Libri > Hunger Games
Segui la storia  |       
Autore: skippingstone    12/09/2014    1 recensioni
"Mi avevano detto che pensare troppo fa male, mi avevano detto che sarebbe passato tutto eppure la testa mi scoppia, gli occhi bruciano e respirare sembra la cosa più difficile da fare. Rifletto sulla mia probabile morte e sorrido, almeno potremmo stare vicino. Posso affermare di aver combattuto per tutti quelli che non sono riusciti a farlo: ho combattuto anche per te.
Se, invece, riuscirò ad uscire da questa Arena, non sarò più lo stesso: tutte le cicatrici si stanno aprendo nell'interno della mia bocca lasciando un retrogusto di sangue e troppe sono nel cuore. Anche se uscissi da questa Arena, non ne uscirei vincitore. Ho già perso tutto.
Tutto tranne una cosa: la voglia di vendetta.
Possa la luce essere, ora, a mio favore!"
Genere: Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Altri tributi, Presidente Snow, Tributi edizioni passate
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
28. Parole
 
«Vogliamo restare così per tutta la durata degli Hunger Games?»
«Così come?»
«Zitti, muti.»
«No…»
«Dì la verità, hai paura.»
«Paura? Di cosa?»
«Di me.»
«Di te, Snow? Perché dovrei aver paura di te?»
«Perché sono un mostro.»
«Tu non sei un mostro.»
«Allora guardami.»
«Cosa?»
«Guardami negli occhi e dimmi che non è vero, che non sono un mostro.»
«Non sei un mostro.»
«Non mi stai guardando negli occhi.»
«Che cosa stupida da dire e da fare! Se ti dovessi mentire, lo farei anche guardandoti dritto negli occhi. Non capisco questa fissa del contatto visivo. Dovrebbero tutti smetterla di credere a questa cazzata.»
 
«Non hai fame?»
«Si!»
«Credo di non stare bene.»
«Abbiamo sete e fame. Stiamo camminando da tempo, è normale…»
«Non intendo fisicamente.»
«E, allora, cosa intendevi Snow?»
«La mia testa è come quest’Arena.»
«Anche la mia, non preoccuparti.»
«Perché fai così?»
«Così come?»
«Sminuisci il mio problema, lo fai sembrare normale. Io non sono normale.»
«No, Snow, non attaccare di nuovo con la storia che sei un mostro. Non riuscirei a sopportarti!»
«Vedi? Lo stai ammettendo. Stai dicendo palesemente che sono un mostro.»
«No, Snow! Non lo sto dicendo. Perché pensi una cosa del genere?»
«Perché è la verità. Lo vedo dal modo in cui mi guardi.»
«Il modo in cui ti guardo non è cambiato da come ti guardavo ieri.»
«Invece sì, non mentirmi!»
«Credi quel che vuoi!»
«Forse è questo il tuo problema, Søren.»
«Ah, certo! Adesso sono io quella ad avere un problema, un problema tutto mio!»
«Già.»
«E quale sarebbe? Analizzami, ti prego.»
«Eviti la verità come se fosse… come se fosse la varicella.»
«Oh, per favore! Sono stata io la prima a dire che un po’ di varicella non avrebbe fatto paura a nessuno, di certo non a me.»
«Non cambiare discorso così.»
«Non sto cambiando discorso. Dico solo che stai usando un esempio sbagliato per farmi capire il “mio problema”.»
«Tu sei in una costante ricerca del bene. Vuoi credere alle farfalline, alle belle storie, a un mondo migliore di questo, alla luna, alla pace, agli uccellini che cinguettano e ai bambini che giocano allegramente su un prato. Svegliati! Non è questa la realtà! Il mondo è governato dal male.»
«Io non voglio crederla così.»
«E, per questo, cosa farai? Non farai del male perché credi nel bene assoluto?»
«Credo tu conosca già la risposta.»
«Oh, mi avete scocciato con queste cose e le vostre storie dei fiori: tu e le tue margherite, Livius e le sue rose bianche. I fiori sono fiori e basta. E, per rimanere in tema “fiori” che vi piacciono tanto, qualcuno vi pesterà un giorno!»
«Oppure qualcuno ci coglierà.»
«Cogliervi vuol dire uccidervi!»
«È qui che sbagli! Se il mio problema è vedere farfalline e lune, il tuo è quello di vedere tutti gatti morti e distretti 13 distrutti. Il mondo non è solo bene e non è solo male. Se a cogliermi fosse un figlio che mi regala a sua madre o un marito che mi dà a sua moglie per festeggiarla, quello sarebbe un gesto vero! Non sarei, dunque, morta, no! Sarei viva!»
 
«Perché non dormi?»
«Non riesco. Il sole sta tramontando ed io… preferisco restare sveglio. Riposa tu.»
«Non riuscirei neanch’io. Mi vengo a distendere con te.»
«Søren, sai una cosa?»
«Se me la dici, la so.»
«Io ammiro il tuo punto di vista, il tuo essere così diversa e ottimista ma proprio non ti comprendo.»
«Perché?»
«Perché il mio migliore amico è morto. Lui non doveva morire. Lui si è ucciso, come se niente fosse, e ha deciso lasciarmi qua. Lui, così diverso e ottimista come te, che decide di spararsi. Ora, dimmi, il suo bene che fine ha fatto in questo regno di male?»
«Lui ha mosso le acque.»
«Quali acque se siamo ancora chiusi in quest’Arena?»
 
«Le stelle hanno dei nomi.»
«Non li ricorderei mai.»
«Livius amava leggere di queste cose.»
«Beh, capisco perché ti era simpatico Livius. Sicuramente era più acculturato di te.»
«Molto simpatica, moltissimo.»
«Lo so, è un pregio che non tutti hanno. Vedi te, per esempio. La simpatia? Non sai neanche cosa sia.»
«Guarda, io sono simpatico abbastanza. Sai chi altro era simpatico?»
«Chi?»
«Chimio.»
«Anche Falloppio lo era.»
«E Loto?»
«Loto non era simpatica, di più. Forse è la dolcezza che emana… emanava, la tranquillità, l’ingenuità dei suoi anni che la rendevano così bella, così felice.»
«Così viva.»
«Ed è morta. Credo che sia inevitabile: tutti moriamo, prima o poi.»
«Beh, questo non vuol dire niente. Dovremmo forse, solo per questo, ucciderci subito per toglierci il pensiero?»
«Ehi, non ho detto che bisogna ucciderci già appena nati ma io sono anche la ragazza che ha cercato di ferirsi per non entrare nell’Arena.»
«Che vuol dire?»
«Beh… io, ancora prima di iniziare la vita nell’Arena, stavo decidendo di uccidermi. È come uccidersi appena nati per evitare tutte le sofferenze che comporta la vita.»
«Ma no, è diverso!»
«E perché mai?»
«Partiamo dal presupposto che l’Arena è il luogo della morte.»
«Questo lo dici tu. Io, fuori dall’Arena, non ho mai conosciuto uno come te.»
«Hmm…»
«Insomma, se non fossi arrivata qui, mi sarei persa te.»
 
«In questi giorni ho pensato molto a te.»
«Davvero? Dai, non mi dire così… mi fai arrossire.»
«Smettila di fare la stupida, sono serio.»
«E anche io lo sono! È bello scoprire che non sei l’algido ragazzo con il palo in culo ma che, invece, sei anche un ragazzo romantico e pieno di sentimenti.»
«Così mi rendi una femminuccia.»
«Forse perché lo sei!»
«Stupida!»
«A me stupida? Bello, abbassa i toni o ti faccio vedere io chi è la stupida! Ho una spada, potrei trafiggerti.»
«Tu sei tutta matta!»
«Lo so, e ti diverto per questo!»
«Posso essere sincero con te?»
«E me lo chiedi pure?»
«Però… non prendermi in giro.»
«No, non lo farò. Sta tranquillo.»
«Mentre Steno ti stava strangolando, io ho sentito il mio respiro venir meno. Ero intrappolato, con te, come te. Lì ho promesso a me stesso che ti avrei difeso perché meriti di essere difesa. Quando ho ucciso Steno ed Ermen, ho provato soddisfazione, piacere. Loro non sono buoni e non meritavano bontà. Loro volevano ucciderci e… ho provato la stessa cosa quando ho ucciso Tacito.»
«E se anche Steno avesse una storia triste alle spalle? Se l’avesse anche Ermen?»
«Non vuol dire niente Søren! Se avessero una storia triste alle spalle, non avrebbero agito così.»
«Forse volevano dimostrare di essere meritevoli di tornare a casa.»
«Se meriti di tornare a casa uccidendo persone, poi meriti anche di vedere demoni allo specchio. Io ho ucciso per salvarci, non per divertimento.»
«Non dire queste cose. Ognuno ha i suoi demoni da combattere…»
«Allora sappi che i miei demoni, in questi tre giorni, si chiamavano tributi. I demoni più temibili? Tacito, Ermen, Steno e Level.»
«Però, posso farti riflettere su una cosa?»
«Sì…»
«Anche loro sono stati catapultati in quest’Arena come ci siamo finiti noi. Siamo stati condannati dai nostri stessi cittadini, dalle persone con cui abbiamo condiviso il pane. Se loro erano e sono qui, ci sarà un perché. Meritavano, dunque, un’occasione? Forse avevano bisogno di uno Snow che dicesse loro di essere bravi. Potevi essere, per loro, ciò che sei stato per Chimio e che sei per me.»
«Hmmm… no! Level non è Chimio, neanche lontanamente. Non tutti riceviamo la bontà che meritiamo e non tutti ricevono le punizione che dovrebbero penare.»
«Snow...»
«No, Søren, scusami ma non riesco a pensarla come te! Certo, hanno una storia, ma anch’io ho una storia e anche tu! Tutti noi abbiamo una storia ma, poi, possiamo fare qualcosa per cambiarla, per renderci migliori. Io voglio essere migliore e giusto. Ognuno merita quel che merita.»
«Io preferisco dare un’opportunità a tutti.»
«Oh, ma attenta. Una va bene, due già son troppe.»
«Con te non mi sono fermata a due. Dimmi se ho sbagliato a farlo.» 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: skippingstone