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Autore: MiakaHongo    16/10/2014    12 recensioni
Benvenuti agli Hunger Games Crossover interattivi!
Chi saranno i tributi? Sarete voi a deciderlo, proponendo i vostri 24 tributi delle vostre saghe di libri o film di animazione preferiti.
Gli eventi saranno gestiti e descritti dall'autrice, ma voi lettori potrete influenzare alcune scelte dei personaggi, suggerire trappole o ostacoli agli strateghi ed agire come Sponsor salvando dalla morte il vostro personaggio preferito.
Per partecipare è obbligatorio leggere il regolamento al primo capitolo, per dubbi o domande contattare l'autrice.
Buoni Giochi! E che la fortuna sia sempre dalla vostra parte!
Genere: Avventura, Introspettivo, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Altri tributi
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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mietitura


Cara era dritta in piedi sul suo ascensore che risaliva lentamente verso l'esterno, mostrando una landa rocciosa con una leggera coltre di fumo nero. Non si scompose minimamente osservando il paesaggio, si voltò per vedere il suo compagno, ma appena vide che al posto di Richard vi era un'altro uomo alzò gli occhi al cielo nel notare che appena la vide sorrise inebetito.
"Mi fa piacere vedere che sei tu la mia compagna, io sono Simbad, tu dolcezza?" disse lui avvicinandosi a lei squadrandola dal basso verso l'alto in modo più che compiaciuto.
"Io sono Cara e l'arena sarà l'ultimo dei tuoi problemi se ti avvicinerai solo di un altro passo a me!" replicò lei con tono freddo, accennando un sorriso sicuro e sprezzante. In risposta lui alzò un sopracciglio.
"Donna difficile eh? Le mie preferite! Ma so che nel giro di poche ore non potrai resistermi!" disse lui accennando un sorriso spavaldo e sicuro di sé.
"L'unica cosa a cui non sono sicura di poter resistere, se continui a parlare, sarà lo sgozzarti con le mie mani!"
"Ma non puoi farlo mia Cara!"
"Cosa me lo impedirà il tuo...oh credi sia fascino giusto? Uomini...tutti uguali! Ne ho sottomessi a centinaia come te ed è così facile che a volte smette pure di essere divertente!"
"Credo saranno le regole ad impedirtelo tesoro, a meno che non ti piaccia esplodere!" replicò indicando il bracciale al suo polso.
"Posso sempre tranciarti la lingua però!" esclamò lei, con sguardo allettato da quell'idea di non sentirlo più parlare.
"Peccato che tu non abbia nemmeno un coltello allora!" disse lui con sguardo di sfida, avvicinandosi ancora a lei. Cara lo afferrò quindi per la maglia e lo strattonò vicino a un soffio da lei e con uno sguardo tanto sensuale quanto omicida gli sussurrò: "Posso sempre staccartela a morsi...e ti assicuro che non sarà affatto piacevole come pensi!" detto ciò lo spintonò lontano da lei. "Ora andiamo e sarà meglio per te se lo faremo in silenzio!"




Katniss si guardò intorno, era nuovamente in quel maledetto ascensore che portava all'arena, tirò un profondo sospiro per calmarsi. Era l'unica oltre Finnick ad aver partecipato a due edizioni e per una volta quindi si trovava in una situazione di vantaggio rispetto agli altri partecipanti. Allora perché non riusciva ad essere totalmente tranquilla?
Prima che potesse rifletterci si ritrovò in quella che sembrava una foresta oscura e fitta, con alberi scuri e dall'aria inquietante e una densa nebbiolina che oscurava la vista, facendo vedere ben poco. Di solito amava le foreste, ma quella le metteva i brividi.
Una voce ad un tratto la distrasse: era il suo compagno, o almeno quello che le era stato assegnato.
"Ehy, salve tu sei Katniss giusto? Io sono Ade, a quanto pare siamo compagni!"
La ragazza lo fissò stranita: non era sua consuetudine fare amicizia, ma nemmeno nei suoi peggiori incubi avrebbe fatto amicizia o un'alleanza con un tizio del genere.
"Forse hai frainteso...io gioco da sola!"
Quindi si voltò ed iniziò a camminare da sola per la foresta. Ade spalancò gli occhi, non aspettandosi una tale risposta, sapeva che lei aveva già partecipato ai giochi e di sicuro non si voleva far scappare la possibilità di averla come alleata, le corse quindi dietro, cingendole le spalle con il braccio.
"Ehy, ehy, ehy tipa focosa eh? Possiamo metterci d'accordo sai? Io sono quasi imbattibile e tu hai già vinto i giochi..." le si avvicinò all'orecchio e le sussurrò "insieme possiamo ucciderli tutti!"
Katniss roteò gli occhi, fino a fissarlo con disprezzo, per poi prendere la mano di lui e toglierla con gesto seccato dalla sua spalla.
"Focosa è dir poco...mi chiamavano ragazza di fuoco per l'esattezza! E se sei quasi imbattibile come dici non avrai di certo bisogno del mio aiuto giusto? E' stato un piacere!"
Disse con tono fermo, per poi continuare ad avanzare per la sua strada. Ade era allibito, ma sentì anche la rabbia iniziare a ribollirgli dentro, i suoi capelli passarono dal solito color blu ad uno più rosso e acceso.
"TU, ragazzina! Nessuno dice di no ad Ade, te ne pentirai amaramente, è una promessa!"
Urlò quelle parole, che arrivarono a Katniss mentre avanzava tra gli alberi, in quel momento pensò ad Haymitch che probabilmente la stava guardando, ed ancora più probabilmente la stava maledicendo per aver rifiutato l'accordo.

 

 

Richard si ritrovò ai piedi di quella che sembrava un'irta montagna, avvolta da un fitto fumo nero, il che era tutto tranne che invitante, notò alla sua destra quella che doveva essere la sua compagna: una ragazza dai lunghi capelli biondi e un aria totalmente spaventata, cercò di non darlo a vedere quando abbozzò un saluto verso di lui salutandolo con la mano. Aveva conosciuto molte persone e riconosceva nei suoi occhi l'innocenza, anche se non era un depositario. Quindi le rivolse un sorriso, cercando di tranquillizzarla.
"Ciao io sono Richard, tu come ti chiami?"
La ragazza si mise i capelli dietro le orecchie con le mani, leggermente imbarazzata.
"Ehm salve...io sono Rapunzel"
"Bene Rapunzel, sappi che non ti devi preoccupare, a parte che non posso ucciderti, non ho comunque nessuna intenzione di farlo!"
"Davvero?" chiese lei stupita "Nemmeno quando non saremo più alleati?"
"Te lo prometto! Nel mio distretto io sono il cercatore e non farei mai del male ad un innocente! Troveremo un modo per uscire vivi da questo assurdo gioco vedrai, inoltre non permetterò che ti facciano del male è una promessa!"
Rapunzel lo fissò, quel ragazzo aveva un'aria così sicura di sé, che la tranquillizzò. Sembrava quasi che si fosse trovato in situazioni peggiori di questa.
"Perdonami, io ecco...non sono uscita molto di casa...diciamo che mia madre era molto protettiva, non voleva che mi ritrovassi in situazioni come questa! E ora non ho la minima idea di come si combatta"
"Non ti preoccupare io ho esperienza che può valere per entrambi! Dobbiamo solo trovare un'arma...ma dato che non abbiamo idea di dove siamo finiti, direi di salire in cima: ci faremo un'idea dell'arena e della situazione!"
Raunzel osservò interdetta la cima della montagna.
"Intendi salire fino a lassù? Con quel fumo nero altamente preoccupante?"
"E' l'unica soluzione credimi: da lassù vedremo tutto e forse possiamo scorgere anche gli altri tributi, aggirarci alla cieca senza armi sarebbe una follia!"
"Ok...facciamo come dici tu!" rispose lei, anche se ancora preoccupata.
I due iniziarono quindi a salire verso la cima, dove il fumo di faceva sempre più fitto e per Rapunzel sempre più preoccupante.



Draco si ritrovò in una foresta oscura e fitta, dall'aria sinistra e non rassicurante, ma la cosa che lo preoccupava più di tutte era una sola: non aveva la sua bacchetta!
Per la prima volta si sentì impotente e indifeso, sensazione che non gli piaceva affatto: sperò di riuscire a trovarla il prima possibile, sempre che fosse lì.
Il suo compagno notò il suo stato di crisi e la sua paura, quindi un sorriso beffardo comparve sul suo volto, Draco fece caso l'uomo solo quando gli rivolse la parola.
"Salve mio caro, a quanto pare siamo in squadra insieme...non ricordo il tuo nome..."
"Draco!" mugugnò lui, osservando l'esile figura dell'uomo che gli girava intorno, aggrottò quindi la fronte "tu chi sei invece?"
"Oh io?" chiese lui portando una mano al petto per indicarsi "mi chiamano in molti modi, ma tu puoi chiamarmi Pitch amico mio!"
Draco lo fissò: non sembrava molo forte e nemmeno un possibile abile spadaccino, si chiese se fosse stato così sfortunato da avere come compagno qualcuno che non gli sarebbe stato per niente utile, lo squadrò quindi con leggero disprezzo, prima di rivolgergli la parola:
"Tu sai usare qualche arma per caso?"
Pitch si lasciò sfuggire una risatina.
"Quale arma migliore dell'astuzia e della paura? Noi insieme faremo grandi cose credimi Draco!" rispose lui, accennando il sorriso più convincente che riuscisse a fare.
Draco lo fissò, ancora molto dubbioso, ma d'altronde senza magia qualsiasi aiuto sarebbe stato utile.
"Va bene andiamo!" si limitò a dire "dobbiamo trovare al più presto un'arma!"
I due continuarono ad addentrarsi nella foresta, che si faceva sempre più buia e fitta, il che iniziò a preoccupare Draco, anche se non voleva darlo a vedere.
"Non avrai paura vero?" gracchiò alle sue spalle la voce gelida di Pitch, che gli trasmise un brivido freddo lungo la schiena, non si voltò e col tono più acido e sicuro di sè che riuscisse a fare, disse: "Paura io? Vuoi scherzare spero!"
Pitch sorrise e disse:
"Bene, vuol dire che non avrai problemi a prendere quello!" indicò uno zaino situato tra i rami di un albero. Non ci sarebbero stati problemi se tale albero non fosse stato tempestato da lucenti occhi rossi che li fissavano da lassù. Draco deglutì, poi si voltò furioso verso l'uomo e con tono di disprezzo disse:
"Perchè mai dovrei andarci io, vacci tu se ci tieni tanto!"
Pitch sospirò, per poi sfoggiare un ghigno divertito.
"Perchè se non lo farai di tua spontanea volontà, temo che lo farai lo stesso mio caro AMICO!"
"Voglio proprio vedere come mi convincerai"
"Te lo mostro subito!"
Pitch agitò le braccia e dalle tenebre uscirono fuori due incubi sottoforma di cavalli neri, Pitch sentì un certo dolore al polso ma non ci fece caso, vedere la paura negli occhi di Draco lo rendeva sempre più forte e sicuro di sé.
"Ti presento i miei amici, sono incubi purosangue e possono dare vita alle tue paure più intense e nascoste, perché le fiutano"
Draco sgranò gli occhi indietreggiando di qualche passo.
"N-no non può essere, tu non puoi uccidermi!"
"Oh ma non ti uccideranno...sarà infinitamente più doloroso però" ridacchiò con una folle espressione compiaciuta che terrorizzò Draco. Pitch fece un gesto con la mano e i due cavalli si avvicinarono a Draco, il quale iniziò a correre nella direzione opposta.
"Non avvicinatevi!" urlò, ma i due continuarono a farlo e sempre più velocemente, costringendolo a scappare nell'unica direzione possibile: sotto l'albero.
Una volta lì gli occhi rossi che lo sovrastavano si staccarono da esso scendendo in picchiata su Draco sovrastandolo. In quel momento riuscì a distinguerli finalmente: erano corvi! Ma dovevano essere corvi modificati o qualcosa del genere perché iniziarono ad attaccarlo e a provocargli diverse ferite e lesioni. Il dolore e il fastidio erano insopportabili, cercò di cacciarli via con le braccia ma non vi riuscì, quindi iniziò a correre disperatamente verso la foresta urlando.
Pitch osservò la scena, ritirando i suoi incubi, osservò trionfante lo zaino sull'albero ormai esente da creature minacciose.
Poteva prenderlo adesso senza problemi.




Hermione si ritrovò tra i fitti alberi della foresta oscura, non aveva la sua bacchetta ne armi, anche se non avrebbe fatto molta differenza probabilmente.
"Ehy!"
La chiamò la voce accanto a lei, si voltò notando solo ora la ragazza cinese con i capelli a caschetto.
"Mi chiamo Mulan Fa, a quanto pare siamo in squadra insieme! Tu sei?"
Era felice nel constatare che la sua alleata era una ragazza, non sapeva il perché, ma le dava l'idea di una che sapesse il fatto suo.
"Hermione Granger! Lieta di conoscerti!"
"Bene Hermione...posso chiamarti per nome?"
La fissò titubante, in una situazione normale non avrebbe esitato a dire di sì, ma in quei giochi dovevano uccidersi era saggio chiamarsi per nome? Le parve comunque scortese rifiutare.
"Ma certo Mulan!"
"Bene! La prima cosa che dobbiamo fare è trovare dell'acqua e delle armi o qualcosa di utile, penso che le nostre siano nascoste qui da qualche parte e poi..."
"Ehy aspetta!" la interruppe Hermione "Come fai a sapere queste cose?"
"Bè diciamo che ho fatto il soldato per un certo periodo! Per quanto riguarda le nostre armi, credo siano qui perché non avrebbe avuto senso mostrare agli sponsor di cosa siamo capaci, per poi non darci la possibilità di usare le nostre stesse capacità nell'arena non credi?"
Hermione annuì, adesso sollevata dall'idea che le probabilità che la sua bacchetta fosse da qualche parte fossero aumentate e molto contenta di aver trovato un'alleata che sapesse usare la testa.
"Bene, non perdiamo tempo allora!" rispose lei e entrambe si incamminarono nella foresta.
Ad un tratto Mulan indicò un grosso albero al di sotto del quale era situato uno zaino.
"Siamo fortunate prendiamolo!"
Ma Hermione la bloccò per un braccio.
"Quello non è un semplice albero, è un Platano Picchiatore, se solo ci avviciniamo ci stenderà, fidati non ne vale la pena! Si può immobilizzare toccando uno specifico nodulo ma non sapendo quale abbiamo le mani legate!"
Mulan la fissò sorpresa e attonita.
"Meno male che ero io quella che sapeva troppe cose!"
Entrambe si allontanarono dall'albero, tenendo le dovute distanze, Mulan si guardò intorno attenta ad ogni mino dettaglio, finché non scorse qualcos'altro.
"Guarda lì!"
Le indicò un albero con un grosso incavo nel tronco.
"Credo che li dentro potrebbe esserci nascosto qualcosa"
"Hai ragione, andiamo!"
"Aspetta guarda bene!"
Hermione socchiuse gli occhi per guardare meglio e mise a fuoco un esserino all'interno dell'incavo.
"Un pipistrello!" affermò, con tono abbastanza schifato.
"Già, ma possiamo farcela non credi?"
Hermione la fissò rivolgendole un timido sorriso.
"Insieme?"
"Ok!" rispose lei con aria complice, così le due si avvicinarono all'albero e si fissarono interdette.
"Credi sia vero che ti si attaccano ai capelli?" chiese Hermione.
"Se succedesse ad una delle due dobbiamo promettere di aiutarci ok?"
Hermione annuì ed entrambe misero il braccio all'interno dell'incavo nello stesso istante, la bestiolina emise un rumore stridulo per poi uscire di fretta dall'albero svolazzando per qualche istante sulle loro teste.
"AHHHHHHHHHH" urlarono entrambe all'unisono, senza però muoversi dalla loro posizione, il pipistrello volò quindi via. Entrambe tenevano ben saldo qualcosa e lo tirarono fuori insieme: era uno zaino.
Le due lo guardarono, per poi scambiarsi uno sguardo allibito, che le fece scoppiare in una profonda risata, dovuta anche all'assurdità della situazione che le aveva messe nel panico per nulla.
"Ce l'abbiamo fatta alla fine!" disse Mulan
"Già, siamo un'ottima squadra!"
Hermione aprì lo zaino ma al suo interno c'era solo quella che sembrava una banalissima pietra e un piccolo pezzo di acciaio, li fissò con un'aria un po' delusa.
"Non fare quella faccia, può sempre rilevarsi utile, in caso estremo potremmo lanciare la pietra addosso al prossimo pipistrello!"
La battuta fece ridere Hermione, che legò la pietra alla sua cintura, anche se non era un'impresa facile.
Era contenta di essere capitata con Mulan, non rimpiangeva affatto Draco.
Draco.
Stranamente un po' le dispiaceva ad immaginarselo senza bacchetta nell'arena, ma d'altronde era sicuramente felice di non aver una mezzosangue tra i piedi! Immediatamente si pentì di essersi preoccupata per lui, di certo non se lo meritava.
Proprio in quel momento le parve di sentire la sua voce, prima che potesse pensare che era impossibile, se lo ritrovò sfrecciargli davanti, sembrava avere uno stormo di corvi che lo circondava e lo beccava graffiandolo con le unghie delle zampe, appena vide Hermione si bloccò rivolto verso di lei.
"Aiutami ti prego!" urlò a squarciagola.
Hermione rimase immobile per qualche secondo, ancora incredula al vedere quella scena, ma poi fece per andare da lui, ma Mulan la fermò.
"Aspetta se ti avvicini non otterrai altro che il fatto che attaccheranno pure te! Dobbiamo pensare a qualcosa"
Hermione sapeva che lei aveva ragione, quindi cercò di concentrarsi e riflettere, nonostante l'orribile spettacolo che aveva davanti agli occhi, per quanto non sopportasse Draco, una scena simile non poteva che stringerle il cuore.
"Ci vorrebbe qualcosa per spaventarli...se solo avessimo del fuoco" ragionò ad alta voce.
Ma quelle parole fecero venire un'idea a Mulan.
"Fuoco...ma certo! Come ho fatto a non riconoscerla prima? Prendi in mano la pietra e il piccolo pezzo di acciaio che abbiamo trovato prima!"
Mentre Hermione faceva, seppur perplessa, ciò che le aveva detto, Mulan corse a raccogliere un ramo caduto da terra, poi prese dalle mani di Hermione i due oggetti che stringeva. Aveva capito di cosa si trattava: erano una pietra focaia e un acciarino, le sfregò l'una contro l'altro vicino al ramo, fino a che delle scintille non crearono finalmente del fuoco, accendendo un estremità del ramo.
"Sei un genio!"
Disse Hermione, afferrò quindi il ramo e corse da Draco, agitandolo vicino ai corvi, i quali alla vista e calore del fuoco iniziarono a gracchiare, fuggendo spaventati.
Draco ansimando fissò i corvi volare via, alleviando finalmente le sue pene, ne fu talmente felice che il gesto gli venne spontaneo: strinse Hermione in un abbraccio come per ringraziarla, ma appena si accorse di averlo fatto, la spintonò via. Hermione lo fissò incredula, il suo cuore si fermò per qualche istante non credendo a ciò che vedeva, ma quello che la allibì di più fu il gesto successivo, che la fece cadere a terra.
"Ehi, che diavolo fai? Quei corvi ti hanno mangiato il poco cervello che ti era rimasto?"
Draco non rispose, si limitò a guardare dalla parte opposta, non sapeva nemmeno lui perché lo avesse fatto e sentiva ancora il cuore in gola che batteva all'impazzata, probabilmente per i corvi pensò. Ne approfittò per rivolgere lo sguardo a Mulan.
"Grazie" biascicò rivolto a lei, ma non rivolse più lo sguardo ad Hermione.




La presidentessa, insieme agli strateghi stavano osservando i giochi, Ice commentò la scena appena vista.
"Sono riusciti a salvarlo, bello ma credo che ci siano poche morti finora non trovate? Perchè non rendiamo il gioco più interessante?"
"Sta proponendo di introdurre qualcosa nell'arena che li uccida?" chiese Terry.
Ice rispose con un sorriso glaciale, inclinando leggermente il capo.
"Non che li uccida, ma che li possa uccidere! Una minima probabilità di salvarsi dobbiamo lasciargliela sennò non sarebbe interessante non trovi?"
"Palle di fuoco?" propose Joanne.
Ice la fissò, si stupiva di quanto gli strateghi amassero i propri distretti e volessero che fossero i loro tributi a vincere, ma quanto allo stesso tempo adorassero vederli in pericolo, rischiare la vita, soffrire. Doveva essere una delle loro deformazioni professionali.
"Nemmeno abbiamo iniziato e già vuoi incendiarmi mezza foresta oscura? Cerchiamo qualcosa di meno catastrofico!"
Suzanne sorrise, aveva avuto un'idea! Corse sulla mappa dell'arena mostrando la figura di ciò che vi voleva introdurre.
"Ma quelli non li avevi introdotti solo a fine giochi la prima volta?" chiese Walt.
"Ne metteremo uno solo e poi la presidentessa ha detto di rendere i giochi interessanti!"
Ice la fissò annuendo e Suzanne soddisfatta introdusse ciò che aveva proposto nell'arena.



Hermione si era rialzata, infuriata contro Draco, davvero non riusciva a capire quel gesto, gli si avvicinò per chiedergli ulteriori spiegazioni, ma uno strano rumore li interruppe. I tre si voltarono tutti verso il punto in cui avevano sentito le foglie muoversi, fissarono le frasche, cercando di scorgere qualcosa, quando ad un tratto qualcosa schizzò fuori dai cespugli, arrivando con un solo balzo proprio davanti a loro.
Era una strana creatura, nessuno di loro ne aveva mai vista una simile, non sapevano di cosa si trattasse, ma da come ringhiava e sbavava una cosa era certa: era affamata e voleva ucciderli, e loro non avevano armi!
Non lo sapevano ma era un ibrido.




Quattro corse nella direzione indicata da Tris, o almeno da quella che lui credeva essere Tris, fino ad arrivare ad un dirupo, a primo impatto non gli parve di vedere nessuno, ma facendo più attenzione poté scorgere Filottete accovacciato sul bordo che parlava con Percy che stava per concludere la sua scalata.
"Forza ragazzino mettici un'altro po' e passeranno 3 giorni e saremo ancora qui! Meno male che eri un semidio" disse ironico.
"Facile parlare per te che sei mezza capra e non hai le vertigini così in alto da terra!" replicò seccato Percy, mentre continuava la sua scalata.
Quattro lo fissò: era sicuramente la squadra di cui parlava Tris, coloro che avevano tentato di ucciderla.
"TU!"
Filottete udì il tono gelido e pieno d'odio alle sue spalle, sentì un brivido attraversargli la schiena, si girò appena in tempo per vedere il volto omicida di Quattro, ma non riuscì a fare altro perche gli si scaraventò letteralmente addosso, gettandolo a terra minaccioso.
"Ehy aspetta, parliamone ti prego, sono indifeso non ho nemmeno un'arma, sarebbe disumano...io-io..." tentò di balbettare Filottete il più velocemente possibile, prima che potesse disintegrarlo con lo sguardo, o peggio con quegli enormi muscoli.
"Curioso sentirlo dire da uno che ha attaccato la ragazza del mio distretto che era disarmata, ferendola e giurando di ucciderla!" replicò Quattro con tono di disprezzo.
"Di cosa diavolo stai parlando noi siamo appena arrivati da quella rup-"
Non riuscì a finire la frase perché Quattro gli mollò un pugno in pieno volto, così forte da farlo rotolare lateralmente.
"Cosa succede Fil?" Urlò Percy dalla rupe, pur avendo ben intuito di cosa si trattasse, tentò quindi di scalare più veloce per raggiungere il satiro.
"Ma guarda, il tuo amico ha fretta di raggiungerti, non ti preoccupare ragazzino appena finito con lui passerò a te!"
Filottete si massaggiò la guancia, ancora intorpidita dal dolore, si mise in piedi il più velocemente possibile, nonostante le poche forze che si sentiva in quel momento, ma appena alzò lo sguardo si ritrovò il suo avversario davanti e dietro solo il dirupo: era in trappola.
"Senti te lo giuro, non abbiamo fatto nulla, non abbiamo ne visto ne ferito nessuna ragazza!"
"Risparmiati le scuse, sei solo un vigliacco, comunque da questo gioco ne usciremo vivi io e Tris, quindi mi saresti comunque di intralcio!"
Filottete deglutì ormai consapevole del suo destino, tentò un ultimo gesto disperato, si gettò con tutte le corna addosso al suo avversario, Quattro non si aspettava un gesto simile, ma i suoi riflessi pronti lo fecero deviare leggermente col busto all'indietro, allungò le braccia verso il basso fino a bloccare il satiro per le spalle, esercitando pressione verso terra. Le corna lo avevano leggermente ferito all'addome, ma per il resto l'aveva scampata, fece scivolare un braccio fino al busto del satiro, fino ad afferrarlo saldamente per la maglia e iniziò quindi a spingerlo esercitando forza su di lui con tutto il braccio e il busto.
La differenza di potenza fisica era abissale e nonostante la resistenza di Filottete, Quattro riuscì a spintonarlo giù dal dirupo senza troppa difficoltà.
Percy lo osservò cadere, allungò il braccio tentando di afferrarlo, ma non ci riuscì, lo vide aggrapparsi con una mano ad una roccia poco sotto di lui, ma non sembrava per niente stabile.
"Non riesci ad aggrapparti a qualcos'altro?" gli chiese
"No! Non ci sono appigli nelle vicinanze e non resisterò a lungo sto scivolando!" inoltre risentiva ancora dei colpi subiti poco fa.
"Fermo lì cerco di raggiungerti!"
Percy guardò giù: scalare una montagna poteva essere difficile ma scenderla senza scivolare con un unica fermata fino a terra, era decisamente ancora più impegnativo. Deglutì e si fece coraggio, individuò un appiglio sotto di lui e tentò di farsi scivolare lentamente lungo la roccia, con le mani tentava di attutire la discesa, cosa che le fece leggermente sanguinare, finche non raggiunse finalmente l'appiglio, aggrappandocisi il più saldamente possibile.
Filottete notò lo sforzo e il rischio che il ragazzo stava correndo proprio per salvarlo nonostante fosse un perfetto sconosciuto e rappresentasse solo un ostacolo per lui e la sua compagna di distretto. Vide Percy sporgersi nuovamente verso di lui tendendogli la mano, visibilmente provato dallo sforzo di rimanere saldamente ancorato alla roccia. Filottete allungò il braccio libero il più possibile ma non riuscì ad afferrare la mano di Percy anche se per pochissimo. Sentì la mano aggrappata alla roccia perdere presa a poco a poco, cosa che anche Percy notò.
"Aspetta, forse se scendessi ancora..." tentò di dire Percy, guardandosi intorno per cercare un appiglio vicino, ma senza risultati: fu Filottete ad interromperlo:
"Lascia stare ragazzo, orami è finita. Oggi mi hai dimostrato che mi ero sbagliato, sei un vero eroe! Solo un'ultima cosa mi piacerebbe sapere a questo punto, avevi detto di essere anche un semidio, di chi sei figlio?"
"Poseidone!" rispose distratto, cercando ancora un appiglio.
Filottete sgranò gli occhi.
"Per gli dei, sei serio? O prendi in giro un uomo sul punto di morte?" per un attimo ripensò ad Ercole, tempo fa anche lui non gli aveva mentito sui suoi genitori divini e lui non gli aveva creduto. "Ok, voglio crederti...ma se è vero voglio che tu vinca i giochi capito? Non ammetto che il figlio di uno dei tre pezzi grossi si faccia annientare in un gioco simile intesi?"
"Ma Fil io..."
"Promettilo!"
"Ok..."
"Bene io..." ma non riuscì a finire la frase perché sentì la mano scivolargli completamente dalla roccia. Fu un attimo: Percy lo vide cadere giù, per un attimo l'unico rumore che si sentì fu l'urlo di entrambi, poi nulla.
Percy passò qualche istante con lo sguardo perso verso il vuoto, non sapeva a cosa stesse pensando, ma ritornò in sé solo al sentire un rumore sordo.
Il rombo di un cannone.
Il rumore riecheggiò per tutta l'arena, fu strano, non ci fu bisogno di una spiegazione, tutti capirono a cosa si riferisse: il primo tributo dei giochi era morto.
Quattro stava osservando la scena dall'alto, fissò Percy e disse:
"Ora è il tuo turno, vengo a prenderti!"
Detto questo si sporse verso il dirupo, Percy non se lo fece ripetere due volte, si spostò lateralmente lungo la roccia il più velocemente possibile, nonostante il dolore alle mani per le ferite, non sapeva esattamente dove fosse diretto, ma l'allontanarsi dal ragazzo pronto a fargli la pelle era sufficiente per il momento.
Ad un tratto notò qualcosa: una stretta fenditura nella roccia: era buia, ma sembrava molto profonda. Quasi sicuramente era un vicolo cieco, ma dubitava fortemente di poter restare attaccato alla roccia ancora a lungo, quindi la reputò un'allettante alternativa: si aggrappò alla fessura e si appiattì il più possibile ad essa per cercare di entrarvi.
Quattro notò i suoi strani movimenti e si affrettò ad iniziare la sua discesa ma qualcosa lo bloccò per un attimo: prima non ci aveva fatto caso, forse era per l'accecante desiderio di vendetta che lo aveva colpito, ma ora non poté fare a meno di notare quanto fosse alto quel dirupo, immediatamente sentì uno strano senso di vertigini e il riaffiorargli una delle sue quattro paure più grandi: le altezze.
Ma quella stessa paura gli ricordò la persona che lo aveva preso in giro a riguardo, ovvero Tris. Ripensò al rumore di cannone di poco fa e rabbrividì all'idea di poterne sentire un'altro prima di ritrovarla, così rinunciò, almeno momentaneamente, al rincorrere il ragazzo per tornare indietro al punto dove aveva lasciato Tris.
Corse tra gli alberi rientrando nella zona boscosa, fino ad arrivare al punto esatto dove aveva trovato Tris ferita.
Ma non c'era nessuno.
Iniziò a farsi assalire dal panico, tentò di calmarsi cercando intorno.

Dove diavolo era? Le aveva detto di restare lì!
E se qualcuno l'avesse trovata?
Non aveva sentito un'altro colpo di cannone quindi era viva, ma per quanto?
Ad un tratto non resistette più alla tentazione ed iniziò ad urlare il suo nome, doveva trovarla a tutti i costi, anche se era molto pericoloso. Avrebbe vinto con lei, non avrebbe accettato un'altra soluzione.

 

 
Tris stava camminando nella foresta con la sua alleata, Astrid. Appena si erano trovate insieme non aveva detto molto solo un semplice: "Sai combattere?" , lei aveva risposto affermativamente, la ragazza si era limitata quindi ad un: "Bene allora andiamo!".
Da allora aveva iniziato a marciare velocemente nella foresta senza dire altro, era vissuta tra gli intrepidi: di certo non la gente più socievole dell'universo, ma quello era un po' esagerato anche per i suoi standard.
Ad un tratto Astrid si bloccò, evento straordinario!
"E' successo qualcosa?" chiese dubbiosa.
"Guarda lì"
Indicò un punto in lontananza oltre ad una discesa tra gli alberi, infondo tra le fronde.
"Se guardi bene si intravede un colore anomalo in mezzo al verde, potrebbe essere uno zaino, andiamo a controllare!"
Non sapeva il perché ma suonava più come un ordine che come una richiesta, comunque annuì, non le andava di litigare di certo.
Ma proprio in quel momento sentì quella che sembrava la voce di Quattro urlare il suo nome, suonava disperata, sentì un colpo al cuore e immediatamente si rivolse ad Astrid.
"E' il mio compagno di distretto dobbiamo andare da lui, magari è in pericolo!"
La ragazza la fissò perplessa.
"E' dalla parte opposta, prima recuperiamo lo zaino: potrebbe esserci un'arma e ci sarà utile, non hai pensato che potrebbe essere una trappola?"
Tris sgranò gli occhi allibita.
"No, andiamo prima da lui, so combattere corpo a corpo e poi sono sicura che avrebbe preferito morire che urlare il mio nome se era in pericolo, pur di non rischiare di far morire anche me!"
Astrid alzò gli occhi al cielo.
"Oh certo perché urlare nel bel mezzo della foresta non attirerebbe comunque altri tributi incalliti! Potrai essere brava quanto vuoi ma pure loro lo sono e se accorreranno in molti e con armi potremmo essere in seri guai!"
Tris la fissò disperata.
"Cosa faresti se fosse il tuo compagno di distretto?"
Astrid pensò ad Hiccup solo e a quel rumore di cannone che aveva sentito poco fa che le aveva stretto il cuore, sperava con tutta se stessa che fosse ancora vivo, doveva assolutamente trovarlo e aiutarlo. Non aveva tempo da perdere.
"Mi spiace temo che le nostre strade si dividano qui!"
Tris annuì ancora una volta, per poi voltarsi e correre più veloce che poteva in direzione della voce sentita.
Astrid proseguì per la sua strada, scendendo lungo la discesa che portava al luogo che aveva indicato poco fa a Tris, cercò di correre, ma allo stesso tempo di far meno rumore possibile: non voleva attirare l'attenzione, non prima di aver trovato un'arma almeno.
Dopo un po' di tempo si ritrovò davanti a ciò che aveva visto da lontano: non era uno zaino bensì sembrava una specie di vecchia casetta abbandonata arroccata su un albero.
Ma la cosa che le tolse il fiato fu ciò che trovò davanti ad essa: era un uomo enorme o forse era meglio dire mostro? Aveva due teste e passava un mazzo di chiavi da una mano all'altra.
Stava per scappare via quando l'uomo parlò, prima una testa e poi l'altra.
"Io sono il tuo migliore amico!"
"Io sono il tuo peggior nemico!"
Poi insieme dissero:
"Io sono Giano! Non avere paura non ti farò del male sono qui per avvisarti!"
La ragazza lo fissò stranita, era ancora tesa e pronta a scappare se necessario.
"Di cosa precisamente?"
"Hai una scelta da fare..." disse una delle due teste.
"Dille del ragazzo dille del ragazzo" disse l'altra.
"Zitto tu! Ora ci arrivo...dicevo, qui in questa casa troverai ciò che cerchi, ma avrai poi una scelta da fare: puoi continuare per la tua strada, oppure andare verso la foresta oscura. Lì troverai chi stai cercando, ma anche un grande pericolo che ti metterebbe davanti a una scelta ancora più difficile, una scelta che metterà a rischio la tua stessa vita o peggio"
La ragazza lo fissò sbigottita.
"Chi sto cercando? Intendi Hiccup?"
"Scegli ragazza, scegli, ma scegli bene!"
"Ehi aspetta!"
Ma una nube di fumo tempestosa si alzò vorticosamente intorno a lui, costringendo Astrid a chiudere gli occhi, quando li riaprì Giano era scomparso. La ragazza non perse tempo, si arrampicò sull'albero, fino ad entrare nella piccola casa, al suo interno vi era uno zaino, lo raccolse, ma la sua mente era altrove, fissò fuori dalla finestra della casa fatiscente e da quell'altezza poté notare in lontananza quella che doveva essere la foresta oscura, dato che gli alberi sembravano quasi morenti, circondati da una fitta nebbia spettrale.
Hiccup era davvero lì?
Non sembrava un bel posto e probabilmente se era lì avrebbe avuto bisogno di aiuto.
Ma era vero ciò che le aveva detto quel Giano? Andandoci avrebbe messo in pericolo la sua vita o peggio...cosa intendeva con peggio?
Qual'era la scelta che avrebbe dovuto compiere una volta lì?
Cosa avrebbe scelto adesso?

 

 

Rapunzel e Richard arrivarono finalmente alla cima, il fumo nero limitava la visuale, ma capirono da dove proveniva: la montagna era in realtà un vulcano, scoperta che preoccupò entrambi. La vista di qualcosa però li rassicurò: tra il fumo, su una roccia si poteva scorgere uno zaino, Richard sorrise alla ragazza e corse a prendere lo zaino, ma la ragazza lo fermò, sembrava avere un'aria terrorizzata.
"Cosa succede?" chiese lui, ma Rapunzel portò un dito alla bocca intimandolo a fare silenzio, per poi indicare qualcos'altro che si poteva scorgere tra il fumo, guardando attentamente Richard riuscì a notarlo: un enorme drago dormiva appollaiato intorno alla roccia sulla quale era posto lo zaino, Richard tentò di mantenere la calma, si rivolse a Rapunzel e annuì, poi si avvicinò molto lentamente allo zaino, scavalcò il drago, facendo attenzione ad essere molto delicato e a non calpestargli la coda o le zampe, finché finalmente non ce la fece, allungò un braccio e afferrò lo zaino, lo prese e lo aprì delicatamente, a sua sorpresa al suo interno ci trovò una spada.
Perfetto!
Ma proprio mentre lo pensava sentì la terra sotto di lui tremare, quasi come se il rimuovere lo zaino avesse attivato qualcosa, osservò la lava iniziare a fuoriuscire dal vulcano e quando pensava di essere nei guai peggiori possibili, vide che anche il drago si stava svegliando.
"Corri" urlò rivolto alla ragazza.


 

Shan Yu capì di avere intorno alla gamba decine di serpenti, non sapeva se fossero velenosi o meno, ma voleva solo liberarsene, quindi con gesti violenti delle mani se li strappò di dosso, scagliandoli il più lontano possibile da lui, con un po' di fatica riuscì a toglierli tutti e un sorriso soddisfatto si fece strada sul suo volto. Proprio allora notò però un'ombra che lo sovrastava, si girò di scatto e vide una donna, ma non era una semplice donna era una specie di mostro, i suoi capelli sembravano ricoperti da serpenti come le sue zampe...zampe sì, perché dal busto in giù assomigliava più a un drago che ad una donna, inoltre nelle mani brandiva delle sciabole.
La donna provò ad attaccarlo, ma lui si scansò, raccolse un'enorme masso e con tutta la forza che aveva glielo scagliò contro.
Campe, questo era il nome della creatura, urlò per il dolore e accecata dall'ira iniziò a fendere fendenti contro di lui, Shan Yu ne bloccò alcuni, cercando di evitare gli altri, fino a rotolare fuori dalla zona melmosa. Era stato ferito al torace, ma ora che poteva correre sarebbe potuto fuggire senza problemi, infondo quella creatura sembrava più lenta di un essere umano, soprattutto in quella melma. Shan Yu ghignò soddisfatto.
"Ci vuole ben altro che una ferita del genere per sconfiggermi!"
Fece quindi qualche passo in direzione della radura, correndo verso la sua via di fuga, ma ad un tratto, un dolore lancinante lo blocco: la ferita gli pulsava più che mai e sentì un dolore pervadergli piano piano tutto il corpo, osservò nuovamente la ferita ed era violacea, fu allora che lo capì, le lame erano avvelenate.
Il fiato gli si fece sempre più corto e il dolore più insopportabile, finché non sentì più niente.
Il secondo colpo di cannone riecheggiò nell'arena.

 

 

Gothel stava sprofondando nelle sabbie mobili, implorò aiuto ad Anna, che non perse tempo: aprì lo zaino, ma ciò che vi trovò non le sarebbe stato utile per il momento, quindi si guardò intorno speranzosa, adocchiato qualcosa corse verso la radura.
"Ehi ragazzina dove diavolo vai, non vorrai farmi morire qui VERO?" chiese spaventata e irritata la donna, ma la vide tornare con una specie di liana, probabilmente l'aveva trovata lì vicino, dato che se ne erano viste molte nelle vicinanze. L'espressione di Gothel subito cambiò cercando di addolcirsi il più possibile.
"Oh cara cara ragazza, sapevo che mi avresti aiutata!"
"Sei fortunata che ne ho trovata una caduta, senza un coltello sarebbe stato impossibile tagliarla!"
Anna le diede un capo della liana, legando l'altro ad uno stretto albero vicino, quindi la issò con tutte le sue forze finché non fu fuori.
"Mi hai salvata, sei davvero un'eroina grazie!"
"Figurati non ti avrei di certo lasciato morire così e poi devi trovare tua figlia no?"
"Già! A proposito cosa hai trovato nello zaino?"
Senza aspettare risposta si fiondò sullo zaino e tirò fuori cosa vi era al suo interno, ma rimase molto delusa.
"Una padella" disse, con una delusione che le ribolliva il sangue.
Anna sorrise.
"Oh si, non è fantastico? Cucinare non sarà un problema!"
Gothel alzò gli occhi al cielo.
"Meraviglioso" disse con una punta di ironia.
Sempre se non ci uccidono prima!

 

 
Percy scoprì che il passaggio al di là della fenditura era tutt'altro che un vicolo cieco, bensì una profonda galleria sebbene molto buia, la attraversò il più velocemente possibile, sperando che portasse da qualche parte e che Quattro non lo stesse ancora inseguendo.
Ad un tratto trovò un bivio e proseguì nella direzione che gli ispirava di più, finché non vide una luce, quasi accecante per il buio a cui era abituato, uscì all'esterno e piano piano la sua vista si abituò, ma qualcosa lo scontrò, o meglio qualcuno.
L'uomo cadde a terra, Percy lo fissò e lo riconobbe.
"Tu sei quel tizio che si chiama come il dio dei morti!"
Ade alzò gli occhi al cielo sconvolto da una tale affermazione.
"Oh certo perché tutti gli esseri umani che conosci hanno le fiamme al posto dei capelli immagino!"
"Ma tu non puoi essere Ade, non assomigli a mio zio!"
Ade lo fissò offeso, aggrottando la fronte con aria indignata.
"E vorrei ben vedere microbo! Ora togliti, sei fortunato che ho da fare o ti avrei già incenerito!"
Detto ciò si rialzò e continuò a correre nella direzione in cui stava andando, Percy lo fissò perplesso e fece spallucce, era di certo un tipo strano.
Vide davanti a sé qualcosa che attirò subito la sua attenzione: un albero di mele. Aveva un certo languorino e portarsi dietro qualche mela non gli avrebbe fatto male, si arrampicò per prenderne una, si sedette su un ramo e le diede un morso, in quel momento gli venne in mente una cosa strana, riprese il biglietto che aveva legato alla cintura e lo lesse ad alta voce.
"La verità nasce dal frutto della conoscenza...ma certo!"
Si ricordò che Annabeth una volta gli aveva parlato di un mito greco e del frutto della conoscenza, ovvero una mela!
Ringraziò mentalmente Annabeth per averlo aiutato involontariamente.
Ma che diavolo voleva dire quella frase?
Scese dal ramo toccando terra, meditando mentre addentava nuovamente la mela, in quel momento più che mai avrebbe voluto che lei fosse lì, di sicuro già ci sarebbe arrivata senza problemi, inoltre avrebbe saputo che era al sicuro...il secondo colpo di cannone gli aveva gelato il sangue e il solo pensiero lo terrorizzava.
Ma non era il momento di pensare a questo, Annabeth era in gamba, più di lui, sicuramente se la stava cavando, ora doveva risolvere quell'indovinello.

Come faceva la verità a nascere da un frutto? Doveva essere una metafora ma che diavolo intendeva?
Ad un certo punto il suo sguardo si fissò su un oggetto rosso che stava per terra: era una mela, probabilmente caduta da molto tempo. Buttò quello che era ormai solo il torsolo della sua mela e si chinò verso quella caduta, la prese in mano e la osservò attentamente, non aveva nulla di strano, sbuffò pensando di aver avuto un'idea stupida, poi notò che il terreno sotto la mela era più morbido, come se fosse stata ricoperta una buca.
Seguì quel folle istinto e iniziò a scavare con le mani, iniziò a pensare di stare impazzendo o che semplicemente si sarebbe dovuto arrendere all'idea di non essere capace a risolvere un indovinello, ma proprio in quel momento toccò qualcosa di metallico.
Scavò con cura e tirò fuori dal terreno quella che individuò essere una spada, su di essa vi era incisa la parola "verità". Un sorriso soddisfatto e emozionato comparì sul suo volto, davvero non credeva di esserci riuscito e senza l'aiuto di Annabeth pergiunta!
La impugnò per provarla, ma proprio in quel momento fu pervaso da una strana sensazione: sentì una folle rabbia crescere dentro di lui, come se d'un tratto volesse distruggere tutto o fare a botte col primo bulletto che avresse incontrato. Aveva già provato una sensazione simile tempo fa, quando aveva incontrato Ares, ma questavolta era diverso, era come se la spada stessa lo stesse mettendo alla prova. Sentì l'odio crescere e passò quello che fu un tempo per lui indefinito, voleva affettare qualcosa, qualsiasi cosa, si sentiva quasi impazzire e forse sarebbe impazzito se non fosse stato per un qualcosa che gli venne in mente in quel momento.
Annabeth.
Doveva trovarla, dovevano vincere insieme quello stupido gioco a qualsiasi costo, non perché volesse uccidere gli altri, ma perché voleva salvare lei.
Osservò la spada stavolta coscienzioso, anche se con sforzo la legò alla cintura, liberandosi dalla sua presa.
Per il momento era meglio che restasse lì.

 

 

Katniss continuò ad avanzare, sperando di trovare uno zaino o un arco o almeno Finnick, l'unico per il momento di cui fosse sicura di potersi fidare, finché non notò di essere uscita da quella lugubre foresta oscura: era circondata da una giungla paludosa e fangosa, bé sempre meglio della foresta spettrale pensò!
Vide davanti a sé una grande area di melma verdastra, una specie di stagno al cui centro, su un piccolo promontorio era situato uno zaino.
La melma non aveva affatto un'aria rassicurante, oltre a sembrare anche abbastanza profonda, ma su di essa notò delle grosse rocce, saltando su di esse avrebbe potuto forse raggiungere lo zaino senza toccare quello strano liquido. Così prese la rincorsa e saltò sulla prima roccia senza problemi, la seconda era però più distante, tirò un sospiro, indietreggiò il più che gli permetteva la roccia e si diede un forte slancio, arrivò sull'altra roccia, ma perse l'equilibrio cadendo su di essa, allungò prontamente le braccia per afferrasi alla roccia in modo da non finire nella melma: si riuscì a bloccare e si trovò a poco dal toccare il liquido, fece forza sulle braccia e le gambe e si issò su, fino a trovarsi in piedi sopra al masso, tirò un sospiro di sollievo.
"Visto Katniss era facile! Ora un ultimo salto e..."
Ma prima che potesse finire la frase il masso su cui stava si mosse verticosamente facendola cadere su di esso, si aggrappò con tutte le sue forze per non cadere, ma proprio in quel momento notò che non si trattava di un masso, bensì di un grosso coccodrillo o di un ibrido con un coccodrillo, non si soffermò a scoprirlo, si strinse a quello che doveva essere il suo collo, in modo che non la potesse mordere, ma la bestia si dimenò inabissandosi e la strattonò strusciandosi contro il fondale, costringendola a mollare la presa.
Buona notizia? La melma non era corrosiva.
Cattiva notizia? Un famelico coccodrillo stava per papparsela e la melma oltre a limitare la visuale le rallentava i movimenti subacquei.
Vide la bestia rigirarsi e puntare famelica verso di lei, appoggiò le mani sul fondo, affondandole nello scuro terriccio che lo ricopriva, in quel momento le venne una disperata idea, aspettò che l'animale arrivasse col muso a pochi centimetri da lei, spalancando le sue fauci, fu allora che raccolse con le mani una grande quantità di terriccio, gettandoglielo sul muso. Una gran parte finì nella bocca, il restante negli occhi, comunque la bestia iniziò ad agitarsi e dimenarsi, probabilmente infastidita e momentaneamente accecata. Katniss non perse un istante, nuotò il più veloce possibile lontano da lui.
Ci mise qualche minuto ma a lei sembravano ore e ad ogni bracciata sentiva il cuore battergli più forte in petto, finche finalmente non arrivò al bordo dello stagno, tirò fuori la testa dalla melma felice di poter finalmente respirare.
Il bordo era alto, tentò quindi di scalarlo, ma era fatto di terriccio fangoso ed era terribilmente scivoloso, provò a risalirlo più volte, ma continuava a scivolare. Provò altri punti mentre la disperazione cresceva dentro di lei: non sapeva per quanto tempo il coccodrillo sarebbe rimasto fuori gioco. In quel momento vide sopra la sua testa comparire un ramo, a reggerlo in quella posizione vi era un volto noto.
Ade.
"Sembrerebbe che la melma abbia spento la tua fiamma, ragazza di fuoco! Per fortuna che un compagno è sempre pronto ad aiutarti" ironizzò dall'alto del bordo.
Katniss lo fissò stupita, non avrebbe mai pensato che fosse il tipo da fare una cosa simile, soprattutto dopo che lo aveva mollato da solo e dopo che lui gli aveva giurato vendetta, forse si doveva ricredere su quello strano tipo.
"Grazie" mugugno, quindi allungò il braccio fino al ramo, ma proprio quando stava per afferrarlo Ade lo alzò, togliendolo dalla sua portata, un'inquietante sorriso maligno si dipinse sul suo volto.
"Peccato che tu non ne abbia uno...ricordi? Tu giochi da sola!"
La sua risata diabolica e compiaciuta riecheggiò nella palude e nella testa di lei, che lo fissò a bocca aperta col fiato mozzato.
"Salutami Cerbero ragazza di fuoco, digli che quando avrò vinto questo gioco gli porterò un premio!"
Ridacchiò nuovamente prima di voltare le spalle alla ragazza sparendo nel bosco.
Fu allora che Katniss sentì alle sue spalle il rumore della melma che si muoveva, un brivido di paura le attraversò il corpo.


 

 

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 Angolo autrice:  Eccoci finalmente, inizio col porgervi le mie più immense scuse, perché questo capitolo è arrivato in tremendo e vergognoso ritardo, purtroppo sono stata un mese e mezzo al mare, dove non avevo il pc, poi tornata ho avuto da studiare, poi ho avuto una settimana l'influenza e infine per coronare il tutto il mio pc ha preso un virus che non mi faceva più andare su internet (che ancora devo debellare del tutto!)
Ma alla fine ce l'ho fatta! Per farmi perdonare l'ho fatto più lungo, spero abbiate gradito!
Sono state ora svelate tutte le coppie che ne pensate? I vostri suggerimenti erano tutti fantastici ma alla fine ho scelto quelli che più mi convincevano siete soddisfatti?
Gestire tutti questi personaggi non risulta molto facile ecco perché dei tre in pericolo di vita ne ho fatti morire due e questa volta in pericolo di vita sono parecchi, decidete voi se aiutarli o meno.
Nel capitolo compaiono due creature di Percy Jackson ovvero Campe e Giano, mentre il drago è un ungaro spinato, oltre alla presenza del platano picchiatore.
Abbiamo un intervento degli strateghi, in quell'occasione Ice fa un'osservazione relativa a come gli autori trattano i loro personaggi, ed è un po' la deformazione professionale che io penso abbiano tutti gli autori e che mi capita pure a me di avere XD
Ditemi le vostre impressioni sul capitolo e sui risvolti dei personaggi, sono curiosa di avere i vostri pareri!

 
 Cosa potete fare adesso:  Per il prossimo capitolo potete: 

   -salvare uno dei tributi che si trova a fine capitolo in una situazione mortale. ATTENZIONE potrete salvare un tributo da una situazione mortale una sola volta durante tutta la fic quindi scegliete bene per chi e quando intervenire.
Puntualizzo inoltre che io scriverò chi a fine capitolo si trova in una situazione mortale, non chi effettivamente morirà se non intervenite. Sta a voi analizzare la situazione e capire se effettivamente quel personaggio secondo voi morirà e se conviene aiutarlo.
Se volete salvare qualcuno dovrete scrivere per messaggio privato su efp o su Fb chi volete salvare
, NON dovete scrivere in recensione chi salvate. Il vostro aiuto avverrà sottoforma solitamente di paracadute al quale potrete allegare volendo un messaggio rivolto al vostro tributo (come quelli di Haymitch a Katniss) scrivendoci ciò che preferite.
Detto questo ecco l'elenco delle persone che a fine di questo capitolo rischiano la vita: Mulan, Katniss, Rapunzel, Richard, Astrid, Hermione.

   - Astrid è davanti ad una scelta: proseguire per la sua strada per un cammino più sicuro o andare alla foresta oscura dove troverà Hiccup dove però Giano le ha detto pure che incontrerà un grande pericolo e una scelta. Voi cosa scegliereste? La risposta più votata sarà la scelta effettiva di Astrid quindi pensateci bene.

   - suggerire il contenuto degli zaini.

   - suggerire qualcosa che vorreste decidere durante il gioco, se sarà considerata interessante sarà proposta come scelta nel gioco.

   - suggerire agli strateghi delle trappole o ostacoli che vorreste che venissero posizionati nell'arena durante i giochi (potete inventare ostacoli, veleni, ibridi, trappole, ecc) oppure anche suggerire creature o ostacoli di vario genere presi dai mondi dei tributi scelti ( es: potete proporre creature o pozioni dal mondo Harry potter o altre cose dai mondi degli altri distretti estratti) insomma fate lavorare la vostra fantasia e perché no, anche il vostro lato diabolico! (potrete farlo anche in seguito)

 
Inoltre vi ricordo il nostro gruppo ufficiale facebook, https://www.facebook.com/groups/301034680059219/
dove in questi giorni posterò ulteriori informazioni sui tributi estratti! Potrebbe essere un ottima occasione per voi per conoscerli meglio, soprattutto quelli di cui sapete poco. Inoltre nel gruppo verranno postate anche scelte in anteprima e nuove info, se potete iscrivetevi!

Per qualsiasi domanda o dubbio chiedete pure!


   
 
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