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Autore: TastemyMarsBar    01/10/2014    0 recensioni
I più brillanti maghi della loro epoca, Albus Silente e Gellert Grindelwald, si incontrarono in seguito a mille casualità nell'estate del 1899 a Godric's Hollow. Cosa successe tra di loro in quell'estate, cosa li portò tanto lontani?
|| dal prologo ||
La cera della candela macchiava il foglio, ne bruciava le estremità. La piuma non aveva ancora toccato la pergamena, e forse mai l’avrebbe fatto.
Cosa scrivere? Cosa dire? Come trovare le giuste parole?
Avrebbe rovinato tutto, ma era il momento.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Silente, Ariana Silente, Bathilda Bath, Elphias Doge, Gellert Grindelwald | Coppie: Albus/Gellert
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Capitolo 6
“Povero ragazzo, che ti è successo? Albus? Albus?
“Ben svegliato, ghiro!”
Lontane, le voci di un giovane e di una vecchia gli parlvano. Doveva essersi riaddormentato, e tutto quel dolore e quel terrore erano stati un terribile, insensato sogno.
Aprì gli occhi a fatica, esausto e ancora in tensione, e lo vide. L’alicanto aveva preso fattezze umane, le sue piume si erano trasformate nei fili d’oro che incorniciavano il volto del ragazzo di fronte a lui, era un segnale. La sua ricerca era finita, davanti a lui era il tesoro, la vena più ricca di tutta la miniera. Non doveva farsi notare però.
“N-non lo faccio di solito. Dormire. Cioè, dormo!” aveva aperto la bocca nella speranza che ne uscisse qualcosa di intelligente, ma non era così. “Non tanto. Non dormo tanto. Di solito mi de- mi definiscono uno sveglio. Più metaforicamente però. Forse. Sono metaforicamente mattiniero.”
Sono metaforicamente mattiniero? Era davvero il meglio che riusciva a dire?
Si stava mettendo in imbarazzo con ogni parola, e la sua voce si abbassò pian piano fino a scomparire in un bisbiglio indefinito.
“Sembra una bella cosa…” accennò Gellert incerto, mentre la mente di Albus non riusciva a concentrarsi su altro che su ciò che aveva appena finito di dire.
Metaforicamente mattiniero.
Non Ti andrebbe di leggere il mio articolo sugli inesplorati usi del sangue di drago?, non Sarebbe fantastico conoscere reciprocamente le nostre culture. Aveva blaterato riguardo alle sue ore di sonno. Avrebbe preferito sprofondare nelle candide lenzuola attorno a lui piuttosto che alzare lo sguardo e capire quanto peso le persone attorno a lui avevano dato alle sue parole, ma non poteva.  Con un lento movimento del collo scrutò la stanza attorno a lui, e mentre cercava di interpretare gli sguardi dei due attorno a lui sentì il campanile del paese suonare in lontananza. Che ore sono? Guardò fuori dalla finestra: il sole era alto, e in lontananza le campane suonavano ancora. Dovevano essere le dodici.
Mezzogiorno! Ho passato un intero giorno a letto!
Il pensiero gli attraversò la mente e in un attimo era nuovamente sui suoi piedi: doveva tornare a casa. Aveva lasciato Abe e Ariana da soli per troppo tempo.
“E’…è stata gentilissima, signora Bath. S-signorina. E… spero di conoscerti meglio, Gellert Grindelwald.”
Pronunciò quell’ultima parola lentamente, come gustando il suono della lingua che schioccava sul palato nelle “d”, della bocca che si apriva a formare le vocali. Lo fissò per un secondo di troppo, abbastanza per lanciare un messaggio eloquente solo per chi volesse capirlo. Sperava con tutto sé stesso che il norreno lo cogliesse, ma sapeva che le stelle gli erano sfavorevoli. Non era il luogo – un piccolo paesino di campagna! – non era il tempo – un secolo di regresso e discriminazioni! – per un sentimento del genere.
Tutti questi pensieri però gli passarono nella mente dopo, mentre correva a casa, lontano da quel sorriso che gli annebbiava la mente.
Prima ancora di aprire la porta di casa, si pentì di essere tornato. Anche attraverso la porta che li separava, poteva sentire il pianto acuto di Ariana, strilli che solo chi varcava il cancello poteva udire. Tutto attorno, Kendra si era premurata di innalzare muri invisibili. Nulla di strano poteva essere visto o udito, ma oltrepassato quel cancello la verità era tutt’altra.
Allungò la mano sulla maniglia, incerto, mentre da dentro sentiva chiaramente la voce di Aberforth.
“Sta’ calma ora, non ti devi agitare. Non ti devi agitare. Non sta succedendo niente, calma.” Il suo tono era duro come mai l’aveva sentito nella bocca del fratello: da quanto tempo durava la crisi questa volta? Una, due ore? La più lunga ne era durate quattro, ed erano state le quattro ore peggiori della vita di Albus, che davanti alla sorella, così piccola e debole, si sentiva impotente. Non c’era incantesimo per aiutarla, non c’erano parole che la guarissero: il suo male non era un germe che poteva Trasfigurare e far andare via.
Il respiro di Ariana era sempre più rumoroso, affannato, la voce del fratello sempre meno calma.
Albus allontanò la mano dalla porta e fece il giro della casa. 


Eccomi con un nuovo capitolo! Ultimamente siete un po' morti, ma spero che Gellert possa fare la sua magia: d'ora in poi la Grindeldore sarà mooolto più on! 
 
   
 
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