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Autore: WibblyVale    26/10/2014    4 recensioni
Una neonata nell'ospedale di Konoha viene sottoposta ad un esperimento genetico e strappata alla sua innocenza. Crescendo diventerà un abile ninja solitaria, finchè un giorno non verrà inserita in un nuovo team. Il capitano della squadra è Kakashi Atake, un ninja con un passato triste alle spalle che fatica ad affezionarsi agli altri esseri umani. La giovane ninja sarà in grado di affrontare questa nuova sfida?
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kakashi Hatake, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Kakashi e Tenzo stavano seguendo Shiori e Masaru per il lungo corridoio che portava ad una saletta appartata. I due ragazzi cercavano di non farsi notare, pronti ad intervenire nel caso ce ne fosse stato bisogno.
"E' troppo pericoloso." disse Kakashi.
"Shiori se la caverà." affermò fiducioso l'amico.
Qualche minuto prima Shiori si era avvicinata al mercante per chiedergli un udienza privata, lontano dagli altri capi di stato e della guardie del corpo. I tre ninja speravano così di tendergli una trappola.
"Dove credete di andare?" Kaito stava di fronte a loro, dietro di lui le tre guardie del corpo di Masaru in posizione di attacco.
"Stiamo proteggendo la nostra principessa." disse Tenzo, cercando di usare un tono complice con il mercenario.
"Non prenderti gioco di me ragazzo. Voi due non andate da nessuna parte."
I due ninja di Konoha si guardarono per un secondo. Dovevano sbrigarsi a fare fuori quei nemici. Shiori era in pericolo.

Shiori stava seguendo Masaru in un luogo appartato. Sapeva che quell'uomo non si era bevuto la sua bugia, ma l'importante era che lo credessero Kakashi e Tenzo. Se quei due avessero saputo che il mercante le stava preparando una trappola non avrebbero mai acconsentito al suo piano.
Entrarono nello studio del padrone di casa. Sulle pareti bianche erano appesi alcuni dipinti, lo sguardo della ragazza si focalizzò su quello in fondo alla stanza. Lord Watanabe in piedi e in tutta la sua regalità appoggiava una mano sulla spalla della moglie seduta davanti a lui. Questa stringeva nella sua mano quella del figlio, che la guardava sorridendo. Sembrerebbero una famiglia felice pensò Shiori. 
l mercante aveva appoggiato le mani sulla scrivania di lord Watanabe, dandole la schiena. Non la credeva poi una così grande minaccia.
"Continuiamo a fare giochetti 'Lady Akemi' o scopriamo le nostre carte?"
La sua voce era roca. La ragazza poteva percepire in lui la furia dei guerrieri.
"Mi chiedevo come un mercante di sete potrebbe avvantaggiarsi da una guerra?" fece lei, ostentando altrettanta calma.
"Sciocca ragazzina. Il commercio delle sete non è nulla, solo una semplice copertura. Io commercio armi e segreti governativi. La guerra è il mio mestiere."
Shiori sorrise, gli psicopatici sembravano sempre adorare dare spiegazioni e parlare di loro stessi.
"E' per questo che hai ucciso il padre di lady Akemi?"
"Io gli ho proposto un accordo vantaggioso, ma lui ha rifiutato minacciando di screditarmi davanti a tutti. Mi ha costretto a fare ciò che ho fatto." La sua furia cresceva.
La kunoichi era sicura che quell'uomo non fosse sempre stato un mercante. Era addestato, aveva combattuto. "Quell'uomo e la maggior parte delle persone qui hanno degli stupidi ideali, ma tutti quanti qui dentro si avvantaggerebbero da una guerra. Hanno solo paura di ammenterlo."
"Ne ho incontrata di gente pazza, però riesco ancora a meravigliarmi per le sciocchezze che dite."
Masaru si voltò verso di lei, una scintilla brillava nei suoi occhi. Era sete di sangue quella che la ragazza percepiva in lui.
All'improvviso lui si scagliò contro Shiori, che però lo aspettava e fu pronta a schivare il suo pugno. La kunoichi roteò su se stessa e con la gamba tesa colpì il suo stomaco. Sebbene avesse colpito con forza, l'uomo non si spostò neanche di un millimetro. Lei indietreggiò velocemente, ma il mercante tenne il suo passo e riuscì a colpirla sotto il mento, scagliandola contro la scrivania, che cedette sotto la potenza del colpo.
Shiori si rialzò e, con il controllo dell'ombra, raggiunse il suo nemico bloccandolo. L'aveva preso di sorpresa e questo lo fece infuriare ancora di più.
"Non rovinerai i miei piani ragazzina."
Era un uomo determinato e di certo non amava essere sconfitto. Cominciò ad agitarsi e per la ragazza diventò difficile continuare a mantenere il controllo su di lui. Era molto più grosso e fisicamente più forte di lei, non avrebbe retto per molto. Dove diavolo si erano cacciati i suoi compagni? Masaru cominciò a divincolarsi sempre di più, fino ad arrivare a liberarsi. Si fiondò contro di lei e la scaraventò a terra.
Con le gambe le bloccò le braccia, mentre le sue mani si strinsero attorno al suo collo. Stringeva sempre più forte, sempre di più. Shiori cercò di divincolarsi in cerca di aria, sentendo la sua faccia diventare sempre più rossa, i suo polmoni annaspare. Cominciò a perdere se stessa, non riusciva a sentire la sua paura, il suo dolore. C'era solo la furia di quell'uomo, il suo desiderio di sangue.
Non voleva che quelle fossero le ultime sensazioni che avrebbe provato, ma sarebbe finita così. Sarebbe morta, ma prima avrebbe perso se stessa. Cominciò a vedere puntini blu davanti ai suoi occhi e tutto quello che provava era una sadica soddisfazione.

Gai stava controllando il perimetro esterno della baita. Il luogo era sicuro e ben nascosto, però le montagne e gli alti alberi che lo circondavano impedivano anche a loro una buona visuale sul mondo circostante.
Lady Akemi era all'interno della baita con Genma ed Ebisu. Quei due facevano a gara per accaparrarsi le attenzioni della principessa. Lui invece era impaziente, stare fermo a fare nulla gli faceva prudere le mani. Invidiava gli altri che si trovavano proprio al centro dell'azione.
Kakashi però aveva ragione: non doveva pensare a ciò che avrebbe voluto, ma a ciò che sarebbe stato meglio per la principessa, per quanto fosse noioso. Il cielo era grigio e delle nuvole si stavano addensando sopra di lui.
"Tutto a posto qui fuori?" Lady Akemi stava attraversando il prato. Si lasciò cadere con eleganza accanto a Gai che, dopo averla studiata per qualche secondo, capì perchè i suoi compagni volevano guadagnarsi le sue attenzioni. "Sembra tutto tranquillo. Voi però dovreste rientrare." disse, dopo che una goccia di pioggia gli cadde sul naso. "Genma ed Ebisu sono molto protettivi."
Gai sorrise.
"Non vi lasciano respirare."
Lei arrossì.
Gai stava per cimentarsi in uno dei suoi monologhi sulla giovinezza, quando sentì un frusciare di foglie sospetto. Il suo sguardo si fece attento e serio. Scandagliò con attenzione i cespugli di fronte a sè.
"Dovete rientrare ora!"
Lady Akemi, che non era abituata a ricevere ordini, si meravigliò del tono del ninja. Avendo però visto lo sguardo serio sul suo volto, eseguì senza dire una parola.
"Ragazzi!"
Genma ed Ebisu all'interno della casetta, stavano discutendo su chi dei due fosse stato talmente fastidioso da far uscire la principessa dalla stanza. Quando sentirono Gai chiamarli, si irrigidirono. Il tono dell'amico era preoccupato. Sembrava che ci sarebbe stata un po' di azione.
Shiranui fu il primo a raggiungere Gai, seguito a ruota da Ebisu. I tre, senza dirsi una parola, si misero schiena contro schiena, controllando così ogni lato da cui sarebbero potuti arrivare i nemici. La pioggia cominciò a cadere fine su di loro.
Dalla fitta vegetazione sbucarono una dozzina di nemici, tutti quanti indossavano una divisa grigia e dei cappucci che coprivano loro il volto.
"Finalmente possiamo combattere anche noi." disse Gai eccitato.
"E io che credevo che fossi spaventato. Ora si che ti riconosco!" affermò Genma, altrettanto esaltato dalla lotta che li aspettava.
"Voi due siete pazzi!" concluse Ebisu, che non capiva come i suoi amici non notassero la gravità della situazione.
"Dai Ebisu dimostra la forza della giovinezza!"
"Facci vedere che sai ancora come divertirti!"
Ebisu sorrise era arrivato il momento di combattere.
I ninja li attaccarono in massa. Gai alzò la sua gamba sinistra, cominciando a roteare.
"Konoha Senpu!"
Colpì uno dei nemici che stramazzò a terra senza riuscire a rialzarsi. Immediatamente, un altro lo attaccò. Il piccoletto era bravo con le arti marziali e schivava i suoi colpi. Con un pugno ben assestato allo stomaco la Bestia Verde di Konoha si liberò anche di quel nemico.
Un ninja si scagliò con forza contro Genma, che però lo schivò senza problemi e gli fu dietro. Con un semplice colpo alla base del collo lo mise fuori gioco. I nemici avevano capito che era troppo veloce per loro, perciò compensarono attaccandolo in massa.
Appena aveva visto i nemici partire all'attacco Ebisu aveva attivato la tecnica della moltiplicazione del corpo. Gli avversari erano tanti, perciò le sue copie furono eliminate velocemente. Ora combatteva corpo a corpo con un uomo alto e massiccio. Fortunatamente era abbastanza lento. Riuscì a fargli perdere l'equilibrio e lo tramortì facendolo andere a sbattere contro una pianta.
Lady Akemi, dopo essersi rifugiata in casa, si era messa ad osservare lo scontro da una finestra. I tre ninja erano circondati dai nemici, comunque un'espressione divertita si era dipinta nei loro volti. Si muovevano con agilità, riuscendo, nonostante l'inferiorità numerica, a sottomettere i loro avversari. Ma non era solo quello. La principessa era rapita dal contrasto tra la grazia di quei movimenti e la brutalità da cui in realtà questi erano caratterizzati. Non si accorse del ninja dietro di lei, finchè non sentì le sue mani sul proprio collo.
Un urlo raggiunse i ninja all'esterno.
"Vai Gen! Qui ci pensiamo noi!" urlò Ebisu.
Genma si lanciò all'interno della casa, scartando i nemici che gli si paravano davanti.
Nella piccola sala da pranzo, dove un paio di sere prima i ragazzi avevano progettato il loro piano, c'era un ninja che teneva stretta Lady Akemi. La ragazza tratteneva a stento le lacrime.
"Lasciami andare o la uccido."
Genma notò solo in quel momento il kunai puntato al collo della principessa.
"Lasciala andare o io uccido te." rispose lui freddo.
Il nemico scoppiò in una fragorosa risata.
"Cosa credi di fare ragazzino?" il tono del ninja era minaccioso.
Il ninja di Konoha lo vide premere ancora di più il kunai sul collo della ragazza. Un rivolo di sangue sporcò la sua pelle candida. Ora il bastardo la doveva pagare.
Genma si fiondò su di lui senza dargli il tempo di fare un'altra mossa. Lo colpì con un pugno sotto il mento. Prese la principessa tra le sue braccia e, con grande delicatezza, le fece prendere posizione dietro di sè per poterla proteggere meglio.
Mentre era distratto, il ninja nemico gli lanciò uno shuriken che gli graffiò il viso. Pulì la strisciolina di sangue con il dorso della mano e si esibì in un sorriso trionfante. L'uomo, innervosito dal suo atteggiamento, gli si scagliò contro con furia cieca, non notando il kunai stretto nelle sue mani. Non appena gli fu vicino, Genma lo trafisse e lui si accasciò a terra.
Il giovane ninja corse verso lady Akemi che era scivolata lungo una delle pareti della stanza con il volto fra le mani. "Tutto bene maestà?"
"Si si, è solo un graffio." rispose fra i singhiozzi.
Anche all'esterno i rumori della battaglia erano cessati.
"E' tutto finito ora. Abbiamo vinto." affermò con sicurezza.
"Grazie!" esclamò lady Akemi, buttandosi tra le sue braccia per cercare conforto.
In quel momento entrarono Gai ed Ebisu bagnati e trionfanti. Lo sguardo di Genma si posò sul ragazzo con gli occhiali e, senza emettere alcun suono ed indicando la schiena della principessa, gli disse: "Ho vinto io!"

"Attacateli!"
Un ordine secco e le tre guardie del corpo del mercante si lanciarono sui due ninja di Konoha.
Tenzo attaccò il primo con l'arte del legno, incatenandolo al muro. Il secondo ninja si scagliò contro di lui colpendolo dritto allo stomaco. Il ninja di Konoha si rialzò prontamente. Con un calcio alla base delle gambe fece perdere l'equilibrio al suo avversario, che imprigionò in un'indistruttibile prigione di legno.
Nel frattempo, Kakashi si era liberato in fretta della terza guardia del corpo, usando un'arte illusoria, e si era lanciato ad affrontare Kaito. Il mercenario usò la moltiplicazione acquatica, circondando il ninja dello Sharingan con le sue copie. Il giovane mancò il bersaglio un paio di volte. Ogni volta che colpiva il mercenario quello si trasformava in acqua. Al suo terzo tentativo però colpì una superficie solida. Kaito si piegò per il dolore e le sue copie scomparvero. L'uomo contrattaccò con un calcio, ma Kakashi bloccò la sua gamba a mezz'aria. Tenendo la gamba del nemico con entrambe le mani lo scarventò a terra.
"Tenzo!"
Il ninja dell'Arte del legno imprigionò anche il mercenario. Quando si voltò Kakashi si era già messo a correre verso Shiori.

Shiori si sentiva riempita da quella furia omicida, dentro di sè rideva sadica. Ormai si era persa, ormai non era rimasto più nulla di lei.
All'improvviso un lampo argenteo le passò davanti agli occhi, seguito da un enorme schianto. La pressione sul suo collo era svanita, la sua furia omicida stava scemando. Boccheggiava in cerca d'aria. Si sentiva ancora confusa, ma cominciava a ricordarsi chi era.
Sentì un brivido di terrore percorrerla, quando una mano le si posò sulla spalle.
"Stai bene?"
Cercò di rendere più nitida l'immagine offuscata del ragazzo davanti a lei. Tenzo si era inginocchiato accanto a lei. La ragazza tirò un sospiro di sollievo. Cercò di parlare ma la gola le bruciava, perciò si limitò ad annuire.
Il suo sguardo vagò per la stanza in cerca dell'uomo che l'aveva quasi uccisa. Lo vide disteso in un angolo, il muro dietro di lui era distrutto. Sopra di lui si trovava Kakashi. Il Raikiri brillava sul suo braccio, i suoi occhi lanciavano scintille d'odio. Stava per attaccarlo, per ucciderlo.
"Fermo!" la sua voce uscì roca.
Parlare le faceva ancora male, però aveva sortito il suo effetto. La mano del ninja si era fermata.
"Dobbiamo lasciare che se ne occupino i capi di stato. Potremmo causare problemi se agiamo in modo impulsivo." Tenzo abbandonò il suo fianco e si sostituì al copia-ninja, per imprigionare anche l'ultimo nemico.
Kakashi si affiancò a Shiori e l'aiutò ad alzarsi.
"Grazie."
"Ma figurati." le disse sorridendo, e sorreggendola con le spalle.
"Dobbiamo chiamare gli altri e spiegare questa situazione." disse Tenzo.
"Prima portiamo Shiori nelle stanze di lady Akemi."
"Io sto bene." si intestardì lei.
"E' un ordine!"
La ragazza non aveva la forza per controbattere, quindi lasciò che l'accompagnassero in camera.

Era notte fonda quando tutta la compagnia si ritrovò nella stanza di lady Akemi. Shiori si era risvegliata da poco e ora si stava facendo aggiornare dal resto della squadra.
Gai, Genma ed Ebisu erano arrivati poco dopo lo scontro, con la principessa. Questa aveva aiutato Kakashi e Tenzo a spiegare la situazione. I criminali erano stati arrestati e sarebbero stati presto processati.
"Ma chi diavolo erano?" chiese Shiori, quando ebbe finito di ascoltare la storia.
"Pare che fossero dei mercenari. Fanno parte di un'organizzazione che si vende al miglior offerente. Svolgono per lo più compiti per organizzazioni criminali di maggior importanza, che non vogliono essere ricollegate a certi crimini." La ragazza tentò di seguire con attenzione la spiegazione di Tenzo, ma era ancora un po' stordita.
Vide lady Akemi seduta su una poltrona in un angolo della stanza e si ricordò di essere sul suo letto.
"Ragazzi sarebbe meglio se ora lasciassimo riposare la principessa." disse, tentando di alzarsi dal letto.
Lady Akemi si alzò di scattò, intimandole di non muoversi con un gesto della mano.
"Lord Watanabe mi ha trovato un'altra stanza, cosicchè tu possa riposare. Volevo ringraziarvi tutti per quello che avete fatto. Ora finalmente mio padre ha avuto giustizia e la pace è salva."
"E' stato un onore maestà." le rispose Kakashi.
"Ora sarebbe meglio che andiate a riposarvi. Domani vi aspetta una lunga giornata. Starò io di guardia alla vostra stanza."
Genma accompagnò la principessa alla porta e poi nella sua stanza.
"Solo perchè le ha salvato la vita. Gliel'abbiamo salvata anche noi, no?" si lamentò Ebisu. Gai alzò le spalle. "Dovremmo dormire anche noi." affermò Tenzo. "Faremo i turni per badare a Shiori."
"Io non ho bisogno di una babysitter Ten!"
"Ci penso io ragazzi. Non sono stanco. Voi andate a dormire."
I tre ninja erano stremati, perciò eseguirono gli ordini di Kakashi senza ribattere.
Quando se ne furono andati, il copia-ninja si voltò verso Shiori. L'occhio scoperto la fulminò.
"Finalmente vi siete tolti quei ridicoli vestiti." cercò di dire, evitando il suo sguardo.
"Non cercare di evitare il discorso."
"Non dovevo riposarmi?"
Kakashi sospirò, cercando di mantenere la calma.
"Tu sapevi che si aspettava un attacco."
"Mi avresti lasciato eseguire il mio piano se lo avessi saputo?"
"No, certo che no!"
"Così non saremmo riusciti a catturarli."
La ragazza parlava con la calma che si usa per parlare ad un bambino un po' duro di comprendonio. Quello, più di tutto il resto, fece montare la rabbia al ninja dai capelli d'argento.
"Sei quasi morta! Mi dici che fine ha fatto tutta quella storia sulla fiducia che dovrebbe esserci tra compagni di squadra?"
"Io confidavo nel fatto che sareste arrivati. Se non è fiducia questa..."
"Mi prendi in giro?"
"Senti, so di aver sbagliato ad omettere quel piccolo particolare. Mi dispiace. Ad essere onesti però, fargli credere di essere così sicuri di noi stessi e non sospettare nulla, era l'unico modo per fregarli."
Kakashi prese un lungo respiro, lui avrebbe fatto la stessa cosa. Quella ragazza sapeva essere davvero irritante.
"Non azzardarti mai più a fare una cosa del genere. Ora dormi!"
Si sedette sulla poltrona, che prima era occupata da lady Akemi, a braccia incrociate.
"Hai intenzione di restare qui tutta la notte?"
"Hai sentito Tenzo, qualcuno deve assicurarsi che tu stia bene."
Si appoggiò contro lo schienale della poltrona e tirò fuori il suo libro.
"Buonanotte Kakashi." disse lei avvolgendosi nelle coperte e tornando a dormire.
"Buonanotte Nara." disse, infine, il copia-ninja.

Un paio di giorni più tardi il summit si concluse. I sei ninja di Konoha, dopo aver lasciato la principessa al sicuro nelle mani delle sue vere guardie, tornarono a casa.
"Dovremmo andare da Ichiraku per una bella scodella di ramen." disse Gai pieno di grinta.
"Io voglio andare a dormire." sbadigliò Shiori.
"Questa volta mi trovi pienamente d'accordo." Kakashi si stava stiracchiando.
"Siete due guastafeste! Dov'è la vostra voglia di vivere?" si lamentò la Bestia Verde.
"Lascia perdere quando si tratta di andare a dormire nessuno li smuove più."
Tenzo fece un profondo sospiro.
"Bè noi andiamo lo stesso, giusto?" chiese Genma.
Gai, Tenzo ed Ebisu annuirono e dopo un po' loro quattro si separarono dagli altri due.
Kakashi e Shiori camminarono per un po' in silenzio. La ragazza sapeva che lui era ancora arrabbiato con lei per avergli mentito. Nessuno dei due però aveva molta voglia di litigare.
"Nara?"
Lei si voltò verso il ragazzo, che continuava a guardare davanti a sè con le mani in tasca.
"Che c'è?"
"Grazie per avermi fermato. Se non l'avessi fatto penso che l'avrei ucciso."
"Se ti può consolare, se lo sarebbe meritato."
Kakashi scosse la testa. "Non mi consola molto."
"Immaginavo." disse pensierosa.
Dopo aver rimuginato per qualche secondo aggiunse: "Tutta quella rabbia e impulsività non sono da te. Ci tenevi proprio che la guerra non cominciasse."
"Non è solo questo. E' che non permetterò mai più che un mio compagno di squadra muoia."
Il copia-ninja allungò il passo e sparì dietro l'angolo.
Shiori, confusa dall'atteggiamento del ragazzo, raggiunse casa. Yoshino l'accolse con urla di gioia e abbracci. Continuava a parlare e a farle domande. Shiori si sentì al sicuro e felice di essere di nuovo a casa.
"Vado a salutare Shikamaru."
Yoshino capì di cosa aveva bisogno sua cognata, quindi si rassegnò e la lasciò andare.
Shiori passò davanti al salone di casa e vide suo nipote intento ad aprire lo sportello di un mobile.
"Non sono lì."
"Zia Shiori!" Le corse incontro e lei lo strinse in un abbraccio. "Tu sai dove li tiene?"
"Lo sai che li nasconde dove li può avere sempre sott'occhio."
Yoshino razionava loro i biscotti e loro cercavano sempre modi diversi per fargliela sotto il naso. Ma quella donna riusciva sempre a fregarli.
"Io vado a riposare, ti va?"
Shikamaru non disse nulla e la precedette verso il giardino. I due Nara si sdraiarono sul prato e si addormentarono guardando le nuvole.


 

Angolo dell'autrice.
Ciao :)
Come promesso questo capitolo è arrivato presto. 
Ringrazio tutti quelli che stanno continuando a leggere e quelli che recensiscono.
Ci vediamo al prossimo capitolo!!
Baci!

  
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