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Autore: lyrapotter    05/09/2008    9 recensioni
Cosa succederebbe se Ted e Andromeda, in procinto di partire per una vacanza romantica, decidessero di affidare Dora allo scapestrato cugino Sirius? E se quest'ultimo coinvolgesse anche i suoi migliori amici? E se Dora contribuisse in qualche modo nella conquista di una certa fanciulla dai capelli rossi e gli occhi verdi di nostra conoscenza?
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Paciock, I Malandrini, Lily Evans, Nimphadora Tonks, Nuovo personaggio | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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BABYSITTER PER CASO

CAPITOLO I

Sdraiato sul tappeto della sua stanza nella torre di Grifondoro, Sirius Black sonnecchiava placidamente, in totale relax. Era più che convinto che la vita fosse meravigliosa: era riuscito a strappare un appuntamento a Janet Sanders, una Corvonero del sesto anno a cui faceva il filo da qualche settimana. Era stata dura, ma alla fine era capitolata. Alla fine capitolavano tutte. Si stiracchiò soddisfatto: sì, la vita gli andava proprio bene.

Poveretto, ancora beatamente ignaro che di lì a mezz’ora il destino gli avrebbe giocato un brutto tiro mancino!

La porta del dormitorio si aprì, lasciando entrare un più che mai depresso James Potter, che si gettò a peso morto sul letto più vicino, ovvero quello di Remus.

«La vita fa schifo!» biascicò.

Sirius si mise seduto, guardando il suo migliore amico con un sopracciglio inarcato. «Lasciami indovinare, disse ridacchiando, «la Evans ti ha dato due di picche. Di nuovo!».

«È troppo chiedere un solo misero appuntamento?» borbottò l’altro, fissando tristemente il soffitto. «Uno solo. Magari si divertirebbe pure…».

«Prongs*, vuoi un consiglio spassionato? Se dopo sei anni che le corri dietro, lei non ti ha ancora detto di sì, dubito che lo farà nel prossimo futuro. O in questa vita. Faresti meglio a metterci una pietra sopra…».

«Sì, lo so anch’io, Padfoot» rispose l’altro in un mormorio rassegnato. «Ma non ci riesco: lei è così…così…così aaaaaah!».

«Sì dopo sei anni che me lo ripeti credo di averlo capito» sbuffò Sirius. «James, il mare è pieno di pesci: forse dovresti cominciare a puntarne un altro».

«Sì, e tu lo sai bene, vero?» ghignò James, guardandolo. «Ormai nel mare, di pesci ne sono rimasti ben pochi: te li sei mangiati tutti tu!».

Sirius mise su una faccia scandalizzata. «Ma come ti permetti?!».

James lo guardò di sottecchi, come a dire "ma chi vuoi prendere in giro?".

«Ok, ok, hai ragione» ammise il primo. «A proposito, indovina chi esce con Janet Sanders sabato?».

James lo fulminò con lo sguardo. «La vita è ingiusta. Ingiusta e crudele» dichiarò prima di nascondere il volto sotto il cuscino.

Sirius si strinse nelle spalle: cavolo, l’aveva presa proprio brutta. Non che fosse una novità che era innamorato perso di Lily Evans, probabilmente una delle ragazze più carine del loro anno: avrebbe baciato la terra su cui camminava, se la ragazza gliene avesse lasciato l’opportunità. L’unico problema era che Lily non poteva vedere James nemmeno in foto: appena si incrociavano o lo evitava o si mettevano a litigare.

«Presto o tardi le strapperai sì» tentò di rincuorarlo. O morirai nel tentativo, ma questo lo pensò soltanto.

In quel momento entrò Remus Lupin, reggendo tra le braccia un libro dall’aria piuttosto pesante. Il ragazzo fece per gettarlo sul suo letto, ma si bloccò quando vide che era stato invaso da circa 60 chili di carne superflua.

«James, che diamine ci fai sul mio letto?» strillò a metà tra l’irritato e il rassegnato.

«Lasciami morire in pace» fu l’unica risposta che ottenne, attutita attraverso il cuscino.

Esasperato, Remus si rivolse a Sirius in cerca di delucidazione. L’Animagus sillabò un "Evans", il che fu più che sufficiente a Remus per capire e accettare che non avrebbe riavuto il suo materasso prima di cena. Perciò si diresse verso il letto di James, scaricandoci sopra borsa e librone, prima di sedersi.

«Cos’è quel libro, Moony?» chiese Sirius gattonando verso l’amico. «Vuoi farti i muscoli delle braccia?».

«Cosa?» ribatté l’altro, perplesso. «No, mi serve per la ricerca di Lumacorno sui veleni…».

«Dobbiamo fare una ricerca per Lumacorno?» lo interruppe Sirius, sorpreso.

Remus lo guardò incredulo. «Ma cosa fai a lezione? Ce l’ha assegnata almeno una settimana fa: dobbiamo consegnarla giovedì…».

«Mercoledì?" ripeté il ragazzo, di nuovo rilassato. «Ma allora c’è ancora un sacco di tempo!»

«Ti ricordo che oggi è lunedì, perciò ti restano due giorni scarsi per scrivere tre rotoli di tema…».

Sirius si sedette al fianco di Remus, battendogli amichevolmente una mano sulla spalla. «Non agitarti così, Rem: ti verranno le rughe. Ho mai consegnato in ritardo un compito?».

«No, ma…».

«E allora? Me la caverò come sempre!». Detto questo, si stiracchiò all’indietro, sdraiandosi con espressione rilassata.

Remus scrollò le spalle: in fondo era un problema suo, anche se sapeva già che di lì a due giorni si sarebbe trovato sveglio alle due di notte ad aiutare il suo amico a finire il tema per tempo.

Stava giusto alzandosi per migrare sul letto di Sirius, visto che quest’ultimo aveva occupato quello di James, quando vide qualcosa per terra, mezzo nascosto dal comodino e dalle tende rosse del baldacchino. Si chinò a raccoglierla: era una lettera, ancora sigillata, con il nome di Sirius scritto sul retro della busta.

«Ehi, Padfoot, c’era una lettera per te in terra».

Sirius balzò a sedere, prendendo la busta che l’amico gli porgeva. Nello stesso istante anche James lo imitò, mentre sul volto gli compariva un’espressione stupita. «Ah già!» esclamò. «Quella ti è arrivata una settimana fa, mi pare…».

«Una settimana fa?!» ripeté Sirius. «E aspettavi il diploma per dirmelo?».

«Scusa. L’ho dimenticato. L’avevo lasciata sul comodino: deve essere caduta…» alzò le spalle. «Non sarà nulla di importante…».

«È di Andromeda» disse Sirius riconoscendo la grafia ordinata della cugina, mentre apriva la lettera e cominciava leggere. E man mano che proseguiva, la sua espressione si faceva sempre più incredula, per culminare con la bocca spalancata e gli occhi fuori dalle orbite.

«Ma è completamente impazzita!» biascicò, non riuscendo a credere a quello che aveva appena letto.

Remus e James gli si avvicinavano preoccupati. «Che succede?» chiese Remus, mentre James sventolava una mano davanti alla faccia di Sirius, cercando di scuoterlo. Senza parlare, con lo sguardo fisso nel vuoto, il ragazzo porse la lettera a Remus, che cominciò a leggere, con James che si sporgeva oltre la sua spalla per poter vedere anche lui.

Caro Sirius,

come stai? Spero bene e che le tue vacanze di Natale siano andate per il meglio (a proposito, grazie per il libro di ricette). Ti scrivo per chiederti un piccolo favore: io e Ted abbiamo deciso di andare in vacanza un paio di settimane, una specie di luna di miele, visto che quando ci siamo sposati non abbiamo potuto. Ovviamente Ninfadora non può venire con noi: avevamo pensato si lasciarla con i nonni, ma sono sopraggiunti alcuni impedimenti e per loro non è più possibile. E qui arriviamo al favore: potresti, per piacere, badare tu a Ninfadora finché non torniamo. Ho già chiesto al professor Silente e lui mi ha assicurato che non ci sarebbero stati problemi (l’ha definita un’autentica gioia!). ovviamente capirei se per un qualunque motivo tu non volessi o non potessi occuparti della bambina. In caso contrario, Ninfadora arriverà alle cinque in punto di lunedì diciassette, nell’ufficio della professoressa McGranitt. Fammi sapere, mi raccomando.

Ti ringrazio in anticipo, un bacio, tua cugina

Andromeda

Remus e James finirono di leggere e guardarono a occhi sgranati l’amico, ancora in stato semicatatonico. James rilesse veloce la lettera, dopodiché con un ghigno malandrinesco disse: «Perciò, avrai la responsabilità di una pupetta di quattro anni per due lunghe settimane? Cavolo, tua cugina deve essersi fumata qualcosa di pesante prima di scrivere quella lettera!».

A quelle parole, Sirius si riscosse dalla catalessi ed esclamò, arrabbiato: «Cosa sfotti tu? È tutta colpa tua!».

«Mia?» ripeté l’altro incredulo. «E come può essere colpa mia, per Merlino?! Ho forse telepaticamente ordinato a tua cugina di affidarti la sua povera e innocente figlia?».

«Se mi avessi dato la lettera quando è arrivata, avrei potuto dire ad Andromeda che era fuori di melone! Ma ormai è tardi: non posso più tirarmi indietro! Indi per cui è colpa tua!» e gli tirò contro il cuscino, centrandolo in pieno viso.

James ricambiò e nel giro di due secondi la cosa era degenerata in una battaglia con i cuscini senza precedenti.

Remus, che si era tirato in disparte appena in tempo, rimase inebetito a fissare i suoi migliori amici prendersi a cuscinate, finché l’occhio non gli cadde sull’orologio. Fu preso da un sospetto improvviso, riguardò la lettera e il suo sospetto trovò subito conferma.

«Sirius…» chiamò, senza essere ascoltato.

«Sirius…» ripeté alzando il tono. Di nuovo nessuna reazione dagli altri due.

«SIRIUS!» urlò a pieni polmoni, facendosi avanti per dividerli e guadagnandosi una cuscinata in faccia, talmente forte che lo ribaltò all’indietro.

«Che vuoi, Remus?» gli chiese Sirius, infastidito dall’interruzione. «Devo far valere le mie ragione…».

Sputando piume d’oca, Remus si rimise velocemente in piedi, bloccando gli amici prima che riprendessero la lotta. «Ascoltami un attimo, testa di piuma!» esclamò irritato. «Qui dice che la bambina arriva il 15 alle cinque…».

«E allora?» domandò Sirius.

«E allora» riprese Remus, cercando di mantenere l’autocontrollo necessario per non strozzarlo, «OGGI è il 15 e le cinque sono passate da più di mezz’ora…».

L’informazione ci mise un po’ per far breccia nella mente di Sirius: Remus poteva quasi sentire le rotelle del suo cervello girare. Poi il terrore prese il possesso del ragazzo, che si precipitò a rotta di collo fuori dalla stanza, borbottando qualcosa come "Oh, per le santissime chiappe di Merlino!" e rischiando di fare le scale a rotoloni.

Remus e James rimasero immobili qualche minuto ancora, immersi nelle piume bianche, poi James chiese: «Andiamo anche noi?».

«Ovviamente» rispose Remus senza esitazione, uscendo dalla camera, seguito a ruota dall’amico.

*Per chi non lo sapesse, sono i soprannomi inglesi dei malandrini. Uso la versione originale perché sinceramente la traduzione italiana non mi piace per niente. Comunque, Prongs è Ramoso, Padfoot Felpato, Moony Lunastorta e Wormtail (anche se non so ancora quanto comparirà nella storia, di certo poco) Codaliscia

LYRAPOTTER’S CORNER

Ok, secondo capitolo concluso. Noto con piacere che questa ideuzza ha riscosso successo, e questo non può che rendermi felice. Spero vivamente che continui a piacere.

Faccio anche qui lo stesso annuncio dell’altra mia fanfiction: siccome lunedì ricomincia la scuola (ma perché le vacanze passano sempre così in fretta?), il tempo che potrò dedicare alla scrittura calerà parecchio, purtroppo per me e soprattutto per voi. Comunque, a meno che una montagna di recensioni negative non mi stronchi, continuerò la storia, vi raccomando di avere pazienza.

E ora passiamo ai ringraziamenti. Ben quattro recensioni che bello, e tutte quante mi raccomandavano di non abbandonarla:

SakiJune, non sai quanto mi faccia piacere vedere sempre il tuo nome fra le recensioni! Fidati, ne succederanno delle belle…

axel, sono assolutamente d’accordo: a me i bambini mi mandano sempre in brodo di giuggiole!!!

Lyan, modestamente, quello è stato uno dei miei pezzi migliori, te la immagini Bella alle prese con una bimba di quattro anni??????

nina92, per vedere Sirius e Dora insieme dovrai aspettare il prossimo capitolo, sorry!!!!!

Ok, ho finito, mia mamma reclama il mio aiuto, mi raccomando recensite!!!!!!!

   
 
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