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Autore: anfimissi    02/09/2008    15 recensioni
Quando la sfortuna al gioco sembra non voler affatto coincidere con la proverbiale fortuna in amore, non si può far altro che osservare il mazzo di carte con un misto di pena, rabbia e delusione. Ma cosa succede se in mezzo ad Assi di Picche, Re di Quadri e Regine di Fiori dovesse inaspettatamente spuntare un Cacciatore di Cuori?
Genere: Romantico, Commedia, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Avviso: Come avrete notato la storia è passata da due a tre capitoli, causa errata valutazione della propria vena prolissa da parte della sottoscritta. Il prossimo, ad ogni modo, è l'ultimo.



[PARTE 2/3]

La Sala Comune di Serpeverde era strapiena.
Luci colorate tempestavano le pareti di pietra grezza e il pavimento tirato a lucido, rincorrendosi senza sosta lungo un percorso improvvisato.
Un angolo era stato adibito a bar, dove un Thomas Nott improvvisatosi barman dispensava bevante – tassativamete alcoliche – a destra e a manca.
C’erano studenti che ballavano, se così potevano definirsi quegli strusciamenti al limite della decenza o le bocche costantemente incollate che rendevano impossibile stabilire l’identità della ventosa di turno.
L’altra parte della Sala era relativamente più tranquilla, cosparsa da una moltitudine di divani e poltrone rivestite di pelle nera, e alcuni tavolini dove gli studenti del settimo anno giocavano a carte, galeoni tintinnanti al posto delle consuete fishes di plastica.
Hermione intravide Finnegan che ballava con una Corvonero del sesto anno. Una mano che sorreggeva la caraffa di Burrobirra mezza vuota, e l’altra appoggiata senza ritegno sul fondoschiena della ragazza.
Affondata in una poltrona, Pansy Parkinson si fissava ossessivamente le unghie. Addosso, un miniabito verde che iniziava troppo tardi e finiva troppo presto.
Sdraiato per tre quarti sul divano lì accanto – quasi svaccato a dir la verità - Draco Malfoy sfoggiava un incarnato verdognolo da fare invidia a un troll. Dai numerosi bicchieri vuoti allineati sul tavolino, Hermione dedusse che era a un passo dal rigettarne il contenuto sulla sua preziosissima camicia costata come minimo trecento galeoni.
“Allora, che te ne pare?” – le domandò Blaise, avvicinandosi al suo orecchio per sovrastare l’assordante volume della musica. Accidentalmente le sfiorò il lobo con le labbra.
Accidentalmente?
Hermione s’impose di ignorare lo strano formicolio che partendo dalla morbida pelle dell’orecchio si estendeva ad ogni singola cellula del suo corpo.
“Non male” – concesse – “Però la musica è troppo alta. E poi guarda quella ragazza” – continuò, indicando una Tassorosso del quinto anno – “Dovrei toglierle almeno dieci punti per quella gonna troppo corta. Che dico, non è corta...è praticamente inesistente. E sicuramente Nott starà servendo qualche intruglio alcolico anche agli studenti che non..”
Il resto delle sue lamentele si perse sulle labbra di Blaise.
Un tocco inaspettato. Morbido. Accattivante.
Quando si era avvicinato così tanto?
La mente intorpidita faticava a seguire pensieri logici. Un attimo prima le sorrideva, l’istante dopo le stava divorando le labbra.
Le gambe molli come gelatina, si ritrovò a rispondere a quel bacio quasi inconsciamente. Ignorando bellamente i polmoni che protestavano per il respiro trattenuto, gli allacciò le braccia al collo e abbassò le palpebre.
E forse, sarebbe stato un bene se non lo avesse fatto.
Perchè, se avesse tenuto gli occhi bene aperti, avrebbe avuto modo di prepararsi psicologicamente allo scontro con la Serpeverde decisamente furente che avanzava verso di loro.
Il volto stravolto da un misto di cattiveria, invidia e odio, Pansy Parkinson sembrava avere un diavolo per capello.
Una furia. In pericoloso avvicinamento.
Si fosse trattato di un tornado, sarebbe stato sicuramente d’intensità catastrofica.
“Granger”- l’apostrofo la Parkinson, strattonando Blaise per un braccio per separarlo dalla rivale –
“Che ci fai qui col mio ragazzo?”
Maestro nel nascondere anche la più fastidiosa irritazione sotto uno sguardo placidamente pacato, il Cacciatore si pose tra le due, facendo scivolare Hermione quasi dietro di sè - “Non sono il tuo ragazzo, Pansy”
“Andiamo a letto insieme, Blaise” – sottolineò questa, scoccando alla Grifondoro uno sguardo di sfida.
Andavamo a letto insieme, Pansy” – la corresse lui – “E ad ogni modo, su questa base,conosco un buon numero di ragazze potrebbe avanzare le tue stesse pretese...”
Vedere Pansy inverdire era una cosa che riusciva a metterlo incredibilmente di buonumore.
Non avrebbe permesso a quella strega di mandare all’aria i suoi piani. Non ora che ci era così vicino.
Non ora che Hermione Jane Granger era lì, con lui, nei sotterranei di Serpeverde.
La Grifondoro taceva, fissandoli a turno, come in attesa. La Serpeverde, invece, fumava di rabbia.
Essere umiliata di fronte alla Granger doveva costiituire senz’altro un reato punibile con l’Avada Kedavra, secondo i deliranti ragionamenti della sua mente distorta.
Ma più probabilmente, era inviperita perchè sapeva che lui aveva detto il vero.
Pura e semplice verità. Nuda e cruda.
Tante erano andate a letto con Blaise Zabini. Ma nessuna era mai stata la sua ragazza.
Questo perchè il Cacciatore faceva strage di cuori, ma il premio più ambito, il suo cuore, nessuna era stata in grado di conquistarlo.
O forse, semplicemente, era già di qualcun’altra. Una ragazza che, senza saperlo, possedeva un tesoro inestimabile.
Il Cuore del Cacciatore di Cuori.
Buffo gioco di parole. Speranza di decine e decine di giovani streghe, che avevano tentato e poi miseramente fallito.
“Com’è che non hai il naso affondato in qualche vecchio libro, sudicio e polveroso?” – attaccò velenosa Pansy, concentrandosi sul bersaglio che riteneva più debole – “I topi da biblioteca come te non sono degni di mettere piede nella casa di Salazar, per di più se non sono altro che degli sporchi Mezzosangue...”
“Adesso basta, Pansy” – ferma e bassa, la voce di Blaise sembrava possedere un’intrinseca nota d’avvertimento.
“Non fa niente” – intervenne Hermione, presa a pensare che quella linea dura si addiceva alle labbra del moro molto meno dei sorrisi che vi aleggiavano fino a pochi istanti prima. E, quasi senza accorgersene, scoccò una frecciata alla rivale – “Sono ormai sette anni che ignoro volutamente tutto quello che dice...ascoltare le oche è tutto sommato una perdita di tempo, no?”
“Tu, brutta...” – bacchetta alla mano, Pansy gliela puntò addosso senza esitare. Nessuna Mezzosangue poteva permettersi di ignorarla. Nessuna!
Il gesto richiamò l’attenzione di tutti i presenti, mentre Hermione portava istintivamente la mano alla tasca in cui teneva la propria bacchetta.
Non riuscì nemmeno a sfiorare il tessuto della gonna a pieghe, la mano di Blaise catturò la sua in una stretta decisa e gentile allo stesso tempo.
Il moro riportò quindi lo sguardo sulla compagna di Casa, trafiggendola con iridi fiammeggianti – “Metti via quella bacchetta, Pansy” – le ordinò – “O mi vedrò costretto a rompertela in due”
La ragazza lo guardò di traverso – “Stanne fuori Blaise. E’ una questione tra me e questa sudicia Mezzosangue”
Davanti a quell’ennesimo insulto gratuito, Hermione contrasse d’istinto ogni singolo muscolo del corpo, accentuando la stretta sulla mano di Blaise.
“Non darle ascolto” – sussurrò quest’ultimo, inclinando il capo verso di lei senza però distogliere lo sguardo dalla strega che li fronteggiava inviperita – “Non cedere alle sue provocazioni, è quello che vuole”
“Lo so” – ammise controvoglia Hermione.
“Guardate quelle due!” – stava intanto esclamando Jervis Lloyd, Corvonero del settimo anno seduto al tavolo da gioco, indicando nella loro direzione – “C’è aria di rissa”
Carte in mano e sigaretta che gli penzolava dalle labbra, Raymond Varnes scosse lentamente la testa.
“Sono femmine” – frecciò sprezzante – “Al massimo possono sfidarsi a chi ha le unghie più curate, lo smalto più bello...” – concluse, suscitando l’ilarità dei ragazzi seduti attorno.
La bacchetta ancora stretta tra le dita, Pansy roteò le pupille verso il gruppetto in questione – “Fottiti, Ray” – sibilò, rivolta al suo compagno di Casa – “Almeno io non mi faccio prendere dalle crisi di nervi quando qualcuno propone di giocare a chi ce l’ha più lungo...”
Il Serpeverde serrò i denti così forti da farli scricchiolare, il volto paonazzo dalla rabbia mentre la sigaretta si schiantava sul tavolo in uno sbuffo di cenere.
“Puttana” – la insultò.
Ma per Pansy Parkinson, quello era forse il più gradito dei complimenti.
Stava per rispondere nell’unico modo in cui sapeva lo avrebbe mandato definitivamente fuori dai gangheri, ovvero con un sorrisino perfido e compiaciuto che la diceva lunga, sia sulla propria dedizione al sesso promiscuo che sulla misura decisamente imbarazzante del cosino di Varnes, quando un oggetto in particolare catturò la sua attenzione
O per meglio dire, una serie di oggetti.
Sette, per la precisione.
Galeoni sberluccicanti, impilati gli uni sugli altri.
La posta in gioco di quella partita. Una sommetta con cui avrebbe potuto regalarsi una nuova borsa di Gucci.
Beh, magari della collezione precedente – decretò, dopo un rapido conto mentale.
Poi, all’improvviso, un’idea.
Un piano diabolico, la sua sottile vendetta.
Se c’era una cosa di cui ora era maledettamente sicura era che la Mezzosangue l’avrebbe pagata.
L’avrebbe pagata cara.
Abbassò la bacchetta, percependo il sospiro di sollievo di Blaise.
“Sono contento che alla fine tu abbia deciso di ragionare” – affermò il Cacciatore, facendo per prendere Hermione sottobraccio e condurla lontano da quella vipera dal carattere fin troppo volubile.
Veloce, Pansy allungò la mano, strattonando la Grifondoro per un braccio – “Non penserai di cavartela così facilmente, Granger..” – le soffiò a due centimetri dall’orecchio, la voce affilata e sottile.
Con un gesto altrettanto deciso Hermione si liberò dalla morsa dei suoi artigli laccati di rosso, arretrando poi di un passo per guardare meglio negli occhi la sua rivale.
Ignorando il tanfo che le impregnava le narici, risultato di un intero flacone di profumo che la Serpeverde si era probabilmente e volutamente rovesciata addosso, le rivolse il primo vero sguardo di sfida della serata.
“Che c’è, Parkinson, devo seguirti fuori?” – accennò ironicamente Hermione, alludendo alla patetica consuetudine dei ragazzi di sistemare ogni questione prendensodi a botte fuori dai locali.
Pansy sorrise, un ghigno freddo e superficiale – “Veramente, pensavo di risolvere la faccenda in un altro modo...” – e così dicendo roteò le pupille verso il tavolo da gioco.
Hermione ci mise meno di due secondi a capire. E una leggera nota di panico si impadronì di lei.
Un tavolo rivestito in panno verde. Alcuni galeoni sparpagliati sopra.
E un voluminoso mazzo di carte da gioco.
Un incubo, in poche parole.
Persa nelle sue riflessioni non si accorse dell’insistente occhiata della strega che le stava di fronte, nè dell’espressione ancora in parte confusa di Blaise.
“Paura, Granger?” – l’apostrifò la Serpeverde, godendo del fatto che la Grifondoro sembrava aver momentaneamente perso l’uso della parola.
Hermione valutò in fretta la situazione. Giocare d’azzardo era contro i suoi principi, ma anche tralasciando il lato morale della situazione rimaneva il fatto che lei non poteva permettersi una sfida di quel genere.
Lasciò scorrere le iridi dorate sul mucchietto di galeoni con cui Varnes stava placidamente giocherellando: anche se avesse fatto uso dell’incantesimo di richiamo, il salvadanaio che teneva nella sua camera conteneva solo pochi spiccioli.
Certo, avrebbe potuto fare affidamento su di Harry...lui non le avrebbe mai negato un piccolo prestito.
Il vero problema era spiegare ad Harry a cosa le sarebbe servito il denaro senza che lui montasse su tutte le furie dandole dell’irresponsabile.
Inconsciamente Hermione si ritrovò a sorridere al pensiero del suo migliore amico che le diceva una cosa simile...per una volta, i ruoli sarebbero stati invertiti.
“Allora?” – incalzò Pansy, mentre Blaise scuoteva la testa in segno di diniego, suggerendo tacitamente ad Hermione di lasciare perdere, di non raccogliere l’ennesima provocazione della Serpeverde.
“Dipende” – ponderò la Grifondoro, meditando velocemente sul da farsi – “Cosa ci giochiamo?”
Il sorrisetto cattivo e provocatorio della Parkinson si acuì, ed Hermione fu certa che di lì a un istante la strega se ne sarebbe uscita con una cifra a dir poco esorbitante.
“Blaise”
Il Cacciatore strabuzzò gli occhi, mentre la compagna di Casa si faceva avanti, posandogli una mano sul petto e giocherellando con i bottoni della camicia. Lo sguardo accattivante, carico di cupidigia, che le brillava negli occhi parlava pe lei.
Hermione Jane Granger, al contrario, era letteralmente spiazzata.
La Pansy voleva giocarsi Blaise in una partita a poker?
Era una cosa che rasentava l’assurdo.
Una follia.
Hermione lanciò un’ultima occhiata al mazzo di carte, ora mescolato dalle sapienti mani di Lloyd.
Lei aveva dei solidi principi. E un rapporto a dir poco penoso coi giochi di carte.
Come se non bastasse, c’era Blaise.
Il suo sogno di sempre. Lì, a portata di mano.
Probabilmente il Cacciatore si aspettava un suo categorico rifiuto, quasi sicuramente ci sperava.
Non era da lei. Non lo era mai stato.
Lei era tranquilla, ligia alle regole. La studentessa modello.
Aveva come minimo dieci buone ragioni per rifilare alla Parkinson una risposta negativa.
Anzi, avrebbe addirittura palesato tutta la sua indignazione.
Quel genere di sfida era assolutamente fuori questione.
Assolutamente.
Vedendo che temporeggiava, Pansy stirò le labbra in una smorfia di esultante compiacimento – “Devo dedurre, Granger, che hai deciso di arrenderti in partenza”
“Pansy cara” – s’intromise Blaise, calcando sulla seconda parola quasi fosse un insulto – “Cosa ti fa credere che mi si possa...”
“Al contrario, Parkinson” – lo interruppe Hermione, che sembrava non averlo neppure sentito – “Ho deciso di accettare.”





Lei non fatta per i colpi di testa. No.
Non era fatta per le scelte azzardate, le azioni impulsive e – soprattutto – non era proprio il caso di mettersi a giocare a carte, visti i pessimi risultati di poche ore prima.
Proprio no.
Assolutamente.
E allora cosa ci faceva lì?
Seduta al tavolo verde, con Pansy Parkinson accomodata di fronte a lei e un Blaise Zabini che se ne stava in piedi, accanto a loro, fissandola di continuo con uno sguardo del tutto indecifrabile....non riuscì a non riporsi la domanda per l’ennesima volta: che cosa ci faceva lì?
Varner aveva mischiato le carte, Pansy aveva tagliato il mazzo e poi Lloyd le aveva distribuite.
Cinque carte a testa. E quelle di Hermione facevano veramente pena.
Pansy aveva aperto senza battere ciglio, lasciando la Grifondoro a guardare sconsolata le proprie carte.
Re e Asse di Cuori, un Nove di Picche, l’Otto di Quadri e anche quello di Fiori.
Insomma, un’accozzaglia di carte che non c’entravano niente le une con le altre, nè per tipo di seme nè tantomeno per valore.
Blaise non le avrebbe probabilmente più rivolto parola. Mai più.
Non solo per via della sua imminente sconfitta, no.
Se lo stavano contendendo, giocandoselo ad una squallida partita di Poker. Chi non sarebbe montato su tutte le furie, al suo posto, vedendosi trattato alla stregua di un premio in palio?
Ma ormai era fatta. Inutile piangere sul latte versato.
O su quelle cinque carte a dir poco inguardabili.
Aveva agito d’impulso, accettando la proposta della Serpeverde mentre la sua stessa mente le stava snocciolando un’interminabile lista di validi motivi per rifiutare.
“Sigh...sigh...”
Quella che sembrava essere una lunga sequenza di bassi ma continui singhiozzi la distolse dalle sue elucubrazioni mentali. Si guardò attorno, incrociando i volti rilassati e divertiti di Lloyd, Varnes e altri studenti del settimo e sesto anno, nonchè l’espressione tenacemente determinata che aleggiava imperterrita sul volto della Parkinson.
Sollevò quindi lo sguardo, cercando gli occhi di Blaise, in una muta domanda che esprimeva tutta la sua confusione. Il moro si limitò a stringersi nelle spalle, guardandosi poi a sua volta attorno mentre i singhiozzi si facevano via via più disperati e forti.
“Pansy, hai rovesciato la Burrobirra” – affermò Lloyd, indicando la caraffa mezza vuota che Varnes aveva dimenticato sul tavolo quando aveva ceduto il posto alla sua compagna di Casa – “Gratta e Netta!” – esclamò quindi, facendo scomparire la macchia che inzuppava il tessuto verde.
“Taci, mi stai deconcentrando” – sbuffò la strega, prima di rifilargli un’occhiata obliqua – “E poi non l’ho nemmeno sfiorata. Per cui smettila di frignare.”
“Non sto frignando”
“Sigh...sigh...sigh!”
Pansy abbassò lo sguardo, e si stupì di vedere una piccola pozzetta allargarsi sul panno di rivestimento – “Ma che diavolo...”
“Tu non capisci! Nessuno mi capisce!” – urlò a quel punto il Sette di Fiori, stretto insieme alle altre quattro carte tra le dita della Serpeverde.
“Smettila subito!” – tuonò la Parkinson, scuotendo la carta con forza. Il Sette di Fiori, se possibile, si mise a piangere ancora più forte.
“Che Salazar ti fulmini” – sbottò risentita, prima di lanciare uno sguardo infuocato a Varnes – “Ma non avete un mazzo di carte un po’ più decente?”
“Lo avevamo” – precisò Lloyd – “Ma poi Draco ci ha...ehm...rigettato sopra. Sai, per via di tutte quelle schifezze che si è scolato” – terminò, indicando con un cenno del capo il Principe di Serpeverde, abbandonato a pancia in giù sul divano, il volto smunto e la fronte imperlata di sudore freddo.
“Abbiamo mandato Tiger e Goyle a prendere un altro mazzo. A Corvonero ne teniamo più di uno, nella Sala Comune” – proseguì Lloyd – “Ad ogni modo, mentre passavano davanti alla biblioteca hanno notato un mazzo di carte abbandonato sul tavolo e hanno preso quello. Qualcuno deve averlo dimenticato lì”
A quelle parole, Hermione e Blaise si scambiarono uno sguardo che la diceva lunga.
“Il Cinque di Cuori dice che non ho il pollice verde” – stava intanto piagnucolando la Carta Incompresa, snocciolando la stessa triste realtà che aveva raccontato un paio d’ore prima agli altri due – “Dice che ho i petali dei Fiori tutti mosci”
“Chiudi quella boccaccia o giuro che te la faccio chiudere io!” – sibilò Pansy a denti stretti, prima di avvicinare pericolosamente la tessera alle sue labbra e soffiargli addosso un minaccioso – “Sai, nemmeno io ho il pollice verde...vuoi vedere?”
I singhiozzi si trasformarono in strilli disperati.
“Pansy, così peggiori solo la situazione” – s’intromise Blaise, che di fronte allo sguardo dubbioso della Serpeverde si vide costretto ad aggiungere – “E’ la Carta Incompresa”
“Carta Incompresa?” – fece eco lei, scettica.
“Nessuno può capirla” – rivelò Luna Lovegood, sfilando accanto a loro – “Lo dicono anche i Nargilli. Sapete, è tutta opera loro...” – e così dicendo passò in rassegna i loro volti, con quello sguardo strano e perso che solo lei poteva assumere. Dopodichè, si allontanò.
“Nargilli? Cosa sono i Nargilli?” – volle sapere Lloyd.
“Lascia perdere, quella è scema” – decretò Pansy, prima di allungare la mano libera verso Varnes – “Passami un fazzoletto, Ray”
“Ne ho solo uno” – affermò il Serpeverde – “Ma non credo che lo vorresti, se sapessi cosa l’ho usato a fare...”
La strega arricciò il naso, disgustata – “Merlino, che schifo!”
“Ecco, tieni. Prendi il mio” – dopo aver frugato nella tasca sinistra dei pantaloni, Lloyd le porse un fazzoletto bianco con il simbolo di Corvonero ricamato su un angolo – “E’ pulito” – ci tenne a precisare.
La strega afferrò il lembo di stoffa, per poi stenderlo sul tavolo e cominciare a ripiegarlo su se stesso, seguendo la linea della diagonale.
“Che fai?” – investigò Varner, perplesso - “Pensavo dovessi soffiarti il naso”
“Affatto” - Pansy scosse la testa, sollevando la striscia di tessuto con al punta di due dita e osservandola con fare critico – “Imbavaglio questo strazio”
Un minuto dopo, il Sette di Fiori era ridotto al silenzio, strizzato nel fazzoletto che gli era stato avvolto attorno ben tre volte, con tanto di doppio nodo e fiocchetto in cima.
“Direi che possiamo continuare” – affermò quindi Pansy, un cenno della testa in direzione di Varnes che teneva il resto del mazzo in mano.
“Vi ricordo che potete cambiare fino a un massimo di quattro carte” – fece quest’ultimo, prima di sporgersi in avanti, i gomiti che strusciavano sul panno di rivestimento - “Allora, quante ne volete?”
“Una.” – Pansy sorrise, negli occhi un barlume di anticipata vittoria.
Sconfortata, Hermione abbassò lo sguardo, osservando pensosa le proprie carte. Prese il Nove di Picche e depose poi la carta sul tavolo, coperta. Dopo un attimo di esitazione, mandò al diavolo il buonsenso e afferrò anche la coppia di Otto, riservandogli il medesimo trattamento.
In piedi accanto a lei Blaise taceva.
Le dita sorprendentemente ferme, la Grifondoro spinse in avanti il mucchietto di carte – “Tre”
Varnes l’accontentò senza fiatare, mentre il sorrisetto sul volto della Parkinson si allargava da un orecchio all’altro.
Hermione sentiva il cuore martellarle nel petto. L’adrenalina che andava mischiandosi alla sana convizione di aver appena fatto una grandissima cavolata.
Dovevo cambiarne una, una soltanto.
Forse due, l’Otto di Fiori e il Nove...
No, no. Solo una. L’Otto di Quadri.
Oppure...
D’un tratto avvertì una leggera pressione sulla spalla. Il palmo di Blaise appoggiato poco sopra la scapola e le sue eleganti dita che le sfioravano la clavicola.
Arrossì, imbarazzata, mentre un brivido le correva lungo la schiena.
Non pago, il Cacciatore si abbassò su di lei, sfiorandole il lobo dell’orecchio con le labbra – “Ho sempre avuto un debole per le ragazze disposte a rischiare il tutto per tutto”
Voleva essere incoraggiante, solo quello.
Senza ombra di dubbio.
Eppure, quel formicolio lungo la schiena stentava ad andarsene.
Tre tessere nuove vennero disposte sul tavolo, davanti a lei. Tre carte rivolte verso il basso, che lei esitava a sfiorare.
Fece un respiro profondo, quindi le prese in mano, unendole alle altre due per poi aprirle a ventaglio.
E quel che vide la fece rimanere letteralmente di stucco.


Spazio Autrice:
_BelaBlack_:Blaise in questo capitolo è un po' assente, ma tornerà sotto i riflettori nel prossimo! E anche la "sfortuna" di Hermione, forse, sta finalmente per girare...^^
Ari17: Anche io incomincio ad apprezzare Blaise, in passato m'ispirava molto meno. Il prossimo capitolo arriverà con meno ritardo, promesso!^^
Ginny28: Grazie mille!(I capitoli si sono già estesi a tre!)^^
Kaileena1987: Tesoro, sono davvero contenta che questo pairing (per me insolito) ti sia comunque piaciuto! Un bacione (ancora un paio di esami, poi mi riavrete tra i piedi!)^^
Lights: Grazie infinie, sono contenta che ti sia piaciuta. Purtroppo non mi riesce di aggiornare alla svelta come vorrei..ma speriamo nel prossimo e ultimo capitolo!^^
Blaise: Sono contenta di averti fatto rivalutare la coppia, e che l'insana idea del mazzo chiacchierone ti sia piaciuta. Spero che questo capitolo, e il prossimo, non ti deludano!^^
Claheaven: Pata, a te devo solo dire di riportare il didietro a casa, e alla svelta. Avrai mica messo radici là, vero? Io qui studio fin troppo, fa tanto brava ragazza, devi venire subito a traviarmi e impedirmi di proseguire sulla retta via ...capito? E aggiorna. E non raccogliere margherite. E stai lontana dalle trote....si, insomma, 'glio enel...
ra89: In ritardo, ma ce l'ho fatta. Almeno a postare la seconda parte. Sono contenta che le carte ti abbiano fatto ridere! Alla prossima!^^
kuklin: Grazie mille, davvero. Non sapevo ci fosse qualcuno interessato a questo pairing, è stata una piacevole scoperta!^^
Zaitu: Bella domanda, cara. Forse, lo ripiegano più e più volte come sorpresina dell'ovetto Kinder (e con tutti quelli che ho mangiato da piccolo, è pura sfiga non averlo trovato). I complimenti da una scrittrice del tuo calibro mi fanno sempre un enorme piacere! Un bacio!^^
brilu: Sono felice che l'idea delle Carte "pazze" ti sia piaciuta. Per la fine dovrete aspettare il prossimo capitolo, ma arriverà presto, promesso!^^
Ranya: Ecco la seconda (ma non più ultima) parte. Sono curiosa di sapere come ti è sembrata, visto che tutto sommato i toni un po' cambiano e il personaggio di Pansy ruba momentaneamente (e sottolineo il "momentaneamente") lo spazio a Blaise!^^
merryluna: La mia MS! Tesoro, sono felice che la fic ti sia piaciuta e che al contempo tu non mi abbia presa per matta (a quello ci pensa già la Cla). L'idea era una fic-lampo, postando il tutto nel giro di una settimana...ma di questo passo il tuo compleanno lo festeggiamo davvero con la conclusione della fic (ok, ok, anticipo i tempi). So che non impazzisci per Hermione, ma quel povero ragazzo dovevo pure accoppiarlo con qualcuna...posto che puoi ancora appendergli al collo un mega cartellone con scritto "Proprietà Privata" :) Un bacione tesoro!^^
chigra: Si, in parte ricorda anche a me la shot delirante su Draco-Hermione (ormai piccolo reperto storico, sembra passata una vita). Però mentre là si trattava solo di un botta e risposta qui ho voluto amalgamarvi anche un piccolo ritaglio di trama...speriamo bene!^^
lunachan62: Grazie millissime, in effetti è stato strano cimentarsi con un pairing abbastanza diverso dal solito...non nascondo di aver incontrato qualche piccolo ostacolo....ma vedremo cosa ne verrà fuori! baci!^^

  
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