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Autore: rose07    19/08/2008    5 recensioni
Lord Voldemort alle prese con due inaspettate nipoti pestifere.
Dal primo capitolo: «Ma Sire, almeno adorano la casa!» disse Codaliscia, sorridendo.
«Ziooo! Ma che schifo! Vivi in una topaia!» esclamò una delle due nipoti «Vale, al tre. Uno, due e... Casatum rosam!»
Genere: Commedia, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Mangiamorte, Nuovo personaggio, Peter Minus, Voldemort | Coppie: Bellatrix/Voldemort, Lucius/Narcissa
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Lord Voldemort si alzò dal suo giaciglio e si guardò intorno, cercando di filtrare qualche raggio solare.

Si sentì il mago più potente e figo del mondo e dell'universo capace di distruggere chiunque con il solo sguardo. Oh, come si sbagliava. Non poteva sapere di certo, che la sua esistenza avrebbe avuto un piccolo CLOCK, da quel momento la sua gloria veniva oltraggiata, il suo nome storpiato e le sue memorie ribaltate.

«DING-DING-DONG-DONG-DENG-DENG... E cosa più? Ah sì! DANG-DANG!» fece il telefono personalizzato del Lord.

«Ma chi sarà? Oggi nessuno potrà disturbare la mia quiete, neanche se sapessi che quel magnanimo di Harry Potter si stia preparando a conquistare il mondo! Muahahahahahahah! Pronto? Casa Riddle, lei sta parlando con Lord Vo...»

«Uelhà, Tom!» disse una voce femminile dall'altro capo del filo.

«Cielo! Chi è?» chiese Voldemort, titubante.

«Ma come, Tom? Non mi riconosci?? Sono Ortensia! Tua sorella! Oh, che smidollato che sei!»

Il mago si mangiucchiò le unghie. (nouu! Ci avevo appena passato lo smalto fucsia! ndLord) Non sentiva da anni sua sorella Ortensia, da quando era diventato Lord Voldemort il Magnifico non aveva (fortunatamente ndLord), avuto più sue fantomatiche notizie.

«Oh... Uhm... Ehm… Ihm... Orty?! Sei tu?» chiese il mago, ancora spaventato.

«Certo, chi ti aspettavi fosse? Albus Silente? Eh? Ah,ma alla fine è morto?»

«Ca-categoricamente sì, anzi no» ammise Voldemort.

«Mh... Ecco avrei bisogno che tu facessi da baby-sitter per un pò. Insomma, so benissimo che per te potrebbe anche essere un problema, dato che hai da fare con le tue memorabili imprese oscure e blablabla, ma siccome io sono tua sorella e tutti e due abbiamo lo stesso sangue, ti propongo, anzi ti obbligo a badare le mie due figlie per tutta l'estate, senza che tu mi risponda di...»

«...NO!» proclamò il Lord.

«Come sarebbe! Io sono Ortensia Merope Riddle, come te erede di Serpeverde! E tu rifiuti una mia proposta! GRRRR! Si tratta delle tue nipotine, Tom! Che ti piaccia o no, io te le affibbierò! Muahahahahah! Morirai o se morirai!»

«Oh santaccì! Ortensia sei sleale! Voglio un favore! Mi devi un favore!» ribatté Voldemort.

«Dimmi, caro fratello, che genere

«Ecco....pspspspspspspspspspsp! Capito?»

«Mh… Si può fare! Ora ciao, Tom! Vado a ballare la samba! Holà, stupido fratello rimbambito e deformato!»

«Aspetta, Ortyyy!»

CLICK. Tututututututututututututu...

«Chi, io?» domandò Voldemort al telefono.

Tututututututututututu...

«Ho capito che ce l'hai con me. Ma io stavo parlando con mia sorella, se non ti dispiace!» disse gelido.

Tutututututututututututu...

«Ma insomma! Va’ a quel paese! Grrr!» disse Voldemort chiudendo il telefono.

«Signore, tutto bene? La vedo un po’ incacchiata oggi!» domando il suo seguace servo Codaliscia.

«Ortensia me la vuole far pagare. Vuole che io badi alle mie stupidi nipoti!»

«Ha delle nipoti? Wow, signore! Non credevo! Ma chi sarebbe Ortensia, scusi?» domando Codaliscia, sorridendo.

«Come chi è? Ma sei cioto? E’ mia sorella! E vuole che io badi a due ragazzine viziate!»

«Bello! Quando vengono, Sir?»

«Eeeh?! Come hai detto?» disse Voldemort, arrabbiato.

«Che è un plagio, Signore. Un plagio!» disse Codaliscia.

«Lo so! Ortensia era... da bambina... era... stupida, cattiva, viziata, malefica, mi picchiava, faceva impazzire i cavalli, nascondeva il telecomando... e rrrrh! Non vogliooo! Buaaaaaaaaaaaaaaah!» piagnucolava il Lord sdraiato su un divano con Codaliscia che prendeva nota.

«E... Come si sente al riguardo?» chiese Codaliscia, con aria da psicologo.

«Non voglio avere a che fare con due ragazzine come lei che sono stupide, cattive, malefiche, che mi picchiano, che fanno impazzire i cavalli e che nascondono il telecomando! Buaaaaaah!» si lamentò il mago.

«Va bene, adesso può andare. Ritorni la prossima settimana per controllare eventuali miglioramenti. Arrivederci. Il prossimooo!» chiamò Codaliscia.

«CODALISCIA! Ma cosa stai facendo!» esclamò Voldemort, prendendo il suo servo dal colletto della giacca.

«Niente, Sir!»

<< Come niente! Io ti...>>

TOC-TOC!

«Oh! hanno bussato alla porta! Vado subito a vedere chi è!» disse Voldemort con aria da donna di casa. Appena aprì la porta, trovò davanti a sé due bambinette con dei gran codini che mangiavano un enorme lecca-lecca. Una delle due gli porse un pacco.

«Oh, che carine! Io adoro le bimbe piccole! Io sono vostro zio e voi siete...»

«Okay, ora potete andare! Avete fatto la vostra parte ed ora sciò! Viaa!» ordinò una ragazza alle bimbe. Voldemort alzò lo sguardo e rimase inorridito. Due ragazze di almeno 15-16 anni erano ferme sulla soglia della sua casa.

«Ciao, zietto piccino-picciò!» esclamarono le due in coro. Gli saltarono addosso e lo zio cadde.

«Oh, ma che signorine! Io sono Codaliscia!» disse l'animagus.

«"Acqualiscia"? Ma che razza di nome di merda è?» chiese una delle due ragazze a Codaliscia.

«Oh, ehm... CODALISCIA!» la corresse.

«Ehi, Mary! Vieni a vedere la casa!» chiamò l'altra. La ragazza si precipitò dalla sorella.

«Sono molto simpatiche, Padrone!» disse Codaliscia.

Ma lo zio era impegnato ad aprire il pacchetto consegnatogli dalle due bimbette di prima. E con sua non-sorpresa notò si trattasse della scrittura della sorella Ortensia.

Caro Tom o meglio... Caro Zio Voldy,

le mie figlie sono arrivate sane e salve a destinazione, eh? Bene. Lo sai che comunque vada vincerò sempre io, giusto? Okay. Spero che vi divertirete insieme anche perché se c'erano loro in casa non potevo continuare le mie lezioni di samba! Muahahahahah! Come sei stupido, fratello!

Adesso ti saluto, ho tutt'altro da fare che scrivere lettere a te. Ciao Tom! E non trattare male le mie due bellissime figlie, o... AVADA KEDAVRA q r s t u v z x2 fratto alla terza! Eheheheh! Ricordi? Ti ucciderò subito con quest'incantesimo! Hihihihihih! Non mi hai mai battuto, non mi hai mai battuto!!! Prrrrr! (pernacchia ndA) Ciao cretino di un fiasco. Ti odio.

p.s Sai, la mia mente acuta mi ha suggerito di darti ciò che mi avevi chiesto per favore. Beh, è nella scatola. Un po’ malandato, ma...

p.s del p.s Ma non muori mai??? Muahahahahahahahahahah XD 

Ortensia, tua sorella.

 

Il Lord controllò subito dentro il pacco e vi ci trovò solo...

«...due ruote??? Due, e sottolineo, DUE RUOTE??? Come, e sottolineo, come ha osato rompere il mio modellino preferito?! Era la macchina da corsa degli Incantesimi di Formula 1! Grrrrr!!!!» gridò lo zio, prendendo in mano ciò che restava del suo modellino preferito.

«Queste due ragazze se ne devono andare, Codaliscia, non le voglio!»

«Ma Sire, almeno adorano la casa!» disse Codaliscia sorridendo.

«Ziooo! Ma che schifo! Vivi in una topaia!» esclamò una delle due nipoti «Vale, al tre. Uno, due e... Casatum Rosam!» esclamarono.

Lo zio Voldy si guardò intorno con gli occhi sbarrati. Quei due diavoli avevano trasformato la casa in una castello delle fiabe, rosa. Divano rosa, mobili rosa, sedie rosa, tavolo rosa... perfino Codaliscia, che gli stava davanti come al solito sorridendo, era diventato rosa.

«Ti piace, ziuccio caro?» fece Mary.

Lo zio non rispose. Non poteva farlo. Era svenuto...

 

 

SPLASH!

«Oh!!! Ma che diamine...?» Voldy si risvegliò. Si guardò intorno. La casa non era più rosa. Era stata trasformata in un orribile color prugna. Lo zio era in preda ai conati, ma si fece forza. Anche perché, non sapeva come mai, tutti i suoi seguaci erano lì che lo fissavano. In casa sua.

«Ma che cosa ci fate voi qui?» domandò irritato.

«Oh, sia lodato Salazar Serpeverde, Signore si è risvegliato!» esclamò Bellatrix Lestrange, preoccupata.

«Mi sembra ovvio, ma...» girò la testa e vide le sue nipoti che lo fissavano indicandolo e ridacchiando, sentendo dire qualcosa tipo "naso".

«Grrrr!» fece mordicchiando un lenzuolo. Ma poi si calmò.

«Ragazze, per quale santa ragione avete trasformato la mia accogliente casupola in... in un casa per le Barbie??!»

«Oh, sì zio. Sapevamo andassi pazzo per le Barbie!» rise Vale.

«Beh, quando ero piccolo, ogni tanto, vedevo il loro cartone che... Ma cosa stai dicendo? Quale Barbie!!!» gridò lo zio.

«Si calmi Padrone! Poverine, le spaventa! » disse Codaliscia.

Le due ragazze scoppiarono a ridere a crepapelle.

«Ora basta!» esclamò il Lord «Voglio ancora sapere cosa ci fanno tutte queste persone qui!»

«Veramente le ho chiamate io, Sire. Aveva un aspetto spaventoso, quando ha perso i sensi, ruggiva e diceva parole incomprensibili. Allora mi sono preso di panico, Sir!» disse sorridendo Codaliscia.

«Tu sei uno stupido stolto!» ribatté il signore Oscuro «Lucius aiutami ad alzarmi!»

Lucius Malfoy lo aiutò ad alzarsi.

«Zio, perché quest'uomo ha i capelli lunghi? E’ un travestito?» domandò Vale allo zio.

Lo zio lanciò un' occhiata di comprensione a Lucius.

«Quell'uomo è mio padre» disse un ragazzo biondo.

«E tu chi sei? Un altro travestito?» chiese Mary a quello che si scoprì essere Draco Malfoy.

«No sono Draco Malfoy»

«Sei un figo della malora, ci mettiamo insieme?» gli propose Vale.

«Okay. Saliamo di sopra ad "inaugurare le nuove stanze della casa", che dici?» disse Draco, ammiccante.

«Arrivo!» i due si presero per mano e salirono le scale.

«Dove va tua sorella?» chiese lo zio a Mary.

«Ad aggiustarti il letto, zio»

«E il figlio di Lucius che ci va a fare?» disse lo zio, sospettoso.

«Per cacciare la polvere, zio»

«Oh, ma che bravi ragazzi!» esclamò lo zio, sorridendo.

«Bleah! Zio, chiudi la bocca, hai dei denti più gialli di un canarino!» disse Mary, con un gesto di disgusto.

«Guarda che io uso la dentiera, giovinastra!» si difese lo zio, incacchiato. In quel momento passò Nagini, la serpentola dello zio.

«E quello cos'è?» indicò Mary.

«Un serpente»

«Come si chiama?»

«Nagini» Ma non riuscì a terminare il nome che Mary calpestò la coda alla povera Nagini.

«Acrop anattup!!! Ssssssssssss!» disse Nagini (traduzione: leggete al contrario ndA)

«Nooo! Nagini!» lo zio fece un balzo e recuperò il serpente che appena lo vide gli morse un dito.

«Ahi! Figlia di un m******* di una serpentola!» gridò lo zio,

«Prrrrrrr! (pernacchia ndA) Ssssssssssssss» fece Nagini.

 

 

 

 

Lo zio Voldy, (ormai soprannominato così), si sdraiò sul divano. Ripensò alla giornata trascorsa. Aveva in casa due inaspettate nipoti contro il suo volere, era svenuto, Nagini lo aveva morsicato e si sentivano rumori sinistri provenire di sopra.

«Codaliscia, chiudi l'acqua del bagno, imbecille!» gridò al servo.

«Ma Signore, io sono nel mio letto che leggo Piccole Donne di Louisa May Alcott!» urlò di rimando l'animagus.

«Ma allora chi...» tese le orecchie e sentì:

«Vai, Vale…sì…sì...Oh yeah!»

«Oh, Draco! Sei molto dotato, vedo!»

Codaliscia commentò:

«Ma come si fanno bene le pulizie al giorno d'oggi!»

Poi sentì sua nipote Mary che urlava:

«Zio, zio! Forse ho ucciso Nagini!!!»

Lo zio Voldy aggiunse:

«Temo sarà un'estate molto molto lunga. Eh, Codaliscia?»

 

   
 
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