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Autore: GryffindorTwins    16/09/2014    4 recensioni
La fine di questa storia è già stata raccontata, ma nessuno ha mai saputo come sono andate le cose all'inizio, nessuno ha mai saputo davvero come James Potter riuscì a conquistare il cuore di Lily Evans. Ed è per questo che vi offro la possibilità di scoprire gli eventi che hanno costretto i due giovani Grifondoro ad avvicinarsi, seppure sicuramente in modo molto diverso da come lo immaginate.
Un rincorrersi di situazioni comiche che includeranno il sottile sarcasmo di Sirius, la spavalderia di James, il coraggio di Lily e una promessa che salverà la pelle a Remus.
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Punizione

Il giorno dopo Lily aprì gli occhi nella penombra. Era terribilmente in ritardo. Dalle vetrate non entrava la luce calda con cui era solita svegliarsi ogni mattina, diversamente attraverso la finestra si poteva intravedere solo una nebbia cupa, che inevitabilmente favoriva il sonno.
Sopra il castello scozzese degli immensi nuvoloni carichi di pioggia si estendevano nel cielo grigio, rincorsi dal vento che li spingeva a ricoprire ogni sprazzo che occasionalmente si apriva qua e là. L'inverno era gelido e triste così, senza neve, e Lily detestava il freddo che s'infiltrava nelle ossa sotto l'uniforme calda mentre percorreva i corridoi della scuola. 
Lily Evans amava Hogwarts, le veniva molto più facile sentirsi confortata in quell'enorme castello sperduto tra i boschi scozzesi anziché con la sua famiglia, dove invece la magia non era considerata un dono speciale ma piuttosto una stranezza. Almeno i suoi genitori si sforzavano di capirla e di andarle incontro, sua sorella Petunia invece aveva troncato ogni rapporto affettuoso con lei da quando aveva compiuto undici anni e scoperto di essere una strega. 
Nonostante tutto questo però la ragazza desiderò tornare a casa, dove avrebbe potuto rilassarsi tutto il giorno e smetterla di studiare e di preoccuparsi. Questi pensieri erano innegabilmente la conseguenza del suo livello di stress, che stava decisamente raggiungendo il limite. 
Inoltre una sensazione fastidiosa le scombussolava lo stomaco ogni dannata volta che incrociava Potter nei corridoi o nella Sala Grande, e incontrava il suo sguardo. 
Maledicendolo mentalmente per l'ennesima volta durante quella mattinata, si rese conto di aver perso di nuovo la concentrazione. 
Con uno sospiro vagamente esasperato scostò una ciocca rossa che le intralciava la vista del calderone che ribolliva  sbuffando e gorgogliando davanti a lei.
Le classi di Grifondoro e Tassorosso erano riunite nei sotterranei, tutti impegnati nel tentativo di preparare la Pozione Invecchiante assegnata dal professor Lumacorno. Pozioni era indubbiamente la sua materia preferita, eppure la schiena di Potter riusciva lo stesso a distrarla, dall'altra parte dell'aula. Con uno scatto sgraziato si grattò il prurito sul braccio arrossato e con fare stizzito si raccolse i capelli lunghi e lisci in uno chignon. 
Adesso basta, doveva imporsi di concentrarsi seriamente. 
Ritrovò nel libro il punto dov'era arrivata e individuò il passaggio successivo: tritare finemente lo Stridiosporo e le radici di Tranello del Diavolo e versare la poltiglia ottenuta nel calderone. 
Ripetendosi mentalmente l'istruzione afferrò gli ingredienti dai barattoli sul banco e si mise all'opera. 
Nell'aula regnava un trambusto generale. Parecchi ragazzi correvano da una parte all'altra sommergendo il professore di domande e chiedendo consigli, oppure rivolgendosi direttamente ad altri compagni. Molti erano intenti nelle varie operazioni della pozione e Lily si accorse, guardandosi intorno, che diversi erano molto più avanti di lei.
Prima che avesse il tempo di notarlo si ritrovò James accanto a lei, l'odioso sorrisetto a increspargli le labbra. 
"Hey, Evans. Il mio liquido è già diventato verde, praticamente ho finito... Tu a che punto sei?" 
"Potresti farti gli affari tuoi, Potter, una volta tanto?" mormorò Lily raccogliendo con le mani l'intruglio degli ingredienti che aveva appena tritato. 
James seguì sorpreso i gesti della ragazza "Ma sei indietrissimo... Si direbbe che sta volta ti ho proprio battuto, eh, Evans? Ora non mi superi in nessuna materia." il suo tono era soddisfatto e tranquillo, la voce bassa per non attirare l'attenzione. 
La rossa si morse il labbro, le mani chiuse a coppa bloccate a mezz'aria. Se fosse stata il personaggio di un fumetto avrebbe avuto senz'ombra di dubbio le orecchie fischianti e il fumo dal naso.
"Ho vinto io." il sussurro terribilmente vicino di James le fece improvvisamente perdere la pazienza.
Sovraccaricata dallo stress, dalla disperazione provocata dal fallimento della pozione ed esasperata dai punzecchiamenti infantili di Potter, prima che potesse rimediare, la poltiglia nelle sue mani finì in faccia al ragazzo. 
In breve tempo i compagni che li circondavano notarono la scena e ammutolirono. 
La collera che era montata dentro Lily negli istanti precedenti era già sfumata velocemente, facendo spazio alla mortificazione. Rimase ferma, gli occhi colmi di rimorso, a fissare James che tentava di pulirsi il viso con la manica dell'uniforme. 
"Permesso, scusate. Che succede qui?" Lumacorno li aveva raggiunti, e ora spostava lo sguardo preoccupato dall'una all'altro. 
Appena si rese conto della gravità della situazione si affrettò a rivolgersi a James "Crepasse Merlino!, figliolo non azzardarti ad aprire bocca, potresti ingerire le sostanze che hai in faccia." 
James s'irrigidì, sigillando le labbra e lanciando occhiate furiose a Lily, nonostante lo sguardo di lei fosse palesemente dispiaciuto.
Il professore analizzò il banco di lavoro della ragazza e quindi proseguì "A questo punto della pozione il Tranello del Diavolo non ha ancora abbandonato le sostanze nocive che solitamente espelle dopo la bollitura... Evans, Potter, ma che diamine avete combinato?" 
Tutto il resto della classe si era raggruppato intorno ai tre per assistere alla scena. 
"È colpa mia. Sono stata io a gettargli addosso gli ingredienti, ne sono mortificata." rispose immediatamente Lily, la voce accesa di trasporto. 
"Sono veramente sorpreso che lei si sia comportata in questo modo, signorina Evans, non è da lei. Il suo gesto avrebbe potuto avere conseguenze pericolose." mentre parlava in maniera pacata e accorata come suo solito, il professore passò uno straccio umido a Potter, che si ripulì il viso.
La ragazza teneva il viso in fiamme abbassato, d'un tratto incapace di guardare James negli occhi. 
"Quanto a lei, signor Potter, sono certo che abbia contribuito in qualche modo a provocare la reazione della signorina Evans, ed è per questo che tolgo alla vostra casa dieci punti, cinque in meno per ciascuno..." fece una pausa, durante la quale il ragazzo tentò di prendere la parola ma Lumacorno glielo impedì, aggiungendo "E ovviamente, per essere sicuro che la situazione non si ripeterà siete entrambi in punizione. Stasera dopo cena presentatevi nel mio ufficio." 
A quel punto James spalancò gli occhi e non si trattenne "Ma professore! Stasera non è possibile, non si potrebbe..." 
L'insegnante lo zittì "Non ammetto contestazioni. È la prima volta che succede una cosa di questo genere nella mia classe, non intendo transigere in alcun modo. Stasera, nel mio ufficio, tutti e due." e senza aggiungere altro si voltò e tornò alla cattedra. Il gruppo di persone che si era radunato si sparpagliò e in pochi minuti nell'aula sotterranea tornò a regnare l'atmosfera confusionaria che c'era stata prima, Lily e James parevano gli unici ad estraniarsi.
Lei era immobile e muta al suo posto, troppo scossa per continuare la pozione. Tutt'un tratto non le interessava più del voto, aveva capito che c'erano cose più importanti, e tutta quella specie di inutile gara che era iniziata quell'anno le sembrò ridicola e assurda. Stava sbagliando tutto, e forse era troppo tardi per rimediare.


Quel pomeriggio decise di dovere delle scuse a James Potter. Ci aveva rimuginato sopra tutto il giorno, combattuta tra il senso di colpa e l'orgoglio, che fino all'ultimo aveva tentato di convincerla a lasciar perdere. 
Io chiedere scusa a Potter? Si era detta. Piuttosto mi butto nel Lago Nero, quell'arrogante ha ricevuto solo quello che si meritava.
Ma la scena di quel che aveva commesso quella mattina era ancora troppo vivida nella sua testa per ignorarla. Alla fine il suo cuore degno di un Grifondoro, quale era, aveva preso giustamente il sopravvento, ed era stato il movente che l'aveva trascinata in quel momento, fuori dal castello.
I capelli ramati le ondeggiavano scompigliati sulla schiena mentre percorreva rigida a grandi falcate il pezzo di prato che la separava dal campo di Quidditch. 
Era più che certa di necessitare una visita al San Mungo il prima possibile, dopotutto stava veramente dirigendosi da Potter, per scusarsi. Stava davvero andando a parlare con lui, la causa che le aveva fatto guadagnare una punizione da uno degli insegnanti che preferiva. Per la prima volta nell'arco di tutto il trimestre lei lo stava cercando. Non c'erano più dubbi ormai sulla gravità della sua salute mentale.
Si sedette sugli spalti, occupati già da un moderato numero di studenti, per lo più amici o fidanzati dei giocatori che si allenavano in campo.
Lui era a cavallo della sua Nimbus Milleuno, e guardandolo sospeso a mezz'aria con indosso l'uniforme rossa e oro della squadra e quell'espressione autorevole sul volto, Lily capì che la carica di Capitano gli stava a pennello, e senza poterne fare a meno smise di biasimare le compagne che non si facevano problemi a decantare il suo fascino. James Potter era tremendamente carino, e Lily si meravigliò di se stessa scoprendosi a pensarlo in modo così sconsiderato.
Si alzò la sciarpa sul naso mentre il vento gelido le sferzava le guance e si arrese all'attesa. 
Rimase ad assistere fino alla fine dell'allenamento, quando finalmente lasciò la panca dov'era seduta e infreddolita da un'infinità di tempo e si diresse sulle scalinate più in basso.
James era a bordo campo, appoggiato alla sua scopa mentre salutava i membri della squadra che rientravano negli spogliatoi.
Lily lo raggiunse appena in tempo, un attimo prima che seguisse gli altri.
"Hey, James, aspetta." la voce le uscì molto più tremolante e acuta di come avesse premeditato. 
Per un istante le venne voglia di mandare tutto al diavolo e scappare ma sarebbe stato decisamente peggio. Perciò s'impose autocontrollo.
"James? Ti rendi conto che è la prima volta nella storia che mi chiami così?" il ragazzo aveva un'espressione sbigottita in volto e le guance e il naso arrossati a causa dell'allenamento al freddo. 
Lily avvampò vistosamente ma sfoderò un tono fermo "Non è vero, ma comunque volevo solo... Scusarmi per oggi, insomma. E anche se tu ovviamente te la sei cercata e spero che te ne renda conto, credo di dovertelo." aveva sostenuto il suo sguardo intenso senza esitazioni, e lui non sembrava intenzionato a distoglierlo. La fossetta gli spuntò sulla guancia insieme al solito sorrisetto "Wow, Lily Evans che si scusa con me, chiamandomi addirittura per nome, dopo aver fallito miseramente ad una prova di Pozioni e avermi versato gli ingredienti in faccia, guadagnandosi una punizione! Questo giorno merita decisamente un posto nei libri di storia." ed eccolo con uno dei suoi usuali ed irritanti monologhi. 
"Ecco, lo stai facendo di nuovo." lei diede fiato ai suoi pensieri, godendosi l'espressione interrogativa che si allargava sul viso del compagno.
"Che cosa?"
"Mi stai innervosendo con il tuo tono da sbruffone." mentre parlava Lily non riuscì a trattenere un timido sorriso, che danneggiava repentinamente il contenuto della frase. Di riflesso, sorrise anche James, e non era il sorrisetto soddisfatto che sfoggiava un attimo prima, era un sorriso vero che mostrava entrambe le fossette e che creò qualche ostacolo alla lucidità della ragazza.
Anche lei lo stava facendo di nuovo, se n'era uscita con un'altra delle sue trovate che puntualmente lo spiazzavano, ma se lo tenne per sé.
"Accetto le tue scuse, anche se ci devi lavorare." si spostò di qualche metro, avvicinandosi agli spogliatoi. Lei invece rimase ferma dov'era, quell'inammissibile sorriso ancora sulla faccia. 
"Ci vediamo stasera da Lumacorno." disse lei, facendo per andarsene, ma lui la fermò chiamandola e come se se ne fosse appena ricordato si sbatté il palmo sulla fronte "Aspetta, mi ero dimenticato di avvisarti. Stasera io non ci vengo."
Lily corrugò le sopracciglia "Ma... La punizione l'ha data anche a te, subirai altre conseguenze se non..." James non la lasciò finire.
"No, no. Ho parlato con Silente, mi ha esonerato lui, tranquilla." 
A quel punto la rossa sbottò, incredula "Come sarebbe a dire esonerato?" 
"Beh, sai com'è. Capitano della squadra, Caposcuola, Prefetto e prossimo miglior studente dell'anno... I titoli hanno i loro vantaggi." rispose spavaldo osando strizzarle l'occhio. 
Lei rimase un momento interdetta, prima di avanzare e avvicinarsi pericolosamente a lui, stringendo forte i pugni e facendolo indietreggiare "Vantaggi? Anch'io nutro qualche titolo degno di nota Potter, e non ho mai sentito parlare di questi cosiddetti vantaggi. Te lo stai inventando!" 
"Che ne sai tu? Chiedilo a Silente, ha parlato lui con Lumacorno..."
"Albus Silente è la persona più onesta che conosca e quello che stai dicendo è una stramaledetta ingiustizia!" 
I loro volti erano molto più vicini di quanto non fossero mai stati, ma Lily non ci fece nemmeno caso, infervorata com'era.
"Piantala di scaldarti tanto. Sconterò la mia punizione domani, stasera ho cose più importanti di cui occuparmi che non ti riguardano." rispose senza alzare la voce, mantenendo un'invidiabile autocontrollo. 
Si rivolsero uno sguardo tagliente e poi Lily parlò in un sussurro "Fa' come ne hai voglia, Potter. Ritiro le mie scuse." 
"Sai cosa me ne faccio delle tue scuse, Evans!" rispose secco James, rientrando negli spogliatoi e lasciando la ragazza sola con il vento che le sferzava le guance rosse, nel tentativo di ricacciare indietro le lacrime formatasi agli angoli degli occhi. 


Emmeline e Mary cercarono per l'ennesima volta quella sera di convincere Lily a scendere per la cena. 
Lei aveva trascorso il resto del pomeriggio accovacciata nel suo letto, il cuscino stretto tra le braccia e lo sguardo perso rivolto alla finestra. 
Le nuvole avevano cominciato a rilasciare una pioggerella leggera subito dopo che la ragazza era rientrata nella scuola, ma con lo scorrere delle ore il temporale aveva preso una piega più impetuosa. Ora turbini di acqua e vento vorticavano nel cielo nero abbattendosi sulle vetrate dei dormitori. Lily si godette il suono delle gocce che si schiantavano sul vetro, e per quella che le pareva la milionesima volta in pochi minuti rifiutò il consiglio di scendere nella Sala Grande.
Si sentiva incredibilmente stanca e la testa talmente pesante da non riuscire nemmeno a sollevarla dal materasso.  Non aveva fatto altro che riempirsela con continui ripensamenti su tutto quello che era avvenuto quella mattina e poco prima nelle ore pomeridiane. 
Non riusciva a scacciare il pensiero fisso di Potter che non sarebbe venuto alla punizione quella sera. Ci aveva rimuginato sopra parecchio, senza giungere a una conclusione plausibile che escludesse l'opzione della menzogna. Vedeva la situazione come un'insormontabile ingiustizia che non poteva spiegarsi. 
"Non ho fame." fu la sua giustificazione per frenare i continui sproni delle amiche. Nell'istante in cui pronunciò le parole un rumoroso brontolio provenne dalle viscere del suo stomaco. 
"Molto credibile, complimenti, Lily." il tono di Mary ormai era diventato acido. 
Stava evidentemente tentando di ingannare anche se stessa perché i brontolii diventavano sempre più cupi e frequenti.
"E d'accordo. Arrivo." alla fine fu costretta ad arrendersi.
Le due amiche emisero all'unisono un sospiro sfinito, mormorando "Grazie a Merlino..." per poi avviarsi sulle scale della torre.
Lily si tirò su a sedere con fatica e le raggiunse poco più tardi, con il solo e unico scopo di tener d'occhio Potter. Per quanto fosse stato scortese con lei nel pomeriggio, la sua curiosità superava di gran lunga i conflitti interiori.
Si era decisa a scoprire cos'avesse da fare di così tanto importante quella sera da riuscire ad ottenere un esonero da Albus Silente, fosse stata l'ultima cosa che avrebbe fatto.

 








*ANGOLO DELL'AUTRICE*
*CRACK* Riecommi di nuovo materializzata dopo un tempo infinito!
Mi scuso per il mio terribile ritardo ma l'inizio della scuola mi ha sottratto tantissimo tempo e sono riuscita ad aggiornare soltanto ora :( 
Ringrazio chi ha recensito il primo capitolo e anche chi sta semplicemente seguendo questa storia, ma ci tengo a dare un particolare riconoscimento a UnderTheSunFlower per la sua lunga e stupenda recensione.
Spero che questo secondo capitolo vi sia piaciuto, nonostante vi anticipo che nel promissimo ci sarà una vera e propria avventura e tanta suspance rispetto a questo, che purtroppo è piuttosto piatto ma di passaggio, e dovevo metterlo.
Scrivetemi pure i vostri pareri e commenti perché mi interessano moltissimo e siete libere di esprimere la vostra opionione anche con critiche (costruttive), e se siete curiose di scoprire come si evolverà la storia più avanti seguitela, sono decisa ad aggiornare prestissimo (o almeno ci provo). 
Non vi deluderò, do la mia parola.

PS: Se volete contattarmi su twitter vi lascio il link del mio profilo:

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e se volete potete anche commentare la storia usando l'ashtag #InvisibiliInsieme

Ally *CRACK*
   
 
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