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Autore: Lotiel    06/06/2014    2 recensioni
(Sequel di "Dopo la Pioggia")
Erano passati poco più di due anni da quella triste notte. Dmìtrij lo aveva lasciato al porto di Tokyo agonizzante e aveva saputo poco dopo che era morto.
L’assassina si trovava in una delle zone più belle di Kyoto, sulle rive dello stagno che accoglie il Tempio del Padiglione d’Oro, con i suoi meravigliosi giardini.

REVISIONATO FINO AL CAPITOLO 6
Genere: Azione, Drammatico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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11 - Bentornato



Rostov Velikij
 
L’osservava ormai da troppo tempo nascosto in un angolo della strada, ma non poteva avvicinarsi poiché sembrava circospetto mentre parlava con quell’uomo. Si guardava le spalle come se da un momento all’altro qualcuno potesse spuntare fuori e ucciderlo.
Il signor Yukino aveva preso un aereo dal Giappone quella stessa mattina e era arrivato a Rostov con un taxi. Era rimasto appostato in un bar in un primo momento e l’aveva seguito poco dopo, cercando di capire il momento migliore per avvicinarsi.
Non faceva nulla che potesse dare sospetto ad alcuno. Stava li a guardare il cellulare, facendo finta di ricercare qualcosa di importante nella rubrica, leggeva il giornale. Dopotutto quella era la sua Patria Natia, sapeva come muoversi.
Eccolo. Una stretta di mano e nulla di più, per poi allontanarsi e avvicinarsi alla macchina che lo attendeva vicino al marciapiede. Fu lì che Yukino allungò il passo e cercò di fermarlo.
Si guardò intorno, procedendo ad un ritmo serrato e attraversò la strada. Per poco non lo prese in pieno una macchina. L’autista suonò il clacson per intimargli di spostarsi e lui di rimando alzò solo le mani, ma questo imprevisto gli servì a far sollevare gli occhi all’uomo che stava seguendo e di guardarlo.
L’altro sbiancò di colpo e si soffermò a osservarlo mentre si avvicinava a lui. Schiarì la voce e cercò di riprendersi, ma alla fine sapeva che questo momento sarebbe arrivato prima o poi, ma non credeva così presto. Voleva dire solo una cosa, che qualcosa di grave era successa e che molte altre si sarebbero susseguite.
George prese un profondo respiro e si guardò intorno per poi fare cenno a Yukino di avvicinarsi immediatamente alla macchina e di infilarsi all’interno. Questo al momento sembrava la priorità più assoluta e la cosa più strana era che il russo sembrava conoscerlo veramente bene. Non si erano ancora scambiati una parola, ma già sapevano di ciò che dovevano parlare. Di una promessa che era stata fatta molto tempo fa.
 
___________________________________
 
 
Il fumo gli annebbiava gli occhi e non riusciva a ragionare con lucidità. La sigaretta era stretta tra l’indice e il medio, il pollice leggermente flesso verso il filtro e la bocca contratta in una smorfia particolarmente preoccupata.
L’altro uomo gli stava seduto accanto. Le gambe divaricate leggermente e un braccio poggiato lungo il finestrino, la mano che sosteneva la testa. Lo sguardo era vacuo davanti a sé e anche lui aveva una sigaretta in mano, ma non l’aveva accesa. Aveva smesso molto tempo prima e cercava di non ricascare nel giro.
Il separé della macchina era stato tirato su e l’autista era un fidato uomo di George che non avrebbe detto una sola parola.
Yukino si era voltato verso l’altro che gli metteva un po’ di ansia addosso. Le problematiche si stavano accumulando e proprio adesso non dovevano esserci disturbi. Ma questo superava tutte le sue preoccupazioni attuali.
-Non pensavo di vederti così presto.
La voce di George ruppe il silenzio che si era creato tra loro. L’altro non fece altro che voltare il volto verso di lui e osservarlo. Non aveva rimproveri negli occhi, ne cercava di giustificare i suoi errori. Era solo lì, silenzioso e pensoso.
-Jin è morto.
George, a quella rivelazione, aveva stretto le labbra.
-Quando?
-Una settimana fa.
Nell’abitacolo della macchina, la tensione era salita e si tagliava con la lama di un coltello. Gli occhi di entrambi si erano incrociati e si fissavano. Questo era un presagio non molto buono, voleva dire che gli altri erano sulla buona strada per scoprire il tutto.
-Non ne sono certo, Aleksey. Ma è possibile che chi ti sta cercando, conosca molto bene ciò che stiamo tentando di nascondere.
 Aleksey cercò di pensare a qualcosa e cercava sicuramente di trovare una soluzione che forse neanche c’era.
-Mi ha detto anche un’altra cosa.
George si volse lentamente verso di lui ed espirò fuori una nuvoletta di fumo della sigaretta ormai consumata dall’attesa.
-Credo di sapere cosa. Sapevamo che la stava aiutando.
Quello che Jin non aveva detto ad Aleksey era che Kajiro stava cercando Reila e che lei era in pericolo. Non era riuscito a dirglielo, non consapevole che quel segreto che il giapponese aveva nascosto per tanti anni, era già ben noto al padre di Reila e si teneva in disparte perché era meglio così per tutti.
-Non sono riuscito a sapere neanche chi fosse colui che l’ha ucciso.
-Su questo ti posso aiutare io.
George non fece altro che sollevare la valigetta di cui non si separava mai, aprendola poco dopo. Tolse alcune carte, che sembravano avere un che di segreto e dunque molto affascinante.
George gliele porse e Aleksey non poté far altro che aprirle con un certo timore, conscio che quello che avrebbe potuto trovare all’interno non gli sarebbe piaciuto affatto.
Lesse con profondo interesse. Lo lesse nuovamente, senza distogliere mai lo sguardo dai fogli che divorava come se ne dipendesse la propria vita.
-Queste chi te le ha date?
George non poté non sorridere e assottigliare lo sguardo, mentre si avvicinò lentamente verso l’orecchio dell’amico.
-Ho anch’io i miei informatori.
Sicuramente il russo si riferiva a colui che aveva pagato profumatamente solo qualche sera prima. Un omicidio sarebbe stato troppo eclatante e quindi si era fermato solo a cercare informazioni. Quelle che gli sarebbero servite per poi chiedere a Reila di compiere al posto suo.
Tra i nomi spiccava anche quello di sua moglie e l’assassina ne era già ben conscia, solo che ancora lei non sapeva che stava facendo parte di un disegno più grande e George disconosceva che l’assassina avesse già ritrovato colui che amava ed odiava allo stesso tempo.
Aleksey prese le carte e le osservò nuovamente.
-Mia figlia?
-Al momento ne disconosco la posizione.
George aprì il posacenere e buttò la cicca ormai consumata. Lo sguardo era calmo e i lineamenti del viso distesi, come se non si rendesse conto del reale pericolo in cui si trovava o semplicemente non voleva assolutamente pensarci, anche perché al momento la priorità era trovare Reila. Il meccanismo ormai si era messo in moto.
-Come ne disconosci la posizione?
Il russo schiarì la voce nel sentire quella del compagno un po’ incrinata dall’apprensione. Portò una mano chiusa a pugno verso le labbra e volse gli occhi nocciola verso Aleksey.
-Ho un po’ le mani legate, non credi?
Disse questo mostrando la vera nuziale al dito e sventolandoglielo davanti al volto. L’altro uomo non poté far altro che annuire debolmente, cercando di mascherare la frustrazione che aveva provato per qualche istante.
-Ma so che è in Russia.
Aleksey  volse il capo di scatto. George aveva appena detto ciò che voleva sapere, ma andarla a cercare l’avrebbe solo messa in allarme e sicuramente si sarebbe sentita tradita dall’unico uomo che reputava tale: suo padre. Doveva solo capire dove si trovasse, poi il destino avrebbe dato una mano a favore o a discapito di entrambi.
-Sembra che l’assassino di Jin sia lo stesso che vuole eliminarti. Dobbiamo stare attenti.
George aveva nuovamente guardato fuori dal finestrino. L’autista stava facendo un giro largo per permettergli di parlare più tempo con l’altro uomo.
-Qui c’è scritto Kajiro e credo di sapere di chi si tratta, ma devo completare le mie ricerche.
Aleksey portò una mano sulla testa. Non riusciva a pensare alla sua bambina come una donna priva di scrupoli morali. Non era mai riuscito a sopportarlo, neanche quando aveva saputo il motivo per cui era stata quasi ammazzata e, avendo saputo ciò che lei era diventata, ne  reputava la scelta più che legittima. Avrebbe preferito che non si intromettesse nei loro piani, ma avevano assolutamente bisogno di lei. Un componente fondamentale per permettere anche a lei di avere un po’ di pace dopo tutta la sofferenza che aveva sopportato.
-Mio suocero l’ha ingaggiato proprio per uccidere tua figlia e non credo che si fermerà fino a quando non lo avrà fatto.
Un sospiro di frustrazione e un’espressione completamente assente fu quella del padre di Reila, guardando George con una certa preoccupazione mal nascosta.
-Ma se non sappiamo noi dove si trova, non lo saprà neanche lui.
-Dobbiamo trovarla prima noi. Per il suo bene.
George non poté far altro che annuire a quelle parole, stringendo le labbra nello stesso momento in cui il volto dell’assassina gli comparve davanti. Non dimentico dei suoi baci e delle sue carezze, strinse un pugno sul ginocchio. La cosa che gli faceva più male era che lei non si era ancora staccata dal suo passato ed era proprio quello, a parte il suo matrimonio, a pesargli di più.
Aleksey sembrò accorgersi di questa reazione e sorrise mestamente lasciando intravedere appena la dentatura.
-Non ti ho mai ringraziato per esserti fermato quella volta.
Il giovane prese un profondo respiro, capendo immediatamente a ciò che si riferiva. Glielo aveva riferito lui stesso poco prima di allearsi con l’uomo e non poté far altro che sentire un male incontrollabile al petto.
-Non potevo, Aleksey. Non avrei potuto.
-Capisco anche il motivo.
E quel sorriso mesto diventò tranquillo e affabile. Aveva chinato il volto verso il suo petto, cercando di non far intravedere all’altro la sua espressione speranzosa. Con quell’ultima frase a George gli si era gelato il sangue nelle vene per l’ansia e non poté far altro che sentirsi soddisfatto di quella scelta presa tantissimo tempo prima.
Non passò molto tempo prima che George riprese il discorso lasciato in sospeso pochi minuti prima.
-Dove alloggerai?
-Ho i miei contatti qui in Russia. Ex commilitoni che saranno felici di darmi una mano.
-Non ne dubito.
George si fece una grassa risata insieme ad Aleksey e il clima si fece più rilassato e più amichevole di prima. Ormai lo considerava come il padre che non aveva mai avuto e invidiava a volte Reila di averne uno così. Era per questo motivo che cercava di spingerla a contattarlo. Ma come il padre, la donna era testarda e orgogliosa e mai si sarebbe piegata a seguire un consiglio datole da un uomo che la amava.
-Reila se la caverà. Stanne certo.
Fu il russo a parlare e infine non ci fu bisogno di altre parole inutili.
George diede l’ordine di fermare l’auto e Aleksey scese voltandogli le spalle. Sapevano già come contattarsi e come evitare di essere visti insieme. Il padre di Reila iniziò il cammino verso uno dei marciapiedi dove avrebbe preso un taxi che l’avrebbe portato verso colui che gli avrebbe potuto procurare qualcosa con cui difendersi.
L’auto sfrecciò nella fredda serata invernale e Aleksey si strinse di più nella pelliccia del bavero, osservando completamente assente le nuvolette formatesi dalla sua bocca mentre respirava. L’aria si condensava così come le sue idee prendevano vita ed ora era il momento di agire. Era stato troppo fermo e si era assopito nella vita tranquilla che aveva condotto in tutti quegli anni.
Di rimando George lo guardò per l’ennesima volta. Forse l’ultima.
Non sapeva se l’avrebbe rincontrato, ma avrebbe fatto di tutto per riavvicinarlo a Reila e restituirgli l’ultimo amore della sua vita.


yin yang vettore

Angolo dell'autrice


Finalmento sono riuscita a pubblicare questo undicesimo capitolo con non poca difficoltà. Fortunata che ho anche i prossimi due capitoli già belli che pronti e quindi non dovrete aspettare più del dovuto per poterli leggere. I nodi cominciano ad arrivare al pettine, solo che ce ne sono tantissimi da sbrogliare e non tutti piacevoli. Spero che qualcuno legga ancora questa storia e che lasci il suo parere sullo svolgersi della vicenda.
Per un'autrice sapere cosa ne pensate è un modo per capire di andare nella direzione giusta e molte di voi possono capire queste mie parole.
Vi inviterei infine a leggere "Dopo la pioggia" per poter capire un po' meglio dell'intera vicenda. Infine vi ringrazio per chi l'ha messa tra le preferite/seguite/ricordate.  E vi indirizzo verso la mia pagina che terrò sempre aggiornata con curiosità, spoiler e quant'altro.
Lotiel  Scrittrice - Come pioggia sulla neve


   
 
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