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Autore: viktoris    16/08/2014    10 recensioni
Sono passati dodici anni dalla fine della guerra magica. Hermione, stanca di combattere e ferire, ha intrapreso la strada opposta: è diventata una famosa Guaritrice al San Mungo. La sua vita attiva e laboriosa è turbata solo dal peso della celebrità..e da quello della solitudine. L'amicizia, il lavoro, i libri sono belle cose, ma le basteranno per sempre? Un'emergenza sul lavoro darà una svolta nella sua esistenza, portando a galla ricordi, esperienze passate e mostrandole una nuova strada.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Hermione, le scarpe in mano e l'erba fresca sotto i piedi, lanciò un'occhiata in tralice a Malfoy che camminava di fianco a lei. La sua diagnosi oscillava tra Confusione permanente e bipolarismo: dopo averla fatta girare come una trottola era tornato normale, poi durante il banchetto si era fatto pensoso e scostante, mentre ballavano era tornato il suo solito amico, e a festa finita le aveva chiesto di passeggiare con un'espressione strana in volto. Perciò ora stavano camminando lentamente tra i prati ingialliti. Nessuno dei due aveva bevuto come all'inaugurazione della stagione di Quidditch, ed Hermione ne era felice perchè i suoi sensi erano acuti e appuntiti verso il mondo circostante, non appannati dall'alcol: percepiva con una chiarezza sconcertante i colori dolci della campagna intorno a Ottery St. Catchpole, il profumo dell'erba secca e dell'umidità autunnale, il rumore delle foglie cadute e del respiro di Malfoy, il gusto dell'aria sulla lingua. La tensione che permeava entrambi da quella mattina, quel senso di cambiamento incombente, non li aveva ancora abbandonati, ma era come momentaneamente sepolta sotto la molteplicità di sensazioni che la campagna sul far della sera riversava sulla loro passeggiata calma e silenziosa. Hermione ad un tratto ruppe la quiete:
"Perchè fai lo Spezzaincantesimi?"
L'altro scrollò le spalle.
"Mi sarebbe piaciuto lavorare al Ministero, arruolarmi nella Squadra Speciale Magica o qualcosa di simile, ma non potevo perchè ero io. Lo stesso discorso è valso quando ho cercato di lavorare fuori, in negozi o imprese private. I folletti invece non guardano mai chi sei, purchè tu sia scaltro, intraprendente e redditizio. Non era quello che immaginavo per me, ma mi sono adattato e non è un brutto lavoro."
Hermione sospirò, gettando un'occhiata al braccio destro di Malfoy, su cui si figurava lo sfregio terribile anche se era coperto dalla camicia e dalla giacca. 

"Mi dispiace davvero tanto per tutto questo. La comunità magica è così cieca a volte..."
"E non solo con chi ha sbagliato e non sa dimostrare quanto sia pentito, vero? Anche con chi ha salvato tutti i maghi chiudono gli occhi, accettando di vedere solo quello che gli fa comodo e rifiutano la realtà. Senza accorgersi che questa è infinitamente migliore dell'immagine che hanno costruito." Quello, doveva confessarlo, era un colpo basso suggeritogli da Potter qualche ora prima. Camminarono ancora un po' senza una meta precisa, di nuovo silenziosi. Hermione non aveva trovato risposta alla frase ad effetto dell'amico.
"Ho riflettuto molto da quando sei venuta a casa mia due giorni fa." esordì Malfoy pacatamente dopo qualche minuto, fermandosi sotto un albero e vagando con gli occhi sull'orizzonte insanguinato dal sole. La tensione nel petto di Hermione si gonfiò dolorosamente, in un parossismo di aspettative che stavano per sciogliersi come neve. La risposta ai loro comportamenti era lì davanti, a portata di mano, vicina eppure lontana lo spazio di un respiro, il respiro che prese l'uomo prima di continuare a parlare.
"Mi hai salvato la vita mille volte ormai, vero? Mi hai salvato dall'odio dei tuoi colleghi, dallo Spaccamento, dal veleno, dalla disperazione, ancora dal veleno, ancora dalla disperazione. Mi hai salvato da me stesso e dalla voragine dell'essere solo. Quello che voglio dirti è... Pensavo che potremmo chiamarci per nome." concluse voltandosi per guardarla negli occhi, con lo stesso sguardo che le aveva rivolto in tribunale dopo la sua testimonianza. Quegli occhi che dicevano...cosa diavolo dicevano? Di colpo Hermione colse il messaggio nascosto in quello sguardo particolare come si coglie un fiore prezioso e sorrise di rimando.
"Certo, chiamarci per nome. E continueremo ad uscire, Draco."
Malfoy si rilassò, sentendo che lei aveva capito. Aveva oscillato come un pendolo tutto il giorno tra la paura e l'esaltazione, la voglia di scappare da solo e quella di scappare con lei, per poi raggiungere una sorta di equilibrio difficile da esprimere a parole. Non avrebbe mai saputo ripetere i suoi ragionamenti, i suoi percorsi mentali, le sue conclusioni. Ma lei aveva capito subito, come sempre.
"Poi potresti venire a pranzo con me da mia madre, Hermione."
Perchè quello che le chiedeva...
"E potremmo uscire a cena, Draco"
Ancora una volta...
"Andare ad altre feste insieme."
E per sempre...
"Un giorno ti presenterò i miei genitori."
Non era nient'altro che...
"E quando il lavoro e la vita faranno schifo potrai..."
Un aiuto...
"...cercare conforto in te, per non sentirmi più sola."
Per non sentirsi più solo.
Si sorrisero per l'ennesima volta: nessuna fretta, nessun colpo di testa. Solo il desiderio di imparare giorno dopo giorno a riempire gli spazi vuoti nel cuore dell'altro senza forzare; solo desiderio di conoscersi in ogni piega dell'anima per accettare l'altro, quando fosse venuto il momento, nella sua interezza. La tensione nel petto se n'era andata, lasciando dietro di sé solo l'aspettativa per un futuro di comprensione, complicità e silenzi carichi di parole. Un giorno si sarebbero baciati, avrebbero fatto l'amore, sarebbero andati a vivere insieme, magari si sarebbero sposati, ma era quello il giorno. Lentamente Malfoy intrecciò le dita a quelle di Hermione, mentre la notte subentrava gradualmente a quel tramonto che per loro aveva il sapore dell'alba. Dell'inizio di qualsiasi cosa volessero.

...Eccomi arrivata alla fine di questa storia. Per quanto mentre la scrivevo si sia espansa rispetto all'idea iniziale questo si discosta poco dal finale che avevo in mente già all'inizio. Perchè, ve lo confesso, non sono proprio capace di scrivere dichiarazioni e cose romantiche senza diventare stucchevole ed eccessiva, sono troppo melodrammatica e quando mi avventuro in quel terreno faccio sempre casino. Vi lascio così, un po' in sospeso, e ognuno di voi può immaginare il futuro come vuole: loro, tra di loro, se lo stavano già immaginando dopotutto. Spero che questa soluzione piaccia ad Aishillin, con cui avevo parlato appunto di sdolcinatezze :)  Insomma, siamo alla fine di questa piccola avventura che è stata la mia primissima fanfiction: ho avuto un ritorno di attenzioni millemila volte superiore alle mie aspettative e mi sono divertita tantissimo a scriverla e a ricevere tutte le vostre recensioni, anche se non ho risposto a tutte ma solo perchè sono un po' sociopatica, non perchè non le abbia apprezzate! Anche se non dovessi più pubblicare nulla questa prima esperienza mi ha dato tante soddisfazioni nel mio piccolo :) un saluto a tutti quanti e (chissà) a presto :)

   
 
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