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Autore: LittleHarmony13    12/06/2014    2 recensioni
Dover, Aprile 1804.
Samantha, giovane figlia del pastore della città di Dover, piccola cittadina dell'Inghilterra sulla quale sono state inventate molte leggende, non ha mai creduto nella possibilità che le storie che ha sempre sentito raccontare da piccola potessero essere vere. Ma nel bosco accanto alla città stanno accadendo strani eventi per cui sembra non sia possibile trovare una risposta razionale. Sam sarà messa quindi di fronte alla possibilità di ridefinire ciò in cui ha sempre creduto.
Genere: Fantasy, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Triangolo
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2.

 
 

"Come up to meet you, tell you I'm sorry
You don't know how lovely you are
I had to find you, tell you I need you
Tell you I set you apart.
Tell me your secrets and ask me your questions
Oh, let's go back to the start
Running in circles, coming up tails
Heads on a science apart."

The Scientist, Coldplay

 

  Arrivati a casa dei Finnegan Samantha cominciò a sentire quel familiare odore di pini e legno antico che le ricordava moltissimo la sua infanzia. Tutte le litigate con suo fratello John e Gregory perché non volevano farla giocare con loro, il suo primo ballo, la prima volta che Gregory l'aveva guardata dritta negli occhi senza dirle niente, ma parlandole allo stesso tempo, tutto era accaduto lì. La dimora dei Finnegan era la più grande della contea e tutte le feste e i balli venivano svolti lì, grazie anche al facoltoso appoggio che dava la famiglia all'organizzazione di questi eventi. Il salone quel giorno era addobbato a festa, con i fiori che scendevano dal soffitto e legati intorno a delle corde così da formare come delle lunghe dita che venivano giù dal cielo. A Sam parvero ali, e per un momento si perse a pensare a quanto dovesse essere bello volare.
Sam era così, erano più i momenti in cui non viveva nella realtà che quelli in cui effettivamente sentiva la reale voglia di combinare qualcosa della sua esistenza. Si era sempre sentita una ragazza un pochino emarginata dal resto del mondo, con quella testa sempre fra le nuvole, e nessun desiderio di socializzare, eccezion fatta per le poche persone che amava. Fra queste si potevano annoverare i suoi genitori, John, Gregory, il fratello minore di Gregory, Daniel e l'unica vera amica che avesse mai avuto, Emma.
Emma però si era trasferita nell'entroterra anni prima e da quel momento le due ragazze si vedevano solo una volta all'anno, in quei pochi giorni in cui Emma veniva a trovare la nonna, che era rimasta ad abitare a Dover, nonostante il trasferimento di tutta la famiglia. La signora Covington era una simpaticissima vecchietta dai capelli più bianchi della spuma del mare e dall'immaginazione molto vivace. La dolce signora infatti aveva sempre sostenuto che a Dover convivessero insieme agli esseri umani anche altre creature che di umano non avevano niente. Fra le creature preferite della signora Covington si potevano annoverare vampiri, stregoni, sirene e persino angeli ribelli. Sam ed Emma si erano sempre fatte delle grandi risate a spese della simpatica vecchietta.
Fu proprio nel mezzo di quel pensiero che sul suo viso comparve un piccolo sorriso. Gregory vedendola ridere e presupponendo che fosse a causa della magnificenza del grande salone la prese per mano e la diresse verso sua madre, che stava appunto parlando con la madre di Gregory.
“Mamma, non mi aspettavo di trovarti qui! Credevo fossi a casa con papà e John” - esclamò Sam, sorpresa di vedere la madre in quella casa e non proprio contenta di sapere che probabilmente l'aveva vista arrivare mano nella mano con Gregory. Sebbene quell'unione fosse vista di buon occhio da entrambe le famiglie, che anzi speravano in un imminente matrimonio, a Sam dava ancora fastidio che le persone potessero fare dei commenti su di lei o su Gregory riguardo la loro vita amorosa. La loro relazione era solo loro, e non era necessario condividerla con gli abitanti di tutta Dover.
“Oh, no, cara” - rispose la signora Rowan - “sono venuta a dare una mano ad Hannah. Sai come possono essere stressanti i preparativi per un evento come questo.”
Sam non espresse a voce alta il suo pensiero su cosa fosse veramente stressante nella vita. E nella sua lista non era certo annoverato un ballo di paese. Ma si guardò bene dal farlo notare alla madre.
“Sam, tesoro, stavo appunto dicendo ad Hannah quanto sia stata gentile ad invitare il giovane Mason per svolgere alcuni dei preparativi per la festa di stasera. Sai bene che lui e sua madre si trovano in una difficile situazione economica. Ovviamente Mason verrà pagato per il suo aiuto.” - La signora Rowan fece girare Samantha nella direzione del suddetto Mason.
Mason Irvine era l'unico figlio di Cosette Irvine, donna sulla trentina che aveva avuto un figlio da giovanissima e lo aveva cresciuto da sola da allora. Il nome del padre di Mason, infatti, era sconosciuto e Cosette aveva fatto in modo che nessuno lo venisse mai a sapere, Mason compreso. Il perché di tanta segretezza aveva sempre stupito Sam, fino al momento in cui pensò che forse nemmeno Cosette stessa sapesse di chi fosse figlio Mason. Figlio del caso, figlio della fortuna, figlio della sorte, figlio del destino, questi erano gli epiteti con cui spesso veniva definito Mason dalla popolazione di Dover. Con il suo pallido colorito, i folti capelli ricci e castani, e i suoi occhi color del cielo il giovane ragazzo era sempre stato guardato con disprezzo e quella che sembrava paura dagli scettici abitanti di Dover. Girava voce che Mason sapesse fare delle “cose”, cose strane e malvagie, cose che potevano somigliare molto ai racconti della vecchia signora Covington. Dicevano che poteva accendere il fuoco con gli occhi, far muovere le foglie di un albero senza che ci fosse bisogno del vento, e far esplodere una tempesta dal nulla. Sam non aveva mai creduto a niente di tutto ciò, e l'unica cosa che credeva che gli occhi di Mason fossero in grado di fare era solo esprimere una grandissima tristezza. Quel ragazzo era sempre stato un emarginato, non aveva mai avuto amici, non aveva mai conosciuto l'amore, e poteva capire perché le persone dicessero che era sempre arrabbiato.
Solo in quel momento si accorse che Mason stava effettivamente venendo verso di loro, con quello che sembrava un atteggiamento di sottomissione.
“Mason caro” - lo chiamò la madre di Gregory - “ti ho mai presentato mio figlio Gregory e Samantha, la sua.. beh Sam come potrei definirti? Facciamo fidanzata? Ma sì, diciamo fidanzata”
Quelle parole fecero rabbrividire Sam, che non era ancora pronte ad ascoltarle, ma ciò che la fece davvero rabbrividire fu il tocco delle labbra appena schiuse di Mason sulla sua mano. Non era un brivido di piacere, quanto piuttosto un brivido di paura, e la ragazza sentì subito nello stomaco quello che sembrava un avvertimento, un movimento improvviso nelle sue viscere che la intimava a scappare. Non sapeva che cos'era poiché non aveva mai provato niente di simile.
“Estasiato di fare la vostra conoscenza signori.” - disse Mason con quella che sembrava quasi ironia e fu questione di un attimo, giusto il tempo per Sam di lanciargli un ultimo sguardo rubato, prima che il ragazzo si girasse borbottando un “ora se volete scusarmi, sono occupato, devo finire di sistemare tutto entro un'ora.”
“Mason.. aspetta, vuoi una mano?”
Cosa sto facendo?” - pensò Sam. Non lo sapeva nemmeno lei. C'era solo un'irrazionale presenza dentro di lei che le diceva che non era ancora il momento di salutarlo. C'era poco tempo per cercare di capire, ma di capire cosa? Questa era la sensazione che portò Sam a pronunciare quelle parole.
Il ragazzo si era voltato a guardarla, incredulo, come se nessuno lo avesse mai chiamato per nome. Come se qualcuno non gli avesse mai chiesto se poteva aiutarlo. E forse era così.
Gregory fissava Samantha con sguardo preoccupato, e le sussurrò un no veloce alle spalle ma fu come se Sam non lo sentisse.
“Sì, Mason, dico a te, hai bisogno di una mano? Quelle cassapanche sembrano pesanti.”
“D'accordo signorina, se va bene a lei..”
“Oh per tutte le maree di Dover non darmi del lei, e certo che mi va bene, in caso contrario non te lo avrei proposto no?”
Ed insieme si diressero verso il giardino della tenuta.




Angolo autrice: Buonasera a tutti! Avevo promesso aggiornamenti brevi e spero di aver mantenuto la parola. Questa storia mi sta prendendo più del previsto, quindi eccomi di nuovo con un capitolo fresco fresco (anche se fuori fa un caldo infernale.. Ok, pessima battuta). Spero che la storia vi appassioni e che vi diverta così come sta divertendo anche me lo scriverla.
Come sempre, se volete farmi sapere qualcosa, io sono qui, e accetto ogni tipo di recensione. Se volete dirmi come vi sentite per l'arrivo del nostro terzo personaggio principale, se volete dirmi che ho toppato qualcosa.. Tutto, accetto tutto. Sono sincera, quindi non esitate.
Ok, spero possiate avere un'ottima serata e noi ci sentiremo presto spero.
Un bacione,
alla prossima.
S. <3

                                              
  
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