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Autore: Fujikofran    19/07/2014    5 recensioni
Questa fan fiction si colloca tra la quarta serie e la prima. Goemon e Fujiko si incontrano casualmente ad un mercatino di montagna, a Shirakawa, in Giappone. Fujiko si trova lì perché intenzionata a rubare “La farfalla di Tsukinishi” (un gioiello d’oro e rubini rossi), mentre Goemon vive non lontano da lì, per seguire le ombre del severissimo Maestro Momochi. Ma è davvero un incontro casuale, quello che avviene tra i due giovani? Brano da ascoltare durante la lettura: "Love me two times" dei Doors
Genere: Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Fujiko Mine, Goemon Ishikawa XIII
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Dopo...e prima!'
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La mattina, Fujiko si svegliò rilassata e, nonostante fosse disabituata a dormire in un futon, non avvertiva dolori muscolari. Decise di fare un bagno caldo e di mettersi un po’ in ordine, per sentirsi a suo agio con Goemon, che l’aveva invitata a fare colazione da lui. Poi bussò alla stanza del giovane, che le rispose di essere in ritardo e non ancora pronto.

-Fujiko, non andartene: io ti apro, ma tu aspettami in cucina, ho quasi finito-

Le aprì la porta e lei trasalì nel vedere che Goemon indossava solo un asciugamano intorno ai fianchi ed aveva metà faccia ricoperta da schiuma da barba.

-Accomodati…perdonami se ti ho aperto in condizioni orrende. Faccio subito, eh!-

Fujiko si recò in cucina, inginocchiandosi di fronte a un tavolo basso tradizionale e, mentre osservava le fantasie che vi erano dipinte, pensava alla bellezza disarmante di Goemon che, seminudo con l’asciugamano, sembrava una divinità greca. Con un batticuore quasi fastidioso, si alzò in piedi e decise di andare a controllare se fosse pronto per la colazione. Non stava trepidando per la fame, ma per la voglia di vederlo nuovamente in quella veste quasi adamitica. La porta del bagno era accostata e si intravvedeva lui che si stava asciugando il viso appena rasato.

-Puoi entrare, se vuoi- disse a Fujiko, accortosi della sua presenza.

-Ehm, scusami, è che…mi stavo chiedendo a che punto stessi e…-

Goemon, attraverso lo specchio, notò un certo imbarazzo da parte della donna.

-Ho quasi finito – disse poi, mettendosi il dopobarba -Mi ci voleva questo bagno rigeneratore, dopo la ramanzina di Momochi di ieri sera-

-Oddio, che cosa ti ha detto? Non mi dire che ce l’aveva con me?-

-Hai indovinato…Vedi, lui per me è come un padre, ma non può impedirmi di vedere le mie amicizie-

Fujiko si avvicinò a lui e lo abbracciò da dietro, percorrendo con un dito la forma dei suoi pettorali e addominali.

-Adesso sono diventata un’amica? Cos’è, c’è Momochi nascosto a spiarci e ci potrebbe sentire?- gli disse appoggiando poi la testa sulla sua schiena muscolosa –chissà se si è accorto di quanto tu sia eccitato, in questo momento-

-Come fai a saperlo?-

-Perché hai la stessa espressione di quando ci siamo presentati. Ti ricordi che su quel treno stavi aspettando che si asciugassero i pantaloni che ti avevo lavato, dopo che quei bambini ti avevano sporcato di gelato, ed eri rimasto in mutande? Eri così imbarazzato per il fatto che ti fossi eccitato fisicamente quando ti avevo solo toccato una mano…* Ma tu sei fatto così: basta sfiorarti per non farti capire più niente…dovresti imparare a contenerti, ma uno come te non potrebbe mai farlo e questo è positivo, per le donne come me. Devi sapere una cosa: non è stato casuale il nostro incontro, ieri; ti stavo cercando da tempo-

-Vuoi che ti aiuti a rubare “La farfalla di Tsukinishi”, vero?-

-Naaaaa, sei fuori strada. Quella la ruberò da sola, mi sono già organizzata. Ti ho cercato solo perché ho deciso di prendere alla lettera quelle tue famose parole dell’altra volta. Mi hai detto che sono la tua fidanzata e allora vorrei che mi facessi davvero sentire tale-
Goemon rimase in silenzio, poi abbozzò un sorriso.

-Sai, sto pensando alle parole che mi ha detto Momochi ieri sera-

-E che ti ha detto, il vecchiaccio, se posso sapere?-

-No, niente…cose nostre. Perdonami, ma non posso dirtelo. Senti, potresti tornare in cucina, vado a vestirmi e…-

Ma Fujiko non gli obbedì e si avvicinò per dargli un bacio, che lui ricambiò con uno più intenso. Poi la strinse a sé e iniziò a slacciarle la camicetta, ma lei si ritrasse e disse che sarebbe andata in cucina, come lui le aveva ordinato.

-No, aspetta, Fujiko, non andarci, io…-

-Non vuoi fare più colazione?-

-Sì, certo, solo che…-

Goemon non finì la frase, ma prese Fujiko per un braccio e la tirò verso di sé.

-Fai in modo che io non debba ancora vestirmi-

La donna rimase di stucco per le parole audaci dell’uomo, che le aveva fatto capire di voler andare a letto con lei, prima di fare colazione.

-Scusami, Goemon, sto forse fraintendendo qualcosa?-

-No, sono convinto che tu abbia capito benissimo-

Goemon le prese il viso tra le mani e la baciò intensamente, prima di prenderla in braccio

-Ehi, che fai? Aiuto!-

-Ti porto in camera da letto-

-No, andiamo da me, la stanza è più grande e c’è un futon meraviglioso-

-Ma tu non conosci la mia camera…-

-Prima mi sono affacciata a guardarla, per curiosità-

-E hai visto che la mattina è troppo incasinata, vero? Ahhaha, hai ragione, è meglio andare da te-

Prima, però, Goemon prese degli incensi dalla sua camera, gli sarebbero serviti per creare l’atmosfera giusta e, appena giunti in camera di Fujiko, quest’ultima si mise a osservare l’uomo che, ancora con l’asciugamano attorno ai fianchi, era chino per posizionare gli incensi negli angoli della stanza.

-Non è che cadono?- domandò la donna, che stava per slacciarsi la camicetta.

-Stai scherzando? Sono fatti apposta per stare in piedi, questi incensi. Aspetta, non spogliarti: voglio farlo io-

Fujiko acconsentì e Goemon si avvicinò per baciarla, iniziando a privarla degli abiti, per poi fare in modo che si adagiasse sul futon. Quando fu su di lei riprese a baciarla sulle labbra e sul collo, per poi scendere sul seno e sul ventre. Quando Fujiko avvertì che lui stava scendendo ancora più giù, cercò di distoglierlo, con un velo di imbarazzo.

-Ti prego, basta, non resisto più con tutti questi preliminari- lo implorò e lui, con un solo gesto, si tolse l’asciugamano e lo gettò, senza curarsi di dove potesse finire. La penetrò immediatamente, senza smettere di baciarla e di accarezzarla per tutto il corpo. Per entrambi era un sogno che stava divenendo realtà: per lui si stava avverando il desiderio di amare con tutto se stesso la prima donna per cui aveva completamente perso la testa e per lei di farsi possedere da un giovane uomo bello come un adone e altruista come non pochi. Erano in balìa l’uno dell’altro: Goemon di una donna meravigliosa dentro cui perdere se stesso, Fujiko di colui che la stava inchiodando sotto di sé con la sua piena virilità, che lei avvertiva completamente dentro e che la stava già mandando in estasi. Il loro modo di amarsi in quel momento era dolce e allo stesso tempo intenso, come la risacca di un mare apparentemente calmo, come il grano che si muove ondeggiando, accarezzato dal vento. I loro respiri affannati e i gemiti non spezzavano l’armoniosità di quel travolgente amplesso.

-E se all’improvviso piombasse qui Momochi?- domandò poi Fujiko, mentre baciava Goemon tra il collo e la spalla e osservava la bellezza della schiena e delle natiche frementi che accompagnavano le sue spinte -Magari quel vecchiaccio ha brutte intenzioni nei miei confronti e…-

-E? Dovrebbe essere così invadente?- rispose Goemon, fermandosi.

-Scusami, avevo immaginato la scena…ahahhahah…non sapevo che nominare Momochi ti smontasse da un certo punto di vista-

-Ma che str…e smettila di sorridere in quel modo!-

Scoppiarono a ridere entrambi, poi fu Fujiko a cercare di riprendere il “discorso”, mettendosi su di lui, che intrecciò le mani con le sue e la baciava su tutto il corpo.

- Vedo che hai smesso di pensare a Momochi- affermò maliziosa la donna, sentendolo nuovamente eccitato.

-Ti prego, non nominarlo più, altrimenti avrò di nuovo problemi-

-Goemon Ishikawa, quanto sei simpatico…-

-Sarò simpatico, ma tu sei perfida-

Risero ancora, furono di nuovo coinvolti fisicamente, ma Goemon non aveva alcuna voglia di farsi “dominare” da Fujiko, così si sollevò per abbracciarla e muoversi insieme a lei. Poi, però, la adagiò sul futon, per mettersi nuovamente su di lei. Non aveva fretta di concludere, ma accelerò la foga di un amplesso che a lui, senza dubbio, piaceva portare avanti e lo dimostrava benissimo, sapendo che la donna che stava possedendo godeva sotto i suoi colpi sempre più impetuosi. “Perdonami, Momochi” pensò l’uomo tra sé e sé nel momento in cui si accorse di aver diffuso tutto il culmine del suo piacere dentro Fujiko, “perdonami, ma la via della spada non riuscirò a seguirla correttamente se dovessi stare lontano da colei che amo”.

 *riferimento all’episodio 3 della serie “La donna chiamata Fujiko Mine”
 
 
 https://www.youtube.com/watch?v=MsP6EKAzEjI
   
 
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