Ecco il
secondo capitolo… spero vi piaccia quando è piaciuto
a me…
Commentateeeeee!!!!
Trema terra,
perché il mio amore è
ancora respinto.
Scuotiti vento,
perché il mio desiderio è
ancora assetato.
Piangi cielo,
perché il mio sogno non è
ancora realtà.
Cadete foglie,
perché il mio cuore non è
ancora guarito.
CAPITOLO 2
Il
vento soffiava, il cielo brontolava i suoi affanni. Le prime gocce di una
tempesta cadevano su un brullo terreno di caccia, spazzando via terra e foglie.
La notte cadeva allegramente coprendo le festanti spoglie dei rami assopiti.
Mentre
gli animali del bosco cercavano un luogo asciutto e sicuro nella foresta, due
fiere immobili e attente si fronteggiavano l’una di fronte all’altra,
scrutando, annusando, decidendo il da farsi...
“Un depistaggio... Ti sei fatto furbo!”
sorrise il moro “Pensavo di averti in pugno ma invece mi hai fregato. Vorrà dire che sceglieremo la
strada più difficile... lo scontro! Sicuro di voler continuare, Malfoy? Ti ho ferito alla gamba destra prima. Sei in
svantaggio per cominciare un combattimento.”
“Leale come al solito, eh, Potter. Ma perché
non darti la possibilità di catturare Draco Malfoy. Una altra piccola gloria da aggiungere alla tua
lista di successi. Sempre che tu ce la faccia a prendermi... o a uccidermi.” Sorrise
mostrando tutti i denti, come se stesse degustando qualcosa che lo soddisfaceva
completamente. “Sono veramente curioso di sapere se tutti questi sicuramente turbolenti
anni di guerra ti hanno finalmente cambiato o se sei sempre il solito San
Potter, disposto a tutto per la pace nel mondo.”
“La guerra cambia tutto. Dovresti saperlo.”
“Già. La guerra fa questo effetto...” concordò
Draco con un sorriso amaro. Poi si scoprì la gamba
dal mantello, mostrando i pantaloni lacerati e ancora insanguinati. “Ma non so veramente
a che ferita ti stai riferendo? Guarda!”
Gli
occhi confusi del giovane moro cercarono sotto la stoffa lacerata un taglio che
non c’era. “Come...”
A
Draco scappò una risata di soddisfazione.
“Come ho fatto? Questi sono i segreti del
nostro potere, Potter. Non pretenderai mica che te li riveli.” Fece un sogghigno,
mostrando i denti bianchi, soddisfatto di avere la sua attenzione. “Questo è il
potere che il nostro Signore ci ha donato. Lui sa molte cose... sulla vita...
sulla morte... sulla magia.
Nessuno
mago vivente può e potrà mai compararsi al Signore Oscuro e al potere da lui
raggiunto negli ultimi anni... neanche lui poteva competere... Neanche Silente,
no?”
Harry
represse il vomito di parole che gli stava venendo in gola. Non era tempo di
cedere alle provocazioni.
“Non dargli il merito di un omicidio non suo. È
stato Piton a ucciderlo, non Lui! Io non dimentico
certe cose. E non dimentico neanche che tu lo aiutasti quel giorno.”
“Oh, si, Potter.” Draco
con un gesto teatrale si portò la mano al petto. “Sfoga la tua rabbia su di me.
Vendicalo!”
Harry
si fece avanti con la bacchetta puntata pronto a colpire, ma, all’ultimo, un
attimo di incertezza pervase il suo volto, facendolo vacillare. “Non mi
provocare; Malfoy. Non ti conviene.”
Draco sbuffò.
“È questo il motivo grazie al quale noi
vinceremo questa guerra, e voi la perderete. Voi non sapete osare! Avete troppa
paura di fare le scelte pericolose che potrebbero salvarvi e vi rintanate, vi
nascondete dietro a vostri falsi moralismi. Io ho avuto il privilegio e il
coraggio di ascoltare il mio Signore. Ho appreso molte cose, grazie ai suoi
insegnamenti, mentre tu e i tuoi amichetti, in questi anni che i Mangiamorte
salivano al potere, vi siete nascosto.”
Harry
fece scattare la bacchetta, sprigionando un potentissimo Schiantesimo
a pochi metri da Draco. Fu un gesto troppo veloce
perché il mangiamorte potesse bloccarlo, ma fu anche molto impreciso, andando a
sradicare dal terreno un grosso abete alla sua destra.
Draco fissò l’albero
completamente distrutto alla sua sinistra, prima di girarsi ed emettere una risata
a metà fra il divertimento e la pazzia.
“Bravo Potter! Vedo che ti sei allenato in
questi anni. Forse lo scontro si farà interessante dopotutto.”
“Non credo, Malfoy.
La vincerò io questa battaglia. Dimmi dove si trova Piton.”
“Lo stai ancora cercando? Che noia! Dopo tutto
questo tempo ancora non ti dai pace?”
“Il luogo Malfoy!”
“Facciamo così. Se mi sconfiggi, te lo dirò.
SE mi sconfiggi...”
“Bene! Hai scelto la strada più faticosa.”
“Lo sai come sono fatto, Potter. Cerco sempre
le cose più complicate, se no mi annoio!”
“Devi essere proprio una palla al piede per Voldemort...”
“Il suo nome...” sussurrò sbiancando. “Il suo
nome... COME OSI PRONUNCIARE IL SUO NOME!”
“Sentiti, Malfoy!
Ormai parli come loro.” mormorò tristemente. “Sembra proprio che io non possa
più aiutarti.”
“Draco?”
“Cosa
c’è, Pansy?” il giovane ragazzo biondo rispose
annoiato, mentre girava la sua forchetta della cena appena smangiucchiata.
“Come
cosa c’è? Non hai mangiato niente.”
Il ragazzo biondo fissò il piatto
intatto, per poi passare lo sguardo alla ragazza mora seduta al suo fianco. La
sala grande della scuola era piena di studenti che chiaccheravano,
tutta gente rumorosa che non faceva altro che stressarlo.
“Non ho fame. Goile?”
Un ragazzo corpulento seduto davanti a
lui si girò verso di lui.
“Vuoi finirlo tu? Io non ho fame.”
Detto questo gli lanciò il piatto. “Vado a distendermi.”
“Draco..” Il
giovane serpeverde si voltò, fissando il volto teso
della compagna. “Sono preoccupata per te!”
“Non preoccuparti! Oggi sono solo
stanco...”
Si allontanò, prima che la ragazza potesse
aggiungere altro.
Entrambi sapevano che non si stava
riferendo al piatto mezzo smangiucchiato o al suo recente assenteismo dalle
lezioni. Draco era sempre più magro, sempre più
stressato, sempre più stanco. Dall’inizio del sesto anno Draco
era strano e questo non è passato inosservato ai suoi occhi, ma il serpe verde
sperava che fossero solo i suoi occhi a osservarlo attentamente.
Comminò verso il settimo piano, diretto
verso la stanza delle necessità, sospinto da una forza invisibile, sorretto
dalle sue ultime forze. Quel luogo era diventato per Draco
il suo rifugio e il suo luogo di tortura. Continuava ad avanzare verso un
lavoro che sembrava non finire mai, che sembrava creato per sfinirlo, per
ucciderlo e forse era proprio così... non riusciva proprio a terminare di
riparare quel armadio. E pensare che poteva rappresentare la soluzione a tutti
i problemi...
Mise piede nel quinto piano, quando si
accorse che sentiva dei passi poco lontano. Passi in sincronia con i suoi...
Qualcuno lo seguiva!
Si nascose dietro una colonnina,
aspettando, trattenendo il respiro.
Un leggero rumore provenne dalle scale,
prima di riconoscere il suono di passi accorti, seguiti da una persona che si
muoveva nell’oscurità con fare circospetto. Un giovane moro che si guardava in
giro con una bacchetta in mano...
Potter!
Maledetto Sfregiato!
Saltò fuori dal nascondiglio, sfoderando
la bacchetta in pugno puntata davanti a sé. Un Potter sorpreso si mise nella
sua stessa posizione dopo un attimo di smarrimento.
“Che
fai? Mi segui?”
“Perchè? Forse non dovrei?”
“Maledetto!
Non ho tempo per te adesso. Levati dai piedi, sfregiato.”
“Cosa devi fare di così importante nella
stanza delle necessità?”
Il cuore di Draco
mancò un colpo. Non riusciva a riprendere a respirare. “Cosa?”
“Mi hai sentito, Malfoy.
Cosa stai facendo nella stanza delle necessità per Lui?”
Potter aveva capito. Potter doveva
anche averlo seguito. Sorprendentemente non ebbe voglia di pestarlo,
sorprendentemente era troppo stanco. Era spossato e esausto, ma doveva scoprire
quanto sapesse Potter, però doveva anche finire di riparare l’armadio in tempo,
se no suo padre... e sua madre anche forse sarebbero stati in pericolo... No,
non ci voleva pensare...
Abbassò la bacchetta e si addossò alla
parete. Si coprì gli occhi con una mano.
Calma! Una cosa alla volta!
Alzò lo sguardo su Potter. Sembrava che
dovesse iniziare proprio da qui!
“Seguimi!” Disse
entrando in un’ aula vicina.
Seppe che era entrato dietro di lui perché
sentì la porta alle sua spalle sbattere.
Sospirò. Era veramente stanco... anche
per pensare...
“Cosa vuoi, Potter?”
Lo sentì sospirare e gli sembrò aria
fresca sulle sue spalle. “Aiutarti!”
Draco si girò sorpreso. Due occhi verdissimi e intensi lo
accolsero.
“Aiutarmi? Sei fuori di testa, Potter. Cosa ti
fa credere che ne abbia bisogno?”
“Lo so e basta!”
Nella tenue luce della stanza vide lo
scintillò dei suoi occhi chiari. Sembravano del colore dell’acqua di cui non si
era mai abbeverato.
Si girò non potendo sostenere quello
sguardo così pregno di potere.
Draco si appoggiò ad un banco stanco alle sua spalle. Sentì i
muscoli del collo rilassarsi e quello non era un bel segno. Doveva stare
all’erta. Doveva compiere la sua missine. Era solo un’altra distrazione questo!
Eppure in quel momento non poteva... non ce la faceva...
“Lasciami in pace.” Riuscì a bisbigliare,
sperando che Harry avesse pietà e lo ascoltasse.
“Hai bisogno di aiuto. Non puoi affrontare
questo da solo. Qualsiasi cosa ti succeda... qualsiasi cosa Lui ti costringa a
fare qualcosa, ne uscirai. Fidati di me, Draco.” Il
giovane biondo sollevò un sopraciglio sentendosi chiamare per nome. Sentì Harry
avvicinarsi di un passo. Era vicino, troppo vicino. Troppo vicino a lui, come
alla verità. “Non è troppo tardi. Io posso aiutarti. Silente può. Parla con lui!”
Aiuto? Aveva bisogno di aiuto? Poteva
anche scegliere cosa fare? Abbandonare tutto e dormire per settimane. Non ci
aveva mai pensato! Silente forse poteva veramente aiutarlo. Silente: la persona
che doveva far fuori, per ordine del suo Signore.
Ad un tratto tutto gli sembrò insensato.
La persona che doveva uccidere era la persona che poteva aiutarlo? Questo era
assurdo! Non poteva essere. Non poteva credere di star veramente facendo questa
assurda conversazione con Potter. Questo ragazzo era il nemico numero uno del
suo Signore e lui era un mangiamorte e un mangiamorte uccide i nemici.
Si girò di scatto, schiantando Harry
contro la parete opposta.
Il ragazzo cadde rumorosamente contro
la grande porta di legno, crollando a terra privo di sensi.
Draco si avvicinò al suo corpo, disteso a pancia di giù. Lo girò
in un gesto meccanico. Controllò il polso e il respiro. Normale, sembrava solo
svenuto.
Fece cadere la bacchetta a terra,
crollo al suo fianco. Harry era solo svenuto e lui stava per piangere dalle
gioia.
Nei suoi occhi grigi quelle lacrime
presero il posto velocemente di altre più amare.
Non ce la faceva più... stava
impazzendo...
Si accasciò sul suo petto, piangendo.
“Aiutami, Potter!” sussurrò fra le lacrime.
“Ti prego, solo tu puoi salvarmi! Solo tu!”
Fine
secondo capitolo...
Un
bacio!
Vege!
Coomentateeeeee!!!!