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Autore: Flaesice    09/06/2014    1 recensioni
Penelope Penthon è una ragazza bella, sfacciata ed intraprendente; una ragazza che non si è mai arresa alle difficoltà della vita, che si è fatta da sola ed odia i pietismi.
Nel suo mondo non esistono le mezze misure: tutto deve essere necessariamente o bianco o nero, giusto o sbagliato.
Ma nella vita - prima o poi - si è sempre obbligati a scontrarsi col grigio, ed è proprio allora che tutte le certezze crollano e bisogna mettersi in discussione.
E' ancora una ragazzina quando per gioco decide di sedurre un suo compagno di scuola, il riservato Nathan Wilkeman, per poi allontanarlo definitivamente.
Il destino li farà incontrare cinque anni dopo nella meravigliosa Los Angeles; Penelope sempre più votata al suo stile di vita, ma Nathan?
Decisamente più esperto e meno impacciato cercherà di prendersi una piccola rivincita per il passato, ma si sa che la passione non è un'emozione facile da gestire nemmeno per una come Penelope.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Capitolo VII

Aprii la porta di casa ed entrai tirando un sospiro di sollievo. La giornata non era stata particolarmente dura, eppure mi sentivo ugualmente sfinita.
«Giornata pesante?»
Mi voltai verso le scale, Tanya era in cima ad esse con un’aderente tuta grigia ed i lunghi capelli biondi raccolti di lato in una treccia, scendeva lentamente verso di me.
«Non proprio» tolsi le scarpe e mi sedetti sul divano.
«E allora cos’è che ti fa sospirare?» domandò sedendosi al mio fianco.
«Nulla in particolare. Sono stata da Tom e Beth»
«Lo so» disse guardandomi grave, consapevole di quanto ogni volta quegli incontri potessero turbarmi «Cambiamo argomento, com’è andata la serata con Jack?» gli occhi azzurri furono attraversati da un lampo di malizia, mi morsi le labbra per trattenere un sorriso.
«Quel fottuto bastardo è incredibilmente bravo a letto» ammisi, lei annuì sempre col sorrisetto stampato in viso.
«Non credi che questa cosa tra di voi vada avanti già da un po’?» inarcò un sopracciglio inclinando lievemente la testa di lato.
Di conseguenza assottigliai il mio sguardo, il suo non prometteva nulla di buono.
«Cosa vorresti dire, di preciso?»
«Beh, forse gli piaci per davvero. Poi tu da quando lo frequenti non ti vedi con nessun altro» fece spallucce, buttando la cosa lì con finta noncuranza.
«Non lo faccio per il semplice motivo che mi trovo bene con lui. E’ un mago del sesso, brillante, divertente, e cosa più importante» mi premurai di puntarle bene l’indice al volto «Lui non vuole una storia con me, tantomeno io con lui» precisai.
«Non ne sarei così convinta. Ultimamente ti vuole vedere spesso» mi fece notare.
«Sì, è vero. Probabilmente lo stressano sul lavoro ed ha bisogno di un po’ di svago» mi alzai e presi a salire le scale.
«Dove vai?»
«A fare una doccia»
«Io non ho finito» mi rimproverò.
«Io si, invece. Sono troppo giovane per avere una relazione seria»
«Sempre la stessa risposta» sbuffò lei.
«Sì, per cui smettila di chiedermelo di continuo» le feci una linguaccia poi andai in camera mia, certa che Tanya si sarebbe arresa a metà scalinata.
Mi spogliai e gettai vestito e biancheria nel cesto per i panni sporchi, entrai nella doccia rimanendovi più del dovuto.
Lasciare che l’acqua calda mi colasse lungo il corpo come una dolce carezza era un buon modo per rilassarmi, e riflettere.
Quando uscii presi ad asciugare i capelli che si gonfiarono in un inestricabile groviglio, mi guardai allo specchio con una smorfia di disappunto ed armata di pettine cercai di porre rimedio, invano.
Improvvisamente sentii un tocco alla porta «Penny?» Tanya entrò trafilata col telefono tra le mani «E’ Jack» disse porgendomelo.
«Jack?» le domandai sussurrando, lei alzò le mani e mi passò la chiamata «Jack, ciao» riposi.
“Ciao bambolina, è tutto ok?”
«Sì, bene grazie. Te?»
“Anche a me. Senti volevo chiederti se sabato ti andava di uscire”
Storsi la bocca perplessa, da quando Jack chiedeva un appuntamento senza pretenderlo?
«Sabato? Ehm…mi piacerebbe ma sono stata invitata ad una festa»
“D’accordo , nessun problema”
«Se ti va puoi venire con me» proposi «E’ una festa di fidanzamento e avrò decisamente bisogno di compagnia se non mi va di tagliarmi le vene» risi, Jack seguì la mia risata.
“Direi che hai bisogno anche di alcool” aggiunse ilare.
«Soprattutto di alcool. Allora ci stai?»
“Certo piccola. A sabato”
«A sabato» riagganciai e rimasi a fissare il mio riflesso allo specchio.
Perché avevo invitato Jack? Beh, era molto semplice, probabilmente le parole di Tanya avevano fatto centro, forse dovevo provare a conoscere un uomo non solo per divertimento.
Scossi involontariamente la testa, se proprio volevo frequentare seriamente qualcuno Jack non era la persona più adatta. Ripresi a prepararmi decisa a passare una serata di svago e a scacciare i fastidiosi tarli che Tanya si ostinava ad insinuarmi a piccole dosi nel cervello.
 
Sistemai la chioma cotonata passandovi le mani all’interno, il mini dress color pesca aderiva perfettamente alla mia figura mentre la giacca nera, abbinata a scarpe e pochette dello stesso colore, svolgeva a malapena il suo compito di coprirmi l’evidente scollatura.
«PENNY?» la voce di Tanya mi arrivò con prepotenza dall’altra stanza.
«ARRIVO» urlai a mia volta mentre mi recavo in soggiorno «Cosa c’è?»
«E’ Jack al citofono, che faccio?»
«Digli che scendo»
Le sorrisi nel vederla roteare gli occhi al cielo, riagganciò.
«Allora, come sto?» le chiesi facendo una piroette, ignorando il sul disappunto.
«Sei sexy e mozzafiato, come sempre. Ma sei proprio sicura di voler frequentare Jack?» disse storcendo il naso.
«Sei stata tu a farmi una testa così con le tue manfrine. E poi cos’ha che non va? E’ così un bel ragazzo»
«E’ un puttaniere» disse senza mezzi termini.
«Vorrà dire che sarò la sua puttana» ci scherzai su beccandomi un’occhiataccia.
«Sei la solita stronza Penthon, non prendi mai sul serio i miei consigli» bofonchiò afflitta.
«Non prendertela tesoro, ma sai che so badare a me stessa. Sei diventata troppo apprensiva ultimamente» le rimproverai.
Sapevo che Tanya mi voleva bene come a una sorella, ma ciò non toglieva il fatto che nessuno, neppure lei che adoravo, aveva il diritto di dirmi come mi dovevo comportare.
Cavolo, se avessi voluto qualcuno che mi rompesse le scatole da mattina a sera avrei potuto tranquillamente continuare a vivere da mio padre.
«Hai ragione, è solo che mi rivedo in te come ero qualche anno fa.  Poi ho incontrato Marc ed ho capito cosa vuol dire amare e…» si interruppe, mi guardò seria «Sai, se avessi capito prima cosa significa legarsi a qualcuno, forse avrei evitato di fare tante cose»
Mi avvicinai con cautela e le sfiorai la guancia, sapevo esattamente cosa avrebbe evitato in particolare, prima di Marc non aveva vissuto un periodo assai facile e nessuno meglio di me poteva saperlo.
Non mi andava di ferirla, per cui tenni per me i miei pensieri.
«Non devi preoccuparti, non rimarrò scottata. Jack non significa niente, ed io so quel che faccio»
I suoi occhi s’illuminarono di poco «D’accordo Penny, ti credo. Adesso vai altrimenti farai tardi e sarò in ritardo anch’io. Buona serata»
«Ti ringrazio, anche a te» le schioccai un bacio poi aprii la porta di casa prima di voltarmi ancora «Ah Tanya, la casa è libera stanotte?»
La vidi scuotere la testa rassegnata «Resterò da Marc. Non temere, è tutta tua»
«Grazie» le feci una linguaccia ed uscii in fretta.
Jack era in auto ad aspettarmi: la cappotte abbassata ed un braccio posato mollemente sullo sterzo mentre picchiettava le dita a ritmo di un motivetto che davano alla radio.
«Buonasera» dissi attirando così la sua attenzione prima sulle mie cosce scoperte e poi sul mio viso.
«Ciao splendore» mi riservò uno sguardo che la diceva lunga «Avrò mai il piacere di vederti in una mise che non approvo?»
Il mio sorriso fu più una smorfia «Non ci provare Jack, sai che non abbocco»
«Perché sei sempre così prevenuta nei miei confronti?» chiese mettendo su un broncio che non gli si addiceva.
«Chi ti dice che lo sia solo con te?» gli feci notare «Dai parti, altrimenti faremo tardi» lo esortai.
Scuotendo la testa mise in moto, un sorriso estremamente divertito stampato sul volto.
Sapevo perfettamente cosa voleva significare quello sguardo, era lo stesso che negli anni mi avevano riservato già tanti altri uomini.
Eccitazione, divertimento, sfida. Non era solo il mio corpo ad attrarli, era il modo in cui giocavo con loro, il modo in cui gli tenevo testa senza permettere a nessuno di sottomettermi.
Arrivammo fuori la villa che Caroline e Josh avevamo fittato per il ricevimento, gli steward che si premuravano di parcheggiare le auto degli ospiti, gli addobbi in grande stile e la musica suonata dal vivo facevano presumere che per l’evento non avevano badato a spese. Un ulteriore conferma di quanto per loro fosse importante quel momento, di quanto tenessero l’uno all’altra.
Forse da un lato potevo comprendere le parole di Tanya, era evidente quanto tutto cambiasse se si era innamorati, potevo leggerlo nei suoi occhi ed in quelli di Marc, negli occhi degli stessi Josh e Caroline.
Era sicuramente qualcosa di perfetto, idilliaco, ma si trattava pur sempre di un qualcosa che al momento non potevo ne volevo cercare di capire.
Jack mi porse il braccio da perfetto gentiluomo, ci incamminammo verso l’entrata quando in lontananza scorsi la coppia di futuri sposi.
«Buonasera» mi avvicinai a salutare entrambi «Congratulazioni ragazzi, sono davvero felice per voi» dissi porgendo a Caroline il regalo che avevo acquistato.
“Che Tanya ha acquistato su tua richiesta” puntualizzò la mia coscienza.
«Grazie per essere venuta Penelope» disse Josh stringendo a se la sua amata.
«Ragazzi vi presento Jack, un mio amico»
«Congratulazioni ragazzi» disse stringendo la mano ad entrambi.
«Grazie» risposero all’unisono prima di guardarsi e scoppiare in una risatina divertita.
Alzai lievemente gli occhi al cielo, ecco che tornavo a ricredermi. Era proprio questo che odiavo delle coppie innamorate, il loro essere costantemente al settimo cielo.
«Ragazzi scusateci noi andiamo a bere qualcosa» mi congedai.
Mi avvicinai al buffet e presi due calici di champagne porgendone uno a Jack.
«Amici eh?» mi chiese mentre beveva un goccio dalla sua flute.
«Cos’altro avrei dovuto dire?» chiesi stranita bevendo anch’io.
Si avvicinò cingendomi la vita con un braccio, le sue labbra estremamente vicine al mio orecchio «Beh, non saprei. Non hai pensato che forse avresti ferito i miei sentimenti?» un sussurro roco e sensuale.
Sorrisi appena stando al suo gioco «Oh, povero piccino»
Coi denti catturai il suo labbro inferiore, lo risucchiai nella mia bocca, poi la sua lingua mi sfiorò coinvolgendomi in un bacio intenso. Ci staccammo dopo qualche istante, mi morsi appena le labbra sorridendogli ed ero consapevole che entrambi stavamo pensando esattamente la stessa cosa.
Quel momento fu interrotto da qualcuno che si schiarì la voce alle mie spalle. «Buonasera Penelope»  mi voltai ritrovandomi di fronte Nathan «Ci rincontriamo» disse rivolgendosi a Jack.
«A quanto pare» rispose lui porgendogli la mano.
Chissà perché, non sembrava troppo contento.
«Sei solo stasera? Nessuna accompagnatrice?» domandai guardandolo furbescamente.
«Non amo la compagnia di circostanza» disse in un chiaro riferimento provocatorio a Jack «E poi alle feste preferisco andare da solo, non si sa mai se puoi incontrare qualcuno di interessante»
I suoi occhi verdi si puntarono nei miei, con prepotenza.
«Capisco» dissi semplicemente, cercando il modo per non cedere al suo fascino.
«Adesso vado, scusate se vi ho disturbato» alzò il calice a mo’ di saluto.
«Nessun disturbo» intervenne Jack  prima che Nathan si voltasse per andare altrove.
Restai a guardarlo mentre si allontanava, il suo corpo fasciato da un elegante abito grigio scuro, la sua chioma folta e ramata come un tempo.
«Penny?» la voce di Jack mi strappò a quella contemplazione e al familiare formicolio che avvertivo tra stomaco e cosce.
«Dimmi» dissi voltandomi verso di lui.
«Allora, dove eravamo rimasti?» chiese avvicinandosi nuovamente alle mie labbra.
Lo squillo del suo cellulare ci interruppe ancora «Scusami un attimo» disse guardando il display ed allontanandosi.
Rimasta sola continuai a sorseggiare il mio champagne e non potei fare a meno di voltarmi nuovamente verso Nathan, ora intento a parlare con una delle nostre colleghe.
Il suo profilo era bello come un tempo, la mascella soltanto un po’ più marcata e ricoperta di un filo di barba, più mascolina ed estremamente sexy.
«Penny scusami, ho avuto un imprevisto e devo andare» Jack bloccò la mia contemplazione, l’impazienza nella voce.
«Qualcosa di grave?» chiesi perplessa per l’improvviso cambio di umore.
«No, solo scocciature. Ti dispiace se ti lascio sola?»
Involontariamente tornai a voltarmi ed un mezzo sorriso nacque sul mio volto «Nessun problema, vai pure» risposi.
«Ti chiamo in questi giorni» mi lasciò un veloce bacio a stampo prima di andare via.
Iniziai a camminare nel grande giardino dove si teneva il ricevimento, salutai qualche collega, scambiai due chiacchiere con Mr. Rooter che era accompagnato dalla bellona di turno, prima di fermarmi vicino un grande albero più in disparte.
La serata era calda, come sempre a Los Angeles, il cielo limpido e di un blu scuro sul quale risaltavano migliaia di stelle che rimasi a fissare incantata.
«Rimasta da sola?»
Sussultai nel sentire una voce così vicina, mi voltai vedendo Nathan che si avvicinava.
Mi porse una flute di champagne , la presi e la feci tintinnare contro la sua.
«Cin cin» ne bevvi un sorso e lui fece lo stesso.
«Allora dov’è il tuo ragazzo?» chiese avvicinandosi di poco.
«Se ti riferisci a Jack ha avuto un imprevisto, e non è il mio ragazzo» specificai. Bevvi un’altra grande sorsata e continuai a tenere lo sguardo rivolto verso il cielo.
Aveva un che di magico e quella immensa distesa di tenebra sembrava rispecchiare appieno il mio animo.
«Ah no? Sembrate molto affiatati»
Lo guardai dritto negli occhi notando il suo sorriso malizioso, gli sorrisi a mia volta «Già, affiatati è il termine esatto. E’ da qui all’essere innamorati che passa una bella differenza, non trovi?»
Continuò a fissarmi senza dire niente, quel mezzo sorriso sghembo e divertito era quasi un’ombra sul suo volto.
Ressi quello sguardo per istanti che parvero interminabili mentre l’aria intorno a noi prese a caricarsi di tensione, poi si decise a parlare «Non sembri cambiata affatto in questi anni, lo sai?» la sua voce era profonda, quasi cupa.
«Perché, tu lo sei?» gli chiesi di rimando.
«Beh» disse avvicinandosi fino ad imprigionarmi tra le sue braccia ed il tronco dell’albero «Direi decisamente di sì»
«Ah si?» mi morsi le labbra estremamente eccitata da quel gioco, il cuore che pompava sangue in ogni centimetro di pelle.
Effettivamente era cambiato, in quello sguardo non c’era niente del dolce ragazzo impacciato che avevo conosciuto, era lo sguardo di un uomo estremamente attraente che era più che consapevole del suo fascino.
«Se vuoi posso dimostrartelo» sussurrò sensuale.
In un istante le sue labbra furono estremamente vicine, al punto che potei sentire il suo alito caldo mischiarsi col mio e l’odore frizzante dello champagne che mi stuzzicava le narici.
Sorrisi divertita e prima che avesse il tempo di fare qualsiasi cosa avesse in mente, posi un dito tra di noi rompendo quel momento carico di elettricità.
«Cosa ti fa credere che tu abbia il permesso di baciarmi, Wilkeman?» lo apostrofai.
«Ho visto come mi hai guardato per tutta la sera» disse sicuro di se, per niente sorpreso o intimorito dal mio atteggiamento.
«E questo ti autorizzerebbe a fare ciò che vuoi?» gli sorrisi ancora.
Gli passai l’indice sulle labbra semiaperte ed estremamente morbide, lo sentii sospirare.
«A quanto pare io ti osservo, ma tu vorresti fare ben altro» lo provocai.
«Sempre così sfacciata»
«Le cattive abitudini sono dure a morire» ammisi mentre il cuore pompava forsennatamente nel petto «Scusami...»  con  il palmo della mano lo allontanai «Ma adesso devo proprio andare»
Il sorriso che si dipinse sul suo volto era estremamente divertito.
«Posso darti almeno un passaggio, dato che il tuo cavaliere ti ha lasciata sola?»
«So badare a me stessa, grazie lo stesso. Buonanotte Nathan»
Mi voltai lasciandolo lì, solo ed eccitato, a pregustarsi ciò che ben presto gli avrei dato molto volentieri.

***
Buonasera a tutte ragazze, volevo scusarmi per l'enorme attesa ma purtroppo sono davvero molto impegnta. L'unica promessa che posso farvi è quella che la storia la porterò avanti fino alla fine, ci volesse anche un intero anno. Un grande abbraccio, Ice.
   
 
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