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Autore: Unforgiven_Ice_Girl    22/08/2014    0 recensioni
La vita di Lena, raccontata in prima persona. Una ragazza che vuole diventare donna in fretta e nasconde dietro una maschera le sue paure, insicurezze, i suoi pensieri. Una persona che cerca di distinguersi per raggiungere un traguardo personale, provando ad affrontare le sue debolezze, spesso anche invano.
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Oggi all’università ho avuto una di quelle giornate NO, sai quelle che uno non si augura mai?” dico divorando il pranzo. Colin si gusta il suo panino, ma sembra ascoltare. “La prof mi ha fatto leggere un brano in tedesco, e io l’ho letto! Ma poi ho dovuto anche tradurlo ed è venuto fuori non ho molta padronanza lessicale in tedesco. Questo già lo sapevo, ma davanti a tutti i miei compagni sapientoni è stato umiliante!”
“Devo ritenermi fortunato di aver studiato economia all’università, almeno venivo interpellato tantissimo durante le lezioni.”
Do l’ultimo morso al mio McChicken e ricomincio a parlare a raffica.
“Già, sei stato fortunato. Poi ho avuto a che fare con dei compagni davvero stupido. Uno l’ho visto una volta al centro commerciale con la fidanzatina. Pensa che schifo, si sbaciucchiavano!”
“Che c’è di male? Tutti si baciano. Non si stavano mica accoppiando in pubblico.”
“Quasi…”
“Dai, Lena! Perché fai la musona davanti all’amore?”
Colin sembra divertito, probabilmente la mia espressione da gatto selvatico è davvero esilarante.
Restiamo un altro po’a chiacchierare e poi ci incamminiamo. Dobbiamo andare a vedere il primo appartamento.
“Non mi sembra vero… mi sto trasferendo a Londra!”
“Sognerai che non sia vero quando ti prenderanno tutti in giro per il tuo accento irlandese!” lo prendo in giro.
“A qualche persona l’accento irlandese piace, o sbaglio?” risponde punzecchiandomi.
“Ti prego, non ricordarmi della mia cotta per Colin Farrell… sono un’adulta ormai, è troppo imbarazzante!”
“Anche lui è un adulto.” Risponde prontamente.
“Ok, ho il diritto di sapere per quale celebrità hai una cotta tu almeno?”
“Io? Ovvio, per Lena Headey! Adoro il suo accento inglese! E’ sexy!”
Gli do una spinta e ridiamo insieme ancora un po’, finché non arriviamo all’appartamento. C’è un ragazzo che ci sta aspettando, si presenta. Si chiama Don, è sulla venticinquina e suona la batteria in una band rock. Ha una cresta bionda che gli sta veramente male.
“Pensavo che l’appartamento fosse solo per una persona, non per una coppia.”
“Oh, no, no. Io accompagno Colin, non cerco un appartamento.”
“Perché no? Dato che il tuo ragazzo ne cerca uno, potreste approfittare e trovare una soluzione a un buon prezzo. Hai l’età per andare a vivere da sola con il tuo ragazzo, no?”
Oltre che antiestetico, questo ragazzo è anche odioso. Spero che Colin non accetti la sua offerta perché non auguro un coinquilino così a Colin. Spesso i coinquilini diventano amici, gli amici escono insieme e spesso chiedono anche alle ragazze di uscire in gruppo. E io non riuscirei a sopportarlo.
“Sì, ho l’età per andare a vivere da sola con un ragazzo, ho delle amiche che l’hanno già fatto, ma io ho altre cose in testa per il momento.”
Don si volta verso Colin e fa un sorrisetto malizioso. “Suscettibile la ragazza, amico!”
“Ho le mie cose, amico!” dico sorridendo. Ma dentro di me non sorrido affatto. Vado a fuoco.
“Che tipino!!” ironizza. Ok, basta. Colin, guardati questo appartamento e andiamocene.
Giro turistico, descrizione minimale. Un tour così l’avrei potuto fare anch’io.
“Bene, amico. Fammi sapere!” dice Don, stringendo la mano di Colin come fossero due gangster.
 
“Che ne pensi?” mi chiede Colin una volta fuori.
“Che è presuntuoso e odioso!” rispondo prontamente.
“La casa, intendevo.” Sorride.
“Non male, se non fosse per il tuo coinquilino.”
“Dai, è simpatico. Magari non avete iniziato proprio con il piede giusto.”
“No, sicuramente. Uno che mi giudica e pretende di capire la mia vita senza neanche conoscermi non parte proprio con il piede giusto con me.” E lo dico con un tono che sembra voler sottointendere un “E con questo il caso è chiuso.”
Mi mette un braccio intorno alla spalla e continuiamo a camminare.
“Scusami… lo sai che odio la gente. Ovviamente il coinquilino deve star simpatico a te, se fosse per me dovresti prendere un monolocale per evitare coinquilini rompiscatole.”
“Quando nasce questa tua avversità verso l’umanità?” mi chiede ridendo e prendendomi anche un po’ in giro.
“Non so… probabilmente quando tutta l’umanità si è coalizzata contro di me per prendere in giro la mia esistenza.”
“Esagerata!” ride.
“Non ti capitano mai quelle giornate dove pensi che tutto il mondo ce l’abbia con te?”
“Mi capitano quasi ogni giorno.” Risponde Colin accennando un sorriso di circostanza. Di quelli che si usano per nascondere la malinconia.
“E che fai per superare la giornata?” chiedo guardandolo.
“Vado a bere con gli amici!”
“Da buon irlandese…” concludo la frase.
“Già! E tu invece che fai?”
Piango, ascolto la musica a tutto volume, leggo, guardo qualche squallida serie tv, passeggio, mi metto lo smalto, vado da Starbucks, faccio shopping di libri…
“Diciamo che me la faccio passare. Gli altri non meritano il privilegio di farmi star male.” Bella risposta, Lena. Così non penserà che sei una bambina isterica.
“Mi aspettavo una risposta del tipo: Piango, ascolto la musica, leggo… sai, conoscendoti.”
Sì, stai imparando a conoscermi decisamente bene.
“Cambiando argomento… sei mai stata al karaoke?”
“No, per carità! Sono stonata come una campana. Mi vergognerei troppo.”
“A volte è divertente anche solo vedere e sentire gli altri che cantano. Ti ci porto stasera se vuoi.”
“A patto che non mi fai cantare!”
 
“Finalmente a casa, sorellina!” mi punzecchia Chris, come al solito.
“Non starò molto, dopo cena uscirò di nuovo.”
“Mi pare giusto cambiarsi 15 volte al giorno. C’è forse qualche ragazzo in vista?”
“C’è una vaga possibilità che tu ti faccia gli affari tuoi?”
Lo sapevo, sarebbe stato meglio rimanere sudata e sporca piuttosto che tornare a casa e cambiarmi, almeno non avrei sentito mio fratello e i miei genitori fare le solite battutine.
“Lena, posso parlarti un attimo?” sussurra mia madre. No, ti prego, non parlarmi.
Chiudo la porta della mia camera.
“Ma è davvero finita tra te e Dan?”
“Sì, è finita. Non eravamo fatti per essere una coppia.”
“Ma era tanto un bravo ragazzo…”
“Mamma, per favore. Queste cose me le hai già dette parecchi anni fa, quando ho avuto il mio primo ragazzo.”
“Io spero solo il meglio per te…”
“Lo so, mamma, e il meglio arriverà. Fidati.”
“E infatti mi fido, tesoro. E invece… l’università?”
“No, mamma, ti prego!”
“Che hai intenzione di fare?”
“Non ne voglio parlare!”
“I tuoi coetanei sono tutti già laureati.”
“Non eri tu che mi dicevi sempre di non paragonarmi agli altri?”
“Tesoro, voglio solo capire le tue intenzioni. Manca poco ormai, se tu ti impegnassi un pochino di più…”
“Questo discorso l’ho sentito fin troppe volte!”
“Mi preoccupo per te!”
“Non dovresti! Ora, se non ti dispiace, vorrei cambiarmi. Sinead mi aspetta.”
Mia madre esce dalla mia stanza, è visibilmente delusa. Mi dispiace farla star male, quando mi si parla di ragazzi o di università divento una persona completamente diversa, sempre nervosa e insoddisfatta. Vorrei non essere una tal delusione.
 
Mi avvicino lentamente al bar che fa karaoke, dove Colin mi sta già aspettando. In me c’è un misto di rabbia e delusione, una combinazione fatale per me. Odio le discussioni, specialmente quelle che avvengono poco prima di uscire. Mi rovinano la serata.
Colin mi saluta con un bacio a stampo. “Sei bellissima!” dice osservando il mio tubino nero.
“Anche tu sei bellissimo!” dico dandogli un altro bacio.
“Stasera ho avuto una discussione a casa… mia madre me ne ha dette quattro per la questione dell’università. Dice che non mi impegno e tutte le solite cose che mi fanno arrabbiare.”
“Si preoccupa, è normale. Sono sicuro che riuscirai a terminare l’università al più presto, andrà bene, vedrai!”
“A quanto pare sei l’unico che crede in me!”
“Dovrei essere il secondo… la prima persona che deve credere in te sei tu!”
Lo bacio ancora. Lo abbraccio forte e gli sfioro la schiena. La mia rabbia di prima e la comprensione da parte di Colin danno vita a un’altra combinazione, forse ancora più fatale.
“Dove possiamo farlo?”
Colin sembra stupito. “Ehm… dici davvero?”
“Ovvio. Che c’è di male?”
“Lena, credo che tu sia un po’ confusa. Hai avuto una serata stancante, dovresti solo stare tranquilla.”
“Colin, non sono confusa. Sono sicura. E ora so che voglio farlo con te.”
“Entriamo nel bar, dai.”
“Colin!”
Entra nel bar senza aspettarmi. Tecnicamente, potrei anche andare a fare un giro e lui non si accorgerebbe di niente. Perché no? Forse perché è buio e questo quartiere mi fa un po’ paura?
Seguo Colin dentro il bar. E’ ufficiale, sono una codarda.
Ci sediamo in un angolo, non degno Colin neanche di uno sguardo. Dovrei essere io quella che fa la preziosa, non lui. Lui è l’uomo, viene da qualche punto sperduto dell’Irlanda, io sono la londinese capricciosa. Devo essere io quella che comanda tra i due.
“Vado un attimo in bagno.” Dice Colin alzandosi.
“Degnati di portarmi qualcosa da bere quando torni.” Vorrei tanto dirgli.
Sul palco c’è un tipo di mezza età con una pancia parecchio abbondante e sta cantando Living on my own dei Queen. Tutto sommato ha una bella voce, è la presenza che lascia a desiderare. E comunque questo posto non mi piace per niente.
La canzone finisce e fingo di applaudire. Voglio andarmene da qui. Quando torna Colin?
“Complimenti al nostro Greg e alla sua interpretazione di Living on my own dei Queen, facciamo ancora un applauso!” dice il presentatore al microfono. “E ora è il turno di un novellino del nostro karaoke. Diamo il benvenuto a Colin, che ci canterà Uptown girl!”
No, non può essere il mio Colin! Sarà un omonimo. Allora perché Colin non è ancora tornato?
E poi lo vedo sul palco, illuminato da quelle luci messe sul palco a casaccio. Eppure è così bello con il suo completo scuro! E quella camicia bianca lì sotto… mi fa impazzire. Vorrei tanto sbottonarla. Ora. Ma che sto pensando?
Parte la musica. Colin sembra impacciato, guarda nella mia direzione. Ascolto ogni parola.
 
Ragazza dei quartieri alti
Ha vissuto nel suo mondo di quartieri alti
Scommetto che non ha mai avuto un ragazzo di periferia
Scommetto che sua madre non le ha mai spiegato il perché
 
Abbasso lo sguardo quando mi guarda, sono imbarazzata da ogni singola parola. Mi sono comportata da snob con lui, e invece di prendersela e insultarmi ora mi sta dedicando una canzone che sembra parlare di noi! Poi sembra avere lo stesso accento del cantante dei Westlife, e rende tutto più magico.
 
Quando saprà cosa vuole dal suo tempo
E quando si sveglierà e metterà la testa apposto
Si accorgerà che non sono così volgare perché…
Sono innamorato di una ragazza dei quartieri alti
Sai, l’ho vista nel suo mondo di quartieri alti
Si sta stancando dei suoi giocattoli di alta classe
E di tutti i regali dei suoi ragazzi dei quartieri alti
 
Mi sento davvero in imbarazzo, tutti mi guardano da sola appoggiata a questo tavolino e sanno che Colin sta cantando a me. Mi guardo furtivamente intorno e poi cerco di coprirmi almeno le guance con le mani.
 
E quando cammina è così bella…
E quando parlerà dirà che è mia, mia, mia
 
Arrossisco e abbasso lo sguardo. Stavolta però riesco ad accennare un sorriso soffocato, alzo lentamente gli occhi e lo vedo che guarda nella mia direzione e mi sorride.
 
Ragazza dei quartieri alti
Lei è la mia ragazza dei quartieri alti
Lo sai che sono innamorato di una ragazza dei quartieri alti
La mia ragazza dei quartieri alti
 
Finalmente dopo che le mie guance sono diventate due peperoni la canzone finisce, Colin scende dal palco e viene verso di me. Tutti gli occhi sono su di noi. Mi alzo, lo abbraccio forte e ci baciamo. Tutti intorno a noi applaudono. Applaudono per lui, per noi. Ci guardiamo negli occhi e scoppiamo a ridere, poi ci guardiamo intorno e sembrano tutti così felici per noi.
“E’ la cosa più imbarazzante e più bella che qualcuno abbia mai fatto per me!” dico a Colin.
“Ed è solo l’inizio!”
Ci baciamo ancora, tra gli applausi e i sorrisi di tutti. Ora mi sento davvero una ragazza dei quartieri alti.
 

 
  
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