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Autore: passiflora    13/10/2014    4 recensioni
(In revisione)
Ognuno di noi custodisce dei segreti, ma quelli di qualcuno sono più grandi e pericolosi di altri.
Custodire tali segreti è un atto coraggioso e vanesio, colmo d'orgoglio: riesce a farci sentire potenti, quasi che il nostro valore si misurasse sulla capacità di resistere alla tentazione di rivelare quello che sappiamo; ci fa sentire parte di una oscura élite, ci fa sentire selezionati dal destino per portare con piacere un silenzioso ma fatale fardello. Custodire un segreto è un atto capace di far sentire qualcuno vivo e morto allo stesso tempo, ed è anche capace di corrodere l'animo di un uomo e condurlo alla rovina.
Genere: Angst, Dark, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: Violenza
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La mappa dei segreti di Thyme giacque nella borsa di Fred per tre giorni prima che qualcuno osasse accennare a lei e alla nota misteriosa che conteneva.
Sebbene nessuno avesse avuto il coraggio di parlarne apertamente, tutti e cinque i ragazzi avevano a lungo rimuginato sul codice misterioso, esaminando un’ampia gamma di possibili soluzioni senza approdare a nulla di concreto. Al termine di quei tre giorni, quando si ritrovarono con l’intendo di discutere, ognuno di loro propendeva con una discreta certezza verso la propria opinabile versione, ma attendevano che fosse qualcun altro a parlare per primo e nel frattempo tergiversavano.
La prima ad esprimersi fu Tea.
« Ragazzi, io ci ho pensato ininterrottamente, ma temo di non essere arrivata a niente » disse. « A parte quel "Via di" oppure "del" non c’è nulla di chiaro. "Rsx" potrebbe essere solo "r" e poi "sx" stare per "sinistra". »
« Oppure essere "rs" e poi "x" come numero, quindi dieci. Thyme aveva una calligrafia incomprensibile. Potremmo addirittura aver sbagliato a leggere » commentò Pool.
Erano seduti nell’ampio salotto della casa dei gemelli. Fred e Varga avevano preparato del tè e Pool lo sorseggiava con la dignità di un lord vittoriano.
« E la seconda riga? » chiese Tea.
« Il cinquantacinque? Abbiamo supposto che fosse un numero civico, ma se ad esempio volesse dire qualcosa come "contare cinquantacinque da sinistra"? » osservò Fred. Teneva la tazza piena di liquido bollente appoggiata in bilico sul ginocchio. Suo fratello la guardava con un sorriso divertito e complice. Chissà quante tazze avevano rotto facendo quel giochino.
« Riguardo la terza riga, io ritengo che sia scritta in un’altra lingua » disse Varga e, come sempre, le sue parole suonarono come un dogma inappellabile. « Francese o inglese, ritengo. Dubito che Thyme avrebbe mai pensato al latino o a qualsiasi altra cosa che fosse appena più complicata. »
« In francese faceva pena. E in inglese se la cavava per un pelo » osservò Sage.
« Esatto. Per questo io ritengo che il codice sia più semplice di quanto crediamo. Stiamo attribuendo a Thyme più ingegno di quanto non ne avesse in realtà. »
« Thyme era furba come una volpe » obiettò Sage, esibendosi in un’espressione corrucciata che la fece sembrare ancora più graziosa. Non le piaceva che Varga parlasse male di Thyme.
« Furbo è ben diverso da ingegnoso » esclamò Fred, afferrando al volo la tazza che si era sbilanciata e stava per cadere e ingoiando una sorsata di tè. « Thyme aveva un talento naturale per approfittarsi delle situazioni e delle persone, ma in quanto a procurarsi i mezzi da sola... »
« E va bene, Thyme non era ingegnosa e la cosa più complicata a cui è riuscita a pensare per cifrare i suoi segreti è stata scrivere in una lingua straniera. Ma cosa? E quale? » continuò Sage, incrociando le braccia al petto. Varga la guardò. Le braccia strette sotto il seno non facevano che metterlo in risalto schiacciando la stoffa contro le generose rotondità. Distolse lo sguardo quando si accorse che sua sorella lo stava guardando e ridacchiava, nascondendosi il viso con la grossa tazza rossa fumante.
« Hai già pensato a qualcosa, Varga? » chiese Pool e le parole che gli uscirono di bocca suonarono incrinate e titubanti alle sue orecchie. Si sentì arrossire e cercò di tranquillizzarsi ripetendosi che era solo suggestione, che in realtà aveva parlato nello stesso modo di sempre e nessuno si era accorto di nulla.
« Sì » rispose il ragazzo. Depose la sua tazza sul tavolino di vetro al centro del cerchio di poltrone e prese il foglio dove precedentemente era stata trascritta la nota lasciata da Thyme. Prese anche una penna dall’estremità mangiucchiata e si mise a scarabocchiare borbottando: « Ch.frt.Ch. Supponendo che abbiamo a che fare con un riferimento spaziale, che sia scritto in inglese e che sia composto da parole abbastanza semplici perché Thyme riuscisse a ricordarle, quei "ch" potrebbero stare per church, chamber o chapel. Forse chair o chariot, ma non credo che cerchiamo una sedia e neppure un carro. »
« "Frt" che cosa sarebbe? » domandò Tea.
« Forse inizio a capire anche io » intervenne Sage, sporgendosi verso il tavolino. « È probabile che voglia dire semplicemente "di fronte". Che indichi qualcosa di fronte a qualcos’altro. »
« Esatto, quello è quasi certo. Tornando ai "ch", se Thyme avesse scelto il francese avremmo chapelle, champagne, chalet... chinois » borbottò Fred, muovendo la mano in cerchio man mano che snocciolava parole in francese.
« Sage, tra l’inglese e il francese qual era la lingua preferita di Thyme? » domandò Varga, chino sul foglio e intento a scrivere.
« L’inglese » rispose Sage.
« Allora avrà sicuramente scelto quello » esclamò. Poi alzò lo sguardo e allungò il foglio verso gli altri ragazzi, che si chinarono su di esso come girasoli attratti dalla luce di quel sole di carta. Varga aveva riscritto l’appunto di Thyme riempiendo i vuoti con quanto avevano dedotto fino a quel momento. La frase che ne risultava suonava come:
 
Via di/del/della Rsx
55
Chapel front Church
 
« La cappella di fronte alla chiesa? » disse Pool.
« Sembra che dobbiamo cercare una chiesa al numero civico cinquantacinque di quella via misteriosa » osservò Tea.
« Oppure » obiettò Varga. « Un cimitero. »
 
 
   
 
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