Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Eternal Cosmos    10/08/2008    3 recensioni
Harry ha vinto la guerra contro Voldemort, ma ad un alto prezzo terribile. Fawkes gli dà un'altra opportunità in un mondo nuovo, dove lui morì come un infante...e dove Voldemort ancora è appostato nelle ombre...
Genere: Generale, Azione, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

The World Without Me
di Eternal Cosmos

tradotto da Mezzo_E_Mezzo

Rinuncia: Non possiedo Harry Potter

################################################################################
Capitolo 30: [Beneath and Black Creatures] Creature inferiori ed oscure
################################################################################

Avanzarono con furtività, guadagnando lentamente terreno e avvicinandosi alla loro meta. A quanto aveva riferito Nagini, un gruppo di circa venti Mangiamorte aveva preso posizione davanti alla Gringott ma non aveva compiuto altri movimenti per entrarvi.
Ciò aveva reso perplessi alcuni del gruppo di Moody, ma Harry sapeva piuttosto bene che le difese della Gringott non erano da prendere alla leggera. L'insegna all'entrata non era lì per nulla e i Goblin avevano sicuramente barricato le porte con la loro magia.
Il ragazzo dagli occhi verdi fece una smorfia quando smisero di avanzare, abbastanza lontani da non essere scorti ma abbastanza vicini da attaccare con precisi effetti. Orion si nascose dietro un muro parzialmente distrutto che ancora fumava.
“Che cosa aspettano?” Charlie mormorò inquisitorio, assottigliando gli occhi alla vista dei Mangiamorte immobili.
Moody stava per ordinare di andare allo scoperto e attaccare mentre quelli erano distratti, quando i seguaci di Voldemort divennero mortalmente immoti e silenziosi. Si percepiva una tensione palpabile e Harry pensò per un istante che fossero stati scoperti ma divenne chiaro che il silenzio aveva qualcosa a che fare più con rispetto e deferenza che con astio.
“M***a, chi sono quelli?” Kingsley bofonchiò agitato. “Questa faccenda ci sta sfuggendo di mano!”
Di fatto, un altro gruppo sebbene di minor quantità di uomini ammantati apparve apparentemente dal nulla e raggiunse i Mangiamorte; non pareva che volessero interagire troppo con i seguaci del Lord e rimasero a distanza di alcuni metri, quasi confondendosi con le ombre.
Il giorno stava iniziando a scemare, colorando il cielo di un brillante colore vermiglio. Rosso sangue. I nuovi arrivati erano così ben coperti che Harry non riuscì nemmeno a vedere i loro volti. Erano totalmente abbigliati dalla testa, alle dita, alla punta dei piedi. Nessuno tra i due gruppi parlò. Sembrava che stessero aspettando qualcosa con bramosa inquietudine.
“Che cosa aspettano?” Remus echeggiò il mormorio precedente di Charlie. Le dita dell'uomo si stavano lentamente serrando attorno alla bacchetta che impugnava, in un gesto protettivo di estremo nervosismo.
“C'è qualcosa che non va in questo nuovo gruppo,” mormorò Orion ad Harry, scoccando all'amico un sguardo preoccupato. Gli prudevano gli zoccoli a terra, ma per cosa? Impazienza di combattere? Paura? Non lo sapeva, ma di una cosa era certo: quel nuovo gruppo avrebbe portato guai.
“Che cosa te lo fa dire?” chiese Harry, provando a osservare meglio i nuovi arrivati ma nuovamente senza successo.
“non lo so esattamente, ma i miei sensi sono in allerta. Non percepisco nulla che provenga da loro e quando dico nulla, intendo nulla. Nessuna emozione, nè astio, niente. Un nemico è più facile da affrontare se puoi sentirlo arrivare e anticipare le sue mosse, ma quelli… davvero non lo so,” finì rigidamente il Centauro in un sussurro ancora più lieve, contrariato dal non poter essere di maggior aiuto. Aveva paura di essere sentito dagli altri e il gruppo di Moody non lo prese alla leggera: un Centauro non si spaventa per nulla.
Per dirla in maniera nuda e cruda, stavano tutti pensando di tornarsene ad Hogwarts, al diavolo la missione, ma lasciare la Gringott al suo destino era fuori questione, anche se prima di tutto non erano sicuri al cento per cento che i Mangiamorte stessero per riuscire a penetrare nella banca.
Tutto d'un tratto tutti i Mangiamorte presero a bombardare le gigantesche porte della banca dei Maghi. Gli incantesimi rimbalzarono tutti indietro dall'entrata e si diressero contro coloro che li avevano scagliati, i quali balzarono via dalle rispettive traiettorie.
Il secondo gruppo rimase fermo nella propria originaria posizione, così Harry dedusse che erano lì solo in caso che qualcosa fosse andato storto. I Mangiamorte si compattarono nuovamente in una stretta formazione e iniziarono a formulare un qualche incantesimo sommessamente, puntando tutte le bacchette nello stesso punto.
Harry e gli altri s'irrigidirono. “Dobbiamo agire subito! Questa è Magia Antica, Voldemort deve avergliela insegnata!”
Moody stava ancora osservando la scena indeciso ma fu incitato da Tonks che lo scosse dal suo stupore. “Dannazione Malocchio! Andiamo adesso! Una volta che saranno dentro sarà più difficile affrontarli!”
Si mossero tutti assieme ma sfortunatamente le porte della Gringott furono spalancate con forza prima che potessero raggiungere il nemico. I Mangiamorte non si voltarono nemmeno indietro a guardare il gruppo di Auror e si affrettarono all'interno, un comportamento che confuse grandemente la fazione del lato della Luce.
Fu così finché il secondo, meno numeroso gruppo bloccò l'entrata e sibilò loro contro prima di gettarsi su di loro a gran velocità.
Gli occhi dorati di Remus si spalancarono e quindi s'assottigliarono considerevolmente prima che ringhiasse forte. “VAMPIRI!”
Sirius trattenne il respiro e si preparò a combattere. Gli altri fecero lo stesso e presto maledizioni vennero scagliate in ogni direzione.
I Vampiri erano dannatamente difficili da buttar giù; ogni volta che Harry stava per colpirne uno quello evaporava e poi riappariva da un'altra parte, sibilando minacciosamente.
Remus, con la sua forza inumana, riuscì a sovrastarne due con una mano sola e ad ucciderli con un pezzo di legno appuntito.
Harry non potè sentirsi più orgoglioso dell'uomo, e fu impressionato che Remus potesse in realtà mostrare una parte di sè tanto bestiale pur rimanendo in forma umana. La sua forza era probabilmente potenziata dall'odio che i Licantropi nutrivano per i Vampiri; ad ogni modo il ragazzo dagli occhi verdi fu sollevato che Remus fosse dalla sua parte.
Un istante di disattenzione lo portò a tiro di uno dei nemici. Il Vampiro, dai capelli corvini, stava per affondare i canini puntuti nel collo di Harry, quando il succhiasangue fu violentemente spinto di lato e quasi lasciò l'impronta del viso nella polvere quando Orion lo colpì con un calcio rabbioso.
Il Centauro si levò sulle due zampe posteriori e brandì la spada con furia. “Andate via, Vampiri! Non siete i benvenuti qui! Noi siamo contro i Mangiamorte, non contro la vostra razza! Lasciateci passare o subitene le conseguenze!”
Harry non potè essere più grato di avere Orion con sè oggi e Remus e Sirius rilasciarono il respiro che avevano trattenuto.
Mentre quelli erano distratti, Harry fece cenno a Charlie di dirigersi verso la Gringott. Dopo un rapido cenno al gruppo e un ‘Vi raggiungiamo dopo’ mimato da Sirius, Harry e Charlie si fecero celermente strada all'interno della banca.
Udirono l'eco della battaglia che ricominciava e Charlie stava per tornare indietro quando Harry gli afferrò velocemente il braccio e tirò via il più grande dai capelli rossi. “Harry! Quelli sono Vampiri! Non possiamo lasciare che combattano quei mostri da soli!”
“Ho fede che loro e Orion non si faranno mordere. Ora come ora dobbiamo accedere al cuore della Gringott prima che i Mangiamorte ci mettano le mani! Avrò bisogno di te per respingerli, ecco perché ho chiamato te per venire,” sussurrò piano Harry, fermandosi ad ogni angolo per essere sicuro che non fossero stati visti o che nessuno li seguisse.
“Io!” Charlie scoccò al ragazzo un'occhiata d'incredulità, prima di abbassare la voce dopo uno sguardo d'avvertimento da parte di Harry. “Perché diamine hai bisogno di me?!” sussurrò il rosso, stralunato.
Harry grugnì e si allontanò ancora, evitando un incantesimo di protezione Goblin con uno scarto a sinistra. “Maledizione, Charlie! Quale credi che sia la protezione numero uno della Gringott!?”
“Oh…OH!”
Harry roteò gli occhi. “Già, proprio oh. Ora vieni, presto!”
Dopo alcuni giri e svolte scendendo lungo parecchie gradinate quasi mai utilizzate, Harry formulò un incantesimo d'interferenza sonora (=Muffliato NdT) e si nascose dietro un angolo. Gli occhi di Charlie si spalancarono e seguì Harry. Un lungo corridoio che conduceva a una serie di porte gigantesche, anche più imponenti di quelle di Hogwarts, era ora parzialmente nascosto alla loro vista.
Centinaia di Goblin erano a terra, scomposti, e c'era così tanto liquido vermiglio a terra che Harry non potè essere totalmente sicuro che fossero tutti morti.
“Fan***o,” sussurrò Harry, “Voldemort deve aver mostrato loro un rituale oscuro per distruggere le difese dei Goblin. E' magia davvero potente.”
Charlie non biasimò Harry per il suo linguaggio; dopotutto, la situazione era realmente critica. Se la magia e le ricchezze della Gringott fossero cadute in mano a Tom non ci sarebbe stato modo di esprimere quanto avrebbe sofferto il mondo magico, perché ciò avrebbe ribaltato con portata immensa l'equilibrio che Harry aveva creato con tanta cura in tutti quei mesi passati in questo nuovo mondo.
Fortunatamente, l'ultima entrata era anche la più protetta da incantesimi-scudo, più di qualunque altra e non avrebbe ceduto sotto i rinnovati attacchi dei Mangiamorte, che stavano apparentemente perdendo la pazienza sempre più ad ogni assalto fallito.
Essendo sicuro che non avrebbero avuto successo, almeno per i successivi dieci minuti circa, Harry trascinò il proprio amico rosso verso un altro corridoio. Quest'ultimo, ad ogni modo, non aveva alcuna protezione di nessun tipo e le scale parevano portare ad una sezione anche più scura e inesplorata dell'edificio, vicino alle fondamenta vere e proprie di esso.
“Lumos! Ignis!” Una sfera di luce comparve sulla punta della bacchetta di Harry, facendoli vedere meglio, e quindi Harry usò un piccolo incantesimo igneo per bruciacchiare tutte le ragnatele che bloccavano la strada. “Avanti Charlie, siamo quasi arrivati. Dovrai occuparti di questo per la maggior parte da solo; non credo che potrò gestirlo da me.”
Charlie annuì, pronto per il compito che Harry gli aveva assegnato. Sollevò la bacchetta quando giunsero davanti ad un'altra titanica serie di porte. Le porte parevano molto antiche e sorprendentemente fatte di spesso metallo babbano, un po' rugginose, ma Harry seppe dalle complicate rune incise su di esse che avrebbero bloccato qualsiasi cosa.
“Perché non si è aperta quando i Goblin sono stati attaccati? Si supponeva che lo facesse, per proteggere la Gringott come ultima risorsa,” mormorò Charlie.
Harry si strinse nelle spalle, e puntò la bacchetta contro le porte. “Voldemort ha accesso ad ogni sorta di informazioni. Probabilmente ha pensato a un modo di scavalcare gli scudi responsabili dell'apertura delle porte e ha comunicato l'informazione ai suoi seguaci. Ad ogni modo non possiamo pensarci adesso, è giunto il nostro momento. La mia bacchetta vibra; stanno praticando magia potente ed oscura di sopra. Dobbiamo aprire questa porta. Sei pronto? Potrebbe essere pericoloso poiché non saranno brevettati scudi ad aprire la porta.”
Charlie annuì, le labbra strettamente tirate assieme. “Sì, fallo.”
Harry si concentrò sulla porta e iniziò a intonare delle sillabe sottovoce. La doppia serie di porte tremò pericolosamente, l'incantesimo di protezione sfrigolò, e un imponente ruggito fece tremare il pavimento in avvertimento.
Charlie azzardò un'occhiata verso Harry; il ragazzo più giovane aveva chiuso gli occhi e un'espressione di assoluta concentrazione era impressa sul suo volto. La sua bacchetta stava brillando violentemente e, quando Harry mormorò le ultime sillabe di magia, l'incantesimo protettivo si liberò di schianto sotto il tremendo assalto magico della bacchetta del ragazzo.
La porta si aprì lentamente e a circa metà apertura rumoreggiò per far strada ad una gigantesca zampa con artigli e scaglie. Il ruggito che seguì fu così assordante che Harry e Charlie s'accucciarono e crearono una bolla protettiva attorno ai propri corpi.
Spesso fumo riempì lentamente il locale non appena il resto del corpo a cui apparteneva la zampa squamosa infine attraversò la soglia. “Umani…… pericolo……. libertàaaaa…… uccidere…….
Harry sgranò gli occhi al comprendere brani e sillabe di ciò che la pericolosa creatura magica stava dicendo. ‘Ma allora perché non ho capito l'Ungaro Spinato al mio quarto anno? Forse è a causa dell'incremento delle mie abilità magiche?... Possibile… Ma mi pare di non riuscirlo a capire completamente… Probabilmente perché è solo in parte della famiglia dei rettili…’
Non ebbe ulteriore tempo per ponderare sulle possibilità, comunque, quando Charlie iniziò a fare il proprio lavoro. Scagliando abilmente un incantesimo che Harry non riconobbe, Charlie condusse lentamente il Drago davanti a loro. Ovvio che Charlie conoscesse simili incantesimi; il suo compito era lavorare con i Draghi, catturarli e sottometterli.
Questo era probabilmente più docile e addestrato rispetto a quelli selvaggi, comunque, perché normalmente una sola persona non avrebbe avuto possibilità a stare da sola di fronte ad un Drago dopo avergli lanciato contro un incantesimo.
“Bene,” mormorò Charlie, assicurandosi di non compiere alcun movimento improvviso che avrebbe potuto rendere l'animale agitato più di quanto probabilmente fosse, “mi ha riconosciuto come uno dei suoi addestratori. Ma sembra scosso, come se non sapesse che cosa fare, perché l'allarme non è stato fatto scattare e lui è stato forzato a venir fuori. Non posso mantenere attivo l'incantesimo per sempre e diverrà violento se lo lascio libero. capisce solo il lingaggio Goblin, e io non lo conosco!” sussurrò il rosso, perso su come doveva agire.
Harry rabbrividì. “Lasciami provare una cosa. Non so se aiuterà o peggiorerà le cose, ma è meglio di niente. Drago, assscoltami!
Charlie fece un piccolo salto quando Harry iniziò a parlare in Serpentese. Il Drago voltò rapidamente la testa verso Harry e uscì del fumo quando aprì le fauci per ringhiare contro di Harry minacciosamente.
“Sei certo di ciò che stai facendo?” chiese Charlie nervosamente; stava iniziando a colargli il sudore dalla fronte.
“No. Ma sono riuscito parzialmente a capirlo, quando è uscito, così la mia supposizione è che anche lui riesca parzialmente a capire me. Non c'è nulla da perdere ormai. Ci ssono dei Mangiamorte vicino al tesssoro, la Gringott è sssotto attacco e i Goblin e le loro difessse ssono sstati ssconfitti. Devi affrontarli prima che ssia troppo tardi!
Il Drago probabilmente fraintese ciò che Harry disse perché ruggì con forza e provò a far di Harry un boccone con un rapido schiocco delle fauci. Non vi riuscì, comunque, perché Harry rotolò via dalla sua mira spingendo via Charlie. Stava per attaccare nuovamente quando Nagini improvvisamente si staccò dal braccio di Harry e sibilò un avvertimento.
Ciò parve evocare un altro sibilo che giungeva da qualche parte nella stanza, ma questo tipo di sibilo echeggiante e minaccioso fece impallidire anche Charlie dallo spavento. Si voltò attorno freneticamente, cercando la sorgente del suono e iniziò ad entrare nel panico quando non vide niente fuori dall'ordinario.
Ma il sibilo divenne più sonoro e il Drago si calmò davvero indietreggiando, non mostrando più alcun segno di voler attaccare Harry.
Le sopracciglia del detto ragazzo si sollevarono al tono del sibilo che mutava sonorità ma non parlò nuovamente in Serpentese; si limitò ad indicare le scale in un gesto di comando e il Drago ruggì e volò letteralmente verso i Mangiamorte.
“Che cosa diavolo è successo?!” le gambe di Charlie smisero di supportarlo ed egli cadde sulle ginocchia.
Harry non disse nulla. Ridacchiò soltanto rivolto al proprio famiglio che sibilava ancora e sputacchiava pericolosamente, avvolta al suo braccio, e mise una mano sulla testa di Nagini per calmarla. “Un tale linguaggio, cara. Non dovrebbe provenire da qualcuno con la tua educazione. Ma ho apprezzato il pensssiero.
Aborro i Draghi. Sono besstie imponenti, lo ammetto, ma anche ibridi che non comprendono appieno il nobile linguaggio dei sserpenti. Ssselvaggi! Primitivi! Esssseri antichi con meno cervello di un pavone!
Il resto del suo sibilo fu coperto dal ridacchiare di Harry, che le pose la mano più saldamente attorno al muso, ignorando lo sguardo stralunato di Charlie.
La loro attenzione fu riportata alla situazione da un altro ruggito e grida di terrore che venivano dalla camera di sopra. Nagini si tenne forte mentre Harry e Charlie entrarono in azione e corsero verso i rumori, Bacchette pronte.
………………………

Sirius lanciò una maledizione ad alta voce, figurativamente e letteralmente, non appena un Vampiro gli alitò dietro il collo. Dimenticandosi della propria bacchetta per un momento, colpì il Vampiro con il nudo pugno, cosa che gli fece guadagnare un grido malvagio di ritorno e uno scatto di artigli nella sua direzione. Black sibilò non appena gli artigli raggiunsero il suo braccio e si trasformò momentariamente nella propria controparte di cagnaccio per affondare i propri denti affilati nella gamba del Vampiro.
La creatura oscura strillò di nuovo e lo colpì con un pugno così forte che Sirius rilasciò un acuto uggiolìo e fece un volo all'indietro di almeno qualche metro. “Dannazione!” imprecò Sirius quando si ritrasformò, massaggiandosi le costole pulsanti. “Credo che quella Cosa mi abbia rotto qualcosa,” rantolò, il sangue che gli colava delicatamente dalle labbra fino a terra.
Remus corse rapidamente verso di lui e formulò il Cruciatus contro la creatura ma quella evitò l'incantesimo prima che esso colpisse il suo marchio. Il Licantropo digrignò i denti con rabbia e s'inginocchiò protettivamente accanto all'amico ferito. “Riesci ad alzarti, Sirius?”
Sirius provò a muoversi ma grugnì in risposta. “Scusa Remus. Chi avrebbe pensato che così pochi Vampiri potessero essere una tale spina nel fianco?” l'Animagus tentò di alleggerire l'atmosfera e rise forte, quindi sussultò e si strinse il braccio attorno al petto.
Non stavano facendo attenzione a ciò che li circondava e l'Animagus si spaventò quando Remus fu violentemente tirato via da lui e gettato di lato. Il Vampiro sibilò di disgusto contro il Licantropo e Sirius gemette quando la creatura si chinò sulla giugulare di Remus, chiaramente con l'intenzione di uccidere il suo migliore amico.
“Remus! Maledizione!” l'Animagus tentò di muoversi e di puntare la bacchetta in direzione del Vampiro ma un altro gli volò addosso e quasi lo colpì in faccia, se non fosse stato per Tonks che scagliò contro la creatura un potente malocchio che sfrecciò a qualche millimetro dal naso di Sirius e prese il Vampiro.
Sirius lanciò contro la cugina un'occhiata scura, e quella si strinse nelle spalle.
“Dannazione Nymphadora! Avresti potuto colpire me!” rantolò Sirius fissandola, gli occhi resi due fessure dal dolore e disgusto quando altro sangue gli colò dalle labbra socchiuse.
“Beh ScuUsA!”
“UGH! RAGAZZI! Un po' d'aiuto qui!”
I cugini battibeccanti tornarono alla realtà e al povero Remus che era ancora a terra, con le mani strettamente avvinghiate attorno ai polsi del Vampiro per scampare a un morso mortale. Ringhiò ma non riusciva a toglierselo di dosso e venne graffiato su una guancia mentre tentava di scagliarlo via da sè.
Nemmeno due secondi dopo una spada trafisse la creatura oscura e quella lasciò andare immediatamente Remus per potersi occupare della ferita sanguinante che aveva in pancia. Remus si rialzò rapidamente da terra e raggiunse Sirius, aiutandolo ad alzarsi e facendogli da appoggio. Scoccarono ad Orion uno sguardo grato e il Centauro annuì verso di loro a labbra strette, brandendo nuovamente in alto la spada.
Ma i rimanenti Vampiri non raccolsero la sfida e optarono per raggrupparsi dopo essersi resi conto che gli altri del gruppo erano feriti e stanchi abbastanza da non agire in modo tanto efficente quanto avrebbero voluto. Si sollevarono in volo e atterrarono sulla cima del tetto di un negozio in parte distrutto, senza mostrare altro segno di voler attaccare.
“Che cosa stanno facendo?”
“Non mi piace come ci guardano!”
Gelarono tutti nello stesso istante.
“Oh, semplicemente fantastico,” Sirius esclamò quando le fiamme che li circondavano improvvisamente svanirono per far posto a spessi ghiaccioli. La nauseante sensazione di perdita delle forze trapassò loro il cuore e si prepararono al peggio.
“Sembra che Harry dovrà occuparsi della Gringott da solo con Charlie,” disse debolmente l'Animagus, provando a restare sveglio a dispetto dell'orrenda sensazione che aveva in gola e del dolore crescente all'addome.
“Sirius! Resta con noi!” Remus implorò, e si preparò ad usare l'Incanto Patronus mentre tentava invano di aiutare l'amico a restare cosciente.
“Harry…”
I Dissennatori si avvicinarono.
Sirius perse i sensi.
Remus strinse strettamente a sè il prezioso amico, pronto a dare la vita per lui, ed evocò il proprio Patronus.
Orion si fece forza, ma cadde sulle ginocchia anteriori qualche secondo dopo, non appena un'ondata di disperazione si riversò sui suoi sensi acuti.
Il resto del gruppo si compattò assieme e seguì l'esempio di Remus usando i propri Patronus. La loro debole condizione comunque non permettè loro di usarli alla loro piena potenza.
I Vampiri osservavano, deliziati.
I Dissennatori discesero in un'unica picchiata di massa oscura.
E furono quasi tutti bruciati a, beh, a morte, quando una gigantesca palla di fuoco letteralmente saettò nel cielo verso di loro, mandandoli immediatamente allo sbando. Il gruppo fu assalito dallo shock quando un Drago, un Drago! Sfrecciò sulle loro teste e catturò alcuni tra i pochi rimanenti Dissennatori tra i suoi artigli mortali. I Vampiri strillarono e furono catapultati di lato da un'unica sferzata da parte di una coda puntuta e morirono non appena un'altra sfera infuocata fu scagliata nella loro direzione, sradicando ciò che era rimasto del Negozio di bacchette di Ollivander e dei suoi dintorni.
La rabbiosa creatura rossastra diede un gran ruggito quando tutti i segni di pericolo scomparvero e si sollevò libera in volo nel cielo tenebroso, contenta di poter finalmente sgranchirsi le ali in tutta la loro lunghezza senza costrizioni.
“Che cosa diavolo?!” raspò Alastor fuori di sè dallo stupore.
“Harry.” Orion indicò il proprio amico e mormorò il suo nome dolcemente, con sollievo.
Gli sguardi del gruppo si spostarono dall'enorme bestia ad Harry con difficoltà, ma furono felici di vedere che nè Charlie nè Harry erano gravemente feriti. Un solo Goblin stava in piedi dietro di loro, avendo l'aspetto più malandato tra i tre ma ancora molto consapevole di ciò che accadeva attorno a lui.
Charlie corse verso il proprio padre zoppicante e Harry raggiunse Remus non appena vide il proprio Padrino incosciente. “Sirius! Remus, che cosa gli è successo?!”
Remus grugnì e lasciò che Harry lo aiutasse a sorreggere l'Animagus. “Non è in pericolo di vita per ora, ma dobbiamo portarlo da Poppy perché lo curi, non appena torneremo. E' stato graffiato malamente al braccio e uno dei Vampiri gli ha rotto qualche costola. Ha perso molto sangue.”
Harry annuì serio, spostando dolcemente una ciocca di capelli neri dalla fronte di Sirius in un gesto preoccupato. Fece una smorfia; al suo Padrino stava rapidamente salendo la febbre. “Ci sono altri gravemente feriti nel gruppo?”
Tonks si guardò intorno nervosamente quando il Drago ruggì di nuovo. “Huh, Hestia è stata morsa ad un braccio… anche lei ha perso i sensi…”
Harry si avvicinò alla detta donna e le controllò i segni vitali. Sospirò. “Non sta morendo e non è stata infettata. Il peggio che può accaderle è di soffrire di una moderata anemia per qualche giorno. Questo, e probabilmente dovrà evitare il contatto diretto col sole quando potrà. Passerà. Non è stata morsa tanto a lungo da morire o Girare*. Mi spiace di non essere arrivati prima,” si scusò Harry, lo sguardo a terra.
Una mano gli si posò sulla spalla per confortarlo e il ragazzo voltò la testa verso Orion. “Non è colpa tua. Non potevi far nulla per prevenire ciò che è accaduto. Cose come questa avvengono in guerra, devi accettarlo. Ma sono curioso di sapere che cosa è successo a voi due,” fece contemporaneamente cenno anche a Charlie, “nella Gringott. Dove sono i Mangiamorte?”
Harry e Charlie si scambiarono uno sguardo. Il rosso ghignò, dando a tutti la vaga impressione di trovarsi davanti Fred e George. “Mangiamorte? Quali Mangiamorte?”
Tutti diedero un respiro di sollievo.
Ma l'espressione di Charlie cambiò rapidamente in una d'incertezza, giusto per un paio di secondi. Nessuno lo notò. Che cosa era successo là, quel terribile suono sibilante che aveva sovrastato quello di Nagini in intensità? ‘Harry deve sapere qualcosa… quel sibilo… Harry non ha reagito ad esso e non ne è sembrato nemmeno allarmato… Qualcosa che avrebbe fatto indietreggiare persino un Drago… Harry ci sta nascondendo qualcosa o quella -cosa- era un'altra delle difese della Gringott?’
Il suono di mani che sbattevano una contro l'altra face fare a tutti un balzo e si voltarono nervosamente verso il dimenticato Goblin. “Dovreste tornare ad Hogwarts per medicarvi le ferite. Lascerò che il Drago circoli un poco qua attorno nel caso che i Mangiamorte decidano di fare una replica di questo totale fiasco, fino a che arriveranno i rinforzi. Devo ringraziarvi, Mr. Weasley, Mr. Potter, per il vostro aiuto. Mi assicurerò comunque che ciò non accada di nuovo. Ci incontreremo sicuramente un'altra volta in circostanze più favorevoli se sopravvivrete a questa guerra, questo è tutto.”
“Ma voi che farete, Mastro Gambitts? Ci sono molti Goblin feriti dentro, molti di più di quanto voi possiate curare.”
“La magia Goblin funziona in modo differente dalla vostra, Mr. Weasley. La Gringott sarà di nuovo sicura in qualche ora; molto più sicura. Ho mandato richieste di aiuto alle altre nazioni dove sono stabilite altre banche della Gringott. Guerrieri e Incantatori Goblin stanno arrivando per aiutarci e altri due Draghi sono sulla strada assieme a loro.”
Harry, apparentemente soddisfatto dello stato della Gringott, esortò tutti a toccare un altro manico di scopa che aveva trasfigurato e trasformato in Passaporta.
Orion fissò l'amico con occhi ansiosi quando vide l'oggetto; non gli piaceva affatto questo metodo di viaggio ma cedette quando realizzò di non avere altra scelta se non quella di toccarlo, per tornare dai suoi simili il più velocemente possibile e raccontar loro le sue avventure. Ciò non gli impedì, comunque, di aggrapparsi saldamente alla spalla di Harry con la mano libera, per calmare un poco la propria preoccupazione.
Abbastanza presto furono trasportati via e la Gringott fu nuovamente isolata dal resto del mondo, i suoi tesori e segreti salvi ancora una volta…con gran scoramento di Voldemort.



………………………………………………………………………………………………………


Mi scuso nuovamente per la traduzione del titolo, che non mi convince affatto.. ma quel 'Beneath' mi sconvolge alquanto. Non ho saputo interpretarlo in maniera più coerente di così - Scusate!

*Qui il termine si riferisce specificatamente ad un 'Giramento', cioè un mutamento improvviso, di specie [umana -> vampiresca]


Ndt
... avete capito il segreto di quel sibilo?


  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Eternal Cosmos