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Autore: alga    14/06/2014    14 recensioni
Chi ha mai letto i romanzi di Anne Rice signora incontrastata di tutti i moderni romanzi sui vampiri? Io si tutti e in questi giorni ordinando una sovraffollata libreria li ho ritrovati e visto che non si può scrivere su Lestat De Lioncourt...
Be forse mi sarei dovuta astenere del tutto ma, magari chi ama il genere potrebbe trovare la cosa interessante.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Andrè era di pessimo umore.
Maledisse Lidia e tutta la serie di assurde circostanze che l'avevano costretto a tornare a Parigi dove, tempo addietro, aveva giurato di non rimette mai più piede.
Era stata una decisione difficile abbandonare la città in cui era vissuto e alla quale erano indissolubilmente legati i ricordi di tutto ciò che era stato ma, dimenticare era l'unica possibilità che aveva per convivere con quello che era diventato e lasciare Parigi e la Francia il primo e indispensabile passo per poterlo fare.
Andar via, era la soluzione più giusta, anzi l'unica che gli permettesse di chiudere nei meandri più profondi del suo cuore ormai morto e della sua anima persa, l'immagine preziosa del viso di Oscar assieme alla manciata di anni vissuti con lei in quei luoghi. Così, in una notte limpida e serena in cui la luna brillava alta in un cielo punteggiato di stelle, una notte tanto simile a quella in cui aveva creduto sarebbe iniziata la loro felicità ma, che in realtá era stata la porta dell'inferno, aveva deposto una rosa bianca su una tomba la cui lapide recava il suo nome scritto affianco a quello del suo unico amore ed era andato via, incontro all'eternità che lo attendeva.
Nei 225 anni passati da quel giorno il mondo aveva subito i cambiamenti più radicali della maggior parte della sua storia. Tutto era cambiato a partire dalle città, che si erano trasformate, inglobando e fondendo le vestigia del loro passato alle nuove architetture e al rumoroso caos del vivere moderno.
Nelle strade affollate, trafficate, illumiate e ridisegnate di quella nuova Parigi, Andrè continuava tuttavia a riconoscere i luoghi che l'avevano visto secoli addietro assieme ad Oscar e i ricordi a lungo sopiti, gli tornavano prepotenti alla mente assieme al rimpianto per quello che sarebbe potuto essere e che non era stato.
Da quando era ritornato non riusciva a fare a meno di sovrapporre le immagini di quel lontano passato al presente finché, stanco di lottare con i ricordi, aveva deciso di non combatterli più ma, di cedergli e si era ritrovato a ripercorrere i luoghi più legati alle sue reminiscenze fino a giungere a Place de la Bastille, dove la sua Oscar aveva trovato la morte credendo di raggiungerlo, mentre lo perdeva per sempre.
Andrè pensò che il destino o Dio o chissa cosa, era stato particolarmente duro con loro, concedendogli un'unica notte di felicitá, un unico momento di unione perfetta per poi seperarli nel modo più crudele, dividendoli per l'eternità e togliendo a lui anche la speranza di poterla ritrovare semmai oltre la morte.
Le risa divertite di un gruppo di ragazzi che entravano in un bar lo distolsero dalle sue elucubrazioni riportandolo alla realtà e ricordandogli che aveva fame.
Era una sera calda, non che la cosa per lui facesse differenza, ma gli portava alle narici l'odore dolce del sangue con maggiore intensità.
Doveva nutrirsi. Li seguí nel bar.
C'era stato un tempo in cui aveva lottato con tutte le sue forze per resistere all'istinto della caccia, per opporsi al richiamo del sangue, a lungo si era nutrito di animali o in casi estremi di uomini malvagi, la cui morte gli appariva tutto sommato come una giusta punizione. Poi Lidia, creatura antica, che da sempre rideva dei suoi sforzi era riuscita a convincerlo che non esisteva nulla per un vampiro che lo rendesse diverso da ciò che era e che qualsiasi sforzo per simulare un'umanità che ormai non aveva più era del tutto inutile, così come era scioccamente presuntuoso scegliere le proprie vittime sulla base dei loro peccati, quando invece avrebbe dovuto agire come il fato.
Si sedette ad un tavolo d'angolo dove aveva una visuale completa della sala e cominciò a studiare le sue potenziali vittime. Aveva accolto da tempo i consigli di Lidia ma, non era riuscito a mettere da parte ogni remora e nello scegliere coloro che avrebbero saziato la sua fame continuava a cercare il male. Si guardò intorno ed individuò un ragazzo dall'aria perbene. Era castano, alto, ben vestito con un viso aperto e cordiale, parlava tranquillamente con una ragazza bruna molto carina e i suoi pensieri in parte alterati dalla droga erano pervasi di pura spietatezza.
Perfetto.
Andrè si alzò e si avvió lentamente verso di lui quando il suo sguardo si posò su una donna bionda che seduta su uno sgabello al bancone del bar parlava con un'amica, mentre con le dita della mano destra seguiva il contorno della bottiglia di birra che aveva davanti. La donna come accorgendosi di essere osservata, si giró verso di lui incrociandone lo sguardo e pietrificandolo come una testa di medusa.
L'intero mondo sparì mentre, lentamente, si affacciava in lui la consapevolezza che Oscar lo stava guardando.
 
   
 
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