Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Laura_Black    21/10/2008    6 recensioni
Nella vita di Jean Sand sembra procedere tutto alla perfezione. Sì, un pò noioso per certi versi, ma soddisfacente. Però manca qualcosa. E quando quel qualcosa arriva, tutto si sconvolge. ____AGGIUNTO ULTIMO CAPITOLO____
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
L'importanza di essere Jean
Giugno '78 - La fine di un percorso

Ormai gli esami erano finiti, nonchè il finesettimana a Hogsmeade.
La notte fu lunga e terribile per Jean. Continuava a fare lo stesso incubo: suo fratello che veniva ucciso e lei che assisteva senza fare nulla.
Poi naturalmente c'era la preoccupazione per gli imminenti risultati e per l'addio alla scuola. Là, per lei, si erano alternati delusioni, tristi eventi, compiti e verifiche, figuracce, amori, amicizie e chi più ne ha, più ne metta. L'idea che quello era l'ultimo giorno di scuola, la fece sospirare molto nel suo letto del dormitorio. Non riusciva a staccare gli occhi dal baldacchino, trovandolo sinceramente bello come nella sua prima notte a Hogwarts.
Che giornata era stata quella! Era stata un pò con Mark, Kenneth e Isa nello scompartimento sul treno, ma poi si era sentita a disagio per via dei loro amici. E a quel punto aveva incontrato Mary. Insieme avevano conosciuto un pò di gente che poi sarebbe entrata in Tassorosso e Corvonero come Lindsay Field, Mark Slade e Veronica Bennet. In quei sette anni si era divertita. E ora che ci pensava, aveva pure avuto sette professori diversi di Difesa. Se c'era una cosa di cui era certa, era che non avrebbe mai insegnato Difesa contro le Arti Oscure a Hogwarts.
Le era dispiaciuto soprattutto per il professor Glenn, al quarto anno. Era scomparso in circostanze ignote e non aveva mai più fatto ritorno a casa. Ma era un uomo molto capace e soprattutto di un fascino che non era passato inosservato davanti agli occhi delle ragazze, dalle più giovani alle più grandi. Ricordava perfettamente come tutte, lei compresa, facessero a gara per diventare delle brillanti studentesse. I ragazzi invece lo ignoravano o lo detestavano. Remus era uno dei pochi, se non l'unico, che non faceva che ripetere:"E' così che si insegna".
Naturalmente Hogwarts era stata teatro anche di 'disavventure'. Prima fra tutte, una lezione di Trasfigurazione al terzo anno in cui invece di trasformare un topo in gatto, aveva fatto esplodere il banco e aveva dovuto ripulire tutto immediatamente. Era stato parecchio imbarazzante.
E che dire di quell'ultimo anno? Nel viaggio d'andata un ragazzino del quinto anno le aveva buttato addosso una sostanza gialla e melmosa e la puzza era passata solo due giorni dopo. E cosa più importante, finalmente Sirius era diventato suo. C'era stata una parentesi di amicizia con Daniel, ma si era andata sgretolando dopo che si era rimesso con Aurore, tanto che non gli aveva parlato dell'Ordine. Era stata un pò di arroganza a voler limitare l'annuncio a dei Grifondoro, culla dei coraggiosi? Di certo, lei aveva peccato spesso di arroganza senza mai superare James e Sirius, però.
"Adesso, Jean, tu ti alzi da questo letto e ti ficchi in bagno", si disse ad alta voce.
Jean si alzò e prese a guardare il letto pensierosa. Non sapeva se farlo lei e risparmiare questa fatica agli elfi. Non l'aveva mai fatto in sette anni. Si risolse nel sistemare da sè il letto. Poi, finalmente, andò in bagno.
Decise di scendere in Sala Grande. Magari avrebbe visto qualcuno con cui parlare. Magari un ragazzino del primo anno. Gli avrebbe detto quanto si sentiva devastata all'idea di non tornare più a Hogwarts e gli avrebbe raccomandato di godersela fino in fondo.
La Sala Grande era praticamente vuota o almeno fu quello il primo impatto che si aveva entrando. Fuori dal portone stava in piedi, come in guardia, mastro Gazza con la sua fedele gatta e lanciò a Jean un'occhiata gelida e piena di odio. Ma d'altronde lui odiava tutti gli studenti.
In Sala c'erano solo poche persone. Al tavolo dei Serpeverde c'era solo Piton intento a leggere. Ricordò cosa Lily le aveva detto di lui... Mangiamorte. Cercò di fare finta di nulla e perciò concentrò la sua attenzione sugli altri tavoli. I Tassorosso erano tutti assenti, mentre alcuni Corvonero del quinto anno sembravano tutti intenti a studiare.
Al tavolo di Grifondoro c'erano una coppietta felice, un gruppo di amici e un pò più in là Peter. Sarebbe andata a fargli un pò di compagnia.
"Qua di prima mattina?", gli chiese Jean insolitamente pimpante, facendolo sobbalzare.
"Oh, sei tu... Io dovevo scrivere a mia madre", rispose lui riponendo una pergamena, "Anche tu sei sveglia"
"Si, non riuscivo a dormire", sospirò Jean mentre si sedeva accanto a lui, "Beh, che te ne pare? Siamo arrivati alla fine"
"Già. Chissà cosa succederà ora", disse lui malinconicamente.
"Su, non abbatterti! Vedrai che andrà tutto per il meglio!"
Jean, che aveva appena avuto un lutto, stava consolando qualcun altro. Almeno riusciva a non pensarci, ma era decisa a non accollarsi i problemi degli altri a lungo. A breve avrebbe dovuto fare i conti col futuro.
Lei e Peter parlarono a lungo di quegli anni, dei professori, di tutte le lezioni e fu con una certa amarezza che Jean si accorse che Peter aveva buona memoria con le figuracce degli altri tra le quali, ovviamente, quelle di lei. Man mano che continuavano a discutere e a sorridere dei ricordi del passato, la Sala Grande si riempiva di studenti.
Fu forse per caso che Mike Parkinson, Serpeverde, passò vicino a Peter e Jean, ma non fu certamente casuale la sua battuta acida.
"Guarda, Agnes! Te l'avevo detto che Black e Sand non duravano molto... Evidentemente era così stupido che lei ha preferito addirittura Minus!".
La ragazza accanto a lui ridacchiò come un'oca, invece Jean si alzò in piedi e si parò di fronte a lui. "Piantala, Parkinson"
"Se no, che fai? Mi mandi contro il tuo amichetto?", chiese quello con voce canzonatoria alludendo a Peter.
"No, ma ti prendo a calci per tutto il castello".
"Vorrei proprio vedere", fece lui arricciando il labbro.
"Se vuoi posso farti provare, invece che vedere!"
"Oh, no! Altrimenti Black si arrabbia... E si sa che pericolo sia per la collettività!"
Ma Jean si mise a sorridere divertita e guardò qualcosa oltre la spalla di Bullstrode: Sirius si rigirava con indifferenza la bacchetta tra le dita.
"Non trovi anche tu, Parkinson? Certe volte me lo dice pure la McGranitt, ma detto da una zucca vuota come la tua fa più effetto"
Mike Parkinson e la sua ragazza si voltarono quasi contemporaneamente e si trovarono alle spalle Sirius con James accanto a lui.
"Non sapevo che Serpeverde ammettesse anche le galline!", esclamò quest'ultimo guardando Agnes.
"Bada a come parli, Potter", tuonò con disprezzo Parkinson.
"Altrimenti che fai? Lo dici alla mamma?", lo prese in giro James.
Quello continuò a fissarlo malignamente, finchè la sua ragazza non lo trascinò via borbottando: "Sono solo degli stupidi Grifondoro, lasciali perdere".
Sirius puntò le bacchette alle loro spalle e ne uscì dalla punta un uovo indistruttibile, che non si frantumò una volta a terra. "Attenta, l'uovo! L'uovo! L'hai fatto!".
Quella lo prese e glielo tirò addosso, ma Sirius, James, Peter e Jean erano troppo impegnati a ridere per reagire.
"Che avete da ridere?", domandò Remus quando arrivò.
"Abbiamo dato il nostro contributo in un parto", disse James ancora scosso dalle risate mentre si sistemava gli occhiali sul naso.
"Già, un parto coi fiocchi", assentì Peter.
"Più il tempo passa, meno vi capisco", mormorò Remus con un sopracciglio alzato.
"Ed è questo che amo di te, tesoro. Meno capisci, meno parli!", esclamò Sirius prendendolo in giro. Quella mattina sembrava particolarmente esaltato.
"Si, ma sta lontano dal mio piatto. Ho fame"
"Non mi sveglio ogni mattina con l'erba in testa!", protestò Sirius.
"Non si sa mai..."
"Sir, la luna piena si avvicina e Remus ha sempre più fame", sussurrò con voce cavernosa James.
Poco dopo arrivarono Lily e Mary e poterono fare colazione al completo. Silente annunciò che entro l'ora di pranzo avrebbero saputo qual era stato l'esito degli esami, perciò raccomandò a tutti gli studenti del settimo anno di controllare la bacheca ogni tanto. Invece gli studenti dei G.U.F.O. avrebbero saputo la loro sorte durante l'estate tramite lettera. Ma questo Jean lo sapeva bene.

"Oddio, ragazzi! Ci siamo!"
"Ecco i risultati, Sam!"
"Non oso guardare..."
Un nutrito gruppo di ragazzi sostava davanti alla bacheca in Sala Grande quando Jean e gli altri rientrarono al castello. Avevano passato la mattina al campo di Quidditch, altrimenti James avrebbe sofferto troppo.
"No, mi rifiuto", sentenziò Jean, realizzando cosa c'era appeso alla bacheca.
"Ti sosterrò io quando vedrai tutte le tue 'T'!", fece Sirius mettendosi una mano sul cuore. Jean in tutta risposta gli diede uno scappellotto, ma Sirius non si scompose.
"Io vado", disse Remus, gonfiando il petto d'aria. Si avviò alla volta della bacheca e si fece strada tra la folla.
"E' un gesto molto teatrale", osservò Mary, "Lo seguo"
E anche lei andò alla bacheca, con aria più che preoccupata.
Man mano, anche gli altri presero il coraggio a due mani e andarono a guardare. Jean, che era pure lei molto preoccupata, stringeva convulsamente la mano di Sirius.
"Jean! La mano!"
"Oh, scusa...", rispose lei e prese a stringergli il braccio.
Ora erano là davanti. Alzare ancora un pò lo sguardo avrebbe voluto dire molto. Notarono con orrore che Remus si era irrigidito di fronte alla bacheca.
Jean diede un'occhiata al risultato di Remus. La bacheca recitava: 'Lupin Remus: promosso'.
"Remus, ce l'hai fatta!", esclamò lei, ma lui rimase ancora là, fermo.
Jean fece scendere lo sguardo fino alla lettera 'S'.
Saberty, Salliens, Samiville, Sand.
Jean chiuse gli occhi, prese un respiro.
"Mi dispiace, Jean", mormorò Sirius accanto a lei, "Magari il prossimo anno andrà meglio"
Lei aprì un occhio.
Fece un gemito dal suono buffo quando lesse 'Sand Jean: promossa'.
"Comincia a correre, Sirius. E il più velocemente possibile!", disse Jean in un bisbiglio appena udibile.
Ebbe appena il tempo di rallegrarsi, quando sentì Lily gridare: "James, ce l'abbiamo fatta!". Anche Peter, un pò più in là, guardava incredulo la bacheca.
Ce l'avevano fatta.

"Bella la luna stasera!", sospirò Mary con aria sognante.
"Parla per te! Tra poco sarà piena e già sento la debolezza!", esclamò gravemente Remus.
"Che tragico che sei...", mormorò Sirius senza che Remus lo udisse.
Restarono ancora alcuni minuti in silenzio a guardare la luna, seduti in riva al lago. In teoria, non sarebbero dovuti essere lì. In teoria. Cosa si poteva proibire a degli studenti che stavano trascorrendo la loro ultima notte a Hogwarts? Cosa si poteva proibire a tre Animagus illegali, un Lupo Mannaro e a tre ragazze determinate?
"Cosa pensate che succederà domani?", chiese Peter.
"Prenderemo il treno, Pete", rispose James con un sorriso.
"E poi?", continuò Jean per Peter, "E poi cosa sarà di noi? Dell'Ordine? Fuori da qui ci sarà un futuro? Fuori dalla protezione di Hogwarts?"
"Fuori dalla protezione di Silente, vuoi dire", la corresse Mary.
"Impareremo a proteggerci", sussurrò Lily, guardando ancora il cielo.
"Con me vicino, lo trovo difficile", fece Remus, scuotendo il capo.
"Smettila di fare l'idiota!", disse James dando un pugno sulla spalla a Remus.
"Lui ci è, non lo fa mica!", spiegò Sirius.
"Si, un pò come te, Sir", rispose tagliente Remus.
Tutti e quattro i Malandrini sorrisero e calò di nuovo il silenzio.
Interrotto da Mary.
"E se ci perdessimo tutti?", chiese lei.
"Non ci perderemo", disse con veemenza Lily.
"Andrà tutto bene", le diede man forte Sirius, stringendo di più a sè Jean.
"E poi ci sarà sempre l'Ordine", disse quest'ultima.
"Sempre convinta, eh?", disse Mary. Lei era l'unica che credeva fosse una scelta sbagliata quella di entrare a far parte dell'Ordine della Fenice.
"Sempre", rispose Jean a voce bassa.
Mary sospirò sconsolata e guardò le facce dei suoi amici.
"Dai, dopotutto lo sai che è testarda!", esclamò Lily, sorridendo.
"Non ha importanza...!", cominciò a protestare Mary.
"Ooh, invece si che ne ha!", esclamò Sirius guardando Jean con un sorriso sghembo, "Credo, invece, che questa sia l'importanza di essere Jean"
Jean ricambiò il suo sorriso e guardò la luna.
"Già", disse infine, "L'importanza di essere Jean"

FINE

Ehilà! Scusate l'immenserrimo ritardo, ma da quando è iniziata la scuola tutto sta facendo la muffa perchè non posso prestargli attenzione. Pure letto e cuscino.
Ahimè, questa storia è giunta alla fine e me ne dispiaccio in parte. Avevo pensato a un seguito, ma non so se sarà possibile, anche perchè non ho idee su cui lavorare, nè sono molto soddisfatta di questo lavoro.
Probabilmente mi ritroverete in qualche oneshot ironica o incentrata sui Malandrini. Inoltre, mi sto specializzando in produzioni originali in stile filosofico.
State pur certi che non vi libererete di me! Muahahahahahah!
Ringrazio lore91, chichetta99, _NEMO, Girasole94, Lars Black e princessarx per aver commentato il mio precedente capitolo e ringrazio tutti coloro che in questi mesi hanno commentato la storia, che l'hanno letta o aggiunta tra i preferiti. Vi ringrazio, perchè senza di voi non sarebbe servito a nulla e non avrei capito quanto(seppur catastroficamente) è bello scrivere.
Mi dilungherei volentieri a rispondervi singolarmente, ma la chimica mi chiama e devo assolutamente andare.
A presto ovviamente!
Un beso,

Laura_Black
  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Laura_Black