Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: LunaMoony92    22/06/2014    4 recensioni
E' passato più di un anno dalla morte di Fred. George è distrutto e, per l'ennesima volta, decide di affogare il suo dolore nell'alcool. Ma qualcosa succede quella sera. Per uno strano scherzo del destino o per chissà cosa, George si ritrova a casa di Hermione. Questo è l'inizio della nostra storia...
Genere: Introspettivo, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, Fred Weasley, George Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il giorno del battesimo era arrivato.
Il giardino di Villa Conchiglia era stata riccamente addobbato con cespugli farfallini, palloncini e fenici di ghiaccio. Un enorme tendone era stato montato proprio vicino alla spiaggia, le sedie dorate sistemate in bell’ordine attorno ai tavolini rotondi apparecchiati a festa.
Tutto era pronto per la festa, mancava solo…
 
 
 
George alzò la testa dal cuscino, ma se ne pentì subito. Per qualche strano motivo, l’appartamento aveva iniziato a vorticare incessantemente e lui si era trovato al centro del vortice, incapace di fermarlo.
Cercò di aprire gli occhi, ma il vortice accelerò bruscamente, costringendolo a chiuderli di nuovo.
“Poco male, dormirò un altro po’.”
Stava per riuscire a fermare quel casino che imperversava nella sua testa, quando un rumore lo fece trasalire.
“GEORGE!! TI AVVERTO, SE NON APRI SUBITO QUESTA PORTA, LA BUTTO GIU’ DAVVERO!”
La voce stridula e imperiosa di Ginny gli fece sgranare gli occhi.
Era il giorno del battesimo, se n’era dimenticato.
“ARRIVO! SONO QUASI PRONTO!” Le urlò, senza aprirle la porta, fiondandosi direttamente sotto la doccia.
“SPERO PER TE SIA COSI’!” urlò di nuovo la rossa e si smaterializzò.
 
 
 
 
Erano le 07:00 ed Hermione era già in piedi. In realtà, aveva passato l’intera notte insonne; aveva continuato a pensare se George si sarebbe presentato alla cerimonia oppure no.
Ginny le aveva detto che era tornato solo la sera precedente insieme a Charlie, ma aveva aggiunto: “Con lui non si può mai dire.”
Eh già, con George era tutto un’incognita.
Hermione sospirò e guardò il vestito che Ginny aveva scelto per lei attaccato all’armadio. Un po’ troppo appariscente per i suoi gusti. Lo prese e andò a fare una doccia. Avrebbe avuto tutto il tempo per prepararsi, prima che Ginny passasse a prenderla, suo malgrado.
“Lo faccio solo per i Weasley” continuava a ripetersi mentalmente, cercando di spazzare via la voglia che aveva di rimanere a casa.
 
 
 
La signora Weasley fece un sospirò di sollievo quando vide una chioma rossa avvicinarsi al tendone.
“Ginny, l’hai trovato?”
“Si mamma, stai  tranquilla. Ha detto che arriva. Possiamo entrare.”
“Sia ringraziato Merlino!” disse la donna e, avvicinandosi a Fleur e all’officiante, li invitò a entrare nel tendone.
Era una bella giornata di giugno ma una fresca brezza soffiava dal mare, facendo alzare di tanto in tanto la sabbia.
Mentre Ginny fissava l’orizzonte, sentì il POP della smaterializzazione.
“Sei arrivato finalmente!!” disse la ragazza a denti stretti.
“Adesso entra, faremo i conti più tardi!” e, così dicendo, lo prese per un braccio e lo trascinò nel tendone.
“Quando ti ci metti, sei peggio della mamma” cercò di sdrammatizzare George, ma fu una pessima mossa, considerata l’occhiata di fuoco che Ginny gli riservò.
Il tendone era gremito di gente. Tantissime teste rosse riempivano la sala, anche se una considerevole parte era riempita dai biondissimi parenti francesi di Fleur.
George scrutava con attenzione ogni angolo della sala. Stava cercando qualcuno.
Stava cercando lei.
La sua ricerca però fu interrotta dall’arrivo di Charlie.
“Dove sei stato, fratellino? La mamma stava quasi per svenire!”
“Ho fatto tardi al negozio, non sarei mai mancato, lo sai.” rispose George, continuando a guardare a destra e a sinistra.
“Meglio per te che sei arrivato, anche Fleur stava dando di matto!” aggiunse Bill, passandogli accanto con Victoire in braccio.
Tutti presero posto e la cerimonia cominciò.
Come madrina di Victoire, era stata scelta Ginny ed era al settimo cielo con la bimba tra le braccia.
L’applauso finale fu pieno di gioia ma anche di tristezza.
Tutti i Wesley erano felici, certo, ma dentro  di loro sapevano che perché la loro felicità fosse completa, mancava lui, Fred.
George, dopo aver dato il suo regalo alla piccola ed averla coccolata un po’, era riuscito a scappare dal centro della festa per rimanere un po’ in disparte.
Stava pensando a Fred.
Chissà che regalo gli avrebbe scelto. Sicuramente qualcosa di più originale di una mega puffola pelouche.
Si avvicinò al bancone del buffet e finalmente la vide.
Era bellissima.
Hermione aveva i capelli sciolti, lisci e fluenti che le ricadevano sulle spalle. Erano cresciuti parecchio dall’ultima volta che l’aveva vista. Aveva un vestito blu notte, corto al ginocchio che la avvolgeva alla perfezione.
Sembrava in imbarazzo.
Dov’era stata per tutto quel tempo? Come aveva fatto a non notarla? Chissà se lei l’aveva visto e aveva cercato di evitarlo di proposito.
La ragazza stava parlando con Ginny e teneva tra le mani un biglietto.
Poi vide le ragazze abbracciarsi. Chissà cosa si erano dette.
Poi Ginny si voltò verso di lui e, subito dopo, lo fece anche Hermione.
Fu un attimo che durò un’eternità.
I loro occhi si incatenarono, incapaci di sfuggirsi, le loro bocche si aprirono per la sorpresa. Il biglietto che Hermione teneva in mano cadde a terra e quella fu la scusa che mise fine a quella tortura.
Era stato come ricevere uno schiantesimo in pieno petto.
Quello sguardo, impaurito, incredulo, l’aveva messo a nudo, l’aveva fatto sentire trasparente.
George non sapeva che fare. Ginny continuava a guardarlo, aspettando una qualche reazione, Hermione si era allontanata da lei e aveva preso a parlare con Percy.
Dopo qualche secondo, George si ritrovò fuori dal tendone, trascinato dalla sorella.
“Che cosa pensi di fare? Le parlerai o scapperai di nuovo?” Il tono di Ginny era serio, ma non di rimprovero.
“Io… Io.. Non lo so. Io, credo che… Scusami Ginny, devo fare una cosa. Torno stasera, te lo prometto.” George si avvicinò per darle un bacio sulla guancia e si smaterializzò.
 
 
 
Il cimitero era quasi deserto. C’erano soltanto due streghe anziane e il vecchio guardiano.
Quando lo incrociò, George lo salutò chiamandolo per nome. Le sue visite al cimitero erano così frequenti che ormai lo conosceva bene.
Adesso, però, era passato più di un mese dalla sua ultima visita e aveva deciso che non poteva più aspettare: aveva bisogno di parlare con lui.
Percorse la fila di lapidi che lo separavano dal fratello e, quando arrivò a destinazione, si sedette sul ceppo di legno che lasciava lì ogni volta.
“Ciao Freddie…” disse piano.
Un vento fresco si stava alzando, muoveva le fronde degli alberi e i ciuffi d’erba, sembrava volesse scompigliargli i capelli.
“Ti starai chiedendo perché sono qui mentre tutti festeggiano Victorie… Beh, lo sai già perché. Tu lo sai sempre.”
Una lacrima scese silenziosa sulla guancia di George; lui sembrò non accorgersene neanche.
 
 
 
Quando tiri in mezzo Dio, o il destino o chissà che, che nessuno te lo spiega perché sia successo a te.
 
 
 
Le anziane streghe gli passarono accanto, si fermarono un attimo a leggere l’epigrafe sulla tomba e, in un rispettoso silenzio, una di quelle poggiò la sua mano nodosa sulla spalla di George. Il ragazzo stava singhiozzando, la testa tra le mani.
“Fatti forza, caro ragazzo.” sussurrò l’altra strega e sempre in silenzio, andarono via.
 
 
“Perché tu Fred? Perché??!”
George continuava a chiedersi e a chiedere: nessuno avrebbe potuto dare una risposta.
George ci aveva provato, aveva incolpato il destino, i Mangiamorte, Voldemort, un’entità superiore e soprattutto se stesso, ma una risposta non l’aveva trovata. E anche se l’avesse avuta, probabilmente non sarebbe servita a niente.
Il vuoto che la perdita di suo fratello gli aveva lasciato non si sarebbe certo colmato, una risposta non l’avrebbe riportato indietro.
Si passò una mano sugli occhi e riprese.
“Fred, sto uno schifo. Ho appena visto Hermione e… Merlino se fa male. Senza te è la vita è impossibile. Io, io… Io non so più che fare, sbaglio tutto.
Ho provato ad andare via, a mandarla via, ma niente. Appena l’ho vista ieri sono andato in paranoia e prima, ci siamo guardati per un attimo e, non lo so cos’è successo. Fred, ho bisogno di te, cazzo!”
Stava quasi urlando, il cimitero adesso era deserto, ad eccezione del vecchio custode che lo scrutava con compassione.
 
 
 
Quando tira un po' di vento che ci si rialza un po'  e la vita è un po' più forte del tuo dirle "grazie no"
Quando sembra tutto fermo la tua ruota girerà, sopra il giorno di dolore che uno ha.



 
Le lacrime sembravano svuotarlo e riempirlo allo stesso tempo di dolore e sofferenza.
Era un ciclo ininterrotto, un flusso costante di distruzione.
Quanto avrebbe voluto che il fratello potesse davvero sentirlo, dargli un segno almeno.
Da quando lui non c’era più, la vita non era più degna di essere vissuta, lui provava solo a sopravvivere, per i suoi cari, non di certo per se stesso. Fosse stato per lui, si sarebbe volentieri lasciato andare, in balia di quel vortice di malessere e di annullamento, solo per non sentire più niente.
Non sentire niente era la perfezione a cui per molto tempo aveva aspirato.
Gli unici momenti in un cui aveva sentito di poter invertire la rotta e risalire dal baratro in cui stava scendendo erano stati quelli passati con Hermione. Insieme a lei, aveva sentito di potercela fare, aveva sentito, dopo tanto tempo, qualcosa di diverso dal solito senso di vuoto e disperazione.
E allora perché l’aveva allontanata?
Probabilmente lei era l’unica occasione che aveva per stare meglio e lui l’aveva cacciata via, perché aveva avuto paura.
La ruota aveva iniziato a girare nel verso giusto quando quella sera si era smaterializzato nel suo vialetto e forse lui non aveva colto appieno la portata che quell’evento aveva avuto nella sua vita, anzi si era ostinato a bloccarla quella ruota, a fermarla del tutto.
La vita gli aveva dato un’altra occasione, un nuovo motivo per andare avanti e lui, invece di ringraziarla, l’aveva rifiutata in malo modo.
“Fred, cosa devo fare con Hermione? Ti prego, aiutami tu.” ripeteva come una nenia, sperando che, in qualsiasi posto si trovasse adesso il fratello, riuscisse a sentirlo.
 
 
 
Quando indietro non si torna, quando l'hai capito che, che la vita non è giusta come la vorresti te.
Quando farsi una ragione vorrà dire vivere, te l'han detto tutti quanti che per loro è facile.
 
 
 
Ma Fred non poteva sentirlo, per quanto George era sicuro che lui avrebbe voluto. Suo fratello non sarebbe mai voluto andare via, se questo fosse dipeso da una sua decisione. Purtroppo però non  aveva potuto scegliere, qualcun altro l’aveva fatto per lui, privandolo della possibilità di un futuro, privando George della sua metà.
Erano passati ormai due anni, due anni in cui era successo di tutto, molte cose erano cambiate, ma quello che continuava a rimanere costante era la consapevolezza di questa mancanza.
La gente continuava a dirglielo: “Passerà, devi andare avanti.”
E’ sempre facile dirlo, quando non si è direttamente  coinvolti. E’ sempre facile per gli altri, ma mai per te.
A volte ti sembra che la vita si sia incaponita con te, che ci provi gusto a farti stare male, ma a pensarci bene, che cos’è la vita se non il riflesso di ciò che siamo?
Forse è la nostra ostinazione a non voler andare avanti e a chiuderci a riccio nel nostro dolore che ci fa vedere la vita come una vecchia megera che se la prende con i più deboli. Forse è così, forse no.
George non lo sapeva, forse nessuno l’avrebbe saputo mai.
“Allora Fred, cosa faccio? Vado a parlarle o no?”
George alzò lo sguardo in alto per scrutare il cielo. Una leggera brezza lo avvolse, gelandogli le ossa.
“Credo che dovrei dirle la verità, ma non so se mai lo farò. Grazie Fred. Ti voglio bene.”
George girò su se stesso e tornò alla festa.
Molly gli corse subito incontro.
“Dove sei stato Georgie? Ti ho cercato dappertutto!” era molto preoccupata.
George decise che era inutile mentire.
“Sono stato da Fred, mamma. Dovevo chiedergli una cosa…”
Gli occhi di Molly si riempirono di lacrime, si avvicinò e abbracciò forte George.
“Grazie per essere tornato, amore mio.” gli sussurrò nell’orecchio buono e George si abbandonò a quel contatto, sentendosi forse un po’ meno solo.
 
 
 
POV HERMIONE
 


Hermione aveva visto arrivare George in giardino ed era corsa subito a nascondersi. Vederlo l’aveva destabilizzata e aveva deciso che avrebbe evitato qualsiasi contatto per tutta la cerimonia, con la  complicità di Ginny che aveva promesso di aiutarla.
La cerimonia era stata molto bella, Bill e Fleur erano radiosi e anche Ginny, madrina della bimba, era al settimo cielo. Hermione aveva preso posto davanti ad una colonna del tendone, certa che sarebbe stata ben nascosta. Ginny continuava a ragguagliarla sulla posizione di George, così che lei potesse spostarsi senza essere notata.
Appena iniziata la festa, un piccolo barbagianni era planato all’interno del tendone e si era posato sulla sedia vicino a lei. Aveva legata alla zampetta una lettera, era di Harry.
 
“Cara Hermione,
come stai? Spero tutto ok e che il battesimo sia andato bene. Scrivo a te, perché so che Ginny sarà molto impegnata. Volevo dirvi che tornerò a fine mese per un esame, però Ron non potrà venire. Mi mancate molto e vorrei tanto essere lì con voi.
Un bacio, Harry.”
 
 
Hermione chiuse la lettera e, con un gesto della mano, richiamò l’attenzione dell’amica.
“Cos’è successo? Mio fratello in vista?” disse la ragazza.
“No, leggi qui !”
Hermione, che aveva passato l’intera mattinata tesa come la corda di un violino, finalmente adesso era più rilassata e sorrideva.
Ginny lesse velocemente la lettera e si gettò al collo dell’amica.
“E’ bellissimo! Non posso crederci!”
Hermione era davvero contenta, sia per l’amica che per se stessa. Aveva proprio bisogno di parlare con Harry.
Poi notò Ginny voltarsi verso il centro della sala e irrigidirsi. Di riflesso, si voltò anche lei e lo vide.
Lo sguardo che aveva evitato per tutta la giornata adesso era fisso su di lei, un misto tra lo stupore e lo sgomento.
Era rimasta bloccata, forse aveva addirittura spalancato la bocca per la sorpresa di vederselo di fronte. Poi, grazie a Merlino, la lettera di Harry le cadde dalle mani e si dovette chinare a raccoglierla, riuscendo a sfuggirgli.
Ginny era andata via, probabilmente da George e lei aveva preso a parlare con Percy, giusto per fare qualcosa.
L’imbarazzo che aveva provato nel nascondersi durante la giornata era niente in confronto a quello che aveva sentito pochi attimi prima.
George l’aveva vista.
Non sapeva come sentirsi. Agitata? Spaventata? Arrabbiata? Nel dubbio, decise di non scegliere e si lasciò travolgere dal vortice delle sue emozioni.
Non sapeva cosa sarebbe successo, ma era decisa a non nascondersi più.
 
 

Quando il cuore senza un pezzo il suo ritmo prenderà, quando l'aria che fa il giro i tuoi polmoni beccherà.
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: LunaMoony92