Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: TaliaAckerman    30/07/2014    4 recensioni
[Revisione in corso]
Il secondo atto della mia personale saga dedicata a Fheriea.
Dal terzo capitolo:
- "Chi hanno mandato?- mormorò Sephirt dopo essersi portata il calice di liquido rossastro alle labbra. – Chi sono i due maghi?
- Nessuno di cui preoccuparsi realmente. Probabilmente due che dovremmo avere difficoltà a riconoscere. Una ragazzo e una ragazza, lei è quasi una bambina da quanto l’infiltrato mi ha riferito. Credo che ormai l’abbiate capito: non devono riuscire a trovarle.
- E come mai avete convocato noi qui? – chiese Mal, anche se ormai entrambi avevano già intuito la risposta.
Theor rispose con voce ferma: - Ho un incarico da affidarvi"
Se volete sapere come continua il secondo ciclo di Fheriea, leggete ^^
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'II ciclo di Fheriea'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Rieccomi qui, gente di efp! Dai, sono stata puntuale, no, stavolta? Lo so, il capitolo sarà piuttosto striminzito ma almeno non mi sono fatta aspettare troppo... e comunque non avevo davvero più niente da inserire in questo capitolo, e il prossimo sarà ambientato in uno spazio/tempo un po' distante... sì insomma sarà un flashback, ma era troppo lungo da annettere a questo XD

*IMPORTANTE* dato che dagli ultimi capitoli sembra che tutti si siano dimenticati di recensire, vorrei invitare chi segue la mia serie da mesi (ma non si è mai fatto sentire) a farsi avanti e dirmi cosa ne pensa, ovviamente se ha tempo e se la cosa non gli dispiace. Io in ogni caso continuerò la mia fiction perché adoro scriverla, anche se da qui alla fine dovessi avere ancora 0 recensioni ; ) Però mi farebbe molto piacere sentire qualche volta le vostre opinioni, sopratutto per capire se la storia vi piace o se non vi piace, quali sono gli errori che (sicuramente) ho fatto e qualche consiglio su come migliorare! Vi aspetto dunque :D
Alla prossima, TaliaFederer









17








- Abbiamo bisogno di cavalli per arrivare a Città dei Re. Conosci qualcuno che potrebbe aiutarci?
Ftia arricciò il naso. - C'è un allevatore che conosco, abita appena fuori città. Se seguite la strada che abbiamo percorso per venire qui la prima volta - e ammiccò a Gala - dovreste trovarvi la sua casa davanti, oltre i sobborghi. I suoi esemplari non saranno dei migliori, ma per il viaggio verso la capitale dovrebbero essere più che sufficienti.
- Ci servirà del denaro allora - mentre pronunciava quelle parole, Jel arrossì leggermente. La donna li guardò con aria furba e rispose:- Non ce ne sarà bisogno; voi dite che vi manda Ftia Elbrik. Quello scansafatiche è in debito con me da parecchi mesi...
In un altro momento, forse, a Jel non sarebbe dispiaciuto approfondire l'argomento, ma adesso decisamente non aveva molto tempo da perdere. Così si limitò a sorridere debolmente, e fece cenno a Gala di seguirlo. Rivolsero a Ftia un breve gesto di saluto e poi, con il sacchetto delle Pietre nascosto in una tasca, uscirono in strada.
- Da questa parte - disse solo la ragazzina imbronciata, indicando alla loro destra. Jel si dovette affidare puramente al senso dell'orientamento dell'amica, in quanto la prima volta - ricordò con un poco di vergogna - lui era stato trasportato svenuto per quella strada dalle due donne. Si immisero nella strada maggiore che intersecava la viuzza di Ftia e la percorsero per pochi minuti, poi Gala svoltò di nuovo in una stradina laterale. Le abitazioni di legno, a distanza ravvicinata tra un margine e l'altro della via, gettavano sulla terra battuta profonde ombre, rendendo l'ambiente quasi buio nonostante l'ora mattutina.
Proprio mentre Jel cominciava a chiedersi quanto ancora sarebbe durato il passaggio in quello stretto corridoio, la sua compagna lo guidò finalmente in una strada decisamente più spaziosa, lungo la quale erano sparse decine di ville residenziali in pietra marmorea.
- Ci siamo quasi?- domandò all'amica per rompere quel pesante silenzio.
- Dovremmo arrivare tra una decina di minuti... - suppose Gala, e la sua voce rimase ancora una volta irrimediabilmente spenta. Dal momento in cui si era svegliata e rialzata aveva scambiato con gli altri due sì e no cinque frasi, la maggior parte delle quali erano semplicemente risposte alle loro precedenti domande. Jel sapeva che per il momento avrebbe dovuto accontentarsi del suo collaborare ancora nella ricerca, ma onestamente vederla in quello stato gli risultava molto doloroso. Chissà per quanto tempo la ferita inferta dalla morte di Camosh sarebbe rimasta aperta...
Come Jel aveva immaginato, la stamberga di proprietà dell'allevatore era pressapoco una catapecchia: leggermente sbilenca, interamente in legno, con travi e assi tremolanti che sostenevano il buffo tetto di paglia. Poco distante dalla porta d'ingresso si trovava un'ampia staccionata che racchiudeva uno spazio grande circa tre volte l'abitazione effettiva; quattro bei puledri - due color crema, uno a chiazze nere e l'altro interamente bruno - vi scorrazzavano liberi all'interno.
Un tempo Gala era stata una grande appassionata di cavalli. Adorava ovviamente gli Stalloni Nordici come Ehme, ma provava una sincera ammirazione anche per altre razze più modeste, e Jel sapeva benissimo che doveva essersi affezionata molto anche a Yin. In realtà, quel tempo non era poi molto lontano: ancora poco prima che partissero da Grimal la ragazzina si era offerta di badare ad Ehme nei momenti di indisposizione dell'amico. Quindi, vederla ignorare completamente i giovani esemplari nei recinto provocò una stretta al cuore al giovane; era sicuro che dopo tutte quelle esperienze il carattere di Gala sarebbe irrimediabilmente cambiato.
Prese un bel respiro e, avvicinatosi alla porta, bussò tre volte. Trascorsero diversi secondi prima che, dall'interno, la serratura arrugginita scattasse e la porta venisse socchiusa. Un occhio di uno slavato azzurro chiaro apparve nello spiraglio appena creatosi. - Desiderate? - domandò l'uomo all'interno con voce roca.
Jel assunse un tono amichevole e rispose raccontando la solita balla:- Io e mia sorella avremmo bisogno di un paio di cavalli per continuare il nostro viaggio. Quelli che avevamo prima ci sono stati trafugati, purtroppo.
L'allevatore aprì un po' di più la porta e scivolò all'esterno; un ragazzo allampanato, che doveva avere un paio di anni in meno di Jel. Un cespuglio intricato di capelli biondi come la paglia e il naso storto, probabilmente rotto almeno due volte, spiccavano su quel volto da sempliciotto. Vestiva in modo scialbo, e i suoi abiti parevano malconci almeno quanto quelli dei due maghi, senza contare il lieve alone puzzolente che si portava appresso.
- Avete di che pagarmi?- chiese come prima cosa. Il giovane sospirò, aspettandosi la domanda. Ricordò quanto Ftia aveva loro raccomandato e rispose:- Ci manda Ftia Elbrik. Ha detto che è la tua possibilità di saldare il tuo debito.
L'espressione dell'allevatore cambiò all'istante, diventando dapprima purpurea, poi decisamente irritata. - Quella donna è una vera serpe - sibilò dando un calcio ad una pietrolina. - Non avrà pace finché non le avrò restituito tutto il suo maledetto denaro. Che poi - sputò per terra - si tratta solo di cinque maledetti hide!
- Te l'abbiamo detto - spiegò il mago mentre notava che Gala stava cominciando a innervosirsi. - Hai l'occasione per dimenticare questa faccenda, se solo ci lasci prendere due dei tuoi... splendidi cavalli. - Fin da piccolo Jel aveva imparato a capire che un pizzico di adulazione, talvolta, poteva essere decisamente utile per ottenere ciò che si desiderava. Il contadino gonfiò le guance, apparentemente ponderando. Alla fine mugolò:- Due dei miei cavalli non valgono solo cinque hide d'argento. Possiedo degli esemplari di razza buona che ne valgono almeno una ventina...
- E allora tu ce ne procurerai due di bassa importanza - Jel non aveva intenzione di mollare proprio adesso: avevano un disperato bisogno di quei cavalli. Il ragazzo li fissò indeciso ancora per un paio di istanti, poi cedette:- E va bene, credo di avere quello che fa al caso vostro. Ma dopo non vorrò più sentir parlare di debiti!
Jel sorrise leggermente - quell'allevatore gli suscitava istintivamente simpatia - e nel notare che anche Gala lo imitava, seppur timidamente, provò una gran sensazione di sollievo. I due Consiglieri seguirono la loro guida attorno alla casupola, fino ad una costruzione di legno che doveva essere la stalla. - Non badate alla puzza - li avvertì il ragazzo prima di spalancarne il portone.
Nel mettervi piede, Jel avvertì una potente zaffata di cattivo odore, un misto di sterco, urina e paglia ammuffita, e istintivamente si portò una mano al volto; con la coda dell'occhio vide Gala fare lo stesso.
- Che c'è, non siete mai entrati in una stalla? - li canzonò il proprietario mentre avanzava, anche se un realtà lui stesso aveva storto non poco il naso entrando in quell'ambiente opprimente. Jel non si infastidì, piuttosto il suo pensiero saettò ancora una volta alla piccola e ordinata stalla che aveva mantenuto per Ehme e Yin. Ovviamente anche lì aveva dovuto fare i conti con problemi come gli escrementi e la pulizia, ma tra i soli due esemplari a cui badare e la Magia, sistemare tutto non era mai stato particolarmente difficile. Di certo là a Grimal l'ambiente era almeno un poco vivibile.
Il contadino li condusse vicino a due cavalli di stazza media, entrambi di color marrone chiaro. Uno dei due aveva una macchia rosata attorno all'occhio destro. - Una vecchia ferita - spiegò. - L'uomo che me l'ha venduto era incappato in un Letjak durante il suo viaggio. Se l'e cavata per un pelo... Ma - si affrettò ad aggiungere - ora sta bene, ed è più che in grado di trasportavi dove dovrete andare...
Jel e Gala si avvicinarono ai due animali e accarezzarono piano loro il muso. Mentre lo faceva, il mago rise piano; quel gesto gli ricordava il bei momenti passati con Ehme, e la sensazione della rigida e corta peluria dei cavalli l'aveva sempre divertito. - Sei sicuro che terranno duro fino a Città dei Re?- domandò Gala dubbiosa, rivolta all'allevatore. - Mi sembrano piuttosto vecchi, ce la faranno?
- Ci puoi scommettere - lui sputò di nuovo per terra. - Ne hanno già viste di tutti i colori, è vero, ma proprio per questo saranno in grado di farlo.
La ragazzina scambiò con Jel uno sguardo decisamente scontento, ma alla fine si fecero bastare ciò che il ragazzo aveva procurato loro. Jel stava quasi per ringraziarlo e congedarsi, quando ricordò un particolare importante. - Dimenticavo. Abbiamo bisogno anche di due cavalcature per raggiungere la capitale. Selle, redini, speroni. Puoi aiutarci?
- Dovrei avere qualcosa in casa... - rispose lui, poi disse loro di aspettarlo lì e sparì nuovamente fuori.
- Abbiamo avuto fortuna, no?- chiese Jel per spezzare il silenzio, sforzandosi di sorridere. La sua compagna alzò le spalle e disse a bassa voce:- Se Ftia ci avesse dato un po' di soldi avremmo rimediato due cavalli migliori, più giovani, più veloci...
- Beh, mi spiace ma per questa volta dovremo accontentarci di questi - rispose il giovane rassegnato. Pensò fosse meglio non farle notare che in verità Ftia non avrebbe avuto alcun motivo per prestare loro del denaro. Per scrupolo, il Consigliere girò intorno ai due cavalli, controllando che non avessero alcuna ferita, che gli occhi fossero vispi e le dimensioni proporzionate; se non altro occupandosene non avrebbe dovuto trovare qualcos'altro da dire a Gala. Di lì a poco il contadino fece il proprio ingresso nella stalla reggendo sulle spalle due grosse selle di cuoio. - Come pensavo... - farfugliò sotto tutto quel peso. - Le cavalcature di questi due erano rimaste nella cantina... è da molto tempo che non le uso...
Aiutato da Jel e Gala il ragazzo assicurò le selle ai rispettivi cavalli, sistemò le redini e gli speroni, poi si esibì in un sorriso tirato. - Molto bene - annunciò. - Credo proprio che siamo arrivati alla fine della strada - allungò una mano. - Dimenticavo, io mi chiamo Kor.
- Jackson Melliser - mentì Jel stringendola con vigore. Meglio non rivelare la propria identità ad uno sconosciuto, specie proprio ora che si avvicinavano al territorio del nord. Anche Gala strinse la mano all'allevatore, e per la prima volta anche le sue labbra si incurvarono leggermente in segno di cortesia. - Lumia Shift - si presentò cogliendo al volo la strategia dell'amico. Poi i tre si separarono. Senza perdere tempo, i due maghi lasciarono Kor da solo nella stalla tirandosi dietro i cavalli, e appena furono al di fuori della piccola proprietà vi montarono in sella. Jel aveva appena preso in mano le redini, quando l'allevatore riapparve alla loro vista, in piedi davanti al portone di legno. Sembrava confuso. - Aspettate un attimo... - esclamò. - Ma voi non avevate detto di essere fratelli?
Colpiti e affondati.
Jel e Gala si scambiarono un lungo, silenzioso sguardo colpevole. Poi, quasi all'unisono, i due scoppiarono in una fragorosa risata mentre, ignorando completamente il povero Kor, colpivano i fianchi dei due cavalli per spronarli a partire.

                                                                             ***

A ogni ampia cavalcata del suo cavallo Gala avvertiva il cuore farsi leggermente più leggero. Non che il suo dolore fosse scomparso o comunque alleviato di molto, ma almeno al momento sentiva di riuscire a tenerlo a bada. Il vento che le sferzava il viso e la sensazione della cavalcata veloce le erano mancati parecchio negli ultimi tempi; da quando avevano abbandonato Yin ed Ehme non avevano più fatto uso di cavalli. Così, mentre percorreva a tutta velocità la Grande Via in direzione nord-est, dovette proprio ammettere che le piaceva, le piaceva eccome. Pur essendo un poco avanti con gli anni il cavallo che aveva scelto, quello con l'occhio cerchiato, sembrava ancora in buone forze e manteneva un'andatura decisamente spedita. Sì, in effetti Ftia aveva avuto ragione a raccomandar loro quell'allevatore.
Lei e Jel continuarono il viaggio verso Città dei Re per tutta la mattinata, a mezzodì sostarono un momento per consumare parte delle provviste che si erano procurati a casa di Ftia e poi ripartirono. Jel l'aveva avvertita che il viaggio sarebbe durato all'incirca cinque giorni, forse se avessero cavalcato alla svelta avrebbero anche risparmiato una notte. Da parte sua Gala non vedeva l'ora di arrivare: aveva amato la capitale di Fheriea fin dalla prima volta in cui vi si era recata - all'inizio del suo apprendistato da Consigliere - e tornarvici ancora una volta sarebbe stato quasi piacevole. Se non altro, per un po' di tempo non avrebbe dovuto condividere l'abitazione con Ftia: in sua presenza, la strega era sempre combattuta fra la riconoscenza, l'irritazione e talvolta un poco di disagio. La cosa che più la infastidiva era l'assoluto rispetto, quasi ammirazione, che il compagno pareva provare per la cacciatrice. Durante il loro soggiorno a Tamithia le aveva ricordato non sapeva quante volte quanto fossero stati fortunati a trovare qualcuno come Ftia, che aveva salvato loro la vita da Mal e Sephirt e poi li aveva anche ospitati in casa sua. Eppure, non aveva speso nemmeno una parola sul fatto che lei, Gala, avesse rischiato la vita pur di tornare ad aiutarlo, affrontando da sola due assassini e maghi adulti. Nessun ringraziamento, nessun "brava, sei stata davvero coraggiosa..." Niente. Certo, la ragazza sapeva che Jel non era propriamente tipo da dispensare complimenti ad ogni occasione, ma era rimasta comunque colpita dalla sua apatia nei suoi confronti. Senza di lei - Ftia o non Ftia - forse Sephirt avrebbe potuto decidere di ucciderlo così, senza girarci intorno.
Insomma, tali pensieri, soprattutto uniti al dolore e all'angoscia per la scomparsa di Camosh, avevano reso il periodo trascorso a Tamithia piuttosto spiacevole, sgradevolezza che si era trasformata in una sorta di agonia negli ultimi due giorni. Allontanarsi per un po' le avrebbe giovato non poco, senza contare che l'idea di fare qualcosa per Fheriea completando la raccolta delle Pietre le avrebbe restituito un po' di fiducia. Dopo la Pietra dello Stato dei Re ne sarebbe mancata soltanto una per terminare la loro maledetta missione.
Jel le rivolse la parola solo mentre il sole stava per tramontare, chiedendole se sentiva la necessità di fermarsi per riposare nelle ore notturne. - Non ho bisogno di riposare - rispose Gala asciutta. - Non ora, almeno... Prima arriveremo a Città dei Re meglio sarà.
- Come vuoi - fece l'amico alzando le mani, cavalcando pochi metri davanti a lei.
Intorno a loro, il crepuscolo gettava ombre allungate sulla Grande Via e mano a mano l'aria si faceva più fresca. Gala era ben conscia che la capitale delle Cinque Terre si trovava ancora più a nord rispetto a Tamithia - era poco più meridionale dei confini sud delle Terre del Nord - ma la temperatura la stupì comunque: era quasi estate ormai, era insolito che al calar della notte facesse così freddo.
La ragazzina si decise che era ora di sostare solo dopo che la luce del sole si fu del tutto spenta, e seguire la via divenne quasi complicato. - Jel! - chiamò a voce alta. - Direi che possiamo fermarci, no?
- Va bene, allontaniamoci solo un po' dalla strada...
Buona idea. In effetti, se avessero trovato un posto un po' riparato sarebbe stato meno probabile finire tra le grinfie di ladruncoli, assassini o... peggio: Ribelli, una Ribelle in particolare.
A poche decine di metri dalla Grande Via i due maghi trovarono una piccola conca ricoperta d'erba, leggermente infossata rispetto al resto del territorio; probabilmente l'antica sede di un laghetto ormai prosciugato. - Qui dovrebbe andar bene - sentenziò Jel arrestando l'andatura del proprio cavallo e smontandovi. Gala lo imitò e notò con piacere che l'erba sotto i loro piedi era alta, folta e morbida, una sorta di conveniente cuscino naturale: per una volta avevano avuto un piccolo colpo di fortuna. - Dici che dovremmo fare la guardia a turni?- domandò la ragazza al compagno, mentre sfinita si accomodava a terra. Il giovane la guardò cupamente e confermò:- Non si sa mai, Gal, è meglio fare attenzione. Ma non ti preoccupare, farò io il primo turno. Ti sveglierò tra un paio d'ore, va bene?
- Ma certo, certo... - rispose lei grata che Jel si fosse offerto di svolgere il compito per primo. Mentre l'amico si sedeva a gambe incrociate, rigirandosi fra le mani la spilletta del Consiglio che finora aveva tenuto in tasca, Gala si sdraiò completamente e appoggiò la testa su quel morbido cuscino verde smeraldo e, pur sapendo che dormire tranquilla non sarebbe stata un'impresa facile, chiuse gli occhi.


  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: TaliaAckerman