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Autore: AlexiaKH    16/08/2014    5 recensioni
Elaia Larxis ora è Alexia. E' stata rapita da Xemnas e Saïx nello stesso giorno dove Heartless e Nessuno cancellarono il villaggio dove ha sempre vissuto. Lei ha una particolarità: un cuore di pura oscurità, senza però esserne soprafatta come chiuque altro, che la rende la prescelta dell'Anti-Keyblade... ovvero la Darkblade. Che ne sarà di lei ora che ha scoperto che non potrà più vivere nella luce?
Genere: Avventura, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Organizzazione XIII, Riku, Un po' tutti, Zexyon
Note: Otherverse | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Più contesti, Contesto generale/vago
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Giorno 0

“Entra”
Entrai senza fare storie nella prigione che l’uomo poco fa aveva aperto. Era davvero una stanza completamente bianca e vuota, mancava persino il letto. Mi voltai per guardare di nuovo l’uomo che mi aveva sequestrata: alto, pallido come la luna, capelli azzurri lunghi e lisci, occhi felini gialli e una spaventosa cicatrice a forma di X che ricopriva tutta la faccia.
Quell’uomo dichiarò di chiamarsi Saïx e di dimenticare tutta la vita che ho vissuto fino ad oggi, compreso il mio nome, perché d’ora in avanti avrei condotto una nuova esistenza.
Lui chiuse la cella e, senza proferire parola, se ne andò, lasciandomi completamente sola nel bianco della mia prigione.
Odio il bianco perché chi, che come me, ha sempre vissuto nell’ombra; i colori luminosi mi hanno sempre dato un grande fastidio agli occhi, anche se… questo bianco ha qualcosa di malinconico… si, è un colore chiaro ma… dà la sensazione di strapparti via tutto ciò che ti poteva rendere felice, fino a lasciarti un senso di vuoto profondo.
Poco importa: io sono vuota, credo proprio che lo sono sempre stata… altrimenti perché ho seguito, senza opporre resistenza, due perfetti sconosciuti?
Perché ho voluto accettare l’invito di quell’uomo, che si presentò come Xemnas, a seguirlo nel suo castello? Perché mi sono fatta rinchiudere in cella da quel Saïx?
Semplice: ormai non ho più niente da perdere.
 
Xemnas ha detto che d’ora in poi sarò Alexia… se ripenso che fino a ieri ero ancora Elaia Larxis, pronta a lottare per quel briciolo di speranza che mi era rimasto… ma ormai è troppo tardi, non ci sarà più niente di buono nel futuro che mi aspetta.


Giorno 39

“Prevedibile”
La voce di Zexion ruppe il silenzio ed io, irritata mi alzai dal letto. Speravo che oggi lui o Vexen mi lasciassero in pace con i loro studi, esperimenti e raccolta dati… ma a quanto pare mi sbagliavo.
“Che cosa è prevedibile questa volta?”
“Ieri ti ho insegnato ad utilizzare la tua oscurità per materializzare oggetti a tuo piacimento, sia io che Vexen avevamo previsto che appena tornata in cella avresti materializzato un letto.”
Irritanti. Ecco com’erano quel nano dai capelli blu e quel vecchiaccio biondo con una pettinatura da donna. Ma almeno oggi è venuto solo Zexion… a differenza di quel vecchio non mi trattava come una cavia da laboratorio, e solo per questo parlare con lui è molto più piacevole, anche se… per lui sono una fonte infinita di dati da raccogliere.
“Prova tu a dormire per settimane su un pavimento e poi ne riparliamo! Sarai pure un Nessuno ma il senso del confortevole è una percezione che viene dal cervello, e non dal cuore”
Zexion non rispose, mi fisso per un momento impassibile per poi tirare fuori dalla tua tasca il suo fastidioso taccuino per scriverci qualcosa. Sospirai irritata, se lo avessi saputo prima non avrei mai accettato l’invito di Xemnas. Ok, non avevo più niente da perdere ma ho pur sempre una dignità da essere umano.
“Ho una domanda: a cosa è dovuta la tua attuale ira?”
“Me lo stai seriamente chiedendo?”
“Ti ho posto la domanda, quindi si: te lo sto seriamente chiedendo. Certe tue azioni vanno oltre la mia comprensione, sono imprevedibili.”
“Ma non avevi detto poco fa che ero prevedibile?”
“Avevo previsto che avresti materializzato un letto, ma mi ero sbagliato sulla tua reazione.”
“Beh, sono arrabbiata perché mi trattate sempre come se fossi una cavia da laboratorio, voi non lo capite perché siete privi di cuore ma esiste una cosa che si chiama dignità umana!”
“Dignità umana?”
Finalmente un espressione facciale da parte di Zexion, è sempre stato impassibile ma ora mostra una certa confusione. “Non è molto diversa dal rispetto che Vexen pretende da tutti, come membro fondatore.”
Zexion si rimise a scrivere sul taccuino, per poi andarsene non appena ebbe finito.
“Grazie per la tua collaborazione”
Disse andandosene, ormai quella era un’azione di ruotine perché tutte le sue visite finivano in questo modo.
E’ da più di un mese che conduco questa vita: ogni giorno viene un membro dell’Organizzazione, ci scambiamo due parole e poi se ne và.
Almeno non mi rivolgono sguardi di sdegno come facevano la gente del mio villaggio.



Angolo dell'autrice: Più che un capitolo è un prologo (vista la brevità) e... niente. Questo capitolo è un esperimento, giusto per vedere se può interessare a qualcuno il "What if?" sull'esistenza di un Anti-keyblade e del suo possessore. Dai prossimi capitoli ci sarà la trama vera e propria e spero di non deludere le vostre aspettative.
  
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