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Autore: Paradox Machine    30/09/2014    2 recensioni
Signore e signori, la ventiseiesima edizione degli Hunger Games si avvicina. Un'edizione della memoria è passata, ricca di suspance e brivido, una nuova si avvicina. Non siate scettici, partecipanti o meno, entrate anche voi nell'Arena delle Meraviglie!
[storia interattiva] [tributi al completo]
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovi Tributi, Strateghi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Un porcospino. Ecco quello che ha avuto il coraggio di dire una stupida bimbetta riferendosi al suo outfit. Solo perché l'anno prima non aveva potuto partecipare causa febbre, non avrebbe lasciato il suo vestito a marcire nell'armadio. Dovrebbero anzi apprezzare il suo sforzo per rendere l'abito dell'anno  prima adatto al tema di questa edizione. L'edizione dopo l'edizione della memoria...e Saxon ha avuto pure il coraggio di dire che sarebbe stata migliore. Storie, la verità è che l'anno seguente ad un'edizione come quella passata sarà un flop. E guarda il distretto: boscaioli che non ne capiscono un accidenti di moda. Sistema la parrucca gialla fluo di 60 centimetri, in cui ha infilzato qualche carta da gioco, giusto per non rimanere indietro. Stessa cosa ha fatto con i pantaloni e giacca. In realtà del vestito originale è rimasta solo la camicia gialla col papillon nero. Finirà bene questa edizione e lui potrà tornarsene a casa. Fa in modo, nel suo saluto al distretto, di lasciare intendere chiaramente che non avrebbe voluto essere lì e che il 7 e i suoi abitanti, beh, gli fanno schifo. È un particolare trascurabile il fatto che il distretto ricambi.
 
Infila malamente la mano nella boccia ed estrae.
 
"Brianne Powell."
 
Deve essere quella ragazza là in fondo che sta abbracciando un ragazzo in sedia a rotelle. Che seccatura questi boscaioli. Con un colpetto di tosse impertinente, Bann ripete il nome "Ho detto, Brianne Powell. Ne abbiamo ancora per molto?"
 
La ragazza lo ignora spudoratamente, liquidandolo con uno "zitto, buffone" e stringendo forte il ragazzo, per poi salire come se niente fosse sul palco e rinnovare l'occhiataccia a Bann.
 
L'uomo deve compiere su se stesso un grande sforzo per non iniziare a strillarle contro. Infila, ancora più seccato di prima, la mano nella boccia contenente i nomi maschili. 
 
"Keiros Usher Lockwood."
 
Si crea il vuoto attorno ad un ragazzo magro dai capelli corvini, che stira la bocca in una smorfia cupa, mostrando appena i denti. La gente si sposta, di fronte al suo incedere lento e cauto. È già sulle scale quando si sente un ringhio cupo: due pacificatori stanno puntando le armi verso un giovane esemplare grigio di lupo, che sembra voler seguire il ragazzo. Keiros scoraggia con un'occhiata i due uomini dallo sparare e poi si rivolge all'animale: poche occhiate, mute ma estremamente significative, e l'animale retrocede, raggiungendo un ragazzo, in mezzo alla folla, esistante.
 
Bann sorride e l'ironia della sua voce è come una manciata di spilli sotto a un piede: "Un grazioso animaletto domestico."
 
"Non è un animale domestico- forse lo sguardo minaccioso del ragazzo, o l'essersi ricordato di diver passare diversi giorni assieme a lui, ma la sgradevole espressione che aleggiava sul volto dell'accompagnatore svanisce -È mio fratello."
 
Chi anche avesse voluto ridere, non lo fa.
 
Bann, ormai definitivamente seccato, lascia che i due tributi si stringano la mano e, per fortuna, gli sfugge il sorriso divertito di Brianne.
 
La linea passa al Distretto 8 senza troppi complimenti, ma il palco è vuoto e rimane vuoto per non pochi minuti. Il silenzio, assordante, si riempie del brusio di una folla di persone sconcertate: 5 minuti, 10, 20. Finalmente qualcuno urla che l'accompagnatrice, Vastra, è arrivata. Non che siano contenti, gli abitanti del distretto, che sia arrivata l'ora della mietitura, ma almeno l'attesa è finita. Peccato che ciò che vedono non gli piaccia.
 
Sul palco. Una donna. Nuda.
 
Completamente nuda, semplicemente dipinta di carte, scale reali, tris, solo dei lunghissimi capelli neri, striati di bianco, a coprire le zone che è meglio rimangano nascoste.
 
La gente davvero non sa se ridere, scandalizzarsi o offendersi (non indossare vestiti nel distretto della tessitura è una bella presa in giro).
 
Dal canto suo, la donna è perfettamente a suo agio: né il vistoso ritardo né l'improbabile mise turbano la sua calma serafica.
 
Conoscendola, un pacificatore porta subito la boccia delle estrazioni di fronte alla donna che, prestando più attenzione ai dettagliati decori sulle sue mani che all'estrazione, prende un bigliettino.
 
"Kolisi Rose"
 
Nessuno si fa avanti: non ci sono ragazze con quel nome. Un pacificatore, avvertito in anticipo del tipo con cui aveva a che fare, si avvicina con discrezione alla donna e le fa notare che il nome scritto è diverso: Khalisi Res.
 
Mentre la donna mormora un "è uguale" poco interessato, una ragazzina, con i capelli rossi e il naso cosparso di lentiggini che quasi scompaiono sulla pelle ambrata, sussulta. Aveva sperato che quek nome storpiato non fosse il suo, per quanto simile. Vorrebbe scappare, le ginocchia sono terribilmente vicine a crollare, ma la sua famiglia è lì: sua sorrela, vincitrice, che trema come una bambina. Va verso il palco, ostentando una sicurezza che sa di non avere. I singhiozzi e il pianto disperato del fratellino sono tante pugnalate al cuore.
 
La baccia contenente i nomi maschili viene messa di fronte a Vastra. Serve un altro colpo di tosse del pacificatore per farle notare che in quel momento ha altro da fare che guardarsi le unghie. La donna, come richiamata dal mondo dei sogni, estrae un bigliettino.
 
"Cendry Goderroks...Cedric...una cosa del genere."
 
Cedric Gilderrock non ha bisogno che la donna ripeta il suo nome correttamente: rivolge al fratello uno sguardo significativo e sale sul palco. Non ha paura, sa di potercela fare e di dovercela fare. Ha una famiglia da mantenere. Con sguardo cupo osserva disgustato la donna che ha di fronte, che di nuovo si è dimenticata il luogo in cui si trova.
 
Il pacificatore, con un'espressione tragicomica assolutamente fuori luogo, fa segno ai due tributi di stringersi la mano e, nel farlo, Cedric sente la mano della ragazzina tremare.
 
I tecnici di Capitol City sono ormai rassegnati alle continue distrazioni di Vastra e non aspettano un suo segnale per cambiare distretto, trovando sul palco del 9, già pronto, Harkness. È solo il terzo anno, ma ha già accompagnato in tour una vincitrice, due anni prima. Forse è per questo che, pur trovando profondamente ingiusto questo sadico rito, trova ancora la voglia di fare battute ed occhiolini. Occhiolini a uomini e donne indistintamente...lui non crede in quegli stupidi pregiudizi sui generi. Sorride: il distretto 9 è pieno di splendidi ragazzi e ragazze, ecco perché gli piace tanto. In realtà la tranquillità dei campi di grano è quello che lo spinge ogni anno ad arrivare qualche giorno prima, per godere del silenzio immerso nel sole.
 
La semplicità è quello che rimpiange di più, l'unica cosa che veramente manca a Capitol City. Lui ci prova: pantaloni rossi, camicia bianca, giacca nera. I ricami sul retro della giacca, i quattro semi delle carte, e il papillon fatto di carte da gioco sono il massimo di stravaganza che si è concesso. Inoltre, a lui non serve tanto per apparire bello: ricci neri e occhi azzurri, è a posto.
 
Dice qualche parola, come sempre, fa una qualche battuta, che alleggerisce la tensione senza essere inopportuna: almeno uno dei ragazzi che ha di fronte andrá a morire, rendere un po' meno terribile quel momento è una cosa bella, ridicolizzarlo no. Il sorriso sui visi dei più piccoli, alle loro prime mietiture, gli alleggerisce appena il cuore.
 
Al momento di estrarre i nomi, Harkness si fa improvvisamente serio. Afferra un bigliettino dal primo contenitore.
 
"Zea Ayra Caducea"
 
La ragazzina che si fa coraggiosamente avanti è uno scricciolo, i capelli corti e biondo scuri formano una zazzera disordinata sulla sua testolina. Avanza piano, ha alcune difficoltà a camminare, un leggero tremore da malattia le agita la mano destra. Sale sul palco con l’aiuto di un pacificatore. Harkness ha una stretta allo stomaco a vedere quel visino magro e sofferente, compensato da due occhi marroni estremamente vividi e reattivi.
 
Di nuovo, l’uomo affonda la mano nella boccia di vetro.
 
"Devon Roove."
 
Il cuore del ragazzino sussulta, mentre il suo viso sembra l'indifferenza incarnata. Eppure, Harkness lo vede bene, nei suoi occhi c'è tutto quello che ci si aspetta da qualcuno consapevole di dovere uccidere 23 persone e magari non tornare nemmeno.
 
Il pianto di una bambina è tutto ciò che il ragazzino riesce a sentire mentre inciampa appena in un gradino.
 
Harkness lascia andare un sospiro spezzato: non è giusto; non lo sarà mai.
 
Avvicina i due tributi, prende le loro mani e le unisce, stringendole tra le sue. "Siate forti, siate coraggiosi." un sussurro che solo i due ragazzi possono sentire, un attimo prima di voltarsi verso il loro distretto e salutarlo.
 
L'accompagnatore, 22 anni e già terribilmente stanco, raccoglie un ultimo sorriso, sincero, e a voce alta annuncia: "Signore e signori, ora la donna più bella Panem."
 
Rose, dal canto suo, alza gli occhi e cerca di trattenersi dall'arricciare il naso: l'odore del distretto 10 non è mai stato dei migliori, ma quest'anno hanno montato il palco poco distante da un'allevamento piuttosto grande di suini. Con una classe rimasta immutata nel tempo, proprio come la sua bellezza, avanza sul palco, il voluminoso strascico di tessuto semitrasparente e carte a incorniciare la sua figura alta e slanciata, resa ancora più regale dai capelli acconciati come una corona. In una mano stringe uno scettro, dal quale pensolano le figure delle carte. La sua voce, ferma dopo tutti questi anni, presenta al distretto la nuova mietitura e, con una garbata battuta, si avvicina ai contenitori dei nomi.
 
"Alyssa Kettleburn."
 
La ragazzina, magrolina e dai lunghi capelli, è isolata dal resto dei suoi coetanei. Rose la invita a salire, chiedendosi il perché degli sguardi inquieti di molti dei presenti. Alyssa sale saltellando sul palco, apparentemente tranquilla. Questa calma, quasi indifferenza alla situazione, è già di per se strana, ma a scioccare Rose è la risata della bambina alla sua domanda se volesse dire qualcosa: il cinguettio di un canarino che nasconde l'oscurità del bosco. Una vaga inquietudine si impossessa della donna.
 
Rose allunga la mano nella boccia maschile.
 
"Shasa Stiler"
 
Una voce profonda buca il silenzio.  "Peter Xavier volontario."
 
I due ragazzi si guardano. Quello con i capelli rossi avanza verso il palco, lo sguardo di qualcuno che parla poco,ma che ha già preso una decisione eroica: salvare l’ultima persona che gli è rimasta, l’ultima persona che ama.
 
I ragazzi sul palco si stringono la mano. Peter guarda la ragazzina incerto: sanno tutti chi è e sinceramente non riesce a stare tranquillo.
 
Rose sospira appena e un lacrima sfugge al suo controllo: è il suo ultimo anno come accompagnatrice. È triste per lei, che in quel distretto brutto e puzzolente è sempre stata trattata come una regina dagli abitanti; ecco il perché del suo costume: è una sovrana e la sua ultima apparizione non la farà sfigurare. Anche se lei cerca di nasconderle, il Distretto vede quelle lacrimucce e sa che non la rivedranno più. Non è certo bello il suo compito, ma almeno potranno dire di avere ospitato la più bella donna di Panem.
 
"La più bella donna di Panem" fa il verso River. Infila in bocca un biscotto e lancia un'altra occhiata di traverso a quegli imbecilli dei pacificatori. L'hanno scambiata per una bambina, solo perché non è cresciuta. Eppure la differenza tra lei e quei pezzenti del distetto 11 è evidente.
 
Eppure sembra davvero una bambina, ancora di più con quei codini biondi, le calze decorate di semi delle carte, i pantaloncini e le maniche a sbuffo.
 
Di per sé, River non sarebbe cattiva, ma vivendo a Capitol City i difetti diventano più importanti dei pregi. Per questo, ora, la donna (perché a 30 anni si è donne) prova quasi un piacere sadico nell'estrarre quei nomi che renderanno alcune persone più tristi di lei.
 
Fa roteare la manina nella boccia, gli occhi glaciali che scorrono la folla, soprattutto i bambini atterriti.
 
"Santana Regina Queen."
 
Una ragazza piccola e biondissima si avvicina al palco lentamente. Molto lentamente. È sicura che presto il nome di qualcunaltro risuonerá nell'aria. Un gradino. Il silenzio. Due, tre. Nessuna voce. Sono un lungo sospiro del padre. Un altro gradino. Il palco.
 
River le sorride, poi guarda la folla: "Nessun volontario qui? Nessuno? Avanti, non siate timidi, fatevi avanti." La donna lo vede bene che non c'è nessuno che abbia davvero interesse ad offrirsi al posto della ragazzina: antipatica, imperiosa, capricciosa. River infila in bocca un biscotto, ignorando sia il pensiero che loro due si assomigliano, sia che i dolcetti che ha nel cestino vengono proprio da quel distretto.
 
Estrae allegramente un nome maschile:
 
"Pierre Blackrose."
 
Il ragazzo che si vede arrivare sul palco, la pelle scura tipica di quel distretto, sembra la persona più felice del mondo: negli occhi gli brilla qualcosa come una luce di verità, la certezza che ciò che accadrà è esattamente il meglio. River inarca le sopracciglia, non glimpiace la gente allegra senza un motivo. In risposta, il ragazzo le sorride, un sorriso che non ha nulla di normale.
 
La donna fa una smorfia e, dopo un piccolo inchino, scende dal palco senza troppe cerimonie, lasciando solo una bimba impaurita e un ragazzino folle.
 
Raphala scuote la testa, River dovrebbe sorridere di più, è troppo arrabbiata. Per fortuna che c'è lui, pronto a far sorridere gli abitanti del distretto 12. Anche loro sono sempre troppo tristi. Salta sul palco, convinto di aver trovato il costume migliore di tutti: una carta! Sì, un'idea geniale, senza dubbio. I cittadini non sorridono perché sono timidi, fanno quegli occhioni perché sono persone riservate, mica per altro. Lui ormai li conosce. In realtà ha già pronto il modo per farli ridere, Harkness glielo ha spiegato, come fare: una battutta per alleggerire la tensione. E lui l'ha già pronta: è vestito da 2 picche, perché la sua fidanzata lo ha lasciato proprio prima delle mietiture.
 
Non ridono. Strano, era bella la sua battuta. Ma in fondo li capisce, anche lui è timido.
 
Saltella fino alle boccie per l'estrazione, mentre quell'enorme costume continua a farlo inciampare. Si schiarisce la gola.
 
"Myriam Altava"
 
Una ragazza si muove decisa verso il palco. Capelli biondi, magra. Non è certo tranquilla, ma nel pugno stretto sembra esserci rabbia, forse per quell'uomo dallo sguardo vacuo che la fissa senza sapere cosa fare. O più probabilmente è impaurita perché deve salire sul palco. Non è triste. La tristezza non esiste.
 
Per accoglierla Raphala propone una delle sue battute migliore, ma non capisce il significato dei sospiri secchi che rimbombano nella piazza. Alza le spalle ed estrae il secondo nome.
 
"Marshall Dustfeather"
 
Una ragazza sussulta, mentre Marshall, un ragazzo biondo piuttosto attraente, prende un lungo respiro e sale sul palco. Dovrà vincere, così Ethan potrà guarire, o almeno stare meglio. Le lacrime che riempono gli occhi della ragazza che aveva sussultato spingono Marshall a farle un sorriso. Ingenuamente, Raphala pensa sia stato grazie alle sue barzellette.
 
Fa stringere le mani ai due ragazzi e si prepara alla battuta finale.
 
"Lo sapete qual è il colmo per un minatore-
 
"Popolo di Panem,- la voce ed il viso di Saxon occupano lo schermo, lasciando un povero Raphala convinto lo stesso di aver fatto un buon lavoro -cittadini dei distretti, cittadini di Capitol. Anche quest'anno la mietitura è avvenuta, 24 giovani entreranno nell'arena."
 
"Aspettatevi tutto, non aspettatevi niente. Perché ciò che vedrete quest'anno- il suo sorriso mellifluo fa gelare il sangue a tutti i tributi, anche a quelli più spavaldi -non lo vedrete mai più. "
 
"Felici Hunger Games. Possa la fortuna essere sempre a vostro favore,  nell'Arena delle Meraviglie."



************* l'angolo del pARADOSSO ***************
Ecco la seconda parte delle mietiture. Gli eventuali errori saranno corretti al più presto.
Ringraziamo Mysoul che ha creato gli abiti degli accompagnatori e che si sta ggià occupando dei vestiti per parata e interviste.
Tra poco arriveranno i saluti e in men che non si dica i giochi saranno aperti.
A presto
  
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