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Autore: Nana_Hale    20/10/2014    1 recensioni
Supernatural AU: The Nanny. Dean Winchester, dopo essere stato licenziato, capita per caso alla porta del miliardario Castiel e si ritrova catapultato a dover fare da tata ai suoi 3 figli adottivi: Garth, Charlie e Kevin. Aiutato dal fedele maggiordomo Sam e contrastato da Crowley, socio di Castiel, Dean se la dovrà vedere con le più terribili tra le creature mostruose: 3 adolescenti. E intanto, qualcosa fra lui e Castiel nasce piano piano...
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Castiel, Charlie Bradbury, Crowley, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Fuga di Mezzanotte
 
Dean e Sam erano affacciati alla finestra della sala, lo sguardo attento e diretto verso l'altra parte della strada.
"Guarda, quella donna sta tutto il giorno alla finestra ad aspettare che il suo amore torni a casa."
"Non è carino spiare l'intimità di due amanti!... ma dalla mia stanza si può vedere anche la camera da letto."
Il biondo si voltò verso il maggiordomo tentando di guardarlo male nascondendo il suo divertimento.
"Tu scherzi. Ma ti rendi conto di cos'è fatta la mia giornata?"
Gli diede una pacca sulla spalla per farlo spostare e dirigersi verso il tavolino all'ingresso.
Prese un foglietto e si mise a studiarlo.
"Prendere maglietta di Iron Man a Charlie. Prendere Kevin dal suo terapista. Prendere la medicina del signor Sheffield. Sono praticamente ridotto ad una casalinga disperata! Io!!!"
Abbandonandosi a peso morto si lasciò cadere sul divano fissando un punto nel vuoto.
"E' come se fossi sposato con Castiel da 20 anni e fosse finita la passione... solo che noi la passione l'abbiamo proprio saltata."
Appena finì d parlare, Garth entrò dalla porta correndo come un invasato, l'agitazione visibile sul volto.
"Dean! Non crederai mai a cosa mi è successo!!!"
Sam e Dean scattarono immediatamente affamati di pettegolezzi e si lanciarono verso il ragazzo.
"Cosa? Dimmi tutto!"
"Stavo passeggiando per il corridoio a scuola e all'improvviso Bess, mi è venuta vicino, mi ha  afferrato per il colletto e mi ha baciato!"
"Davvero??"

Garth si portò le mani sul petto, come ad afferrarsi il cuore e, sollevando sognante lo sguardo al cielo, iniziò a descrivere la sua romantica avventura.
"Oh! Si! E' stato magnifico! Le sue mani mi accarezzavano i capelli e le sue labbra erano così delicate e appassionate! Poi si è staccata e mi ha detto -Ti amo-"
Dopo un profondo sospiro estasiato, si voltò per raggiungere il viso di Dean, e lo trovò ad occhi chiusi con disegnata sul viso un'espressione estatica e le mani ad accarezzarsi il collo.
"...Dean...?"
"Zitto. Non mi distrarre. Ripeti tutto imitando la voce di tuo padre."

Disse senza muoversi da quella posizione e Garth lo guardò scioccato, allora Sam gli fece segno di andare di sopra senza badarci e lui obbedì.
"Non dovresti spaventare gli adolescenti."
In quel momento il biondo si riprese e si voltò verso il maggiordomo notando la mancanza di Garth.
"Consoliamoci su un altro livello."
Disse tornando verso il divano e afferrando la scatola di cioccolatini poggiata sul bracciolo; la aprì e aggrottando le sopracciglia si rivolse al maggiordomo.
"Sam... sono quasi finiti!"
"Non solo tu ne hai bisogno qui dentro."

La porta di casa si aprì di scatto e Castiel e Crowley entrarono di corsa, mollando i cappotti e andando subito verso l'ufficio.
"Sam! Questa sera mangiamo in ufficio abbiamo molto da fare!"
Dean  fece un balzo felino piazzandosi proprio davanti a Castiel e bloccando la sua corsa.
"Ma scusi, lavora?! Questa sera doveva portare Kevin al cinema! Lo so che è impegnato ma non deve trascurare i suoi figli!"
Il miliardario barcollò per l'improvviso arresto e fece un passo indietro per non andare a sbattere contro il petto del biondo.
"Quando li avrei trascurati?"
Domandò incuriosito.
"Loro sono qui ad aspettarla tutto il giorno e mai una volta che gli dica 'Andiamo a bere qualcosa!' o 'Quant'è sexy con quei pantaloni nuovi!"
Dean iniziò a palare a vanvera accorgendosi solo troppo tardi di aver espresso un pensiero che non centrava assolutamente niente con i figli di Castiel per nulla trascurati.
Castiel lo guardò storto scuotendo lentamente la testa, poi lo superò e proseguì andando nel suo ufficio.
Non appena l'uomo sparì oltre la soglia, il campanello trillò rumorosamente e Dean sbuffando si avviò verso la porta.
"Vado io!"
Gridò, per tranquillizzare Sam prima che si precipitasse per aprire, poi si mise a borbottare fra se e se.
"Niente, non era il mio destino finire con un bell'uomo, elegante e gentile, e miliardario pure!"
Aprì la porta con un ampio gesto trovandosi di fronte qualcuno di totalmente inaspettato.
"Sei uno schianto, Dean."
Un uomo molto alto, robusto, capelli castani e due fini ma vispi occhi verde chiaro. Un uomo che aveva conosciuto all'ultima festa di Natale a casa Sheffield: Gadreel, il fratello di Castiel, lo abbracciò con acceso trasporto sollevandolo quasi da terra.
"Gadreel!"


Castiel e Gadreel entrarono nel salone fianco a fianco. Non si somigliavano nemmeno per un capello fra loro ma vedendoli uno accanto all'altro, muoversi e parlare, era impossibile negare la loro parentela
"Gadreel, dovevi avvertirmi che venivi. Purtroppo sono impegnato con il lavoro. Però Dean si è offerto di accompagnarti a fare un giro!"
Non appena pronunciò quelle parole, Dean si palesò in sulle scale dell'ingresso, sexy come non mai: impeccabili jeans scuri, un'elegante camicia opaca nera e una giacca grigia casual.
"Wow... che bel giro."
Disse Gadreel andandogli incontro mentre Castiel a fatica staccava gli occhi da quella visione e tornava verso il suo ufficio.
"Già, sì, wow. Andiamo."
Rispose Dean con l'enfasi di uno studente alle 7 del mattino.
"Che cos'hai? Non sei lo stesso che ho conosciuto alla festa di Natale...lo vedo nei tuoi occhi."
Gadreel all'improvviso lo afferrò per un braccio facendolo voltare verso di se e afferrandogli delicatamente il viso fra le mani.
"Cosa...?"
Dean rimase immobile, un po' frastornato.
"Una paura, un'ansia... un bisogno di sentirti apprezzato. E oggi lo sarai! Ci divertiremo da matti!"
Con lo spirito di un vero showman, l'uomo aprì la porta e si scostò per farlo passare.
"Mi dispiace, Gadreel, ma non penso che sarò l'animo della festa..."


"Woooooo!!!"
Erano arrivati a locale da 10 minuti e Dean stava già ballando come un pazzo sula pista, scatenandosi in mosse di bacino piuttosto ardite. Quando la musica finì, lui e Gadreel andarono a sedersi ad un tavolo.
"Ti dispiace se te lo dico ancora, ma... sei davvero affascinante stasera."
L'uomo si chinò verso il biondo con un bel sorriso sul viso.
"Sei molto gentile. Lo sai... non riesco a credere che tu e Castiel siete fratelli! Siete così diversi!"
Dean rispose al sorriso scrutando il viso e lo sguardo di Gadreel con curioso interesse.
"Vuoi dire che lui non si comporta in questo modo con te?"
Domandò subito l'altro con sorpresa.
"Oh, è gentile certo! Ma, non lo so, a volte vorrei riuscire a capire quello che gli passa per la testa."
Confessò subito il biondo riscoprendosi a pensare a quanto gli sarebbe piaciuto sapere e conoscere i pensieri e le paure di Castiel.
"E' sempre stato il suo problema. E' pieno di buoni sentimenti ma fa fatica ad esprimerli."
"Già..."



Dean stava ballando e canticchiando girando per la cucina mentre Sam puliva i fornelli guardandolo un po' sorpreso.
Stava per domandargli cosa lo rendesse così di buon umore quando qualcuno bussò alla porta sul retro.
Dean andò subito ad aprire sapendo già chi avrebbe trovato.
"Gadreel!"
"Ciao, bell'uomo!"

L'uomo gli porse porse un caffè d'asporto ancora bollente che Dean afferrò con piacere.
"Grazie!"
"Preferivi dei dolci? Perchè si da il caso che ne abbia uno proprio qui!"

Spostando da dietro la schiena il braccio che teneva nascosto, tirò fuori da una busta una confezione ben impacchettata e decorata con una porzione di Apple pie all'interno.
"Oh, ma... io ti adoro!"
Il biondo lo strinse in un bell' abbraccio, mentre Sam rimasto immobile con lo straccio a mezz'aria li osservava sconvolto.
"Cos'hai, Sam? Ti hanno fatto un incantesimo?"
Domandò Dean accorgendosi di quello shock che avvolgeva il maggiordomo che immediatamente si riprese e si spostò dall'altra parte della cucina distogliendo lo sguardo un po' preoccupato.
"Ti sono mancato...?"
Sussurrò Gadreel avvicinandosi a Dean per baciarlo ma, in quell'istante preciso, Casriel entrò dalla porta della cucina e il biondo spinse via l'uomo, lontano da se.
"Sam, mi hai preparato quella bottiglia che ti avevo chiesto?"
"Oh, signor Sheffield! Si ricorda? Questo è... suo fratello."

Esclamò Dean ancora un po' intontito, combinando parole a caso, senza sapere cosa dire o come comportarsi.
"Scusami per non aver passato più tempo con te, Gadreel. Spero che Dean sia stato in grado di sostituirmi bene."
Disse il miliardario poggiando una mano su braccio del fratello.
"Oh, sì... incredibilmente bene."
Rispose quest'ultimo gettando un malizioso sguardo verso il biondo che scoppiò in una risata nervosa e ricca di disagio.
Fortunatamente, in quel momento, Sam arrivò con in mano la bottiglia desiderata da Castiel.
"Oh, eccoti! Ti avrò detto di mettere in frigorifero questa bottiglia almeno due ore fa!"
Lo sgridò Castiel prendendogli la bottiglia dalle mani. Andrò vero la porta e Sam lo inseguì urlandogli dietro.
"Le buone cose bisogna saperle aspettare. Ma attenzione a non aspettare troppo o potrebbero sfuggirci di mano!"
Rimasti di nuovo soli, Gadreel guardò Dean un po' dubbioso.
"Forse mi sbaglio, ma quando Castiel è entrato qui sei sembrato quasi un fidanzato infedele colto in flagrante."
"Che??? Solo perchè ti ho spinto via e ho fatto finta di niente?"

Rispose subito mettendosi sulla difensiva ma accorgendosi da solo che quello che stava dicendo non aveva il minimo senso.
Ma Gadreel sembrò non badarci.
"Bene, allora... posso chiederti di venire con me a Parigi."
Con un rapido gesto, l'uomo sfilò dall'interno della giacca un biglietto aereo e glielo mise in mano.
"Io..."
Come se una diga si fosse rotta nella mente di Dean, un'inondazione di immagini e ricordi si riversò addosso a lui lasciandolo confuso e terribilmente spaventato nel sentire la presa di Castiel sul suo cuore affievolirsi leggermente per la prima volta da quando era entrato in quella casa. 
"Io parto stanotte e voglio che tu venga con me."


Lalla entrò in camera di Dean quasi correndo, preoccupatissima.
"Dean, sembravi un pazzo al telefono! Che è successo?"
Il biondo era davanti allo specchio appeso contro il muro, quasi in trance.
"Mi ha chiesto di partire con lui..."
Bisbigliò vedendo l'amica entrare nel riflesso insieme a lui.
"Ma è magnifico! Finalmente! Lo sapevo! Non c'è nessuno al mondo più perfetto per te di Castiel!"
Urlò Lalla estasiata afferrandolo per le spalle e voltandolo per guardarlo negli occhi.
"No! Lalla! Suo fratello me l'ha chiesto!"
"Oh..."
Ma quello che Dean disse le fece cambiare completamente atteggiamento. Avrebbe dovuto essere ugualmente felice perchè il suo più caro amico aveva trovato qualcuno da amare, ma qualcosa le faceva uno strano solletico alla base del collo. Non era la persona giusta.
"Non so cosa fare Lalla!!! Sto impazzendo. Quello mi ha visto per 2 secondi e vuole portarmi a Parigi mentre io e il fratello ci conosciamo da anni e non riusciamo nemmeno a guardarci negli occhi senza stare male e farci prendere dal panico..."
Dean le prese le mani fra le sue cercando conforto nel suo sguardo ma in quel momento, Garth entrò nella camera tutto vestito elegante.
"Oh, Dean sono terrorizzato!!!"
E allora, tutti i problemi che il biondo si sentiva addosso, scivolarono in secondo piano di fronte a quel giovanotto che aveva visto diventare quasi un uomo nel tempo che era stato lì.
"Cosa c'è ragazzo?"
"Devo uscire con Bess, ma temo di fare un disastro e lei mi piace molto..."

Garth era tanto nervoso che quasi tremava e Dean si limitò a sorridergli ed abbracciarlo stretto.
"Oh, lo so. E' normale quando si è innamorati, fidati di me!"
"Ma non dovrebbe essere tutto più facile quando trovi la persona giusta?"

Il ragazzo si staccò dal'abbraccio per guardare negli occhi la sua tata, che gli poggiò affettuosamente le mani sulle spalle.
"Oh! Al contrario! Tutte le paure vengono fuori proprio in quel momento! Perchè quella persona riesce a vedere cose di te che gli altri non vedono. E davanti a lei tu puoi essere solo te stesso, nudo e semplice, e sperare che lei ti ami anche quando tu non riesci ad amare te stesso."
Una leggerezza ritrovata si impossessò del viso di Garth, la cui bocca si allargò in un ampio sorriso e le sue braccia si lanciarono di nuovo ad avvolgere Dean,questa volta quasi stritolandolo.
"Grazie! Sei il migliore. "
Una scintilla di paura si accese nel cuore di Dean e lo fece allontanare con rimorso dal ragazzo per regalargli un sorriso il più sincero possibile.
Avrebbe perso tutto questo. I ragazzi sempre così amabili con lui, Sam e il suo affetto e umorismo e... Castiel.
"Ora vai dove ti porta il tuo cuore, Don Giovanni."
Disse dandogli una pacca sulla spalla e spingendolo verso la porta.
"Il mio cuore mi porta a casa di Bess..."
"Quello non è il cuore, ragazzo."

 

Bobby e Dean erano seduti nella cucina di casa Sheffield a mangiare gelato.
Il biondo era ancora agitato e nervoso e non la smetteva di ripetere lo stesso concetto da almeno 15 minuti.
"Non ho idea di quello che dovrei fare, Bobby. Aspettare qui qualcosa che forse non accadrà mai o andarmene e rischiare tutto?"
"Beh, guarda io..."

Bobby stava per rispondere quando Castiel entrò in cucina cercando proprio Dean.
"Dean, avrei bisogno di lei."
"Ok, ciao Bobby. Vai."

Bobby si alzò senza discutere o finire la frase e andò a passo svelto nell'altra stanza.
"Mi dica tutto."
Disse Dean indicando a la sedia per farlo accomodare, ed egli obbedì.
"Lei cos'aveva in programma stasera? Di uscire con Gadreel?"
Domandò afferrando un cucchiaio dal tavolo e riepiendolo di gelato al cioccolato dal barattolo che Dean aveva davanti.
"Beh... io ci stavo proprio pensando ma... se pensa che io debba restare qui, insieme a lei e ai suoi figli basta che lo dica."
Il biondo non smise mai, nemmeno per un secondo di guardarlo accorgendosi di desiderare che una ed una sola risposta risposta uscisse dalle labbra del miliardario.
"Oh, no! No, no esca pure a divertirsi! Non ho idea di quando finirò di fare quello che devo quindi..."
Ma quella risposta non arrivò. Castiel finì di leccare il cucchiaio e, alzandosi per tornare in ufficio, lo getto nel lavandino. Arrivato alla porta, si voltò e sorrise dolcemente verso il biondo prima di uscire.
"...non è giusto che lei stia qui ad aspettare me, no?"
Lasciando Dean di nuovo solo con i suoi dubbi.
"Già... infatti..."

Era mezzanotte meno 20 quando Dean scese le scale all'ingresso cercando di fare il minimo rumore con le valigie che aveva in mano.
Il suo sguardo era quasi gelido, fisso verso l'obiettivo, e la sua mandibola contratta tanto da potersi spezzare da un momento all'altro.
Arrivò davanti alla porta, si infilò in fretta il capotto e appoggiò la mano sulla maniglia per abbassarla.
Fu in quell'istante che, come un fulmine, un'immagine gli attraversò la mente.
Il suo primo giorno.
La prima volta che aveva visto quei tre ragazzi, così speciali, così unici con un unico bisogno: qualcuno che li ascoltasse e gli permettesse di esprimersi.
Ripensò a Sam, il maggiordomo più simile ad un modello che avesse mai visto; con lui aveva condiviso così tante serate a ridere e a chiacchierare di pettegolezzi e a inventare nuovi modi per far impazzire Crowley.
Ricordò Castiel.
Un uomo così freddo all'apparenza ma che pian piano si era sciolto come neve rivelando un cuore più forte e buono di qualcunque altro uomo avesse mai incontrato.
Ma il tempo dei dubbi doveva finire.
Era la sua vita ad essere in ballo adesso e Dean doveva scegliere.
La sue dita si strinsero intorno alla maniglia della porta in una morsa violenta.
Andarsene e provare ad essere felice o restare.


Seduto sul divano, al buio, le valigie ancora accanto ai piedi, Dean fissava il vuoto con la paura stretta come una trappola intorno al suo cuore.
Il suo sguardo si spostò verso l'orologio analogico poggiato sul mobile nel preciso istante in cui scattò la mezzanotte. 
Chiuse gli occhi prendendo un profondo respiro e stava per espirare rumorosamente quando la serratura della porta di casa scattò e Castiel entrò facendolo sobbalzare.
"Signor Sheffield! Credevo fosse già a dormire..."
Disse mentre l'uomo accendeva le luci e lo raggiungeva sedendosi accanto a lui sul divano.
"No, ero fuori per lavoro, glie l'avevo detto. Ma sono felice che lei sia ancora sveglio!"
"Perchè?"

Domandò immediatamente Dean aggrottando la fronte.
"Volevo dirle che la ringrazio per tutto quello che ha fatto in questi giorni."
Rispose prontamente il miliardario lasciandolo un po' sorpreso.
"Non so come farei senza di lei... senza di te..."
Castiel gli prese le mani con un rapido gesto e Dean sussultò impercettibilmente, sorpreso e basito.
"Mi sei mancato..."
Sorrise facendo rabbrividire il biondo che avvertì come un fremito al petto così forte da fargli male. Sentì un bruciore incontenibile colpirgli gli occhi che in una frazione di secondi si fecero lucidi e rossi.
Come aveva potuto? Come?
Pensare di poter abbandonare tutto questo. Pensare di andarse lasciandoselo alle spalle.
Avrebbe preferito vivere tutta una vita così, nell'eterno limbo fra il dubbio e la consapevolezza di un amore tanto forte da far paura piuttosto che stare lontano anche un solo giorno da quell'uomo.
La violenza di quel pensiero gli fece quasi mancare il respiro, e Dean si passò una mano sul viso per nasconderlo alla vista del milirdario.
"Dean? Che cos'hai? Non ti senti bene?"
Ma non fu abbastanza veloce.
"No, no, è che... sono andato a ballare con Lalla e c'era qualche luce strana che mi fa male agli occhi."
Castiel subito si avvicinò per vedere meglio il suo viso e molto delicatamente, gli appoggiò una mano sulla guancia, quasi in una carezza.
"Oh, è vero... hai gli occhi molto rossi."
"Non è niente, ora vado a dormire e domani è tutto a posto."

Dean cercò di fuggire da quell'imbarazzo ed alzarsi in piedi ma Castiel lo fermò immediatamente.
"No, no aspetta, ti do una mano, non ci vedi bene."
Lo aiutò a sollevarsi e delicatamente gli poggiò una mano attorno all vita e lo accompagnò verso le scale.
Il viso di Dean era segnato da un'espressione molto nervosa ma da motivi ben diversi da quelli che Castiel credette di vedere.
"Tranquillo, Dean. Non ti lascio andare."
Disse, e ogni traccia di preoccupazione scomparve dal cuore di Dean che si voltò a guardarlo negli occhi senza riuscire a trattenere un sorriso.
"Sarà meglio per te... Cas..."
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