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Autore: Nana_Hale    06/10/2014    2 recensioni
Supernatural AU: The Nanny. Dean Winchester, dopo essere stato licenziato, capita per caso alla porta del miliardario Castiel e si ritrova catapultato a dover fare da tata ai suoi 3 figli adottivi: Garth, Charlie e Kevin. Aiutato dal fedele maggiordomo Sam e contrastato da Crowley, socio di Castiel, Dean se la dovrà vedere con le più terribili tra le creature mostruose: 3 adolescenti. E intanto, qualcosa fra lui e Castiel nasce piano piano...
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Castiel, Charlie Bradbury, Crowley, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Quel Mostro di Mamma
 

"Mi scusi, potrebbe aiutarmi?"
Una bella donna dai capelli rossi raccolti in un sobrio chignon e con in dosso un bel completo grigio entrò nel negozio di fiori chiamando il commesso con un cenno della mano.
Il giovane arrivò di corsa per aiutare la donna che delicatamente gli posò una mano sul braccio.
"Salve, sono Naomi Sheffield, vorrei un mazzo di tulipani bianchi da portare a mio figlio Castiel."
Disse cercando con lo sguardo i fiori desiderati, ma senza riuscire a trovarli.
"Oh, mi dispiace, signora Sheffield, ma gli ultimi li ha presi quell'uomo laggiù."
Il ragazzo indicò con un cenno del capo il giovane dai capelli biondi che stava vicino al tavolo dei tulipani, camicia azzurra e stretti jeans neri, e si apprestava a portare il mazzo scelto alla cassa per pagarlo.
"Mi scusi, ragazzo!"
Naomi gli si avvicinò, chiamandolo cortesemente.
Dean si girò subito sentendosi sfiorare la spalla, ritrovandosi faccia a faccia con la donna.
"Si...?"
"E' proprio sicuro di voler comprare quei fiori? Non mi sembrano adatti ad un tipo come lei, diciamo... di un rango non altolocato."

Il tono di voce della donna era pacato, soave e gentile al contrario delle parole velenose che uscivano dalla sua bocca. Sembrava che quasi le importasse minimamente conto dell'insulto che gli aveva appena rivolto e Dean non ebbe il minimo problema a rispondere a tono.
"Oh, ma guardi che per lei non vanno bene questi fiori!"
"Perchè mai?"

Chiese stizzita.
"I fiori per le lapidi sono nell'altro reparto."
La fulminò Dean con un sorriso compiaciuto sul viso lasciandola con la bocca aperta.
"Come si permette?!"
"Si, ha ragione, mi scusi! Ecco, prego li prenda pure! Tanto sono arrivati quelli nuovi."

Con un rapido gesto, Dean piazzò in mano a Naomi il mazzo di tulipani e si diresse verso la porta scorrevole dietro la quale stavano altri innumerevoli mazzi di fiori.
"Eh, no! Adesso questi fiori mosci e secchi se li prende lei! Io prendo quelli nuovi!"
Ma la donna lo precedette: gli restituì il mazzo di tulipani, lo sorpassò ed entrò in tutta fretta dalla porta di vetro.
"Va bene... se proprio insiste..."
Con noncuranza, il biondo richiuse la porta alle spalle di Noemi, laciandola chiusa dentro all teca e dirigendosi alla cassa con il suo sudato fascio di candidi  tulipani fra le braccia.


"Sam!"
Dean scese di corsa le scale con indosso un magnifico maglione bianco con i bottoni sul lato del collo e un paio di aderentissimi pantaloni neri.
Il maggiordomo accorse immediatamente con la sua solita tranquillità.
"Dimmi?"
"Devo fare tipo l'inchino quando arriva la mamma del signor Sheffield? Perchè temo che questi pantaloni di pelle possano strapparsi sul sedere..."
In quel preciso istante, Castiel e Crowley arrivarono nel soggiorno dalla porta della cucina. Il miliardario, per controllare che tutto fosse a posto diede una rapida occhiata intorno a se e poi a Dean, soffermandosi sulle sue gambe.
"Indosserà questi?"
Domandò cercando di non dare troppo a vedere quanto trovasse sexy ma incredibilmente sconvenienti quei pantaoni addosso al biondo.
"Oh, no! No!"
E in tutta risposta, Dean, non cogliendo il complimento, scappò su per le scale a cambiarsi facendo i gradini a quatto a quattro.
"Signore, cosa devo preparare per la cena?"
Chiese Sam avvicinandosi a Castiel.
"Non lo sai, Sam? Mia madre si nutre solo delle critiche che fa alla mia vita."
Ridacchiarono entrambi e subito dopo il campanello trillò e Sam scattò ad aprire.
Naomi, fiera ed elegante fece un passo ed entrò immediatamente nella casa.
"Benvenuta, mamma..."
Disse Castiel col tono di voce che potrebbe avere un ragazzino burante un'interrogazioe a scuola.
"Ciao, Castiel! Bella la nuova casa ma... oh, ma questa cravatta è tutta storta!"
Nemmeno finì di salutare suo figlio, che subito la donna si mise ad aggiustargli la giacca addosso come fosse ancora un bambino incapace di vestirsi da solo.
"E' un piacere vederla signora..."
Provò a interrompere Sam per salvare il miliardario da quella tortura. Senza riuscirci.
"FALSO. Sam! Quei capelli così lunghi sono tremendi!"
"Dobbiamo portarlo a tosare!"
E Crowley non perse l'occasione per agganciarsi alla frecciatina; lui e Naomi risero maliziosamente divertiti e si scambiarono un velocissimo abbraccio.
"Crowley mi fai morire! Castiel, dovresti farti contagiare anche tu dall'allegria e dall'impeccabile modo di vestire di quest'uomo! TI farebbe bene!"
In quell'istante, Sam si chinò vicino all'orecchio di Castiel per non essere sentito.
"Non vuole che la avveleni a cena, vero?"
"Sam!... non so se riesco a resistere fino a cena..."
"Scusate, dovrei andare un secondo alla toilette."
"Ti accompagno." 

Li interruppe Naomi dal loro ridacchiare sotto ai baffi e subito Crowley si fece avanti e passo svelto per scortarla ed entrambi scomparirono oltre il corridoio.
Appena un secondo dopo, mancandoli per un pelo, Dean scese le scale dal piano di sopra con indosso dei pantaloni di pelle nera identici a quelli di prima, solo un pochino più larghi.
"Questi pantaloni vanno meglio? Sono firmati!"
"Sì... per lo meno non si vedono le mutande che indossa."
Bisbigliò Castiel così che Sam potesse sentirlo e godere della battuta.
"Oh! Ho preso un regalo per sua madre! Un momento l'ho lasciato di sopra!"
Nemmeno il tempo di toccare l'ultimo gradino che il biondo fece una piroletta e tornò di nuovo di sopra.
In quelo stesso preciso istante, Naomi tornò dal bagno e si diresse verso la porta d'ingresso, uscendo dalla casa mentre parlava.
"Vado a dire all'autista che può andare!"
E allora, di nuovo, la voce di Dean ridiscese le scale.
"Ho fatto fare questa Apple Pie da un fantastico pasticcere qui all'angolo."
Disse arrivando finalmente in fondo ai gradini, reggendo un braccio una scatola rosa rilegata con un bel fiocco.
"Mia madre non è molto un tipo da Apple Pie..."
Fece notare Castiel.
"Non è possibile!"
Il campanello trillò di nuovo insieme alla voce di Dean che senza pensarci, appoggiò la torta sul tavolino dell'ingresso e si diresse all'uscio.
"Le persone a cui non piace la Apple Pie non sono mai affidabili!"
Aprì la porta e ci mancò un soffio perchè lui e la donna all'ingresso non avessero entrambi un infarto.
"COOOOSA?!"
"Ma è pazza? mi ha seguito fino qui per farmela pagare per due fiori???"
Sbraitò Dean addosso a Naomi.
"Da quale clinica è scappata?!?!"
Concluse quasi urlando e sbattendo la porta con una rabbia violenta in faccia alla signora dai capelli rossi. 
"Vuol sapere chi era quella matta?"
Disse il biondo divertito dalla situazione, rivolgendosi a Castiel rimasto pressochè paralizzato per tutta la scena con la bocca aperta. 
"Quella pazza... è mia madre."
Bisbigliò con un filo di voce che fu abbastanza da arrivare alle orecchie di Dean e fargli sgranare gli occhi mentre uno squittio gli sfuggiva dalla gola.
"Eh-eh...abbiamo già fatto amicizia... no?"


"Girati fammi vedere!"
Crowley e Naomi si trovavano in cucina insieme a Charlie che, contro la sua volontà veniva usata come cavia e manichino per provare orribili vestiti che nemmeno da morta avrebbe voluto indossare.
In quel momento le era stato infilato addosso un completo grigio topo praticamente identico a quello di Naomi.
"Così hai molta più classe!"
Fortunatamente, Castiel passò di sfuggita dal corridoio e, intravista Charlie conciata in quel modo, mise la testa dentro la cucina per qualche secondo.
"Charlie, levati quel vestito, non hai  settant'anni."
Disse per poi scomparire di nuovo verso il suo ufficio lasciando la ragazza a sorridere cercando ogni modo possibile per non farsi vedere.
"Sai nonna, io e Dean abbiamo un modo particolare di fare shopping. Io compro quello che davvero mi piace e lui guarda i modelli e le modelle del reparto accanto."
Fece presente la giovane dopo aver smesso di ridere.
"Cara... lo so che vorresti dei vestiti più eleganti..." 
"Veramente preferirei le magliette dei supereroi."

La interruppe bruscamente Charlie sfuggendo poi alla sua presa, non appena la vide girarsi di spalle, e sgattaiolando verso la sua camera.
"Sono molto preoccupata per questa tata che Castiel ha assunto."
Disse in tono molto serio Naomi, rivolgendosi a Crowley che non perse tempo ritrovandosi finalmente con qualcuno dalla sua parte.
"Anche io... non vorrei dire cose cattive ma... va a caccia di partiti ricchi intrufolandosi nelle famiglie. Ha messo gli occhi su Castiel"
Mentì mettendo Dean nella luce più cattiva che riuscì a trovare in quel momento.
"Assurdo! Castiel nemmeno lo guarderebbe un ragazzetto così rozzo."
Sentenziò Naomi appena prima che Dean e Garth entrassero nella cucina dalla porta che dava sul retro.
"Quella ragazza ti guardava te lo dico io!"
"Davvero?!"

"Fidati di me, Garth. Vai di sopra, cambiati i jeans, metti quelli che ti ho comprato che ti fanno un bel sedere, e torna fuori!"
"Corro!"

Dean diede una pacca sulla spalla al ragazzo che sfrecciò su per le scale nello stesso istante in cui Castiel comparve di nuovo nel corriodio e finalmente entrò in cucina.
"Castiel, tesoro, abbottonati il colletto della camicia, non essere così sciatto!"
Lo assalì subito Naomi afferrandogli i lembi del colletto ma egli subito svicolò dalla presa.
"Mamma! Lasciami in pace! Fa caldo nel mio ufficio..."
"E pensi che oggi non ci sono nemmeno entrato."

Sussurrò Dean dando una pacca sul braccio di Castiel che ridacchiò insieme a lui di gusto.
"Mamma, a volte Dean si siede sulla mia scrivania e..."
Disse il miliardario tornando a rivolgersi verso Naomi ma, accortosi dello sguardo fulminante che gli stava rivolgendo, preferì non continuare. 
"...e niente, meglio che me ne vado, ciao!" 
Colcuse per poi scappare dalla porta dalla quale era arrivato.
"E' un uomo adorabile il suo Castiel!"
Esclamò Dean rimanendo a fissare il punto da cui il miliardario era fuggito.
"Quando era bambino non le veniva mai voglia di mordergli il sedere?"
Scherzò voltandosi verso Naomi che, però, non aveva ancora abbandonato il suo sguardo truce e pieno di odio anzi, ora pareva pure più terrificante; tanto che Dean si sentì raggelare il sangue.
"No, evidentemente no."


"Brutte notizie, signore!"
Sam entrò  nell'ufficio di Castiel a passo svelto e subito il miliardario alzò la testa dalle sue carte, attento e vigile.
"C'è stata un'emergenza e sua madre deve ripartire fra poco. Sta già facendo le valigie."
"DAVVERO??"

Il sorriso sul viso di Castiel apparve così luminoso da poter illuminare tutta la casa. Ma durò molto poco.
"No, volevo solo vedere la sua faccia..."
Confessò Sam portandosi una mano davanti alla bocca per nascondere la sua risata.
"Non mi diverte, Sam!"
Lo rimproverò alzandosi dalla scrivania e iniziando a camminare in modo concitato e nervoso.
"Non è la giornata adatta! Mi serve aiuto e Crowley è scomparso! Non lo trovo da nessuna parte!"
"DAVVERO?!"

Questa volta fu il sorriso di Sam ad allargarsi tanto da indolenzirgli le guance. Ma anche in questo caso durò molto, troppo poco.  
"Ti piacerebbe vero?"
Lo incalzò Castiel con un'espressione maliziosa in volto.
"Il mio scherzo era spiritoso, il suo è crudele."
Disse Sam afferando il vassoio del thè oramai finito e fingendosi offeso.
Il maggiordomo stava per andare verso la porta quando Naomi entrò a passo di carica.
"Castiel dobbiamo discutere di una cosa."
"Oh! Emh... mi piacerebbe ma non posso! Devo andare, ho una riunione con emh...
"Meg Masters."

Disse Sam facendo cenno di si con la testa.
"Già... e ci metterò parecchio..."
Continuò Castiel prima di chinarsi vicino all'orecchio del maggiordomo e concudere la frase.
"...visto che è MORTA."
"Oh! Ma guarda! Allora... andrò ad annullarle l'incontro."
Esclamò Sam uscendo dall'ufficio prima di riceve un oggetto contundente il testa.
"Castiel. Io voglio che tu licenzi la tua tata."
Sentenziò Naomi appena il maggiordomo ebbe richiuso la porta alle sue spalle.
"Vuol dire che ne vuoi discutere, mamma?"
"No. Lo pretendo e basta. Ha una pericolosa influenza sui tuoi figli!"
"Non è assolutamente vero!"

Sbraitò Castiel contro  di lei un secondo prima che Kevin entrasse saltellando dalla porta con indosso dei jeans molto stretti, una camicia rosso acceso, e i capelli con dei ciuffi ben pettinati e gonfi sulla fronte.
"Ciao!!! Guarda, papà, a chi somiglio?" 
Con un saltello sul posto si mise in posa: mani sui fianchi e sedere in fuori, esattamente come Dean faceva quando esibiva il suo look.
"B-bellissimo. Ora vai, Kevin."
Imbarazzato e innervosito Castiel afferrò Kevin per le spalle e delicatamente lo spinse fuori dalla porta.
"Castiel. Io ti parlerò con estrema chiarezza ora."
Naomi gli si parò davanti, occhi negli occhi.
"So che c'è qualcosa fra te e quell'uomo. Ed è una cosa che ti sta deviando e che non ti permetto."
"Mamma, non c'è niente fra m-Ehi aspetta un attimo! Cosa significa che tu 'non permetti'?"

Replicò il miliardario sconvolto dal trattamento da bambino che sua madre gli stava riservando.
"Tu sei di alto rango, caro. Quest'uomo non è della nostra classe!"
In quel momento Dean arrivò sulla porta, pronto ad entrare nell'ufficio con uno slancio dei suoi soliti, ma non appena vide Naomi, si fermò sull'uscio.
"Se continui con questa sciocchezza, Castiel, non mi resta altra scelta che metterla in questi termini. O la tua famiglia o lui!"
A quella richiesta sconvolgente, Dean ebbe un sussulto impercettibile ma, abbastanza evidente perchè Castiel notasse la sua presenza fuori dalla porta.
"Bene! Vuoi una risposta?"
Con rabbia e indignazione si diresse verso il biondo che rimase a guardarlo sbigottito. 
"Eccoti la tua risposta!"
Senza dire una parola Castiel afferrò il viso di Dean fra le mani e se lo tirò vicino, baciandolo con una passione travolgente. 
Sorpreso, il biondo rimase immobile con  le braccia spalancate e gli occhi aperti, fermo in quella posizione con gli occhi incrociati nel tentativo di guardare il viso del miliardario.
Castiel si staccò dopo quasi un minuto con uno schiocco di labbra, ma senza mollare la presa sul viso di Dean; lo guardò negli occhi e, ancora pervaso da quella rabbia e dal desiderio di ribellione contro sua madre, disse una cosa che causò l'immediata perdita dei sensi di Naomi.
"Sposiamoci!"


"Ho fatto una cosa da pazzi, Sam."
Castiel stava seduto alla sua scrivania con la faccia nascosta fra le mani da almeno un'ora quando il maggiordomo entrò nell'ufficio.
"Ha chiesto a Dean di sposarlo per fare un dispetto a sua madre e ora non sa cosa fare?"
Rispose prontamente Sam senza aspettare nemmeno che il miliardario aprisse bocca.
"...Devi smetterla di origliare, Sam."
"Non posso farne a meno..."
Sam tentò di trattenere il suo sorriso malizioso per timore che lo sguardo truce di Castiel potesse evolversi nel lancio di qualche oggetto contro la sua persona.
"Ora come ne esco?"
"Semplice. Si sposi Dean e andate in viaggio di nozze a Parigi."

Così dicendo estrasse un depliant dalla tasca della giacca,  Paris for Love, lo lanciò sulla scivania proprio davanti a Castiel per poi dirigersi a passo svelto al telefono e alzare la cornetta con gioia.
"Ora le prenoto il viaggio."
"Sam! Non posso farlo!"

Ma le parole del miliardario ingabbiarono subito la sua incontenibile felicità.
"Dio, che idiota."
"Cosa?!?!"
"Parlavo al telefono."

Il maggiordomo getto il cordless di nuovo sul supporto con un gesto irritato mentre con lo sguardo tentava di incenerire Castiel, ancora perso nelle sue preoccupazioni.
"Ma no, via, non devo preoccuparmi. Non mi avrà preso sul serio... vero?"


"Mio Dio..."
Dean era accasciato sul divano della casa di Bobby da due ore insieme a Lalla; il viso paralizzato in un'espressione sconvolta e incredula.
"Ecco gli inviti!"
Urlò Bobby, sbucando dalla camera nella quale era scomparso pochi minuti prima, con in mano un grosso raccoglitore strapieno di fogli e foglietti, facendo tornare il biondo alla realtà.
"Bobby! Tel'ho detto solo 2 ore fa!!! Come gli inviti?!?"
"Io non aspettavo altro da quando sei andato a lavorare da quell'uomo!"
Spiegò sedendosi accanto a Dean e iniziando a sfogliare il blocco.
"Adesso aggiorniamo la lista degli invitati... Morto. Morto. Morto. Tornato in Kansas. Morto..."
"BOBBY SMETTILA!"

Sbraitò il biondo alzandoisi in piedi di scatto.
"Va bene! Vado di là a finire!"
Rimasto solo con la sua migliore amica, Deam potè finalmente tirare un preoccupato sospiro e passarsi una mano sul viso per strapparsi di dosso qualla spiecevole sensazione che lo aveva avvolto nel preciso momento in cui Castiel si era proposto. C'era qualcosa che non tornava e, nonostante l'emozione che aveva provato nell'essere baciato dal miliardario, sapeva che doveva venirne a capo per il bene di tutti.
"Ma ci pensi? Tu e Castiel? Sembra incerdibile!"
Disse Lalla incrociando le gambe e sistemandosi sulla poltrona accanto al divano.
"Lo so..."
Rispose Dean ancora sovrappensiero.
"E così all'improvviso! Non vi chiamavate nemmeno per nome e adesso BOOM! E perfino davanti a sua madre! Così riuscirà di sicuro a farla crepare di rabbia come voleva!"
DIN!
La parlantina di Lalla era sempre stata logorroica e molto veloce e, il più delle volte Dean non captava ogni concetto che lei voleva esprimere ma, in quel momento, una lampadina si accese nella sua testa nel sentire quelle parole.
"Figlio di put..."
Si bloccò coprendosi involontariamente la bocca con la mano per ricacciare in gola l'insulto.
"Eccolo il motivo! Mel'ha chiesto solo per far impazzire sua madre!"
I suoi occhi si accesero di un fuoco carico di rabbia e sdegno che, per un attimo, spaventò anche Lalla.
"Che farabutto! E ora che farai?"
Subito un sorriso diabolico e soddisfatto piegò la bocca del biondo che si incrociò le braccia sul petto sollevando con fierezza il mento.
"Quello che farebbe chiunque. Lo farò impazzire tanto che mi dovrà chiedere pietà in ginocchio."


Bobby aprì la porta di casa con tanta fretta che nemmeno il campanello ebbe il tempo di finire di risuonare.
Naomi era sull'ingresso, un po' confusa del motivo per il quale si trovasse lì, quando l'uomo la abbracciò all'improvviso sollevandola da terra.
"BUONGIORNO!"
Dean e Castiel erano seduti sul divano, abbracciati. O meglio, Dean era appiccicato volontariamente a Castiel più del necessario e l'unico che sembrava non esseresene accorto era proprio il miliardario che tranquillo sorrideva godendosi i grattini del biondo sulla testa.
"Castiel!"
"Mamma! Cosa ci fai qui?"

Scattò in piedi non appena si accorse della presenza di sua madre e Dean lo seguì con molta calma.
"L'ho invitata io, tesoro!"
Le si avvicinò e le fece cenno di accomodarsi non appena Bobby smise di stritolarla.
"Venga, ora dobbiamo conoscerci meglio! Si sieda... MAMMA."
Dean enfatizzò l'ultima parola con un sorriso quasi diabolico dipinto in volto e la donna prese un profondo respiro per riprendere il controllo di se prima di rivolgersi a suo figlio, ignorando la provocazione.
"Castiel, io sono venuta qui solo perchè so cosa ti ha spinto a fare questo gesto sconsiderato. Ammetti che sposi questo ragazzotto rozzo solo per farmi un dispetto!"
Disse con tono serio e indispettito e, appena prima che Castiel potesse replicare in alcun modo, Dean lo afferrò per la vita e con uno strattone se lo portò vicino, cogliendolo di sorpresa.
"Oh no! Noi ci conosciamo da anni oramai e in nessuna maniera lui si azzarderebbe mai ad usarmi in questo modo giocando con i miei sentimenti e facendomi soffrire!"
Rispose esibendo tutte le sue straordinarie doti di bluffatore.
"Temo che lui non sappia quanto mi detesti, vero Castiel? Su, diglielo!"
In quel preciso istante, Castiel sentì una goccia di sudore freddo scivolargli lungo la schiena e una spiacevole sensazione di disagio e vergogna in fondo alla gola, e capì che per quanto odiasse sua madre non poteva, non voleva prendere in giro Dean. Non voleva ferirlo.
"Si, è vero, io ti detesto. Ma... non ferirò Dean."
Si staccò dal biondo di un passo, voltando il viso per poter guardare il suo.
"Non sono pronto per sposarmi, ma per nessuna ragione al mondo ti permetterò di offendere oltre quest'uomo a cui tengo in un modo che tu non puoi nemmeno immaginare."
Dean si voltò di scatto a quelle parole, incorciando i suoi occhi blu.
"Sarà anche poco elegante o fine a volte, ma mi piace così, e ho bisogno di lui."
Continuò Castiel poggiandogli una mano sul braccio e dandogli una piccola stretta prima di girarsi di nuovo ed affrontare Naomi faccia a faccia.
"E se devi costringermi a scegliere fra te e lui, mi dispiace, ma la risposta è, e sarà sempre... lui."
Il biondo si sentì mancare la terra sotto i piedi per una frazione di secondo e si accorse solo in quel momento che la sua mano era ancora  poggiata sulla vita del miliardario e che ora le sue dita stavano leggermente stringendo la presa.
"Quindi ora, se vuoi andartene, io non ti fermerò."
Concluse Castiel indicando gentimente con un cenno del capo in direzione della porta.
Naomi non si mosse per almeno un minuto; i suoi occhi saettarono da Dean a Castiel, da Castiel a Dean come se il suo cervello stesse cercando di trovare una qualsiasi motivazione per controbattere alle parole del figlio. Ma non ne trovò alcuna.
"Sono tue scelte Castiel. E per quanto io le disapprovi con tutto il cuore, siamo una famiglia e perciò... non io non mi intrometterò più."
Furono le uniche cose che disse prima di congedarsi con un lieve e poco convinto sorriso ed uscire dalla porta senza guardare indietro.
Rimasti soli, e finalmente Castiel sembrò tornare in qualche modo sereno e rilassato mentre Dean si sentì avvolgere da un senso di nervosismo del quale non comprendeva la ragione.
"Mi dispiace, Dean... non avrei mai dovuto usarla in quel modo."
"Tranquillo, ora è risolto."

Disse il biondo tentando di allontanare quella sensazione, senza successo.
"Posso fare qualcosa?"
Insistette Castiel.
"No, tranquillo."
"Su, qualsiasi cosa ci pensi!"

Dean ridacchiò cercando di evitare il contatto con lo sguardo del miliardario in ogni modo possibile.
"E va bene un paio di cose. Primo. Qualcuno dovrà dire a Sam che non ci sposiamo più e quello non voglio essere io. Sarà lei."
Sdrammatizzò nel modo migliore possibile, recuperando velocemente il controllo di se stesso.
"Secondo. Dovrebbe riportare questo al negozio sulla terza. E' quello che avrei indossato la prima notte di nozze."
Allungandosi verso un lato del divano, afferrò un sacchettino da terra e lo porse a Castiel che lo aprì immeditamente, preso dalla curiosità.
"Ma... questo sacchetto è vuoto..."
Disse sollevando un sopracciglio, confuso mentre Dean si avvicinava al suo viso con un sorrisetto malizioso e divertito sulle labbra.
"Appunto..."
Stavano per ridere quando i loro sguardi si incontrarono per una frazione di secondo e un nodo afferrò la gola di entrambi bloccandogli il respiro.
Tentare di alleggerire l'atmosfera con qualche battuta era stato d'aiuto solo per qualche secondo: la tensione palpabile e violenta riaffirò immeditamente fra i loto volti e questa volta, Dean non ebbe il tempo di trovare una via d'uscita.
Le parole che il miliardario aveva detto per difenderlo erano le più belle che qualcuno gli avesse mai regalato e per la prima volta dopo tanto, tantissimo tempo, il biondo si sentì avvolgere da un piacevole calore: qualcuno teneva a lui in un modo che non avrebbe mai pensato di meritare. Qualcuno al quale lui si accorse di tenere allo stesso modo.
Improvvisamente, Castiel gli afferrò la nuca e lo tirò verso di sè, senza ricevere alcuna opposizione, e quando lo baciò un brivido caldo gli percorse tutta la spina dorsale facendogli esalare un lungo e goduto respiro liberatorio.
Dean sollevò le braccia con uno scatto, afferrando il viso del miliardario fra le mani e spingendo quel bacio verso un'intimità molto più pronfonda, molto più travolgente.
Bastarono una manciata di secondi perchè i loro corpi si avvicinassero e iniziassero ad accarezzarsi lentamente come le loro labbra, e fu proprio in quel preciso momento che Castiel ebbe un sussulto.
"No... non posso. Non posso... mi dispiace."
Gemette facendo un passo indietro e staccandosi dal quell'ardente bacio, ansimando pesantemente.
Il biondo si ritrasse ma rimase immobile con le mani ancora sollevate a mezz'aria, all'altezza del viso di Castiel.
"No, è colpa mia... pensavo che..."
"Dean..."
"No, lasci stare. E' meglio."

Replicò scuotendo la testa a destra e sinistra con tristezza e rabbia per poi girarsi in gran fretta e uscire dalla porta a passo svelto, richiudendosela alle spalle e lasciando Castiel in un improvviso e rimbombante silenzio.
Rimase immobile, confuso, disorientato giusto per un paio di secondi, quando la porta si riaprì e Dean rientrò quasi correndo con gli occhi fissi sul pavimento nel tentativo di evitare i suoi, tanto forte era l'imbarazzo.
"No, dannazione, ho sbagliato. Questa è casa mia, è lei che se ne deve andare!"
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