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Autore: xmaryf    07/08/2014    5 recensioni
Colin e Jennifer. Due anime affini che per forza di cose non potranno mai stare insieme. Lui che la guarda e la scruta da fin troppo vicino.
Lei che non riesce a non perdersi in quegli occhi che la guardano come se fosse la cosa più bella al mondo.
Dal testo: "Si calma, e viene ad abbracciarmi. L’abbraccio più bello dell’universo. Sa di buono.
Lei stessa ha un buon profumo. Lavanda, se ben ricordo.
Ricambio l’abbraccio e la stringo a me.
Questo momento sembra infinito.
Lei si stacca un po’ bruscamente e mi guarda.
I miei occhi fissi nei suoi.
Verde e azzurro che si incrociano e si completano."
Ho sempre immaginato che ci fosse del tenero tra Colin O'Donoghue e Jennifer Morrison. Con questa storia viaggio un po' con la fantasia.
Una storia dove avviene lo sviluppo ed evoluzione dei sentimenti che Colin e Jen provano l'uno per l'altra. Ambientata prima, durante, e dopo il SDCC 2014.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: colin o'donoghue, Jennifer Morrison, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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San Diego.

POV COLIN.


Josh ci sveglia urlando “Siamo arrivati a San Diego piccioncini!” dopo due ore e mezza di sonno,  e quattro ore di viaggio accanto a lei, ma c’è qualcosa di strano. Piccioncini? Ma che vuol dire?  
Mi guardo intorno sbattendo velocemente le palpebre abituandomi alla luce che arriva da sopra i nostri posti. Lei non è più rannicchiata al suo posto come una bambina ed io non sono quasi sdraiato come quando ci siamo addormentati. Non capisco.
Poi guardo meglio.
Ha la testa appoggiata sul mio petto, ed io ho appoggiato la mia fronte ai suoi capelli. Strana posizione.
Le bacio i capelli per svegliarla e lei sussulta. Si guarda intorno e sgrana gli occhi.
“Scusa Colin, non volevo” mi dice, abbastanza intimorita.
“Tranquilla, tesoro” esclamo senza pensarci. Poi sgrano gli occhi accorgendomi di quello che ho appena detto e tento di spostarmi. Troppo bruscamente, forse. La vedo restarci un po’ male, ma cambia subito espressione. Un sorriso timido, come se si vergognasse.

Scendiamo e ci rechiamo in albergo. Pensavo ci dessero le stanze separate, dato che le dovremmo occupare solo per due notti, ma a quanto pare non è così. O almeno non per tutti…
Lana ha una stanza da sola. Josh anche. Ma io e Jennifer siamo nella stessa stanza, ironia della sorte. Colpa di Josh. Il proprietario aveva detto che c’erano solo 3 camere disponibili, di cui una con due letti. Josh mettendosi in mezzo, si è messo a scherzare “Tu e Jen siete sempre insieme, andateci voi nella stanza doppia.” Lo sta facendo apposta, me lo sento. Maledetto.
Jen acconsente senza replicare.
Appena entra nella stanza, saltella indicandomi il letto vicino alla finestra.
“Voglio quello.” dice eccitata.
“Oh, no cara Jennifer, quello è mio. Mi dispiace.” le dico per farla infuriare. E’ buffa quando si arrabbia.
“NO! Dai dai, quello è mio, lo voglio io ti prego.” fa il broncio, e fa la finta offesa per averla sfidata.
E così accetto, non intendo farla infuriare ancora di più o mi butterebbe davvero da quella finestra che tanto adora.
“Va bene, per stavolta”
“Oh che bello” urla, sorridendo a trentadue denti. E mi salta al collo abbracciandomi.
A volte sembra una ragazzina.
[…]

Dovrei fare una doccia per rilassarmi ma non credo di farcela con lei in stanza, è una cosa strana.
Però decido di provarci comunque, almeno per scrollarmi il malessere di dosso.

Non mi rendo conto del tempo che ho passato in doccia, credo sia passata un’ora, ma non ne sono proprio sicuro.
Esco dal bagno in fretta e furia ma mi blocco sulla porta quando la vedo indaffarata a cercare qualcosa da mettere per andare a dormire.
Non ha la più pallida idea che io sia dietro di lei ad osservarla attentamente, mi sento un po’ a disagio a dire il vero, ma non so dire il perché.
Di scatto si gira, mi sorride a malapena.
“Hai finito, finalmente” mi dice un po’ bruscamente. Sembra arrabbiata.
“Sì, scusa se ho perso tempo”
“Fa nulla. Adesso spostati o ti butto giù dalla finestra” mi dice ridendo.
Non so che dire e rido.
In un attimo ci blocchiamo, ci osserviamo, come un predatore osserva una preda. Strana metafora.
Io sono ancora con l’asciugamano ai fianchi.
“Vai a fare quello che devi fare in bagno, così posso vestirmi” le dico distrattamente, rompendo il silenzio.
“Sì...ehm, certo” continua a scrutarmi, sorride a malapena, arrossisce e si chiude in bagno. Non comprendo molto bene quello che sta succedendo, c’è un’atmosfera strana in questa stanza. Anzi no, c’è un’atmosfera strana intorno a noi, tra me e lei, c’è tensione.
Cerco di non farci caso e corro a vestirmi mentre lei fa una doccia.
 
POV JEN.

Quell’atmosfera, quella sensazione che ho sentito mentre ci guardavamo. Non capisco cosa stia succedendo.

Faccio la doccia e intanto rifletto, penso e ripenso a quello che sta succedendo senza darmi pace.
Dio, quanto lo odio quando mi guarda nel modo in cui mi guardava prima.
Mi rende vulnerabile. Ed io non voglio essere vulnerabile, sennò potrei farmi sopraffare dalle emozioni.
Esco dalla doccia, cercando gli abiti da mettere. Non li trovo.
Eppure ricordo di averli portati. Maledetto Colin, mi distrae!
Esco dal bagno, coperta dall’asciugamano, e lo ritrovo steso sul MIO letto in boxer, sta con il cellulare in mano.
Faccio finta di nulla perché so che vuole farmi un dispetto, prendo i miei vestiti e me ne ritorno in bagno, mi vesto ed esco di nuovo.
Stavolta lo ritrovo nel suo letto intento a fissarmi. Sì è vestito, Indossa una t-shirt bianca e dei jeans.
Mi scruta, sta attento ad ogni mia mossa.
“Che dici, mangiamo?” mi dice.
In realtà non ho fame, ma ci rinuncio “Sì dai, ho voglia di qualcosa dei fast food” dico senza farci neanche caso.
“E dove potrei prenderti qualcosa di un fast food a quest’ora della notte?” mi dice con uno sguardo accigliato.
“Oh, questo è un problema tuo, CARO COLIN.” gli dico per farlo arrabbiare.
Ma invece mi sorride, strano, di solito mi risponderebbe in men che non si dica.

Esce, e torna dopo mezz’ora con due buste del McDonald’s.
Passiamo la serata a mangiare sul mio letto, parlando, giocando.
Appena finiamo di mangiare inizia a farmi il solletico, senza alcun motivo, è estenuante.
All’improvviso, non so come ci ritroviamo l’uno sopra l’altra. Mi rende tremendamente vulnerabile, e mi da fastidio perché nessuno mi ha mai fatto l’effetto che mi fa lui.
Ci fissiamo. I suoi occhi sono come due pozze d’acqua cristallina. Non riesco a muovermi, sembro incatenata.
Sta tentando di avvicinarsi, lo vedo, ed è troppo vicino. Ma si sposta, adesso siamo guancia contro guancia, non riesco a levargli gli occhi di dosso. Ma è sbagliato, tutto questo non dovrebbe succedere. Tento di scostami e stranamente ci riesco.
“Che cosa stavi per fare?” gli dico, con un tono un po’ tra lo sconvolto e il sorpreso. Non saprei come definirlo esattamente.
“Io…nulla, non volevo. Mi dispiace.” Lo sguardo basso, si tormenta le mani come se fosse nervoso.
Poi alza il viso e mi osserva. Mi guarda come se stesse scrutando la mia anima.
“Lo volevi anche tu..” continua.
“No, non lo vorrei mai.” – mento – sì, forse lo vorrei, ma non è giusto, non è corretto. Ha una moglie, un figlio. Non posso, non devo.
Sorride. Un sorriso che sa di tristezza.
“Beh, allora andiamo a dormire.” dice, senza nessuna espressione in volto.
“Sì..buonanotte Colin.” un sorriso sfuggente e timido mi scappa, senza volere.
Maledetta me.

[…]

Mi sveglio di soprassalto, ma dalla finestra vedo che è ancora buio, guardo la sveglia e vedo che sono le 3 del mattino.
Mi giro, mi rigiro, ma non riesco a riaddormentarmi. Non dopo ieri sera.
Mi giro verso il suo letto, senza farci caso. E lo vedo, lo osservo.
Dorme profondamente, sembra un bambino. Ha un’espressione dolce e serena in volto.
Mi riaddormento guardandolo, mi trasmette tranquillità.

Mi sveglio di nuovo di soprassalto, e stavolta non è colpa mia ma di Colin che fa rumore con le valige.
“Ben svegliata dormigliona.” Sorrido. Vedo un filo di quotidianità in tutto questo.
“Ciao.. che ore sono?”
“Le 8.30!”
“Cosa?! Perché non mi hai svegliata?” grido. E gli tiro il mio cuscino.
“Ahi!” subisce il colpo senza spostarsi “Dormivi così bene, sembravi serena” dice sorridendo a malapena.
“Ohw.” Arrossisco senza volere. Ma me ne accorgo sentendo il sangue defluire alle guance.
“Alle 9 dobbiamo essere pronti, tra 10 minuti arrivano a truccarti, quindi se devi darti una lavata fai in fretta”
“Sì, certo..” dico. E mi avvio verso il bagno.

Mi truccano, mi pettinano, e mi vestono. Indosso un vestito rosso, con una gonna a ruota che arriva fino al ginocchio, davvero bello. Molto vintage.
Esco dal bagno e me lo ritrovo di fronte, vestito di tutto punto. Indossa una camicia azzurra un po’ sbottonata che lascia intravedere i peli sul petto, una giacca blu, e dei pantaloni molto scuri di cui non riesco a distinguere il colore che gli cadono sui fianchi in modo meraviglioso.
Meraviglioso? MERAVIGLIOSO?! J MA A CHE DIAVOLO PENSI?!
“Sei davvero…stai davvero bene con questo vestito” dice sorridendo.
“Ti ringrazio” dico, senza lasciar trasparire nessuna emozione, credo. “anche tu stai molto bene, comunque” continuo. Accenna un sorriso ma nulla di più.

Usciamo dall’albergo per andare nel luogo in cui si terrà il Comic Con.

La giornata passa tranquillamente, mi sento davvero felice. Rido, rido, rido senza saperne il motivo.

Il panel credo sia stata la cosa più divertente. Colin è andato fuori di testa quando hanno parlato di anime gemelle e hanno chiesto chi fosse l’anima gemella di Emma. Ha cominciato ad incitare il pubblico e ad indicarsi, sembrava una 15enne fuori di testa.
Adesso stiamo facendo delle interviste insieme, ed è divertente, mi sento libera. Non credo di aver mai avuto tanta complicità con lui come adesso. Nonostante quello che è successo ieri sera.
La tensione se n’è andata.
Non credo di aver mai riso così tanto in vita mia.
A volte mentre parla mi blocco, ad osservarlo.
Lui è sempre molto riservato e timido, ma adesso sembra una persona diversa. E mi piace.

Tra un po’ faremo l’intervista per TVLine e non so perché ma sono tesa.
Ma cerco di godermi questi momenti.
[…]

Adesso siamo con Michael Ausiello per l’intervista per TVLine sulla prossima stagione.

Finora abbiamo parlato Emma e Hook, soprattutto della loro “passione”. Di quello che hanno, di quello che provano l’uno per l’altro.
E anche della chimica che abbiamo io e Colin.
E’ stato strano. E non lo penso solo io.
Credo che Josh si sia insospettito. Scherzando ha chiesto se ci fosse qualcosa in più di una semplice amicizia tra me e Colin.
L’unica cosa che ho saputo fare in quel momento è stata ridere, senza guardarlo negli occhi. Perché so che questa domanda è difficile da sentire sia per me che per lui.
Lana è intervenuta dicendo ‘’E’ complicato” credo si riferisca a Hook e Emma. Ma non ne sono poi così sicura.
“Molto complicato” ho detto ridendo, senza neanche pensarci.
“E’ una relazione complicata” ha continuato Lana.
Credo che anche lei abbia capito qualcosa.

Mi sento tesa, felice, e divertita allo stesso tempo. Lui ha continua a stare in silenzio. Non lo guardo, perciò non vedo cosa sta facendo.
Spero che durante questi quattro minuti rimanenti non ci siano altre domande simili.

[…]

Dopo la lunga giornata siamo tornati in albergo finalmente.
Sono stanca, sento che le gambe stanno per cedere.
Mi butto sul letto, sciolgo i capelli e levo quelle scarpe infernali che ho dovuto sopportare per tutto il giorno.

Mi volto a pancia in giù, chiudo gli occhi e cerco di far riposare la mente.
Dobbiamo parlare” dice. Il cuore perde un battito.
“Di cosa?” chiedo un po’ sorpresa. O forse perplessa. In ansia direi. Perché so di cosa vuole parlare. E non possiamo parlarne adesso, non voglio.
“Di ieri sera, di Josh, di come ci guardavamo. Di tutto.” Dice tranquillamente.
“Non credo che ci sia qualcosa da dire” dico freddamente. – mentendo.
“Sì che c’è qualcosa da dire, diamine Jen ma non te ne accorgi? Ieri lo volevi anche tu. E non dire che non è vero. Vedevo come mi guardavi. Sentivo la tensione che c’era tra di noi. Non ho mai guardato nessuno così e non ho mai provato nulla del genere per qualcuno. Anche Josh si è accorto che c’è qualcosa tra me e te. Qualcosa in più di una semplice amicizia. E non è chimica, non è intesa. E’ qualcosa di diverso.”
Passione” rispondo, senza neanche rendermene conto.
“Sì, probabilmente.” Dice “fatto sta che io non posso sopportare tutto questo, è troppo, non riesco a non guardarti. Mi incanti. Quando oggi ridevi… dio, era la cosa più bella del mondo.”
“No, non farlo” dico.
“Non fare cosa?” risponde con un tono seccato.
“Non fare questo. Non parlarmi come se fossi al centro di tutto. Come se non potessi fare a meno di parlarmi, di ascoltarmi, di starmi vicino. Non deve essere così.”
“Perché? Perché ti è così difficile capire che tra di noi c’è qualcosa?”
“Perché tu hai una moglie, un figlio. E mi rendi vulnerabile, come mai nessuno ha fatto. Mi lascio sopraffare dalle emozioni e dai sentimenti. E non va bene.” gli dico, trattenendo a stento le lacrime in gola. Cerco di restare calma. Non voglio dargliela vinta. Non voglio fargli capire cosa sento adesso.
Si avvicina, mi circonda il viso con le sue mani
“Lasciati andare” mi dice.
E – un po’ titubante – mi lascio andare. Non potevo andare oltre. Ha buttato giù la mia barriera.
Lo abbraccio. Mi stringo a lui. Mi appiglio a lui, come se fosse la mia ancora di salvezza.
E stiamo così per tanto tempo.
Mi accarezza i capelli e mi bacia una tempia.
“Dai su, scendi giù a prendere qualcosa e poi andiamo a letto.” dico, rompendo il silenzio.
“Andiamo?” dice con tono sorpreso, ridendo.
“Sì, ma non per quello che pensi tu” gli rispondo ridacchiando.
“Ah sì? Va bene, come dici tu. ” sorride, mi bacia i capelli e mi fa un occhiolino. Sembra felice.
Si mette le scarpe e scende giù a prendere qualcosa. Sale su dopo trenta minuti con una borsa di un ristorante cinese.
Mangiamo sul mio letto.
“Uniamo i letti?” mi dice.
“Uhm dovrei pensarci…terrai le mani a posto?” gli dico ridendo, anche se so che terrebbe davvero le mani a posto. Lo conosco troppo bene ormai.
“Oh, certo mia signora” dice con un tono alla Hook.
Io non replico. Lo aiuto ad unire i letti.
Ci accoccoliamo vicini, lui mi abbraccia. Non riesco a dormire, sono felice ma mi sento un po’ impaurita, e non riesco a prendere sonno così continuo ad osservarlo.
Il suo volto si rilassa.
“Colin..”
“Mmmh..?” dice con un tono rilassato ma stanco.
“Grazie..” sorrido.
“Per..?” apre gli occhi e mi guarda sorpreso, non capisce.
“Non lo so, forse per tutto. Ma grazie.” Lo guardo negli occhi mentre pronuncio queste parole.
“Mmmh.. sssh, adesso dormi.”
“Buonanotte.”
“Buonanotte Jen”
E ci addormentiamo così.


*Note dell'autrice.
Salve ragazze/i. :)
Intanto ringrazio dal profondo del cuore le ragazze hanno aggiunto la mia storia tra le seguite, e chi ha recensito.
E sopratutto ringrazio WickedSwan che mi ha spinto ad iniziare a scrivere.
E HitGirl90 e Dakota Deveraux perché mi hanno spinta a pubblicare la storia quando non ne ero sicura.
Grazie di cuore.
Che dire riguardo alla storia? Tra Colin e Jennifer c'è davvero tanta tensione emotiva. Ma adesso lei è riuscita a lasciarsi andare. 
Non sono passata subito ai fatti salienti perché sto cercando di andare un po' con calma, anche se forse non sembra. Ammetto di aver stravolto un po' le cose.
Ma non vedevo l'ora di mostrare il punto di vista di Jen in tutto questo.
So che è strano che entrambi i capitoli finiscano con loro due che si addormentano ahahah, ma per adesso sto descivendo il giorno prima e durante il comic-con quindi non sapevo come concludere.
Sono troppo inesperta xD

PS: vi avviso che non so quando aggiornerò, a causa di problemi familiari. L'avevo detto in una delle recensioni del primo capitolo. ma per fortuna per adesso ci son riuscita. In ogni caso spero di poter aggiornare regolarmente la settimana prossima. Se non ci riuscissi mi scuso anticipatamente:)

Ciao:*

  
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