Capitolo 16:Brillamento solare
Lo scoprire che in
futuro la sua unione con Mamoru, l’avrebbe portata ad avere non solo Chibiusa, ma anche un secondo figlio, riempì Usagi di una serenità che non sentiva da qualche tempo a
causa di Kendra, ma potè godersi
quella sensazione solo per pochi istanti, in quanto, fu presto portata alla
realtà dalle sue compagne.
Le chiesero se si
fosse ricordata come accendere il computer di suo padre, ma a malincuore
dovette scuotere la testa.
Ci fu una delusione
generale, ma nessuno potè incolparla. Nessuno di loro
aveva buoni ricordi della loro vita passata e non potevano pretendere che la
ragazza avesse addirittura i ricordi dei suoi primi tre anni di una vita come Serenity.
Quando il resto delle
guerriere Sailor e i genitori di Usagi rientrarono,
vennero messi a conoscenza di quanto accaduto e non potendo fare niente per
quanto riguardava l’accensione del computer, Sailor Nettuno, Sailor Venus,
Sailor Jupiter e Sailor Saturn
informarono i presenti sulle condizioni dei nuovi abitanti della luna.
Andarono a sistemarsi
in un salone enorme, dove il colore dominante era bianco. Vi erano diversi
divani , disposti attorno a un grosso tappeto, sul quale poggiava un tavolino,
dove erano stati poggiati i biscotti che Makoto aveva fatto quella mattina.
La conversazione
intrapresa interessò tutti e ognuno cercò di dire la sua, in modo da riuscire a
trovare la soluzione più consona al problema.
La regina Selene,
rendendosi conto che la luna non era attrezzata per ospitare così tante
persone, rese disponibile ad aprire le porte del palazzo al popolo per ospitane
qualcuno, sebbene non risolvesse il problema in modo definitivo.
“Non credo sia una
buona idea Maestà. Gli umani sono pieni di sentimenti negativi, emozioni con i
quali Kendra gioca e può usare le persone a suo
vantaggio!” disse Sailor Pluto prendendo la parola.
“Ma non possiamo lasciare quella gente per strada. È
disumano. Inoltre è colpa mia se si trovano in questa situazione!” cominciò Usagi e prima che qualcuno potesse fiatare, disse “E non
ditemi che non è vero, perché Kendra ha fatto tutto
sto casino solo perché voleva me e il cristallo, quindi in qualsiasi modo
girate la frittata, sebbene non volontariamente, la colpa è mia!”
Mamoru sospirò e prese la parola “Io avrei
una proposta, che non esclude l’idea della regina. Sebbene gli uomini abbiano
un lato oscuro, vi è qualcuno tra noi che questo lato non l’ha ancora
sviluppato appieno, mantenendo quel lato innocente che la nostra nemica di
certo non può usare a suo vantaggio!”
“Ti riferisci ai
bambini immagino!” disse Sailor Nettuno, sedendosi sul bracciolo del divano,
accanto a Sailor Urano.
Il ragazzo annuì
“Molti sono rimasti orfani dopo quanto successo e sapendo cosa significa, direi
che dover superare la perdita dei genitori, è già abbastanza traumatico senza
doversi preoccupare di trovare un posto per la notte per evitare
l’assideramento!” disse preoccupato.
Usagi seduta accanto a Mamoru
gli strinse la mano, dicendo “Mi sembra un’idea fantastica!”
Le guerriere si guardarono
e annuirono convinte.
“È comunque un
rischio, ve ne rendete conto?” chiese Haruka,
prendendo la parola.
“Bhe,
tecnicamente tutti noi qui presenti possiamo essere una minaccia per mia figlia
a dirla tutta, in quanto non siamo immuni da quei sentimenti negativi che
caratterizzano l’uomo!” disse Kenji.
“Purtroppo le devo
dare ragione!” disse Sailor Urano, rassegnata all’evidenza.
“Bene, allora la
decisione è presa. Che ne dite se destiniamo un paio di stanze ad aule
scolastiche?” disse Usagi sorprendendo i presenti, i
quali tutti le lanciarono diverse occhiate meravigliati.
“Questa proposta è
davvero uscita dalla bocca di mia sorella?” chiese Shingo
sorpreso.
Usagi mise il un finto broncio
all’affermazione del fratello.
“è una buona idea.
Potremo chiedere alla prof.ssa Haruna se vuole
riprendere il suo ruolo da insegnante e se c’è qualche altra persona che
faceva questo mestiere sulla terra, vedere se si rende disponibile!” disse Ami.
“Io direi di cercare
anche qualche architetto e cominciare a pensare di costruire nuove abitazioni!”
propose Kenji prendendo la parola per la prima volta.
“Il problema è che il
perimetro abitabile della luna non è molto esteso ed è stato quasi tutto
utilizzato. Non credo che le nuove costruzioni bastino per tutti!” intervenne la
regina Selene “Sperando che i miei avi non me ne vogliono a male, si potrebbe
abolire la legge che le costruzioni non devono essere più alte del palazzo,
così da aggiungere piani anche ad abitazioni già esistenti!”
Le ragazze annuirono.
“Riapriamo anche gli
ospedali e le altre attività commerciali, in modo da creare una vita il più
normale possibile!” disse Sailor Nettuno, che venne appoggiata dai presenti.
“Sarà un lavoraggio!”
disse Sailor Venus.
“Si, ma è necessario.
Io dico di riunire la popolazione e di spiegare loro la completa situazione.
Forse sarà un po’ shoccante per loro scoprire che non torneranno mai a casa, ma
poi vedrete che cominceranno ad organizzarsi da soli, infondo uno dei pochi
istinti rimasti attivi nell’uomo, è l’istinto di sopravvivenza!” disse Sailor
Mars.
Dopo essersi accordati
sui provvedimenti, i presenti cominciarono a organizzare il tutto, compresi i
genitori di Usagi, che volevano dare una mano.
Serenity fu l’unica sollevata dal compito e
seguendo Luna, insieme a Chibiusa e Selene, si recò
nella stanza che la gatta, ai tempi del Silver Millennium, utilizzava per
educare la principessa.
“Io riprenderò il mio
ruolo di educatrice Usagi. Hai molto da imparare per
essere una degna reale. Direi di cominciare con il discorso che dirai davanti
al popolo e poi con il comportamento da tenere in loro presenza!” disse Luna
con un tono che non permetteva repliche.
Usagi spalancò gli occhi “Cosa? Dovrò
parlare io alla popolazione? Davanti a tutta quella gente?”
Luna abbassò la testa
rassegnata “Benedetta ragazza, fino a prova contraria sei tu la regnante della
luna. È una tua responsabilità!”
La regina Selene
vedendo l’agitazione della ragazza disse “So che non ti senti ancora pronta, ma
vedrai che andrà tutto bene. Io ti aiuterò come mi è possibile in queste
condizioni!”
Per Usagi le ore sembravano non trascorrere mai. Doveva fare i
diversi esercizi, che di solito aveva visto fare alle aspiranti principesse nei
film, come camminare con una pila di libri sulla testa, senza farli cadere. Il
compito si dimostrò molto più arduo di quanto si aspettasse. Chibiusa, che era più allenata, le fece vedere come fare e
riuscì a percorrere il perimetro della stanza senza problemi, mentre Usagi, dopo pochi passi dovette chinarsi a raccogliere i
libri e riprovare. Questo diverse volte, finchè Luna
decise che poteva bastare.
Preparare il discorso
fu ancora più difficile. Non sapeva nemmeno da che parte iniziare. Luna voleva
che usasse un linguaggio più consono a una principessa, utilizzando parole di
cui nemmeno sapeva il significato.
La gatta sospirò
quando vide che dopo mezz’ora, Usagi non aveva ancora
scritto niente che venisse da lei, perché quelle poche righe che aveva
scarabocchiato, le erano state suggerite da Selene. Quest’ultima, vedendo la
figlia in difficoltà le dimostro come tenere un discorso, sperando di aiutarla,
ma a vedersi sembrava molto più facile che a farsi.
Anche Chibiusa provò a scrivere un discorso e, sebbene ci fossero
parecchie cose che non erano proprio corrette, Luna fece notare alla sua
allieva, quanto la bambina fosse più avanti rispetto a lei.
Usagi all’ennesimo rimprovero si arrabbiò.
Quando Luna le rimproverava di essere goffa, pigra e sbadata sulla terra, non
ci faceva molto caso, perché sapeva che infondo poteva fare di meglio se solo
si impegnava, ma non le piaceva passare per una idiota perché non era in grado
di fare cose che non aveva mai fatto.
“Adesso mi hai
stancato Luna!” disse alzando la voce.
La gatta sgranò gli
occhi sorpresa dalla reazione della ragazza.
“Sono principessa da
solo un paio di giorni senza avere mai ricevuto un’istruzione per esserlo e tu
mi paragoni a Chibiusa che sta a contatto con queste
cose da quando è nata? Questo non è giusto Luna!”
“Ma parte di te è una
principessa e queste cose le dovresti saper già fare!” disse Luna agitando la
coda nervosamente, rendendosi conto improvvisamente di aver esagerato, ma
voleva spronare la ragazza a ricordare cose che erano parte di lei.
“Serenity
le sa già fare, non Usagi e se non te lo ricordi, la
prima è morta secoli orsono. E io, Usagi, mi ritrovo
a vivere quella che sarebbe stata la sua vita e quello che ti chiedo e di
concedermi del tempo per imparare senza farmi sentire una stupida!” urlò la
ragazza con le lacrime agli occhi, prima di correre fuori, lasciando Chibiusa e Luna a scambiarsi degli sguardi.
La ragazza percorse a
passo svelto il corridoio che l’avrebbe condotta verso la sua camera, quando
per strada incontrò sua madre e suo padre che erano appena rientrati.
“Usagi!”
disse Kenji sorpreso di vedere la figlia sconvolta.
La ragazza incrociò
gli sguardi con i genitori e si buttò tra le braccia di Ikuko.
“Mamma, papà!” disse,
tra i singhiozzi.
La madre le accarezzò
i capelli e poi dirigendosi verso la stanza della principessa per avere più
privacy, le chiese “Tesoro, cosa ti è successo?”
Serenity si sedette sul letto e asciugandosi
le lacrime disse “è tutto così difficile. Io…io non sono una principessa eppure
tutti si aspettano che mi comporti come tale e io…so già che deluderò tutti.
Non ho combinato niente con Luna oggi e questo è così frustrante. Perché non
posso essere una ragazza come tutte le altre!” disse abbassando la testa.
Ikuko le si sedette accanto “Usagi, nessuno ti chiede di essere perfetta. Imparerai a
essere una principessa col tempo. Nessuno ti giudicherà se dimentichi qualche
inchino o altri comportamenti reali!”
“è qui che ti sbagli.
Luna sembrava così amareggiata vedendo che non riuscivo a fare niente. In
queste ore non ha fatto altro che paragonarmi a Chibiusa,
di quanto lei fosse più brava di me e… posso capire se mi paragonasse a lei
avendo tutti i miei ricordi della mia vita passata, ma di fatto quei pochi
ricordi che ho, non mi insegnano a essere una principessa ed è sleale
paragonarmi a una bambina che è cresciuta come tale! Insomma una principessa è
elegante, composta, ben educata, conosce il galateo, praticamente è
l’esatto opposto di me. Allora mi viene da chiedermi, se io sono l’incarnazione
di Serenità, perché io sono così diversa da lei!”
Kenji la chiamò per farsi guardare in
faccia e dolcemente le disse “Non devi prendertela troppo per quello che dice
Luna. Non credo voglia farti sentire inutile, cerca solo di insegnarti le
usanze regali in modo forse un po’ troppo severo, vuole spronarti, non capendo
che non sempre si ottengono risultati rinfacciando gli errori commessi. Su
certa gente questo metodo funziona perché voglio far vedere di cosa sono
capaci, ma per altri, le critiche dette in modo sgarbato possono solo essere
distruttive e credo che questo sia il tuo caso. Ascolta il mio consiglio, parla
con Luna e falle capire quello che provi, è il gatto più intelligente che abbia
mai visto, capirà!” disse Kenji sorridendo “E poi non
è vero che deluderai tutti e credo che questa tua convinzione sia anche colpa
mia” disse l’uomo abbassando la testa “Ti chiedo scusa Usagi.
Non è vero che mi hai deluso, quel giorno ero solo molto arrabbiato e ho ti ho
detto questa cosa orribile senza pensare alle conseguenze. Sappi che mi hai
reso il padre più orgoglioso al mondo e sono davvero fiero di te!” disse, per
poi essere abbracciato da una figlia commossa.
Ikuko si alzò e si unì all’abbraccio
“Anche io sono molto orgogliosa di te. Sei una persona fantastica Usagi, una di quelle che raramente si incontrano. Non cambiare
mai figlia mia!”
Usagi sciolse l’abbraccio per incupirsi di
nuovo “Mi domandavo quanto…quanto di Usagi resterà in
me, se imparo a essere come Serenity. Insomma mi
ritroverò a dover soffocare me stessa per essere la principessa di questo regno
e… questa cosa mi spaventa!”
Ikuko scosse la testa “Non devi rinnegare
te stessa Usagi, dovrai solo tenere comportamenti più
consoni alla tua condizione di principessa quando sarà necessario e essere te
stessa quando sarai con noi e con i tuoi amici!”
“Tua madre ha ragione.
Se a casa tua metti tranquillamente i piedi sul tavolo, a casa di altri non lo
fai perché è un comportamento più consono da tenere, giusto? Bhe è la stessa cosa. Se in presenza del popolo devi essere
elegante, fare inchini e via dicendo, una volta che sei nel castello, puoi
anche andare in giro in pigiama e pantofole… al diavolo la regalità!”
Usagi si fece scappare una risata.
Ikuko sorrise a vedere che la figlia si
era finalmente tranquillizzata, ma qualcosa di curioso attirò la sua attenzione.
Le porte che davano
sul balcone erano spalancate e, essendo il cielo visibile, la donna potè vedere dei giochi di colore che ornavano il cielo.
Era una aurora
boreale, un fenomeno sulla terra visibile solo in determinate coordinate e cosa
alquanto assurda da vedere sulla luna, non essendoci un’atmosfera.
“È bellissimo!” disse Serenity uscendo sul balcone, seguita dai suoi genitori.
“Se l’essere umano è
in grado di vivere sulla luna, perché vedere un’aurora boreale su di essa mi
sorprende tanto?” si domandò Kenji.
“Mi domando come sia
possibile una cosa del genere. È scientificamente impossibile!” disse Ikuko sbalordita.
“La cupola creata dal
cristallo d’argento funziona come l’atmosfera terrestre e il fatto che non sia
solo di colore verde come sulla terra, lo si deve al fatto che quando un cristallo
viene colpito dalla luce, questa viene riflessa mostrando i diversi colori che
la compongono!” disse una voce accanto a Usagi, la
quale trasalì non essendosi accorta della presenza di Luna sul corrimano.
La gatta sorrise e mosse la coda nervosamente, mentre guardava
la sua principessa con occhi tristi.
“Hai ascoltato la conversazione,
vero?” chiese Usagi, riuscendo a interpretare il
linguaggio del corpo della sua amica.
Luna annuì “Non avrei
dovuto comportarmi in modo sgarbato, mi dispiace!”
La ragazza scosse le
spalle “A chi non è capitato di origliare le conversazioni di altri!”
“Mi riferivo al mio
comportamento durante la lezione. So di essere stata sgarbata, ma Usagi io voglio che tu tiri fuori il meglio di te stessa e
so che ci puoi riuscire. Puoi fare molto più di quello che credi!” rispose la
gatta.
Usagi sospirò e rispose “Vorrei solo che
la smettessi di rimproverarmi ogni volta che faccio un errore o non sono capace
a far qualcosa, perché se non commettessi errori e sapessi fare tutto, cosa mi
dovresti insegnare? Vorrei che ti rendessi conto che da un giorno all’altro mi
sono ritrovata sulle spalle un regno da governare e…si, sapevo che prima o poi
sarebbe accaduto, ma pensavo di avere ancora del tempo per crescere e maturare.
E invece a sedici anni mi ritrovo questo peso sulle spalle, senza essere
pronta. Mi sento come se mi mancasse l’aria e a volte vorrei poter mollare
tutto e scappare, ma so che non posso, perché è una mia responsabilità!”
Luna abbassò le orecchie
colpita dalle parole della ragazza “Avrei dovuto capire meglio i tuoi sentimenti
e andarci più leggera e invece…invece ho solo dato importanza al mio compito. Ti
chiedo scusa, cercherò di essere meno severa, te lo prometto!”
Usagi sorrise e tornò a guardare le luci
colorate nel cielo, che improvvisamente divennero più forti e il sole, ben
visibile, più caldo e abbagliante.
“Cosa succede?” chiese
Ikuko proteggendosi gli occhi da quella luce intensa.
“È un brillamento
solare. Non ho mai visti di così potenti! Se fossimo ancora sulla terra,
l’atmosfera avrebbe fatto fatica a proteggere gli esseri viventi e
probabilmente tutti i sistemi di comunicazioni sarebbero andati in tilt. Per
fortuna il cristallo d’argento è in grado di contrastare questa potenza e di
assorbire le radiozioni che altrimenti ci
ucciderebbero!” spiegò Luna, la quale aprì leggermente gli occhi per osservare Serenity, la quale aveva preso a parlare apparentemente da
sola
“Chi sei?” disse infatti
la ragazza preoccupando i presenti “Fino ad ora non sono riuscita a capirti.
Cosa vuoi da me?”
“Usagi
che succede? È Kendra?” chiese Luna agitata.
La ragazza fece cenno
ai presenti di tacere e continuò ad ascoltare la voce, finchè
la luce non tornò normale e l’aurora boreale scomparve.
“Usagi,
tutto bene?” la chiamò Ikuko, vedendo che aveva
ancora gli occhi chiusi e continuava a ripetere tra sé una frase detta in una
lingua sconosciuta.
L’interpellata aprì
gli occhi di scatto, per poi correre fuori dalla stanza.
Luna e i suoi genitori
la chiamarono ripetutamente, mentre la rincorrevano e tutto quel trambusto mise
in allarme le guerriere, le quali corsero a controllare se ci fosse qualche
minaccia.
“Luna, cosa succede?” chiese
Sailor Mars, raggiungendo la gatta insieme alle altre.
La gatta dovette
arrestare la sua corsa per rispondere alle guerriere, perdendo così di vista la
principessa.
“Non lo so. Usagi ha cominciato a comportarsi in modo strano e…sembra
come se qualcuno si fosse messa in contatto con lei!” spiegò
“Kendra?”
chiese Sailor Venus preoccupata.
“è l’unica persona che
mi viene in mente!” rispose Luna, cominciando nuovamente a correre verso la
direzione in cui la ragazza si era diretta, sebbene non sapesse esattamente
dove dirigersi.
“Dove si è cacciata?
Potrebbe essere in pericolo!” disse Sailor Jupiter,
prima che la regina Selene apparisse e le indirizzasse verso la sala computer.
Tutti si recarono
nella stanza indicata. Usagi era lì e si guardava
attorno, cercando un pulsante specifico, che si trovava ben nascosto sotto la
tastiera del computer.
Le ragazze stavano per
fare delle domande, ma Ikuko e Kenji
fecero cenno loro di non intervenire, avendo capito che la loro figlia
necessitava di concentrazione.
Una piccola botola sul
tavolo da lavoro, non visibile fino alla sua apertura, si aprì facendovi uscire un piccolo microfono. Una voce
computerizzata chiese un riconoscimento vocale e la password per l’accensione.
Le guerriere si
guardarono confuse, quando sentirono Usagi parlare in
una lingua a loro sconosciuta. La ragazza infatti, aveva preso un respiro profondo
per poi pronunciare quella stessa frase che per diversi minuti aveva dovuto
ripetere per non dimenticarla.
Tutti rimasero
meravigliati quando il computer, illuminandosi ed emettendo diversi suoni, si
accese. Ci fu uno scoppio di gioia e le ragazze corsero ed abbracciare Serenity per l’ottimo lavoro compiuto.
“Figlia mia, come hai
fatto?” chiese Selene.
“Durante il
brillamento solare, ho cominciato a sentire una voce. Mentre parlavo con Luna
ho cercato di ignorarla pensando che si trattasse di kendra.
Inizialmente sentivo solo dei sussurri ed era impossibile capire quello che
diceva, ma poi quando il brillamento solare è diventato più forte, quella voce
si è intensificata e ho cominciato a prestare attenzione. Mi sono accorta che
non era Kendra o la mia mente che mi faceva brutti
scherzi, come mi succede ultimamente, ma era una voce era maschile e dolce. Non
sentivo nessuna minaccia provenire da lui. Inoltre parlava una lingua strana
che non appartiene al regno argentato. Ho capito di chi si trattasse quando ho riconosciuto
il linguaggio. Era…!”
Selene sorrise
dolcemente e continuò “La lingua con cui spesso ti parlava tuo padre, vero?”
Serenity annuì e cercò di trattenere le
lacrime commossa “Era lui. Ancora non ricordo il suo volto o altro, ma ho
sentito ho sentito tutto l’amore che prova nei miei confronti. È…è stato
bellissimo. Voleva aiutarci già da tempo, ma ha dovuto aspettare un brillamento
solare abbastanza forte da cui trarre un po’ di energia per farsi almeno
sentire, ma una volta finito è scomparso!” disse tristemente.
“Bhe
principessa, quando ci sei tu in giro, gli aiuti arrivano sempre nei momenti
più opportuni!” disse sorridendo Sailor Pluto.
Mamoru era stato mandato a chiamare e messo
al corrente di quanto successo, con l’aiuto di Ami, si misero a studiare il
funzionamento del macchinario.
“Mamoru,
guarda!” disse Ami, notando qualcosa sullo schermo.
“è il sistema solare!”
disse Mamoru non trovandoci niente di strano.
“Conta i pianeti!”
disse Ami “Sono dieci!”
A sentire quel numero,
nella mente di Mamoru, solo un nome comparve “Nemesis!”