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Autore: AxXx    02/06/2014    1 recensioni
Asgard e Dun Scaith.
Due rifugi, il primo per Semidei l'altero per Reincarnazioni di Druidi. Apparentemente impenetrabili. Ma quando da entrambi i luoghi spariscono due oggetti sacri, rubati da uno sconosciuto, le rispettiva parti si metteranno alla ricerca.
Senza sapere che questo li porterà a incontrarsi.
E ad affrontare, non solo loro stessi, ma anche un mostro così antico e potente che persino gli Dei temono di dover affrontare.
[Crossover di Cronache di Dun Scaith e Cronache del Nord]
Genere: Avventura, Azione, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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SCOPRIAMO UN NUOVO E ADORABILE GRUPPO DI DIVINITA’ SANGUINARIE

 

 




Lo so che una serie di ricerche frenetiche, imprecazioni e commenti preoccupati in una specie di bunker sotterraneo è un esordio molto meno figo di una festa nel mondo degli dei, ma per noi andò così.
Mi presento un attimo, prima di continuare: sono Sinead O’Brian, druida e guerriera celtica, reincarnazione della guerriera Scathach, e capo di Dun Scaith insieme alla mia gemella Nancy. Dun Scaith è una sorta di reticolo di gallerie che si estendono per buona parte di una montagna nell’isola di Skye, ed è il posto dove tutti i ragazzi che nella loro vita precedente sono stati personaggi importanti per i celti si addestrano nella magia e nel combattimento.

Tutto questo implica che non sia praticamente mai un posto tranquillo, ma il ventuno dicembre c’era perfino più confusione del solito. La ragione era semplicissima, ma allo stesso tempo la più preoccupante possibile: la Slea Bua, la lancia magica che non mancava mai il bersaglio, era scomparsa.
La Slea Bua era uno dei quattro tesori dei Tuatha de Danann, i quattro oggetti più potenti degli dei celtici. Avevano tutti un potere incredibile, e per questo erano custoditi con quella che noi ritenevamo la massima sicurezza (una stanza piena di corvi enormi pronti a buttarsi addosso al primo intruso. Fidatevi, è un ottimo antifurto). La sola idea di perdere uno di loro, perché magari finisse nelle mani di qualcuno dei nostri nemici, era impensabile.
Ora forse puoi capire il panico che coinvolse l’intera Dun Scaith quando Nancy andò a controllare che fosse tutto a posto, come faceva tutti i giorni, e scoprì che la lancia mancava all’appello. Il nostro rifugio fu letteralmente buttato all’aria da cima a fondo, nella speranza di ritrovarla magari da qualche altra parte, di scoprire che qualcuno l’aveva semplicemente spostata dalla solita stanza, in fondo se i corvi non avevano reagito doveva averla per forza presa uno di noi.

E invece niente! Tutto completamente inutile. La lancia non era da nessuna parte.

Noi che la cercavamo finimmo per ritrovarci tutti nella sala dei combattimenti, la più ampia e quindi la più adatta a contenerci tutti.

“Io non l’ho trovata da nessuna parte” mormorò cupamente mia sorella

“Voi?”

“Niente” risposi io. Tutti i presenti scossero la testa con aria da funerale.

“Non è più a Dun Scaith” concluse Duncan, uno dei nostri guerrieri.

Prima che qualcuno potesse rispondergli, Jacqueline, meglio nota come Jackie, un’altra dei nostri guerrieri, si guardò intorno perplessa e chiese “Ci sto facendo caso solo adesso, ma Orlando dov’è finito?”

Orlando era un altro dei nostri guerrieri, un ragazzo tarchiato, con i capelli scuri e pieno di brufoli, un ottimo guerriero ma piuttosto spaccone e, se proprio devo ammetterlo, non certo il più sveglio del gruppo.

“E’ da ieri sera che non lo vedo” osservò Esther, una dei nostri druidi “Ora che ci penso, non era a colazione”

Prima che qualcuno di voi pensi scandalizzato ‘e non ve ne siete accorti?!’, specifico subito che non era una cosa rara. Orlando andava a dormire tardissimo e di norma ci volevano almeno cinque minuti di grida alla porta di camera sua per farlo arrivare agli allenamenti.

“Sarà ancora in camera sua a dormire” osservò distrattamente la Morrigan, la dea corvo che viveva nel nostro rifugio e ci aveva aiutata in tutte le nostre missioni “Non penserete certo che le vostre grida mentre cercavate la lancia siano state abbastanza potenti da svegliarlo, vero?”

“Ha ragione, sarà ancora nella sua stanza” le feci eco io.

“Vado a svegliarlo” si offrì Violet, la nostra druida esperta in pozioni, con un sorrisino sadico. Mentre lei si dirigeva verso la stanza del guerriero, non dubitai che ci sarebbe riuscita: quei due si odiano, e Orlando non avrebbe probabilmente avuto un piacevole risveglio.

Ma Violet tornò pochissimo dopo, da sola e con un’espressione cupa. “La stanza è completamente vuota” annunciò “Il letto non è intatto, ma è freddo. Ho controllato anche in cucina per vedere se non stesse facendo colazione, ma non è nemmeno lì”

Ci furono alcuni istanti di silenzio, poi Christine, un’altra guerriera, diede voce ai pensieri di tutti: “Non è che la lancia se l’è portata via lui?”

“Non credo” mormorò Nancy, piuttosto perplessa da quella spiegazione.

“Già, ci vorrebbero almeno due neuroni per fare una cosa del genere” osservò Violet.

“Credo che intenda dire che non sarebbe così sconsiderato da fare una cosa simile” intervenne Duncan facendo arrossire mia sorella. “In fondo, Orlando sa benissimo cos’è la Slea Bua, cosa comporterebbe rubarla … e poi, non avrebbe nessun motivo di farlo”

“Vi ricordo che stiamo parlando della persona che se ne andava tranquillamente al bar mentre i Romani ci cercavano per tutta la nazione” fece notare la Morrigan “Da quello lì, ci si può aspettare di tutto”

“Sì, magari ha promesso a una qualche ragazza di Portree di mostrarle la lancia” ipotizzò Violet.

Bisognava ammettere che in effetti questa ipotesi era più che plausibile. Orlando aveva sempre preso le cose importanti piuttosto sottogamba e corso rischi per nulla, in particolare se c’era da farsi belli davanti a qualche ragazza. Me lo potevo proprio vedere, a portare la lancia più potente dei celti sotto lo sguardo di qualche ragazza mortale allibita.

“Okay, ragazzi” intervenni “Al momento, bisogna trovare Orlando, se vogliamo sapere se ha davvero la lancia, quindi adesso scendiamo giù a Portree, ci sparpagliamo e vediamo se qualcuno lo ha visto” decisi.

Grazie agli dei, i Romani avevano ormai rinunciato a darci la caccia e se ne erano tornati al loro Campo, quindi avevamo una libertà di movimento pressoché totale.
Io e mia sorella, nella perlustrazione della città, decidemmo di tenere particolarmente d’occhio i bar: erano i posti dove tendenzialmente Orlando si riempiva di non so quante robe gassate, per poi mollare i rutti più sonori che avessi mai sentito e tirarsi a dietro gli improperi di tutta Dun Scaith. Praticamente tutti i baristi che interpellammo l’aveva visto, cosa che ci diede una discreta idea di quanto fosse stato prudente quando c’erano i Romani, ma nessuno l’aveva visto quel giorno.

“Ma dove cavolo è andato a cacciarsi?” sbottai dopo il quarto bar controllato senza profitto.

“Nell’ultimo posto sicuro per noi celti” osservò cupamente una voce maschile vicino a noi.

Ci voltammo e ci trovammo davanti un uomo alto, robusto, con capelli biondi piuttosto lunghi.

“Divino Lugh” lo riconobbe Nancy.

Lugh era il dio praticamente di qualunque cosa: fabbri, spadaccini, poeti, sacerdoti, mercanti, maghi e pure ladri. E già che c’era, era anche il dio della luce. Non per niente era noto come ‘il dio delle mille arti’. Oltre a questo, era capo dei Tuatha de Danann, gli dei dell’Irlanda.
Io e Nancy lo avevamo già incontrato durante la nostra missione per rubare i Libri dei Romani, e a modo suo, c’era stato molto d’aiuto.

“Cosa stava dicendo di Orlando?” gli chiesi, andando dritta alla cosa più importante. Lugh strinse le labbra, come se stesse per dirci qualcosa che non gli piaceva.

“Le vostre supposizioni erano giuste” confermò “Il ragazzo ha davvero preso la lancia. Ma non l’ha fatto per i motivi che state pensando voi”

“Come?” chiese Nancy.

“Perché?” chiesi io. Non poteva certo voler dire che Orlando era un traditore!

“E’ stato costretto” ci disse infatti.

La cosa non mi faceva certo stare meglio. Anzi, era il modo giusto per mandarmi in bestia: non avrei mai permesso che a chiunque di Dun Scaith venisse fatto del male.

“Chi è stato?” gli chiesi.

Lugh ci fissò con aria cupa. “Avete mai sentito parlare degli dei norreni?”

“Intende quelli del Valhalla?” chiese Nancy “Come Odino e Thor … oh. Esistono anche loro, giusto?”

Il dio annuì. E ti pareva: oltre ai nostri, a quelli greci e ai Romani, esistevano pure gli dei nordici. Stavo iniziando ad avere il forte sospetto che gli dei di tutte le religioni esistessero.

“E cosa vogliono da noi?” chiesi in tono cupo.

Lugh si morse il labbro con aria pensosa. “Cosa vogliano esattamente, non lo so. Quello che credo più probabile, è che siano interessati alle nostre terre. Ai tempi antichi, i loro guerrieri ne facevano di scorrerie sulle nostre coste, sapete?”

Oh, fantastico. Non solo gli dei Romani ci odiavano e ritenevano propria la nostra terra, adesso si aggiungevano alla lista anche i norreni. E’ bello sapere che c’è sempre qualche gruppetto di divinità sanguinarie che ti vuole morto.

“E Orlando cosa c’entra con tutto questo?” chiese Nancy.

“Più che altro, c’è da chiedersi cosa c’entra la Slea Bua con tutto questo. Vedete, sottrarre a un popolo i suoi oggetti più potenti è uno dei modi più sicuro di indebolirlo, ve ne sarete accorte da come hanno reagito i Romani quando avete rubato i loro Libri”

“Difficile non accorgersene” borbottai.
“E io non ho intenzione di permettere che la mia lancia venga usata a tale scopo, o anche solo che finisce nelle mani di quei dannati norreni. E’ per questo che sono venuto a pararvi: perché voi riusciate a recuperarla” annunciò il dio con rabbia.

“La capiamo perfettamente” dissi “Ma di nuovo: perché mettere di mezzo Orlando? Perché non organizzare semplicemente un attacco al nostro rifugio?”

“Buona domanda” concesse il Dio “Credo che vogliano usarlo per una sorta di ricatto. Vi sarà più difficile agire contro di loro, sapendo che lui è nelle loro mani. Credo che di tutti, abbiano scelto lui perché è il più, come dire … non so molto del vostro gruppo, ma da quanto ho sentito dire, non è propriamente il più furbo, dico bene?”

Non era molto carino nei confronti di Orlando ammetterlo, ma annuimmo.

“Come hanno fatto a contattarlo e a convincerlo?” chiese Nancy “E’ quasi tutto il tempo a Dun Scaith con noi … be’, per buona parte del tempo, voglio dire …”

“Immagino che l’abbiano minacciato o ricattato in qualche modo” rispose Lugh cupamente “Non sono tipi che amano le mezze misure. Per come l’abbiano contattato … non lo so, ma sospetto un qualche trucco magico da parte di quell’idiota di Odino”

“E’ il loro re, giusto?” si ricordò Nancy.

Lugh fece una smorfia di disprezzo. “Ah, sì. Alcuni mi paragonano perfino a lui, sapete. Guerriero, come me. Poeta, come me. Qualcuno dice perfino saggio come me, ma non fidatevi, è solo la propaganda norrena. No, quello che avete bisogno di sapere di lui … è che è un tizio decisamente violento”

Ah, fantastico. Ormai ero decisamente preoccupata per il povero Orlando. Dov’era in quel momento? Cosa gli stavano facendo i norreni? Lo stavano torturando? Decisi che non appena avessi messo le mani su chi aveva avuto la brillante idea di usarlo per rubare la lancia, quello si sarebbe pentito di essere stato tanto furbo.

“Sa dove possa essere Orlando?” chiese Nancy.

“ Nello stesso posto dove si trova la mia lancia, suppongo. E quindi posso sapere esattamente dove grazie al mio collegamento con lei” ci informò Lugh

“Era la mia arma, in origine. Tutti i Tuatha hanno una forte connessione con i quattro tesori, ma il mio con la Slea Bua è diverso da tutti gli altri”

“Affascinante” intervenni spiccia “Allora dov’è?”

Per quanto lo conoscevo, era difficile arrivare dritti al punto con Lugh senza divagare, ma quella volta afferrò il messaggio e rispose subito: “La lancia è nell’antica città dei Nibelunghi”

“Dei Nibe-chee?” fu il mio elegante commento.

“Nibelunghi. Sono un antico popolo di nani che vivevano sottoterra e conoscevano i segreti della fusione del ferro. Si trovavano al confine tra noi e i norreni e intrattenevano rapporti commerciali con entrambi. Ormai sono scomparsi, e la loro città sotterranea è disabitata e in rovina. Ma comunque, si trova in Germania, per l’esattezza dove adesso sorge la città di Worms”

“E come facciamo ad arrivare a questa città sotterranea?” chiesi.

“Oh, non è difficile. Basta che scendiate nelle fogne”

“Nelle fogne?” Ripeté Nancy.

“Sì, vi si può arrivare tramite l’impianto fognario della città. Vi suggerisco in particolare un tombino dalle parti del Duomo: è il più vicino alla città sotterranea”

Oh, certo, due ragazze che scoperchiavano un tombino e si calavano nelle fogne non avrebbero assolutamente dato nell’occhio.
Ad ogni modo, annuii.“Perfetto. Direi di partire subito, non ho intenzione di lasciare né Orlando né la lancia nelle mani di quei tipi un secondo di più” annunciai.

“Questo è lo spirito giusto!” commentò Lugh “Vi consiglio però di radunare i vostri tirocinanti e di tenerli chiusi a Dun Scaith. Può occuparsi la Morrigan di eventuali aggressori … si può dire tutto di quel corvo, ma non che non sa combattere”

“E va bene” mormorai cupamente “In fondo, non possiamo certo portarci dietro tutta la squadra”

“D’accordo” disse Lugh serio “Ora vi ho detto tutto quello che sapevo. Vi consiglio di partire immediatamente … più il tempo passa, più ci sono possibilità che la mia lancia finisca in mano a Odino”

“Insieme a Orlando”

“Ah, sì, giusto, insieme al ragazzo. Ebbene … buona fortuna, e riportate la lancia!”

Detto questo, sparì teatralmente in un lampo di luce.
Non perdemmo neanche un attimo.
Corremmo come delle disperate per tutta Portree per radunate i ragazzi, metterli brevemente al corrente della situazione e rimandarli a Dun Scaith insieme alla Morrigan. Noi due, dopo aver prelevato le nostre armi, prendemmo il traghetto e arrivammo in autobus fino alla città con aeroporto più vicina. Da lì prendemmo il primo volo per Worms, che per qualche strano miracolo si concluse senza interventi di dei o mostri – era la prima volta che capitava da quando avevamo scoperto chi eravamo. Arrivammo a Worms dopo circa un paio d’ore, e ci dirigemmo subito verso il Duomo, seguendo le istruzioni che ci aveva dato Lugh.
Tutto questo preoccupate da morire. Be’, insomma, voi che avreste fatto, se un ragazzo di cui comunque vi stavate occupando, che conoscevate e a cui eravate, più o meno, affezionati fosse stato nelle mani di un gruppo di divinità sanguinarie che volevano conquistare il vostro Paese?

“E adesso come facciamo ad entrare?” chiese mia sorella, china su un tombino presso il Duomo, guardandosi attorno. Era pieno di gente.

“Proviamo a fondere il metallo e a scendere come se nulla fosse” risposi “I mortali tendono a dare subito spiegazioni per loro logiche alle cose, magari non ci faranno neanche caso”

“O magari chiameranno la polizia” mormorò Nancy, ma procedette lo stesso a fondere il metallo.

Nel giro di pochi secondi il coperchio del tombino era sparito, e al suo posto c’era un buco con una scala che scendeva. La gente ci osservava con aria un po’ perplessa, ma nessuno tentò di fermarci, quindi iniziammo a scendere lungo quella scaletta che, nel caso possa interessarvi, era scivolosa in maniera assurda.

Arrivammo alla fine dopo qualche minuto. Nancy accese una torcia elettrica che era stata abbastanza previdente da portarsi a dietro e illuminò un tunnel sotterraneo, con un piccolo fiume di acqua maleodorante che scorreva al centro.

“Bene” commentai “Tu vedi da qualche parte una città in rovina?”

La mia spada magica, Freagairiche, decise di rispondere al posto di mia sorella. ‘Ti suggerirei di metterti a camminare verso sinistra’ mi ronzò ‘Se non sbaglio, dovrebbe essere più o meno da quelle parti’

‘Non sapevo che tu facessi anche da navigatore satellitare’ pensai i risposta, avviandomi dove diceva lei e facendo cenno a Nancy di seguirmi.

‘Bella gratitudine’

‘Scherzavo, razza di permalosa!’

Comunque, i mio improvvisato Tom Tom funzionava alla perfezione: non molto tempo dopo, il paesaggio cambiò radicalmente: il nostro tunnel sfociò in un’enorme caverna, il tipo di posto che non ti aspetteresti mai sotto una città.
Ovunque sorgevano edifici veri e propri, anche se si capiva chiaramente che erano abbandonati: quasi tutti non avevano più il tetto, e molti avevano i muri semidiroccati. Se qualcuno aveva la porta, quella penzolava dai cardini e il legno era mezzo marcio. Alcune sembravano abitazioni, altri avevano più l’aspetto di negozi o di quelle botteghe di fabbri che si vedono nei film sul Medioevo (e d’altronde Lugh aveva detto che erano esperti nella lavorazione del ferro).

Entrambe procedemmo, guardandoci intorno impressionate. Decisamente, quel luogo abbandonato e nascosto sotto la città tedesca faceva un certo effetto.

“Chissà come doveva essere vivere qui …” mormorò Nancy, puntando la torcia su bottega sulla quale penzolava un’insegna marcia e ormai illeggibile.

“Non molto diverso che vivere a Dun Scaith, probabilmente” osservai

“Piuttosto, chissà com’è che i Nibelunghi l’hanno abbandonata?”

“Forse se ne sono andati quando hanno iniziato a costruirci sopra la città, ma non è il nostro problema più grosso. Dov’è Orlando?”

Prima che io potessi dire qualunque cosa o avanzare qualunque suggerimento, sentimmo delle voci, abbastanza vicine a noi. Sembravano quelle di due ragazzi, ma non capivo cosa stessero dicendo. Stavano parlando una lingua straniera, forse tedesco.

“E questi cosa fanno qui?” sussurrò Nancy “E chi sono?”

Quello che disse uno dei due subito dopo fu una risposta più che sufficiente. Non capimmo la frase, ma una parola la sentimmo forte e chiara: ‘Odino’.
Stavamo per incontrare i norreni.

 

 

 

 

 

 

 

 

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[Angolo Autrice]

Sì, autrice, perché questo capitolo è di Fan of The Doors. Vi presento la città dei nibelunghi, luogo dove si trovano due oggetti cercati da entrambi i gruppi. Immagino che Alex non sarà felice di incontrare i celti. Non dopo quello che hanno fatto alla sua ragazza e a sua padre.
Anche se, a mio parere, della lancia gliene frega relativamente poco ;)
Ad ogni poco Sinead (NON CI CREDO ME LO SONO RICORDATO!!!!) e Nency, che sono molto carine entrambe (Ma va’, sono sorelle gemelle.) stanno per incontrare il nostro caro figlio di Odino.
Voleranno sicuramente parole grosse (Senza contare spade e magia :P )
Spero che la storia vi piaccia.
A presto, ragazzi!

AxXx e Fan of the Doors

 

  
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