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Autore: Gurubell    08/11/2014    4 recensioni
Immaginate un tempo in cui Hogwarts ancora non esiste e Beauxbaton ha solo una ventina d’anni. Un tempo in cui i maghi non sono ancora ufficialmente entrati in clandestinità, ma devono cercare di tenere comunque i loro poteri nascosti ai Babbani, che vogliono processarli e (tentare di) ucciderli mandandoli al rogo. Un tempo in cui i giganti sono ancora molti e vivono nascosti, ma liberi, controllati da un apposito Dipartimento del Concilio dei Maghi (oggi conosciuto come Ministero della Magia).
Immaginate cosa potrebbe succedere se proprio i giganti si ribellassero e iniziassero ad attaccare i maghi...
E’ in questo clima di tensione che nasce la nostra storia, l’avventura dei quattro Fondatori della più grandiosa scuola di magia e stregoneria di tutti i tempi, delle loro famiglie e dei loro amici. Vi siete mai chiesti cosa li avesse uniti? Cosa li avesse portati a decidere di fondare una scuola? Ebbene, state per scoprirlo...
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: I fondatori, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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N.D.T (che può essere letto come “Note di Testa” ma anche “Note di Tinkerbell").
Eccoci qua con il secondo prologo della storia, in cui mostreremo cosa accade nelle famiglie della componente femminile dei Fondatori e sveleremo il primo di tanti oscuri segreti.
Pubblichiamo questo capitolo anche come “festeggiamento” per la consegna delle schede dei personaggi (anche se non ci sono ancora arrivate tutte).
Buona lettura!




000 – PARTE 2. SEGRETO E MENZOGNA


Atto primo: la voce dell’infedele
«Daphne, tesoro, ti ringrazio di cuore e mi scuso per lo scarso preavviso, ma è stato deciso tutto all'ultimo momento. Il lord mio marito mi ha dato l'okay solo pochi giorni fa e ho subito pensato a te: era assolutamente necessario che le Salamandre Dorate si esibissero alla nostra festa di Halloween! Ovviamente tu e Lord Maxwell eravate già previsti nella lista degli invitati, ma non sarebbe stato lo stesso senza le dolci note delle vostre canzoni. E poi siete il gruppo preferito di Leon e... »
Hellen Marchbanks parlava a raffica da più di mezz'ora, tanto che Lady Daphne Goldstein non l'ascoltava quasi più. Era arrivata alla Villa dei Leoni in sconcertante anticipo a causa delle prove del coro e già questo la rendeva nervosa: non avrebbe potuto fare la sua entrata in scena al braccio di Maxwell Ravenclaw, suo marito, cosa che avrebbe anche potuto apparire fuori luogo, il che era molto pericoloso in un contesto tanto delicato come una festa a casa del proprio amante.
«Cara, ti dispiace? E' stato un lungo viaggio, in carrozza da Winchester fino a qui e ho davvero bisogno della toeletta» tentò la lady di Reggia dei Corvi, inutilmente.
«Oh, ma sei venuta in carrozza? Ti avrei fatto mandare un Passaporto, se avessi saputo...»
Un Passaporto.
Il tentativo della babbana di integrarsi nel mondo magico era adorabilmente triste, soprattutto perché una strega avrebbe capito che se Daphne non aveva usato la materializzazione o al limite la scopa doveva esserci un problema, cui nemmeno una Passaporta avrebbe sopperito...
«Sai, dovevamo portare il materiale per lo spettacolo Hellen, ma sei stata molto carina a preoccuparti, ora, se vuoi scusarmi, userò la latrina e poi raggiungerò le ragazze per le prove» concluse con il sorriso più lezioso che le riuscì, prima di sfuggire alla lady di Villa dei Leoni con una mossa da manuale, dirigendosi verso l'atrio attraverso la scala principale, un'immensa curva di scalini di marmo coi corrimani che terminavano a forma di testa di leone. Incontrò quindi il resto del gruppo e si mise a scaricare leggii e strumenti, decorazioni e abiti di ricambio. Tornando nella Sala Grande intravide la scia argentea di un patronus che svaniva nell'aria e si chiese se ci fossero problemi. L'ultima cosa che voleva era dover parlare di nuovo con la padrona di casa, quindi fu grata quando la vide lasciare la stanza, non s'impicciò ulteriormente e si limitò a raggiungere la balconata dell'orchestra per allestire la scena e cominciare le prove.
Qualche ora più tardi Lady Daphne si allontanò silenziosamente dalla enorme stanza dei ricevimenti.
Passando dal colonnato del giardino interno della villa, al piano terra, si intrufolò nel Corridoio del Titano, il nome che la servitù dava allo stretto salotto che precedeva lo studio di Lord Leon. Si nascose quindi dietro alla colossale statua raffigurante un guerriero armato di picca pronto all'assalto e attese silenziosa che il suo amato le facesse segno che poteva entrare. Non ci volle molto, pochi minuti più tardi i figli del padrone di casa uscirono dalla massiccia porta di legno scuro dell'ufficio, rigidi e composti, per poi guardarsi e sorridere di nascosto, facendosi sicuramente beffe di ciò che gli era appena stato detto. Ma a lei non importava nulla di loro, voleva solo che si sbrigassero ad andarsene...

Atto secondo: tra due fuochi
Un flebile raggio di sole pomeridiano entrò timidamente dalla finestra, sfiorando l’incantevole volto di Lady Freya Hufflepuff.
Con un’espressione corrucciata, la donna si avvolse uno scialle argentato attorno al collo e si lasciò sfuggire un sospiro.
«Qualcosa non va?»
Lord Artax cinse la vita della moglie, posando un bacio tra i suoi ricci color rame. Nonostante fosse un colosso di due metri, sapeva essere estremamente delicato.
«Stavo pensando ad Hellen Gryffindor» rispose Lady Freya, poggiando la nuca contro la spalla muscolosa del marito «Trovarsi faccia a faccia con l’amante del coniuge, ignara di tutto… ha già così tanti pensieri per la testa, quella povera donna!»
«E tu vorresti dirle tutto?» domandò Artax, carezzando le braccia della moglie con le sue enormi mani, sempre calde «Anche Daphne e Leon sono nostri amici, Amore. Secondo me dovremmo perlomeno rifletterci su…»
«Hellen ha passato anni e anni della sua vita a lottare per sentirsi alla nostra altezza!» il tono di Lady Freya s’indurì leggermente «Questa storia va avanti da troppo tempo. Non lo merita, Artax, non dopo tutto quello che ha dovuto e che continua a sopportare! Leon e Daphne sono due grandissimi stronzi egoisti!»
A sentire la risata del marito come risposta, Freya si lasciò sfuggire un sorriso: «Ti diverte tanto quando dico parole volgari, eh?»
«Non immagini neanche quanto» disse lui, girandola delicatamente dalla propria parte e baciandole le labbra «Comunque, anche io sono stato un grandissimo stronzo egoista, una volta…»
«Però hai avuto il coraggio di dirmelo» sussurrò lei, ormai incapace di provare rancore pensando all’unico tradimento coniugale che aveva subito molti anni prima «Leon è coraggioso quando si tratta di combattere o di proteggere gli altri, ma di fronte a sua moglie si trasforma nel peggiore dei vigliacchi.»
«Quindi dirai tutto ad Hellen?»
Lady Hufflepuff sospirò, specchiando gli occhi turchini in quelli verdi del marito: «Vedrò come si evolve la situazione.»
L’uomo annuì e, proprio mentre stava per baciare la moglie una seconda volta, fu interrotto dalla voce gentile della figlia minore: «Madre, padre… non è ora di partire?»
Lord Artax sorrise: «Sì, Helga, hai ragione. Noi siamo pronti, và pure a chiamare tua sorella. Vi aspettiamo all’ingresso.»
La diciassettenne annuì, girando i tacchi e addentrandosi nel corridoio che portava ad una lunga scalinata.
Sollevò un lembo dell’abito con la mano, mentre con l’altra si scostò un ciuffo dei lunghi capelli biondi dal volto. Salì quindi le scale, sperando, come sempre, che il piccolo sforzo l’aiutasse a perdere quel paio di chili in più che arrotondava la sua figura, e, giunta in cima, si diresse verso una sinistra porta in legno scuro.
Come di consueto, gettò un’occhiata alla propria scollatura, cercando di renderla meno appariscente possibile. Si pentì all’istante di aver indossato un corsetto più stretto del solito, che le metteva ancora più in evidenza il seno voluminoso.
Con un sospiro, Helga decise di lasciar perdere e, un po’ titubante, bussò alla porta, facendo all’istante un passo indietro: «Hanna… è ora di andare…»
Dopo un attimo di silenzio, una cupa voce femminile rispose semplicemente: «Arrivo.»


Antro delle Gurubell:
Eccoci qui di nuovo, con questo altro mini capitolo. Qui parla il Guru Jaden, quindi tutti zitti! (Seeh buonanotte).
Speriamo davvero che la storia vi stia piacendo e giuriamo solennemente di non avere buone intenz... no, non è vero, giuriamo di entrare presto nel vivo e di allungare i prossimi capitoli xD Purtroppo come detto prima non ci sono ancora arrivate tutte le schede dei personaggi, per cui ci vorrà ancora un po' di pazienza, ma per ora accontentatevi di questo piccolo capitolo, come una sorta di biscottino che vi premia per l'attesa.
Spero a presto,
Guru e Trilly
   
 
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