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Autore: sorita    10/09/2014    6 recensioni
La storia dell'amicizia tra Taichi, Sora e Hikari. Dalle origini. Tre ragazzi cresciuti insieme che con il tempo hanno costruito un legame indissolubile, che a sua volta verrà messo a dura prova anche dalle persone che amano e che hanno intorno. Unbreakable bond è una storia basata su questi tre personaggi ma anche sugli altri digiprescelti della serie Adventure 01. Per chi ha sempre creduto ad un finale diverso.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hikari Yagami/Kari Kamiya, Sora Takenouchi, Taichi Yagami/Tai Kamiya, Yamato Ishida/Matt | Coppie: Sora/Tai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Odaiba 2016, Settembre
 
 
 
 
 
 
 
 
Una bellissima e stupenda giornata di Settembre.
 
Era il primo Sabato del mese e il sole splendeva , rendendo assai brillante quel cielo azzurro e limpido che sovrastava Odaiba.
 
Una giornata perfetta, come doveva essere quel giorno.
 
Vi era un leggero ma dolce vento, che rendeva ancor più incredibile quel momento.
 
Lieve e soffice, come una carezza.
 
Quella splendida e candida luce trapelava dalle finestre, rendendo magico persino l’appartamento di Sora.
 
I raggi colpivano i delicati fiori bianchi che quel giorno decoravano la sua casa.
 
La luce si rifletteva anche su di essi, scatenando un colore brillante sulle pareti.
 
Erano stupendi, d’altronde sua madre aveva davvero gusto in tutto ciò.
 
In casa Takenouchi la gente aveva cominciato ad uscire, per avviarsi in chiesa.
 
Era così che funzionava il rinfresco matrimoniale, o meglio, così le era stato riferito.
 
Lo sposo e la sposa dovevano pernottare nelle rispettive case, dove sarebbe avvenuta la loro preparazione.
 
Prima di dirigersi in chiesa, le rispettive famiglie avevano organizzato un rinfresco, ognuno per i propri parenti ed amici, per attendere al meglio ,poi, il gran pranzo che sarebbe giunto più tardi.
 
La sposa era uscita dalla camera, con quel suo stupendo vestito bianco.
 
Fu applaudita dai presenti, la sua bellezza non aveva eguali e affascinò ed ammaliò ogni singola persona e cuore umano.
 
Sora quel giorno era bellissima.
 
Indossava un vestito candido come la neve: un corpetto,decorato con qualche diamantino e pizzetto, le stringeva il busto, evidenziando il suo fisico più che perfetto e la sua snellezza.
 
Da esso, scendeva armoniosa la lunga gonna, di seta morbida tanto da ballare al movimento del suo corpo e abbellita anch’essa con brillanti e piccoli pizzi.
 
Aveva preferito tenere i capelli non tutti raccolti quel giorno: si era tirata sulla nuca, grazie ad un bellissimo fermacapelli di pizzo bianco come il vestito, solo quelle ciocche ramate che le ricadevano avanti, evidenziando così il suo viso angelico, reso ancora più bello dal leggero trucco che si fece fare.
 
A rendere più brillante quella perfezione, furono i diamanti che teneva sulle orecchie e che decoravano qua e là tutto il vestito.
 
Non c’era alcun dubbio, quel giorno Sora Takenouchi era la ragazza più bella che si potesse trovare in tutto il Giappone.
 
Ormai l’attesa era quasi finita e lei doveva cominciare ad avviarsi.
 
Gli ultimi ospiti stavano lasciando la sua casa, salutandola calorosamente uno alla volta, baciandola e inebriandosi di quel dolce profumo che la pervadeva.
 
Ad avvicinarsi tra gli ultimi, fu la sua migliore amica, nonchè una dei suoi testimoni di quel giorno.
 
Mimi Tachikawa per l’occasione si era fatta fare un vestito su misura, di seta e di un colore verde smeraldo che s’intonava perfettamente coi suoi capelli rosa confetto, ormai diventati lunghi fino a metà schiena.
 
Li portava sciolti, decorati con qualche stellina brillante, tanto da far risplendere i suoi occhi cenere.
 
Si alzò un pò il vestito lungo, per avvicinarsi velocemente alla futura sposa e abbracciarla come non mai.
 
-Oddio, sto già per piangere, me lo sento!
 
Sora rise, ma poteva ben sentire la tensione e la commozione della sua cara amica.
 
Mimi l’aveva aiutata molto in quella preparazione, era stata sempre con lei, dalla scelta del vestito, alle decorazioni, alla scelta del ristorante, su tutto.
 
Infondo, chi meglio di lei poteva aiutarla in ciò?
 
Mimi Tachikawa, ventiseienne, era diventata una stilista, inoltre, possedeva anche un centro estetico in America.
 
Si era fatta davvero strada, aveva sempre avuto gusto in tutto ciò, anche se per Taichi non era affatto così.
 
Nonostante l’età, i due si divertivano sempre a prendersi in giro, ma neanche il giovane Yagami poteva negare l’immenso e utile aiuto che la bellissima fanciulla gli aveva dato per quel giorno.
 
-Se inizi a piangere, probabilmente ti seguirò a ruota... non vorrai farmi rovinare il trucco?-scherzò Sora, che l’abbracciò di nuovo, con un immenso affetto.
 
-Ah, mai e poi mai!- si riprese subito l’amica.- Ed ora vado a gestire la situazione in chiesa! Ognuno deve stare al suo posto, deve essere tutto perfetto!
 
Rise, sembrava davvero una di quelle pianificatrici di matrimoni.
 
In effetti, avrebbe potuto avere una bella carriera anche in quel settore.
 
La baciò di nuovo, non riusciva proprio a staccarsi, ma, pensando che doveva assicurarsi che tutto andasse per il verso giusto, corse via, incitando poi un’altra bellissima ragazza a sbrigarsi, visto che dovevano dirigersi verso la stessa meta insieme.
 
Sora, nel vederla, sorrise così dolcemente da poter sciogliere un intero ghiacciaio.
 
Hikari, nonostante dovesse essere nell’appartamento del futuro sposo, era passata anche nel suo.
 
Alla fine, non ci voleva neanche tanto, poichè il palazzo era quello.
 
La sorella acquisita era stupenda, più di un fiore appena sbocciato.
 
Indossava un vestito rosa pastello, che le risaltava l’abbronzatura e gli occhi nocciola.
 
Era corto davanti, per poi dilungarsi, attraverso un elegante velo trasparente, dietro, fino ai suoi bellissimi ed alti sandali.
 
I suoi capelli, lunghi ormai fino alle spalle, erano sciolti e ben ordinati.
 
Il suo trucco era perfetto, e la rendeva così affascinante che neanche il fatto che fosse fidanzata da anni avrebbe fermato un possibile pretendente.
 
Chissà il fratello cosa le aveva detto a riguardo.
 
Quasi che alla giovane Takenouchi venne una risata nel pensarlo.
 
La vide avvicinare lentamente a lei, con gli occhi già lucidi ma pieni di felicità.
 
-Sei bellissima, sorellina...- disse infine, per abbracciarla subito dopo teneramente, come solo lei sapeva fare.
 
Quel complimento, combinato al nomignolo che usava da una vita e che non aveva mai cambiato, le fece bruciare gli occhi: quante emozioni con quei pochi gesti!
 
Ci sarebbe arrivata viva in chiesa?
 
Ed ora, anche la testimone di Taichi la stava incoraggiando e salutando prima di quell’avvenimento.
 
Ebbene, Hikari Yagami avrebbe svolto quel ruolo, assieme al suo fidanzato, Takeru Takaishi.
 
La coppia, affiancata a Yamato, avrebbe rappresentato i testimoni dello sposo, mentre i restanti, ossia Mimi, Koushirou e Joe, avrebbero svolto lo stesso ruolo per la sposa.
 
Era stata una decisione in cui entrambi si erano trovati d’accordo: tutti i loro amici d’infanzia dovevano partecipare integralmente a quell’evento per loro importante.
 
Tre testimoni per parte, così da ritrovarsi in otto attorno all’altare.
 
Gli stessi otto ragazzi che avevano affrontato le peggiori avventure a Digiworld, lo stesso gruppo d’amici che in tutti quegli anni non si era mai diviso.
 
Hikari ormai era diventata una donna, e aveva un impiego anche lei: era diventata una maestra delle elementari, e Sora pensò che non vi fosse nulla di più azzeccato.
 
Era intelligente e dolce, ci sapeva davvero fare coi bambini, e negli ultimi anni lo aveva visto anche da vicino.
 
Il suo fidanzato Takeru, invece, era uno scrittore ma lavorava anche per uno studio di giornalismo.
 
Si erano davvero accoppiati bene, questo era il pensiero comune di tutto il gruppo.
 
Il bel biondino stava aspettando le due belle testimoni in macchina, con cui ,poi, avrebbe raggiunto la chiesa.
 
Hikari se lo ricordò ad alta voce, davanti all’affascinante sorella acquisita.
 
L’abbracciò più volte, col cuore colmo di gioia.
 
Fin da piccola aveva sognato di vederla così, fin da quando si era accorta che suo fratello e lei insieme formavano la felicità.
 
Ed ora, finalmente quel momento era arrivato.
 
Malvolentieri, Hikari salutò Sora, dicendole che si sarebbero viste poco dopo.
 
Ormai tutti se ne erano andati, poche persone erano rimaste in quella casa.
 
Vide sua madre, con la sua solita compostezza ed eleganza, avvicinarsi a lei a passi lenti e con le mani congiunte in avanti.
 
Gli occhi lucidi e fieri, proprio quelli che avrebbe avuto una qualsiasi madre nel giorno del matrimonio del figlio.
 
Toshiko sapeva che Sora si meritava quello ed altro.
 
Sua figlia, dal cuore puro, forte e fragile allo stesso tempo, meritava la felicità più grande.
 
Ma nonostante ciò, una specie di commozione la pervase: Il matrimonio era quel gesto che per una madre significava di lasciar andare ciò che aveva creato e cresciuto.
 
E in tutta la sua vita si ripetè che non aveva mai chiesto niente di più che una figlia come Sora.
 
Lei era ciò che ogni madre avrebbe sempre desiderato: brava, educata, gentile, dolce, determinata e forte.
 
E piena d’amore.
 
Le prese delicatamente le mani, facendole capire cosa era venuta a dirle.
 
Lo sapeva, entrambe erano consapevoli che un passo importante del genere avrebbe implicato l’emersione di un’altra faccenda.
 
Non avrebbe potuto fare altrimenti, aveva dovuto invitarlo e con lui, la sua attuale compagna.
 
All’inizio, Sora pensò di non farlo, ma, parlando con la saggia madre, donna della sua vita e da cui aveva sempre preso ispirazione, capì che quella era la cosa più giusta da fare.
 
Toshiko era stata sempre speciale, e razionale.
 
Aveva così tante caratteristiche positive che Sora non riusciva ad elencare.
 
Ma ora, era arrivato il momento.
 
-E’ ancora di là... non è partito.
 
Annuì, ancora un pò incerta:
 
-Va a chiamarlo... solamente lui però...
 
Vide sua madre eseguire l’ordine, mentre lei inspirò profondamente.
 
Quel giorno il suo sposo le aveva già fatto un regalo enorme, l’aveva inondata di coraggio.
 
Stava per affrontare uno dei punti più tragici della sua vita, che da piccola quasi l’aveva abissata nell’oscurità.
 
Ma Taichi l’aveva salvata, e ancora una volta, l’aveva incoraggiata ad affrontare a testa alta quella situazione che, pur ancora dolorosa, era ormai passata.
 
L’aveva rassicurata dicendole che non doveva affatto preoccuparsi, che per qualsiasi cosa lui ci sarebbe stato e sarebbe corso anche dalla chiesa fino a lei pur di sostenerla.
 
Sorrise ripensando a quanto fosse dolce e, al tempo stesso, divertente.
 
Lo amava con tutto il suo cuore.
 
Poi, lo vide: un uomo dai capelli dorati, del suo stesso colore, si avvicinava lentamente, con le mani in tasca.
 
Sembrava più intimorito di lei, forse aveva paura di ciò che aveva da dirgli.
 
Lo scrutò silenziosamente, spegnendo il sorriso di quel giorno.
 
Lei non avrebbe mai dimenticato, questo era sicuro.
 
Era stata una pugnalata al cuore, un tradimento così grande che ancora il suo animo ne risentiva.
 
Perchè, a causa sua, Sora aveva rischiato di cerscere senza un padre, senza una figura maschile al suo fianco.
 
Notò l’uomo osservarla amorevolmente, per accennare poi ad un tenero sorriso:
 
-Sei magnifica, figlia mia.
 
Sentì gli occhi bruciarle nuovamente, sapeva che avrebbe fatto male, sapeva che tanto l’odio che cercava di provare nei suoi confronti si sarebbe alleviato alla sua voce.
 
Annuì, sorridendogli, per far capire di aver apprezzato il complimento.
 
-Ti ringrazio, papà..- rispose, assumendo quella posa composta che aveva preso sempre da sua madre, congiungendo le mani in avanti.
 
Lei lo aveva invitato, dunque la parola spettava solamente a lei.
 
Sapeva cosa doveva dirgli, erano giorni che si preparava, e ora doveva usare il regalo fatto da Taichi.
 
-Vi ho riservato dei posti in chiesa... accanto a mia madre.
 
Con una sola frase, gli fece capire tantissime cose.
 
Aveva parlato al plurale, dunque includeva anche la sua attuale compagna.
 
Poi, gli aveva riferito che il posto che avrebbe dovuto occupare era proprio quello accanto alla sua ex moglie, ossia in prima fila, coi famigliari della sposa.
 
Cosa che decisamente non si aspettava.
 
Quasi si commosse per la notizia.
 
In tutti quegli anni lui aveva da sempre cercato di riprendere un certo rapporto con lei, era pur sempre sangue del suo sangue.
 
Per tanto tempo Sora si rifiutò, sbattendogli in faccia quell’enorme muro di cemento armato che aveva creato per proteggersi da lui.
 
Ma, da un pò di anni a quella parte, con l’arrivo di un certo lieto evento, e su consiglio della madre,  gli aveva aperto qualche spiraglio di luce .
 
Perchè il perdono è qualcosa che non deve essere negato a nessuno, ma ciò lo comprese meglio solo quando si ritrovò ad affrontare un nuovo ruolo nella sua vita.
 
Era stata però chiarissima su un fatto, quella donna, che non riusciva a pronunciare ancora per nome, non l’avrebbe mai e poi mai accettata.
 
Doveva accontentarsi di quella lieve relazione che aveva deciso di instaurare con lui, gli aveva dato una grande possibilità, un qualcosa in cui lui, Haruiko Takenouchi, aveva perso la speranza.
 
-Però...
 
Sora non aveva finito.
 
Gli aveva dato già un grande onore nel sedersi in prima fila, ma non si sentì di conferirgli anche l’altro ruolo.
 
Qualcun altro meritava di portarla all’altare.
 
-... però non posso proprio farmi accompagnare da te all’altare in chiesa. Penso che sia più giusto che lo faccia Susumo.
 
Vide Haruiko cercare di sorridere debolmente.
 
Non poteva davvero pretendere di più.
 
Era più che giusto, perchè Susumo Yagami in quegli anni aveva preso il suo posto, restando accanto a sua figlia come meglio poteva.
 
Le aveva fatto davvero da padre, non le aveva mai fatto mancare un certo affetto paterno e perciò Sora sentì di volere lui a sorreggerla in quella specie di sfilata.
 
-Hai ragione, ne sono consapevole. E poi, è stato sempre uno dei miei più cari amici.
 
Annuì, sorridendogli come meglio poteva e ecercando di non far trapelare il dolore che ancora punzecchiava il suo cuore.
 
Gli fece capire che non aveva altro da aggiungere, che aveva terminato ciò che aveva da dirgli.
 
Così, suo padre le si avvicinò, per abbracciarla anche lui, e Sora non gli negò neanche quel gesto.
 
Si sentiva sempre frenata, era normale, il perdono non avviene in tempi brevi, sopratutto per cose così gravose.
 
Forse col tempo tutto ciò si sarebbe affievolito, forse un giorno lo avrebbe perdonato completamente, ma non poteva ancora dirlo.
 
E, sopratutto, quello non era il momento per rattristarsi e pensare a ciò.
 
Ora aveva finito, e poteva avviarsi.
 
Finalmente avrebbe fatto quella promessa eterna.
 
La promessa con cui lei sarebbe stata ufficialmente sua, per sempre.
 
Haruiko stava dirigendosi verso l’uscita proprio quando incrociò Susumo, che stava andando a prelevare la sposa.
 
Il padre di Sora gli sorrise e lui fece lo stesso.
 
Il signor Takenouchi aveva ringraziato già milioni di volte il padre di Taichi per quello che aveva fatto in quegli anni.
 
Aveva una profonda stima per lui, e non poteva negare le valide ragioni di Sora nel sceglierlo.
 
Susumo era stato suo padre negli anni in cui lui era mancato.
 
Gli spettava quel ruolo.
 
Il bell’uomo dai capelli castani, come quelli che aveva l’uomo che amava, le porse la mano, sorridendole teneramente:
 
-Figliola mia, sei così bella che ho voglia di tornare giovane e sposarti io stesso.
 
Gli occhi di Sora brillarono, felici e commossi.
 
Prese volentieri la sua forte mano, dedicandogli uno dei suoi splendidi sorrisi.
 
Si, era proprio lui che doveva accompagnarla.
 
E ne era davvero sicura.
 
-Andiamo, l’autista ci sta aspettando vivamente... Shinichi lo sta facendo impazzire.
 
Rise per ciò che le disse.
 
Suo figlio sapeva essere davvero una peste.
 
Il suo dolce e bellissimo Shinichi, il figlio che aveva concepito con l’uomo che amava ben quattro anni e mezzi prima.
 
Si, Sora e Taichi avevano un bellissimo figlio, dalla chioma ribelle del padre, ma dal colore dorato di lei.
 
Dagli occhi furbi e brillanti di lui, ma del delicato colore di Sora.
 
La bella Takenouchi e il suo futuro marito avevano iniziato la convivenza esattamente cinque anni fa, dopo aver finito le rispettive università ed essersi assicurati un lavoro.
 
In realtà, anche durante gli anni universitari avevano convissuto: avevano risieduto nello stesso appartamento studentesco, visto che le loro università erano vicine.
 
Taichi era diventato un abile professore di ginnastica e si era anche immedesimato nel ruolo di allenatore della squadra di calcio maschile della città, mentre Sora aveva deciso anche lei di dedicarsi all’insegnamento, affiancando la madre, che era la direttrice della scuola di giardinaggio.
 
Dopo neanche un anno di convivenza, decisero di avere ciò che avevano sempre desiderato, ossia una famiglia.
 
Avevano dato la precedenza ad un figlio, invece che al matrimonio.
 
Avevano sempre desiderato di sposarsi con già qualche pargoletto che gli girava attorno, e quel desiderio lo realizzarono subito.
 
Ed ora, avevano quella piccola peste nella loro vita, simbolo del loro amore.
 
Un bambino così bello che rispecchiava lo splendore di entrambi i genitori.
 
E così puro ed innocente, da adorarlo alla sua prima vista.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Dall’altra parte, lo sposo era già arrivato ed si era piazzato davanti all’altare.
 
Dietro di lui, vi erano i suoi tre testimoni, seduti sulle rispettive poltroncine ad attendere la sposa.
 
Taichi era davvero agitato e lo si poteva vedere anche dal di fuori della chiesa.
 
Yamato rise nel vederlo così: si allentava di continuo quella cravatta stretta che sembrava non farlo respirare e si sistemava con altrettanta frequenza la giacca nera dello smoking.
 
Il bel leader dei prescelti, nonostante tutti quegli anni, non aveva rinunciato alla sua indomabile chioma, decisamente meno folta rispetto agli anni passati.
 
Questo perchè Sora l’adorava e mai e poi mai gliel’avrebbe fatta tagliare.
 
E poi, era identica a quella del figlio e, vederli insieme con la stessa acconciatura, gli rendeva ancora più adorabili.
 
Il suo migliore amico lo vide di nuovo combattere con la cravatta e non resistette più:
 
-La vuoi stracciare prima del previsto?- scherzò, facendo ridere il fratellino e la sua bellissima ragazza al suo fianco.
 
Taichi si voltò, mostrando la sua agitazione che era alle stelle.
 
-Yamato, hai una sigaretta? Ne ho bisogno!
 
Il biondo sgranò i suoi occhi limpidi, il giovane amico non aveva mai fumato in vita sua, e, il fatto che gli chiedesse una cosa del genere, stava a significare che era realmente preso dall’ansia del matrimonio.
 
Dall’altra parte, sentì gli altri tre testimoni ridere per quella scena.
 
Persino Joe era scoppiato, che di solito era quello che cercava di contenersi.
 
Il ragazzo occhialuto quel giorno era davvero elegante, e quello smoking blu scuro gli donava molto, oltre a dargli quella professionalità che effettivamente aveva.
 
Joe era diventato un rinomato medico, come il gruppo si aspettava da quando erano piccoli.
 
Come era anche prevedibile il futuro del bel Koushirou, dai suoi capelli rossi scuro: il ragazzo in questione era diventato un importante ingegnere informatico, e non c’era nulla di più azzeccato.
 
Yamato, invece, aveva optato nel dedicarsi tutta la vita alla musica, diventando un insegnante nel conservatorio musicale: impartiva lezioni di canto ed insegnava come suonare la chitarra.
 
La passione per la musica l’aveva avuta fin da piccolo, anche quello poteva essere prevedibile.
 
-Ma perchè ti agiti tanto? Hai già una famiglia avviata, che sarà mai un matrimonio?- esplicitò subito il dubbio il suo caro e biondo amico.
 
Lo vide arrossire e sudare ancor di più:
 
-Ahhh! Non capisci?? Il matrimonio... il matrimonio è ciò che lega una persona per sempre ad un’altra!!! E’ una promessa eterna! Possibile che non ci arrivi?
 
Le sue espressioni agitate facevano ridere, ma il messaggio che inviò era davvero profondo.
 
Taichi aveva spiegato il vero significato di matrimonio.
 
Era una promessa, un atto con cui avrebbe fatto sua Sora per l’eternità.
 
Avrebbe catturato il suo angelo per sempre.
 
Yamato alzò il sopracciglio, non sapendo se ridere o meno.
 
E il dubbio svanì quando udì qualcuno da fuori urlare l’arrivo della sposa.
 
Lo sposo si irrigidì, diventando pallido.
 
Era arrivato il momento, finalmente.
 
Riusciva a vedere benissimo da lì, da sopra quell’altare, la macchina nera, decorata di quel candido e bianco tulle, arrivare di fronte all’entrata della chiesa dove avrebbe coronato un altro suo sogno.
 
Vide suo padre, uscire dall’altra parte, elegantissimo e con aria fiera.
 
Sistemandosi la giacca e sorridendo a tutti coloro che stavano aspettando la sposa all’esterno, si diresse con velocità verso quello sportello che avrebbe rivelato la donna della sua vita.
 
Lo aprì, con eleganza, ma non uscì lei.
 
Il primo a balzare fuori fu suo figlio, il piccolo Shinichi, elegantissimo e stupendo.
 
Un bellissimo smoking bianco lo rendeva quasi celestiale, quasi un’allucinazione , quasi un’apparizione.
 
Lo vide ridere e guardarsi attorno, lanciando risate alla gente che lo salutava.
 
Poteva benissimo udirlo salutare cortesemente, come gli aveva insegnato la sua splendida madre.
 
Notò Susumo porgergli un cestino bianco, pieno di petali di rosa dello stesso colore, alternati ad un rosa pallido.
 
Sicuramente in tutto ciò c’era lo zampino di Mimi.
 
Osservò suo figlio grattarsi la testa per un momento ma non esitò a prendere quella specie di contenitore.
 
E finalmente, con l’aiuto di suo padre, uscì lei.
 
Non riusciva a capire, nonostante la conoscesse da una vita, nonostante fossero fidanzati da  dieci anni e conviventi da quasi otto, considerando anche gli anni universitari, l’effetto che gli provocava la sua celestiale visione era indescrivibile.
 
Il fascino che gli trasmetteva, la sua bellezza che aumentava col passare dei giorni, non erano affatto normali ed umani.
 
L’aveva sempre pensato, lei non era di quel mondo, lei apparteneva a qualcosa di molto più in alto e irraggiungibile.
 
Ogni volta era un colpo al cuore.
 
Ogni volta era un’emozione diversa ed unica.
 
Non poteva credere che una tale creatura lo avrebbe affiancato per il resto dei suoi giorni.
 
Era strordinaria.
 
Non appena scesa, la prima cosa che fece fu chinarsi verso il figlio per sistemargli il papillon e la giacca, candida come il suo vestito.
 
Erano uno di fronte all’altro, le persone più importanti della sua vita, la sua famiglia.
 
La vide alzarsi, con la grazia che l’aveva sempre caratterizzata.
 
Si sistemò la bellissima e delicata gonna di seta morbida e salutò i presenti, sorridendo ad ogni complimento che le giungeva.
 
Ma non c’erano parole per descriverla.
 
Un “sei bellissima”, “sei stupenda”, “magnifica”, non davano neanche lontanamente l’idea di quanto potesse essere maledettamente affascinante.
 
Finalmente, dopo essersi spostata quelle poche ciocche che le erano cadute in avanti, puntò il suo brillante e dolce sguardo mielato sull’altare, su di lui.
 
Lo vide completamente incantato, neanche il rumore di tutti i presenti in chiesa che si alzarono in piedi  fece distogliere l’attenzione su quella divinità che stava per entrare.
 
Prima che potesse partire, la sua futura sposa fu preceduta dalla loro magnifica creatura che, con il suo sorriso identico a quello del padre, avanzò prima di loro, gettando quei delicati petali di rosa sul pavimento e avanzando in direzione dello sposo.
 
Con la sua entrata, iniziò la danza nuziale, suonata in modo così dolce e armosioso col pianoforte.
 
Vide Sora prendere sottobraccio Susumo, il quale le sorrise rassicurante, stringendole con l’altra mano libera quella della fanciulla aggrappata al suo braccio.
 
La sua futura nuora sorrise di nuovo dolcemente a quell’uomo che aveva rappresentato tanto nella sua vita.
 
E finalmente,avanzò, a passo lento ma deciso, al ritmo di quella musica che aveva dato inizio alla loro promessa.
 
Gli occhi di Sora, da quel momento non si staccarono più da quelli incantati e affascinanti dell’uomo che amava, che la vedeva avanzare verso di lui, sempre più.
 
Non si sarebbe mai dimenticato di quel momento, per tutta la sua vita.
 
Lo avrebbe tenuto sempre in mente e dentro al suo cuore.
 
Ancora una volta, lei gli aveva creato delle emozioni tali da non poter essere descritte.
 
Notò suo figlio arrivare davanti a quei pochi gradini che rialzavano l’altare e sentire Toshiko suggerirgli di andare verso di lei.
 
Eseguì l’ordine dato,ma solo dopo essersi fiondato sul padre e avergli urlato un caloroso saluto che fece scoppiare a ridere i presenti:
 
-Ciao papà! Siamo arrivati finalmente!
 
Taichi non si trattene, come anche sua madre, che oramai era giunta anche lei ai piedi di quell’altare.
 
Il giovane Yagami se ne accorse, e , facendo un cenno complice alla sua copia in miniatura, gli fece capire che doveva andare.
 
Shinichi si avviò, così, verso la nonna Toshiko, facendo capire, però, che sarebbe stata una cosa momentanea.
 
Quando il futuro sposo raggiunse la bellissima fanciulla, fu suo padre a passargli la mano di colei che avrebbe sposato.
 
Così, delicatamente, quella mano fu accolta dalla sua, forte ma allo stesso tempo piena di calore.
 
Salirono quei tre scalini mancanti non staccandosi gli occhi di dosso e non spegnendo quelo sorriso pieno di amore.
 
Non riuscì ad evitare di sussurarle dei complimenti:
 
-Sei maledettamente splendida.
 
In tutta risposta lei rise, ammaliandolo ancora come se fosse la prima volta:
 
-E tu sei così affascinante.- gli rispose infine lei, con quella lieve e dolce voce che aveva.
 
Il rito era iniziato.
 
La loro promessa stava per giungere.
 
Si sedettero tutti, ascoltando ciò che aveva da dire il prete.
 
Entrambi gli sposi potevano benissimo percepire l’emozione nell’aria e la commozione di colore che li conoscevano più in assoluto.
 
Erano ore che Mimi cercava di trattenere le lacrime, assieme ad Hikari, la quale poteva essere considerata una delle persone che sentiva di più di quell’ evento.
 
Suo fratello era lì, il suo fratellone, era seduto a poca distanza da lei, ed emanava una felicità mai vista.
 
Stringeva teneramente la mano di Sora, che aveva quel dolce sorriso stampato sulle sue morbide labbra.
 
La maggior parte degli invitati sapeva, però, che effettuare un matrimonio con un bambino vispo come Shinichi non poteva risultare un qualcosa di semplice.
 
Infatti, si staccò presto dalla nonna Toshiko, per avviarsi verso i genitori ed interrompere per un momento il prete e la celebrazione:
 
-Mamma, io pure voglio stare con voi!- si lamentò, creando l’ennesima risata per la sua innocenza.
 
Dopo aver riso anche loro ed essersi scambiati un complice sguardo, Sora lo fece mettere a sedere sopra di lei, baciandolo e abbracciandolo, ma invitandolo al silenzio e ad ascoltare.
 
Obbediva sempre alla mamma, perchè era cresciuto con il suo straordinario amore e ,a sua volta, l’amava tantissimo.
 
Arrivò poco dopo il momento della promessa, e gli interessati dovettero alzarsi in piedi.
 
Stavolta fu la nonna Yuuko a chiamare il nipote.
 
Era evidente anche il perchè: il bellissimo bambino dalla chioma dorata doveva portare le fedi ai suoi genitori.
 
Vedere una creatura del genere fare le cose con tanta innocenza e spontaneità, portando quello straordinario sorriso sulle labbra, creava un calore generale che riusciva a rendere di buonumore anche la persona più fredda ed oscura.
 
Lui era frutto dell’unione di due persone straordinarie, era normale che Shinichi avesse un effetto tanto particolare.
 
Si avvicinò ai genitori, tenendo con molta premura quel cuscinetto su cui erano poggiate due fedi di oro bianco.
 
Nessuno poteva sapere che all’interno erano incise le iniziali dei due sposi, nonchè disegnato, in miniatura, quel simbolo che Taichi aveva creato anni fa e che univa e assemblava le loro digipietre.
 
Coraggio e amore si stavano unendo, perchè in fondo si completavano entrambe a vicenda.
 
Taichi aveva dovuto trovare un grande coraggio per realizzare quell’enorme amore, perchè gli amori più belli si realizzano solo con coraggio di andare aventi nella vita e di affrontare vicende che inizialmente sembrano insormontabili.
 
-...se dunque è vostra intenzione di unirvi in matrimonio, datevi la mano destra ed esprimete davanti a tutti i presenti il vostro consenso.
 
Le parole del sacerdote risuonarono per tutto quell’edificio, e un silenzio armonioso, pieno di sguardi attenti, inondò quel luogo.
 
Erano finalmente giunti a quel punto, ora la parola spettava solo a loro due.
 
Taichi si voltò verso colei che amava più di sè stesso, più di ogni altra cosa al mondo.
 
Incatenò il suo sguardo ,deciso ed affascinante, a quello dolce di lei, catturandola come ogni volta.
 
Le prese le mani, per stringerle poco dopo e mostrarle quell’amorevole sorriso che le dedicava sempre:
 
-Io, Taichi Yagami, accolgo te, Sora Takenouchi, come mia sposa. Prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita.
 
Vide gli occhi di Sora farsi lucidi.
 
Non sapeva perchè, ma quelle parole, pronunciate da colui che amava, le provocarono un’emozione e una commozione unica.
 
Fu davvero provata, tanto che dovette mandar giù quel magone che le si era formato per la commozione e prendersi tempo.
 
I due protagonisti sentirono chiaramente i singhiozzi formarsi alle loro spalle: Mimi aveva già il fazzoletto davanti alla bocca, Hikari cercava con molta fatica di contenersi, mentre le mamme dei due giovani erano già crollate in un pianto di felicità.
 
Intenerita da tutto ciò, Sora decise di avanzare e di non far attendere ulteriormente la sua risposta:
 
-Io, Sora Takenouchi, accolgo te, Taichi Yagami, come mio sposo. Prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita.
 
Disse quest’ultima frase con estrema decisione, scandendo ogni parola e provocandogli un gran sobbalzo al cuore.
 
Tutti i giorni della loro vita.
 
Per tutti i giorni sarebbero rimasti insieme, per sempre.
 
Notarono il sacerdote fare un cenno al bellissimo bambino, che avanzò verso di lui e si piazzò proprio di fronte ai genitori che ancora si tenevano per mano.
 
-Ora donatevi questi anelli in segno di amore e fedeltà.
 
Taichi prese l’anello, senza esitare,  mandando un occhiolino al figlio, che lo guardò fiero.
 
Prese la mano sinistra della fanciulla e l’alzò verso di lui.
 
Senza staccarle gli occhi di dosso, da quel viso angelico che l’aveva osservato per una vita intera, infilò il bellissimo anello d’oro bianco sul suo anulare:
 
-Sora Takenouchi, ricevi questo anello, segno del mio amore e della mia fedeltà.
 
Rimase così tanto incantata che quasi dimenticò che doveva fare la stessa cosa.
 
Fortunatamente il figlio se ne accorse, e la richiamò, facendo ridere anche il padre e il sacerdote.
 
Prese la fede restante, e gliela infilò sull’anulare con delicatezza, con quel tocco lieve che solo un angelo poteva avere.
 
-Taichi Yagami, ricevi questo anello, segno del mio amore e della mia fedeltà.
 
La promessa era compiuta, la gente senza accorgersene aveva cominciato ad applaudire e Taichi, spinto proprio da quell’incitazione, la prese per baciarla come solo lui sapeva fare.
 
Catturò quelle sue morbide labbra e le assaporò, cercando di rivivere la prima volta che lo fece.
 
Ogni suo bacio era straordinario e aveva quel magico potere di non farlo staccare facilmente da lei.
 
Sora gli prese il viso, con quelle sue mani delicate, accarezzandolo e creandogli mille brividi in  tutto il corpo.
 
Gli fece capire di non smettere, di prolungarlo ancora un pò.
 
E avanzò anche lei, facendolo diventare molto passionale.
 
Quello che voleva trasmettergli era proprio la sua felicità e il fatto di desiderarlo ardentemente.
 
Finalmente, lei era diventata la moglie di Taichi Yagami, del ragazzo più coraggioso della terra, del guerriero più intrepido di Digiworld.
 
A lei era toccato questo grande onore, lei aveva conquistato il suo cuore e ora le spettava il compito di custodirlo e amarlo per l’eternità.
 
La lamentela del loro bambino li fece smettere e terminare quel dolce gesto che ormai era come una droga per loro.
 
Shinichi si era posizionato tra i genitori, chiedendo la loro attenzione e dicendo che anche lui voleva stare tra di loro.
 
Taichi rise di gusto, abbracciando stretta la sua bellissima sposa, la quale sorrise a sua volta alla sua creatura.
 
Ma il loro dolce gesto lo fece ingelosire di più, così decise di fiondarsi sulle gambe dei suoi genitori.
 
Dopo uno scambio di sguardi brillanti, i due adulti decisero di accoglierlo: Taichi lo abbracciò, e Sora ne approfittò ,non solo per dar un bacio al suo splendido bambino, ma anche per sistemargli per l’ennesima volta il vestito e i suoi capelli ribelli.
 
Quello che si mostrava a tutti gli invitati in chiesa era un perfetto quadro famigliare: una madre dalla bellezza divina, un padre solare ed affascinante e un bambino innocente ed affettuoso.
 
Gli applausi ed i sorrisi a quella visione aumentarono.
 
Toshiko e Yuuko abbandonarono il loro posto per abbracciarsi, contente di quell’esito.
 
Il sogno di una vita, ossia vedere i propri figli, cresciuti assieme, legati per sempre, si era avverato.
 
Ma il prete invitò la gente a calmarsi ed a riprendere i posti, i testimoni dovevano firmare e quindi, anche se la promessa era stata compiuta, c’era un altro pò da aspettare.
 
E in queglii attimi, Taichi e Sora seguirono i loro migliori amici eseguire ciò per cui erano stati chiamati.
 
Loro che erano stati davvero i testimoni del loro grande amore.
 
Loro che si erano dimostrati sempre presenti e comprensivi, in ogni situazione.
 
Loro che avevano aiutato a rendere tutta la loro storia e quel giorno così speciale.
 
I neo-sposi non potevano chiedere di meglio.
 
Si arrivò, così, alla fine della celebrazione.
 
Sora e Taichi dovevano avviarsi fuori dalla chiesa, dove già sapevano cosa li avrebbe aspettati.
 
Un’idea gliela diede proprio loro figlio che, stranamente, corse fuori assieme ai testimoni e ai suoi nonni.
 
Lo sentirono urlare:
 
-Zio Yamato!! Aspetta, io voglio il sacchetto più grande!!
 
Videro l’interessato prenderlo al volo e metterlo ,con agilità, sulle sue spalle.
 
Ebbene, per il bellissimo Shinichi tutti i testimoni dei genitori erano suoi zii.
 
Ed ognuno di loro lo amava.
 
D’altronde, chi riusciva a non farlo?
 
Il giovane Yagami prese per mano la splendida ragazza, ormai sua per tutta la vita restante.
 
Lei approfittò dell’attimo per rubargli un ultimo bacio a fior di labbra, ma che incrementò la voglia del castano di baciarla ancora.
 
La vide ridere, facendo risplendere ulteriormente il suo viso:
 
-Sei pronto, caro marito mio?
 
Rise a sua volta, pensando a quella tempesta che li avrebbe travolti:
 
-Ti proteggo io, cara moglie mia. Ti proteggerò per tutta la vita.
 
Quando le parlava in quel modo, una voglia irrefrenabile di congiungersi a lui la pervadeva.
 
Ma doveva resistere, ancora un pò.
 
Tirandola a sè, la fece avvicinare ancora di più, così da essere pronti all’uscita.
 
Non appena misero piede fuori dalla chiesa, videro innalzarsi una pioggia di riso candido sopra di loro.
 
Taichi, come aveva promesso, abbracciò sua moglie, facendole nascondere un pò il viso su di lui, ma entrambi risero di gusto notando con quanto furore la gente continuava a ripetere il gesto.
 
I più terribili erano proprio quei due: Yamato e Shinichi.
 
Il bel biondo si era avvicinato agli sposi e passava di continuo i sacchetti di riso a suo nipote.
 
Quest’ultimo, non esitava nello svuotarli velocemente in testa ai due festeggiati, sfruttando quella provvisoria altezza data grazie allo zio che lo teneva sulle spalle.
 
Hikari rise, ma nel mentre qualche lacrima la tradì.
 
Aveva provato più volte la felicità, grazie a Takeru e anche a loro due.
 
Era così contenta di quell’esito che non riusciva neanche a spiegarlo a voce.
 
L’affascinante Takeru l’abbracciò a sè, notando subito il suo stato e ,con delicatezza, rivolse il viso della fanciulla contro il suo, per stamparle un bellissimo bacio.
 
Nel mentre, la pioggia di riso era terminata e Mimi si era apprestata subito ad aiutare la sposa a togliersi i chicchi impigliati tra i capelli.
 
Sora rise, il suo cuore era colmo di felicità e non riusciva a far altro che sorridere.
 
-Signorina Yagami, credo che lei sia apposto ora!- concluse, per poi abbracciarla subito.
 
Esatto, ora lei aveva assunto il cognome di suo marito.
 
E ciò la riempiva di orgoglio.
 
-Oh, Mimi. Grazie, grazie di tutto... è così perfetto...
 
La vide tirarsi indietro e guardarla in viso, con i suoi occhi cenere pieni di lacrime.
 
-No..tu sei perfetta...
 
Fu Sora stavolta a stringerla a sè.
 
La sua migliore amica sapeva essere talmente adorabile.
 
Voleva sempre apparire forte e sicura di sè, ma ogni persona ha qualche debolezza, perchè anche esse contribuiscono a renderti umano.
 
Intanto, Koushirou e Joe si erano avvicinati allo sposo ed a Yamato.
 
-Ancora resisti alla cravatta, incredibile.- scherzò il rosso, facendo ridere anche gli altri.
 
-Ancora per poco! Al ristorante la toglierò, stanne certo! E se mia moglie non vuole, la allenterò!
 
-Allora io mi tolgo il papillon!- avanzò subito suo figlio da sopra le spalle del giovane Ishida.
 
Risero, padre e figlio erano terribili, chissà quella povera Sora come faceva a sopportarli.
 
-Se lo fate, non vi parlerò tutto il tempo.
 
Proprio in quel momento sopraggiunse lei, vesita di quel bianco candido, angelica e più bella che mai.
 
Al suo seguito, vi era la bellissima Mimi dal vestito smeraldo, Hikari e il suo fidanzato.
 
Erano tutti lì, tutti ed otto a scherzare e ridere come facevano da una vita.
 
Shinichi fece capire a Yamato di voler scendere e, in sincronia col padre, cominciarono a dire cose incomprensibili, ma alla fine tutti compresero che si stavano pentendo per quello che avevano detto e che avrebbero fatto qualsiasi cosa lei dettasse.
 
Le risate si alzarono, entrambi amavano quella donna a tal punto che ogni sua parola era sacra.
 
Avrebbero fatto qualsiasi cosa per renderla felice.
 
-Come farai Sora a resistere con loro due, ancora non lo capisco!- scherzò Joe, non facendo così cessare l’allegria del momento.
 
Videro la bellissima ragazza dai capelli ramati guardare piena d’amore il suo sposo e poi accarezzarsi il  ventre.
 
-Tu pensa quando si aggiungerà una quarta persona cosa dovrò affrontare.
 
Lei l’aveva buttata sullo scherzo, ma fu così chiaro il messaggio che tutti rimasero a bocca aperta.
 
Hikari avanzò subito, con un sorriso splendente, prendendole l’altra mano libera e scambiando uno sguardo pieno di felicità con la sorella acquisita.
 
Sora aspettava un altro bambino e loro non se ne erano ancora accorti.
 
Ma come potevano farlo? La sua pancia sembrava così snella, così avanzò subito con una domanda:
 
-Ma da quanto sei incinta?
 
Lei sorrise, rassicurandola e facendole capire che la cosa era recente.
 
-Notizia fresca fresca... l’abbiamo scoperto tre giorni fa.
 
Rispose suo marito per lei, che si era avvicinato per poi abbracciarla dolcemente e posare anche lui la mano su quel ventre leggermente gonfio.
 
Lei ricambiò il sorriso e anche il gesto, posando la sua mano esile ma calda sopra quella  forte dello sposo.
 
-Sarà un mese e mezzo. Non vi avremo mai nascosto una cosa del genere, tranquilli.
 
Sora fece capire ai presenti che ciò era vero, e sorrisero tutti alla lieta notizia.
 
-Diventeremo zii per la seconda volta! Da non crederci! Stavolta fa una femminuccia, mi raccomando! Così le regalerò mille vestitini!!!- esclamò Mimi dalla contentezza.
 
-Si, poi chi lo vuole vedere Taichi riaccendere le sue manie di gelosia!- scherzò Takeru, mandandogli un’ implicita frecciatina e richiamando le scenate passate che aveva fatto nei confronti della sorella.
 
-Già, la vita di un’eventuale bambina non sarà semplice, se poi prende la tua bellezza, amica mia, la rinchiuderà in un convento.- appoggiò subito lo scherzo il fratello maggiore.
 
-Ah, voi due!!! Siete sempre più simpatici col passare degli anni!!!- si lamentò il diretto interessato.
 
Videro ,poi, la sua copia in miniatura avvicinarsi alla madre e mettergli anche lui una mano sul ventre, alzandosi però sulle punte per arrivarci.
 
-La proteggerò io, mamma! Io proteggerò la mia sorellina e te!
 
Quanto amava suo figlio!
 
Quanto era tenero e quanto assomigliava all’uomo che amava!
 
Lo prese subito in braccio, stringendolo forte a sè e dandogli una serie di baci che scatenarono la stessa e dolce reazione di lui nei suoi confronti.
 
I lineamenti di Shinichi erano identici a quelli della madre.
 
I capelli e i modi erano del padre, ma la bellezza era tutta di lei.
 
Stavolta, furono interrotti dall’arrivo delle madri dei due sposi, elegantissime entrambe in quel giorno.
 
Toshiko si avvicinò di più alla sua splendida figlia, dando una carezza sulla guancia delicata a suo nipote.
 
Posò i suoi occhi scuri sulla creatura più importante che aveva mai avuto, che quel giorno sembrava appartenere ad un altro mondo, per poi dirle:
 
-Tesoro, è arrivato il momento del lancio del bouquet. Le invitate si sono già posizionate.
 
Già, vero!
 
In quel giorno Sora si stava dimenticando di fare tante cose.
 
Ma era presa da suo marito e suo figlio, e per fortuna sua madre lo capiva e l’aiutava a gestire quel giorno.
 
Fece scendere Shinichi e prese dalle mani della madre il mazzo di fiori, preparato e confezionato proprio dalla donna che l’aveva cresciuta.
 
Guardò Hikari e Mimi e fece loro cenno di andare:
 
-Forza, che aspettate? State ancora quì?- scherzò.
 
La Tachikawa prese per mano la bellissima sorella di Taichi e la portò in mezzo al gruppo di ragazze e donne invitate, pronte per contendersi quell’innocente mazzo.
 
Sora avanzò, per poi voltare le spalle alle invitate e fare l’occhiolino, così, agli amici che la stavano guardando sorridenti e divertiti.
 
-Pronte?- le preparò la sposa.
 
Poteva udire già le risate e gli sguardi degli altri invitati su quella scena.
 
Prima di gettarlo indietro, Sora espresse un certo desiderio: sperava che andasse tra le mani di una certa persona.
 
Dopo aver gettato una bellissima occhiata al cielo limpido sopra di lei, eseguì il gesto, facendo volare all’indietro quella bella composizione di fiori.
 
La videro innalzarsi leggera, planare come se fosse trasportata dal vento, anche se quel giorno effettivamente non c’era.
 
Sora seguì quella scia, con quei suoi stupendi e particolari occhi mielati.
 
La vide cadere con eleganza in mezzo a quel gruppo di ragazze, rivelando un attimo dopo la vincitrice.
 
Incredibile, il suo desiderio era stato esaudito.
 
Il bouquet bianco era tra le braccia di Hikari, stupìta di come gli fosse caduto facilmente sopra le mani.
 
La sposa sorrise come non mai, era quello che voleva.
 
Yuuko e Susumo scoppiarono a ridere, mentre Taichi doveva ancora riprendersi dalla scena.
 
-Ah, cavoli, mi hanno scoperto! Bè, i prossimi siamo noi, Hikari!- esclamò subito Takeru, mettendosi le mani dietro la sua chioma bionda e scoppiando a ridere.
 
L’interessata arrossì bruscamente, mentre Taichi si scompose del tutto:
 
-Ahhhh dovrai passare su di me prima!!!!- esclamò iniziando a corrergli dietro, come se fosse un bambino.
 
Persino Shinichi rimase allibito dal comportamento del padre, lo zio Takeru e la zia Hikari li aveva visti insieme sin dalla sua nascita, non poteva ancora capire la gelosia che suo padre aveva nei confronti della sorella.
 
I presenti scoppiarono a ridere, mentre Sora si mise le mani sui fianchi.
 
Non sarebbe mai cambiato, nonostante tutti quegli anni passati, lui non riusciva proprio a superarla quella cosa.
 
Lo chiamò subito, voleva farlo venire al suo cospetto.
 
Taichi, sentendo la voce di sua moglie richiamarlo, si fermò.
 
Voleva che si avvicinasse a lei, e non esitò nel farlo appena lo comprese, abbandonando quella specie di rincorsa con suo cognato.
 
Non appena arrivò al suo cospetto, lei avanzò, con la solita compostezza ed eleganza, fino ad allungare le sue braccia e circondargli il collo.
 
Così facendo, si ritrovarono vicinissimi, le loro labbra erano ad un centimetro di distanza e Sora poteva benissimo sentire il respiro di lui accarezzarle la pelle.
 
-Dica, mia regina.- scherzò, posizionando la presa attorno alla sua esile vita.
 
Sua moglie spostò lo sguardo da quelle labbra da sempre ambite ai suoi occhi nocciola, che le facevano accelerare il cuore.
 
-Mi sono dimenticata di dirti una cosa...
 
-Cosa?- chiese quasi sussurrando e cercando già di baciarla.
 
Taichi non riusciva più a resistere a quelle poche distanze, ed era faticoso esitare ogni volta nel compiere quel gesto che lo faceva impazzire.
 
Sentì lei prima dargli un piccolo bacio, facendo sfiorare a malapena le sue delicate labbra sulla bocca di lui, poi rispondergli con lo stesso sussurro sensuale ma dolce usato in precedenza:
 
-Che ti amo.
 
A quelle parole, non aspettò più, avanzando con un bacio tanto passionale quanto amorevole.
 
Quel gesto era così sentito tanto da riuscire a togliere il respiro ad entrambi.
 
Sapevano che non potevano continuare a lungo, avevano un matrimonio da portare avanti, ma non riuscivano mai a farne a meno.
 
Avevano sempre bisogno di congiungersi, di avere un contatto così caloroso, era davvero una droga per loro.
 
Li faceva salire alle stelle, toccare l’universo con un dito e dominare la galassia.
 
Quelle sensazioni erano così straordinarie tanto da fargli capire quanto potesse essere prezioso, particolare ed unico quel rapporto.
 
Si staccarono un poco, per riprendere fiato.
 
Taichi le accarezzò la guancia, sorridendole teneramente:
 
-Dov’è che lasciamo Shinichi stasera?
 
Rise a quella domanda.
 
Era già stato stabilito che in quella prima notte di nozze avrebbero lasciato suo figlio dai nonni, infondo era così che funzionava.
 
La prima notte del matrimonio dovevano passarla da soli, era la tradizione.
 
Giocando col colletto ed affascinandolo col suo sguardo mielato, rispose:
 
-Da mia madre. Poi lo andremo a prendere domani verso l’ora di pranzo.
 
Lo vide ridere e sentì la sua mano posta sopra alla schiena perfetta di lei farle pressione verso di lui:
 
-Abbiamo tutto questo tempo? Ne approfitterò, sappilo.
 
Rise di nuovo a ciò che disse, per poi notare lo spostamento della mano di Taichi dal suo viso al ventre, leggermente gonfio.
 
Lo sguardo del suo sposo cambiò, trasmettendole la felicità per quel lieto evento.
 
I suoi sogni si stavano realizzando: amarla, averla accanto, sposarla e creare una famiglia con lei.
 
Aveva faticato molto, ma ce la stava facendo.
 
Perchè quando si desidera ardentemente qualcosa, alla fine la si ottiene sempre.
 
-Non vedo l’ora che arrivi. Chissà, minimo sarà un altro maschietto.
 
Lei scosse la testa, divertita all’idea:
 
-Sarà una femmina, me lo sento. Intuito femminile.- disse più che decisa.
 
Taichi la guardò perplesso, sapeva che ancora non potevano conoscerne il sesso con certezza, era troppo presto, ma sembrava davvero convinta.
 
-E allora, hai già idea che nome darle?
 
Lei scosse la testa, facendogli capire che ancora non ci aveva pensato.
 
Vide suo marito illuminarsi attraverso un sorriso.
 
Lui sapeva che nome attribuire a sua figlia, Sora glielo lesse negli occhi, così gli chiese il suo parere.
 
-La chiameremo Yumi, “portatrice di bellezza”, perchè tua figlia non può che essere tale, sarà così bella che davvero la rinchiuderò in un castello.
 
Quanto la faceva ridere!
 
Era straordinario, era perfetto, era il ragazzo che amava e l’uomo che l’avrebbe affiancata tutta la vita.
 
Lo baciò di nuovo, con la stessa passione di prima, ma quel gesto fu interrotto subito dall’altra loro creatura.
 
Shinichi si era avvicinato, lamentandosi sia del fatto che fossero troppo sdolcinati, sia perchè aveva fame.
 
Dopo essersi immersi in un’altra risata, decisero di staccarsi, un pò a malincuore, ed incentrarsi sul loro bambino.
 
Aveva ragione, ora dovevano dedicarsi alla loro festa, agli invitati e a loro figlio.
 
Loro avrebbero festeggiato per bene dopo,  quando si sarebbero trovati soli.
 
Ora dovevano condividere quel momento gioioso con le loro persone care.
 
Con coloro che avevano affrontato la vita in loro compagnia, con cui avevano condiviso giorni, emozioni, risate e brutti avvenimenti.
 
La neo-famiglia Yagami si voltò proprio verso i loro testimoni, nonchè amici d’infanzia, e le loro rispettive famiglie, dedicandogli uno dei loro sorrisi più straordinari.
 
Quella era la perfezione.
 
Due cuori uniti in un unico amore.
 
Un legame rafforzato dal concepimento della loro creatura, essa stessa simbolo di cosa erano diventati.
 
Perchè Taichi e Sora simboleggiavano proprio ciò che in molti pensavano non esistesse: il vero amore.
 
L’amore più puro e sincero che potesse esserci.
 
Un amore frutto di un legame indissolubile, costruito col passare del tempo e con le intemperie della vita.
 
Un amore tanto grande da non sembrare vero ed umano.
 
 
 
 
 
 
 
The end.
 
 
 
 
F**k Digimon Adventure 02!
 
 
 
 
 
 
 
NOTE!!!!!!
 
 
Ecco il mio epilogo!!!
Ancora pensate all’ultima puntata di adventure 02? Cancellatela!!!!!
In questo capitolo ho cambiato tutto!!!
 
Tra cui alcuni mestieri insensati che gli autori di digimon avevano conferito ai prescelti (Mimi cuoca??? Ma da dove avevano cacciato questa sua passione??? Yamato viaggiatore sulla luna??? Oddio, mi sento male!! Sora stilista?? Non ce l’ho mai vista!!! Taichi un diplomatico delle nazioni unite? O santo cielo!)
 
Questa è sempre stata la fine che avevo immaginato dopo la conclusione di adventure 01.
 
Come potete notare, ho pensato di ipotizzare una convivenza prima del matrimonio per quanto riguarda Taichi e Sora, e la scelta di avere un figlio prima di compiere un gesto simile.
 
Ci sono stati svariati motivi che mi hanno portata a ciò: uno, è che attualmente le cose funzionano così davvero, molti scelgono di invertire gli avvenimenti, ormai tanti scelgono dapprima la convivenza, quindi ho voluto sembrare moderna ahah; due, volevo far in modo che potesse sembrare anche un bell’epilogo per la mia storia “What i’ve done” ( aparte qualche piccolo particolare, con gli anni  e con il figlio, a cui, guarda caso, ho attribuito lo stesso nome e la stessa descrizione, ci dovrebbe stare).
 
Ah, ovviamente ho scelto un matrimonio in chiesa, perchè gli altri non so come funzionano! Ma vabbè!
 
Spero vi sia piaciuto e che non vi abbia delusa neanche stavolta!
 
Ringrazio di nuovo tutti i miei lettori, in particolare Joker_93 ed Icequeen90, i quali mi hanno dato la giusta carica ed incitazione per concludere questa storia che avevo sospeso. Questo capitolo ve lo dedico, ragazzi!
 
Vi lascio con una fanart trovata in giro per internet e che descrive perfettamente l’idea della famiglia che ho voluto creare con la mia storia.
 
 
Grazie di nuovo a tutti, ed evviva Taichi e Sora! La perfezione!
 
 
Un bacio grandissimo,
 
 
La vostra Cristy89/sorita
 
 
 
 
 

 
 
 
 
  
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