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Autore: Vejitina    15/09/2008    0 recensioni
Harry-Draco! Harry rabbrividì davanti al volto del vincitore sorridente e della sua bacchetta puntata alla gola. “Cosa c’è?” disse l’uomo incappucciato di fronte a lui. “Hai ancora paura del buio, Potter?” Si tolse il cappuccio, facendo scivolare fuori i sottili capelli biondi. “... o è di me che hai paura?” Draco Malfoy lo stava aspettando... Solo una battaglia priva di guerra, restò a raccontare il loro amore...
Genere: Drammatico, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ecco il secondo capitolo… spero vi piaccia quando è piaciuto a me…

 

Commentateeeeee!!!!

 

 

Trema terra,

perché il mio amore è ancora respinto.

Scuotiti vento,

perché il mio desiderio è ancora assetato.

Piangi cielo,

perché il mio sogno non è ancora realtà.

Cadete foglie,

perché il mio cuore non è ancora guarito.

 

 

CAPITOLO 2

 

 

Il vento soffiava, il cielo brontolava i suoi affanni. Le prime gocce di una tempesta cadevano su un brullo terreno di caccia, spazzando via terra e foglie. La notte cadeva allegramente coprendo le festanti spoglie dei rami assopiti.

Mentre gli animali del bosco cercavano un luogo asciutto e sicuro nella foresta, due fiere immobili e attente si fronteggiavano l’una di fronte all’altra, scrutando, annusando, decidendo il da farsi...

 “Un depistaggio... Ti sei fatto furbo!” sorrise il moro “Pensavo di averti in pugno ma invece mi hai fregato. Vorrà dire che sceglieremo la strada più difficile... lo scontro! Sicuro di voler continuare, Malfoy? Ti ho ferito alla gamba destra prima. Sei in svantaggio per cominciare un combattimento.”

 “Leale come al solito, eh, Potter. Ma perché non darti la possibilità di catturare Draco Malfoy. Una altra piccola gloria da aggiungere alla tua lista di successi. Sempre che tu ce la faccia a prendermi... o a uccidermi.” Sorrise mostrando tutti i denti, come se stesse degustando qualcosa che lo soddisfaceva completamente. “Sono veramente curioso di sapere se tutti questi sicuramente turbolenti anni di guerra ti hanno finalmente cambiato o se sei sempre il solito San Potter, disposto a tutto per la pace nel mondo.”

 “La guerra cambia tutto. Dovresti saperlo.”

 “Già. La guerra fa questo effetto...” concordò Draco con un sorriso amaro. Poi si scoprì la gamba dal mantello, mostrando i pantaloni lacerati e ancora insanguinati. “Ma non so veramente a che ferita ti stai riferendo? Guarda!”

Gli occhi confusi del giovane moro cercarono sotto la stoffa lacerata un taglio che non c’era. “Come...”

A Draco scappò una risata di soddisfazione.

 “Come ho fatto? Questi sono i segreti del nostro potere, Potter. Non pretenderai mica che te li riveli.” Fece un sogghigno, mostrando i denti bianchi, soddisfatto di avere la sua attenzione. “Questo è il potere che il nostro Signore ci ha donato. Lui sa molte cose... sulla vita... sulla morte... sulla magia.

Nessuno mago vivente può e potrà mai compararsi al Signore Oscuro e al potere da lui raggiunto negli ultimi anni... neanche lui poteva competere... Neanche Silente, no?”

Harry represse il vomito di parole che gli stava venendo in gola. Non era tempo di cedere alle provocazioni.

 “Non dargli il merito di un omicidio non suo. È stato Piton a ucciderlo, non Lui! Io non dimentico certe cose. E non dimentico neanche che tu lo aiutasti quel giorno.”

 “Oh, si, Potter.” Draco con un gesto teatrale si portò la mano al petto. “Sfoga la tua rabbia su di me. Vendicalo!”

Harry si fece avanti con la bacchetta puntata pronto a colpire, ma, all’ultimo, un attimo di incertezza pervase il suo volto, facendolo vacillare. “Non mi provocare; Malfoy. Non ti conviene.”

Draco sbuffò.

 “È questo il motivo grazie al quale noi vinceremo questa guerra, e voi la perderete. Voi non sapete osare! Avete troppa paura di fare le scelte pericolose che potrebbero salvarvi e vi rintanate, vi nascondete dietro a vostri falsi moralismi. Io ho avuto il privilegio e il coraggio di ascoltare il mio Signore. Ho appreso molte cose, grazie ai suoi insegnamenti, mentre tu e i tuoi amichetti, in questi anni che i Mangiamorte salivano al potere, vi siete nascosto.”

Harry fece scattare la bacchetta, sprigionando un potentissimo Schiantesimo a pochi metri da Draco. Fu un gesto troppo veloce perché il mangiamorte potesse bloccarlo, ma fu anche molto impreciso, andando a sradicare dal terreno un grosso abete alla sua destra.

Draco fissò l’albero completamente distrutto alla sua sinistra, prima di girarsi ed emettere una risata a metà fra il divertimento e la pazzia.

 “Bravo Potter! Vedo che ti sei allenato in questi anni. Forse lo scontro si farà interessante dopotutto.”

 “Non credo, Malfoy. La vincerò io questa battaglia. Dimmi dove si trova Piton.”

 “Lo stai ancora cercando? Che noia! Dopo tutto questo tempo ancora non ti dai pace?”

 “Il luogo Malfoy!”

 “Facciamo così. Se mi sconfiggi, te lo dirò. SE mi sconfiggi...”

 “Bene! Hai scelto la strada più faticosa.”

 “Lo sai come sono fatto, Potter. Cerco sempre le cose più complicate, se no mi annoio!”

 “Devi essere proprio una palla al piede per Voldemort...”

 “Il suo nome...” sussurrò sbiancando. “Il suo nome... COME OSI PRONUNCIARE IL SUO NOME!”

 “Sentiti, Malfoy! Ormai parli come loro.” mormorò tristemente. “Sembra proprio che io non possa più aiutarti.”

 

 

 Draco?”

 “Cosa c’è, Pansy?” il giovane ragazzo biondo rispose annoiato, mentre girava la sua forchetta della cena appena smangiucchiata.

 “Come cosa c’è? Non hai mangiato niente.”

Il ragazzo biondo fissò il piatto intatto, per poi passare lo sguardo alla ragazza mora seduta al suo fianco. La sala grande della scuola era piena di studenti che chiaccheravano, tutta gente rumorosa che non faceva altro che stressarlo.

“Non ho fame. Goile?”

Un ragazzo corpulento seduto davanti a lui si girò verso di lui.

“Vuoi finirlo tu? Io non ho fame.” Detto questo gli lanciò il piatto. “Vado a distendermi.”

Draco..” Il giovane serpeverde si voltò, fissando il volto teso della compagna. “Sono preoccupata per te!”

“Non preoccuparti! Oggi sono solo stanco...”

Si allontanò, prima che la ragazza potesse aggiungere altro.

Entrambi sapevano che non si stava riferendo al piatto mezzo smangiucchiato o al suo recente assenteismo dalle lezioni. Draco era sempre più magro, sempre più stressato, sempre più stanco. Dall’inizio del sesto anno Draco era strano e questo non è passato inosservato ai suoi occhi, ma il serpe verde sperava che fossero solo i suoi occhi a osservarlo attentamente.

Comminò verso il settimo piano, diretto verso la stanza delle necessità, sospinto da una forza invisibile, sorretto dalle sue ultime forze. Quel luogo era diventato per Draco il suo rifugio e il suo luogo di tortura. Continuava ad avanzare verso un lavoro che sembrava non finire mai, che sembrava creato per sfinirlo, per ucciderlo e forse era proprio così... non riusciva proprio a terminare di riparare quel armadio. E pensare che poteva rappresentare la soluzione a tutti i problemi...

Mise piede nel quinto piano, quando si accorse che sentiva dei passi poco lontano. Passi in sincronia con i suoi...

Qualcuno lo seguiva!

Si nascose dietro una colonnina, aspettando, trattenendo il respiro.

Un leggero rumore provenne dalle scale, prima di riconoscere il suono di passi accorti, seguiti da una persona che si muoveva nell’oscurità con fare circospetto. Un giovane moro che si guardava in giro con una bacchetta in mano...

Potter!

Maledetto Sfregiato!

Saltò fuori dal nascondiglio, sfoderando la bacchetta in pugno puntata davanti a sé. Un Potter sorpreso si mise nella sua stessa posizione dopo un attimo di smarrimento.

 “Che fai? Mi segui?”

 Perchè? Forse non dovrei?”

 “Maledetto! Non ho tempo per te adesso. Levati dai piedi, sfregiato.”

 “Cosa devi fare di così importante nella stanza delle necessità?”

Il cuore di Draco mancò un colpo. Non riusciva a riprendere a respirare. “Cosa?”

 “Mi hai sentito, Malfoy. Cosa stai facendo nella stanza delle necessità per Lui?”

Potter aveva capito. Potter doveva anche averlo seguito. Sorprendentemente non ebbe voglia di pestarlo, sorprendentemente era troppo stanco. Era spossato e esausto, ma doveva scoprire quanto sapesse Potter, però doveva anche finire di riparare l’armadio in tempo, se no suo padre... e sua madre anche forse sarebbero stati in pericolo... No, non ci voleva pensare...

Abbassò la bacchetta e si addossò alla parete. Si coprì gli occhi con una mano.

Calma! Una cosa alla volta!

Alzò lo sguardo su Potter. Sembrava che dovesse iniziare proprio da qui!

 Seguimi!” Disse entrando in un’ aula vicina.

Seppe che era entrato dietro di lui perché sentì la porta alle sua spalle sbattere.

Sospirò. Era veramente stanco... anche per pensare...

 “Cosa vuoi, Potter?”

Lo sentì sospirare e gli sembrò aria fresca sulle sue spalle. “Aiutarti!”

Draco si girò sorpreso. Due occhi verdissimi e intensi lo accolsero.

 “Aiutarmi? Sei fuori di testa, Potter. Cosa ti fa credere che ne abbia bisogno?”

 “Lo so e basta!”

Nella tenue luce della stanza vide lo scintillò dei suoi occhi chiari. Sembravano del colore dell’acqua di cui non si era mai abbeverato.

Si girò non potendo sostenere quello sguardo così pregno di potere.

Draco si appoggiò ad un banco stanco alle sua spalle. Sentì i muscoli del collo rilassarsi e quello non era un bel segno. Doveva stare all’erta. Doveva compiere la sua missine. Era solo un’altra distrazione questo! Eppure in quel momento non poteva... non ce la faceva...

 “Lasciami in pace.” Riuscì a bisbigliare, sperando che Harry avesse pietà e lo ascoltasse.

 “Hai bisogno di aiuto. Non puoi affrontare questo da solo. Qualsiasi cosa ti succeda... qualsiasi cosa Lui ti costringa a fare qualcosa, ne uscirai. Fidati di me, Draco.” Il giovane biondo sollevò un sopraciglio sentendosi chiamare per nome. Sentì Harry avvicinarsi di un passo. Era vicino, troppo vicino. Troppo vicino a lui, come alla verità. “Non è troppo tardi. Io posso aiutarti. Silente può. Parla con lui!”

Aiuto? Aveva bisogno di aiuto? Poteva anche scegliere cosa fare? Abbandonare tutto e dormire per settimane. Non ci aveva mai pensato! Silente forse poteva veramente aiutarlo. Silente: la persona che doveva far fuori, per ordine del suo Signore.

Ad un tratto tutto gli sembrò insensato. La persona che doveva uccidere era la persona che poteva aiutarlo? Questo era assurdo! Non poteva essere. Non poteva credere di star veramente facendo questa assurda conversazione con Potter. Questo ragazzo era il nemico numero uno del suo Signore e lui era un mangiamorte e un mangiamorte uccide i nemici.

Si girò di scatto, schiantando Harry contro la parete opposta.

Il ragazzo cadde rumorosamente contro la grande porta di legno, crollando a terra privo di sensi.

Draco si avvicinò al suo corpo, disteso a pancia di giù. Lo girò in un gesto meccanico. Controllò il polso e il respiro. Normale, sembrava solo svenuto.

Fece cadere la bacchetta a terra, crollo al suo fianco. Harry era solo svenuto e lui stava per piangere dalle gioia.

Nei suoi occhi grigi quelle lacrime presero il posto velocemente di altre più amare.

Non ce la faceva più... stava impazzendo...

Si accasciò sul suo petto, piangendo.

 “Aiutami, Potter!” sussurrò fra le lacrime. “Ti prego, solo tu puoi salvarmi! Solo tu!”

 

Fine secondo capitolo...

 

 

Un bacio!

Vege!

Coomentateeeeee!!!!

  
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