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Autore: Malia_    14/10/2008    6 recensioni
“Hai paura?” I suoi pensieri giunsero nella mia testa per torturarmi, sinceramente non volevo rispondere, non volevo sapere cosa sarebbe successo, ero terrorizzato.
Mi dimenticai di respirare per un attimo che mi sembrò interminabile e cercai di scacciare le immagini che stavano invadendo la mia mente. Bella indifesa seduta su un letto che mi guardava implorante, Bella che cercava di spogliarmi, Bella che non aveva paura di me.. Bella, Bella, Bella..
(Seguito di Eclipse)
Genere: Dark, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Più libri/film
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Addirittura 8 persone mi hanno messo tra i preferiti!!! Ma Grazie! "Malia non montarti la testa!" Grazie Clhoe di esserti appassionata alla mia storia. Cercherò di non deluderti. Fatemi sapere che ne pensate di questo capitolo!!! Malia


Edward Cullen: Desire and blood.


 “A che gioco stai giocando..Edward Cullen”. Mi guardai intorno ignorando volutamente la presenza del padre di Bella che ci guardava e le andai a stampare un bacio sulla guancia “ Signore.. dimmi che posso strapparle quei vestiti di dosso, dimmi che quella pelle morbida e calda sarà mia”.
La vidi sorridermi un po’ stanca e sognante. “Il mio agnellino, come profumi di buono questa sera. Amore. Quanto vorrei assaggiarti”. Un ringhio stava per uscire dalla mia gola, dovevo assolutamente riuscire a calmare la sete furiosa che avevo del suo sangue. Incrociai il suo sguardo, lei l’aveva notato. Avevo sete.. dovevo cercare di non metterle paura. Feci forza sui miei nervi tesi per calmarmi e sfoderai un sorriso perfetto.
- Allora Bella? Pronta per andare?- Vedevo perfettamente le pizze tra le sue mani, ma ero stanco di rimandare. Era tutto il giorno che aspettavo di prenderla tra le braccia, ora doveva essere tutta per me.
Lei mi lanciò un occhiata sbieca e poi mi porse le pizze.
- Ne vuoi?- mi provocò sorridendo. Sapeva che quella era spazzatura per me, così storsi il naso, ma decisi di prendermi una piccola vittoria. Misi una mano sotto la sua che teneva così bene la loro cena e la strinsi in un gesto possessivo.
-  Ho molta fame..- sussurrai con voce troppo roca per essere naturale e la vidi sussultare. Si girò di scatto lasciando la mia presa e si diresse verso il tavolo.
- Allora puoi dividere la mia pizza con me..- mi voltava ancora le spalle. Sentivo Charlie decisamente troppo interessato alla scena. Dovevo calmare i miei bollenti spiriti. Mi ero incastrato da solo.
- Va bene- risposi. No.. che schifo. Bella ridacchiò, girandosi e facendo l’occhiolino.
- E’ un vero evento.. Edward finalmente mangerà con noi. La prima volta in assoluto- già e anche l’ultima pensai poco dopo che il signor Swan pronunciò quelle parole.
Mi misi seduto e avvicinai la mia sedia a quella della mia futura moglie. Una settimana ancora e poi l’avrei condotta all’altare. E sarebbe stata mia.. per l’eternità. Mia e di nessun altro. Scossi la testa cercando di non pensare a cose del genere, avrei potuto metterle paura se avessi esternato quelle emozioni. Bella si alzò a prendere i bicchieri per la birra e involontariamente mi sfiorò il braccio con il seno. L’eccitazione montò in un istante. “Cazzo.. controllati”. Irrigidii il braccio e lo strinsi sotto il tavolo fino a sentire bruciare le mie nocche gelide.
Si risedette ignara sorridendomi.
-Qualcosa non va?-  l’avevo spaventata. Bravo, imbecille. L’incertezza della sua voce me lo aveva fatto capire.
“ Sì, Bella. Quando mi stai vicino ho voglia solamente di toccarti e fare l’amore. Con la variante che l’odore del tuo sangue mi fa impazzire e se penso a quello che potrei fare col tuo corpo..” Fermati. Stop. Basta. Dovevo far rientrare quella bestia. Mi vergognavo di me stesso.
- Edward..?- Charlie aveva gli occhi fissi su di me. “ Avevo ragione questo ragazzo nasconde qualcosa”. Lo sentii pensare.
Ma la voce che aveva parlato era quella di Bella. La guardai e l’incertezza dei suoi occhi mi fece morire una seconda volta. No, no, no.. era così innocente, così pura. Non potevo lasciare che venisse macchiata da me.
- Tutto bene tranquilla-. Presi un pezzo di pizza e lo addentai. Eccola.. la punizione per averla guardata mentre si spogliava in camera. “Mangia quella schifezza Cullen, tutta  in un boccone”.
Avevo ancora l’immagine dei suoi piccoli seni di fronte agli occhi, perfetti per le mie mani. Ricordai il momento in cui li aveva toccati guardandosi allo specchio e un brivido mi attraversò il corpo.
Entrambi gli Swan erano impegnati a mangiare come me ed entrambi erano fortunatamente ignari dei miei pensieri. Bella era stranamente silenziosa.. se avesse scoperto chi si celava dietro la facciata del suo principe azzurro.. ne ero sicuro, sarebbe tornata da quel cane.
- Bells.. mi puoi prendere un fazzoletto per piacere?- Charlie aveva già finito la sua parte. Quell’uomo sapeva essere più vorace di un animale a volte.
Lei non si fece pregare e tirò la sedia indietro. Fece leva sulle mani, ma qualcosa andò storto. Inciampò sul piede di legno che la fece direttamente cadere sopra di me. Rovinosamente per l’esattezza. Non feci nulla per afferrarla soprattutto per evitare di far insospettire Charlie, ma l’effetto fu comunque negativo. Il profumo della sua carne mi investì come un fiume in piena. La guardai.. si reggeva confusa alle mie cosce, il seno premuto contro le mie ginocchia, il sangue le imporporava le guance. Mi chinai per prenderla tra le braccia, la solita sbadata. La circondai sotto le ascelle, come si fa di solito con i bambini e cercai di rassicurarla con un bacio sulla fronte.
- Bella, Bella. La solita sbadata..- le dissi cercando di controllare il tono della mia voce.
Mi chinai fino a far sfiorare il mio orecchio con i suoi capelli. Ero deciso a fare forza quando qualcosa mi colpì dritto allo stomaco. Un gemito. Appena sussurrato ma pur sempre un gemito di piacere. Colpa della mia umanità forse.. ma l’immagine delle sue cosce nude e delle sue mutandine bianche mi piombò nella mente come se fosse stata semi-nuda in quel momento di fronte a me. Trattenni il respiro, anzi smisi proprio di respirare. La tirai in piedi e feci scivolare le mani sui suoi fianchi. Non riuscii a fermarmi e la toccai, le strinsi i glutei. “Che bel culo che hai, Dio Bella, è così morbido”. No.. tolsi subito le mani come se mi fossi scottato.
Mi fissava.. oddio chissà cosa stava pensando. Odiavo non poterle leggere nella mente. Aveva gli occhi scuri spalancati e il respiro veloce, quello lo potevo sentire, il cuore le batteva all’impazzata. Ero stato io? Ero eccitato, troppo eccitato. Stavo per perdere qualsiasi tipo di controllo quella sera.
“ Limiti, Edward, ricordati i patti.. e i limiti. Ci sono dei confini, tu sei un vampiro lei è un’ umana. Comportati da uomo e non da bestia”. Continuavo a ripetermi nel cervello. “Ma lei è tua, la tua fidanzata è la tua promessa, donna.. è la tua donna. Non l’ ha mai toccata nessuno, falle provare i brividi che solo tu sei capace di darle. Tu la vuoi e lei è pazza di te”. Stavo delirando, dilaniato, distrutto dai miei stessi desideri.
Mi sfuggì dalle mani immediatamente, quello che mi era sembrato un secolo in realtà era stata solo una manciata di minuti. Bella aprì l’armadietto della dispensa allungandosi e afferrò i fazzolettini lanciandoli sul tavolo ridendo imbarazzata.
- Già finito Edward?- Il signor Swan alzò un sopracciglio. “Se mangia così poco, lo credo che è così pallido”, si diceva nel frattempo.   
- Sì, signore. Mi sazio velocemente- La risata di Bella giunse cristallina e riuscì a calmarmi un po’, mentre il padre la guardava stupito.
- Papà che ne dici di guardare un po’ di Tv ora..mentre io lavo e sparecchio?- Il grugnito di risposta ci fece sorridere entrambi. Lo vidi prendere posto sul divano e accendere la televisione. Io allora mi voltai verso Bella che probabilmente mi guardava già da un po’. Sguardo impenetrabile, non sopportavo proprio l’idea di non poterle leggere dentro, quegli occhi mi lasciavano ogni volta senza fiato.
Si avvicinò a me, che mi già ero alzato con grazia e mi poggiò le mani sulle braccia.
- Sei sicuro di non voler andare a caccia?- Sussurrò in modo che Charlie non la sentisse.
“ Ma se la mia preda è qui” continuava a ripetere il mostro.
- No sto bene, tranquilla. Vogliamo uscire?- dovevo sembrarle impazzito quel giorno, non c’era altra risposta. Ma lei sembrava solamente preoccupata per me, troppo innocente per capire.
- Senti..- mi trattenne per un gomito e io inavvertitamente deglutii.
- Dimmi..- provai a mettere nella mia voce quanta più dolcezza possibile e infatti lei si rilassò.
- Se vuoi facciamo finta di non uscire e poi ci vediamo in camera..-
“ Sesso”. Doveva essere scritto sulla mia faccia, perché lei arrossi visibilmente e abbassò gli occhi a terra guardandosi le punte dei piedi. Un mostro.. ecco cosa ero, nient’altro che un animale selvatico. Dovevo rimediare al danno.
- Vuoi che ti tenga stretta tra le braccia tutta la notte?- Le lanciai il mio solito sorriso sghembo che sapevo le piaceva particolarmente e lei annuì estasiata. Dovevo proteggerla da me stesso, altrimenti non mi sarei mai perdonato. Era la persona più importante della mia vita.
“Mavà, se ogni notte quando si addormenta ultimamente le sfiori il seno e le cosce. Vorresti ben altro lo sai. È qualcosa che una donna ha in mezzo alle gambe e quella tenera umana sicuramente ce l’ha calda e accogliente, pronta a sanguinare per te”. Strinsi gli occhi a fessura, forse sarebbe stato meglio tornare a casa quella notte, una volta che lei si fosse addormentata. Sarei tornato la mattina, non potevo correre rischi.
- Edward..- mi chiamò. Focalizzai il suo corpo troppo tardi per capire quello che stava per fare.
Mi strinse a sé e mi poggiò le labbra sulla bocca.
“ Toccala”. No..
Risposi al suo bacio, mentre con calma esasperante la stringevo a me. Faceva molto più male a me che a lei, decisamente.
“ Toccala”. No..
Smise di respirare. Come sempre, le facevo questo effetto. Mi amava e si fidava di me, e io maledizione non potevo tradirla.
“ Adesso..”. le mie mani si mossero senza volontà e la spinsi con troppa foga contro il mio bacino. Sussultò e gemette, sapevo che mi stava sentendo. Lo sapevo e la cosa mi faceva eccitare a non finire. Sgranò gli occhi intimorita e io risposi sconvolto a quello sguardo. Non era colpa mia, io non volevo farlo! Non volevo che tu sentissi quando fossi eccitato.
La allontanai bruscamente. In quell’istante mi resi conto che ero uscito dalla porta senza salutare nessuno diretto verso la mia macchina.
“ Stupido, stupido.. è così che la proteggi?”. Accesi la macchina e imboccai il viale.    

   
 
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