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Autore: Crystal eye    14/11/2014    2 recensioni
Salve!!! Eccomi qui con un'altra storia, è nata per caso... pensando "e se Tom Riddle si fosse innamorato?" e questo è il risultato!!!
"Tom la guardò con occhi infuocati cercando di attirare la sua attenzione, detestava essere ignorato, se poi a non prestargli attenzione era lei si sentiva come invisibile agli occhi del mondo intero, come se il suo sguardo fosse l’unico importante nell’intero universo."
Può una bambina risvegliare un cuore che non ha mai provato amore? E può una persona cambiare per Amore?
leggete e scopritelo!!!
Crystal
Genere: Dark, Drammatico, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Abraxas Malfoy, Nuovo personaggio, Tom Riddle/Voldermort, Walburga Black
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra, Più contesti
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Capitolo 3

 

Estele stava parlando con Miranda e Annabel di come fossero le lezioni del sesto anno e le ragazze ad un certo punto le chiesero come stesse andando con Riddle.

“Abbiamo notato che non parli molto con lui...” disse la rossa, mentre l’altra annuiva.

La bionda le guardò qualche secondo, prima di prendere un respiro tremante.

“È tornato come quando l’ho conosciuto all’inizio. Solo che adesso non posso agire come ho fatto all’orfanatrofio. Sto cercando di capire come comportarmi con lui.” Spiegò.

“Sai, credo che questo tuo comportamento si stia rivelando giusto, perché l’ho visto spesso fissarti con aria nostalgica o addirittura malinconica! Forse avevi ragione tu! E lui ci tiene davvero a te!” riferì Miranda.

“Può darsi, ma se davvero desidera parlarmi dovrebbe provarci, invece di rimanere a guardare!” esclamò, a metà tra lo stizzito e il lusingato.

Proprio in quel momento, Tom passò loro accanto, lanciandole un’occhiata così intensa che per poco non ci rimase secca. Comunque, lo sfidò con lo sguardo, sollevando leggermente il mento, senza mostrare tutta l’emozione che provava in quell’attimo di eternità.

Una volta che si fu allontanato, il suo cuore ricominciò a battere normalmente, mentre le sue amiche la guardavano incredibilmente preoccupate.

“Si può sapere che cosa vi prende? Non è mica morto qualcuno sotto i vostri occhi! Smettetela di guardarmi come se stesse per succedermi qualcosa di orribile!” fece Estele, spaventata da quegli sguardi.

“Tu... tu hai sfidato Riddle! In pieno corridoio! Davanti ad alcuni della sua cricca! Ora se vorrà la tua testa sarà il minimo! È pericoloso, Estele. Non puoi comportarti così con lui!” sussurrò concitata la moretta, trascinando l’amica verso il Dormitorio di Serpeverde.

“È così! Gli basterà schioccare le dita per far agire uno dei suoi scagnozzi e ti assicuro che non a tutti piace usare la magia per fare del male, alcuni di loro preferiscono la forza bruta.” Aggiunse Annabel.

Passarono davanti all’aula di Pozioni da cui uscì una figura enorme che, vista la velocità con cui la stavano trascinando, non riuscì ad evitare.

Gli finì addosso e una manona la afferrò per un braccio, evitandole una brutta caduta.

“Oddio, scusami!” disse, Estele, riacquistando l’equilibrio.

“Oh... nulla! Io sto bene! Tu...?” rispose la figura, con una voce bassa e profonda, molto preoccupata.

“Ehi mezzogigante, vedi di andartene!” disse Miranda, con tono acido.

Lui abbassò lo sguardo, imbarazzato, mentre le ragazze passavano.

“Non sei stata molto carina con lui!” esclamò la bionda, sistemandosi i capelli in una treccia.

“Non c’è bisogno di essere gentili con lui, è un Grifondoro!” disse Annabel.

“Non è un buon motivo per comportarsi come Walburga Black!” le rimproverò, uscendo con la borsa con i libri e l’occorrente per studiare.

“Dove vai? Non dovresti restare da sola!” cercarono di fermarla, proprio in quel momento entrava Lucy, insieme ad un’altra ragazza del quinto anno.

“Ciao, piccola Demon!” la salutò Jennifer Smitherson.

“Oh, ciao! Come va?” le domandò, con un sorriso.

“A me tutto bene. Invece ho sentito di sotto che tu stai facendo arrabbiare il Prefetto!” fece, sollevando un sopracciglio.

“Eh, già! È il mio nuovo hobby! Comunque io stavo andando a studiare un po’, ti va di venire con me?” chiese, allargando il sorriso.

“Certo!” accettò, ricambiando con un ghigno sfrontato, salutando le altre, che si guardarono un po’ timorose per la loro amica.

Estele camminò con sicurezza nel Dormitorio, pur sentendo gli sguardi perforanti di alcuni dei Serpeverde attorno a Tom.

“Lord, desideri che la rimetta a posto?” domandò Avery sfregandosi le mani, pronto a farle del male.

“No, non ce né bisogno. Le parlerò io.” Fece l’interpellato con voce annoiata.

 

Le due ragazze si sistemarono nel parco, dove le giornate ancora miti permettevano agli studenti di restare all’aria aperta senza soffrire troppo il freddo.

Estele tirò fuori dei libri di Astronomia, per poter scrivere la relazione sulla particolare convergenza di stelle che avevano disegnato la notte prima.

Il compito non era difficile, ma Jennifer si divertì un mondo a vederla combattere con i nomi dei pianeti e delle stelle e i gradi di osservazione di ognuno.

Poco prima che potesse iniziare a stilare la relazione in modo più ordinato e completo, Tom andò loro vicino, guardando fisso Estele.

“Ti devo parlare” disse. “In privato!” aggiunse, lanciando un’occhiata alla Serpeverde con lei.

“Non mi pare abbiamo qualcosa da dirci, Tom. Ora scusami ma devo finire questo compito!” gli rispose lei, posando appena gli occhi su di lui.

“Io invece ritengo che abbiamo molto da dirci! Smitherson? Lasciaci soli!” fece, rivolgendosi direttamente alla sua amica castano scura.

La bionda spalancò gli occhi e la guardò, vedendola indecisa con gli occhi puntati nella sua direzione. Annuì, non volendo che anche lei si mettesse contro Tom, dato che non era sicura che avrebbe avuto lo stesso riguardo mostrato con lei.

“Bene, finalmente soli! Sai la tua impertinenza sta iniziando a darmi sui nervi! Non ne posso più di sentire i miei…” disse il ragazzo, iniziando ad alterarsi.

“I tuoi seguaci che non vedono l’ora di farmi la festa?” domandò retorica, interrompendolo e risistemando i libri e alzandosi per fronteggiarlo quasi alla pari, peccato che, rispetto al suo metro e sessanta, lui fosse alto quasi venti centimetri in più e continuasse a guardarla dall’alto in basso.

“Comunque, sappi che non mi interessa! Non ho nessuna intenzione di leccarti le scarpe come fanno loro!” aggiunse, facendo spalancare gli occhi d’ossidiana per pochi istanti, prima che si stringessero in due fessure rosso scarlatto, che la spaventarono leggermente.

“Non mi devi parlare così! Non puoi farlo! Hai capito? È pericoloso mettersi contro di me! E io non voglio farti del male!” fece, con voce bassa e appena sibilante, colma di rabbia trattenuta a stento, prendendola per le spalle e bloccandola contro un albero vicino, abbassando la testa e il tono nel dire l’ultima frase.

Gli smeraldi che Estele aveva per occhi, all’inizio sgranati per lo spavento, si addolcirono, fecendole scappare un sorriso.

“Tom! Io lo so che tu non vuoi farmi del male, ma non puoi chiedermi di abbassare la testa! Perché ti amo e perché, nonostante tutto, voglio salvarti, non importa a quale prezzo!” lo informò, sentendolo trattenere il fiato quando la parola “amore” lasciò le sue labbra.

“Non dovresti provare questo per me, tuttavia sono egoisticamente felice di ciò!” mormorò, in modo che solo lei, che era così vicina, potesse sentirlo, tenendo il capo abbassato quasi a toccare la fronte di Estele.

Lei fece un mezzo sorriso e si avviò verso il castello, per poter terminare quel compito e tornare dalle sue amiche, sicuramente preoccupatissime.

“Demon! Vieni domani sera alla nove davanti all’entrata del Dormitorio.” Le diede appuntamento, utilizzando il tono che di solito usava per abbindolare le persone, comunque lei decise di sollevare una mano, salutandolo, per fargli capire che aveva sentito.

 

°°°

 

La sera dopo, alle nove e dieci, arrivòz davanti la porta d’accesso al Dormitorio e trovò Tom già ad aspettarla.

“Sei in ritardo!” fu la prima cosa che le disse.

“Scusami, ma ho avuto un contrattempo, non mi sono riuscita a liberare prima!” si giustificò, ridendo.

Lui scosse la testa, sbuffando scocciato, guardandola un secondo con un sopracciglio alzato; solo lei poteva avere impegni di venerdì sera che non riguardassero giri per il castello insieme ad un amico.

“Andiamo, visto che sembri avere tante informazioni, potresti essermi utile.” Fece, guardandola dritta negli occhi.

“Che cosa vuoi fare?” chiese, seguendolo mentre si dirigevano verso il secondo piano.

“Trovare la Camera dei Segreti! E tu mi aiuterai!” esclamò con ovvietà lui.

“Ma io non ho idea di dove si trovi!” si lamentò la ragazza.

“Infatti, ho trovato il posto dove credo ci sia l’entrata della Camera, ma voglio che tu sia con me!” spiegò lui, senza guardarla.

Arrivarono nel bagno delle ragazze e Estele domandò.

“Sei certo che non arriverà nessuno? Questo è un bagno delle donne!” lui annuì, prima di mettersi a cercare qualcosa che potesse far pensare ad un collegamento con Salazar Serpeverde e la giovane fece lo stesso.

Avevano controllato praticamente tutto, finché Estele non cercò di aprire un rubinetto per lavare le mani sporche di polvere e non sapeva quale altra sporcizia, solo che non usciva acqua. Insospettita, iniziò a esaminare il rubinetto, ma quello dopo poco cominciò a lasciar scorrere l’acqua fresca. Tuttavia la giovane si era ormai dimenticata di volersi ripulire le mani e controllò i rubinetti fino a trovarne uno con un serpente in rilievo.

“Tom! Forse ho trovato l’entrata!” lo chiamò entusiasta,  mentre lui esaminava il muro.

“Davvero?” chiese, avvicinandosi.

“Si, guarda: questo rubinetto non funziona e c’è inciso un serpente!” gli mostrò, piena di entusiasmo.

“Allora proviamo!” mormorò Tom, prima di dire “Apriti” al passaggio in serpentese, non sapendo che anche lei lo parlava.

I rubinetti iniziarono a spostarsi, allargandosi e quello segnato dal serpente sparì sotto il pavimento, lasciando così aperto il passaggio circolare che conduceva nella Camera dei Segreti.

“Vado per primo!” esclamò Tom, sedendosi sul bordo del tunnel oscuro, dandosi una spinta per scivolare giù.

Estele lo guardò svanire nell’oscurità e attese qualche minuto prima di fare lo stesso. Chiuse gli occhi, non avendo desiderio di vedere qualunque cosa ci fosse lì sotto e attese per quella che le sembrò una vita che il tunnel terminasse. Cadendo su un ammasso di ossa e melma, pensò che avrebbe preferito continuare a scivolare.

“Stai bene?” le domandò Tom, aggiustandosi la divisa.

“Si, si. Ma che schifo!” rispose, accettando la mano che le porgeva per potersi rialzare.

Poi si guardarono, per assicurarsi personalmente che l’altro stesse bene e partono alla scoperta di quei sotterranei, seguendo il tunnel più grande.

Li portò in una grande sala, cupa e umida. Esattamente davanti al cunicolo da cui arrivavano loro c’era la statua della testa di Salazar Serpeverde, che incuteva gran timore ai due ragazzi.

Iniziarono a guardarsi attorno leggermente in soggezione, cercando di capire dove potesse trovarsi il Basilisco o qualsiasi creatura avesse lasciato lì sotto il fondatore della loro casa.

“Comunque oggi, se non fossi venuto io a parlarti, l’avrebbe fatto Kircke…” buttò lì Tom all’improvviso.

Estele si girò a guardarlo, capendo cosa volesse dire con quella frase.

“E allora? E poi non mi ricordo neanche di questo Kircke!” rispose indifferente, continuando ad esplorare.

“Davvero non ti ricordi il Tassorosso che hai quasi fatto bocciare al tuo primo anno?” le domandò indagatore.

“Ah, è lui? Ho avuto altro a cui pensare da allora, perciò mi perdonerai se l’ho dimenticato, comunque ora che mi ci fai pensare, mi ricordo di aver visto un Tassorosso venire verso di noi, prima che tu piombassi come un predatore. Ed era anche carino.” Ribatté.

Lui sbuffò borbottando in serpentese.

La prosssssima volta ti faccio parlare con lui, visssssto che ti piace cossssì tanto!” lei si arrabbiò e lo riprese nella stessa lingua.

Ti asssssicuro che sssse avessssssi qualche interesssssse per quel dannato tassssssso te ne sssaresti accorto da tempo!” lui si girò a guardarla con tanto d’occhi.

Tu parli la lingua dei ssserpenti?” chiese sibilando sconcertato.

Sssi! L’ho sssempre sssaputa parlare e non te l’ho mai detto perché avevo giurato che non l’avrei usssata davanti ad altre persssone! E in quel momento non era importante!

Come non era importante? Ero convinto di essssssere l’unico rettilofono a ssscuola!” si arrabbiò.

E lo eri! Sssono mancata tre anni, ricordi?” ribatté a tono la giovane, togliendosi dal viso dei ciuffi sfuggiti alla crocchia.

Lui strinse gli occhi in due fessure, poi il rumore di una pietra che cadeva li spaventò, facendoli girare verso quella che credevano essere la fonte, visto l’eco che rendeva impossibile capire dove fosse esattamente.

La sagoma squamosa di un grosso serpente li lasciò senza parlare si spostarono al centro della sala, tenendolo d’occhio, chiedendosi perché ancora non erano morti o altro.

Non capivano cosa stesse accadendo, quando quella bestia parlò.

Tanto tempo, attessso per tanto tempo, sss erede del padrone sss e ora sssono arrivati due!” disse in serpentese, facendo fuoriuscire la lingua biforcuta ogni tanto, emettendo sibili anche quando non c’erano esse.

I due si guardarono, prima che Tom prendesse coraggio e chiedesse al serpentone.

Mi sssapresssti dire perché noi sssiamo ancora vivi? Anche ssse ti ssstiamo guardando negli occhi?”

“Oh! Sssiete miei padroni, sssu di voi non fa effetto il mio sssguardo!” sibilò.

E tu farai qualsssiasssi cosssa ti ordiniamo?” domandò Estele.

Sssi!” rispose solo sistemandosi su alcune rocce e chiudendo gli occhi.

“Magari potrei chiedergli di far fuori il tuo Tassorosso!” disse Tom, tornando all’inglese.

Estele si incavolò seriamente e ribatté in serpentese.

Sssarebbe meglio che morisssssse Anthony Kircke, visssto che ti sssta tanto antipatico! Non ti sssopporto più! Vorrei davvero che venisssssse uccissso!” gridò, sibilando senza accorgersi di aver inviato nella mente del serpente le immagini riguardo l’obbiettivo e che questi si era diretto verso uno dei tunnel che gli avrebbe permesso di arrivare al suo obbiettivo.

Il ragazzo la guardò, preoccupato.

Lei si mise una mano sulla bocca, con gli occhi che si riempirono di lacrime.

Aveva condannato un ragazzo a morte certa.

Appena Tom le si avvicinò con l’intento di consolarle lei si allontanò bruscamente, iniziando a ripercorrere di corsa a ritroso il percorso per ritornare al bagno e da lì in Dormitorio, cercando di non pensare a cosa aveva fatto.

Il ragazzo la seguì, aiutandola con un incantesimo di levitazione ad uscire dal tunnel.

Una volta nel bagno sentirono qualcuno piangere disperato, per cui, facendo il massimo silenzio, uscirono per ritornare al Dormitorio di Serpeverde.

Il basilisco passò loro accanto da dentro i muri e gli comunicò che l’ordine era stato eseguito e che l’obbiettivo si trovava ora in un posto sicuro. I due giovani non vollero indagare, preferendo non sapere cosa era accaduto al Tassorosso.

Il basilisco fece ritorno al bagno, dove fece aprire il passaggio e un’altra persona vide i suoi grandi occhi gialli. Mirtilla, una giovane Corvonero che piangeva per via delle cattiverie di una ragazza e si era rinchiusa in quel bagno.

Quando Estele tornò nella stanza che divideva con le sue amiche, nonostante fosse un anno avanti, si ritrovò sommersa dalle domande.

“Perché sei stata via fino ad ora?”

“Ti ho fatto del male?”

“Cosa hai combinato? Sembra ti sia rotolata nella melma!” le dissero tutte insieme, alzandosi dai loro letti per correrle incontro.

La giovane guardò uno degli orologi che c’erano nella stanza e rimase incredibilmente sorpresa di vedere che avevano passato tutta la notte nella Camera e che oramai era pieno giorno.

“Siamo andati in riva al Lago Nero e sono inciampata in una pozza fangosa. Ora però ho proprio voglia di un bel bagno!” spiegò, dirigendosi decisa verso di esso per potersi finalmente togliere tutto lo schifo che aveva addosso.

“Ma ti ha fatto del male? Ti ha detto qualcosa?” domandò Lucy.

“In realtà no; voleva solo parlarmi senza testimoni.” Disse, cercando di non pensare a ciò che era accaduto e rilassandosi dentro l’acqua calda mentre un incantesimo le ripuliva ogni centimetro di pelle.

 

°°°

 

Quel giorno, a pranzo, il preside Dippet informò tutta la scolaresca che due studenti se ne erano andati.

”Non sappiamo ancora cosa li abbia attaccati, perciò, per decisione unanime del consiglio studentesco la scuola verrà chiusa da lunedì. Sistemate le vostre cose e preparatevi a tornare a casa! E ora, un minuto di silenzio per i due nostri studenti che ci hanno lasciato: Mirtilla White, Corvonero del secondo anno, e Anthony Kircke, Tassorosso del sesto anno.” Dopo quell’annuncio lei e Tom si lanciarono un’occhiata veloce e abbassarono il capo, come tutti, mostrandosi addolorati.

Finito il pranzo, Estele disse alle sue amiche di voler stare un po’ da sola e si diresse verso il Lago Nero, dove lui la raggiunse circa mezz’ora più tardi per parlare dell’annuncio di Dippet.

“Adesso cosa facciamo? Non posso permettere che chiudano la scuola!” fece, dopo aver lanciato un incantesimo silenziante intorno a loro.

“L’unica possibilità che non chiudano la scuola è che trovino il colpevole, o presunto tale.” Gli ricordò lei, guardando fisso il lago.

“Esatto! E io credo di sapere chi potrebbe prendersi la colpa!” esclamò sovrappensiero Riddle, attirando l’attenzione della ragazza su di sé.

“E chi sarebbe questa persona?”

“Rubeus Hagrid, il Mezzogigante di Grifondoro! Sono certo che ha una qualche creatura pericolosa che possiamo incolpare!” rispose. “Ci penso io, tu è meglio che torni in Dormitorio.” Le assicurò.

Lei annuì, asciugandosi una lacrima.

 

°°°

 

Estele si diresse in sala comune dove cominciò a leggere un libro di Incantesimi. Alcune ore dopo arrivò il professor Lumacorno a dare la notizia che il colpevole era stato catturato e la scuola non sarebbe stata chiusa, grazie all’intuizione provvidenziale del brillante signor Riddle, poco dietro di lui.

 

Hagrid venne scortato fuori dalla scuola da funzionari del ministero, ma grazie all’intervento del professor Albus Silente, gli fu permesso di rimanere a scuola dopo aver consegnato la bacchetta. Sarebbe rimasto nel territorio scolastico come guardiacaccia, ruolo che avrebbe potuto apprezzare maggiormente vista la sua passione per le creature magiche, anche, e soprattutto, pericolose.

 

°°°

 

Risolta la questione chiusura scuola nel migliore dei modi, per loro; di comune accordo i due decisero di tenere chiusa la camera fino a data da destinarsi.

Tom decise di scrivere un diario e raccogliere al suo interno ogni avvenimento riguardante la Camera dei Segreti e un altro dentro cui impresse tutti i suoi ricordi e momenti passati con lei. Quest’ultimo lo incartò perché nessuno potesse leggerlo e lo lasciò in una scatola in legno pregiato e decorato con rune in rilievo. La nascose all’interno del baule prima di tornare in sala comune.

 

°°°

 

Alcuni mesi dopo

 

Tom aveva portato avanti delle ricerche riguardanti un artefatto oscuro, su cui chiese delucidazioni e conferme al professor Lumacorno. Poi, un pomeriggio, mentre passeggiava con Estele nella neve alta di gennaio decide di parlargliene.

“Ehi, principessa? C’è una cosa che vorrei chiederti.” Le disse, attirando la sua attenzione.

“Cosa mi vuoi chiedere?” gli domandò.

“Tu hai paura della morte?” chiese a bruciapelo.

“Cosa intendi? Non credo di capire.” Disse lei.

“Hai paura di morire? Cioè, se ci fosse un modo per vivere per sempre, lo utilizzeresti?” si spiegò un po’ meglio.

“Non lo so, una vita immortale potrebbe diventare orribile se non ci fosse nessuno con cui condividerla. E piuttosto che essere eternamente sola, io sceglierei una vita mortale!” rispose, stupendolo un pochino.

“Io, però, ho scoperto un modo per rimanere in vita per sempre! E vorrei passare l’eternità con te!” disse lui, guardandola dritta negli occhi.

“Cosa?” fece lei confusa.

“Si! Esiste un tipo di artefatto, chiamato Horcrux e permette di sigillare in un oggetto un pezzo della propria anima. Finché l’oggetto sarà integro, la persona non morirà.” La informò di quella che aveva scoperto.

“Horcrux? Ma sei pazzo? Sigillare un pezzo della propria anima? Non è qualcosa che puoi fare così alla leggera! La vita è una cosa sacra! Ed è sacra proprio perché finita, non avrebbe senso, altrimenti, tante piccole cose che rendono la vita degna di essere vissuta perderebbero di significato. Non voglio più sentirti dire queste cose, Tom! La morte non è qualcosa di cui aver paura! Se non esistesse, l’uomo non avrebbe più motivo di vivere appieno le giornate, di provare l’emozione di fare qualcosa e sapere che sarà unico.” Gli disse, arrabbiandosi inizialmente e addolcendo il tono, per cercare di fargli comprendere meglio ciò che intendeva.

Tom la guardò dubbioso.

“La morte è la fine di tutto!” esclamò con convinzione.

“No, non è così. La morte è solo l’inizio di qualcos’altro.” Mormorò avvicinandosi a lui, facendogli una carezza sulla guancia.

“Ne sei davvero convinta?” sussurrò, ancora poco convinto.

Estele annuì.

“Però promettimi che non te ne andrai. Promettimi che resterai sempre al mio fianco!” chiese, con gli occhi pieni di preoccupazione e incertezza.

Lei sorrise e annuì di nuovo.

“Lo prometto, ma tu giurami che non farai uso di quell’incantesimo!” lo rassicurò, abbracciandolo stretto.

Lei alzò il viso e, tirandosi in punta di piedi, lo baciò. Fu un bacio delicato, appena uno sfiorarsi di labbra morbide e carnose. Stava per tirarsi indietro, quando lui la trattenne, prolungando per un tempo che sembrò infinito quel bacio casto e puro.

Poi Tom, approfondì il contatto, schiudendo le labbra e, mordicchiandole dolcemente il labbro inferiore, le chiese il permesso per rendere più profondo e passionale il contatto.

Lei lo baciò di rimando e andarono avanti, assaggiandosi, assaporandosi l’un l’altra.

Tenendosi il più vicini possibile, perdendosi nel bacio e…

“Estele! Estele! È arrivata una lettera di tua nonna!” gridò Lucy, correndo verso di loro e fermandosi di colpo, trovandoli così avvinghiati l’uno all’altra.

“Ops! Ho interrotto qualcosa?” chiese in imbarazzo e un po’ spaventata dallo sguardo di lui.

“Veramente si!” rispose Estele, girandosi a guardarla.

“Beh, scusatemi! Ma è arrivata questa da parte di tua nonna.” Le spiegò consegnando la lettera. Lo scritto era corto, ma la fece sorridere e abbracciare di nuovo Tom.

-Sono molto felice per voi! Congratulazioni! Hai davvero cambiato il tuo destino! Ti voglio bene, nonna!- lui la guardò come se fosse impazzita per un secondo, poi le fece un piccolo sorriso di rimando, facendo comparire una piccola fossetta sul lato sinistro della bocca.

“Ti amo, Tom!” gli disse baciandolo di nuovo.

“Anche io, principessa!” rispose lui, appena si staccarono per prendere fiato.

 

°°°

 

Il 21 giugno, in occasione del solstizio d’estate, la famiglia Malfoy diede una festa, dove furono invitati entrambi, Tom perché, anche se di umili natali, era lo studente più brillante della scuola e il giovane mago più potente tra i Serpeverde del suo anno; Estele era una Demon e, per quanto la sua famiglia potesse essere caduta in basso dal punto di vista etico e morale, l’influenza del nome Demon era ancora molta e considerando anche il suo legame con Tom, era tra le persone che avrebbe avuto una grande importanza.

Per questo Abraxas Malfoy aveva invitato entrambi.

Per quello e perché il giovane Riddle era anche il suo capo.

Fortunatamente cadeva di sabato, perciò gli invitati avevano ricevuto il permesso dal preside per restare fuori dalla scuola.

I due arrivarono insieme.

Estele aveva i capelli raccolti in uno chignon formato da capelli intrecciati in basso sul lato sinistro del capo, con un paio di boccoli biondi che cadevano liberi sulla parte destra, incorniciandole il viso. Il suo mantello, lungo fino ai piedi, impediva la vista del suo vestito verde scuro, lungo fino alle caviglie, con uno scollo a barca, coperto da una sciarpa attorno al collo, sempre verde, che arrivava fino a sotto il vestito, a formare una specie di strascico.

Tom indossava una elegante veste da mago, che lo faceva sembrare un principe o Salazar Serpeverde in persona, somiglianza dovuta soprattutto al verde intenso intarsiato d’argento.

Il padrone di casa accolse i nuovi arrivati con un inchino e un baciamano alla giovane.

Walburga Black, insieme ad Orion Black e Druella Rosier, si avvicinò alla coppia, facendo una riverenza a Tom e ignorando la bionda.

Alla festa, tutti i Cavalieri andarono a porre omaggio a Tom, come se fosse lui il padrone di casa o l’ospite d’onore, e molti riservarono ad Estele lo stesso rispetto che mostravano al loro lord.

Poi ballarono insieme e lei fu invitata a ballare da molti, che tenevano d’occhio la ragazza per conto di Riddle, quando lui era distratto.

Un gruppo di giovani purosangue riuscirono a trovarla in uno dei pochi momenti in cui era sola.

“Come mai sei venuta con lui? Mi chiedo proprio cosa ci trovi in te!” esordì Walburga, scuotendo la criniera indomabile di capelli neri.

“Beh dovresti chiederlo a lui e, per tua informazione, non sono venuta solo a fare la bella bambolina, stiamo insieme!” ribatté lei, stufa del comportamento della Black.

Sembrava che, nonostante fosse andata accompagnata, la sua bellezza, accentuata dal vestito, e le grandi possibilità che molte famiglie vedevano nel suo nome e nelle sue ricchezze avessero acceso le speranze di alcuni in una possibile unione; che, tuttavia, sparirono in una nuvola di fumo quando Tom la prese per la vita è la baciò appassionatamente davanti a tutti, facendo partire, da parte dei giovani, applausi e fischi.

Estele poi danzò anche con Abraxas e, in quell’occasione, ne approfittò per parlare un po’ e cercare di capire se poteva fidarsi di lui.

“Sembri essere tra i più fedeli cavalieri di Walburga!” mormorò, mentre ballavano, dritto nel suo orecchio, facendolo spaventare.

“Tu sai dell’ordine?” domandò quasi senza voce, senza dare l’impressione di essere in qualche modo turbato.

“Certo! E so chi ne fa parte. Vorrei chiederti se tu tradiresti mai Tom.” Proseguì lei sempre sussurrando.

Il giovane Malfoy la guardò un secondo per inquadrarla e decidere come muoversi.

“No, non lo tradirei mai, lui per me non è solo un leader da seguire, io lo considero anche un amico! Anche se lui non ammetterà mai che di un amico abbiamo tutti bisogno, non lo abbandonerò, né abbandonerò te!” decise di rispondere alla fine, fissandola negli occhi verde Avada kedavra.

Lei lo abbagliò con un sorriso prima di concentrasi sul suo amato e continuare a ballare con lui.

Finita la festa, a tutti gli invitati che provenivano da Hogwarts vennero offerte delle stanze per dormire al Manor, dando loro la possibilità di riposare, prima di tornare a scuola il giorno seguente.

 

°°°

 

Dopo la festa a casa Malfoy, la fine della scuola e l’estate trascorsero in un lampo.

I due fidanzati uscirono ogni giorno insieme, visitando Londra e andando in giro per negozi a Diagon Alley.

Nonostante infuriasse la guerra contro il Mago Oscuro Grindelwald, le strade erano ancora stracolme di gente che passava da un negozio all’altro, salutava i propri conoscenti, si fermava anche a chiacchierare.

La ragazza riuscì, inoltre, a convincere Tom a non andare a cercare vendetta da suo padre e dai suoi nonni; non subito almeno.


°°°

 

Quando tornano a scuola per il loro ultimo anno, Walburga Black e le sue amiche oche non osarono avvicinarsi a Estele, memori di ciò che era accaduto alla festa a casa dei Malfoy.

L’anno trascorse tranquillo e senza troppi problemi, a parte Silente che aveva preso a controllare Tom e Estele in modo molto più attento. I due non ci fecero troppo caso, mantenendo un basso profilo, pur continuando ad eccellere in tutte le materie.

Poco prima della fine dell’anno, il Professore di Trasfigurazione ricevette una lettera e, dopo aver letto il contenuto, si alzò e se ne andò, tra lo sconcerto di tutti.

Estele si scambiò uno sguardo con Tom, prendendogli una mano e fargli vedere cosa aveva visto nella mente del vicepreside.

La lettera era da parte di Grindelwald.

 

 

 

  
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