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Autore: passiflora    19/09/2014    5 recensioni
(In revisione)
Ognuno di noi custodisce dei segreti, ma quelli di qualcuno sono più grandi e pericolosi di altri.
Custodire tali segreti è un atto coraggioso e vanesio, colmo d'orgoglio: riesce a farci sentire potenti, quasi che il nostro valore si misurasse sulla capacità di resistere alla tentazione di rivelare quello che sappiamo; ci fa sentire parte di una oscura élite, ci fa sentire selezionati dal destino per portare con piacere un silenzioso ma fatale fardello. Custodire un segreto è un atto capace di far sentire qualcuno vivo e morto allo stesso tempo, ed è anche capace di corrodere l'animo di un uomo e condurlo alla rovina.
Genere: Angst, Dark, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: Violenza
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Tea non riuscì ad andare oltre alla terza fotografia, così delegò il compito a Varga. Fred lesse velocemente gli articoli di giornale e sentenziò: « Nulla che non sapessimo già. » A Pool erano stati affidate le copie delle deposizioni dei testimoni. Thyme era stata ritrovata da una vecchia signora che si era recata al cimitero di prima mattina, in occasione del compleanno del marito morto. Stava raggiungendo la tomba di quest’ultimo quando aveva notato la chioma bionda di Thyme baluginare tra le lapidi. Aveva pensato subito ad una qualche bravata da ragazzini e, temendo di ritrovarsi dei teppisti tra i piedi, era corsa a chiamare il guardiano. Questi si era avvicinato abbastanza da notare il sangue che ricopriva il corpo della ragazza e la superficie liscia della tomba. A quel punto, i due si erano decisi a chiamare la polizia.
« Pensa un po’, magari era ancora viva ed è morta perché quella vecchia ha avuto paura di avvicinarsi a lei » commentò Fred, osservando un paio di foto che il fratello aveva messo da parte. Ritraevano il corpo di Thyme, seduto compostamente sulla tomba, le gambe incrociate, le mani appoggiate sulle cosce e la testa china in avanti.
« Si sa che più si invecchia più i difetti si ingigantiscono » disse Varga.
« Già, come se da vecchi si avesse il diritto di indugiare nei propri mali » ridacchiò Pool.
« È che abbiamo già passato una vita a cercare di comportarci bene. Ad un certo punto, chi il bene non ce l’ha si stanca di fingerlo. Dev’essere liberatorio » esclamò Sage. Era appena tornata nello stanzino dopo essere stata, a sua detta, al bagno. Varga sentì il cuore battere un po’ più velocemente e un sorriso affiorargli alle labbra: era arguta, Sage. Molto. Alzo lo sguardo su di lei e pensò che era anche bella di una bellezza furba, di quelle che si insinuano sotto la pelle un po’ alla volta, fino a raggiungere il cervello e metterci radici.
In quel momento, la ragazza teneva le mani dietro la schiena. « Ho una cosa, qui » canticchiò. Subito dopo mostrò l’oggetto celato. Si trattava di un quadernetto molto sottile, con la copertina chiara e anonima. « Un diario? » domandò Pool.
« Un’agenda » corresse Sage.
« E dove l’hai trovata? » chiese Tea, prendendo il quaderno dalle mani dell’amica con la stessa prudenza con cui avrebbe maneggiato dell’esplosivo.
« In bagno, nascosta » disse Sage.
« Scusa? » esclamò Fred. « In bagno, nascosta? E tu come facevi a sapere che c’era? »
« E perché era nascosta? » aggiunse Varga.
Tea, nel frattempo, aveva sfogliato le prime pagine del quaderno. Ognuna di esse era occupata da una sola indicazione, scarabocchiata al centro della pagina. Thyme aveva una grafia disordinata e infantile, cosa che rendeva difficile decifrare i suoi elaborati a meno di non essere in possesso di una buona dose di pazienza. In più, quelle note sembravano scritte in codice. Thyme sapeva come coprirsi le spalle.
Tea sfogliò le pagine fino a trovare all’ultimo appunto, poi mostrò ai suoi amici la scritta, tenendo aperto il quaderno nel punto giusto.
« Sapevo che era lì perché un giorno venni trovarla e la sorpresi mentre la nascondeva » stava spiegando Sage.
« Ma questo non l’hai detto alla polizia » osservò Pool.
« No, non l’ho fatto » ammise Sage. « Ma supponevo che l’avrebbero trovata. Non era poi così ben nascosta. »
« Cosa credete che voglia dire, questa roba? » intervenne Tea. Quattro paia di occhi si sollevarono su di lei. Varga tese l’ampia mano e afferrò il quaderno, per esaminarlo più da vicino. Sage si sporse sopra la sua spalla, per vedere meglio, e il ragazzo si adoperò perché lei rimanesse appoggiata lì ancora per molto, sfogliando il misterioso quaderno con biblica lentezza.
« Sage » intervenne Fred. « Cosa sono quelle note? »
« Non ne ho idea » ammise la ragazza. « Quando scoprii Thyme, lei mi disse solo che era una mappa per "ritrovare i suoi segreti". »
I ragazzi sgranarono gli occhi. « Come? » esclamò Tea.
« È per questo che sono subito andata a cercare quel quaderno, quando ho capito che non era stato trovato » disse Sage, scostandosi dal comodo appoggio della spalla di Varga.
« Quindi... » mormorò quest’ultimo. « L’ultimo di questi segreti potrebbe essere quello che l’ha uccisa. » Improvvisamente, il sottile quaderno che teneva tra le mani sembrava essere diventato pesante come un’incudine.
« Potrebbe, sì » ammise Sage.
Nella stretta stanza calò il silenzio. Le fotografie del ritrovamento erano sparse a terra, tra i piedi dei ragazzi, insieme ai fogli di giornale e alle fotocopie dei documenti. Tutto materiale pressoché inutile. Anche il medaglione, che giaceva ancora sull’asse da stiro, intoccato, era inutile. Avevano in mano qualcosa di potenzialmente decisivo: loro, non la polizia; loro, che non sapevano né potevano nulla. E questo corrispondeva esattamente alla situazione descritta da Sage quando erano rimasti soli in quello sgabuzzino.
« Sage » disse Pool. « Perché non hai detto subito che volevi trovare quell’agenda? Senza mettere in piedi tutta questa recita. »
« Volevo che ci lasciassero soli a parlare » rispose lei. « Volevo allontanarmi da quelle persone insopportabili, volevo vedere le fotografie di persona e volevo verificare che l’agenda non si trovasse già tra le prove. »
« Ma l’avresti letto... » iniziò Pool, ma venne interrotto dalla ragazza. « Non leggo i quotidiani » sbottò Sage, poi continuò con la sua arringa difensiva: « Ora, quell’agenda probabilmente contiene cose che comprometterebbero l’immagine di Thyme davanti ai suoi genitori. Non so cosa abbiano già scoperto su di lei, ma sapete che Thyme era brava a non lasciare tracce dei suoi passatempi! Quindi io penso che nemmeno la polizia abbia scoperto molto di quello che faceva. Quindi, volete davvero distruggere quella gente, l’immagine che gli è rimasta della loro povera Crisa, dovendo giustificare una specie di diario segreto nascosto in bagno? Io no. »
Mentre parlava, Sage arrossiva sempre di più. Alla fine, nascose il volto tra le mani e si mise a piangere. I capelli celarono le sue lacrime, ma le sue spalle sobbalzavano in modo inconfutabile. « Scusate » esclamò un attimo dopo, alzando la testa e inspirando rumorosamente con il naso. « Mi dispiace, non volevo. Solo che... accidenti, scusate. Non sono infallibile. Lo so che ho fatto una stupidaggine, ma... »
« Mi sembra un indirizzo » intervenne Tea, rompendo l’atmosfera elettrica che si era venuta a creare.
« Dove lo vedi, l’indirizzo? » domandò Pool, scettico.
« Scritto lì, Pool » rispose Tea, facendogli il verso.
Fred si sporse verso il fratello, che reggeva il quaderno davanti a sé, e cercò di guardare quei segni disordinati e irregolari sotto la nuova prospettiva suggerita da Tea.
 
V.d.Rsx
55
Ch.frt.Ch
 
« Quella "v.d" potrebbe stare per "via del" o "della" » mormorò. « E il numero potrebbe essere il numero civico. Ma il resto? »
« Scopriamolo » esclamò Sage e tutti furono silenziosamente d’accordo.
 
 
 
   
 
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