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Autore: LeMee    18/06/2014    1 recensioni
Quando il bambinetto basso e sorridente mi disse che entrando segretamente nella stanza li aveva visti sdraiati uno sopra l'altro mi si rivelò la verità: quei due ragazzi dovevano essere sessualmente confusi.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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“Ehm… tosse tosse, soffoco di tosse, santo caprone! Scusate buoni signorini, ho un’impellente comunicazione da farvi.” Con quelle parole il cameriere pose fine al neonato discorso, attendendo qualche segno di vita nei corpi stupefatti dei ragazzi.
Loro però, non sembravano affatto preparati a quell’improvvisa apparizione e ci misero una manciata di secondi a reagire alle parole dello stralunato uomo.
“Qui non sei l’unico che ci va giù pesante” sussurrò Antek tirando una severa gomitata ad Alec, prima di tornare a rivolgere l’attenzione al cameriere.
 
“E’ appena giunto in codesto loco ameno un nefasto nucleo familiare che ha la necessità di pernottare a tempo indeterminato nella camera che, oh deprecabile sorte, è stata conferita giust’appunto a vossignoria”.
Sguardi carichi di estremo stupore aleggiarono nell’aria per svariati secondi. Poi qualcuno parlò.
“Dafuq”
“In pratica ci vuole sfrattare”.
 
“Sfrattare non costituirebbe un termine confacente, in quanto codesto ossequioso albergo si è per l’addietro assicurato di reperirvi una novella occupazione. Ma ahimè, è giunto oramai il momento in cui i vostri fati saranno costretti a scindersi idissolubilmente, imprescindibilmente, e fondamentalmente ora.” Fece un profondo, regale respiro. “206 castello, 372 matrimoniale.” Girò i tacchi e corse via svolazzando scompostamente e fischiettando la marsigliese.
 
“Scrofa prostituta*, che vecchio rimbecillito.”
 

 
“Questa volta il matrimoniale spetta a voi. Antek scalcia come un puledro,” esordì Alec.
“Grazie tante!”
“Non ti lamentare, fetta di palma. Ti sto semplicemente salvando le chippe.”
“Mhhh. Gentile da parte tua.”
“Ma.. veramente io..”
“Il dado è tratto. Ci vediamo per colazione.”
 
 

 
Filip e Franek si guardarono a malapena e decisero sileziosamente di chiedere maggiori informazioni alla reception. Appreso che i loro bagagli erano stati stranamente già portati nella tanto amata camera 372 e che non potevano schivare l’ineluttabile sorte, i due si avviarono verso la suddetta stanza con la sconfitta nel cuore e il passo pesante.
 
“Beh, io almeno non scalcio di notte.”
“Ehm… no, nemmeno io in effetti…”
 
(Primo tentativo di discorso: fallito)
 
La stanza 372 era più piccola della precedente, ma ugualmente ben arredata e funzionale. Filip, entrando, si buttò sul letto, sbadigliando e strofinandosi gli occhi come per riordinare le idee.
 
“Da che parte vuoi stare?”
“Come vuoi tu.”
“Ok. Beh, allora io sto di qua,” concluse indicando la parte destra del letto.
 
(Secondo tentativo di discorso: fallito)
 
Cercarono di trovare un pretesto per dimostrare di avere sonno e per poter così concludere per quel giorno con i discorsi imbarazzanti, e finirono per spegnere le luci alle dieci più o meno in punto.
In realtà la consapevolezza di non essere assonnati e l’insaziabile e classica voglia di un adolescente di stare sveglio fino a tardi li spronò a parlare, o a provare a farlo. Per quanto arduo potesse sembrare ad entrambi (ma soprattutto a Filip che tentava di estrapolare qualsiasi anche inutile parola dalla bocca di quel ragazzo quasi sconosciuto che si era trovato, per qualche strano motivo, a dover dormire accanto a lui in un letto matrimoniale).
 
“Certo che un flirt estivo ci starebbe di brutto.”
“EH, già, in effetti…” borbottò in risposta Franek, non troppo convinto.
“Non so, dovrei provarci con la biondina del bar.”
“Sì, ottima scelta…”
“E tu? Hai addocchiato qualcuna?”
“Uh… non ancora in realtà. Però boh.”
“Sei sempre così logorroico?”
“No, solo dopo essermi imbottito di cheesecake senza dare troppo nell’occhio ed essermi ritrovato per chissà quale dannata ragione a dover condividere un letto matrimoniale con un perfetto sconosciuto.”
“Ehi, non sono un perfetto sconosciuto.”
“Non saprei come altro definirti.”
“Sul perfetto però ci hai preso in pieno.”
“Nessuno è perfetto.”
“Il mio nome è Nessuno, ma ti concedo l’onore di chiamarmi Filip.”
“Mi avvalgo della facoltà di non rispondere.”
“Cavolo, il discorso si era fatto interessante!”
“Una volta.”
“Sei tornato a parlare a monosillabi?”
“Erano tre, le sillabe.”
“Sei tornato a parlare a trisillabi?”
Ero.”
“Questo era indubbiamente un monosillabo.”
“Cazzo.”
“Due sillabe.”
“Due palle.”
“Come sei volgare.”
“Come sei noioso.”
“Sei tu quello noioso che parlava a monosillabi.”
“Ora ricominci?”
“Sì.”
“Beh, allora continua da solo. Buona notte.”
“Mi annoierò mortalmente senza di te e i tuoi monosillabi inespressivi.”
“Cheppalle.”
“Buona notte.”
 
(Terzo tentativo di discorso: riuscito con discreto successo)
 
 
 
Tutti pensano prima di addormentarsi, questo è risaputo.
E nemmeno due ragazzi spensierati e assonnati come loro avrebbero potuto scampare a quell’inconscio rituale.
Filip pensava che il vicino, molto sulle sue e riservato, in realtà fosse dotato di sufficiente cinismo (e sufficiente acutezza mentale) da poter sostenere una conversazione decente. Niente di difficile, niente di particolarmente impegnato, si intende. Giusto qualche piccolo, insignificante botta e risposta quotidiano.
Franek, invece, era stato costretto a ricredersi sull’altro: nonostante sembrasse il più scontato dei playboy, generalmente vuoti, si era dimostrato  essere… Nessuno. Grande scoperta, by the way.
 
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*Scrofa prostituta sarà un ricorrente intercalare utilizzato come simpatica autocensura da Alec.


Angolo delle autrici:
Hola pipol.
  
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