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Autore: manymany    23/08/2014    7 recensioni
Siete sole, single e disperate? Beh statemi vicine e prima o poi l'uomo giusto vi sconvolgerà la vita!. Federica, detta Rica , ha avuto dieci relazioni e tutti e dieci i ragazzi sono rimasti a far parte della sua vita, come mariti di sorelle, cugine, parenti amiche, colleghe. Rica, sempre solare e allegra, non si piange mai addosso, ma la sera dell'ennesimo matrimonio di un suo ex con una sua amica, in cui, come sempre è costretta ad infilarsi in un osceno abito da damigella, decide di chiudere con l'universo maschile e di lasciar perdere l'idea di trovarsi un compagno. Quindi la sua migliore amica, Fran , decide di assoldare il bellissimo cugino Adam per far cambiare idea a Rica. Ci riuscirà? Tra risate, sotterfugi, piani segreti, confidenze e litigate vi racconterò di Rica e del suo Fidanzato Su Misura.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ok eccomi  qui con il penultimo capitolo, so che è passata una vita ma ancora poco e vi libererete finalmente di me e di questa storia che dura da ben tre anni!!!Sono sconvolta, mi ricordavo due! Come vola il tempo! Comunque spero che vi interessi ancora, adesso bando alle ciance: avevamo lasciato Adam Rica e Fran in un bel pasticcio, Rica aveva scoperto che la sua storia con Adam era stata progettata su "misura" da Fran e Adam, quest'ultimo va a casa di Rica per cercare di spiegarle che nonostante le cose siano iniziate in quel modo è innamorato davvero di lei, Rica però non ne vuole sapere e lo caccia.


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CAPITOLO 40: Pazzie



- No, maledizione io non me ne vado Ica. Se me ne vado non me lo perdonerò e non me lo perdonerai mai. Non voglio che finisca così, non mi permetterò di rovinare tutto. Quello che abbiamo è troppo prezioso per me, per noi, ti prego, credimi!
Per tutta risposta Rica si girò e uscì dalla porta, per allontanarsi, per mettere quanta più distanza tra di loro, lui la inseguì, pregandola di restare e lei gli diede un pugno in faccia.
Silvia e Fran, che erano lì fuori a sperare che le cose si chiarissero, la guardarono stupefatte, Adam la guardò stupefatta, un rivolo di sangue iniziava a colargli dal naso, lei si guardò la mano stupefatta.
Lo aveva colpito. Gli aveva dato un pugno.
- Mi dispiace. - mormorò, stringendosi la mano al petto.
- Ica…
- Me ne voglio andare Adam, per favore, mi dispiace, non dovevo colpirti ma me ne voglio andare.- disse con tono stanco.- Per favore.
Adam sentì crescere dentro la voglia di afferrarla e baciarla fino a farle capire che lo amava davvero, che non voleva che finisse, ma era tutto inutile, fece un passo indietro.
- Vai.- disse, semplicemente.
Lei non se lo fece ripetere due volte, salì in macchina e si allontanò, prima di averlo guardato negli occhi un’ultima volta.

Erano passati due mesi da allora, non lo aveva più visto, non lo aveva più sentito, lo stesso non poteva dirsi di Fran, passava a trovarla ogni giorno e se all’inizio lei gli aveva sbattuto la porta in faccia ogni volta, alla fine si era arresa.
Le aveva permesso di continuare a far parte della sua vita, certo il rapporto non era quello di prima e troppo spesso sorprendeva Fran a guardarla con un’espressione da mogia che non le aveva mai visto, ma non se la sentiva di fare come se niente fosse, non ancora almeno.
L’estate era ormai agli sgoccioli, la fine di agosto era insopportabilmente piovosa e Rica sospirò mettendo via il costume e rassegnandosi a trascorrere un altro pomeriggio al chiuso a tormentarsi.
Adam continuava a mancarle in un modo che la infastidiva, ogni volta che usciva di casa, che passava dal parco o davanti al bar in cui andavano a prendere il caffè, che incrociava un ragazzo con una maglia scolorita che correva o un’auto come la sua trasaliva e subito dopo si sentiva morire. Temeva e sperava che fosse lui, ogni volta. Ma non era mai lui. Se n’era tornato in Canada subito dopo la loro rottura, glielo aveva comunicato Fran, infrangendo la promessa che l’amica aveva dovuto farle per continuare a restare tale, “Mai parlare di Adam”.
- Rica… - la chiamò Fran facendola riemergere dai pensieri. - Devo dirti una cosa…
- Dimmi.- disse distrattamente continuando a piegare i vestiti da mare per non farle vedere le lacrime che erano tornate a pizzicarle gli occhi.
- Sicura?
Rica si irrigidì, sapeva che quella reticenza era dovuta al fatto che Fran aveva qualcosa di importante da dirle, qualcosa infrangeva la promessa su Adam.
Sospirò e annuì, continuando a darle la schiena.
- E’ tornato.
Cosa sarebbe successo se l’avesse incontrato? Cosa avrebbe detto? Avrebbe provato a convincerla di nuovo o in quei due mesi i sentimenti che diceva di provare per lei erano sfumati?
Non lo sapeva e aveva paura di scoprirlo.

Quella città era troppo piccola e se prima questo la rassicurava adesso le metteva ansia.
E poi successe.
Era prevedibile.
E successe.
Usciva dal supermercato di fronte casa, con un sacchetto di carta carico di roba e già mezzo strappato stretto al petto e lo vide lì, a pochi passi. Doveva averla vista prima di lei perché se ne stava lì, immobile, con una mano a mezz’aria verso un carrello della spesa e gli occhi fissi nei suoi.
Lo sfarfallio allo stomaco era doloroso quasi tanto quanto la sua bellezza.
Era più magro, quasi sciupato, gli occhi blu risaltavo sulle guance scarne ricoperte di barba.
Eppure era sempre più bello.
Sentì le ginocchia cederle e si riprese solo per miracolo.
Un piede dietro l’altro e distolse lo sguardo dal suo.
- Ciao Ica.- i suoi passi veloci e poi la mano sul suo braccio.
- Ciao Adam. - si rassegnò a dire, evitando di guardarlo di nuovo.
- Come stai?
- Bene e tu?- disse velocemente, non vedeva l’ora di andare a rifugiarsi sotto le coperte e piangere.
Lo amava così tanto.
- Non lo so.
Lei annuì. Non sapeva che dire, non sapeva parlare più, era così vicino e c’era il suo profumo, quel profumo che era rimasto a lungo nelle sue lenzuola, sui suoi vestiti, in tutta la sua casa e che ogni tanto sentiva ancora per uno strano scherzo dei suoi sensi.
Ma quella volta non era uno scherzo.
Era il suo odore, era lui.
- Devo andare.- la voce le uscì più soffocata di quanto volesse.
- Perché? Ti si scongelano i surgelati?- le chiese con voce improvvisamente ostile.
Lei non reagì, iniziando a camminare verso casa.
- Dobbiamo parlare Ica.
- Di cosa? È acqua passata Adam, non ha senso.
Lui rallentò e per un secondo lei si illuse che avesse deciso davvero di lasciarla perdere, di non tormentarla.
- Per te lo è? Per me no!
Si fermò e non poté fare a meno di guardarlo.
- Su Adam che vuoi? Vuoi detto che ti perdono? Va bene, ti assolvo. Vai tranquillo e non sentirti più in colpa per avermi fatto sentire un’idiota, per avermi illusa, è passata.- ripeté di nuovo, mentendo con una disinvoltura che non sapeva di avere.
- A te forse è passata, a me no.
- Vuoi farmi credere che il bell’Adam Roy non ha trovato una Sally o una Sidney per consolarlo? - sogghignò salendo i grandini davanti casa e aprendo il portone con il chiaro intento di mettere fine a quella discussione.
Non voleva sapere di come lui si era consolato, di chi aveva dormito con lui. Il solo pensiero la fece rabbrividire e le chiavi di casa le caddero di mano, abbassandosi per recuperarlo il sacchetto si lacerò del tutto e la spesa rischiò di rovesciarsi sulla soglia di casa.
Lui salì i tre gradini con un passo solo e le tolse le chiavi di mano, aprendo lui la porta.
- Grazie, adesso però vai, io non voglio..
- No adesso chiariamo questa cosa una volta per tutte. - tuonò lui spingendola dentro e sbattendosi il portone alle spalle.
- Adam.. - iniziò lei, dopo aver appoggiato il sacchetto su una sedia lì vicino. Senza quello scudo davanti si sentiva indifesa, non sapeva dove mettere le mani, se le strinse al petto incrociando le braccia.
- No. Tu adesso stai zitta e mi fai parlare e basta.
Lui stava urlando e lei si zittì, non aveva la forza di discutere, non si era ancora ripreso dallo shock di esserlo trovato di fronte, bello come e più di prima.
- Tempo fa mi hai accusato di essere superficiale, di pensare all’amore come a qualcosa di scontato. Io non ho replicato, non ho risposto, perché ne sapevo così poco dell’amore che ho avuto paura che tu avessi ragione. Ma ora, a distanza di mesi mi rendo conto che quella superficiale sei tu. Sei tu quella che crede che l’amore sia solo apparenza! Sei tu continui a dire che io sono bello e che tu non lo sei e che quindi io non posso provare amore per te. Sei tu quella superficiale.. Sei tu! Io non ho mai fatto queste distinzioni, non mi sono mai sentito il bello della situazione, non ho mai creduto che il mio amore dovesse essere un evento sensazionale, il principe che si innamora di  Cenerentola! Sono pensieri tuoi, sono parole tue, non mie! Io ho solo sperato che tu ricambiassi il mio amore che non c’entra niente con l’aspetto fisico, anche se lasciamelo dire, io ti trovo comunque irresistibile. Io amavo te, la tua essenza, le tue sfumature di carattere e ti trovavo meravigliosa sia dentro che fuori. Ma adesso non lo so più. Non lo so più se questo amore fosse ben riposto. Ti sei interessata a me solo perché sono il bel ragazzo che dici? Quale Adam conosci? Quale Adam amavi? Sei tu che hai visto in me solo aspetto fisico.
Che liberazione dirlo dopo tanti mesi! Che sollievo!
La amava ancora, non c’erano dubbi.
La amava davvero, di un amore che, ne era certo, non aveva nulla di scontato. Amava lei. La amava davvero, da profondo del cuore. Come non aveva mai fatto e come forse non avrebbe fatto mai più.
Rivederla gli aveva fatto tremare il cuore e lo stomaco, la salivazione si era azzerata, le mani avevano iniziato a tremare impercettibilmente. Si sentiva euforico e arrabbiato al tempo stesso.
Avrebbe voluto stringerla e dimenticarla al tempo stesso. Ma sapeva che entrambe le cose erano impossibile.
La guardò, era lì di fronte a lui, dopo due mesi ed era così fragile e forte al tempo stesso e così bella da fargli male.
- Maledizione! - le volò davanti e la prese tra le braccia. - Io non ce la faccio più!
Lo disse contro le sue labbra.
Non ce la faceva davvero più. Voleva quello da primo secondo che l’aveva vista. La guardò in quegli occhi spalancati, color cioccolato fondente, la sentì resistere al suo bacio per qualche secondo per poi arrendersi e farlo morire di gioia.

Era stato così facile cedere.
Lo aveva sentito parlare, aveva ascoltato le sue parole ma desiderava solo abbracciarlo, solo baciarlo.
E poi lui le era piombato di fronte, aveva sentito il suo alito che si mescolava al proprio, il suo profumo che la avvolgeva come una coperta calda a gennaio e poi il suo sapore. Quel sapore.
Non avrebbe potuto resistere nemmeno se avesse voluto e lei non era nemmeno certa di volerlo.
E poi i vestiti erano stati di troppo.
Troppo tempo che non sentiva quella pelle contro la sua.
Troppo tempo che quelle mani non la toccavano.

- Hai parlato al passato.- mormorò lei.
Lui se la teneva stretta con un braccio, il petto incollato alla sua schiena e il viso premuto contro la sua nuca, il suo respiro le faceva il solletico spostandole i capelli.
- Cosa?- chiese lui, confuso.
- Hai detto “io amavo te”, se davvero prima eri innamorato di me adesso non lo sei più.- disse lei sussurrando.
Lo sentì muoversi e in un secondo lui la scavalcò e si mise davanti a lei puntandole gli occhi nei suoi, il fiato le si mozzò.
- Ti amo. Ti amo davvero Ica.
Il suo respirò si dileguò del tutto e dovette sforzarsi per riuscire a ritrovarlo di nuovo. Le tempie le pulsavano.
- Non mi fare più del male e io prometto che non ne farò a te. - disse solennemente.
- Non ne avevo intenzione Ica, ma comunque non lo farò più.
Ed era sincero, lei poteva vederlo dai suoi occhi.
La amava.
Era palese.
La amava davvero.
Lo abbracciò stretto sentendosi il cuore scoppiare.

Rica guardava l’acqua schiantarsi per poi scivolare lungo i vetri. Una pioggerellina fitta nemmeno fosse autunno a Londra invece che Agosto in Italia.
- Sai qual è una cosa che mi ha sempre affascinata e che non ho mai trovato il coraggio di fare? - chiese voltandosi verso Adam che stava preparando il pranzo.
- Il bunjee jumping?- Sorrise lui.
- Ho detto affascinato! Tremo al solo pensiero di lanciarmi nel vuoto.
- Immaginavo. Cosa?
- Fare il bagno in mare mentre piove.
- Facciamolo!- esclamò lui spegnendo i fornelli.
- Cosa?
- Il bagno in mare! È agosto, piove! Facciamolo! - la mano di lui trovò la sua e la trascinò fuori.
- Ma non ho nemmeno il costume!- protestò Rica.
- Nemmeno io! Lo facciamo vestiti! O nudi..- disse ammiccando.
Adam parcheggiò l’auto sul ciglio della strada e correndo le aprì lo sportello e la prese per mano.
- Andiamo!- urlò ridendo.
Era così bello. Gli occhi socchiusi per difendersi dalla pioggia e le punte dei capelli nerissimi che si arricciavano leggermente.
Senza che avesse il tempo di realizzare era immersa in mare fino al petto, la superficie bombardata dalle gocce che cadevano tutto intorno.
- E’ bello! Ci verrà una broncopolmonite, ma è così bello!- disse Adam urlando per sovrastare il rumore della pioggia.
- Io ce l’ho avuta e posso dirti che non è piacevole! - sorrise lei avvicinandosi.
- Lo immagino! Siamo due pazzi! - disse lui scuotendo i capelli per liberarli dalle gocce d’acqua e abbracciandola.
- Ogni tanto è piacevole fare una pazzia no?
- Facciamone un’altra! - all’improvviso lui aveva smesso di ridere e la fissava negli occhi con espressione attenta e concentrata.
- Guarda che se ti riferisci al bungee jumping io…
- Sp
osiamoci!


Al prossimo capitolo che sarà l'ultimo. Se volete farmi sapere mi fate una donna felice :) A presto! Bacioni, Manu!
  
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