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Autore: Inathia Len    12/07/2014    1 recensioni
Celia Stebbins è una ragazza qualsiasi, ma nasconde un segreto.
Celia sogna.
Celia ricorda.
Di un tempo in cui un uomo che viaggia in una cabina blu più grande all'interni rispetto all'esterno l'ha salvata dalla morte, quando era solo una bambina. Ma Celia non sa la verità, non sa che la donna che chiama madre non lo è davvero, non sa chi lei sia.
Quando i sogni si colorano di rosso e Celia ricorda di un pianeta andato distrutto, sa che deve scoprire la verità. E sa anche che c'è un solo uomo che la può aiutare: Sherlock Holmes.
Primo cross-over tra Doctor Who e Sherlock, ambientato tra la seconda e la terza stagione del primo e dopo la terza del secondo. Fatemi sapere che ne pensate :-)
Genere: Angst, Azione, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: John Watson, Nuovo personaggio, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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epilogue
 

But life still goes on





Alla fine del racconto Celia era in lacrime e piangeva sulla spalla di Roona.

-Mi dispiace, sono stata orribile... Tu mi hai protetta per tutti questi anni e io non ho fatto altro che urlarti contro...- continuava a ripetere, mentre la madre le accarezzava i capelli.

-Avrei dovuto parlartene prima, è colpa mia. Ma ero spaventata, ero terrorizzata dall'idea che tu, una volta scoperta la verità, non mi avresti più voluto bene...-

-Ma tu mi hai concesso una nuova vita, è come se fossi davvero mia madre. Se la madre di Raçaris Serthelia è morta, Celia Stebbins non avrebbe potuto aspirare a una migliore!-

Vedere madre e figlia finalmente riunite fece spuntare una lacrima persino al Dottore.

-Quindi non hai più intenzione di aprire l'orologio?- chiese John.

La ragazza scosse la testa.

-Raçaris Serthelia non può vivere in questo mondo e il suo è andato distrutto. E poi sono stata Celia Stebbins per così tanto tempo... È la mia vita- disse, porgendo l'orologio al Dottore. -Meglio se lo prendi tu. Non voglio fare qualcosa di cui potrei pentirmi.-

Il Dottore prese l'oggetto e se lo mise nella tasca interna del completo marrone.

-Lo terrò al sicuro. Bene, tutto è bene quello che finisce bene?- chiese, notando che stava albeggiando. Aveva parlato per tutta la notte.

-Grazie, Dottore. Diciotto anni fa mi hai fatto un dono enorme, ma quello di oggi è ancora più grande- disse Roona, commossa, mentre ancora una volta abbracciava Celia, quasi incredula di poterla stringere di nuovo.

-Noi andremmo- disse Sherlock a un certo punto, interrompendo il silenzio che si era creato. Si sentiva di troppo e poi voleva parlare con John a quattrocchi di quella faccenda. Quando qualcosa lo confondeva quanto quel caso, era di John che aveva bisogno. Lui era l'unico che riusciva a tenerlo nel giusto.

Salutarono Roona e il Dottore, abbracciarono Celia e poi scesero in strada. In fondo non era un addio, dato che la ragazza doveva ancora passare a Baker Street per riprendersi le sue cose. Era improbabile, infatti, che non ritornasse a casa, ora che aveva sistemato le cose con sua madre.

Una volta in strada, le dita di John cercarono di nuovo quelle di Sherlock, istintivamente, e quest'ultimo accennò un sorriso.

-E questa novità?- chiese, ottenendo in risposta da John solo un farfuglio. Lui cercò di spostare la mano, ma la presa di Sherlock era salda.

-John.- L'altro lo guardò interrogativo. -Torni a Baker Street?-

John fece un mezzo sorriso.

-Ero di quell'idea, sai?- disse, mentre Sherlock fermava un taxi.

-La gente parlerà- lo avvertì.

-Non mi importa più un tubo della gente. Sono stato uno stupido- mormorò, sistemandosi sul sedile. -Ti ho già perso troppe volte.-

-La signora Hudson lo ha sempre sospettato.-

-Cosa, che fossi uno stupido?-

Sherlock sbuffò e poggiò la testa sulla spalla di John, il quale affondò il volto nei capelli dell'altro, passandoci la mano libera in mezzo.

-Ho tenuto la tua camera…- cominciò Sherlock, voltandosi verso John.

-Non più.-

 

Il pomeriggio seguente, quando Celia tornò a Baker Street a prendere le sue cose, non fu stupita di vedere John fare il suo stesso percorso, ma la contrario. Lo salutò sorridendo, scuotendo la nuova chioma blu elettrico. Questa volta, niente fai-da-te, era andata dal parrucchiere -regalo di Roona- e lì aveva anche leggermente tagliati, sistemando la frangetta troppo lunga.

-John- lo salutò, incontrandolo per le scale mente l'uomo portava su uno scatolone. Dietro di lui, Sherlock reggeva un borsone.

-Celia... È Celia, giusto?- chiese John sorridendo, mentre Sherlock accenna un saluto con il capo.

-Sì, sì. Raçaris Serthelia non faceva per me. Celia, quindi, Celia Stebbins- confermò sorridendo. -Ah, ti devo un sacco di soldi io, a proposito.-

-Nah, lascia perdere.-

-Ti ritrasferisci qui? In camera ho lasciato la finestra aperta...- Sherlock si schiarì la gola e Celia si interruppe, facendo scorrere lo sguardo tra i due. -Oh, scusate, avrei dovuto immaginare che...-

John sollevò un sopracciglio, più imbarazzato di lei.

-Come "avrei dovuto immaginarlo"?- chiese, schiarendosi la gola e guardando per terra.

-Bè... Oh, lasciamo perdere. Sono tanto felice per voi, davvero!- esclamò, abbracciando entrambi di slancio. -Se poi più tardi volete passare da noi, il Dottore vorrebbe salutarvi prima di andare.-

 

Ancora una volta a casa di Roona e Celia. Sembrava che negli ultimi due giorni non avessero fatto altro che andare avanti e indietro da quel condominio. Ma adesso, l'atmosfera era completamente diversa. Innanzitutto, la mano di John stringeva salda quella di Sherlock. Ancora non lo avevano detto a nessuno -solo alla signora Hudson, alla quale sarebbe stato difficile nasconderlo- e John tuttora sobbalzava quando le loro dita di sfioravano anche solo inavvertitamente, ma poi sorrideva e a Sherlock questo bastava. In fondo, non stava a lui dare lezioni sui sentimenti, erano un campo -forse l'unico- a lui completamente sconosciuto, ma tutto quello che sapeva era che voleva John non più solo come amico, la definizione di “migliore amico” gli andava stretta. Il resto lo avrebbero scoperto insieme, con calma.

Suonarono il campanello e una sorridente Roona venne ad aprire e li fece accomodare in soggiorno. Celia era già là, seduta sul bracciolo della poltrona dove stava il Dottore, e chiacchieravano tranquillamente. Non appena li vide, si alzò e corse loro in contro per abbracciarli.

-Cominciavo a perdere le speranze.-

-Saremmo arrivati prima, ma John non riusciva a decidere da quale lato del letto vuole dormire e, di conseguenza, su quale comodino poggiare la sua roba- spiegò Sherlock, facendo diventare John rosso come un peperone.

-Bene, ora che ci siamo tutti, non mi rimane che salutarvi- esclamò il Dottore, infilandosi il lungo cappotto marrone. -Celia, sicura di voler rimanere?-

-Lo so, sarebbe meraviglioso viaggiare insieme, ne sono certa, ma qui sulla Terra ci sono troppe cose che devo fare... Forse ho persino un matrimonio a cui andare- disse, lanciando un'occhiata maliziosa a John e Sherlock. -Quindi grazie, ma no.-

-Allora io vado, ma ti capisco- sorrise. -Roona, inutile dire che hai fatto un capolavoro con Celia. Grazie davvero- disse, stritolandola in un abbraccio.

-Oh, ma grazie a te! Spero di rivederti.-

-Non posso assicurarti la stessa faccia, ma tornerò di sicuro per un salutino. Celia- disse poi, stringendo la ragazza.

-Ciao Dottore, Salutami Rose se la incontri.-

-Lo farò di sicuro- promise, adombrandosi solo per un secondo. Poi lasciò andare Celia, che rimase vicino a Roona. -Grazie anche a voi e buona fortuna- disse, stringendo la mano a John e Sherlock. -E, se decideste di fare il grande passo, chiamatemi. Non me lo perderei per nulla al mondo.-

John farfugliò qualcosa, mentre Sherlock annuì sorridendo leggermente.

-Arrivederci, allora.-  







Inathia's nook:

ebbene sì, arrivederci. o almeno spero che sia, un arrivederci. 
La storia è finita, ma l'avventura continua e per quello sono meno triste. sappiate che il seguito è già bello che pronto e sarà pubblicato già dalla prossima settimana :)
però, questa parte si è conclusa e, devo ammetterlo, un po' triste lo sono. Nata come un piccolo esperimento, è diventata qualcosa di più. Mi sono affezionata a Celia, alla mia piccola e coraggiosa tharacorixiana, ho amato scrivere di John e Sherlock, di come il loro rapporto sia evoluto. E il Dottore.... soprattutto la parte del suo racconto <3
Quindi spero davvero che questo sia un arriverci e di ritrovarvi in massa, la settimana prossima, con il seguito.
piccolo spoiler: 
si intitolerà "Broken World" e i protagonisti saranno Sherlock e John (ve lo dicevo che ci sarebbe stato un possibile matrimonio), Eleven come Dottore (perchè la storia si svolge tre anni dopo rispetto a questa), Celia e un nuovo personaggio. E ci saranno gli Angeli Piangenti...

Ora ho detto davvero tutto e anche troppo :)
Ringrazio quanti hanno seguito silenziosamente la storia, che mi sono stati vicini con la loro lettura silente.
Ringrazio quanti hanno seguito/preferito/ricordato, e anche chi è arrivato qui oggi e quindi è un novello delle avventure di Celia.
Ringrazio quanti hanno recensito, perchè mi avete dato davvero speranza, quando credevo che questa storia non piacesse. Ero arrivata al punto di lasciarla incompiuta, ma mi avete spronato a proseguire anche solo con la vostra presenza. Il finale è dedicato a voi, perchè mi avete dato la speranza di cui avevo bisogno. Ed è anche merito vostro se questo è un arrivederci e non un addio.

Quindi bacioni bacioni e (spero) alla settimana prossima :)

  
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