragazzi hanno preso una ragazza del tuo anno, Izumi. Hanno detto che se Sora non si fosse presentata, l’avrebbero portata con loro.», mi rispose paziente lei.
Di nuovo quel nome: Sora.
Chi era questa ragazza? E perché dei ragazzi la cercavano?
Poi, il mio pensiero corse ad Izumi. È vero, non l’ho mai sopportata, ma non potevo lasciarla nelle loro mani.
Frettolosamente, riaprii la porta del bagno notando che i corridori erano quasi del tutto deserti, tranne per qualche studente che sicuramente per evitare il casino si era rifugiato in qualche aula o, come me e l’altra ragazza, nei bagni.
«Un’ultima domanda. Era lei ad urlare?», chiesi, voltandomi nuovamente verso di lei.
Lei silenziosamente annuì.
«Credo di si.», aggiunse poco dopo.
«Grazie. Comunque non c’è molta gente ora, vedi di scappare via da qui.», le dissi spingendola fuori dal bagno.
«E tu?», balbettò preoccupata.
«Tranquilla, io me la caverò.», le dissi, per poi spingerla via e cominciare a correre dalla parte opposta, verso l’entrata principale della scuola. Appena vi giunsi, trovai la parete buttata completamente a terra e notai una grande apertura nella facciata principale dell'istituto.
Davanti a me, intravidi sette figure che non riuscivo ad identificare data la lontananza.
Presi coraggio e mi feci strada tra le macerie, aiutandomi anche con le mani per poi giungere nel cortile e attirare lo sguardo di quel gruppo.
Senza indugio mi avvicinai a loro e puntai il mio sguardo, impassibile e freddo, sul ragazzo che teneva Izumi tra le braccia. Sembrava morta e aveva delle leggere ferite sul corpo. Quando ella mosse leggermente la testa verso di me, sospirai di sollievo: era viva.
Fissai le sette figure che avevo davanti e notai che tutti erano vestiti di nero e i loro corpi erano avvolti da dei burnus1, anch’essi neri.
Quando a separarci erano pochi metri, li guardai uno ad uno, senza però riuscire a scorgere i loro volti, nascosti dal cappuccio del mantello calato sulla testa.
«Finalmente sei uscita allo scoperto, Sora.», sussurrò il ragazzo che reggeva il corpo di Izumi, alzando leggermente il viso e mostrandomi il ghigno che aveva sul viso.
«Non so di chi tu stia parlando, ma sicuramente ti stai confondendo con qualcun’altra, io non sono Sora.», parlai con voce fredda e distaccata.
Mentre pronunciavo quelle parole, il dragone di quella notte mi ritornò in mente.
Che quello fosse un sogno premonitore? O tutto quello che stava accadendo era solo frutto di una serie di coincidenze?
Non riuscivo a trovare la risposta a quelle mie domande, anche perché in quel momento avevo tre priorità: mettere in salvo Izumi, scappare da quei sette individui e, soprattutto, comprendere chi fosse questa Sora.
Inoltre, volevo comprendere cosa centravo io in quella storia e perché quei ragazzi erano convinti che io fossi Sora.
 
1. Il Burnus o Aslham è l'ampio mantello con cappuccio di lana, perlopiù bianco, che costituisce l'elemento più tipico dell'abbigliamento maschile nell'Africa del Nord.

~Angolo Autrice.~
Eccomi qua, come promesso, con questo nuovo capitolo che spero vi sia piaciuto.
Volevo ringraziare tutti quelli che mi seguono su facebook, e in particolare volevo ringraziare Alys93 per aver recensito sia il prologo che il capitolo precedente e che ha deciso di seguire questa storia, con la speranza di trovare le risposte alle sue innumerevoli domande.
Come sempre, voglio ringraziare Lucia per aver ritagliato un po' del suo tempo per poter leggere e correggere questo capitolo.
Per tutto il resto, ringrazio i lettori silenziosi e vi do appuntamento a giovedì prossimo. ♥
Con affetto,
Lily.

 
   
 
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