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Autore: Fuuma    03/08/2008    2 recensioni
E' un soldato. E' un ragazzo. E' un uomo.
Zax Fair.
E la sua storia.
Disseminata in un cammino che conduce verso la Fine e poi raccolta briciola dopo briciola.
[SephirothxZax] -pre e post crazy-
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Sephiroth, Zack Fair
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo: Crumb of Bread
Serie: Final Fantasy VII: Crisis Core

Rating: Nc-14
Pairing: SephirothxZax

Note: Quinto prompt, quinta flashfic che si lega direttamente alla sesta.

Disclaimer: I personaggi di Final Fantasy VII appartengono alla Square-Enix, ma visto che punto a conquistarla insieme al mondo, presto Zax e Sephiroth saranno miei*¬*v.

I themes qui svolti e l'idea appartengono a 10_passions.


+†+Crumb of Bread+†+

[05. His Place]

Non è giusto quello che stai facendo.
Non è giusto quello che gli stai facendo.
Tu sul podio e lui sotto a venerarti come un Dio.
E sai di non meritarlo.
Sai di essere umano tanto quanto lui o, per lo meno, sai che lui potrebbe essere molto più di quello che è ora. Un 2nd Class SOLDIERs. No, lui potrebbe essere il migliore, al pari di te... forse anche di più.
Cos'è, hai paura? Paura che ti superi?
E perchè mai, nemmeno gli permetti di mettersi in gioco, di sfidarti o allenarsi con te, a malapena lo lasci stare quando è impegnato con l'addestramento, giusto perchè possa continuare a sopravvivere nel vostro mondo... che poi, per ora, è solo il tuo mondo.
Fermati. Fermalo. Fermatevi, prima che quello stupido perda del tutto la giusta prospettiva e finisca come tutti gli altri: prima che finisca per diventare uno tra tanti.
Che spreco. Un talento come il suo nascosto al di sotto della tua ombra. Spostati, perchè diavolo vuoi tarpare le sue ali, perchè diavolo devi tenerlo al guinzaglio?
Cos'è, hai paura? Paura che scappi lontano da te?
Potrebbe farlo, sì, potrebbe scappare per ottenere ciò che cerca e, allora, sarebbe solo colpa tua.
Perchè lui non è un pupazzo che puoi maltrattare o stringere a seconda di come ti gira, non è un cagnolino che tace ed obbedisce al suo padrone, non è un giocattolo. Mettitelo in testa, Sephiroth: i giocattoli si rompono, gli uomini muoiono!
Fattene una ragione, Sephiroth.
Non è qui per te.
Forse sei tu quello ad esser qui per lui.
Sei solo tu a non poter fare a meno della sua presenza.
Sei solo tu quello che ogni giorno lo ricerca, lo desidera, pretende la sua compagnia e lo rapisce dai suoi doveri.
Nemmeno te ne rendi conto.
Lui di certo è troppo buono o troppo stupido per opporsi a te e al tuo egoistico volere.
Ti lascia fare quello che vuoi. Non è detto che non ti stia usando, molti altri lo farebbero al suo posto, molti altri lo farebbero anche al tuo.
E' così facile usare una persona, illuderla, manipolarla e poi gettarla via. Addio. Bye-bye. Sayounara. Ci si vede, baby.
Umpf.
E tu, ne saresti capace?
No, naturalmente. Ma non è onestà la tua, non è una questione di valori morali. Non ne sei capace perchè non hai mai avuto bisogno di usare certi mezzucci, perchè abbassarti a certi comportamenti vili macchierebbe la tua bella reputazione di grande eroe. Oh, che perdita sarebbe per il mondo, che immane tragedia. Chissà come la prenderebbe quel ragazzino, guardandoti cadere dal tuo piedistallo dorato.
Ti odierebbe, lo sai?
Vi odiereste a vicenda.
E' così che funzioni. Tu non sei capace di dare amore a chi non ti ama.
E' così che funziona tutto.
Male.
Ma non ci si può fare niente.
E' così e basta.
E sarà così finchè non imparerai qual'è il tuo posto e quale il suo: lontano da te, lontano da ciò che rappresenti, lontano da ciò che puoi dargli.
Niente amore per l'eroe del mondo.
E' un lusso che non puoi ancora permetterti, non dalla persona che vorresti.
Quindi, niente amore neppure per il soldato che un giorno scalerà la vetta raggiungendoti in cima.
Perchè il suo posto, il posto di Zax Fair è quello, sul podio dei vincitori al tuo fianco. Come soldato. Come eroe.
Come amante...
- Generale, volevate parlarmi? -
Ora però basta fantasticare. Rispondi, Zax ti ha fatto una domanda.
- Sì. Accomodati. -
Il tuo ufficio è sempre uguale, anche ora che è giorno ed il ragazzo può ammirare quella stanza finalmente illuminata dal sole che filtra dalla finestra alle tue spalle.
E' grande, non credeva lo fosse così tanto.
Tu invece gli sembri sempre lo stesso.
Umpf, non immagina neppure quanto si sbagli.
- Se è perchè ieri ho fatto tardi nei vostri appartamenti giuro che non accadrà più, è solo che l'allenamento si è protratto fino a... -
- Silenzio. -
Ti è bastata una parola per zittirlo e per avere tutta la sua attenzione.
L'hai sempre trovato eccitante, vero?
Quel suo sguardo, quando sgrana gli occhi fissandoli su di te, senza stupore, ma solo con un'assoluta devozione, e quel nervosismo tipico di quando parla con i suoi superiori. Non lo capirai mai come faccia un ragazzo spigliato ed esuberante come Zax a trasformarsi nel più impacciato e timido bimbetto quando parla con te.
E' adorabile. No. No. E' eccitante, ecco sì, è davvero eccitante.
Si sta torturando le mani, nervosamente. E' chiaro che non sia a suo agio e tu, ovviamente, non hai alcuna intenzione di fare in modo che ci si senta, non è tuo compito questo, tu devi solo mettere le cose in chiaro e dare un freno al gioco in cui vi siete invischiati.
E' stato divertente, è stato bello, è stato divino, ma ora basta.
- Non verrai più nè nel mio appartamento e nemmeno nel mio ufficio se non per questioni che riguardano l'esercito. -
E' rimasto interdetto, c'era da aspettarselo, ma non è per quello che ha sentito, quello può anche andare... non fosse per il modo in cui glielo hai detto.
Sembra che non te ne freghi niente.
Ci sta davvero credendo.
Ancora qualche secondo e si alzerà da quella poltrona corrucciando la fronte, come quando c'è qualcosa che proprio non riesce a digerire, e poi aprendo oscenamente la bocca, allo stesso modo di quando gli hai detto che lo trovavi bello. Lo hai sempre pensato, lo sai, lo sa persino lui di essere bello, ma certe parole pronunciate dalla tua bocca, ammettilo, fanno un certo effetto!
Esattamente come queste parole.
Ed eccolo mentre si alza, corruccia la fronte, spalanca la bocca, sbatte le palpebre e poi ridacchia nervosamente. Incredulo.
- E cosa dovrebbe significare questo? - domanda irritato in parte dalla tua calma, in parte dal tuo ufficio imponente ed in parte dai raggi di un sole che gli sbatte proprio in faccia.
- Non è chiaro, Zax? -
- No, non lo è affatto, ok? -
- Ok? Con chi credi di star parlando, soldato? -
Con te. Semplicemente con te.
- Non ne ho idea, ma sicuramente non si tratta di Sephiroth! -
- Stai forzando la mia pazienza. -
- Bene, almeno avrò la conferma che hai dei cazzo di sentimenti da mostrare! -
Si è fermato.
All'istante.
La tua mano lo ha afferrato al mento, stritolandogli la mascella con forza e lo hai sbattuto seduto di nuovo sulla poltrona a guardarti dal basso, come si suppone che continui a fare.
Ma non è quello il suo posto. No. No. No. Non è lì che deve stare.
Ed ora che lo hai capito tu deve capirlo anche lui.
- Ora basta, Zax. Un'altra parola e farò in modo che tu venga esiliato dalla ShinRa. -
Non ti servirebbe neppure molta fatica per farlo, una telefonata ai piani alti, una scusa qualsiasi -o forse anche senza!- e via, gli darebbero un bel calcio nel sedere rispedendolo a Gongaga con tanti saluti dai SOLDIERs.
Lui ringhia.
Gli sono sempre calzati stretti i panni di quello che subisce senza aprir bocca.
E di questo sei felice, perchè vuol dire che non ci sarà figlio di puttana alcuno che metterà i piedi in testa a quel ragazzo e, forse, neppure tu.
- Combattiamo. -
Già. Neppure tu, che lo guardi con qualcosa di molto simile alla sorpresa negli occhi e allenti un po' la presa alla sua mascella.
Sta parlando seriamente, non vale nemmeno la pena di chiedergli di ripetere quella richiesta -che era un ordine, lo sai bene, ma preferisci sorvolare-.
- Sei pazzo. -
- Vi state tirando indietro, Generale? -
Gioca sul tuo orgoglio, oscillando tra i "voi" ed i "tu" senza che abbia ancora ben deciso che cosa rappresenti per lui adesso: se l'amante di ogni notte, quello capace di farlo tremare con un bisbiglio soltanto, o il Generale dei 1st class SOLDIERs, impietoso e forte, irraggiungibile.
Ma tu lo hai capito, vero? Che sono tutte fandonie, che il tuo essere irraggiungibile è un mito come Babbo Natale o la Fatina dei denti. Lo hai capito che lui un giorno ti raggiungerà.
- No, soldato. -
Soldato.
Lo chiami così quando vuoi rimetterlo in riga, forzando il tono solitamente piatto, per rimetterlo al suo posto, dove si presume se ne stia buono buonino.
Ma lui è un puledro che scalcia e nitrisce quando le cinghie gli stan troppo strette.
Ed ha ragione. Cazzo, se ha ragione!
- Allora andiamo. -
La sua mano posa sulla tua, ancora ferma al suo mento. Non si stringe più di tanto, è lì solo per farti capire che devi lasciarlo andare o non potrà alzarsi.
Effettivamente vorresti non lasciarlo andare, tenerlo seduto in quel modo, malamente sprofondato nella poltrona, con le gambe divaricate perchè ha perso l'equilibrio e non vuole rischiare di scivolare sul pavimento ed i capelli che ricadono in parte a sfiorare le spalle ed in parte sullo schienale in pelle.
Dannazione.
Non avresti dovuto soffermarti a fissarlo così a lungo.
Lo vuoi. Lo vuoi. Lo vuoi!
Vorresti mandare a farsi fottere tutti i tuoi buoni propositi, ritrattare le tue ultime frasi e fartelo su quella dannata poltrona, oppure sbatterlo con la faccia contro il muro e poi fotterlo finchè non si toglierà dalla testa quell'insana idea di combattere contro di te, finchè i vostri corpi non saranno troppo stanchi per continuare e lui non cadrà tra le tue braccia supplicando di avere un solo altro bacio.
Vorresti, mhm?
Scordatelo.
Togli quella mano dalla sua faccia e spostati. Adesso!
Bravo ragazzo.
Lo precedi verso la porta del tuo ufficio.
- Seph. -
Seph.
E' tornato a chiamarti con quel diminutivo che permetti di usare soltanto a lui. Sarebbe già tanto se gli permettessi di chiamarti per nome, ma addirittura Seph.
Seph.
Adori quando ti chiama così, soffiando sul "ph" il suo respiro che rende quella parola quasi viva.
Seph.
Quando lo pronuncia i suoi occhi sono sempre puntati su di te, tutte le volte.
Anche ora, sta guardando la tua schiena e ha testo un braccio per fermarti, sostando con la mano al tuo bicipite.
Seph.
Ti piacerebbe se ti chiamasse ancora così. Non lo farà. Non ora.
- Se ti batto... - inizia ed è pura follia quella che esce dalla sua bocca - ...dovrai spiegarmi che cazzo ti è preso. -
Non ti ha chiesto di ritrattare, lui ha sempre rispettato ogni tua decisione.
Ti chiede soltanto una spiegazione e tu sai di dovergliela.
- D'accordo. -
Dentro di te sai che quella spiegazione gliela darai anche se perde perchè, a dire il vero, per quanto in futuro il suo posto sia più in alto di quello di adesso, ora è un soldato semplice e con il generale Sephiroth non ha alcuna speranza.
- Tanto non ti permetterò di liberarti così facilmente di me, Seph. -
O forse sì...?


+†+THE END+†+

   
 
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