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Autore: coccinellanna    27/05/2014    2 recensioni
Un anno dopo, Elena cerca di affrontare un'assenza ingombrante.
Genere: Angst | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Elena Gilbert | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una splendida giornata a Mystic Falls. Ad Elena non piaceva la pioggia, ma quel giorno si era ritrovata a sperare che il cielo si rannuvolasse almeno un po'. Tutto quell'azzurro non le dava tregua: non poteva fare a meno di pensare ai suoi occhi maledettamente celesti. Alaric guidava al suo fianco, in silenzio. Sapeva che stava soffrendo almeno quanto stava facendo lei.

Una volta era entrato nella stanza di Damon trovandola distesa sul letto a soffocare le lacrime sul suo cuscino. Alaric l'aveva stretta forte a sè per un istante poi le aveva raccontato per la centesima volta di come Damon si fosse fermato per salvare Liz, di quanto lui si sentisse in colpa per essere tornato dall'altra parte per primo, di quanto sembrasse felice in quell'ultimo istante in cui l'aveva visto. -Avrei preferito essere io - le disse quella sera -darei la mia vita per farlo tornare da te, Elena. Ma non posso-.

Nessuno poteva portare indietro Damon.

Nessuno poteva portare indietro Bonnie.

Non importava quante lacrime Elena versasse. Non importava quante volte Stefan prendesse distrattamente in mano qualcosa di suo fratello per poi accorgersene e perdersi nei ricordi. Non importava che Jeremy si fermasse davanti alla tomba di Bonnie tutti i giorni prima di andare a scuola.  

Attorno alla cripta dei Salvatore c'era già una piccola folla. Volti famigliari le sorridevano, ma lei dovette farsi forza per trattenere le lacrime. Lì davanti, fra la boscaglia, era stato sistemato un piccolo leggio con le foto di Damon e Bonnie ai lati. Stava proprio dove li avevano visti per l'ultima volta, prima di essere inghiottiti dalle tenebre.
Elena vide Jeremy. Lui le fece un cenno, avvicinandosi. Non dissero niente, si abbracciarono e basta. Sapeva di non essere stata presente nella vita di suo fratello come avrebbe dovuto, in quell'ultimo anno. Ogni volta che guardava suo fratello vedeva Bonnie. Vedeva  sè stessa in lacrime, mentre gridava arrabbiata alla sua migliore amica per averla fatta tornare indietro senza Damon. Vedeva Bonnie che le diceva che era tutto finito, che non c'era più nulla da fare. Non avrebbe mai immaginato che quello sarebbe stato il suo ultimo ricordo di lei. Era davvero convinta che Bonnie avesse trovato un modo per salvarsi, perchè lei lo faceva sempre. Lei aveva sempre la soluzione. Ora invece lei non c'era più.
Caroline era stretta a Stefan, che aveva uno sguardo sofferente in volto. Tyler e Matt stavano accendendo delle candele da sistemare attorno al piccolo altarino. Vide Enzo comparire fra gli alberi, tenendosi a distanza dal loro gruppo. Elena mormorò un grazie, sicura che lui l'avrebbe sentita.
Liz Forbes si avvicinò al leggio, pronta a cominciare.
-Oggi siamo qui per onorare la morte di due persone speciali, due amici che si sono sacrificati per chi avevano di più caro e per la propria città. Vi chiedo di prendere in mano una di queste candele e di tenerla fino alla fine della cerimonia-.
 
-Conosco Bonnie da tutta la vita. Ricordo ancora il giorno in cui siamo diventate amiche. Eravamo alle elementari, avevamo forse sette anni. Era una bella giornata, come oggi, e stavamo facendo l’intervallo in cortile. Kristy Anderson mi disse che non potevo saltare la corda insieme a lei e alle sue amiche. Mi arrabbiai tantissimo e le diedi un pugno in faccia. La maestra fece chiamare mia madre sul lavoro e decisero insieme la punizione. - Lo sguardo di Caroline si spostò su sua madre, che la guardava sorridente.
-Il giorno successivo Bonnie parlò con la maestra. Le raccontò che Kristy e le sue amiche mi prendevano in giro da un po’ di tempo,le raccontò di tutte le volte in cui io avevo ignorato le loro risatine e i commenti cattivi che si sussurravano nell’orecchio. Da quel momento in avanti due cose divennero certe: che le bambine di sette anni possono essere perfide e che io e Bonnie saremmo state amiche per sempre.-

Elena sentiva gli occhi bruciare e trovò la mano di suo fratello stretta nella sua, come se volesse aggrapparsi per non cadere.
Caroline continuò  -Bonnie è stata mia amica nei momenti belli e in quelli brutti, mi ha voluto bene anche quando anche io mi odiavo. Mi ha coperto quando finsi di dormire a casa sua e in realtà andai alla festa di Bill White, non ha mai rivelato a nessuno la mia cotta segreta per Pete, il fratello ventiduenne di Bill, e di come la sera della festa mi ubriacai e tentai di baciarlo. Non mi ha mai giudicata, non importa quanti errori facessi. E non ha mai chiesto niente in cambio. Perché è questo quello che rendeva Bonnie speciale: ti voleva bene senza mai chiedere niente in cambio. Era disposta a tutto per le persone che amava. Sarebbe stata felice di vedervi qui oggi. Anzi, sono sicura che ovunque sia ci sta guardando e sta cercando di trattenere le lacrime proprio come sto facendo io adesso. Vi direbbe che va tutto bene, che la vita va avanti e che il futuro che vi aspetta è splendido. Vi direbbe di non dimenticarvi delle persone che avete intorno e di essere sempre presenti l’uno per l’altro. Ci manchi, Bonnie…-
Caroline lasciò il microfono, con gli occhi ridotti a due fessure per impedire alle lacrime di uscire e le labbra piegate in una smorfia di dolore. Stefan corse ad abbracciarla. Alaric posò una mano sulla spalla di Jeremy, che teneva la testa bassa e lo sguardo fisso a terra.

Quando Caroline, qualche settimana prima, le aveva chiesto se era disponibile a dire qualcosa su Damon durante la cerimonia, Elena aveva rifiutato. In quel momento si vergognava un po', ma sapeva che non sarebbe mai stata in grado di reggere una cosa del genere. Forse era perchè ancora non riusciva a pronunciare il suo nome.  Aveva provato a scrivere qualcosa di sensato da dire, ma tutto sembrava così insulso, così banale. E lui era il contrario della banalità.
Alaric era stato ben felice di prendersi quella responsabilità, anche se Elena si accorse che, mentre si avvicinava al leggio, era visibilmente emozionato.
 
- Damon avrebbe odiato tutto questo. Se fosse qui vi direbbe di smetterla di comportarvi da ragazzini, vi direbbe che stringere fra le mani queste candele non serve a niente e poi probabilmente mi chiederebbe dove ho nascosto gli alcolici. Ha fatto molti errori nella sua lunga vita, non serve certo che io stia qui ad elencarveli. Insomma quell'idiota mi ha anche ucciso un paio di volte! Ma vorrei che lo ricordaste per qualcos'altro. I nomignoli che ci affibbiava. I suoi commenti sarcastici... io facevo fatica a non ridere, ma cercavo sempre di trattenermi per non dargli la soddisfazione. Il modo con cui si faceva carico di mille responsabilità, volendo a tutti i costi fare l'eroe, ma senza mai prendersi i meriti. La sua dote naturale nel mandare a rotoli tutte le relazioni che si impegnava a costruire. La sua capacità di amare in maniera totalizzante, senza mezze misure. Io lo ricorderò così, perchè Damon è sempre riuscito a farsi perdonare tutto il resto-.             
 
Note: scrivere questo capitolo è stato veramente difficile (sì, ho pianto. sì, più di una volta). Prometto che il prossimo sarà più incentrato su Elena. In fondo siete qui per quello, o no?
Grazie a tutti quelli che vorranno leggere/recensire/seguire la mia storia...
Un abbraccio

  
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